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Autore: LH2    31/08/2012    16 recensioni
-voi donne siete tutte strane. Siete peggio di un rebus, non si e' mai sicuri di avere la risposta esatta- -se conoscessi le regole ci metteresti due secondi a trovare la risposta esatta Malik- dissi, frugando tra la borsa e aprendo il pacchetto di Marlboro. -Harry e' stato in grado di risolvere il rebus?- esclamo' curioso continuando a guardare la strada. -Harry sapeva fin troppo bene le regole- sussurrai inspirando la sigaretta.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Over full play, play, play all the same old games
And we wait, wait, wait for the end to change
And we take, take, take it for granted
That will be the same
But we’re making all the same mistakes



Il caldo torrido di Orlando mi tolse il respiro nel momento in cui oltrepassai la porta scorrevole dell'hotel. Zayn era gia' pronto ad aspettarmi con una Lexus grigia metallizzata; apri' la portiera venendomi incontro. Lo guardai interrogativa lanciando uno sguardo alla macchina -e' la prima che mi hanno dato- rispose giustificandosi e togliendomi dalle mani la valigia. La infilo' nel portabagagli e si riposiziono' al posto del guidatore. Aspetto' che salissi anche io prima di voltarsi a fissarmi. Non girai la testa, se l'avessi fatto probabilmente tutta la mia determinazione sarebbe sparita al solo incontro dei suoi occhi ambrati. -sei sicura di volerlo fare?- sussurro' posizionando le dita sulla chiave d'accensione. Continuai a guardare davanti a me senza battere ciglio -ho poi un'altra scelta?!- risposi prima di infilarmi i rayban. Quegli occhiali erano la mia unica protezione, con quelli indosso potevo permettermi di essere vulnerabile, potevo lasciar sfogare i miei occhi senza che lo sguardo caritatevole di Zayn mi logorasse lo stomaco. -c'e' sempre una seconda opzione- continuo' lui ancora titubante nell'accendere la macchina. -gira quella chiave Zayn- mi limitai a rispondere prima che il rumore delle ruote che scorrevano sull'asfalto mi fece rendere davvero conto di cio' che stavo facendo.
Me ne stavo andando, ecco cosa stavo facendo. Me ne stavo andando dalla mia stessa vita o almeno da cio' che lo era stata fino a dodici ore prima. Me ne stavo andando dall'unica persona che mi aveva fatto rinascere per poi distruggermi nell'arco di un secondo. Tutto cio' che di bello era successo in un anno era stato cancellato da un'unica grande bugia.
Appoggiai i piedi sul cruscotto e accesi la radio sperando che potesse per almeno cinque minuti distogliermi dal dolore lacerante che stavo provando. Cliccai una stazione a caso e l'ultima canzone che volevo sentire in quel momento si impossesso' delle mie orecchie; ma il mio masochismo era sempre stato noto a tutti e per quanto volessi staccare e fare in mille pezzi quel misero apparecchio acustico rimasi inerme, con la testa appoggiata al finestrino, ripercorrendo quella vita che in cosi' poco tempo avevo perso.

"Give Me Love - Ed Sheeran"

Maybe tonight I’ll call you
After my blood, turns into alcohol
No, I just wanna hold you

Give a little time to me

We’ll burn this out

We’ll play hide and seek

To turn this around

And all I want is the taste
 that your lips allow.
My, my, my give me love.

