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Autore: Sunny    05/07/2003    7 recensioni
La guerra ha causato molti cambiamenti...Voldemort è forte più che mai, e tenere duro è difficile, soprattutto quando il primo campo di battaglia è il cuore...
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Nuove realtà

                                                                     BEING A WAR MAGE

 

 

CAPITOLO 2: NUOVE REALTA’

 

You cannot hide the way you feel inside I realize

Your actions speak much louder than words

So tell me why...

By now I should know

That in time things would change

So it shouldn’t be bad

So why do I feel so sad?

                                                                       Why do I feel so sad, Alicia Keys

 

********************

 

Ginny fece un balzo indietro, chiudendosi in tutta fretta la camicia. “Ron, ascolta…”

 

“Con te facciamo i conti dopo.” Sibilò Ron.

 

“Ehi, calmati.” Fece altrettanto minaccioso Harry.

 

“Vuoi spiegarmi, Harry? Andiamo a parlare.” Lo provocò Ron, girando sui tacchi e avviandosi giù per le scale.

 

“Oddio…” Ginny si coprì per un attimo il viso con le mani, poi vide Harry seguire il fratello e si lanciò dietro di lui. “Aspetta!”

 

Hermione vide Ron scendere le scale torvo come non mai. “Che è successo, perché quella faccia?” gli chiese, avvicinandosi.

 

Lui l’afferrò duramente per un braccio. “Tu lo sapevi, vero?”

 

“Ma sei impazzito?!” ringhiò lei. “Lasciami, mi stai facendo male, idiota!”

 

“Perché non mi hai detto niente, razza di ipocrita?!” tuonò lui, strattonandola.

 

Harry prese Hermione per l’altro braccio e l’allontanò da Ron. “Lasciala stare, lei non c’entra! E’ con me che devi prendertela!”

 

“Non chiedo di meglio.” Ron aprì la porta di casa e tutti e due se ne uscirono fuori.

 

Ginny arrivò di corsa giù per le scale. “Hermione, dobbiamo fermarli! Quelli vogliono picchiarsi sul serio!” fece in totale panico.

 

“Lasciateli stare.” Risuonò la voce di Bill Weasley dal piano di sopra.

 

“Come?!” chiese scioccata Ginny guardando in alto. Bill e Charlie si stavano affacciando dalla ringhiera delle scale, con l’aria tranquilla.

 

“Non ti preoccupare, si devono solo chiarire.” Le spiegò serenamente il minore dei due. “Se si sfogano adesso passerà tutto in un baleno, tanto cercare di far ragionare Ron è inutile.”

 

“Ma…” Ginny si sentì appoggiare una mano sulla spalla.

 

“Io sono d’accordo. Lasciamo che se si spieghino a modo loro.” La rassicurò Hermione.

 

“…spero con tutto il cuore che abbiate ragione voi…” si arrese alla fine Ginny.

 

E in effetti Harry e Ron si stavano chiarendo eccome. Se le stavano suonando di santa ragione, non come due ventenni incazzati neri, ma come due giovani agenti speciali perfettamente educati alla lotta libera a mani nude. In altre parole, dopo i primi minuti di ‘chiarimento’ sanguinavano già tutti e due.

 

“Avrei dovuto saperlo!!” ringhiò Ron, colpendo Harry in faccia. “Bastardo, mia sorella è ancora una bambina!!”

 

Harry respinse Ron con un calcio allo stomaco. “Sei un fottutissimo ottuso!! Quale bambina, è una donna dulta in piena regola!!”

 

“Grazie a te, adesso lo è sicuramente!!” Ron rispose con una gomitata diretta al naso di Harry, e schivata all’ultimo minuto.

 

“Cazzo, ma che diavolo ho io che non va?!” questa volta fu Ron a dover evitare un pugno. “Che cos’è che mi manca per stare con tua sorella, eh??”

 

“Innanzitutto la sincerità!! Diavolo, Harry, da quant’è che te la porti a letto alle mie spalle?!”

 

“Io non me la porto a letto, brutta testa di cazzo!! Io ci sto insieme, perché ne sono innamorato!!”

 

“Riposta sbagliata!!” Ron con un calcio atterrò Harry, che ci mise poco più di un secondo per rimettersi in piedi.

