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Autore: taemotional    26/09/2012    3 recensioni
[JongTae] [Deathfic]
" La lealtà e l’osservanza delle regole conducono all’Armonia cosmica, sii fedele e la strada per la Salvezza si aprirà al tuo passaggio.”
[...] “Smettetela di sperare!” gridò ridendo, “Questo è il paradiso miei cari! Non è forse come ve lo descrivevano tra i vivi?”
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Taemin
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Taemin irruppe nello studio senza bussare.
L’angelo superiore, seduto alla propria scrivania, alzò subito gli occhi da alcuni fogli per guardare Taemin con sorpresa.
“Qualche problema?” domandò con un mezzo sorriso finto. Forse non si aspettava di ritrovarselo nello studio senza preavviso, o forse non si aspettava proprio di rivederlo in quel Paradiso.
“Sì” rispose Taemin secco, e gli si avvicinò fissandolo negli occhi.
“Come siamo arroganti oggi” commentò l’angelo superiore, quindi appoggiò il mento sulle dita intrecciate, “Come posso esserti d’aiuto?”
“Ho una questione che vorrei proporle”
“Se si tratta di qualcosa che non infrange il codice...” e mise uno strano accento su quelle ultime parole, “Chiedimi pure”
Taemin parlò subito, senza pensare, come diceva il terzo comandamento, senza mentire, come recitava il secondo. Ma non poteva più rispettare il primo, né tantomeno il quarto.
“Io sono morto perché trafitto da una spada” iniziò, “Ed è successo sei secondi prima che morisse il prigioniero della stanza speciale. Ho chiesto al Custode delle Chiavi. So che i proiettili e la polvere da sparo non sono ancora stati inventati sulla Terra. E infatti nessuno qui conosce il significato di queste parole. Com’è possibile che lui sia morto per questo?”
“Non saprei” fu la risposta disinteressata dell’angelo superiore.
Taemin socchiuse gli occhi e lo scrutò più a fondo.
“Ha chiesto consiglio anche lei al Custode delle Chiavi, non è così? E poi ha mentito, trasgredendo così il secondo comandamento del Codice. Ha parlato a Jonghyun del Codice Proibito, e non ha rispettato nemmeno il quinto”
Restarono in silenzio un secondo in più del dovuto. Taemin capì che aveva ragione.
“Mi vuole morto?”
“Se anche fosse...?!” replicò l’angelo superiore alzando il tono della voce, “Io non verrò di certo giudicato dal Custode della Bilancia per questo! Un angelo inferiore non può permettersi di mancare al secondo comandamento. Non sono ammessi sentimenti in questo Paradiso. E da quand’è che si parla di un prigioniero riferendosi a lui col nome proprio!?”
“Sapeva che c’era un legame tra noi...!” continuò a gridare Taemin, e qualcosa di strano gli spezzò il fiato. Si era mosso dentro di lui un qualcosa che credeva dimenticato da tempo.
 

La farfalla ha infine sbattuto le proprie ali.

 
Un groppo alla gola e dovette ingoiare con forza, “Perché... mi ha affidato proprio lui allora?!”
“Perché è giunta la tua ora!” rispose l’angelo superiore alzandosi di scatto e sbattendo la mano sulla scrivania.
“E q-questo... chi lo decide??” balbettò Taemin improvvisamente spaventato da quella frase. 
“Lui deve riprendersi il tempo che tu gli hai rubato da vivo. Spetta a lui il compito di ucciderti”
“Eh? Che fesseria è mai questa!?”
“Non ti sei mai chiesto perché un prigioniero finisce nella stanza speciale? Perché non ha nessuna delle due ali? Ormai te lo dico, non ha più senso continuare con questa farsa”
Taemin lo guardò ammutolito.
“Sulla terra” continuò l’angelo superiore, “In un secondo, non sono molte le persone disperate che muoiono per qualcun altro, no? La stanza speciale è destinata a queste persone. Inoltre, avrai notato che ha un solo posto. Beh, fin dall’antichità non è mai successo che morissero due persone nello stesso secondo per questo motivo. Ma dopotutto è inammissibile che qualcuno muoia per qualcun altro. Disperato o meno che sia. È contro natura, non credi anche te, Taemin? Al loro arrivo, a queste persone vengono tagliate le ali. Entrambe. Ma io non lo credo giusto. Si sono sacrificate per qualcun altro, è inammissibile che a loro sia concesso il tempo minore. Tu invece, che sei morto senza proteggere nessuno, hai ricevuto entrambe le ali. Ora loro devono trovare la loro vendetta in Cielo”
“Io ho protetto il mio popolo con la morte!”
L’angelo superiore scoppiò a ridere, “È stato un pessimo errore arruolarti come carceriere”
“Sei stato tu a tagliargli le ali!?” continuò Taemin sputando fuori tutti quei dubbi che gli laceravano la mente, “Lo fai ogni volta che qualcuno muore per quella ragione!? Allora perché non le hai tagliate a me? Perché solo a lui!?”
“Erano i voleri del Cielo... Ma col tempo farò tornare l’equilibrio”
“Smettila di giocare con la vita delle persone! Hai ragione, prima o poi tornerà l’equilibrio, e tu sarai il primo che verrà spedito all’Inferno!”
“Ma quale vita... quali persone...” sibilò l’angelo stringendo i denti.
La porta dello studio si aprì di colpo interrompendoli: un carceriere entrò nella stanza.
“Signore!” gridò con gli occhi sgranati, “Sta... cadendo l’acqua dal cielo! Ci sono... nuvole, credo, e... vento... fulmini”
“Che diavolerie vai dicendo?” chiese l’angelo superiore aggrottando la fronte.
“Sul cortile interno! Non so cosa stia succedendo...!”
Un secondo carceriere apparve nello studio quasi sconvolto quanto il primo, “I prigionieri sono liberi! Le celle si sono aperte da sole!”
L’angelo superiore aprì la bocca per dire qualcosa ma non uscì nulla.
“È il caos” mormorò Taemin. E fuggì dallo studio lasciando gli altri tre angeli nel loro sgomento.
 