Nel momento in cui entrai nella sala, i volti curiosi e arroganti degli invitati si rivolsero a me per scrutarmi da capo a piedi; ci volle un attimo prima che tornassero con le facce nei piatti, ad abbuffarsi con tartine mediocremente farcite o vino cosi' tanto invecchiato da fare schifo. Vidi da lontano mio padre e mi diressi in tutt'altra direzione sperando di riuscire ad evitarlo per almeno meta' della serata. Presi un bicchiere di champagne dal vassoio che uno dei camerieri mi porse e mi diressi verso un luogo tranquillo dove poter maledire mio padre ad avermi costretto ad andare ad una delle sue cene di lavoro. Se non mi avesse ricattato, giurando di distruggere la chitarra, togliermi la macchina e cancellarmi il biglietto d'aereo per Sidney del mese seguente, avrei volentieri rigettato il suo "invito". Ma per quanto avessi potuto continuare a comportarmi da pazza ribelle, non ci sarebbe stato modo di sfuggire alle sue minacce. Non avrei potuto dare sfoggio di me, mandandogli a quel paese la sua importante cena di lavoro oppure distruggere la sua reputazione dicendo la verita' su quello che pensava di ognuno dei presenti. Sarei rimasta seduta sul divanetto di velluto che puzzava di muffa a bere quell'alcool da ricconi che neanche da ubriaca sarei riuscita a mandare giu' volentieri. L'unica nota positiva che potevo attribuire a quella serata era il sonoro sottofondo di Ed e delle sue canzoni: meno di tre mesi e l'avrei visto sul palco, con la chitarra in mano e quella voce inconfondibile tra tutte. Feci un respiro profondo e riportai il bicchiere alla mia bocca. Non feci in tempo a buttare giu' il liquido gassato che mi ritrovai mio padre davanti, con le braccia incrociate e lo sguardo che non prometteva nulla di buono. -hai intenzione di rimanere qui seduta ad ubriacarti tutta la sera Ellis?- mi rimprovero' con il viso troppo tirato perche' potesse esprimere un minimo di sentimento. Lo guardai sgranando gli occhi -se potessi me ne andrei volentieri- -ma non puoi e la devi smettere di comportarti in modo cosi' arrogante. Sappiamo bene che tra i due sei tu quella che ha qualcosa da perdere- sogghigno' quasi compiaciuto. Non provavo niente mentre lo guardavo, non provavo pieta' per la sua freddezza ne' ribrezzo per la sua insolenza, non provavo niente perche' per me non valeva niente. Mi alzai posizionandomi di fronte a lui; i nostri visi erano a meno di tre centimetri l'uno dall'altro, potevo sentire il suo respiro affannoso. -non sono il tuo giocattolino, non mi intimidisci e soprattutto non puoi costringermi a fare quello che vuoi tu. Io non sono la mamma- scandii le ultime parole in modo che le percepisse al meglio. Dopo di che, gli presi il bicchiere di vino rosso che teneva tra le mani e mi allontanai, lasciandolo li, con i pugni stretti imprecando contro quella figlia troppo diversa da lui. Camminai a passo svelto verso la prima uscita ma tutta l'adrenalina che avevo in corpo, mi fece andare a sbattere contro uno degli ospiti.
-cazzo!- mi lasciai sfuggire quando vidi tutto il vino rosso sulla mia maglietta bianca. Se meta' era su di me, l'altra era sulla camicia del riccio di fronte. Alzai gli occhi per scusarmi con il ragazzino ma improvvisamente una folla di gente si accalco' su di lui e sugli altri quattro che non avevo notato. Mio padre accorse da dietro, poggiando le mani sulle mie spalle. -ragazzi ben arrivati!- esclamo' ansimante. -sfortunatamente avete gia' conosciuto mia figlia- alzai la testa verso di lui guardandolo interrogativa, mentre tutti e cinque risero a quella che pensavano fosse una battuta. -ciao Mark- dissero ad uno ad uno stringendogli la mano. -grazie di averci invitato. Ti siamo davvero grati per tutto il lavoro che stai svolgendo per noi- continuo' il ragazzo moro dal naso a patata. Per quanto avrei finto di non conoscerli, sapevo benissimo chi fossero; non credo ci sarebbe stato qualcuno al mondo che non avesse sentito parlare di loro. Erano ovunque, in maniera esagerata e ridicola ma erano ovunque. -figurati Liam. Siete cosi' talentuosi che chiunque vorrebbe avere il privilegio di lavorare con voi- borbotto' mio padre sistemandosi il colletto. Non potei fare a meno di lasciarmi sfuggire una risatina. Ok, stavamo superando il limite della follia. -Ellis credo sia meglio tu vada a cambiarti quella maglietta bagnata- -a casa?- risposi io sarcastica. -ovvio che no. Chiedi a Kristal, te ne dara' una pulita- disse sfoggiando il suo fintissimo sorriso da padre premuroso. Sbuffai facendo un cenno con la mano prima di scivolare via di la'. -un momento Ellis- respirai a fondo prima di voltarmi -accompagna anche Harry cosi' che si cambi anche lui. Dopo il pasticcio che hai combinato..- mugugno' deridendomi. Senza dire una parola, perche' giuro che se avessi parlato non mi sarei piu' controllata, aspettai il riccio e mi diressi con lui nelle stanze al piano superiore, dovrei avrei trovato Kristal. -e cosi' non ti piace la nostra musica?- disse interrompendo il silenzio. -siete bravi ma non cosi bravi da essere ovunque. Su ogni giornale, in televisione o sulle mascherine degli iphone- -hai una mascherina dell'iphone con sopra le nostre facce?!- chiese divertito lui. -ovvio che no! Non amo buttare i soldi in stupidaggini- -ma se sei piena di soldi- -mai quanto te- ribattei io prima di bussare alla porta. -Kris?- domandai prima di aprire. La stanza era vuota ma fortunatamente due stand di vestiti erano ben ordinati accanto alla finestra. -guarda se trovi una camicia della tua taglia- gli dissi dirigendomi dalla parte opposta, verso gli abiti femminili. Acconsenti' con la testa iniziando a rovistare tra le tremila camicie che erano appese. -insomma che ci fai a questa festa?- chiese vago. -se non ci fossi arrivato l'ha organizzata mio padre. Sai quello alto, grosso, con un parrucchino orrendo e gli occhi spiritati- risposi fredda. Gli feci scappare una risata ma quando incrocio' i miei occhi non gli fu difficile intuire che non stessi scherzando. -non andate molto d'accordo eh?- disse, prendendo una camicia praticamente identica a quella che gli avevo macchiato di vino. -allora non e' poi cosi' bravo a fingere di essere un padre presente e affettuoso. Non te lo sei bevuto neanche tu quel falsissimo sorriso?- risposi scegliendo una canotta grigia di Massimo Dutti. -no infatti..- esclamo' sfoderando due piccole fossette ai lati della bocca. Mi avvicinai e gli puntai l'indice sulla guancia, toccandogliela -allora non sono finte. Ho quasi creduto fossero photoshoppate- lui rise prima di iniziare a togliersi la camicia. Lo guardai dubbiosa -che stai facendo?- -mi sembra piuttosto ovvio. Mi cambio..- rispose continuando a combattere con i bottoni. Scossi la testa ed entrai nella stanza accanto, togliendo la sguardo dagli addominali scolpiti che si ritrovava e che non avevo potuto fare a meno di notare. Quando uscii lui era appoggiato allo stipite della porta con gli occhi verdi intenti a fissarmi. -mi metti ansia se mi guardi con quello sguardo da maniaco- risposi avvicinandomi per aprire la porta. -nessuno ti ha mai detto che sei tremendamente acida?- disse divertito. -si piu' o meno tutti. Ma lo considero un complimento- risposi facendogli l'occhiolino. -sei proprio strana..- -e tu odiosamente riccio- -che hanno i miei ricci?! piacciono a tutti- rispose andando a testa in giu' scompigliandoseli per poi tornare su e aggiustarli con la mano. -oddio ma fai sempre cosi'?! Andiamo va che e' meglio. Si chiederanno dove sei- dissi aprendo la maniglia della porta. -dove siamo- mi corresse. -a mio padre non interessa minimamente dove sia io, fidati- risposi chiudendomi la porta alle spalle.
Scendemmo giu' dove tutti ci stavano aspettando; adocchiai da lontano una bottiglia ancora chiusa di vino e cambiando direzione da quella del riccio, mi diressi al tavolo. -dove vai?- esclamo' prendendomi la mano. -il piu' lontano possibile da mio padre- risposi lasciando la sua presa e trascinando via la bottiglia dal tavolo imbandito. -vengo con te- e prima che potessi controbattere mi segui' verso la porta sul retro.


