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Autore: Mabelle    06/10/2012    15 recensioni
L’amore non è per me.
Te l’ho sempre detto, Ebony, e continuerò a ripeterlo. Il punto è che doveva andare così ed io non potevo fare nulla per impedirlo, te lo assicuro. Io ci ho provato, davvero, ma non è bastato e mai basterà.
A volte l’amore non basta, tutto qua. Non bastano i sorrisi, i baci, gli abbracci, gli sguardi, le carezze, le chiacchiere, ci vuole qualcosa in più.
L’amore non basta, per me.
Sai, in amore di solito c’è una strada da percorrere e ci si ritrova in due, in un unico punto. Tuttavia, io stavo percorrendo una strada a senso unico, non c’era nessuno dall’altra parte, non c’era chi volevo io.
Mi mancherà infinitamente ma, nonostante tutto, non sarà mai lo stesso per lei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo.
 

Queste coperte sono così soffici e morbide, per non parlare del cuscino, non avevo mai constatato che il letto fosse così comodo, dato che fino a ieri da quando mi svegliavo non potevo starci per più di cinque minuti, altrimenti sarei arrivata in ritardo a scuola. 

Scuola.

Uhm, tre mesi senza di lei. 

Che bellezza.

Ieri, dopo aver chiarito con Louis, abbiamo fatto un giro per Londra e alla fine siamo andati a mangiare in un fast food, è stato piacevole trascorrere nuovamente del tempo con lui. Aubree l’ho vista solo di sfuggita una volta rientrata, molto probabilmente sarà uscita e sarà andata a trascorrere la serata in discoteca o in un pub. Mi giro per controllare se dorme ancora, al contrario di quanto pensassi trovo il letto disfatto e le coperte per terra. Si sarà già alzata. Certo che è pazza, io come minimo avrei dormito fino alle dieci, e l’avrei fatto se non mi dovessi preparare per salutare Harry. 

Eh, cosa si farebbe per i migliori amici.

Infilo i piedi scalzi nelle pantofole, le ante sono già state aperte, merito di Aubree, suppongo; scendo velocemente le scale, dirigendomi di corsa vero la cucina, stranamente ho molta fame, di solito di mattina massimo bevo un po’ di tè e due biscotti.

«Buongiorno, Aubree! - urlo, alzando le mani in aria - per favore, preparami qualcosa, intanto io vado a lavarmi e poi a vestirmi, in modo che Harry non mi trovi in mutande.» la mia coinquilina si volta.

«Eb, aspetta...» non la lascio finire, non devo perdere tempo altrimenti non sarò pronta per l’orario prestabilito.

«Oh, dai, per favore, che ti costa una tazza di tè e tre fette di torta?»

Minchia, tre fette di torta, alla faccia della fame.

«Sì, ma ascoltami...» le sue parole mi giungono come un sussurro, sicuramente vorrà rifilarmi qualche scusa per non prepararmi la colazione, ma che si arrangi, le ho chiesto un solo favore in tutti questi anni che ci conosciamo, potrebbe anche farlo.

Vabbè, non importa.

Raggiungo il bagno ansimante, ho fatto le scale di corsa e nonostante sia già alzata non sono ancora del tutto sveglia; mi lavo il viso con un po’ di acqua fresca, rabbrividisco per il contatto così immediato. Mi schiaffeggio un po’ la faccia.

Minchia, che male.

Bene, ora sembro una a cui hanno dato due pugni sulle guance.

Muovo leggermente i capelli, dato che nel sonno mi si sono appiccicati e sembrano tanti stecchini.

Oddio, che ragionamenti che sto facendo di prima mattina.

Attraverso il corridoio, non curandomi di Aubree che continua a chiamarmi; i letti sono ancora disfatti, ma la voglia di rifarli proprio non c’è. Piuttosto penso a cosa mettere, be’, io opterei per un paio di jeans e una canotta, in fondo non avrà neanche il tempo di guardarmi che se ne sarà già andato.

Bene, sto già cominciando a diventare malinconica.

Okay, dovrei essere pronta.

Scendo ancora una volta le scale, grazie a Dio Aubree mi ha preparato la colazione.

Tre fette di torta al cioccolato, tutte per me.

«Grazie mille. Ho una fame che non ti puoi immaginare.» afferro un pezzo di torta ed inizio a masticarlo.

«Ci credo, sono le undici passate.» sputo la torta, non curandomi di sporcare il tavolo, scatto in piedi.