 

“Tutti i ragazzi di Ginny non ti sono mai piaciuti perché dicevi che non erano alla sua altezza!! Forse hai ragione, anch’io penso che lei sia molto meglio di me, ma la amo sul serio, non potrei mai fare niente per farla soffrire!!”

 

“Le ultime parole famose! Dì un po’, da quant’è che fai il galantuomo di notte e il moralista di giorno?!”

 

“Non puoi farmi una colpa perché sono innamorato di tua sorella!!”

 

“No, ma posso spaccarti la faccia!!” un altro colpo di Ron andò a vuoto, e Harry ne approfittò per centrarlo in pieno stomaco con una ginocchiata.

 

“Dannazione, facciamola finita!! Lo sai che sono più veloce di te!”

 

“Già, ma io sono più forte!” Harry non ebbe di che protestare, perché il pugno che gli colpì la mascella gli fece vedere le stelle.

 

“Mi spieghi che stiamo facendo?!” riuscì a chiedergli il ragazzo, quando tutti e due sembrarono fermarsi per un secondo. “Non risolveremo niente così, possiamo picchiarci anche tutta la giornata!”

 

“In compenso mi sta facendo sentire molto meglio!” ruggì Ron,un attimo prima di far cadere a terra Harry con un calcio alle ginocchia.

 

Harry si riprese rapidamente, e riservò lo stesso trattamento agli stinchi di Ron, facendo sbattere a terra anche lui. “Perché sei tutto pazzo!” i due ragazzi rimasero per un attimo fermi, di spalle a terra, a riprendere fiato. “Possiamo parlare come persone civili adesso?”

 

“Non ho finito con te.” Fece Ron, ma non si mosse. “Di tutte le donne che ti stanno dietro, giusto con mia sorella dovevi finire?”

 

Harry fece una smorfia. “Proprio tu è meglio che non parli di questo.” Ron colse l’allusione e fece fatica a nascondere un sorrisetto. Ancora ansimanti, entrambi si misero seduti sull’erba. “Ron, io amo tua sorella e voglio stare con lei. Sto con lei, e siamo molto felici insieme. Adesso tocca a te capire che non voglio farla soffrire e mettere da parte tutta questa rabbia che non c’entra niente, ok?” disse più calmo Harry.

 

“Mi lasci molta scelta, vedo.” Replicò Ron nel suo solito tono autoironico che normalmente avrebbe fatto ridere Harry. “Tu e mia sorella.” Commentò con aria indecisa.

 

“Non suona poi così male, no?”

 

“No, in realtà no…suona peggio.” Tutti e due ridacchiarono un po’. “Credi davvero di avere la testa più a posto della mia?”

 

“Assolutamente si.” Dopo un ultimo istante di serietà entrambi scoppiarono a ridere.

 

“Quanto ti odio.” Fece Ron tra le risate, tenendosi lo stomaco.

 

“Sopravviverò.” Gli rispose Harry appena ebbe la possibilità di prendere fiato, reggendosi una mano sulla mascella dolorante.

 

“E così…con mia sorella hai intenzione di fare sul serio.” Ron si fece più sobrio.

 

Harry annuì. “Posso giurartelo.”

 

“Mh…quindi dovrei abituarmi a voi due?”

 

“Se vogliamo stare bene tutti insieme, credo proprio di si.” Harry attese con ansia la risposta del suo amico.

 

Ron si pulì con una manica il naso sanguinante. “Ok, va bene. Vediamo se veramente sarai capace di non farla soffrire. Se mi accorgessi del contrario, finiremo quello che abbiamo incominciato. Ci stai?”

 

Harry sorrise e gli porse la mano. “Mi sta bene.”

 

Anche Ron rise e gliela strinse amichevolmente. “Io però ti odio sempre.”

 

“Pazienza.” Ridacchiò harry.

 

“Quando voi due avete finito di fare i bambini.”

 

I due ragazzi si voltarono e videro Hermione in piedi con le braccia conserte e un sorrisetto, e Ginny, accanto a lei, con gli occhi lucidi e un gran sorriso.

 

“Per favore, Gin, ora non metterti a piangere, non sei più una bambina.” Fece Ron.

 

“Ma guarda che sporco ipocrita.” Commentò Hermione con un’espressione divertita, mentre una Ginny commossa si lanciava tra le braccia del fratello.

 

“Oh, Ron, sei uno sciocco, sei proprio uno sciocco!” piagnucolò lei mentre lui le scompigliava amorevolmente i capelli.

