The
Most Wonderful Day Of The Year
Avvertenze:
sovrabbondanza di fluff – davvero, vi aspettavate
qualcosa di diverso? ;) – e neve, neve, neve.
«Tutto
questo è stupido», dichiarò Kurt,
accavallando le gambe e arricciando il labbro
inferiore in una smorfia.
Blaine si
inginocchiò davanti a lui, iniziando a giocherellare con i
lacci delle sue
scarpe. «Non è vero, e tu lo sai».
L’altro
incrociò le braccia con aria risoluta. «Vedremo
cosa dirai quando mi romperò un
femore, Blaine Anderson».
«E
dai, non fare
il drammatico». Blaine riuscì a slacciare uno dei
suoi stivali e glielo sfilò
lentamente. «È facile, davvero.
Non
posso credere che tu non l’abbia mai fatto prima».
«Scusa se il
McKinley non aveva una pista di pattinaggio come la Dalton, Blaine».
«Oh, avanti». Blaine gli
sfilò il secondo stivale, lasciando che la mano indugiasse
sulla sua gamba. «Sarà
divertente». Gli
posò un bacio sul ginocchio, coperto da un paio di aderenti
jeans bianchi. «Per
favore?»
Kurt
sbuffò, e il suo fiato formò una nuvoletta di
vapore nell’aria gelida di
dicembre. «E va bene. Ma mi pareva avessimo deciso che gli
occhi da cucciolo
non erano più validi».
Blaine
fece un verso esultante e lo tirò verso di sé per
stampargli un bacio veloce
sulle labbra. «Non te ne pentirai»,
esclamò con un sorriso mentre l’altro si
raddrizzava i morbidi paraorecchi. «Piede?».
Kurt
allungò una gamba con aria riluttante per lasciare che lo
aiutasse a mettere i
vecchi pattini di Cooper – glieli aveva regalati Blaine per i
suoi sedici anni,
aveva spiegato il suo ragazzo tirandoli fuori da una vecchia scatola, e
Kurt
non aveva potuto dirgli di no. Non quando aveva quel sorriso entusiasta
sul
viso.
Quindi,
tecnicamente, era solo colpa sua se ora si trovava al Rockefeller
Center,
davanti ad una piazza gremita di gente che pattinava e – per
la maggior parte –
cadeva e scivolava sul ghiaccio.
Blaine
strinse i lacci di entrambi gli stivaletti, controllando
un’ultima volta che le
lame fossero abbastanza affilate.
«Tutto
a posto», dichiarò, sedendosi vicino a lui ed
iniziando ad infilare i propri
pattini – quelli blu scuro del liceo, sui quali Jeff aveva
disegnato delle
strisce rosse che ricordavano quelle dei blazer dei Warblers.
«Non
sono più molto sicuro di volerlo fare»,
borbottò Kurt adocchiando una bambina
in lacrime che usciva dalla pista. «Scivolerò e mi
romperò il talento».
«Non
dire stupidaggini», rise Blaine, assicurando le cinghie dei
pattini e alzandosi
in piedi, in equilibrio precario sulle lame. «Lavori per Anna
Wintour, il tuo
talento deve essere infrangibile.
L’ho letto sul tuo contratto di lavoro». Gli prese
una mano e lo tirò in piedi.
Kurt si aggrappò alle sue spalle come se ne andasse della
sua vita.
«Non
potrei andare al lavoro in sedia a rotelle, Blaine! Le modelle mi
pesterebbero
i piedi con i tacchi a spillo!».
«Ehi».
Il ragazzo lo afferrò per il bavero della giacca e lo
guardò negli occhi. «Che
tu ci creda o no stasera tornerai a casa con tutte le ossa a posto,
okay, Kurt?
Non ti lascerò cadere».
L’altro
aprì la bocca per replicare, ma Blaine lo zittì
con un bacio.
«Fidati
di me. Fino ad ora la giornata è stata perfetta, o
sbaglio?».
Kurt
aggrottò le sopracciglia. Diavolo, a quello non poteva
ribattere. Era stato uno
di quei giorni in cui aveva voglia di tirare un pugno a Blaine per aver
mai
insinuato di non essere romantico.