«Che cazzo dici? Sono le sette... - alzo lo sguardo verso l’orologio appeso sopra il frigorifero e mi duole dare ragione ad Aubree: sono le undici e un quarto -... Ma che cazzo? Perchè non mi ha svegliata?» respiro profondamente e solo ora mi accorgo del vero disastro. «Questo vuol dire che Harry è già partito, e forse anche arrivato ad Holmes Chapel.»

«Ebony, io ho provato a dirtelo, ma tu non mi hai ascoltato, eri troppo presa.»

«Ritieniti fortunata che non ti stia insultando a voce alta, dato che lo sto facendo nella mia mente, altrimenti saresti così scandalizzata dagli aggettivi che sto utilizzando che ti sotterreresti.» mi appoggio al tavolo, facendo pressione sulle mani tanto che dopo poco mi fanno male i polsi e sono costretta ad allentare la forza.

«Ti rendi conto?! Io non ho salutato il mio migliore amico, chissà lui come avrà reagito sapendo che stavo dormendo. Certo, tu potevi avere l’accortezza di svegliarmi, mi sarei presentata perfino in pigiama pur di abbracciarlo prima che partisse. Sei proprio una stronza, Aubree.» affermo.

«Ehi, piano con le parole. Se ti calmassi un attimo, ti spiegherei cosa è successo realmente.»

«Sentiamo.» mi siedo, aspettando che cominci a parlare.

Piuttosto che perdere tempo con lei, dovrei chiamare Harry e scusarmi, dicendogli che per colpa di Aubree non ho potuto salutarlo e che magari potrei prendere il prossimo treno e andare ad Holmes Chapel, almeno per farmi perdonare e per non rimanere con il rimorso tutta l’estate.

«Ascoltami, però.» mi sventola una mano davanti la faccia ed io sbatto le palpebre diverse volte prima di ritornare presente.

«Harry stamattina è venuto qua, ma prima del previsto, tu stavi ancora dormendo, allora io gli ho detto di aspettare cinque minuti che sarei venuta a chiamarti, sapendo quanto tu ci tenessi. Lui mi ha fermata immediatamente, dicendomi che l’unica cosa che avrei dovuto fare era darti questa lettera - afferra una busta appoggiata sul bancone e me la porge - devi leggerla, naturalmente.»

«Non capisco.» sono confusa. Perchè non ha mantenuto il nostro accordo? Che senso aveva venire prima, sapendo che io stavo dormendo.

«Capirai una volta che l’avrai letta, te lo assicuro.» rigiro la lettera fra le mani, dopo di che mi dirigo in salotto, non ho voglia di farmi tutte le scale, nuovamente.

Apro la busta, ed estraggo la lettera, curiosa di leggerla. Harry non è mai stato solito lasciare tracce del suo passaggio, in poche parole detesta le lettere, le cartoline; naturalmente se le scrivono a lui gli fa piacere, ma non farebbe mai il contrario. Perciò, per avermi scritto una lettera significa che ciò che deve dirmi è veramente importante.

Vabbè, cominciamo a leggerla così scopriremo cosa cela al suo interno.

Ah, che linguaggio forbito, Ebony. Cresci ogni giorno di più.

Oh, grazie coscienza, ti amo.

Io no.

Stronza.

Be’, i dialoghi fra me e me sono veramente bizzarri, ma in fondo con me tutto risulta bizzarro, anche le cose normali.
Comincio a leggere.

 

Ciao Ebony, 

Lo so, di solito le lettere si scrivono con un “cara” o “caro”, ma lo sai che non sono molto esperto, quindi accontentati di questo saluto semplice ma efficace.

Molto probabilmente non hai ancora capito il motivo per il quale ho scritto questa lettera, forse nemmeno io, ma mi sembrava giusto farlo perchè non potevo partire senza prima raccontarti tutto, e con raccontarti di tutto intendo lei. 

Scommetto che hai già capito a chi mi riferisco, ma se proprio non ci fossi arrivata, questa lettera parlerà della ragazza che mi ha fatto innamorare.

Lo so, ti avevo promesso che se avessi perso la scommessa, ti avrei rivelato chi fosse; ma il punto è che quella scommessa io l’avevo già persa in partenza, dato che sapevo che non sarebbe mai accaduto nulla con lei, ma per il piacere di vederti felice, l’ho accettata.

Non ti dirò come l’ho conosciuta perchè alla fine lo capirai da sola, suppongo.

A dirti la verità, non so come sia successo, voglio dire, lei è così strana, assurda, irrazionale, imprevedibile ed è tutto il contrario di ciò che sono io e forse è proprio questo che mi ha colpito, o ero talmente disperato che mi sono innamorato della prima persona che ho visto.