 

“E tu resti sempre una zucca vuota.” Sorrise lui. Finalmente Ginny si staccò dalle sue braccia per andare ad abbracciare Harry.

 

Hermione sorrise, poi girò sui tacchi, avvinadosi verso la Tana. A un certo punto si sentì prendere la mano da Ron alle sue spalle.

 

“Te ne vai già?”

 

“Non voglio che i miei genitori si preoccupino, si sta facendo buio.” Disse lei, continuando a camminare.

 

“Rimani un altro po’, ti riaccompagno io a casa.”

 

“Faresti proprio una bella impressione a mio padre conciato così.” Ridacchiò lei, e anche lui rise, vedendosi sporco di terra e con più di un livido.

 

Ad un certo punto la fermò. “Te ne stai andando perché ce l’hai con me?”

 

Lei alzò spallucce. “Ormai mi sono abituata ai tuoi modi elegantissimi.”

 

“Lo so, non avrei dovuto prendermela con te. Anche se tu sapevi tutto e non mi hai detto niente.”

 

“Avevo promesso a Ginny che sarebbero stati loro a parlartene.”

 

“…se ti chiedo scusa?” chiese lui, cercando il suo sguardo.

 

“E’ quello che fai sempre.”

 

Ron la guardò un attimo, poi sorrise. “Allora non lo farò.” Lei lo guardò con entrambe le sopracciglia inarcate. “Ma se può farti sentire meglio, mollami un bel ceffone.”

 

“Ma davvero?” disse lei con un sorrisetto furbesco.

 

Lui alzò spallucce. “Piove sul bagnato.”

 

Solo qualche istante dopo Ron si maledì per averle dato il permesso di rompergli la mascella.

 

“Cazzo, ho detto una sberla, non un pugno!” nonostante tutto, a entrambi scappò di ridere.

 

“Beh, hai ragione tu, ora va molto meglio.” Rise lei. “Ci vediamo domani, Ron.”

 

“Ehi, un momento! Mi hai sacramentato e ora mi lasci qui così?!”

 

“Buonanotte, Ron.” E ridendo Hermione corse verso la Tana. Ron rimase a guardarla scuotendo la testa e toccandosi la guancia, poi sorrise leggermente.

 

“Faremo a modo tuo ancora per poco, baby…”

 

********************

 

I never felt this way

How do you give me so much pleasure

And cause me so much pain?

Just when I think I’ve taken more than would a fool

I start fallin’ back in love with you

                                                                                      Fallin’, Alicia Keys

 

********************

 

Harry, Ron, Hermione e Ginny arrivarono fuori la libreria e si fermarono un momento.

 

“Ok, ora vado dentro e mi presento.” Fece Ginny nervosamente, cercando di mostrarsi il più spavalda possibile.

 

“E appena ti vedranno capiranno che sei la persona giusta per quel lavoro.” Sorrise Harry.

 

“Perciò vai serena e tranquilla, che sei forte.” La incoraggiò Hermione.

 

“Ehi, non farti fregare sullo stipendio.” Puntualizzò Ron, e Hermione scosse la testa esasperata.

 

Ginny annuì sorridente e fece per entrare nella libreria, ma si sentì trattenuta da Harry; voltandosi notò che lui, Ron e Hermione si stavano guardando in giro con un’aria stranamente tesa e preoccupata. Nel giro di pochi secondi il cielo si fece completamente oscuro, captando l’attenzione dei cittadini di Hogsmeade, che cominciarono ad uscire dagli edifici guardando in alto e cercando di capire cosa stesse succedendo.

 

“Pensate anche voi quello che penso io?” fece Harry teso, lasciando andare il braccio di Ginny.

 

“Già.” Rispose brevemente Ron, mentre sfoderava una pietra rossa che, una volta toccata, gli sostituì automaticamente i vestiti con la tuta e il cinturone della War Mage Team. La stessa cosa accadde a Hermione e a Harry, le cui pietre erano rispettivamente rosa e verde.

 

“Che sta succedendo?” chiese quasi in panico Ginny, mentre Hermione mormorava qualcosa a bassa voce contro un talismano trasparente.

 

“Gin, scappa. Vai a nasconderti.” Le disse piano Ron.

 

“Ma come, cosa…e voi?”

 

“Vai e non ti muovere dal tuo nascondiglio qualunque cosa succeda qui fuori, va bene?” fece Harry col tono di chi non ammette repliche. Ginny li guardò terrorizzata.

