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Autore: Isoski_01    22/04/2007    3 recensioni
[...]Ma sotto sotto a Draco mancavano i vecchi tempi. Quando camminava per i corridoi di Hogwarts trionfante insieme a quei due idioti di Tiger e Goyle. Quando passava le nottate ai festini Serpeverde organizzati da Nott ubriacandosi con Blaise. Quando a pranzo andava comodamente a fare una capatina al tavolo dei Grifondoro per sparare qualche frecciatina verso Lenticchia e Sfregiato, ottenendo la reazione a catena della rabbia della Zannuta. Quando ancora non aveva il peso della morte di Albus Silente sulle spalle. Quando ancora giornate come quella non gli succhiavano la voglia di vivere. E lui ne aveva veramente poca.[...]
Genere: Romantico, Commedia, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

Siamo noi i padroni del nostro destino

Capitolo 5

L’aria era frizzante. Il cielo terso, senza nuvole. Una piccola brezza mattutina svogliatamente faceva muovere le pigre foglie del Platano Picchiatore. La superficie del lago era leggermente increspata, minuscole ondine di tanto in tanto si rompevano scrosciando sulle rive erbose, rilasciando una morbida schiumetta bianca.

S’intravedeva solo una figura sugli spalti del campo da Quidditch, appena scesa dalla scopa – probabilmente Harry- e un paio di studentesse che si godevano l’alba sotto i portici del castello.

“Una perfetta giornata per andare a Hogsmaeade non trovi Hermione?”.

Lavanda Brown si stava aggiustando i capelli in un’acconciatura che avrebbe richiesto almeno 20 forcine con il risultato di un forte mal di testa per la ragazza stessa.

Nel frattempo lanciava occhiate furtive verso Hermione Granger, ancora nel suo infantile pigiama rosa con gli struzzi, affacciata alla finestra, che aspettava il suo turno per entrare nel bagno, al momento occupato da Calì.

Quella so-tutto-io dentona aveva litigato la sera prima col suo Ron-Ron, facendolo sicuramente soffrire.

E cosa c’era di meglio per un ragazzo sofferente per pene d’amore che una dolce, bella, affascinante, dolce e soprattutto con un’acconciatura fantastica ragazza bionda? Con soddisfazione Lav-Lav si sistemò l’ultima odiosa molletta attendendo la risposta della Grifondoro.

Ottenne solo un mugugno. Meglio, ciò significava che la secchiona era di cattivo umore, e quindi con poco interesse per un certo rosso di sua conoscenza.

“Bene, ci vediamo di sotto. Io vado.”. E dandosi un’ultima occhiatina ai capelli scese dalle scale del dormitorio socchiudendo la porta.

Hermione stava ancora osservando il paesaggio. Quella bellissima alba che sorgeva le dava un certo senso di calma, serenità e tranquillità, escludendola dal resto del mondo e soprattutto dai suoi pensieri.

Che ovviamente erano rivolti a Ron Weasley e a Draco Malfoy.

Calì la ridestò facendo un urletto di disappunto, mentre apriva l’armadio.

Una quantità abnorme di vestiti uscì sommergendola. Si sa, l’ordine non era il forte delle sorelle Patil.

Dove cavolo la trovo ora la borsetta… maledizione!” scostò un paio di pantaloni a vita bassa, un cappottino corto, un paio di sandali e un cuscino a forma di cuore viola.

“Granger, tu l’hai vista?”.

Hermione si voltò alzando gli occhi al cielo e roteandoli disperatamente.

“Innanzi tutto io HO UN NOME Patil…” l’altra non fece commenti in proposito, alzò simultaneamente un sopracciglio e si limitò ad annuire. “E poi, dico, non la vedi. E’ davanti a te.”.

E Hermione indicò una graziosa tracolla fatta all’uncinetto, rosa con ricami bianchi.

Innanzitutto lo conosco il tuo NOME Granger.” Calì si avvicinò alla borsetta, indicandola acidamente. “E poi, dico, che cavolo di senso dell’estetica hai? Conosci qualcuno che abbinerebbe mai quella borsa ad una minigonna nera con strass? Hai bisogno di andare in un centro di recupero GRANGER.”.

Calì sottolineò l’ultima parola con particolare sarcasmo e poi prese i guanti per scendere in sala comune, lasciando Hermione incavolata, senza un tubo da mettersi e con il bagno allagato dal bagnoschiuma “Tesori d’Oriente, fiore della Passione, per sedurre il tuo uomo.”.

Ma lei chi cavolo doveva sedurre?

Ginny era finalmente pronta. Oh, si. Si era maledettamente alzata presto quella mattina. Doveva andare in gita a Hogsmeade. Dove c’era anche Harry.

Harry.

Cinque lettere che la facevano sussultare ogni volta che venivano pronunciate.

E questa volta era sicura che sarebbe stato bello farle uscire dalla proprie labbra dopo aver sfruttato queste per qualcos’altro che impiegasse anche quelle del Prescelto.

Al diavolo Dean Thomas, suo fratello Ron e la madre.

A lei piaceva Harry da secoli.

Ed ora non era più la bambinetta che andava in giro per casa cercando il suo pullover indossato “casualmente” dal gatto. Ginny aveva voglia di tentare. Di lasciarsi andare, comunque sarebbe poi degenerata la cosa.

Ginevra Weasley non aveva mai voluto tanta voglia d’avventura.

Lo stesso non si poteva dire di Draco Malfoy.

Il biondino era sceso subito all’ingresso, pronto per andare, con venti minuti d’anticipo.

Ecco, per quella volta avrebbe lasciato perdere suo padre, i Mangiamorte, l’armadio svanitore e Silente.