Si era
alzato tardi, come ogni domenica, svegliato dalla voce di Blaine che
blaterava
qualcosa sulla colazione e su Central Park, e “Alzati e
guarda fuori dalla
finestra, Kurt!”.
Il
ragazzo aveva preso con sé la coperta di lana e si era
trascinato fuori dal
letto per vedere che diavolo stesse succedendo. Su New York stavano
cadendo montagne
di fiocchi di neve e le strade di Bushwick erano già coperte
di un sottile
strato di brina.
«Aspettavo
questo giorno da settimane», aveva detto Blaine,
trascinandolo in soggiorno e
facendolo sedere sul divano. Aveva avvolto entrambi in una coperta,
passandogli
una tazza di cioccolata e lasciandogli scie di piccoli baci sul collo
mentre sorseggiava
la bevanda calda. Appena aveva finito l’aveva spinto di nuovo
in camera,
ordinandogli di cambiarsi con qualcosa di pesante.
Avevano
passato la mattina passeggiando per le strade di Central Park,
fermandosi per
scambiarsi un bacio e una carezza ad ogni angolo – almeno
fino a quando Blaine
non aveva tirato la prima palla di neve. Erano arrivati
nell’Upper East Side
fradici ed ansimanti, entrando nel minuscolo appartamento di Cooper con
le
chiavi di riserva – il ragazzo stava filmando a Chicago, e
aveva chiesto a
Blaine di prendersi cura delle sue piante. Inutile dire che dopo due
settimane
i gerani erano già un patetico cespuglio rinsecchito.
Avevano
fatto una doccia calda assieme, i pantaloni appesi ad asciugare davanti
al
termosifone, e avevano pranzato guardando L’amore
non va in vacanza.
Solo a
quel punto Blaine aveva tirato fuori i pattini, trascinando Kurt con
sé con la
promessa di brownies e di un’altra doccia calda una volta
tornati a casa.
Al
pensiero a Kurt sfuggì un sorriso.
«Esattamente»,
disse Blaine, passandogli un braccio attorno alla vita. «E
ora andiamo».
Fecero
qualche passo incerto prima di arrivare all’entrata della
pista e poggiare i
pattini sul ghiaccio. Kurt si aggrappò saldamente alla
ringhiera che correva a
bordo pista, cercando di tenere i piedi più immobili
possibile.
«Cadrai
di sicuro se resti così rigido», disse Blaine con
una punta di sarcasmo nella voce.
«Ehi,
non mi avevi appena detto che non mi avresti lasciato
cadere?».
Blaine
si limitò a ridere, afferrandogli una mano.
«Vieni».
Lo fece allontanare dalla barriera. «Sposta il peso in avanti
e piega un po’ le
ginocchia… così. Bene. E ora spingi in avanti con
i piedi».
Kurt
gli lanciò un’occhiata dubbiosa. «E sei sicuro
che non scivolerò, perché-».
«Fallo
e basta, Kurt», lo interruppe Blaine, la voce divertita suo
malgrado.
Il
ragazzo provò a spingere leggermente il piede destro in
avanti. La lama del
pattino scivolò sul ghiaccio senza problemi, e Kurt si mosse
in avanti di
qualche centimetro.
Stava
funzionando…? Provò a spingere con il piede
sinistro, questa volta con più
decisione. Si mosse di nuovo.
Stava
funzionando!
«Ehi,
ci riesco!».
«Non
avevo dubbi al riguardo».
«Non
è così
male», ammise Kurt mentre faceva un lento giro della pista,
sempre stringendo
la mano di Blaine per non perdere l’equilibrio.
«Mi
tratterrò dal fare un commento sulla tua testardaggine solo
perché sono un
gentleman», borbottò Blaine. «Ora che
non sei più terrorizzato di cadere ti va
di andare un po’ più veloce?».
Kurt
annuì entusiasta, stampandogli un bacio sulla guancia a
mo’ di scusa. Blaine si
mise dietro di lui, stringendogli una mano con la sua e sistemandogli
l’altra sulla
vita.
«Ti
fidi di me?», gli sussurrò in un orecchio,
baciando un piccolo lembo di pelle
lasciata scoperta dalla sciarpa.
«Blaine,
non stiamo filmando un remake di Aladdin»,
ribattè Kurt, sentendo il cuore accelerare di qualche
battito suo malgrado.
