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Autore: Isoski_01    05/04/2007    3 recensioni
[...]Ma sotto sotto a Draco mancavano i vecchi tempi. Quando camminava per i corridoi di Hogwarts trionfante insieme a quei due idioti di Tiger e Goyle. Quando passava le nottate ai festini Serpeverde organizzati da Nott ubriacandosi con Blaise. Quando a pranzo andava comodamente a fare una capatina al tavolo dei Grifondoro per sparare qualche frecciatina verso Lenticchia e Sfregiato, ottenendo la reazione a catena della rabbia della Zannuta. Quando ancora non aveva il peso della morte di Albus Silente sulle spalle. Quando ancora giornate come quella non gli succhiavano la voglia di vivere. E lui ne aveva veramente poca.[...]
Genere: Romantico, Commedia, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Siamo noi i padroni del nostro destino

Siamo noi i padroni del nostro destino

 

Capitolo 3

 

Una nuvola di fuliggine e polvere uscì da un bellissimo caminetto in marmo precedendo Draco e Blaise.

I due si ritrovarono nella stanza della Necessità, in silenzio, nessuno dei ragazzi osava proferire parola. Blaise voleva semplicemente non parlarne. Conoscendo l’amico non avrebbe cavato un ragno dal buco per le prossime ventiquattro ore, ottenendo solo sfrecciatine velenose e grugniti in risposta. Dal canto suo il biondino non aveva voglia di parlare. E sinceramente nemmeno di pensare. Cosa avrebbe dato per essere uno di quei normalissimi e stupidi studenti che popolavano il castello? Loro non avevano preoccupazioni, no. Ora magari erano nei propri dormitori, sicuri del proprio futuro. Magari si stavano preparando per qualche festino notturno organizzato dai Corvonero del settimo anno… forse stavano ripassando per il compito di Storia della Magia, o forse studiavano nuove tattiche per la prossima partita di Quidditch.

Senza lanciare un cenno a Blaise e in religioso silenzio prese la porta e uscì nel corridoio solitario e silenzioso dove Tiger e Goyle facevano la guardia vestiti da ragazze.

“Muovetevi idioti. Abbiamo finito qui. Potete tornare ad ingozzarvi nelle cucine. Pronunciò acido. “Dite a Blaise che ci vediamo a cena. E li congedò con un cenno della mano.

Si incamminò per i vari corridoi e scale del castello fino ad arrivare al secondo piano.

Davanti a lui il bagno di Mirtilla Malcontenta. Quella spocchiosa ragazzina fantasma era una vera tortura, ma si trovava nell’unico luogo dove poteva stare in pace qualche minuto senza nessuna compagnia intorno tranne quella di un fantasma-fontana e qualche ragno.

Aspettò che per il corridoio non passasse più nessuno e con fare sospetto sgusciò dentro aprendo velocemente la porta. Lanciò prontamente un incantesimo sussurrando delle frasi con la bacchetta puntata verso la vecchia serratura arrugginita. Non si preoccupò nemmeno di mettere un muffilato a protezione delle mura e non fece caso nemmeno a Mirtilla che si buttava in un gabinetto spruzzando acqua da tutte le parti.

Quando ebbe fatto si buttò vicino alla porta di uno dei bagni femminili e coprendosi il volto con le mani poté dare sfogo a tutta la frustrazione che si teneva dentro da tempo scoppiando in un pianto dirotto.

 

“Caposcuola Granger?”.

Hermione si ridestò dal torpore che le era preso mentre pattugliava i corridoi con  Malthus Smith, un odioso ragazzo di Tassorosso con i capelli biondi. Sentiva una fastidiosa vocina di bambina nelle orecchie ma visto lo stato dei suoi neuroni poteva benissimo essere un elfo domestico.

“Capscuola Granger?”.

Questa volta una mano le tirava la divisa.

Eh si, era proprio una bambinetta del primo anno con due lunghe trecce scure che la chiamava…

“Emh… si scusami… saresti?” “Sono Dorothea Brickens Caposcuola Granger. Sono di corvonero, primo anno.” Disse fiera puntando con il dito lo stemma che aveva sul maglioncino grigio.

Ricomponendosi in tutta la sua normalità Hermione si rimise sull’attenti e chiese il più dolcemente possibile “Si Dorothea, dimmi pure cara…”.