-Questa canzone..- sussurrai a voce troppo alta. Zayn si volto' per un attimo guardandomi senza capire -l'ho sentita la prima volta che l'ho incontrato- risposi sincera, mordendomi il labbro. -la sera in cui lo hai praticamente imbrattato con il vino..- chiese lui ridendo -esatto- sorrisi anch'io. -quella sera ti ha chiesto sedici volte di uscire. Non credo si sia mai impegnato cosi' tanto- continuo' guardando la strada davanti a se'. Mi volsi a lui confusa -come fai a saperlo?- -me lo disse un po' di tempo fa. L'ho sfottuto per due settimane dopo che me lo ha raccontato- alzai gli occhi e gli diedi un colpetto sulla spalla. -beh si meritava un bel rifiuto- -uno?! l'hai rifiutato quindici volte El- -dai alla sedicesima ho accettato pero'- risposi facendogli la linguaccia. -voi donne siete tutte strane. Siete peggio di un rebus, non si e' mai sicuri di avere la risposta esatta- -se conoscessi le regole ci metteresti due secondi a trovare la risposta Malik- dissi, frugando tra la borsa e aprendo il pacchetto di Marlboro. -Harry e' stato in grado di risolvere il rebus?- esclamo' curioso continuando a guidare. -Harry sapeva fin troppo bene le regole- sussurrai inspirando la sigaretta.
Stanca di tutti quei ricordi felici, cambiai stazione interrompendo la melodiosa voce di Ed Sheeran prima che potesse pronunciare le ultime battute della canzone.

"Everything - Michael Buble'"

You're a falling star, You're the get away car.
You're the line in the sand when I go too far.
You're the swimming pool, on an August day.
And you're the perfect thing to see.

And you play your card, but it's kinda cute.
Ah, when you smile at me you know exactly what you do.
Baby don't pretend, that you don't know it's true
cause you can see it when I look at you.

