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Autore: Acqua Dolce    04/07/2003    1 recensioni
Ralph Peterson è uno di quegli uomini che non deve chiedere mai? Ne erano convinti tutti, ma a qualcuno ha dovuto chiedere. Qualcuno che non sopporta e che non lo sopporta come Samantha. Bella come un fiore e spinosa come un cactus. E tra una lite e l'altra si vedranno costretti a fingersi sposati. Ma dov'è il limite tra finzione e realtà?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per il resto del pomeriggio tenni d'occhio Rob e Sam, attento che quella vipera non si accorgesse dei miei sguardi. 
E ogni volta che si voltava verso di me io ero "impegnato" con Sandra in atteggiamenti affettuosi. Verso le sette tornammo a casa di Sandra per prepararci alla serata d'addio e finalmente tutta questa storia sarebbe finita. In camera Sam ed io non ci degnammo di uno sguardo. Non ci badammo minimamente neanche quando iniziammo a vestirci. Strano. Molto strano. Ci siamo spogliati tranquillamente, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Come se fossimo "tra noi". Nessuna occhiataccia, nessuno strillo, nessun insulto... Lì per lì avevo altro per la testa. Il fatto che Rob le avesse messo le mani addosso mi faceva salire il sangue al cervello!! 
"Ma tu guarda a che orrenda, disgustosa scena ho dovuto assistere oggi..." mi dicevo abbottonandomi la camicia bianca "Mia moglie che si fa palpare dal suo amante alto come un topo! Poteva sceglierselo un po' più carino!" poi all'improvviso mi ricordai che ero stato io a sceglierle l'amante. 
Mi voltai per prendere qualcosa e poi guardai Sam che si metteva gli orecchini davanti allo specchio.
Indossava un vestito rosso fuoco che le faceva risaltare ogni curva, la scollatura generosa era davvero... 
Strizzai gli occhi e mi voltai di scatto un'altra volta. Non volevo farle certo notare che mi aveva colpito.
"Sei pronto?" mi domandò.
"Quasi. Tu?"
"Si." 
Furono le uniche parole che ci scambiammo.
Prima di scendere però ci fu un inevitabile battibecco... ovviamente. Erano passate cinque ore dall'ultima litigata. Un record.
"Quel vestito dove l'hai tirato fuori?" le chiesi arricciando il naso.
"Perchè? Non sto bene?" mi rispose seccata e allargando le braccia.
"No è solo che da quella scollatura ti si vedono le scarpe!" le risposi.
Lei si guardò di nuovo allo specchio e sorrise alla sua immagine riflessa.
"E allora? Non devi mica sbirciarci per forza."
"LO SO. E' solo che sei... sei molto..." non mi venivano neache le parole poi alla fine riuscii a terminare la frase " PROVOCANTE!" le urlai.
Lei sbarrò gli occhi " Questo è provocante? Scusa come faccio a riempirmi di amanti senza essere provocante?" mi rispose indignata.
"Fa come ti pare! Solo che ritengo davvero sconvenientr CHE MIA MOGLIE SI COMPORTI IN MODO CSI' SCONVENIENTE DAVANTI A ME E ALLA MIA FIDANZATA!"
"CHIUDI IL BECCO PETERSON! MI SONO STANCATA DI QUESTA STORIA! SE NON VUOI CHE SPIATTELLI TUTTE LE TUE ASSURDE STRONZATE ALLA TUA "FIDANZATA" VEDI DI COMPORTARTI CON PIU' RISPETTO VERSO TUA MOGLIE!"
Mi zittì immediatamente quel vile ricatto. Era inutile stare a ribattere. Sam aveva il coltello dalla parte del manico e lo sapeva.
Poco più tardi ci trovavamo in un ristorante pieno zeppo di gente, con tanto di musica.
Rob e Sandra ballavano mentre io e Sam stavamo seduti al tavolo senza scambiarci una parola e guardando in direzioni diverse.
Poi all'improvviso Rob riaccompagnò Sandra al tavolo e invitò Sam con un sorriso compiaciuto.
Io e Sandra eravamo un po' da soli finalmente.
"Allora?" mi chiese.
"Allora cosa?"
"Cosa è successo? Avete litigato ancora?"
Feci una smorfia incomprensibile e gli occhi mi si posarono su Rob e Sam.
Sandra li guardò a sua volta.
"Uhhhhhhhhh... Ma li hai visti come ballano?" mi domandò inorridita.
Bè sembravano affiatati. Ma quando vidi la mano di Denton scivolare verso il basso mi stavano per saltare tutte le rotelle.
"Ma che sta facendo quel disgraziato?" saltai per aria.
"Non è di Rob la colpa!" lo difese Sandra "E' Samantha che lo provoca... Insomma, ma l'hai visto il vestito? Dalla scollatura le si vedono le scarpe! Non ti dico cosa mi sembra!"
Era la stessa cosa che avevo detto io. Sandra sembrava gelosa di Rob. E lo era.
Ma il pensiero che stesse offendendo mia moglie mi mandò in bestia.
"Ah. E vediamo che ti sembra?!"
Lei mi guardò. Sorpresa dal tono di voce che usai nel rivolgermi a lei.
"Bè non mi dire che non sembra quello che sembra!"
"E' semplicemente elegante e del savoirfair. Dovresti imparare un po' di classe da lei piuttosto!"
"Ma da quando la difendi in questo modo Ralph?!"
"Ti ricordo che Sam è ancora mia moglie! E pretendo che non la si offenda!" stavo diventando nervoso.
"Non per molto! Dovete divorziare, o no?!" mi disse altrettanto irritata Sandra.
Evitai di risponderle e tornai a fissare Rob e Sam che ballavano.
La mano di Rob era tornata sulla schiena di lei e li vedevo mentre parlavano.