Per quella volta sarebbe stato solo un semplice diciassettenne da Zonko, che faceva scorta di caccabombe, o un ragazzo da mielandia, che assaporava tutti i tipi di dolciumi, o un adolescente che bevevo una buona Burrobirra ai Tre Manici di Scopa, lanciando occhiatine fugaci alle ragazze, uno studente di Hogwarts che aveva bisogno di un nuovo gufo.

Per una volta Draco voleva semplice monotonia.

Solo tranquillità, piattezza, normalità.

E forse era anche chiedere troppo.

Si, forse.

Dilemma, dilemma.

Cosa scegliere?

Ok, diciamocelo, ora che le sue “simpaticissime” compagne di stanza erano sfollate dalla camere Hermione aveva una marcia in più. Oh, si, la situazione era decisamente più sottomano.

Si era fatta una doccia energizzante (usando però il suo bagnoschiuma alla Crema Pasticcera e facendo completamente evanescere dal bagno quello di Calì), lavandosi anche i capelli. Ora era avvolta nel suo caldo accappatoio bianco, indossava le pantofole con le ranocchie ballerine e era davanti al suo armadio.

Le camicie della divise erano ordinatamente piegate su un piano.

I maglioncino e le gonne su un altro.

Le cravatte appese vicino allo specchio e le scarpe allineate nell’ultimo scaffale.

Gli altri vestiti, depositati con cura nei cassettoni, con i berretti e le sciarpe.

Ora si trattava solo di scegliere. Solo.

Solitamente sceglieva in base alla comodità i suoi vestiti. Raramente aveva ceduto alla tentazione di vestirsi “provocante” o “glamour” come esclamava spesso la Brown.

Si, certo, dal terzo anno in poi si era più lasciata andare. Ma si sentiva sempre più a suo agio quando aveva la camicia della divisa e il mantello.

Ma forse quella non era la giornata buona per tentare?

Era o non era la migliore amica di Ginny Weasley?

Era o non era il caso che anche lei andasse in cerca di avventure?

Erano tutti in fila.

Grifondoro, Serpeverde, Corvonero e Tassorosso dal terzo al settimo anno, pronti per uscire con Gazza che ficcava ovunque i suoi sensori.

Hermione era appena scesa, e beh… anche se nessuno la guardava si sentiva troppo osservata.

-cavolocavolocavolo. Ma come diamine mi è venuto in mente? Era meglio la divisa.-

Non si sentiva a proprio agio.

Per niente.

Cercò di sgattaiolare tra le ultime file, per confondersi tra la folla.

Troppo tardi. “Fortunatamente” Ron l’aveva intravista e le stava facendo segno con la mano di avvicinarsi.

“Cavolo Herm. Stai benissimo.”

Hermione mormorò qualcosa a denti stretti. Non si era scordato della sera prima? Oh, no, una nottata a farsi canne e a vantarsi con gli amici e tutto passa. Ma certo. Complementi Ron.

“Waoh. Sei tu Hermione Granger? No, perché, cavolo. Mi sa che ha una sorella gemella.” Ginny le fece un sorriso radioso da sotto il berrettino, e la abbracciò scompigliandole i capelli.

“Su chi vuoi far colpo è Granger? Confessa!”.

“Ginny?”

“Si?”

“Una sola parola. FOTTITI.”

“E’ quello che dovresti fare tu Granger. Per chi ti sei messa di gran tiro uh? Per qualche Troll di montagna? Non ne dubito. Solo quelli ti prenderebbero in considerazione…”.

Draco amava sfotterla.

Lei, Potty, Lenticchia e la Weasley più piccola.

Adorava farlo.

Ma prendere in giro la Mezzosangue gli dava ebbrezza, non so, soddisfazione in più… qualcosa di strano. Lo eccitava, sapeva di avere un ampio repertorio di battutine pungenti, e si divertiva a pensare in che modo la Granger gli avrebbe risposto poco dopo.

Quale modo migliore per tornare ai vecchi tempi durante i quali c’era solo Quidditch, ragazze, sfottere e ancora ragazze?

Quando ancora non sapeva nulla di riti di iniziazione per Mangiamorte, di armadi strani e di ordini dai superiori?

Ed era entrato in quella piccola conversazione con molta classe, facendo incazzare di brutto la Zannutona.

Ma non ci fu nulla.

Non accadde nulla, per essere più precisi.

Hermione fece finta di non sentire, si mise accanto ad Harry – che rimase altrettanto stupito da look della Grifoncina – e uscì dal portone, sentendosi pizzicare il naso dal freddo.

L’unica cosa che riguardò Draco fu uno sguardo.

Uno sguardo da quelle iridi dorate, ma non di vendetta, rabbia o frustrazione.

Di pietà.

Bene, ed eccoci, miei cari al quinto capitolo!

Vi lascio direttamente hai ringraziamenti e ne faccio uno solo a me stessa che comunque con tutti i piffero di impegni che mi ritrovo sono riuscita ad aggiornare abbastanza regolarmente!

Un urrà per ISO!

Sana87à purtroppo ti posso assicurare che io conosco un individuo che trangugia il cibo alla RON WEASLEY. E mastica a bocca parte SEMPRE. Non è abbastanza piacevole… ma purtroppo certi lumaconi esistono! Sigh sobMe tapina! Bacini Iso

Anfimissià Mi inchino a te, mia cara, che recensisci una mia fic! Non mangiarti tutte le manine sennò come aggiorni immagini da un matrimonio uh?? Grazie per i commenti mia cara… alla prossima. ISO

  
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