No, di lei è impossibile non innamorarsi, tra i suoi innumerevoli difetti ognuno riesce a trovare un pregio: la simpatia, il sorriso, l’allegria, la tenerezza e la stronzaggine. Sì, perchè è una stronza di prima categoria, te lo assicuro.

Nonostante a volte non lo dimostri, quando vuole sa veramente esserlo e ti posso garantire che ci riesce anche bene. Tuttavia, dietro a questo suo carattere così spavaldo, c’è una ragazza fragile, ma non così tanto da cedere. Io l’ho sempre ammirata, in ogni circostanza riesce sempre a vedere il bicchiere mezzo pieno, anche se a volte le serve una spinta, ma poi fa tutto da sola, okay, quasi tutto. 

Adora l’inverno, pensa che sia la stagione più bella per la neve, il Natale, il caminetto, la cioccolata calda. Cavolate. Dice così solo per il semplice motivo che quando nevica ha una scusa per non andare a scuola.

Ha poca autostima, anche se non lo dà a vedere. Non dà molto peso a queste cose, ma a volte attraversa dei momenti in cui dedica la maggior parte del suo tempo a cercare un modo per migliorarsi. Per me è meravigliosa così, ma lei non lo sa.

Si sente soddisfatta quando vede le persone intorno a lei sorridere, soprattutto quando è merito suo. Vorrei dirglielo tutti i giorni che il mio sorriso è causato dal suo, ma scommetto che scoppierebbe a ridere e non mi prenderebbe sul serio, ma quando mai lo fa?

Ama i muffin al mirtillo. Non riesce a farne a meno, è il suo cibo preferito, credo che vivrebbe solo di quelli se ne avesse la possibilità.

Detesta il colore rosa, lo collega alle Barbie. Odia anche queste, da piccola non guardava mai i cartoni in cui comparivano, preferiva tutt’altri generi.

Certe volte non la capisco, nonostante io ci metta tutto me stesso. È quel tipo di persona che, non importa se la conosci da tanto tempo, non si rivelerà mai del tutto, qualcosa ti terrà nascosto, forse per il piacere di farlo.

L’amore non è per me.

Te l’ho sempre detto, Ebony, e continuerò a ripeterlo. Il punto è che doveva andare così ed io non potevo fare nulla per impedirlo, te lo assicuro. Io ci ho provato, davvero, ma non è bastato e mai basterà. 

A volte l’amore non basta, tutto qua. Non bastano i sorrisi, i baci, gli abbracci, gli sguardi, le carezze, le chiacchiere, ci vuole qualcosa in più.

L’amore non basta, per me.

Sai, in amore di solito c’è una strada da percorrere e ci si ritrova in due, in un unico punto. Tuttavia, io stavo percorrendo una strada a senso unico, non c’era nessuno dall’altra parte, non c’era chi volevo io.

Mi mancherà infinitamente ma, nonostante tutto, non sarà mai lo stesso per lei.

Così vanno le cose a volte e bisogna accettarlo. Tranquilla, ti assicuro che dopo quest’estate sarà tutto come prima, ma quando tornerò, per favore, non chiedermi più nulla su di lei. 

Lo so, forse questa lettera non ti basterà, ma è il massimo che potevo fare e non puoi capire quanto mi sia costato. Mi dispiace se forse ti aspettavi il suo nome o la sua descrizione, ma credo di averti rivelato involontariamente chi è e se non lo capirai oggi, forse lo capirai domani o tra un anno. Ti assicuro che lo capirai con il tempo e allora quando mi chiederai se era lei, io sorriderò e basterà quello, per una volta.

Buone vacanze, migliore amica.

Harry

 

Respiro profondamente, appoggio la lettera sul tavolo che si trova di fronte a me e mi lascio sprofondare nel divano.

«Io non sono fatta per queste cose.» mormoro. Davvero, io ho bisogno di cose dirette, semplici, svelte e non di giri di parole, enigmi.

Aubree mi raggiunge e si siede accanto a me, sta per afferrare la lettera, ma si ferma.

«Allora?» mi domanda.

«Allora cosa?» un’altra che gioca con le parole, oddio.

«Sembra che tu abbia reagito bene.» sorride.

«Reagito bene un cazzo. Non si capisce nulla in quella lettera, è tutto troppo complicato. Cosa gli costava scrivere quel benedetto nome e farla finita.»

«Ma lui l’ha scritto quel nome, Eb, solo che ha usato delle frasi e non delle semplici lettere. Dovresti smetterla di essere così superficiale e cercare di leggere attentamente bene quella lettera perchè ti posso assicurare che si capisce perfettamente chi è quella ragazza, e mi stupisco che tu non ci sia ancora arrivata.»

