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Autore: OhBirds    08/10/2012    6 recensioni
Era normale per la sua fascia d'età avere dei bisogni fisici; allo stesso modo, bisognava avere dei metodi per "scaricare" tali bisogni. Aomine lo sapeva bene, una ragazza sarebbe stata la risposta più scontata ai suoi problemi, ma si sa... una donna ha un utilizzo e mille svantaggi, non valeva la pena sopportare un tale peso per soddisfare un semplice desiderio sessuale, inoltre Sastsuki -com'era già successo in passato- l'avrebbe rimproverato per il modo superficiale e maschilista con il quale trattava il gentil sesso (...)
[Aomine x Kise]
Genere: Commedia, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"K..Kise" fissò il biondo che stendeva alle sue spalle, in silenzio. Nella palestra risuonava unicamente il rumore dei palleggi che si scontravano contro il parquet consumato. Il moro stette fermo, mentre al suo fianco poteva percepire chiaramente il quattr'occhi sospirare rassegnato, sembrava voler dire "Hai fatto un altro danno". Aveva davvero fatto qualcosa di male? Era stato sincero con i kohai, aveva solo espresso ciò che pensava, come sempre d'altronde. Esitò alcuni secondi, ripensando a ciò che gli ripeteva constantemente Momoi

'Dai-chan a volte sei davvero tardo"
"Ah? e questo da dove ti esce?"
"Non te ne rendi conto, ma ciò che dici ingenuamente, può essere interpretato diversamente da chi ti sta intorno."
"E sarei io quello tardo? Se loro non cap-"
"DAI-CHAN! lo dico per il tuo bene, non tutti sono disposti a sopportarti come me...mi correggo, quasi nessuno lo è"
"Satsuki, vuoi litigare per caso?"

 
"Kise, Io.." non fece in tempo a finire il discorso che la sua voce venne interrotta dal capitano -ora presente- "Riscaldamento!" annunciò in tono solenne. Il moro si avvicinò a Kise, non voleva lasciar cadere il discorso in quel modo, non sapeva cosa l'amico avesse sentito o da quanto fosse stato alle sue spalle, e non voleva far lasciar vagare la sua fantasia per una faccenda -a conto suo- di poca importanza.
"Cosa stai facendo?" Aomine si irrigidì sul posto, nel sentire la voce di Akashi "eh? no veramente io.." Il rosso chiuse lentamente gli occhi, per poi riaprirli altrettanto velocemente, fissò il moro in silenzio per alcuni secondi; Akashi sapeva bene come incutere timore ad ogni singola pedina del suo team, e per il bene dello stesso non ci pensava due volte ad agire con metodi a dir poco risoluti.  "Daiki, vai a fare 10 giri dell'istituto". Gli altri membri della generazione avevano iniziato con dello stretching per rilassare i muscoli in attesa di nuove indicazioni. "Istituto? è immens..." Il moro venne interrotto nuovamente. "20 giri". Per quanto il capitano fosse spaventoso in quel momento stava mettendo a dura prova la resistenza dell'ace: l'avrebbe voluto prendere a pugni, magari solo uno, giusto per il rispetto che provava verso la sua posizione di leader. "Ohi Akas..." Il rosso sembrava davvero irritato, intrecciò le braccia fissando il giovane "Facciamo 30 ok Daiki? Per oggi sei esonerato dagli allenamenti". Il moro strinse i pugni in silenzio, gli ordini di Akashi erano assoluti; si lasciò scappare un 'dannazione' appena sussurrato prima di uscire dalla palestra irritato e contrariato.
 