(Parte in terza persona)
Sam ballava stretta a Rob. Il ragazzo aveva fatto scivolare la mano sul fondoschiena della ragazza, che però scattò subito in preda all'imbarazzo.
"LA MANO!" gli urlò.
"Come?"
"LEva immediatamente la mano!"
"Ma scusa io sono un maschio!" si scusò Rob cercando di giustificare il suo gesto... audace...
"TUTTE IDEE!" rispose secca Samantha tornando ad appoggiare la testa sulla spalla del ragazzo, a cui scappò un sorriso.
"Stiamo recitando bene?" chiese ad un certo punto.
Samantha borbottò qualcosa di simile a un si o un abbastanza.
"Anche tu e Ralph, però a fare marito e moglie ve la cavate benone! Vi comportate come se foste sposati veramente..." 
Non riuscivo a star lì seduto a guardare quei due che ballavano in quel modo. 
Mi alzai di scatto lansciando sola Sandra che mi guardava sgranando gli occhi e mi avvicinai a loro prendendo la mano di Sam e attirandola a me. Poi guardai cercando di sorridere a Rob e gli dissi.
"Posso rubartela per un po'?"
"Soltanto un giro. Poi la rivoglio tutta per me." disse lui allontanandosi e andando a far compagnia a Sandra.
"Bene. Hai dato spettacolo. Sei contenta ora?" chiesi a Samantha cercando di non innervosirmi ulteriormente.
"Non ho dato nessuno spettacolo! Ho solo fatto quello che mi avevi chiesto!"
"Non è vero!" le dissi ormai accecato dalla gelosia.
"Si invece! Tu mi hai detto di trovarmi un amante e ora che ce l'ho mi comporto come se avessi un amante!" mi sibilò furibonda.
Aveva ragione. Aveva fatto tutto quello che le avevo detto di fare. Magari aveva brontolato, strillato come un'isterica facendo credere alla maggior parte della gente che la incontrava di essere appena fuggita dal manocomio criminale, però alla fine quello che volevo l'avevo ottenuto. 
Sandra non mi avrebbe lasciato. Ma il paradosso era che non me ne importava più. 

(parte in terza persona)
"Ti diverti, Sandra?" le chiese Denton sedendosi accanto a lei e vedendo la sua faccina triste si sarebbe voluto mordere la lingua.
"Mh... mica tanto... E tu?"
Rob sorrise e le rispose "Mica tanto. E quindi tu e Ralph vi sposate..."
Sandra rimase in silenzio poi prese un braccio di Rob e rispose "Sai... non credo di volermi sposare più..." disse con un sorriso malizioso e uno strano scintillio negli occhi.
Rob sorrise a sua volta. Quella ragazza era davvero bella. Nella sua vita probabilmente nessun'altra avrebbe fatto quello che aveva fatto lei insieme a lui. Non necessariamente per fare ingelosire Peterson, alla quale non sembrava più particolarmente interessata, per la prima volta una ragazza bella con la "b" maiuscola si interessava a lui, a Rob Denton.
Senza dire una parola si alzarono dal tavolo e si avviarono insieme alla macchina di Rob, mentre Ralph e Samantha, ingnari delle loro intenzioni, continuavano a ballare senza neanche guardarsi più negli occhi.