***

 
Taemin percorse velocemente il corridoio dell’ala segreta e verificò coi propri occhi che i prigionieri erano davvero scappati. Le celle erano state aperte e i prigionieri fuggiti. Ma non sarebbero riusciti a scappare dalla prigione, o almeno così sperava.
Entrò annaspando nella stanza speciale. La porta era aperta e Jonghyun scomparso.
“Perfetto...” mormorò riprendendo fiato. Diede un’occhiata rapida in giro, quindi si voltò e rifece il corridoio di corsa.
 
Arrivò fino al balcone che dava sul cortile interno. L’intera prigione era costruita su base circolare. Ogni anello corrispondeva a un’ala, e tutte convergevano verso quel cerchio centrale privo di soffitto.
Taemin rimase a bocca aperta. Pioveva sul serio. Protese una mano e lasciò che le dita si bagnassero di quella strana acqua che scendeva dal cielo. Una folata di vento inaspettata deviò la direzione verticale della tempesta e Taemin dovette indietreggiare per non farsi trascinare via.
Si asciugò il viso con la manica della divisa e riprese a guardarsi intorno. Non c’era alcun prigioniero, si erano tutti riversati sul cortile per godere di quel dono del Cielo. Ma non erano a conoscenza di quello che aveva detto il Custode. Quella non era affatto una benedizione.
Guardò verso il cielo plumbeo. Stava diventando tutto troppo terrestre, troppo umano. Come se un canale invisibile si fosse aperto tra la Terra e il Paradiso. E ora il Flusso stesse cercando di riequilibrare i due mondi. Doveva impedirlo. E non perché lo dicesse il primo comandamento.
Un tuono lo scosse.
“Ce n’è uno qui!” gridò qualcuno alla sua sinistra. Taemin si voltò e vide alcuni prigionieri che lo indicavano.
“Prendiamo le sue ali!”
Taemin scappò verso la direzione opposta. Doveva raggiungere il Custode delle Chiavi. Lui lo aveva avvertito, aveva detto che sarebbe arrivato il caos. Lui avrebbe di sicuro saputo come agire.
Si infilò in un passaggio che riportava al primo anello interno della prigione e mise un po’ di distanza tra di lui e i prigionieri. Ma non era abituato a fare sforzo fisico, non avrebbe retto ancora molto e le ali inzuppate lo rallentavano.
Stava per voltare un altro angolo quando qualcuno lo afferrò saldamente per un polso costringendolo ad entrare in un piccolo cunicolo buio.
Taemin prese a divincolarsi.
“Sono io!” esclamò Jonghyun facendosi riconoscere. Taemin si bloccò e cercò di focalizzare il suo viso nell’ombra.
“Ti stanno cercando” disse Jonghyun, “Vogliono uccidere tutti gli angeli per prendere il loro tempo!”
“Questo l’ho visto!” commentò Taemin poggiandosi al muro per riprendere fiato, “Ma come fanno a conoscere il Codice Proibito...?”
“Non gliel’ho di certo detto io!”
Taemin sbatté un pugno contro il muro, “Non è così che doveva andare...”
“Calmati...” disse Jonghyun stringendogli la mano, “Prima proviamo a capire, okay?”
“Non c’è niente da capire! Il Custode l’aveva detto... forse voleva avvertirmi? Forse ha riposto in me la sua fiducia! E io l’ho deluso... il caos è arrivato e io non ho potuto fare nulla...”
“Sono sicuro che un semplice angelo come te non poteva fare nulla...” commentò Jonghyun sinceramente.
Taemin sospirò.
“Andiamo da questo... Custode, allora” continuò Jonghyun e fece per trascinarlo fuori dal cunicolo. Taemin si oppose.
“Io ci devo andare, è scritto nel mio destino. Ma tu non c’entri nulla”
Jonghyun aggrottò le sopracciglia, quindi gli si piazzò davanti.
“Hai detto che il mio destino fosse quello di mandarti all’Inferno” gli sfiorò il collo con le dita, “Ma così non è andata, o sbaglio?”
Taemin portò una mano su quella dell’altro, e strinse. Non provava più dolore, e anche l’udito si stava attutendo. I rumori della battaglia finale arrivavano alle sue orecchie ovattati, in ritardo. Sentiva solo qualcosa di caldo scorrergli sulla pelle. Jonghyun era su di lui. Erano forse le sue dita? Gridava disperatamente, e il sudore si era mischiato alle lacrime. Perché gridi? Non piangere, va tutto bene. Non morire! Gli diceva, quindi si guardava intorno. Aiutatemi!
Un soldato nemico allungò la sua ombra su di loro.
“Jonghyun, va tutto bene”
L’altro lo guardò inclinando la testa.
“Come può andare tutto bene!?” esclamò Jonghyun con gli occhi ridotti a una fessura. Taemin sbatté le palpebre e si guardò attorno.
“Allora...” iniziò Taemin confuso, “Allora tu quel giorno... sei morto per...”
 