"Aka-chiiiin~"Murasakibara si trascinò fino al capitano, appoggiandoglisi contro. "Sei pesante Atushi" commentò pizzicando una delle braccia che penzolava dalle sue spalle "mmh~  Aka-chiin non pensi di essere stato troppo severo?" Il ragazzo masticava rumorosamente una delle mille gomme al gusto di fragola.
"Non credo, avrà tempo per schiarirsi le idee, dovrebbe ringraziarmi" commentò porgendo il palmo della sua mano verso Murasakibara che lo guardava confuso. "Sputala" sospirò "Ti ho detto di non mangiare durante gli allenamenti, chiaro?" Il compagno lo fissò contrariato, rinunciare ai dolci era impossibile per il pivot, ma tra tutti i membri della GoM, Atushi era il più obbediente e remissivo se si trattava di un ordine del capitano.
 
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Quanto tempo era trascorso? Un'ora? Due? O solo una manciata di minuti? Aomine stava correndo intorno all'istituto da ormai così tanto tempo che il sole stava calando dietro l'orizzonte, probabilmente i suoi compagni di squadra -capitano del diavolo compreso- si erano già cambiati e diretti verso casa in fretta e furia.
"Tch" si irritò solo al pensiero, mentre completava quell'ultimo ed estenuante giro.
Il calore del mese di luglio sembrava alleviarsi lentamente col trascorrere della giornata, e con il diminuire dei raggi solari. Una brezza leggera per di più afosa e calda soffiava di tanto in tanto, facendo ondeggiare le fronde degli alberi parallele all'edificio. Delle studentesse chiacchieravano di fronte all'entrata, in ritardo di qualche ora rispetto all'uscita regolare, probabilmente a causa di quache club idiota e frivolo (cucito, cucina etc etc.)
La scuola, durante quelle ore, tutto sommato era un posto piacevole, forse lui la apprezzava per il silenzio e la tranquillità che erano assenti durante le ore diurne.
Gradualmente diminuì la velocità della sua corsa, mentre si dirigeva verso la soglia dell'entrata.
Come aveva previsto il campo era deserto, nessun ragazzo sotto canestro, solo un pallone lasciato all'angolo del cartellone per segnare i punti durante le amichevoli tra 2° e 3° squadra. Sulla panca contro al muro, vi erano adagiati degli asciguamani e una borraccia giallognola, leggermente consumata. Si avvicinò a passi lunghi, agguantando uno dei canovacci, prima di tamponarsi via il sudore dal viso, era accaldato, aveva corso per delle ore ma della palla da basket non ne aveva visto nemmeno l'ombra. Era stanco, eppure due tiri li avrebbe fatti volentieri, quei classici tiri, quel classico 1on1 contro Kise. Appunto, Kise! Non era riuscito a parlarci, e non aveva potuto chiarire quello che poteva essere recepito come un malinteso. Sospirò avvolgendo l'asciugamano attorno al suo collo, una mano riposava sul fianco mentre l'altra era intenta ad afferrare la borraccia abbandonata. Nessuno dei suoi compagni aveva la lebbra né tanto meno era un malato terminale, ergo Aomine avvrebbe potuto servirsene tranquillamente, dopotutto era acqua non vino, non gli avrebbero detto niente di sicuro.
 
