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Autore: ScandalousLaRabiosa    14/09/2012    1 recensioni
I Phantomhive sono stati da sempre i padroni indiscussi della guardia alla malavita della regina. Eppure non sempre sono stati gli unici pretendenti per questa carica, in alcune generazioni.
Ad una serata di gala come tutte le altre fa il suo ingresso una ragazza con un inquietante maggiordomo, una ragazza che corrispone al nome di Daffodil.
Perchè questa ragazza sembra sapere i segreti di Ciel? Perchè è sempre un passo avanti a lui e al suo diavolo di maggiordomo? E come mai Undertaker sembra conoscerla molto bene?
E' arrivato un nuovo caso in città.
Il suo nome è Myrcella Daffodil.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Undertaker
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5.

Il rumore della pioggia sugli ombrelli dei lord inglesi infestava l'aria, nella grigia mattinata londinese.

Myrcella aveva tirato su il cappuccio del suo cappotto, fatto apposta per lei, sapendo che in mezzo a quella calca piena di ombrelli di tutti i colori possibili uno di quegli attrezzi l'avrebbero solo rallentata.

Non aveva tempo per fermarsi, doveva darsi da fare per quel caso.

E doveva farlo in modo implicito, altrimenti suo padre l'avrebbe scoperta.

Non l'aveva meravigliata affatto che il tanto stimato conte Phantomhive avesse pensato che la sua intromissione nel caso fosse stata per volere di suo padre. Perchè era ovvio che la pensasse così, anche se non aveva mai parlato in modo così esplicito con Ciel Phantomhive.

Lei aveva voluto indagare su quel caso per capirne il movente di tale assassinio, perchè lei sapeva perfettamente chi c'era sotto. Ma ovviamente, per prima cosa, avrebbe dovuto trovare qualcosa riguardante le cause della morte, perchè era più che certa che lord Phantomhive avrebbe cercato di fare tutto da solo perchè ferito nell'orgoglio, e visto che a momenti il suo maggiordomo masticava il cibo per lui, era più che certa che non sarebbe mai arrivato lontano. Però era divertente vedere come quel ragazzino, che tutti avevano sempre visto impassibile e sicuro di sé, si inquietasse di fronte alla stessa identica sicurezza di cui disponeva Myrcella Daffodil.

Si fermò all'entrata di un vicolo come tutti gli altri, che però nascondeva un luogo molto importante per chiunque fosse coinvolto nella sorveglianza della malavita.

Arrivò davanti all'enorme porta di legno e si fermò, senza provare a bussare o a chiamare qualcuno. Conosceva fin troppo bene quell'uomo.

Uno scricchiolio le fece intuire quale delle due bare che affiancavano il grande portone si sarebbe aperta. Quella di destra.

-MA SALVEEEEEEE!!!!!!!!!!!- esordì il becchino con il suo solito ghigno matto, facendo spuntare appena il viso e la mano fuori dalla bara.

Myrcella sorrise appena:-Non cambi mai, eh, Undertaker?

Il becchino uscì completamente fuori, avvicinandosi alla ragazza, bagnandosi così anche lui della pioggia che continuava a scendere.

-Ma quale sorpresa! La mia giovane Milady è venuta a trovarmi!

-Si, ma non pensare che sia per affetto. Ho del lavoro da sbrigare.- tagliò breve la ragazza.

Undertaker si passò un dito affusolato sul mento, un po' stupito:-Lavoro, eh?

-Si, precisamente. Allora, non inviti ad entrare una signorina di buona famiglia nella tua umile dimora? Non vorrai mica farmi morire dal freddo, vero?

-Ma certo!

Undertaker condusse Milady dentro, facendole togliere il cappotto fradicio e facendola accomodare su una delle tante bare che coprivano il pavimento di quella stanza polverosa.

L'odore della morte era quasi tangibile lì dentro.

-E' da tanto che non mi vieni a trovare. Ti manda forse il venerando padre?- le chiese mentre versava un sospetto liquido colorato in una lunga fiala, probabilmente appena svuotata da qualche organo umano, per poi offrirgliela da bere.

Myrcella la prese in mano, ma non bevve. Non si era mai fidata di quelle bevande. Specialmente dopo come si era ridotto Undertaker.

-No, lui non sa che mi sono recata da te. Non sa nemmeno a cosa sto lavorando, a dire il vero.

Il becchino ghignò, mentre si sedeva di fronte ad ella e sgranocchiava un biscotto a forma di osso:-Maddai!!! E così la piccola bambola ha iniziato a ribellarsi al padrone. Sono commosso.

Milady lanciò un'occhiataccia al ragazzo che le stava davanti.

-Non è una ribellione. È semplicemente una curiosità sulle azioni segrete che esegue il mio venerando padre.- disse rigirandosi la fiala.

-Eppure stai agendo di tua volontà.

-Già, anche questo è vero.- la ragazza si concesse un piccolo sorriso, dato che per lei quel becchino aveva fatto tanto più volte.

-E chi altro lo sa, a parte il sottoscritto?

Myrcella sospirò. Era incredibile come Undertaker non perdesse mai quel sorriso felice, anche se era segno di pazzia. Cosa che era certo: nessuno ne usciva normale dal lavoro di becchino.

O forse lo era in principio?

-Nickless, ovviamente.

-Nickless? Il tuo nuovo maggiordomo?

-Proprio quello. Lavora per me e mi ha giurato eterna fedeltà. Quindi, per ripagare questo suo gesto, io ho deciso di dirgli ogni mio singolo piano. Lui non mi mente, io non gli mento.