...si sono sacrificate per qualcun altro...
...ora loro devono trovare la loro vendetta in Cielo...
...lui deve riprendersi il tempo che tu gli hai rubato da vivo...
 

“Non c’è tempo per parlare! Andiamo ora!” Jonghyun lo scrollò per le spalle. E Taemin annuì.
 

***

 
Si precipitarono nella Sala delle Chiavi e il Custode li accolse col solito sorriso benevolo.
Alla sua vista, tutta l’angoscia nel petto di Taemin svanì di colpo. Quel volto sereno gli faceva sempre quell’effetto rigenerante. Se lui possedeva tutta la saggezza dell’Universo e sorrideva in quel modo, significava che, alla fine, sarebbe andato tutto bene.
“Signore!” gridò Jonghyun riconoscendo che quello non era affatto un angelo comune, “Dovete aiutarci!”
Taemin gli poggiò una mano sulla spalla e lo superò, avvicinandosi con sicurezza al Custode.
“Sapevo che sareste venuti” commentò il Custode delle Chiavi allargando le braccia fasciate dal kimono fluttuante. I rosari attorno al collo tintinnarono in maniera strana.
“Com’è potuto succedere...?” domandò Taemin serio, “Voi sapevate che il caos sarebbe giunto, eppure non avete fatto nulla. Spettava forse a me il compito di impedirlo?”
Il Custode sorrise chiudendo gli occhi. Una folata di saggezza si sparse nella sala a partire dal suo corpo etereo.
Jonghyun ebbe un brivido e si guardò intorno confuso.
“Come ben sai” iniziò il Custode riaprendo gli occhi, “Noi conosciamo, ma non agiamo. E tu, Taemin, sei stato tu la causa di questo rovesciamento. Ed è solo l’inizio”
Taemin aggrottò la fronte, “Io?”
“C’era equilibrio finché tutti si lasciavano andare al Flusso. E l’Ottuplice Nobile Codice degli Antichi non è stato scritto per altro motivo se non quello di preservare l’Ordine dei Cieli”
“Non capisco... io ho mancato al Codice, è vero... ma non sono stato di certo l’unico!”
“Il Flusso Vitale Cosmico sa come rimarginare alcune ferite, come le menzogne o i pensieri impuri, ma il fatto che un angelo possa amare ha incrinato irrimediabilmente l’equilibrio dei Cieli. Come ti ho già detto, è dal battito di una farfalla che si origina il caos”
Jonghyun si avvicinò a Taemin e gli afferrò una mano.
“Tutto questo non ha senso!” gridò, “Quale Paradiso è privo di sentimenti?”
Un impercettibile battito di palpebre e a Jonghyun mancò il respiro per un secondo. Taemin gli strinse la mano, per invitarlo a non dire altro. Guardò le proprie ali nere, ancora più oscurate da quelle brillanti e chiare del Custode. Non meritava più quel tempo che gli avevano concesso.
“Cosa posso fare?”
Il Custode sorrise, “Basta strappare le ali alla farfalla”
“Stai dicendo che...” si intromise ancora Jonghyun.
“Esatto” rispose Taemin, quindi si voltò per affrontarlo “Jonghyun, prendi il mio tempo”
“Che cazzo dici?”
“È l’unica via!” esclamò Taemin con le sopracciglia aggrottate.
“Perché non si può provare niente qui? Spiegamelo! Cosa avresti fatto di male?”
“Qui ci uniamo al Flusso! Non possiamo avere volontà propria, lo capisci?”
“No, non lo capisco...! Perché ci concedono un corpo e una volontà se poi non possiamo usarli? Io voglio ricominciare da dove ci siamo lasciati”
“Non dire stupidaggini...”
“Sono serio!”
“Jonghyun...”
 

