Siamo noi
i padroni del nostro destino
Capitolo
5
L’aria
era frizzante. Il cielo terso, senza nuvole. Una piccola brezza mattutina
svogliatamente faceva muovere le pigre foglie del Platano Picchiatore. La
superficie del lago era leggermente increspata, minuscole ondine di tanto in
tanto si rompevano scrosciando sulle rive erbose, rilasciando una morbida
schiumetta bianca.
S’intravedeva solo una figura
sugli spalti del campo da Quidditch, appena scesa dalla scopa – probabilmente
Harry- e un paio di studentesse che si godevano l’alba sotto i portici del
castello.
“Una
perfetta giornata per andare a Hogsmaeade non trovi Hermione?”.
Lavanda
Brown si stava aggiustando i capelli in un’acconciatura che avrebbe richiesto
almeno 20 forcine con il risultato di un forte mal di testa per la ragazza
stessa.
Nel
frattempo lanciava occhiate furtive verso Hermione Granger, ancora nel suo
infantile pigiama rosa con gli struzzi, affacciata alla finestra, che aspettava
il suo turno per entrare nel bagno, al momento occupato da
Calì.
Quella
so-tutto-io dentona aveva litigato la sera prima col suo Ron-Ron, facendolo
sicuramente soffrire.
E cosa
c’era di meglio per un ragazzo sofferente per pene d’amore che una dolce, bella,
affascinante, dolce e soprattutto con un’acconciatura fantastica ragazza bionda?
Con soddisfazione Lav-Lav si sistemò l’ultima odiosa molletta attendendo la
risposta della Grifondoro.
Ottenne
solo un mugugno. Meglio, ciò significava che la secchiona era di cattivo umore, e quindi con poco interesse
per un certo rosso di sua conoscenza.
“Bene, ci
vediamo di sotto. Io vado.”. E dandosi un’ultima occhiatina ai
capelli scese dalle scale del dormitorio socchiudendo la
porta.
Hermione
stava ancora osservando il paesaggio. Quella bellissima alba che sorgeva le dava
un certo senso di calma, serenità e tranquillità, escludendola dal resto del
mondo e soprattutto dai suoi pensieri.
Che ovviamente erano rivolti a Ron
Weasley e a Draco Malfoy.
Calì la
ridestò facendo un urletto di disappunto, mentre apriva
l’armadio.
Una
quantità abnorme di vestiti uscì sommergendola. Si sa,
l’ordine non era il forte delle sorelle Patil.
“Dove cavolo la trovo ora la borsetta… maledizione!” scostò un
paio di pantaloni a vita bassa, un cappottino corto, un paio di sandali e un
cuscino a forma di cuore viola.
“Granger,
tu l’hai vista?”.
Hermione
si voltò alzando gli occhi al cielo e roteandoli
disperatamente.
“Innanzi
tutto io HO UN NOME Patil…” l’altra non fece commenti in proposito, alzò
simultaneamente un sopracciglio e si limitò ad annuire. “E poi, dico, non la vedi. E’ davanti a
te.”.
E Hermione indicò una graziosa
tracolla fatta all’uncinetto, rosa con ricami bianchi.
“Innanzitutto lo conosco il tuo NOME Granger.” Calì si
avvicinò alla borsetta, indicandola acidamente. “E poi, dico, che cavolo di
senso dell’estetica hai? Conosci qualcuno che
abbinerebbe mai quella borsa ad una minigonna nera con strass? Hai bisogno di
andare in un centro di recupero GRANGER.”.
Calì
sottolineò l’ultima parola con particolare sarcasmo e
poi prese i guanti per scendere in sala comune, lasciando Hermione incavolata,
senza un tubo da mettersi e con il bagno allagato dal bagnoschiuma “Tesori
d’Oriente, fiore della Passione, per sedurre il tuo
uomo.”.
Ma lei chi cavolo doveva
sedurre?
Ginny era
finalmente pronta. Oh, si. Si era maledettamente alzata presto quella mattina.
Doveva andare in gita a Hogsmeade. Dove c’era anche Harry.
Harry.
Cinque
lettere che la facevano sussultare ogni volta che venivano pronunciate.
E questa
volta era sicura che sarebbe stato bello farle uscire dalla
proprie labbra dopo aver sfruttato queste per qualcos’altro che
impiegasse anche quelle del Prescelto.
Al
diavolo Dean Thomas, suo fratello Ron e la madre.
A lei
piaceva Harry da secoli.
Ed ora non era più la bambinetta che
andava in giro per casa cercando il suo pullover indossato “casualmente” dal
gatto. Ginny aveva voglia di tentare. Di lasciarsi andare, comunque sarebbe poi degenerata la
cosa.
Ginevra
Weasley non aveva mai voluto tanta voglia d’avventura.
Lo stesso
non si poteva dire di Draco Malfoy.
Il
biondino era sceso subito all’ingresso, pronto per andare, con venti minuti
d’anticipo.
Ecco, per
quella volta avrebbe lasciato perdere suo padre, i
Mangiamorte, l’armadio svanitore e Silente.