 

“Andrà tutto bene, Ginny. Ora vai.” Le disse con più calma Hermione.

 

“…vi supplico, fate attenzione…” e con le lacrime agli occhi, Ginny scappò infilandosi in uno dei vicoletti di Hogsmeade.

 

“Avvertiamo gli altri.” Mormorò Ron, prendendo dal cinturone la bacchetta senza smettere di guardarsi intorno.

 

“Ci ho già pensato io.” Rispose tesa Hermione.

 

“Ehi, io credo che stiano arrivando.” Fece Harry, accennando con la testa a un gruppo di uomini incappucciati che arrivavano giù per la piazza principale di Hogsmeade a passo deciso. La gente radunatasi per strada si diede a una istantanea quanto disperata fuga in qualunque direzione, e le urla degli assalitori in nero si mescolarono a quelle di panico delle donne e dei bambini che correvano in cerca di un rifugio per salvarsi. La massa di mangiamorte si muoveva rapidamente e con estrema violenza, ma lameno Harry, Ron e Hermione ebbero la possibilità di vedere che Spencer non era tra loro.

 

Non ci fu il tempo di pensare o di angosciarsi. Gli uomini in nero presero a sparare incantesimi e pallottole babbane sulla folla in fuga, poi cominciarono ad attaccare singolarmente i cittadini. A quel punto Harry, Ron e Hermione non si trattennero più e si gettarono coraggiosamente nella mischia. Harry colpì un mangiamorte con un incantesimo paralizzante e centrò un altro in pieno petto con un incantesimo alquanto violento per immobilizzarlo, poi si diresse verso altri due che lanciavano frecce infuocate contro la vetrina di un negozio. Ron sparò due incantesimi mortali senza alcuna esitazione contro due uomini che stavano inseguendo due ragazze in fuga, lanciò un coltello contro un terzo che gli si stava avventando contro, poi sfoderò la spada e prese a duellare brevemente con un incappucciato particolarmente animoso. Hermione, dal canto suo, cominciò col servirsi della magia per fermare un gruppo di mangiamorte che stava infierendo contro la folla in fuga, poi utilizzò la sua agilità nei movimenti di karate per liberarsi di un altro paio di nemici; infine anche lei fu costretta a prendere la spada. A un certo punto si sentì un grosso colpo d’arma da fuoco, e istintivamente sia Harry che Ron si voltarono cercando con gli occhi Hermione. Non videro lei, ma scorsero distintamente Sirius, Remus e gli altri arrivare in loro soccorso, armati fino ai denti. Harry respinse con un pugno un nemico e vide Ron trafiggernene uno con la sua spada, ma allo stesso tempo notò che alle sue spalle troneggiava un mangiamorte armato di pugnale.

 

“Ron!!! Alle tue spalle!!!” gli gridò.

 

Ron si voltò all’istante, ma si sentì un colpo e il mangiamorte crollò a terra morto. Harry e Ron guardarono oltre e scorsero Hermione con la pistola ancora puntata e fumante, che a malapena attese di ricevere l’occhiolino di Ron per rituffarsi nella mischia. La battaglia andò avanti senza pietà e Sirius, Remus, Bill, Charlie, Ike e Natan non si risparmiarono niente, lottando come leoni. Dopo una buona mezzora di combattimeno i mangiamorte giacevano quasi tutti a terra. Charlie e Josh tenevano le bacchette puntate contro quello che reputavano l’ultimo nemico rimasto in piedi.

 

“Arrenditi, è finita.” Sibilò Charlie, che aveva vari lividi e un labbro sanguinante.

 

“Scordatelo.” La risposta del mangiamorte fu accompagnata da uno sputo.

 

“Stupido figlio di puttana!” Josh lo tramortì con un colpo secco alla nuca.

 

Il gruppo della War Mage Team era in piedi in mezzo a una folla di incappucciati a terra; nessuno di loro era completamente indenne, anche se non si poteva parlare di ferite gravi.

 

“Ok, portiamo tutta questa immondizia al quartier generale.” Fece Remus, e con le bacchette furono legati tutti in un istante.

 

Un ultimo uomo in nero non fu avvistato dai combattenti, solo Hermione lo vide troneggiare ridendo davanti a un palazzo a cui stavano affacciati alle finestre numerosi civili.

