Siamo noi i padroni del nostro
destino
Capitolo
3
Una
nuvola di fuliggine e polvere uscì da un bellissimo
caminetto in marmo precedendo Draco e Blaise.
I due si
ritrovarono nella stanza della Necessità, in silenzio, nessuno
dei ragazzi osava proferire parola. Blaise voleva semplicemente non
parlarne. Conoscendo l’amico non avrebbe cavato un ragno dal buco per le
prossime ventiquattro ore, ottenendo solo sfrecciatine velenose e grugniti in risposta. Dal canto suo il biondino
non aveva voglia di parlare. E sinceramente nemmeno di
pensare. Cosa avrebbe dato per essere uno di quei
normalissimi e stupidi studenti che popolavano il castello? Loro non avevano preoccupazioni, no. Ora magari erano nei propri
dormitori, sicuri del proprio futuro. Magari si stavano preparando per qualche
festino notturno organizzato dai Corvonero del settimo anno… forse stavano
ripassando per il compito di Storia della Magia, o forse studiavano nuove
tattiche per la prossima partita di Quidditch.
Senza
lanciare un cenno a Blaise e in religioso silenzio prese la porta e uscì nel
corridoio solitario e silenzioso dove Tiger e Goyle facevano la guardia vestiti da ragazze.
“Muovetevi idioti. Abbiamo finito
qui. Potete tornare ad ingozzarvi nelle cucine.”
Pronunciò acido. “Dite a Blaise che ci vediamo a cena.”
E li congedò con un cenno della
mano.
Si incamminò per i vari corridoi e
scale del castello fino ad arrivare al secondo piano.
Davanti a
lui il bagno di Mirtilla Malcontenta. Quella spocchiosa
ragazzina fantasma era una vera tortura, ma si trovava nell’unico luogo dove
poteva stare in pace qualche minuto senza nessuna compagnia intorno tranne
quella di un fantasma-fontana e qualche ragno.
Aspettò
che per il corridoio non passasse più nessuno e con fare sospetto sgusciò dentro aprendo velocemente la porta. Lanciò
prontamente un incantesimo sussurrando delle frasi con la bacchetta puntata
verso la vecchia serratura arrugginita. Non si preoccupò nemmeno di mettere un
muffilato a protezione delle mura e non fece caso
nemmeno a Mirtilla che si buttava in un gabinetto spruzzando acqua da tutte le
parti.
Quando ebbe fatto si buttò vicino alla
porta di uno dei bagni femminili e coprendosi il volto con le mani poté dare
sfogo a tutta la frustrazione che si teneva dentro da tempo scoppiando in un
pianto dirotto.
“Caposcuola
Granger?”.
Hermione
si ridestò dal torpore che le era preso mentre
pattugliava i corridoi con Malthus
Smith, un odioso ragazzo di Tassorosso con i capelli biondi. Sentiva una
fastidiosa vocina di bambina nelle orecchie ma visto lo
stato dei suoi neuroni poteva benissimo essere un elfo
domestico.
“Capscuola
Granger?”.
Questa
volta una mano le tirava la divisa.
Eh si,
era proprio una bambinetta del primo anno con due lunghe trecce scure che la
chiamava…
“Emh… si
scusami… saresti?” “Sono Dorothea Brickens Caposcuola Granger. Sono di
corvonero, primo anno.” Disse fiera puntando con il dito lo stemma che aveva sul
maglioncino grigio.
Ricomponendosi in tutta la sua
normalità Hermione si rimise sull’attenti e chiese il
più dolcemente possibile “Si Dorothea, dimmi pure cara…”.
“Il bagno
al secondo piano Caposcuola Granger. Io e delle mie
compagne volevamo entrare, ma la porta non si
apre. Si sentono dei singhiozzi…
come se qualcuno piangesse. Volevamo provare ad entrare
ma nemmeno con un Alomhora ci siamo riuscite e…”
“Si Dorothea, non preoccuparti, vado io a dare un occhiata ok?
Ora torna in dormitorio che tra poco è ora di cena.”. La ragazzina la prese in
parola e dopo un breve ringraziamento si avviò verso la sua sala comune insieme
da due premine che la seguivano a
ruota.