Per
quella volta sarebbe stato solo un semplice diciassettenne da Zonko, che faceva
scorta di caccabombe, o un ragazzo da mielandia, che assaporava tutti i tipi di
dolciumi, o un adolescente che bevevo una buona
Burrobirra ai Tre Manici di Scopa, lanciando occhiatine fugaci alle ragazze, uno
studente di Hogwarts che aveva bisogno di un nuovo gufo.
Per una
volta Draco voleva semplice monotonia.
Solo
tranquillità,
piattezza, normalità.
E forse era anche chiedere
troppo.
Si,
forse.
Dilemma,
dilemma.
Cosa scegliere?
Ok,
diciamocelo, ora che le sue “simpaticissime” compagne di stanza erano sfollate
dalla camere Hermione aveva una marcia in più. Oh, si,
la situazione era decisamente più
sottomano.
Si era
fatta una doccia energizzante (usando però il suo
bagnoschiuma alla Crema Pasticcera e facendo completamente evanescere dal bagno quello di Calì), lavandosi anche i
capelli. Ora era avvolta nel suo caldo accappatoio bianco, indossava le
pantofole con le ranocchie ballerine e era davanti al
suo armadio.
Le
camicie della divise erano ordinatamente piegate su un
piano.
I
maglioncino e le gonne su un altro.
Le cravatte appese vicino allo
specchio e le scarpe allineate nell’ultimo scaffale.
Gli altri vestiti, depositati con
cura nei cassettoni, con i berretti e le sciarpe.
Ora si
trattava solo di scegliere. Solo.
Solitamente sceglieva in base alla
comodità i suoi vestiti. Raramente aveva ceduto alla tentazione di vestirsi
“provocante” o “glamour” come esclamava spesso
Si,
certo, dal terzo anno in poi si era più lasciata andare. Ma si sentiva sempre
più a suo agio quando aveva la camicia della divisa e
il mantello.
Ma forse quella non era la giornata
buona per tentare?
Era o non era la
migliore amica di Ginny Weasley?
Era o non
era il caso che anche lei andasse in cerca di
avventure?
Erano
tutti in fila.
Grifondoro, Serpeverde, Corvonero
e Tassorosso dal terzo al settimo anno, pronti per uscire con Gazza che ficcava
ovunque i suoi sensori.
Hermione
era appena scesa, e beh… anche se nessuno la guardava si sentiva troppo
osservata.
-cavolocavolocavolo. Ma come
diamine mi è venuto in mente? Era meglio la divisa.-
Non si
sentiva a proprio agio.
Per
niente.
Cercò di
sgattaiolare tra le ultime file, per confondersi tra la
folla.
Troppo
tardi. “Fortunatamente” Ron l’aveva intravista e le stava facendo segno con la
mano di avvicinarsi.
“Cavolo
Herm. Stai benissimo.”
Hermione
mormorò qualcosa a denti stretti. Non si era scordato della sera prima? Oh, no,
una nottata a farsi canne e a vantarsi con gli amici e tutto passa. Ma certo.
Complementi Ron.
“Waoh.
Sei tu Hermione Granger? No, perché, cavolo. Mi sa che ha una sorella gemella.”
Ginny le fece un sorriso radioso da sotto il berrettino, e la abbracciò
scompigliandole i capelli.
“Su chi
vuoi far colpo è Granger? Confessa!”.
“Ginny?”
“Si?”
“Una sola
parola. FOTTITI.”
“E’
quello che dovresti fare tu Granger. Per chi ti sei messa di gran tiro uh? Per
qualche Troll di montagna? Non ne dubito. Solo quelli ti prenderebbero in
considerazione…”.
Draco
amava sfotterla.
Lei,
Potty, Lenticchia e
Adorava
farlo.
Ma
prendere in giro
Quale
modo migliore per tornare ai vecchi tempi durante i quali c’era solo Quidditch,
ragazze, sfottere e ancora ragazze?
Quando
ancora non sapeva nulla di riti di iniziazione per Mangiamorte, di armadi strani
e di ordini dai superiori?
Ed era
entrato in quella piccola conversazione con molta classe, facendo incazzare di
brutto
Ma non ci
fu nulla.
Non
accadde nulla, per essere più precisi.
Hermione
fece finta di non sentire, si mise accanto ad Harry – che rimase altrettanto
stupito da look della Grifoncina – e uscì dal portone, sentendosi pizzicare il
naso dal freddo.
L’unica
cosa che riguardò Draco fu uno sguardo.
Uno
sguardo da quelle iridi dorate, ma non di vendetta, rabbia o
frustrazione.
Di
pietà.
Bene, ed
eccoci, miei cari al quinto
capitolo!
Vi lascio
direttamente hai ringraziamenti e ne faccio uno solo a me stessa che comunque con tutti i piffero di impegni che mi ritrovo sono
riuscita ad aggiornare abbastanza regolarmente!
Un urrà
per ISO!
Sana87à purtroppo ti posso assicurare che
io conosco un individuo che trangugia il cibo alla RON WEASLEY. E mastica a bocca parte SEMPRE. Non è abbastanza piacevole… ma purtroppo certi lumaconi esistono! Sigh sob… Me tapina! Bacini Iso
Anfimissià Mi
inchino a te, mia cara, che recensisci una mia fic! Non mangiarti tutte le manine sennò come aggiorni
immagini da un matrimonio uh?? Grazie per i commenti
mia cara… alla prossima. ISO