"Ma dove sono andati?" mi fece Sam, tornando al nostro tavolo.
"Non li vedo in giro. Forse sono fuori, andiamo." le risposi riprendendo le chiavi della macchina e afferrando Samantha per un braccio.
Quando arrivammo nel parcheggio non c'era traccia della macchina di Rob.
"Forse sono tornati a casa..." disse Sam rimanendo seria.
"L'unica è andare a vedere." 
Sapevo che li avrei trovati lì. E sapevo che non li avrei trovati molto vestiti. Eppure non mi interessava. Il fatto che Rob avesse tolto i suoi tentacoli da mia moglie mi riempiva di sollievo.
Guidai senza alcuna fretta. Tanto ero certo che li avremo trovati a casa.
Non fiatava una masca. L'atmosfera sembrava addirittura priva di quella tensione che di solito regnava quando io e Sam rimanevamo soli.
In quegli attimi di silenzio fui folgorato sulla via di Damasco. 
Frenai la macchina in un piazzaletto deserto sulla stradina di campagna.
"Raaalph!" mi rimproverò Sam portando le mani avanti.
Scesi e velocemente arrivai davanti alla sua portiera. Anche Sam scese e si mise in piedi davanti a me, mentre io tentavo di spiegarmi come meglio potevo. Incredibile non ci fossi arrivato prima, ma quella era l'unica soluzione possibile.
"Sei impazzito?! Ci vuoi far ammazzare con quell'ichiodata potevamo..."
"Senti un po'." la interruppi bruscamente " Ci ho pensato e ripensato. Non si può più andare avanti così."
"Finalmente l'hai capito..."
"No aspetta lasciami finire per favore..." Per favore? Le dicevo per favore?? "Insomma, in questi giorni ho fatto il diavolo a quattro lo riconosco. Ma anche tu se volevi farmi ingelosire..." non riuscivo a continuare ero troppo in imbarazzo. Poi alla fine conclusi allontanandomi da lei "Bè ci sei riuscita!"
Sam rimaneva in piedi vicino alla macchina senza dire una parola.
Fui io a tornarle di fronte e la guardai dritta negli occhi.
"Samantha..." le dissi con più calma.
"S-si, Ralph?"
Esitai un attimo avvicinandomi ancora di più a lei senza distogliere gli occhi dai suoi
"Quasi quasi ti bacio..." le dissi alla fine.
Lei rimase un attimo interdetta poi mi rispose
"Devi pensarci ancora per molto?"
Detto questo le circondai la vita e dopo aver sentito le sue braccia sulle mie spalle la baciai.
Bè che altro dire? In quei giorni mi ero talmente abituato all'idea di essere sposato a Sam, che alla fine... non riuscivo ad immaginare la vita senza essere sposato con lei per davvero. E infatti adesso, a nove mesi da questa pazzesca storia... bè dieci mesi... siamo sposati. 
Sam è rimasta incinta quasi subito, e ora, come vi ho già esposto al principio, sono qui con in braccio mio figlio che strilla a pieni polmoni.
Ha comiciato a urlare due ore fa e Sam era così distrutta che mi ha supplicato di andare al posto suo a vedere cosa avesse la nostra creatura. L'ho cambiato, gli ho dato da mangiare, ho cercato di addormentarlo, ma evidentemente ha mal di pancia. Poverino... Quasi mi metto a piangere anch'io... non posso vederlo star male! L'amore di papà... sigh.
"Ralph si può sapere che gli fai?"
Mi giro. E' Samantha. E' bellissima. La camicia da notte di felpa grigia lunga fino a metà polpaccio le sta benissimo... è sempre così... sexy...
Mi prende il bimbo dalle braccia che appena sente il profumo di sua madre... smette di piangere! Ma dico non poteva venire un po' prima quella degenerata!
La guardo mentre lo culla e lo porta in camera nostra. Li seguo.
Sam è seduta sul letto e io mi metto vicino a lei e appoggio la testa contro la sua. 
Sussurra una ninnananna. Non sembra volersi addormentare, ma almeno si è calmato.
Ci guarda con gli occhioni scuri ancora luccicanti per il pianto.
"Ecco... fa la nanna adesso..." bisbiglia Sam dandogli un bacio sulla fronte e mettendolo al centro del nostro letto e coprendolo con il plaid.
Ci sdraiamo io alla sua destra e Sam alla sua sinistra e lo guardiamo mentre pian piano crolla addormentato sfinito per il lungo piangere e per il sonno fisiologico di un bambino di un mese scarso, mentre Samantha gli massaggia con una mano il pancino.
Io sotto le coperte cerco i suoi piedi con i miei.
"Sei gelato!" mi dice appena sente i miei "piedini da ballerina" ghiacciati.
Io sorrido e non dico niente, le sorrido e le accarezzo una guancia.
"Ti amo Sam."
Lei chiude gli occhi e sorridendo si addormenta.
Non c'è bisogno che mi risponda anche lei con un "ti amo", tanto me lo ripete ogni cinque minuti, ma il fatto che non me lo ripeta anche adesso... bè mi sorprende. Di solito non se lo dimentica mai. Magari ha sonno e se l'è dimenticato. Chiudo gli occhi e appoggio anch'io la mano sulla pancina di nostro figlio, le mie dita si intrecciano con quelle di Sam che ormai è crollata e viaggia nel mondo dei sogni.
Penso che andrò a farle compagnia pure io. Mi sto per addormentare quando ad un certo punto lei mi chiama.
"Ralph?"
Apro un occhio "Mh?"
Sorride e si mordicchia il labbro inferiore poi richiude gli occhi e dice prima di riaddormentarsi
"Ti amo!".

FINE

  
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