«Tieniti
forte», gli suggerì il ragazzo, intrecciando le
dita della mano sinistra con le
sue.
Iniziò
a
pattinare con spinte più veloci e sicure di quelle di Kurt,
spostandosi al
centro della pista e guadagnando rapidamente velocità.
Kurt si
limitò ad appoggiarsi leggermente contro il petto di Blaine
e a lasciarsi
trasportare. La sensazione del vento freddo sul suo viso era quasi
piacevole da
quella posizione, e le persone diventavano sagome appena sfocate che
gli
sfrecciavano accanto. Gli sembrava quasi di muoversi a
mezz’aria.
«Sto
volando, Blaine», gli sussurrò in un orecchio.
Il
ragazzo rise. «Sbaglio o questa era una battuta da
“stupida ochetta borghese”
l’ultima volta che abbiamo visto Titanic».
«Beh,
credo
di capire cosa intendesse Rose, ora».
Blaine
gli strinse più forte la vita, allontanandosi dal centro
della pista.
Kurt si
lasciò guidare fino al bordo pista, dove si appoggiarono
entrambi. Alzò il viso
per guardare il gigantesco albero di Natale davanti a loro, illuminato
da mille
luci colorate.
«È
bellissimo». Sentì la mano di Blaine scivolare
nella sua e un brivido gli corse
lungo la schiena.
In quel
momento sentì di essere completamente, totalmente,
stupidamente felice.
Si
girò
verso Blaine con un sorriso.
«Ti
amo».
Il ragazzo lo guardò, le luci intermittenti che si
riflettevano nei suoi occhi.
Passò il pollice sulla base dell’anulare di Kurt,
proprio nel punto dove, sotto
il guanto di lana, c’era l’anello di fidanzamento
che gli aveva messo al dito
appena una settimana prima.
«Anche
io. Ti amo anch’io».
Si
chinò verso di lui e posò le labbra sulle sue,
baciandolo e sorridendo senza
curarsi minimamente della folla attorno a loro.
«Non
vuoi andarli a salutare?», chiese Rachel, leggermente
confusa. Si sistemò il
cappellino di lana mentre il ragazzo di fianco a lei tirava
rumorosamente su
con il naso. «Credevo fossi venuto qui per fare le tue
congratulazioni…».
«Più
per un grande “ve l’avevo detto che avreste passato
il resto della vita assieme”»,
replicò l’altro, appoggiandosi con i gomiti sulla
recinzione e guardando con
occhi lucidi Kurt e Blaine che si stringevano in un abbraccio.
«È più
gratificante farlo di persona».
Rachel
gli lanciò un’occhiata e sospirò.
«Puck, non iniziare a piangere, per favore. Sarebbe
imbarazzante!».
Puck
la guardò storto. «Ehi, il Puck-asaurus non
piange, ma non può non commuoversi
davanti a queste
scene! ». Indicò con un
dito Kurt e Blaine, che nel frattempo avevano ripreso a pattinare al
centro
della pista.
Rachel
sospirò di nuovo, ma si fece sfuggire un sorriso guardando
la coppia di
ragazzi.
«Sembrano
felici, vero?».
«Lo
sono», rispose Puck, appoggiando il mento sulle mani e
sorridendo a sua volta. «Questo
è il miglior Natale di sempre».
A/N:
Eeeeeed
ecco un’altra dose di shameless fluff da parte della
sottoscritta :)
Non
so se si noti ma adoro alla follia l’inverno, il natale e la
neve, sì, anche
quando ci scivolo e mi ghiaccio il sedere – cioè
sempre – sì, anche se poi
diventa un patoccio grigastro a bordo strada.
Per
scrivere questa OS mi sono ispirata a delle fanart di zephiryanboom,
se non
avete mai visto il suo tumblr andateci ORA perché i suoi
disegni sono
fantastici!
Le
fanart in particolare sono questa
e questa
:)
E
così si chiude la Klaine Week… lo so che ho
saltato qualche prompt ma per gli
interessati: cercherò di “riempire i
buchi” il prima possibile…
Nel
frattempo ecco gli altri prompt che ho scritto!
Baci!
MM
The
Piano Incident – [Cooper+Klaine]
I’ll
Be Your Tenant – [Roomate!Klaine]
The
Dalton Beyoncè Week – [Dalton
Klaine]