“Mi ami?”

 
“Taemin, sono sicuro che ti ho amato da vivo, e ora non lascerò che...”
Non fecero in tempo a dire o pensare altro che le porte della Sala si aprirono di nuovo.
“Ecco un altro tiranno alato! È quello che si occupa dell’ala speciale!”
Si voltarono, tre ribelli erano riusciti ad entrare. Il Custode continuò ad osservare la scena dall’alto del suo trono. Jonghyun capì subito che non avrebbe fatto nulla per aiutarli. Si mise subito davanti a Taemin, e allargò le braccia.
“Questa volta non ti lascerò morire” quindi si lanciò contro i tre prigionieri.
“Uccidetemi! Solo così tornerà l’Ordine!” gridò Taemin rivolto al Custode, “E donate il mio tempo a Jonghyun! Potete farlo, vero? Vi supplico”
“Taemin!” gridò Jonghyun, ed evitò il fendente di un prigioniero per pochi millimetri.
“Non c’è più tempo!”
“Lo desideri davvero?”
“Sì”
“Questa sarà la tua ultima volontà”
Jonghyun si voltò appena in tempo per vedere l’angelo cadere in ginocchio.
“Traditore, non distrarti!” gridò uno dei tre prigionieri e riuscì a colpirlo in pieno ventre con una lancia spezzata, trafiggendolo in profondità. Il Custode alzò gli occhi verso i tre prigionieri e li incatenò con lo sguardo. In meno di un secondo caddero a terra privi del respiro.
 
“Tae... min...” mormorò Jonghyun raggiungendolo con una mano sulla ferita. Le sue ali erano ancora là, ma il nero si stava lentamente scolorendo. Qualche piuma dondolava fino a raggiungere terra.
Jonghyun si inginocchiò e provò a sorreggerlo.
“Mi senti?”
“Jonghyun...” mormorò Taemin con un mezzo sorriso, “Non rendere le cose più difficili”
Un’ala perse di colpo tutte le piume e svanì nell’aria.
Jonghyun lo strinse di più a sé, “Perché... perché devo vederti ancora una volta morire di fronte ai miei occhi?”
“Ora che hai il mio tempo,” spiegò Taemin sfiorandogli la pancia e impregnandosi le dita di sangue, “Nemmeno questa ferita ti ucciderà”
“Lo sai, non mi importa di morire”
Taemin sorrise e chiuse gli occhi.
“Taemin!”
“Finiremo mai di morire l’uno per l’altro?” mormorò ancora ridendo, quindi anche la seconda ala scomparve.
Jonghyun avvertì improvvisamente un altro dolore, diverso da quello provocato dalla ferita sul ventre, lacerargli la schiena. Si morse le labbra per non gridare e fu costretto ad allontanarsi da Taemin. Si rannicchiò a terra stringendo i pugni. Con un rantolo, un paio di ali bianche presero il posto delle due cicatrici sulle scapole. Jonghyun rialzò il capo e asciugò gli occhi lucidi, quindi tornò sul corpo di Taemin.
“Scusami...” disse col fiatone. Le ali chiare illuminavano il suo viso cinereo.
“Jonghyun...” lo chiamò Taemin guardandolo con gli occhi ormai vitrei, “Ora hai anche te le ali, sei contento? Guarda che belle”
“A che serve... ormai?” domandò Jonghyun.
Taemin allungò una mano e gli carezzò il viso.
“È ora” commentò il Custode risvegliandoli dalla bolla in cui si erano rinchiusi.
“Addio” concluse Taemin con il sorriso, “Ci rivediamo all’Inferno”
 
Jonghyun si rialzò da terra e sbatté le ali. Guardò con occhi spenti l’angelo sul trono di rovi che sorrideva benevolo.
“Benvenuto in Paradiso, Custode del Caos”

 

***

 

Il nono comandamento recita come di seguito:

 

Il Custode del Caos regola l’equilibrio tra Terra, Paradiso e Inferno.

 
 

  


«Come fai a lasciarmi
Con questi occhi sorridenti
e dicendomi crudelmente addio?
Per favore, non lasciarmi.
Non abbandonarmi.
Oh, per favore...
Non andartene,
Non andare... »


-y si fuera ella-

   
 
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