Lanciò
un’ occhiata Smith che incurante del suo dovere di
Caposcuola si era appoggiato al muro cercando di rimorchiare ogni ragazza che
passava. Era intento a fare l’occhiolino a una moretta
abbastanza carina quando lo interruppe violentemente.
“Io vado
a fare il MIO dovere da CAPOSCUOLA Smith. Ma visto che tu hai più attitudine
a indovinare cosa c’è sotto la gonna di quella
Serpeverde… beh, fai con comodo, tanto faro rapporto alla
McGrannitt.”.
Smith si
ridestò velocemente e a malincuore smise di fissare la cortissima gonnellina
nera di Pamela Summers rivolgendosi alla Grifondoro.
“Fai come
vuoi Granger. Io ho ben altro da fare ora. Non so se lo hai notato ma sono OCCUPATO al momento.”
Con passo
furente Hermione si diresse verso il secondo piano.
“FOTTITI SMITH!” gli urlò quando si era ormai allontanata di
parecchi passi dal ragazzo.
“ALTRETTANTO GRANGER!” gli urlò
lui di rimando e cercò di imboccare la direzione che credeva avesse preso
Cercando
di sbollire la rabbia Hermione a passo di marcia scese le scale e arrivò davanti
alla famosa porta incriminata.
Si
sentivano degli strani rumori provenire dall’interno. E
lei credeva fosse solo un’altra trovata di quella svampita di Dorothea Brickens
per farle perdere la pazienza!
Ci
mancava solo un molliccio nello sciacquone o un avvicino che organizzava un
party nello scarico e ora si che la sua giornata
sarebbe migliorata, e anche notevolmente!
O forse,
più probabilmente, era Mirtilla in preda ad una crisi isterica
visto l’ultimo rifiuto di Harry di suicidarsi dalla Torre di Astronomia
per stabilirsi con lei nel bagno e vivere eternamente felici e
contenti.
Si,
probabilmente era Mirtilla.
Le
avrebbe fatto passare la voglia di chiudere i bagni a
chiave in modo che le primine non riuscissero ad aprirli usando la bacchetta, oh
si…
Provò a
forzare la maniglia ma niente.
Pronunciò
oltre ad Alomhora una serie di complicati incantesimi di sua conoscenza sena
ottenere però alcun risultato.
Avrebbe
dovuto trovare una soluzione migliore…
Blaise
era sdraiato supino nel suo letto. Osservava tristemente il soffitto perfetto,
cercando un imprecisione, qualcosa su cui posare il
proprio sguardo e probabilmente che avrebbe fissato fino all’ora di cena,
estraniandosi da tutti e tutto.
Non era
mai stato tanto preoccupato in tutta la sua vita. E non
per lui.
Per
Draco.
Come se
non sapesse che ogni tanto il biondino correva nel bagno delle
ragazze di Mirtilla Malcontenta al terzo piano per uscirne ore dopo con
gli occhi gonfi che nascondeva abilmente a tutti.
Ma non a lui. Forse perché Blaise lo
conosceva da troppo tempo, forse perché era una cosa della seria “sesto senso,
ma capiva ogni stato d’animo di Draco.
Non
gliene fregava nulla della sua vita.
Gli
importava più che altro del fatto che Draco si stesse struggendo per tutto
questo. Ed era strano vedere l’altezzoso Draco Malfoy
così debole, quasi malato in quegli ultimi tempi.
Ma naturalmente cosa poteva fare?
Ribellarsi al Signore Oscuro?
A Lucius
Abraxas Malfoy?
Il suo
potere si limitava a fissare il soffitto e a cercare un piccolo difetto, una
semplicissima imprecisione su cui posare l’occhio per
un’ora.
Un
mese.
Un’eternità.
Era stufa
di quella situazione.
Oh, sì se
lo era.
CAVOLO.
Erano
circa venti minuti che provava inutilmente ad aprire quella maledetta porta ma
nulla. Nulla.
Non si
smuoveva di mezzo millimetro. Odioso ammasso di legno!
Provò con
un ultimo incantesimo, sicura di un insuccesso e con un leggero scatto la
serratura si aprì ed Hermione entrò lentamente, facendo cigolare la
porta.