 

“Nooo!!!” gridò lei, vedendo che stava lanciando una specie di piccola sfera infuocata contro l’edificio. Tutti si voltarono verso di lui, ma fu ugualmente troppo tardi: la sfera colpì il palazzo, che esplose immediatamente e si trasformò in un cumulo di ceneri bruciacchiate di lì a pochi agghiaccianti secondi. Il mangiamorte che aveva lanciato il colpo fece un salutino beffardo e svanì nel nulla, attorcigliandosi addosso il mantello mentre Bill e Josh gli si lanciavano addosso. Tutti i maghi presenti in quello spiazzo si catapultarono fra le macerie alla disperata ricerca di superstiti, mentre tornava a radunarsi una discreta folla urlante nella strada.

 

“Merda!!” Ike gettò a terra la propria spada. “Di nuovo!! E davanti ai nostri cazzo di occhi!!!”

 

Ron serrò i pugni e le mascelle molto forte, e guardò verso Sirius e gli altri che continuavano a illudersi di trovare dei sopravvissuti a quella tremenda esplosione.

 

Harry rinfoderò con rabbia la spada. Quanti innocenti erano stati uccisi inutilmente e ingiustamente per una loro disattenzione? In quel momento tra la folla si fece largo Ginny Weasley, che per un attimo si guardò intorno per sincerarsi che i suoi cari fossero tutti vivi, poi vide Harry e corse verso di lui, piangendo. Harry subito l’abbracciò forte.

 

“Oddio, sei vivo…siete tutti vivi…” gli piagnucolò nel collo, stringendolo a sé come per non farlo più staccare da lei. “…quando ho sentito quello scoppio, ho pensato…ho pensato…” singhiozzò.

 

“Shh” Harry prese ad accarezzarle la testa e la schiena. “E’ finita, noi stiamo tutti bene.”

 

Hermione continuava a guardare inorridita lo spettacolo davanti ai suoi occhi. Poche volte nella sua vita si era sentita tanto impotente; avevano ucciso delle personesenza che lei potesse fare nulla per fermarli. Di nuovo.

 

“Ehi, stai bene?” fece Ron preoccupato, guardando accigliato il taglio che lei aveva riportato su un sopracciglio.

 

Hermione lo spinse indietro, infuriata. “Dannazione, Ron!! Non sono più una bambina!! Sono morte decine di persone laggiù, e tu mi chiedi se sto bene per uno stupido, piccolo, fottutissimo graffio!!” gli gridò contro.

 

Ron rimase fermo a guardarla, per niente stupito e neppure arrabbiato. Capiva benissimo quello sfogo di frustrazione, e se gridare era il suo modo di buttar fuori il dolore, beh, non andava certo rimproverata. Hermione si mise le mani fra i capelli per un attimo, guardando in tutte le direzioni meno che negli occhi del suo amico; poi lasciò cadere le braccia e trovò il coraggio di incrociare il suo sguardo.

 

“…scusami, io non…ecco…”

 

Ron non le diede l’opportunità di rispondere, annullò in un istante la distanza tra i loro due corpi e la prese fra le braccia, stringendola forte a sé. Hermione gli gettò le braccia al collo e pianse in silenzio, nascondendo il viso nel suo petto. Non avevano bisogno di parole, nessuno dei due; erano soddisfatti semplicemente di stare stretti l’uno all’altra, contenti di quel contatto fisico denso di amore e affetto.

 

***************

 

Did you ever lay your head down

On the shoulder of a good friend?

And then have to look away somehow

Had to hide the way you felt for them?

                                                                       Did you ever love somebody, Jessica Simpson

 

***************

 

La dottoressa Aki Sorenson, primario fra i medimaghi della War Mage Team, mise giù la scatola piena di bende e fasciature e si asciugò il sudore sulla fronte con una manica della maglia; una mano familiare le si posò sulla spalla, e lei sorrise e si voltò.

 

“Bill” lo salutò sorridendo, più tranquilla. “Sono stata tanto in pensiero.”

 

Lui l’abbracciò. “Grazie al cielo ne siamo usciti quasi tutti illesi.”

 

“Ho saputo del palazzo che è saltato in aria.” Disse lei piano, quando si separarono.

 

Lui annuì amareggiato, appoggiandosi al tavolo dei medicinali. “Hai notato? Sembra che quando c’è più bisogno di noi, o arriviamo tardi o non siamo abbastanza svegli.”