La sveglia suono' precisa alle 7:15 interrompendo il sogno nel momento piu' bello: quello in cui stai per portare a compimento il tuo obiettivo o hai finalmente ottenuto cio' che desideravi. Tastai il comodino alla ricerca del bottone di spegnimento; stropicciai gli occhi e mi voltai verso il riccio che avevo accanto. La testa era sprofondata nel cuscino e le coperte ormai sgualcite lasciavano intravedere il suo corpo ben scolpito. Lo scrollai con la mano senza la minima voglia di aprire gli occhi. -Harry svegliati- mugugnai senza ricevere risposta. -Harry cazzo sono le sette e venti. Devi andare in studio- gli sussurrai nell'orecchio salendogli a cavalcioni sulla schiena. -mmmmh- fu l'unico suono soffocato che usci' da sotto il cuscino. Sbuffai ed alzandomi accesi la radio a volume abbastanza alto da procurargli un minimo di fastidio. Everything di Michael Buble' parti' in quel preciso istante; rimasi in ginocchio sul letto aspettando una qualche sua mossa. Ad un tratto si volto' di scatto facendomi prendere uno spavento -you're a falling star, your the gateway car, you're the line in the sand when i go too far- canticchio' allungando la mano verso di me con un enfasi che di prima mattina nessuno sarebbe stato capace di possedere. Si alzo' in piedi con il cuscino tra le mani, improvvisato a microfono -you're the swimming pool on an August day and you're the perfect thing to see- lo guardai scandalizzata senza fare a meno di ridere. Mi prese le mani e mi alzo' in piedi sul letto; il mio corpo aderiva perfettamente al suo, sentivo il respiro caldo su di me mentre da quella voce troppo armoniosa e afrodisiaca risuonavano le parole della canzone -And you play your card, but it's kinda cute. Ah, When you smile at me you know exactly?- mi guardo' aspettando che finissi la frase. -what you do- lo accontentai ridendo. -Baby don't pretend, that you don't know it's true. Cause you can see it when I look at you- continuo' lui scendendo dal letto e portandosi a presso tutte le coperte. Muoveva il bacino simulando Freddie Mercury mentre spostava da destra a sinistra i capelli perfettamente ricci. Non ridevo cosi' da troppo tempo, mi stesi sul letto aspettando che finisse lo spettacolino, abbracciai il cuscino ed iniziai a cantare con lui il ritornello. Sembravamo due bambini, che non si vergognavano di fare nulla; i vicini probabilmente ci stavano maledicendo per il troppo baccano perche' oltre alla radio con volume alto c'erano le nostre voci che si accavallavano a vicenda. O meglio quella di Harry che sovrastava la mia fin troppo stonata. -And in this crazy life, and through these crazy times it's you, it's you, you make me sing. You're every line, you're every word, you're everything- sali' sul letto e mi rubo' un bacio a fior di labbra. -tu non sei normale Styles- gli urlai ridendo imbarazzata. Sali' sopra di me, tenendosi con i gomiti per non rischiare di schiacciarmi -sono pazzo. Pazzo di te- ripete' fissando gli occhi verdi nei miei. Tutta quella dolcezza, quel romanticismo non era per niente da lui. Harry non era così. Harry era presuntuoso, sfacciato, con sempre qualcosa da ridire; di rado lasciava trasparire i suoi veri sentimenti, le sue vere intenzioni. Litigavamo un giorno si e l'altro pure, ci prendevamo in giro, ridevamo l'uno dell'altro; cosi' simili da volere le stesse cose, senza troppi giochetti, senza troppi inganni. Ma in quel momento, mentre lo guardavo affascinata dalle sue fossette, dagli occhi verdi e dal sorriso perfetto, ero felice perche' per quanto fosse immaturo e poco affidabile lo amavo sul serio. E la cosa piu' assurda e' che mi amava anche lui, non potevo chiedere di piu'. -And I can't believe, that I'm your man, and I get to kiss you baby just because I can- sussurro' passandomi una mano tra i capelli disordinati e spostando la ciocca ribelle che aveva coperto gli occhi. Arrossii evitando il suo sguardo e mi nascosi nel suo abbraccio. Gli accarezzai la guancia avvicinando il viso verso di lui -Whatever comes our way, we'll see it through, and you know that's what our love can do- completai la frase quasi vergognandomi dell'azione appena compiuta.
Ci lasciammo cadere abbracciati sul letto, incuranti del fatto che sarebbe dovuto essere in studio di registrazione in meno di venti minuti o che avrei avuto chimica in prima ora.