“Il bagno al secondo piano Caposcuola Granger. Io e delle mie compagne volevamo entrare, ma la porta non si apre.  Si sentono dei singhiozzi… come se qualcuno piangesse. Volevamo provare ad entrare ma nemmeno con un Alomhora ci siamo riuscite e…”

Si Dorothea, non preoccuparti, vado io a dare un occhiata ok? Ora torna in dormitorio che tra poco è ora di cena.”. La ragazzina la prese in parola e dopo un breve ringraziamento si avviò verso la sua sala comune insieme da due premine che la seguivano a ruota.

Lanciò un’ occhiata Smith che incurante del suo dovere di Caposcuola si era appoggiato al muro cercando di rimorchiare ogni ragazza che passava. Era intento a fare l’occhiolino a una moretta abbastanza carina quando lo interruppe violentemente.

“Io vado a fare il MIO dovere da CAPOSCUOLA Smith. Ma visto che tu hai più attitudine a indovinare cosa c’è sotto la gonna di quella Serpeverde… beh, fai con comodo, tanto faro rapporto alla McGrannitt.”.

Smith si ridestò velocemente e a malincuore smise di fissare la cortissima gonnellina nera di Pamela Summers rivolgendosi alla Grifondoro.

“Fai come vuoi Granger. Io ho ben altro da fare ora. Non so se lo hai notato ma sono OCCUPATO al momento.”

Con passo furente Hermione si diresse verso il secondo piano.

FOTTITI SMITH!” gli urlò quando si era ormai allontanata di parecchi passi dal ragazzo.

“ALTRETTANTO GRANGER!” gli urlò lui di rimando e cercò di imboccare la direzione che credeva avesse preso la Summers.

 

Cercando di sbollire la rabbia Hermione a passo di marcia scese le scale e arrivò davanti alla famosa porta incriminata.

Si sentivano degli strani rumori provenire dall’interno. E lei credeva fosse solo un’altra trovata di quella svampita di Dorothea Brickens per farle perdere la pazienza!

Ci mancava solo un molliccio nello sciacquone o un avvicino che organizzava un party nello scarico e ora si che la sua giornata sarebbe migliorata, e anche notevolmente!

O forse, più probabilmente, era Mirtilla in preda ad una crisi isterica visto l’ultimo rifiuto di Harry di suicidarsi dalla Torre di Astronomia per stabilirsi con lei nel bagno e vivere eternamente felici e contenti.

Si, probabilmente era Mirtilla.

Le avrebbe fatto passare la voglia di chiudere i bagni a chiave in modo che le primine non riuscissero ad aprirli usando la bacchetta, oh si…

Provò a forzare la maniglia ma niente.

Pronunciò oltre ad Alomhora una serie di complicati incantesimi di sua conoscenza sena ottenere però alcun risultato.

Avrebbe dovuto trovare una soluzione migliore…

Blaise era sdraiato supino nel suo letto. Osservava tristemente il soffitto perfetto, cercando un imprecisione, qualcosa su cui posare il proprio sguardo e probabilmente che avrebbe fissato fino all’ora di cena, estraniandosi da tutti e tutto.

Non era mai stato tanto preoccupato in tutta la sua vita. E non per lui.

Per Draco.

Come se non sapesse che ogni tanto il biondino correva nel bagno delle ragazze di Mirtilla Malcontenta al terzo piano per uscirne ore dopo con gli occhi gonfi che nascondeva abilmente a tutti.

Ma non a lui. Forse perché Blaise lo conosceva da troppo tempo, forse perché era una cosa della seria “sesto senso, ma capiva ogni stato d’animo di Draco.

Non gliene fregava nulla della sua vita.

Gli importava più che altro del fatto che Draco si stesse struggendo per tutto questo. Ed era strano vedere l’altezzoso Draco Malfoy così debole, quasi malato in quegli ultimi tempi.

Ma naturalmente cosa poteva fare?

Ribellarsi al Signore Oscuro?

A Lucius Abraxas Malfoy?

Il suo potere si limitava a fissare il soffitto e a cercare un piccolo difetto, una semplicissima imprecisione su cui posare l’occhio per un’ora.

Un mese.

Un’eternità.

 

Era stufa di quella situazione.

Oh, sì se lo era.

CAVOLO.

Erano circa venti minuti che provava inutilmente ad aprire quella maledetta porta ma nulla. Nulla.