-Uhm... eppure lui non è con te adesso...

Myrcella inarcò un sopracciglio, quasi offesa:-Credi che sia una di quelle povere, piccole, fragili ochette nobili che ha bisogno del suo maggiordomo anche per un'unghia spezzata? So proteggermi da sola, lo sai bene anche tu. E poi, sai che ansia avere sempre un ragazzo che ti sta alle calcagna e ti segue ovunque? Non si ha mai un attimo di privacy!

Undertaker avvicinò la testa alla ragazza, inclinandola appena:-E se fossi in serio pericolo e lui non ci fosse? Come faresti?

Myrcella ridacchiò, da quanto risultava idiota quella domanda alle sue orecchie.

-Nickless è diverso da tutti gli altri: mi sta distante, ma se sono in pericolo mi trova subito e mi aiuta.

Il sorriso del becchino si allargò ancora di più.

-Esattamente come il venerando padre e Reginald, solo che loro sono sempre appiccicati.- si mise dritto sulla bara:-Com'è che si dice in questi casi? Tale padre, tale figlia.

Questa volta fu Myrcella ad avvicinare il suo viso a quello di Undertaker con un sorriso che accennava la malignità in ciò che voleva dire.

Abbassò appena la voce e lo guardò lì, dove sapeva che sotto i capelli c'erano gli occhi.

-Io, da come siete te e Nickless, direi più: tale padrone, tale maggiordomo.

Undertaker serrò la mascella e si irrigidì appena, ma abbastanza perchè Myrcella lo notasse.

La ragazza si alzò dalla bara con un sospiro, posandoci sopra la fiala.

-Bando alle ciance, caro il mio becchino, sono qui per chiederti una lista o qualcosa di simile su gli effetti che i veleni più comuni hanno sul corpo umano. Ne saprai abbastanza, no?

Il becchino si riprese, alzandosi e dirigendosi verso uno scaffale impolverato e scuro quanto le pareti.

Fece scorrere il lungo indice lungo i ripiani.

-Questi sono tutti i veleni più comunemente usati, cara Myrcella.

Lo scaffale arrivava fino al soffitto e c'erano cinque boccette per ogni ripiano.

-Uhm... sono davvero tanti.- si voltò a guardarlo:-Quanto ti ci vorrà per compilarmi una lista con i nomi dei veleni e gli effetti che provocano?

-Ma come? Te la dovrei fare io?- chiese indicandosi.

Gli occhi di Milady si ridussero a due fessure.

-Come pensi che possa compilarla io, che non ho idea di come si chiamino i veleni, né di che effetti abbiano?

Undertaker inclinò la testa ridendo piano.

-Perchè non la chiedi al venerando padre? Lui non ha fatto il medico legale?

Myrcella si stancò dei giochetti di quel becchino.

Lo prese rapidamente per il collette della lunga casacca, fino a portarsi il viso cicatrizzato del becchino al suo.

-Perchè non chiedo invece alla veneranda madre ti fare qualcosa per questi tuoi simpatici giochetti? Sarebbe divertente, no, Bastardo?- sibilò fra i denti.

Quel becchino era un libro aperto per lei: lo conosceva da troppo tempo per non sapere dove colpire.

Come previsto, Undertaker si fermò a fissarla negli occhi, impassibile.

-Avrai quella lista in due giorni.- concluse, staccandosi con uno strattone dalla presa di Myrcella.

-Bene. Tornerò a prenderla. Non osare inviarlmela per posta: uno dei servitori potrebbe recapitarla ai miei genitori.

Detto ciò la ragazza fece per andarsene, prendendo il cappotto appeso ad un attaccapanni, ma mentre faceva per aprire la porta di legno, la mano di Undertaker si appoggiò ad essa, bloccandola.

-Ti sei scordato di dirmi qualcosa?- chiese lei senza neanche voltarsi.

Sentì il viso di Undertaker avvicinarsi al suo.

-Una domanda, in cambio del mio dolce gesto.

Myrcella sbuffò, ma in fondo ci stava.

-Ti ascolto.

Il becchino la prese per una spalla e la voltò, in modo da guardarla in faccia, sempre con il suo solito sorrisetto felice.

-Nickless, il tuo maggiordomo, cos'è?

Milady si permise uno sguardo stupito.

Tale domanda se la sarebbe aspettata da chiunque, meno che da lui.

Allora il venerando padre non gliene ha parlato. Bè, è da tanto che non si vedono... pensò Myrcella.

-Diciamo che fonde ciò che siete te e il maggiordomo di Ciel Phantomhive. Qualcosa che in parte siete entrambi. Ma qualcosa che mai sarete.

Fare queste risposte enigmatiche era una delle cose che forse le venivano meglio. Davano tutte le informazioni, ma se non si aveva una particolare intelligenza non le si sarebbero mai capite.

-Con permesso, ora lascerei la tua dimora.

Undertaker smise di appoggiarsi alla porta, consentendo così alla ragazza di aprirla.

-Non vedo l'ora di rivederti, Ella. Sei sempre ben accetta qui.

La ragazza sorrise: le era parso strano che non l'avesse ancora chiamata con il suo soprannome di quando era bambina.

Aprì la porta, e uscendo si accorse di due cose: la prima, era che aveva smesso di piovere ed il cielo aveva iniziato ad aprirsi; la seconda, era che, prima che aprisse la porta, Ciel Phantomhive, sempre affiancato dal suo inseparabile maggiordomo, aveva alzato la mano per bussare al becchino.
 

  
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