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Autore: elizadoolittle    11/09/2012    5 recensioni
"Mi chiamo Samanta, ma visto che odio il mio nome mi faccio chiamare Sam" Who will love you? Ha importanza chi amerai se l'amore sarà ricambiato?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo tre.
Cause we're just under the upperhand.

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A volte mi guardo allo specchio e mi chiedo dove potrà finire una come me.
Mi sento come una delusione, mi sento sola, mi sento abbandonata, mi sento come un palloncino lasciato solo a volare alla deriva in questo mondo tanto silenzioso quanto pauroso.
E' difficile immaginarmi mentre concludo l'ultimo affare d'oro, oppure mentre innaguro la mia nuova linea d'abiti, oppure mentre mi metto giacchetta e gonna per servire i passeggieri, non sarò mai niente di tutto ciò, sono piccola, ma so per certo che tutto ciò che ci aspettiamo dalla vita non accadrà mai.
Non che io ora abbia queste aspettative, però le ho avute, da bambina ho sognato di poter andare sulla luna e piantare la bandierina italiana, immaginavo i quotidiani “Prima bambina sulla luna: italiana” oppure “Samanta, la prima bambina sulla luna” o ancora “Otto anni, la bambina sulla luna”.
Fa ridere tutto ciò, eppure ci mettevo il cuore perfino per immaginare il punto dove avrei piantato la bandierina.
Però gli otto anni sono passati da un pezzo e non sono mai stata sulla luna.
Ci sono ragazzi che immaginano il loro futuro pieno di soldi, ragazze e alla fine si ritrovano a servire la solita birra, al solito bar di paese, al solito ubriacone di turno.
Altri invece che immaginano di avere tanti bambini e un buon lavoro, mentre poi alla fine devono scegliere uno dei due, qua l'egoismo vince sempre e la scelta è il lavoro.
Altri che sognano di viaggiare e viaggiare e alla fine se ne stanno chiusi in un ufficio ad ammuffire.
Per cui io non ho più cercato d'immaginare cosa sarò, con chi vivrò, dove andrò.

**

Nelle ultime due settimane mi sono dedicata poco al gruppo, non ho partecipato all'ultimo incontro, però domani dovrei andare a casa di Ruth per rimettere a nuovo il garage, stavo pensando anche di portare qualche poster carino per renderlo accogliente e più adatto a noi.
Durante la settimana ho pensato ad una scusa da usare per non andare, scuse del tipo “sono allergica alla vernice”, “ho troppi impegni” e roba del genere, ma poi ho rinunciato, ci andrò, cosa potrà mai accadere?

Arrivo a piedi davanti casa di Ruth, la ricordavo più grande.
Esito qualche secondo prima di suonare il campanello, poi mi decido e suono.
Sento la voce mascherata di Ruth al citofono «Si? Chi è?»
«Sam..» rispondo con un filo di voce
«Oh, ciao Sam, ti apro subito» la immagino mentre sorride e schiaccia il pulsante dell'apertura del cancelletto.

«..Bè, ecco.. non è proprio tenuto bene, però.. credo che.. insomma.. si possa ricavare qualcosa no?» E mi sorride, per la prima volta la guardo bene negli occhi, come avevo notato sono bellissimi, di un verde intenso, luminoso, come l'erba in primavera.
Osservo il garage, la verince viene via dai muri, il pavimento è molto sporco, le due finestre sono piene di polvere e la lampadina è fulminata, buon inizio.
«No, va benissimo, grazie di esserti offerta, ce la faremo a sistemarla in pochi giorni» le dico, per la prima volta sorridendole.
«Perfetto, da dove cominciamo?» sorride.
«Direi dalla lampadina» ricambio il sorriso e le faccio l'occhiolino.
Cosi cambiamo la lampadina, attacchiamo uno stereo e ci mettiamo a spazzare.
Poi parliamo, parliamo un po' di tutto, scopro che Ruth mi piace, abbastanza, mi confessa che ama disegnare e mi mostra qualche suo disegno, tutti bellissimi.
Togliere lo sporco dal pavimento è come prosciugare il mare: impossibile, strati e strati di polvere.
«Ruth, mi piace il nome Ruth..» dico dopo qualche minuto di silenzio tra noi.
«Potrà sembrare strano, ma piace anche a me, o meglio mi piace il significato che ha» risponde distogliendo lo sguardo da terra e rivolgendomi un sorriso.
Cosa significa? Vorrei chiedere, ma riprende subito.
«Però Sam mi piace molto»
«Samanta, Sam è solo un soprannome, visto che, al contrario tuo a me il mio nome non piace»
«Perchè?»
«Boh..Non mi piace e basta»
«A me si»
«Un nome che non ti piace?»
«..Cosa?»
«Un nome che non ti piace, dimmelo»
«Mh.. non saprei..Ermengilda»
«Ermengilda?» chiedo e scoppiamo a ridere.
«Bè si, non mi piace»
«Di tutti i nomi, tu vai a cercare Ermengilda?» e continuiamo a ridere.
«Eh si..»
«Allora non chiamarmi più Sam, chiamami Erm»
«Erm? Ancora peggio di Ermengilda.. Mai»
«Non ti rispondo se mi chiami Sam»
«Sam?»
«Vaffanculo, chiami Erm ho detto»
«Okay Erm, però tu allora devi chiamarmi Samanta»
«Troppo lungo»
«Un altro nome che non ti piace allora..»
«Mh.. Martina»
«Martina? Solo Martina?»
«Bè non ho il lessico dei nomi ampliato come il tuo»
«Okay, allora chiamami Marti»
«Non mi piace..»
«Appunto» e mi fa l'occhiolino sorridendo.