Cambiai stazione a meta' ritornello. -che fai?!- ribatte' Zayn sbuffando. -era bella- sussurro' continuando a canticchiarla tra se'. Non avevo voglia di spiegarli che anche quella canzone portava con se' troppi ricordi, di quelli felici che ti strappano l'anima al solo pensiero. Ero a pezzi e quella canzone non stava aiutando la situazione. Rivivere tutto, era quello che continuavo a fare dall'ultima volta che avevo visto i suoi occhi. Rivivevo tutto per soffrire, perche' per quanto mentissi, mi piaceva farmi del male; risentire il suono della sua voce, la delicatezza delle sue carezze, i baci passionali pieni d'amore. Amore? L'amore ti illude, ti distrugge, ti fa perdere l'equilibrio, ti fa perdere te stesso.
-Nessuno dovrebbe perdere se stesso. Non si dovrebbe permettere a qualcuno di condizionare la propria vita- esclamai ad alta voce abbassando leggermente il finestrino. -alcune volte le persone riescono ad acquisire cosi' tanto potere su di te da neanche accorgertene- rispose Zayn autorevole. -non credo di ritenerla piu' una cosa positiva- sospirai facendo cadere la testa sul sedile. -io lo ritengo un privilegio- -una rovina semmai..- contestai io. -quello che c'e'- -che c'era..- lo corressi. Annui' per poi continuare -quello che c'era tra di voi era singolare. Vi siete trovati, siete cresciuti insieme, avete superato gli stessi ostacoli. Avete fatto tutto insieme. Si puo' dire che abbiate vissuto al cento per cento la vostra relazione. Non c'era niente che mancava- -ma lui ha mandato tutto a puttane- la mia voce era flebile. Avevo perso tutto e Zayn, involontariamente, era li' pronto a ricordarmelo. -lui ha mandato tutto a puttane..- confermo' cliccando un tasto a caso della radio. 

"Same Mistakes - One Direction"

Wake up, we both knew to wake up
Maybe if we face up to this
We can make it through this
Closer, maybe we’ll be closer
Stronger than we were before
It made this something more.

Think that we got more time
One more falling behind
Gotta make up my mind

Ero dietro alle quinte dell'O2 Arena insieme ai ragazzi. Sentivo le grida dei fan come se mi trovassi li in mezzo a loro; tutto era pronto, Liam si stava facendo sistemare l'auricolare mentre Zayn era ancora alle prese con i capelli che Lou gli stava pettinando. -la finisci di mangiare o vuoi rischiare di rimettere sul palco?- chiesi a Niall seduto accanto a me con un pacchetto di patatine tra le mani. -tranquilla, lo faccio tutte le volte. Diciamo che e' il mio rito pre-concerto- rise offrendomene una. Scrollai le spalle sorridendogli e presi la chipster. -io ho ansia per voi..- risposi alzandomi e iniziando a camminare per la stanza. In quel momento Paul si affaccio' dalla porta del camerino -ragazzi quattro minuti- esclamo' prima di scomparire. Seguii Niall fuori e raggiungemmo gli altri che erano ormai pronti. -dov'e' Harry?- chiesi a Louis. Si guardo' intorno notando anche lui dell'assenza del riccio -non ne ho idea- rispose confuso. -due minuti. dov'e' Harry?- ripete' Paul spazientito. -eccomi eccomi!- accorse il riccio da dietro le mie spalle. -dov'eri finito?! stai a vedere che iniziavano senza di te- sbuffai rimproverandolo. Mi diede un piccolo bacio a stampo -rilassati e goditi il concerto- mi fece l'occhiolino prima di mettersi in fila con gli altri davanti alle scale che portavano al palco. -abbiamo una bella sorpresa per te Ellis- grido' Zayn prima di sorridermi. Non feci in tempo a chiedere di cosa stessero parlando che Paul fece un colpetto a Liam che sali' a tutta velocita' sul palco, seguito dagli altri. -vieni che di qua si vede meglio- mi disse accompagnandomi al lato della quinta. Lo ringraziai e rimasi in piedi a guardare sorridente i ragazzi che avevano gia' iniziato a cantare Stand Up.
Il pubblico era in escandescenza, l'arena era coperta da cartelloni e l'aria che si percepiva era meravigliosamente serena; mimavo con la bocca ogni singola parola, come se le conoscessi da una vita. Era la prima volta che andavo ad un loro concerto ma li avevo visti mille volte provare, in studio e prima degli eventi. Dovetti ammettere che stare li, da sola, nascosta nell'angolo migliore a sentirli con le loro voci strabilianti, era fantastico. L'orgoglio che provavo saliva di giorno in giorno; se mi avessero detto pochi mesi prima che un giorno avrei apprezzato, se non amato, la loro musica non ci avrei creduto. Li avevo giudicati a priori o forse il solo fatto che mio padre avesse stretto un contratto con loro me li aveva fatti detestare.
E invece eccomi li, a battere le mani insieme al pubblico e a ridere delle loro battute. Le canzoni seguirono una ad una ed io, senza essermi scomposta di neanche una virgola, avevo gli occhi lucidi e un sorriso sghembo incollato sulla faccia. Osservavo Liam, con il suo viso dolce e il naso a patata di cui tanto lo sfottevo, Niall che solo a guardarti ti faceva venire il mal di pancia dalle risate o Louis che si era rivelato il piu' affettuoso e responsabile dell'intero gruppo. Zayn, invece, era diventato il migliore amico che una persona potesse desiderare; di tanto in tanto si voltava verso di me facendo linguacce o indicandomi; il pubblico si sara' chiesto a che cosa, o meglio chi, alludesse ma poco importava, mi stava facendo morire dalle risate e se non fosse stato che si stava esibendo al proprio concerto gli sarei saltata addosso e l'avrei riempito di baci.
E poi c'era lui, Harry, che ancora stentavo a credere fosse il mio Harry. Ancheggiava con Niall durante More Than This, che doveva ritenersi una canzone "profonda", e non mancava occasione a ridicolizzare ogni parola. Avevano cambiato perfino alcuni testi e se da una parte ero sconvolta dalla loro immaturita' dall'altra ammiravo la faccia tosta che possedevano. Non gli importava cosa dicessero di loro, tutto cio' che facevano sul palco era il modo in cui si comportavano anche a casa e io potevo dirlo forte.
Ci fu il primo cambio d'abito ma non li raggiunsi nei camerini; sarei stata solo d'impiccio e avevano davvero pochissimi minuti per cambiarsi. Cosi aspettai al mio posto, ansimante insieme a tutte le loro fan. Secondo la scaletta avrebbero dovuto cantare One Thing ma la musica non parti' e loro salirono sul palco sorridenti come sempre. Harry fece segno al pubblico di abbassare la voce, aveva evidentemente qualcosa da dire -piccolo cambio di programma- urlo' spostandosi una ciocca di capelli dal volto. -vorrei dedicare questa canzone ad una persona che conta molto nella mia vita- continuo' imbarazzato voltandosi dalla mia parte. Zayn avvicino' il microfono -oooooooh a me?!- si indico' sarcastico. Il riccio rise e allungo' una gamba verso di lui ma Zayn riusci' a spostarsi in tempo per evitare il colpo -ragazzi questa e' Same Mistakes- esclamo' tutto d'un fiato avvicinandosi dalla mia parte e guardandomi con quegli occhioni verdi, che giuro sarei potuta rimanere li ad osservarli per sempre.