 

Aki gli accarezzò una guancia. “Capisco cosa stai provando, ma non sei giusto con te stesso e con gli altri se ti annulli così.”

 

“Quante persone potevano essere salvate oggi…” mormorò lui, incrociando le braccia sul petto e guardando verso il basso.

 

“E quante sarebbero morte se non foste intervenuti voi.” Fece lei dolcemente. “Te lo sei chiesto questo, Bill? Avete fatto tutto il possibile. Ti rendi conto che questa guerra è orribile proprio perché si combatte senza uno straccio di regola? Limitare i danni e le vittime è il massimo che potete fare per il momento, non è colpa vostra se dei civili finiscono per essere coinvolti.”

 

Lui la guardò con un piccolo sorriso. “Dottoressa Sorenson, a medicina ha seguito anche corsi di saggezza?”

 

“No, agente Weasley, anche perché altrimenti mi avrebbe superato di gran lunga Tennesse, con tutti i suoi proverbi vietnamiti.” Tutti e due scoppiarono a ridere, poi lui l’attirò a sé e la baciò.

 

“…Bill…non qui…aspetta…” riuscì a malapena a mormorargli lei quando si staccarono, ansimanti. “Vieni a stare da me stanotte.” Suggerì dolcemente. “La riunione di domani è stata fissata per le undici, non dovrai arrivare all’alba come sempre.”

 

Lui sorridendo le prese il cappotto dall’appendipanni e glielo mise sulle spalle. “Non perdiamo altro tempo.”

Lei sorrise, e presisi per mano si avviarono all’uscita dell’infermeria del quartier generale.

 

***************

 

Ron stava prendendo a pugni il sacco con maggiore violenza del solito, tanto che lì nella palestra vuota i colpi rimbombavano forte. Ad un certo punto la porta si aprì lentamente, e lui al volo afferrò la bacchetta e si girò verso l’uscita, pronto ad attaccare. Hermione, sulla porta, trasalì: anche lei istintivamente avrebbe preso un’arma appena sentito il minimo rumore, ma i riflessi di Ron erano spaventosamente pronti.. Lui rimise la bacchetta con forza sulla grossa cassettiera di legno che di solito si usava per riporre le armi malfunzionanti.

 

“Ma sei impazzita a entrare in quel modo?” fece brusco, riprendendo a colpire il sacco.

 

Lei andò a sedersi sulla cassettiera. “Scusa, non volevo disturbarti.”

 

“Che cosa ci fai qui a quest’ora? E’ piuttosto tardi, tua madre sarà in pensiero.” Ron smise di colpire il sacco e si appoggiò con un gomito alla trave vicina, guardandola.

 

Lei alzò spallucce. “I miei sono andati al matrimonio di mia zia, ma a me non andava di vedere gente. A casa tua Ginny e Harry…beh, insomma, mi rimaneva solo questo posto.” Gli spiegò tranquilla.

 

Hermione guardando Ron dovette ammettere di provare una sensazione di piacere e desiderio mai provata prima. In quel momento stava davanti a sé non più il ragazzino pelle e ossa di anni prima, selvaggiamente bello. Aveva i capelli inumiditi dal sudore, ogni muscolo del suo corpo statuario –dai bicipiti ai pettorali, dagli addominali agli adduttori- era teso e solido come una roccia, indossava dei pantaloni di felpa che non rendevano abbastanza giustizia al suo perfetto sedere, e la maglietta inzuppata di sudore lo faceva sembrare ancora più atrocemente sexy. Lei mantenne a fatica il suo sguardo, quei bellissimi occhi blu che dal giorno dell’attacco a Hogwarts erano diventati completamente privi di pietà nei confronti del nemico, mentre per lei avevano sviluppato una carica di passionalità che li rendeva una vera e propria miscela di esplosivo.

 

Ron sorrise furbescamente nell’osservare la sua migliore amica seduta lì davanti a lui. Probabilmente neppure lei stessa immaginava quanto lo stesse eccitando il vederla lì su quella cassettiera, con quell’aria innocente e allo stesso tempo furba, il viso incorniciato dai capelli mossi, la bella pelle liscia e vellutata esposta attraverso un’esile canotta azzurra e i jeans aderenti, che mettevano in risalto ancora di più la tonicità della sua figura snella e slanciata. E prima che le parole di Harry potessero tornargli in mente, Ron si ritrovò a chuedersi come sarebbe stato strapparle i vestiti di dosso e fare l’amore con lei su quella cassettiera per tutta la notte.