"Quello conta come bacio indiretto, lo sai?" una voce a lui conosciuta gli giunse fulminea alle orecchie, cogliendolo di sorpresa e facendogli sputare il liquido non ancora ingerito.
"K..Kise?" Il moro colto tra i suoi mille pensieri non l'aveva nemmeno notato uscire dallo stanzino contenente gli attrezzi della palestra. Il biondo lo raggiunse, sedendosi sulla panca di fronte alla sua persona. Aomine aveva ancora dei rivoli che gli colavano lateramente dalle labbra, mentre cercava di asciugarsi grossolanamente. Aspetta, cos'aveva detto? 'Bacio indiretto'? Che diavolo ! E'...
"E' disgustoso giusto?" Il modello tirò appena indietro la schiena, cominciando a muovere le gambe alternativamente, avanti ed indietro. Fissò il moro per un paio di secondi per poi abbassare lo sguardo verso il pavimento. La frangia ne copriva gli occhi color miele. Sembrava "deluso" in qualche modo, come se si aspettasse qualcosa, qualche parola che il moro probabilmente non avrebbe saputo dirgli. La borraccia doveva essere sua, avrebbe dovuto intuirlo anche solo dal colore. Aomine fissò il ragazzo, per qualche strana ragione una stretta lieve ed intensa si fece sentire nel suo petto. Ricordò le parole di Satsuki, le sentì risuonare nella sua testa, aveva offeso Kise? Lo aveva deluso? Cosa si aspettava da lui? L'ace non era tipo da scusarsi, sopratutto per qualcosa che non aveva nemmeno fatto con intenzione. Kise era probabilmente l'unica persona che lo ammirava in modo sincero ed onesto, l'unico che poteva essere una costante sfida, Kise non si arrendeva mai contro di lui, lottava continuamente nonostante le numerose sfide perse, ogni volta era lui a proporre un 1on1, e nonostante ne sapesse già l'esito, per tutta la durata della sfida il modello sorrideva lamentandosi in modo infantile contro il compagno.
Aomine strinse i denti al pensiero, ed in quel momento il suo corpo si mosse automaticamente, riprese la boraccia, portandola nuovamente alla bocca, traccannandone tutto il contenuto, lo ingerì tutto -fino all'ultimo sorso- in pochi secondi, lasciando colare qualche nuova goccia che gli scesce dal viso, seguendo i lineamenti del suo collo.
"A..Aominecchi?" Kise alzò il viso sorpreso dalla reazione dell'amico.
"Sei sempre stato un idiota.." Il moro premette la boraccia contro la fronte del modello con forza.
"Ahia, ahia, Ao..aominecchi mi fai male.." Il biondo si dimenava, mentre sorridendo cercava di liberarsi dalla presa dell'amico.
Aomine lo fissò per qualche istante, per poi dischiudere la bocca, qualche secondo di pausa precedette le sue parole, poi in un respiro lasciarono le sue labbra.
"Non potrei mai trovarti disgustoso.." liberò gradualmente la presa portando una mano dietro la noce del collo, sfregando svogliatamente "..non te.."
All'ultima frase Kise smise di sorridere, sbigottito. Vedendo la sua reazione, Aomine spalancò gli occhi, 'non te'? che diav...era necessaria la seconda parte?
Non è che aveva preparato quel discorso, era uscito tutto in un modo così naturale e fluido dalla sua bocca che non aveva nemmeno riflettuto sulle sue parole prima di esprimersi. Si guardarono per alcuni secondi mentre il viso di Kise sembrava evidenziare chiari segni di imbarazzo per la situazione venutasi a creare. Aomine non era a suo agio, sentiva lo stomaco contorcersi lievemente mentre un misto di adrenalina e agitazione gli risuonavano nelle orecchie. Gli ricordava la sensazione che aveva prima di ogni match, l'ansia e la frenesia di quando non vedeva l'ora di scontrarsi contro un opponente apparentemente invincibile, solo che in questo caso, l'effetto sembrava opposto, stessi sintomi, ma la voglia, la necessità di voler lasciare quella stanza, perchè troppo piccola per contenere entrambi i due giovani.
"Che diavolo hai da guardare?" Il moro si piegò in avanti allungando le mani verso i fianchi dell'amico per distrarlo, "N..no Aominecchi no, il sollettico no, ti prego" Kise scoppiò a ridere in una risata contagiosa, dimenandosi mentre le sue labbra si arricciavano in un sorriso "scusami, scusami, A..Aomin..." Il modello sussultò di colpo non appena l'ace toccò un punto in particolare -probabilmente decisivo- oscillò lievemente all'indietro prima di afferrare un lembo della canotta del moro e ricadere in avanti. "Ohi, Kis..." Aomine non riuscì a terminare la frase che venne sbattuto con la schiena contro il pavimento. La borraccia ormai vuota, rotolò per un paio di metri prima di sbattere contro una delle pareti fibrose. Ci fu un rumore acuto, durò un istante ma nell'abitacolo rieccheggiò per i minuti a seguire fino a svanire gradualmente. La luce rosata alternata da sfumature arancio penetrava l'entrata dell'abitacolo, illuminando la palestra di un colore tenue, quasi rilassante, mentre le finestre color alabastro  permettevano ai raggi di intrecciarsi con le travi del soffitto.
Un peso gravava sul suo ventre, il modello gli si era completamente rivoltato addosso. Non era Tetsu, Kise era notevolmente più alto di conseguenza anche il suo peso era maggiore, e non era nemmeno Atsushi -che lo avrebbe completamente schiacciato- ma comunque se avesse dovuto scegliere, Aomine avrebbe preferito una ragazza con una coppa C sul suo corpo in quel momento.
"Ohi, idiota, non sei una piuma" disse alzando lievemente la schiena e poggiandosi sui gomiti.
"Aah, Aominecchi sei davvero crudele" Kise protestò sollevando goffamente il volto. Si zittì istantaneamente. Per qualche strana ragione, il viso del modello si era gradualmente arrossato, le ciocche di capelli intrise di sudore aderivano contro le sue tempie, le ciglia, corvine e lineari si estendevano per tutta la lunghezza dei suoi occhi mentre negli occhi color miele le pupille si dilatavano dolcemente. Entrambi i giovani erano sudati -per lo sforzo fisico appena concluso- e i panni umidi aderivano alla loro pelle, striusciando tra loro.
Il biondo poggiò entrambi gli avambracci sul petto dell'amico, sollevandosi appena. Aomine lo fissava, studiandolo. Era la prima volta che vedeva il viso di Kise da una distanza così limitata. Per la prima volta aveva capito perchè effettivamente fare il modello fosse la sua professione. L'incarnato niveo era immacolato: era il volto di un uomo eppure non vi era la minima traccia di imperfezioni, sembrava "morbido", cedevole al tatto.
Aomine allungò una mano, senza curarsene troppo, portandola contro la guancia del giovane, che sussultò al contatto azzardato. Sfregò la gote con l'esterno delle sue dita. Come aveva previsto il suo viso era soffice e caldo come quello di una ragazza, forse anche meglio. Dopotutto -pensò in quell'istante- non è che tra uomo e donna ci fosse poi questa immensa differenza. Kise era a disagio, non perchè fosse seccato né tanto meno scomodo, sembrava semplicemente in una situazione di "pena". Aomine sentiva il battito accellerato dell'amico pulsargli contro il petto scorrendo fino alle gambe, probabilmente lo "spavento" per la caduta doveva averlo fatto agitare più del dovuto.
Sospirò rassegnato per poi esordire con un "Tutto bene?"
Kise rispose con un gemito di consenso "Aominecchi sa essere gentile quando vuole", l'ace  sbuffò colto in fallo "Taci, sei fastidioso" il biondo schiuse le labbra in un sorriso dolce ed avvolgente, e piegandosi alla carezza del moro socchiuse gli occhi.
Per un momento, un solo momento, un pensiero gli attraversò la testa.
Guardandosi attorno, la situazione era "quella situazione". Il luogo, le luci, le loro "posizioni", il segnale, il chiaro segnale di quando una ragazza è consenziente all'atto che sta per seguire. Tra l'altro come diavolo erano finiti in quel modo? Perchè la sua mano stava accarezzando il viso dell'altro? Ma soprattutto perchè l'altro si piegava remissivo alla sua volontà? Stava per parlare, per enunciare qualsiasi ridicola o deviante scusa, quando le parole gli morirono in bocca ancor prima di trovarne il suono. Anche se lieve, lo sentiva. Kise tremava. Era in attesa, aspettava qualcosa -ancora una volta- Aomine piegò le labbra in un sorriso sghembo prima di accorciare di qualche altro centimetro la distanza tra i due "Kis-"
 