-ma siete ovunque?!- esclamai sbalordita alle prime note della mia canzone preferita. Zayn rise e abbasso' il volume -ti ricordi quando Hazza te l'ha dedicata?- chiese tamburellando le dita sul volante a ritmo. -come potrei dimenticarlo. Mi sono vergognata a morte quella sera- sorrisi al pensiero del mio volto rosso come un peperone; meno male che era lontano e non poteva vedermi cosi' bene. -sapeva che era la tua canzone preferita. Mi ha anche detto quante volte gli hai ripetuto che dovevamo cantarla al tour- piegai le gambe abbracciandole. -so che non siete voi a decidere quali canzoni eliminare dalla scaletta ma questa e' davvero fantastica..- sussurrai alzando leggermente l'audio.
-se prima non lo sapevano, da quel giorno tutto il mondo ha saputo della tua esistenza- rise. -da quel giorno non sono piu' potuta uscire di casa senza che finissi in rete. Non so quanto sia stata una buona idea..- -non dirmi che non ti e' piaciuto?- chiese voltandosi verso di me e abbassando gli occhiali da sole per guardarmi negli occhi. -e' stata probabilmente la cosa piu' dolce che qualcuno abbia mai fatto per me- ammissi tormentandomi il labbro inferiore. Le lacrime tornarono su copiose, ero riuscita a trattenerle per troppo tempo e adesso non ne volevano sapere di rimanere sopite. -scusa non volevo farti piangere. Sono uno stupido- sussurro' Zayn appoggiando la sua calda mano sulla mia coscia. -e' tutto ok- risposi tirando su con il naso. -non posso mica pretendere che esca dalla mia vita cosi' velocemente-
Misi fine a quella tortura e cambiai nuovamente stazione.

"Wherever you will go - The Calling"

So lately, I've been wondering
Who will be there to take my place
When I'm gone, you'll need love
To light the shadows on your face.

And maybe, I'll find out
The way to make it back someday
To watch you, to guide you
Through the darkest of your days.

If I could turn back time
I'll go wherever you will go
If I could make you mine
I'll go wherever you will go.