Siamo sedute in terra, dove regna ancora lo sporco, stiamo bevendo un po' di SevenUp in silenzio.
«Marti?» con mia sorpresa sono di nuovo io a rompere il silenzio.
«Si Erm?» mi guarda sorridendo.
«Perchè vivi sola?» non risponde, si volta dalla parte opposta.
Passa qualche minuto e capisco che avrei potuto evitare, per cui faccio una cosa rara, ma che mi viene spontanea.
«Scusa..» dico con un filo di voce.
Lei si volta che ancora sorride.
«No, di cosa? Stavo pensando.. ti sei mai sentita non accettata per ciò che sei?»
«Ogni giorno, da tutti..»
«Intendo, tua madre e tuo padre, ti accettano?»
«Non ho più mio padre..»
«Scusa, allora solo tua madre»
«Non so»
«Comunque i miei non l'hanno fatto»
«Volevano voti più alti a scuola?»
«No»
«Abbigliamento più decente?»
«Ehi! Cos'ha che non va il mio modo di vestire?»
«Non so, stai in reggiseno.. sempre»
E ride.
«No, comunque, non per questo»
«Amici?»
«No, non proprio»
«Ragazzo?»
«E' questo che volevano..» dice con un filo di voce guardando le sue gambe lunghe e magre.
«Volevano che tu avessi un ragazzo?»
«Si»
«Tu vivi da sola per questo? Perchè non hai un ragazzo?» sto amando mia madre ora, da morire.
«No, io vivo da sola perchè avevo una ragazza» e mi guarda negli occhi. «Sono lesbica».

Un secondo, un minuto, due minuti, tre minuti, quattro minuti, cinque minuti, dieci minuti, quindici minuti, non so cosa dire, sedici minuti, potrei alzarmi e andarmene, diciassette minuti, ma non vorrei sembrare scortese, diciotto minuti, magari invento una scusa, diciannove minuti, basta devo andare, venti minuti.
Sto per alzarmi ma..
«Scusa..» si fissa ancora le gambe.
«Oh, no, per cosa?» mi volto verso di lei.
«Pensavo che non avresti avuto problemi»
«Infatti, non ne ho, se una persona mi piace l'accetto per com'è»
«Anche per i difetti?» e mi guarda negli occhi.
«Ma il tuo non lo è..» vorrei che ora sorridesse.
«Per molti lo è stato»
«Non per me» rispondo sincera.
Passa qualche minuto.
«Devi andare a casa vero?»
«Si è fatto tardi, sono le quattro, è da stamattina che non sono a casa»
«Capisco» dice alzandosi seguita a ruota da me.
«Domani possiamo dare una verniciata, ma il pomeriggio, magari compri tu la vernice, se ti va» dico imbarazzata.
«Oh, certo, non ho niente da fare» sorride, grazie al cielo.
«Perfetto»
«Rossa, va bene?»
«Ti piace il rosso?» chiedo.
«Si, è il mio colore preferito, e poi si intona ai tuoi capelli» sorride.
«Anche a me piace» e sorrido pure io.
Mi accompagna alla porta.
«Allora a domani, facciamo verso le tre?» mi dice mentre esco fuori.
«Si certo, perfetto»
«Ciao allora» dice e sento dell'incertezza nella sua voce.
«Ciao» dico avviandomi, ma poi mi ricordo che devo chiedergli una cosa, cosi prima che chiuda la porta.
«Ehm.. senti, Ruth?»
«Si?» dice facendo capolino di nuovo dalla porta.
«Cosa significa il tuo nome?»
«Amica» e sorride.

 

Spazio autrice.

Ecco qua il terzo capitolo, di nuovo in ritardo, mi scuso, ma sono stata malata.
Come capitolo non è lungo, lo ammetto, ma si scopre molto, insomma penso che abbiate già capito il tema no? Spero che non mi abbandoniate per questo e spero che come idea vi piaccia, ho voluto che fosse diversa dalle solite storie originali.
Ringrazio ancora le ragazze che mi hanno recensita e quelle che mi leggono, ma voglio tanti pareri anche su questo capitolo, quindi recensite o twittate, a me fa sempre piacere leggere ciò che pensate.
Se credete che qualcosa non vada, ditelo, scrivo per voi io.
Vi ringrazio ancora, al prossimo capitolo.

Elisa.

  
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