Non
c’era caldo, non c’era freddo.
Il
cielo era buio, ma
non un tuono intaccava il silenzio che regnava in quel luogo,
né una goccia di
pioggia dava sollievo all’arido terreno; la nebbia era
pesante, tuttavia non
ostacolava la vista degli scheletri bianchi che giacevano al suolo.
Tre
shinigami
giocavano a carte, parlando, dicendo cose senza senso, infondo non
c’era nulla
di cui discutere.
Uno
shinigami
camminava, camminava senza meta, non aveva un posto dove andare.
La
noia regnava
sovrana in quel regno così anonimo, nessuno aveva
più voglia di vivere, ma in
fondo erano Shinigami e, per quanto orribile potesse sembrare, uno
scopo alla
loro vita c’era; sottrarre linfa vitale dagli umani per poter
vivere anni,
centinaia d’anni, in quello squallido mondo né
carne né pesce.
Ogni
Dio della morte si
sentiva svuotato, ma allo
stesso tempo pesante, non uno di loro pensava agli umani niente di
più che come
esseri insulsi.
Tutti
tranne uno, che
tra gli umani ci aveva vissuto e si era divertito parecchio anche. A
differenza
degli altri però, lui non stata vivendo uno dei tanti
momenti di noia. La sua
mente era impegnata altrove, in una scelta, che sembrava lo stesse
logorando da
capo a piedi.
Aveva
forse un macigno
in tasca? No, era solo un piccolo corpo bianco, di un bianco puro, non
come
quelle sporche ossa che s’incontravano ovunque in quel posto.
Allora perché
sentiva il bisogno d’estrarlo dalla sua tasca?
Ryuk
Una
voce, sembrava
provenire proprio da quella cosa.
Ryuuuk?
Sì,
apparteneva
proprio ad essa. Lo stava tentando, lo stava implorando, voleva che la
usasse!
Ryuk,
non vuoi
divertirti? Non vuoi mangiare ancora delle mele? Non ricordi
com’erano succose
quelle della Terra?
Lo
Shinigami venne
percosso da crampi allo stomaco, era in astinenza da più di
tre anni ormai e
gli mancavano come non mai quei frutti paradisiaci. Così
rossi, così saporiti.
E
nel frattempo,
potrai gustarti anche un bellissimo spettacolo, in fondo, nonostante tu
ti sia
divertito, non puoi negare che ti sia rimasto un po’
d’amaro in bocca. Pensa al
divertimento! Qui c’è solo noia. È
vero, potresti provare a far cadere
nuovamente il Death Note, ma sai benissimo che non ci sarà
più un Kira a
livello di Light Yagami, o un altro detective all’altezza di
L. Infondo,
riportarli in vita, per uno Shinigami, sarebbe semplice. Se tu lo
facessi, non
correresti neanche il rischio di finire in polvere, se i tuoi scopi
sono,
ovviamente, per interesse personale.
Ryuk
ci rifletté un
attimo. No, non avrebbe corso il rischio di restare polverizzato se non
fosse
stato sicuro al 100% che
quanto stava per fare non riguardava affatto il legame che aveva con
Light,
tanto meno con L, né la volontà
dell’allungare la loro vita. In fondo, erano
già morti per mano del Death Note, gli anni che avrebbero
dovuto vivere
sarebbero stati vissuti comunque senza il quaderno, spettavano a loro,
Ryuk se
li era semplicemente presi, non gli costava nulla ridarglieli. Inoltre,
se si
fosse stufato di quel gioco, avrebbe riscritto i loro nomi e le memorie
di
quanto accaduto nel loro breve arco di “vita nuova”
sarebbero state cancellate.
Avvertì
una lieve
folata di vento, però tutto restò comunque
immobile.
“Basta,
non ce la
faccio più. Ogni giorno, anzi no, non ci sono giorni, solo
lo scorrere
incessabile del tempo dentro il quale le azioni sono le solite. Almeno
con
Light era diverso, tutto era così dannatamente eccitante,
come se non fosse
stato solo lui a rischiare la vita nello scontro tra Kira ed L, ma
proprio io,
un vero Dio della morte, al contrario di quanto credeva quel povero
umano, il
cui destino era stato intaccato da un semplice quaderno, anche se
semplice solo
in apparenza.”
Ryuk
afferrò la gomma,
ma si fermò a pochi centimetri dal quaderno. Se lo avesse
fatto, avrebbe dovuto
raccontare a Light come fosse riuscito a riportarlo in vita e
l’esistenza di
quel piccolo oggetto doveva restare nascosta. Solo a pochi Shinigami
era
concesso l’onore di possederla. Era così sicuro di
voler arrivare a tanto per
un po’ di divertimento? Lui che era stato il
secondo…
Al
diavolo. In fondo
non c’era nessuna motivazione per cui avrebbe dovuto dare
all’umano tante
spiegazioni, gli avrebbe semplicemente mentito, o evitato di dirgli
certe cose,
come aveva già fatto in precedenza.
Avvicinò
la gomma al
quaderno. Strano, si era reso conto solo in quel momento che essa stava
in
silenzio, ora che aveva deciso d’usarla, chissà,
forse era stato il suo stesso
inconscio ad immaginare quel basso suono.
Cominciò
a cancellare.
Light
sarebbe stato il
primo a tornare in vita. Elle il secondo ed ultimo.
Angolo dell'autrice
Con questo primo capitolo spero d'avervi incuriosito.
Lasciatemi i vostri commenti per farmi sapere cosa ne pensate.
Anche le recensioni neutre o critiche sono bene accette, voglio sempre
migliorare.