“AVANTI
MIRTILLA, BASTA CON QUESTA STORIA. Esci fuori e parliamone, non puoi trasformare
in un lago questo bagno.”. Disse autoritaria. Ma Mirtilla Malcontenta non uscì da nessuno dei cunicoli e il
bagno sembrava vuoto.
Accipicchia.
Cazzo.
No, non
poteva essere.
Per
favore, tutto, ma quello no.
Non
poteva essere che Hermione Granger, alias Mezzosangue Zannuta fosse entrata in
quel bagno proprio ora. “AVANTI MIRTILLA, BASTA CON QUESTA STORIA. Esci fuori e
parliamone, non puoi trasformare in un lago questo
bagno.”.
Pensava
ci fosse il fantasma piagnone. Perfetto. Chissà che faccia avrebbe fatto quando lo avrebbe visto conciato in quello stato...
Tanto valeva vegetare là per terra ed spettare che
Su avanti
Granger. Vieni.
Viene a
vedere come mi sono miseramente ridotto e fatti quattro risate con Potty e
Donnola.
Cosa aspetti?
Non
saresti la prima a prenderti gioco di me… e nemmeno
l’ultima.
Hermione
girò l’angolo, alla ricerca della ragazza-fantasma.
“Avanti
Mirtilla, smettila, non ho voglia di giocare, lo sai
benissimo. Tra poco è ora di cena e devo anche ripassare Artimanzia, poi vorrei fare quattro chiacchere con Ginny e se proprio devo
dovrei scrivere a Vict…”
In quel
preciso momento il sangue di Hermione si gelò nelle vene.
Il suo
cervello si fermò.
Dovette
aspettare qualche secondo prima di capire cosa cavolo
stesse succedendo per metabolizzare bene l’immagine davanti a
se.
Draco
Malfoy, a terra.
Il volto
scarno, due occhiaie terribile spiccavano sotto gli
occhi argentati, la pelle più pallida che mai, i capelli scompigliati e non
perfetti come al solito.
Lacrime.
Lacrime
che scorrevano evidentemente fino a poco prima sul suo
volto.
Non aveva
mai visto il Principe di Serpeverde in quello stato.
E rimase shoccata in silenzio per
diversi minuti.
Fu
proprio lui a prendere parola.
“Cosa vuoi Mezzosangue?” chiese
tagliente.
Ma si vedeva. Si vedeva che fino a
poco prima il ragazzo aveva pianto. Lo testimoniava la voce pericolosamente
incrinata e gli occhi arrossati.
“Io…
Malfoy… Mi dispiace…vedi…non…” Si sentiva addirittura imbarazzata davanti ad una
simile scena pietosa.
Trovare
Malfuretto in quella situazione non era una cosa di tutti i
giorni.
“Non sai
nemmeno parlare Granger?” aveva ripreso ora il solito tono di superiorità. Ma era rimasto lì.
Per
terra, come in segno di sottomissione. Di
arresa.
“Io… tu
non dovresti essere qui Malfoy.” Risolse Hermione autoritariamente riprendendo
controllo di se stessa “E’ un bagno femminile e lo sai
benissimo.”.
Malfoy
fece spallucce e si alzò velocemente.
“Se il problema è questo… io vado. Salutami Lenticchia e
Potterino. A mai più rivederci Mezzosangue.”.
E senza dire altro imboccò
velocemente l’uscita.
Hermione
Jane Granger non era mai rimasta tanto sconvolta in vita
sua.
Ed ecco il capitolo dove le cose
cominciano a farsi più interessanti miei cari!
Bene, ora
si procede con i ringraziamenti!
Iso
Sana87à Grazie grazieeeeee. Cara non
preoccuparti da ora in poi le cose si faranno sempre più
interessanti vedrai! Baci e alla prossima” ISO
Caith_rikkuàHo cercato di usare il tuo
consiglio sull’incisività della frase. Mi trovo pienamente d’accordo con te! ^_^
Bene, in ogni caso rivedremo zio Voldie molto spesso nei prossimi capitoli
quindi… beh, lui e Draco (ma non solo Draco) avranno altri incontri! Baci
ISO