Cough Cough
Due colpi di tosse, seguiti dal verso di colui che si schiarisce la voce prima di un discorso plateale.
"Noto che avete fatto pace" asserì semplicemente.
"Midorimacchi"
"Quatt...Midorima !" I due sobbalzarono alla vista del compagno di squadra che proseguì "Mi dispiace interrompere ma.." allungò il braccio, stringendo tra le dita un mazzo di chiavi  "..dovrei chiudere la palestra" li fissò per alcuni secondi esitando "intendo...se avete finito, chiudo" Shintaro si sistemò le lenti abbassando lo sguardo, probabilmente imbarazzato per la scena alla quale aveva appena assistito -era risaputo che Midorima fosse uno tsundere non dichiarato.
"Ah?" Aomine lo guardò confuso, per poi osservare la sua stessa mano che riposava ancora sulla guancia del modello "Ah! No, questo.." deglutì alla ricerca di un'illuminazione "Questo idiota ha perso l'equilibrio finendomi addosso" In fin dei conti era la pura e semplice verità. Con la stessa mano tirò uno schiaffo -seppur lieve- sulla testa del giovane. "Ahia, Aaaominecchi!"
Il moro, in preda all'ansia, gli tirò una ciocca di capelli "Dico bene?" Il biondo scosse la testa impaurito per le conseguenze dovute ad un evenutale risposta negativa.
"..e pensare che poco fa eri così gent.." Aomine portò velocemente una mano contro la bocca del compagno, zittendolo, mentre l'altro si dimenava tra le proteste.
Midorima continuava a fissare il moro, con lo sguardo altezzoso di chi ormai aveva capito tutto -ergo era inutile negare l'evidenza.
Dannazione non lo sopportava, decisamente non lo sopportava, Kise e la sua lingua lunga.
 