 

“Avanti, tesoro, sii più onesta con te stessa.” Fece lui in tono caldo e suadente, lanciandole uno sguardo a cui poche donne avrebbero saputo resistere. “Tu volevi me.”

 

Lei sorrise. “Non giocare a Mr. Fascino con me, Ron Weasley, non funziona.”

 

“Uh, mi sento colpito.” Rise lui.

 

La risata di Hermione degenerò in un’espressione di amarezza. “Ti rendi conto di quante persone sono morte oggi, molte delle quali uccise da noi?”

 

Ron la guardò negli occhi. “Quelli che abbiamo ucciso noi non sono esseri umani, ma assassini della peggior specie che non meritano di vivere. Gli altri…” e qui tirò un sospiro. “…lo abbiamo sempre saputo. Questa è la realtà del nostro lavoro, è dura perché è fatta di questo.”

 

Hermione annuì, ma non alzò lo sguardo. Tanto che non si accorse che Ron le si era piazzato davanti, con le mani sulla cassettiera ai lati delle sue gambe e il corpo appoggiato contro il mobile, tra le sue gambe, con gli occhi allo stesso livello dei suoi. Lei trasalì impercettibilmente quando vide che lui le stava guardando le labbra, anche se a lui non sfuggì il leggero rossore che le colorò le guance.

 

“E’ per questo che Harry e io ti volevamo fuori da questa storia.” Le mormorò, incrociando il suo sguardo. Anche lei aveva gli occhi fissi sulla sua bocca.

 

Hermione sentì un campanello nella sua testa. “E’ tutto ok, non facciamone una tragedia.” Disse, balzando giù dalla cassettiera e automaticamente respingendo indietro Ron. “E’ stato solo un attimo.”

 

Lui annuì, poi gli venne in mente un modo per allentare un po’ la tensione. “Ti va di allenarti un po’?”

 

“Ok.” Fece lei, togliendosi le mani dalle tasche dei jeans.

 

Lui lasciò cadere l’asciugamani che aveva attorno al collo sulla cassettiera. “Ma guarda che affare hai fatto ad avermi come migliore amico, ti do persino lezioni private serali.”

 

“Un po’ pieno di te, non credi?”

 

“Baby, tu sei in gamba, ma hai davanti a te il migliore.” Disse lui, con un amabile occhiolino.

 

“Oh, quale onore, maestro Yoda.” Rise lei. “Allora facciamo così: se ti atterro io, dovrai metterti in ginocchio e dirmi che sono io la migliore. Ci stai?” fece, con le mani sui fianchi.

 

Lui rise. “Ok, Obi-Wan. Mentre se ti atterro io, tu...dovrai darmi un bacio.”

 

Lei inarcò un sopracciglio. “E che te ne fai di un bacio dato a me?”

 

“In effetti hai ragione, così sembra che tu abbia un premio anche se perdi.”

 

“Tu ti fai più strano ogni giorno che passa, lo sai?”

 

“Beh, allora che fai? Troppa paura di perdere, bellezza?”

 

Lei sorrise e si mise in posizione. “Fatti avanti, campione.”

 

Anche lui si mise in posizione. “Con vero piacere, baby.”

 

La prima ad attaccare fu Hermione, la cui agilità la mise in condizione di evitare subito un paio di pugni di Ron, ma anche i suoi attacchi andarono vanificati, colpendo l’aria o respinti da lui. Ron passò al contrattacco afferrandole prima un polso, poi l’altro e quindi facendola cadere a terra con un calcio dietro le gambe, ma lei fu altrattanto veloce a respingerlo indietro con un calcio. Lui sorrise, aspettandosi una mossa del genere, e quando Hermione balzò in piedi tentò di farle perdere l’equilibrio, ma lei fu più veloce e con un balzo all’indietro gli sfuggì. Ron, però, in due passi e con una finta la costrinse contro il muro, e prima che potesse rendersene conto, Hermione si ritrovò schiacciata dalla pressione del suo corpo, con le braccia e le gambe tenute ferme dalle sue mani e dalle sue gambe.

 

Lui rise al tentativo di lei di dimenarsi, e la spinse ancora di più contro il muro. “Ho vinto.”