Non si smuoveva di mezzo millimetro. Odioso ammasso di legno!

Provò con un ultimo incantesimo, sicura di un insuccesso e con un leggero scatto la serratura si aprì ed Hermione entrò lentamente, facendo cigolare la porta.

“AVANTI MIRTILLA, BASTA CON QUESTA STORIA. Esci fuori e parliamone, non puoi trasformare in un lago questo bagno.”. Disse autoritaria. Ma Mirtilla Malcontenta non uscì da nessuno dei cunicoli e il bagno sembrava vuoto.

Accipicchia.

 

Cazzo.

No, non poteva essere.

Per favore, tutto, ma quello no.

Non poteva essere che Hermione Granger, alias Mezzosangue Zannuta fosse entrata in quel bagno proprio ora. “AVANTI MIRTILLA, BASTA CON QUESTA STORIA. Esci fuori e parliamone, non puoi trasformare in un lago questo bagno.”.

Pensava ci fosse il fantasma piagnone. Perfetto. Chissà che faccia avrebbe fatto quando lo avrebbe visto conciato in quello stato... Tanto valeva vegetare là per terra ed spettare che la Babbanofila facesse la sua scoperta.

Su avanti Granger. Vieni.

Viene a vedere come mi sono miseramente ridotto e fatti quattro risate con Potty e Donnola.

Cosa aspetti?

Non saresti la prima a prenderti gioco di me… e nemmeno l’ultima.

 

Hermione girò l’angolo, alla ricerca della ragazza-fantasma.

“Avanti Mirtilla, smettila, non ho voglia di giocare, lo sai benissimo. Tra poco è ora di cena e devo anche ripassare Artimanzia, poi vorrei fare quattro chiacchere con Ginny e se proprio devo dovrei scrivere a Vict…”

In quel preciso momento il sangue di Hermione si gelò nelle vene.

Il suo cervello si fermò.

Dovette aspettare qualche secondo prima di capire cosa cavolo stesse succedendo per metabolizzare bene l’immagine davanti a se.

Draco Malfoy, a terra.

Il volto scarno, due occhiaie terribile spiccavano sotto gli occhi argentati, la pelle più pallida che mai, i capelli scompigliati e non perfetti come al solito.

Lacrime.

Lacrime che scorrevano evidentemente fino a poco prima sul suo volto.

Non aveva mai visto il Principe di Serpeverde in quello stato.

E rimase shoccata in silenzio per diversi minuti.

Fu proprio lui a prendere parola.

Cosa vuoi Mezzosangue?” chiese tagliente.

Ma si vedeva. Si vedeva che fino a poco prima il ragazzo aveva pianto. Lo testimoniava la voce pericolosamente incrinata e gli occhi arrossati.

“Io… Malfoy… Mi dispiace…vedi…non…” Si sentiva addirittura imbarazzata davanti ad una simile scena pietosa.

Trovare Malfuretto in quella situazione non era una cosa di tutti i giorni.

“Non sai nemmeno parlare Granger?” aveva ripreso ora il solito tono di superiorità. Ma era rimasto lì.

Per terra, come in segno di sottomissione. Di arresa.

“Io… tu non dovresti essere qui Malfoy.” Risolse Hermione autoritariamente riprendendo controllo di se stessa “E’ un bagno femminile e lo sai benissimo.”.

Malfoy fece spallucce e si alzò velocemente.

Se il problema è questo… io vado. Salutami Lenticchia e Potterino. A mai più rivederci Mezzosangue.”.

E senza dire altro imboccò velocemente l’uscita.

Hermione Jane Granger non era mai rimasta tanto sconvolta in vita sua.

 

 

 

 

 

Ed ecco il capitolo dove le cose cominciano a farsi più interessanti miei cari!

Bene, ora si procede con i ringraziamenti!

Iso

 

 

Sana87à Grazie grazieeeeee. Cara non preoccuparti da ora in poi le cose si faranno sempre più interessanti vedrai! Baci e alla prossima” ISO

 

Caith_rikkuàHo cercato di usare il tuo consiglio sull’incisività della frase. Mi trovo pienamente d’accordo con te! ^_^ Bene, in ogni caso rivedremo zio Voldie molto spesso nei prossimi capitoli quindi… beh, lui e Draco (ma non solo Draco) avranno altri incontri! Baci ISO

 

 

 

 

 

  
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