Il cielo si era ormai tinto di un blu opaco quando i tre ragazzi uscirono dalla palestra. Il quattr'occhi chiuse definitivamente l'entrata con un paio di mandate per poi voltarsi verso i compagni che, stranamente, lo avevano atteso in rigoroso silenzio.
"Bene.." cominciò lui "allora io me ne andr..." venne strattonato dal biondo, che sfoderando un raggiante sorriso completamente finto gli si aggrovigliò al braccio. "M..Midorimacchi vengo con te..devi spiegarmi gli appunti d'Inglese, o..ok?" in quel momento Shintaro potrebbe aver giurato di aver visto la parola "BALLA" aleggiare sopra la testa di Kise. Si voltò verso Aomine,  notando come il moro si stesse grattando la noce del collo nervosamente, sospirò per poi annuire al biondo. Non sapeva cosa stesse succedendo ma voleva tornare il più presto possibie a casa, se avesse fatto tardi durante la sua routine notturna la mattina successiva si sarebbe perso Oha-asa, cosa assolutamente inconcepibile.
 
Aomine e Kise si guardarono di sfuggita -accennando ad un saluto- per poi voltare lo sguardo a fissare il nulla più assoluto.
Midorima si incamminò e così il modello al suo seguito, l'ace sentì le loro voci allontanarsi gradualmente mentre tirava un lungo e meritato sospiro di sollievo.
Il vento ancora afoso, nonostante quell'ora tarda di una giornata di luglio, soffiava flebile sul viso del moro, che chiuse gli occhi ancora più stanco di quella stessa mattina. In un breve e coinciso fleshback gli passò di fronte tutta la sua mattinata.
Portò una mano sul suo viso, coprendolo interamente mentre abbassava il volto verso il pavimento,
"..e quello cosa diavolo era?"




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N.A. Questo capitolo è orrido, come gli altri daltronde, ma tralasciando tutto ciò, ci tengo a precisare che durante le lezioni di grammatica ai tempi delle elementari io e Riccardo (e chi sarebbe? mistero della fede per voi) decapitavamo le Bratz delle nostre compagne di classe o giocavamo con i BeyBlade, quindi per qualsiasi critica riguardante la mia sgrammatica rivolgetevi al Rich, per il resto spero che la lettura non sia stata noiosa o comunque pesante.
   
 
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