Presi la valigia e mi incamminai verso l'uscita dell'aeroporto dove Zayn mi stava aspettando. Quando le porte scorrevoli si aprirono lo vidi davanti a me. Gli occhi ambrati coperti da un paio di occhiali scuri, il cappuccio in testa e le mani in tasca per passare il piu' inosservato possibile. Ma per me era riconoscibile tra una folla di migliaia di persone, non avrei confuso il suo sorriso mai e poi mai. Lasciai immediatamente la valigia e corsi ad abbracciarlo. -quanto mi sei mancato- lo stritolai stampandogli un tenero bacio sulla guancia. -e' un mese e otto giorni che non ti vedo- continuai non staccandomi dalla sua presa. Paul era poco piu' distante da noi, che ci guardava sorridente -hei Paul- accorsi ad abbracciare anche lui. -com'e' andato il viaggio Ellis?- chiese prendendo la mia valigia e facendomi strada verso la macchina -bene anche se non finiva piu'- erano dieci ore che stavo su quell'aereo ma nonostante le poltrone della prima classe fossero comode, i film visti divertenti e i drink bevuti pregiati, non vedevo l'ora di scendere. Tutto era diventato troppo soffocante e l'unica cosa che mi avrebbe di nuovo fatta sentire bene sarebbero stati i visi delle persone che amavo e che non vedevo da troppo tempo. -allora Harry e Niall non sanno niente del tuo arrivo. Liam e Lou invece sono con Danielle ed El ma ci aspettano in albergo- -si lo so, Eleanor mi ha mandato un messaggio prima che salissi in aereo- risposi salendo in macchina vicino a Zayn. -quindi qual'e' il piano Malik?- chiesi eccitata -adesso andiamo in albergo, posi le tue cose e li raggiungiamo al Club 23 dove mi stanno aspettando- mi fece l'occhiolino, giocherellando con una ciocca dei miei capelli. -sembra perfetto- biascicai prima di affacciarmi dal finestrino godendomi il panorama.
Arrivammo all'hotel verso le undici di sera, corsi in stanza e mi feci una doccia veloce. Asciugai i capelli biondi lasciandoli al naturale e mi infilai un mini abito nero con degli stivaletti dello stesso colore. Truccai gli occhi con un filo di matita in aggiunta al rimmel e colorai le labbra con un gloss rosso. -pronta!- esclamai quando Zayn busso' alla porta. Mi guardo' affascinato  -cavolo in due secondi sei riuscita a fare questo? sei un alieno o cosa?!- rise posando il braccio sulla mia spalla. -ho messo la prima cosa che mi e' capitata a tiro- mi difesi sorridendo. -se se dicono tutte cosi-
Salimmo in ascensore -dove sono tutti gli altri?- chiesi interrogativa. La risposta di Zayn non arrivo' perche' appena si aprirono le porte mi ritrovai di fronte Liam, Danielle, Louis ed Eleonor che saltellavano trepidanti. Li abbracciai ad uno ad uno -ecco che la banda si ricompone- esclamo' Lou scoccandomi un bacio sulla guancia. -invasi dalle coppiette- sbuffo' Zayn. -forse sarebbe ora che ti trovassi una ragazza anche te..- gli diede un colpetto Danielle prima di abbracciarmi. -e voi smettetela di essere cosi' affettuose che non vi vedete da quattro giorni- continuo' Liam prendendola per mano e dirigendosi verso l'uscita. -almeno ci facciamo compagnia a vicenda visto che voi sono mesi che girate l'America- dissi io facendogli la linguaccia e seguendo gli altri di fuori. -ad Harry gli prende un colpo quando ti vede. Da quando gli hai detto che non potevi piu' venire ha cambiato radicalmente umore- mi sussurro' Louis all'orecchio. -faro' in modo di risollevarglielo allora- sorrisi stringendomi al suo braccio.
Il club non era troppo lontano e ci vollero quindici minuti per arrivare a destinazione; entrammo senza problemi anche se non riuscimmo a passare inosservati dalla stampa. Mi infastidiva averli sempre addosso, mi sentivo in imbarazzo e costantemente sotto sorveglianza; le ragazze invece che chiedevano gli autografi erano sempre molto dolci e per quanto ogni tanto mi trovavo minacce di morte su twitter la maggior parte di loro mi difendeva e sosteneva. Zayn mi prese per mano per non rischiare di perdermi tra la folla di gente in pista, si fece spazio alla ricerca di Niall ed Harry. Quando mi voltai Liam e Danielle gia' erano spariti mentre Lou ed El si erano avvicinati al bancone del bar. -rimani dietro di me- mi sussurro' Zayn all'orecchio. Acconsentii e continuai a seguirlo tra la calca di ragazzi gia' ubriachi. Zayn si blocco' di colpo e turbato fece per tornare indietro. Era agitato e mi ci volle un attimo per capire che qualcosa non andava; lo superai e quasi non mi manco' il respiro.
Rimasi impassibile a guardare l'immagine di un Harry ubriaco che baciava una bionda dai vestiti troppo succinti. Improvvisamente la sala era diventata troppo piccola, troppo stretta, senza sbocchi d'aria. Le vertigini salirono e sperai con tutto il cuore che fosse un incubo. Ma non lo era, perche' quando riaprii gli occhi era nella stessa identica posizione, incurante dei miei occhi su di lui, a baciare una persona che non ero io. Il mondo mi crollo' addosso, il respiro si blocco' del tutto e gli occhi sgranati iniziarono a riempirsi di lacrime.
Questo tuttavia mi diede la forza di andargli incontro e colpirlo con quanta rabbia avevo in corpo. Zayn cerco' di trascinarmi via ma l'odio ormai si era impossessato di me e non c'era niente che potesse fermarmi. Lo spinsi, allontanandolo dalla bionda. Gli ci volle un attimo per realizzare -mi fai schifo cazzo! Hai rovinato tutto- gli urlai con le mani sul capo e le guance bagnate. Gli tirai pugni sulla spalla fino a quando i miei arti indolenziti chiesero pieta'. Il suo respiro era smorzato dalle botte che riceveva -e' ubriaco- mi urlo' Zayn da dietro cercando di calmarmi. -ti odio ti odio ti odio non voglio piu' vederti- continuavo a ripetergli senza smettere di singhiozzare ma senza neanche la forza di allontanarmi da li'. -mi mancavi..io- -non voglio mai piu' vederti. Non esisti piu' per me- ripetei prima di lasciarlo li confuso e dolorante, seguita dal mio migliore amico.
Uscimmo dalla porta sul retro e l'unica cosa che fui in grado di fare fu piangere sulla spalla di Zayn -riportami a casa ti prego- singhiozzai angosciata. Tutto quello che avevamo costruito in un anno era stato mandato a puttane in un unica sera; per un attimo mi resi conto delle bugie, delle false speranze, delle false promesse che mi aveva fatto. Avrei voluto urlare e fingere che niente di cio' che avevo visto fosse vero. -andiamo in albergo- mi sussurro' il moro continuando ad accarezzarmi i capelli. Alzai la testa freddamente -no. Voglio tornare a Londra-