«Allora dimmelo, santo cielo.»

«No, perchè non spetta a me farlo. Harry te l’ha detto, ora tocca a te afferrare il concetto.»

«Che grande cagata stai dicendo, Aubree.»

«Certo che quando fai così sei proprio una stronza, eh.»

Ma vai a quel paese.

«Grazie, anche tu.» 

«I muffin al mirtillo sono pronti, se vuoi assaggiarli sono in cucina. Vado a farmi una doccia.» strano che non abbia risposto alla mia provocazione.

Be’, non importa, meglio dedicarsi ai muffin che sono sicuramente più gustosi.

In cucina c’è un profumo delizioso e scommetto che lo sarà anche ciò che ha cucinato Aubree; nonostante sia quasi l’ora di pranzo, afferro un muffin e lo mangio.

Sono buonissimi. Mangerei solo questi per tutta a vita.

Mi blocco di colpo.

Tossisco.

Oh, cazzo, quasi mi stavo soffocando. 

Appoggio il pezzo di muffin rimasto sul tavolo e corro in salotto, precisamente verso la lettera e l’afferro.

Rileggo alcuni punti e un’idea mi balena nella mente.

«Che idiota.» biascico, sbattendo una mano contro la fronte.

Mi siedo sul divano con ancora la lettera in mano.

Non sono stupita, stranamente. Non so, è come se fosse scritto da qualche parte, come se molto in fondo io già lo sapessi, ma non riuscissi a capirlo realmente. E solo ora mi accorgo di quanti sforzi abbia fatto Harry per rimanere se stesso, per non cambiare, per starmi vicino, anche se non nel modo che voleva. Sono stata un’egoista, non mi sono nemmeno accorta che... la ragazza di cui si è innamorato sono io.

Quanta forza di volontà ha avuto, non so davvero cosa dire, lo ammiro. Io non ce l’avrei mai fatta a stare ferma, anzi, lui ha anche favorito Louis, non c’è mai stato un momento in cui l’ha svalutato.

Sono felice e non so perchè.

Quella stronza sono io, proprio così.

Posso solo dire che l’amore non è per me. Non è per me ed Harry. Siamo fatti così, forse fatti male. Ed ha ragione, a volte l’amore non basta. 

È andata così ed io non me ne sono accorta, come sempre.

Rimetto la lettere nella busta, cercando di non rovinarla, dopo di che resto seduta sul divano a riflettere su tutto quello che è successo e del perchè io mi senta felice e sollevata.

Mi squilla il telefono.

Lo afferro.

È Louis.

Non rispondo.












I'M A RACCOON.
Non lo sapevate? Io sono un'adorabile procione, gkjrnht.
E' finita, oddio. 
E' strano, tkjgntrkng. Sono felice che sia finita così, a differenza vostra. Lo so, ora mi vorrete uccidere per il semplice motivo che preferivate Harry ed Ebony a Louis ed Ebony, forse anche io, AHAHAH, ma credo sia giusto così. E' una situazione molto reale, quando ami una persona non ti accorgi di quello che succede, non vedi nulla e non dai importanza a nulla; poi naturalmente Harry ha cercato di stare in disparte, non voleva interferire. Io ammiro molto il suo comportamento, io non l'avrei fatto. Sicuramente mi sarei distaccata da quella perona fino a farle capire ciò che stava accadendo, a differenza di Styles.
Spero di non avervi deluso, davvero.
Spero che questa ff vi sia piaciuta.
Spero che continuerete a seguirmi.
Ecco, naturalmente ho già cominciato un'altra ff che avrà come protagonista Zayn, gjknrtgjr, mi mancava, lo ammetto. Spero che la seguirete perchè ci tengo tanto, tratterà di una nuova situazione, ma non posso anticiparvi niente.
Questa è la ff: Flawless (Cliccate sul titolo).
Grazie mille a tutti per le bellissime recensioni. 
Grazie per le seguite/preferite/ricordate.
Grazie a voi. Ecco. Voi siete stupendi. Lo ammetto, inizialmente non ci credevo molto in questa ff, pensavo che non sarebbe piaciuta, ma poi mi avete convinto e supportato ogni volta per continuarla.
Quindi; GRAZIE.
Grazie a chi leggeva.
Grazie a chi recensiva.
Grazie a chi seguiva.
Grazie a chi ricordava.
Grazie a chi preferiva.
GRAZIE A CHI E' RIMASTO, RIMANE E SEMPRE RIMMARRA'.

Love you.

  
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