Spensi stufa la radio quando il cellulare squillo' interrompendo i miei pensieri. Trentaduesima chiamata di Harry. -hai intenzione di non rispondergli mai piu'?- fece Zayn mettendo la freccia per parcheggiare davanti al terminal 4. Mi girai irritata -cazzo Zayn sembra quasi che tu lo voglia difendere. Ha mandato all'aria tutto cio' che di bello avevamo costruito. Mi ha tradito e chissà quante volte l'aveva gia' fatto. Mi sono illusa che con me sarebbe stato diverso ma sono stata solo una stupida. Perche' chi sono io per poter cambiare lui? Tutto quel potere non ce l'ho, credevo di averlo, ma non ce l'ho mai avuto. E la cosa che mi rimprovero di piu' e' che gli ho dato tutta me stessa, ho permesso che si prendesse tutto di me, ho permesso che mi ingannasse con tutte le sue bugie. E tu ora mi chiedi se ho voglia di parlargli? Per me e' morto. Non esiste piu'- lo guardai negli occhi impassibile aspettando che parlasse. -hai ragione, e' stato un coglione. Ma era ubriaco e gli mancavi. Lo sai com'e' fatto, tu lo sai meglio di tutti com'e' fatto. Ama te Ellis, te e solo te- -questo non e' amore Zayn- risposi sprezzante, rifiutando l'ennesima chiamata del riccio. -ed io non voglio stare con una persona che non mi ama-
Scesi dalla macchina, presi la mia valigia tra le mani e, senza vergogna, con gli occhi ancora gonfi di pianto tirai su i rayban. -chiamami quando atterri- mi sussurro' stringendomi forte a lui. -lo faro'- risposi lasciando che mi accarezzasse la guancia. Mi asciugo' con le dita le ultime lacrime -ti voglio bene- -anche io, non sai quanto- smorzai un sorriso prima di distaccarmi dalla sua presa. Trascinai la valigia allontanandomi -aspetta- urlo' correndomi incontro pochi secondi dopo. -hai dimenticato l'ipod sul sedile- disse porgendomelo.
-ho chiuso anche con la musica- sorrisi amaramente lasciandoglielo tra le mani.


Yeah, yeah, that's what crazy is
When it's broken, you say there's nothing to fix
And you pray, pray, pray
That everything will be okay
While you're making all the same mistakes




 





  

TADADADANNNNN
Eccola di nuovo.
Ludo in da house lol ok basta scleri.
Allora questa OS l'ho scritta in verita' per un contest a cui sto partecipando ma visto che non ho resistito l'ho postato anche qui su EFP (tanto era legale!) :P
Spero che la storia non sia troppo confusionaria. La parte in corsivo sono i ricordi di Ellis mentre la realta' e' scritta normale :)
spero che vi sia piaciuta, il che significa che siete arrivate a leggere fino a qui e quindi vi ringrazio.
Fatemi sapere cosa ne pensate, non vi mangio lo giuro!
BTW vi do il mio twitter perche' mi va lol ---> https://twitter.com/ludovicaparisi
#MUCHLOVE
  
   
 
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