 

Lei gli diede un altro strattone, sperando con tutto il cuore che non si accorgesse di quanto la stava facendo sentire in paradiso tenendola così stretta  a sé. “Hai barato.”

 

“Eh no, non funziona mica così, dolcezza.” Fece lui. “Hai perso e devi pagare pegno. E io ho diritto al mio premio.”

 

“Imbroglione.” Brontolò lei. Devo baciare Ron. Devo baciare il mio migliore amico Ron. Devo baciare l’uomo più sexy che conosco.

 

Lui le fece un occhiolino e la lasciò andare.

 

Lei lo guardò negli occhi. “Vuoi davvero baciarmi?” gli chiese con un sorriso incredulo.

 

Lui le rispose con lo stesso sorriso. “Naturale, le donne impossibili sono la mia passione.” Entrambi risero un po’.

 

Lui fece un passo verso di lei e si guardarono un attimo negli occhi; Ron le fece scivolare le braccia attorno alla vita e la attirò a sé. Hermione, dopo un iniziale momento di sorpresa nel sentirlo così spigliato e sicuro, si sollevò sulle punte e gli appoggiò le mani sulle spalle. I loro occhi si incrociarono ancora una volta, quindi lei li chiuse e potè sentire le labbra di lui sulle sue. Ron sentì il proprio cervello annebbiarsi completamente, ormai non c’era nient’altro all’infuori di lei: in un istante con le labbra cercò di rendere il bacio più profondo; quando lei aprì le labbra sotto le sue lui non perse tempo, e si scatenò una vera e propria battaglia di lingue. Hermione gli passò le mani dietro alla nuca, il che, combinato alla sensazione dei loro due corpi schiacciati l’uno contro l’altro, fece sì che Ron quasi la divorasse con quel bacio, mozzandole il fiato. Quando Hermione sentì le labbra di lui lasciare le sue non riuscì ad aprire gli occhi, ma si accorse che lui aveva preso a baciarle il collo, con quelle labbra soffici ed esperte che solo lui poteva avere.

 

“Ron…” sussurrò lei con gli occhi chiusi, ma lui le evitò qualunque protesta baciandola di nuovo, e con ardore ancora maggiore di prima. Solo ed esclusivamente per evitare di soffocarla, visto che lei sembrava avere un disperato bisogno di respirare, Ron ruppe il bacio, senza però allentare la presa sui suoi fianchi. Erano entrambi con l’affanno.

 

“Hermione, tu mi stai uccidendo.” Mormorò lui, con gli occhi ancora socchiusi e incupiti dal desiderio.

 

“…Ron…” provò lei, non sapendo bene cosa dire. Provava un tale vortice di sensazioni che spiegarle a parole sarebbe stato impossibile.

 

“E’ tutto ok, amore, non credevo che potessi farmi questo effetto.” Le disse lui, poi le accarezzò una guancia. Lei rimase a gongolarsi per un attimo pensando a come l’aveva chiamata.

 

“Oddio, è tutto così…così strano.” disse, passandosi nervosamente una mano fra i capelli.

 

“Si, lo so.” Le rispose lui, serio. “Ma sembra anche troppo giusto, vero?” le chiese con un piccolo sorriso.

 

“…si, credo di si…” anche lei sorrise brevemente e gli accarezzò la mano.

 

Lui tirò un grosso sospiro. “Ascolta, lo sai che io non ho molto autocontrollo…Hermione, ti voglio come non ho mai desiderato niente al mondo…perciò se qui non deve succedere niente, e prima che Harry mi faccia un buco in fronte, suggerisco di andarcene subito da qua.” Buttò fuori tutto di un fiato Ron, per niente imbarazzato ma in difficoltà col proprio self-control.

 

Hermione rimase a fissarlo con la bocca semiaperta, ma la risposta che gli diede lo lasciò di stucco. “Perché cavolo Harry dovrebbe farti un buco in fronte?”

 

Lui la guardò sorpreso, frustrato e confuso. “Ma cosa diavolo te ne importa in un momento come questo??”

 

“Pensavo solo che non capisco perché Harry dovrebbe avere qualcosa a che ridire. Insomma, questi non sono affari suoi, no?” disse lei, con lo sguardo perso nel vuoto come se stesse immersa in uno dei suoi preziosi libri.

 

Ron scosse la testa, quasi inorridito; poi, invece di perdere altro tempo a parlare, prese Hermione tra le sue braccia forti, con una mano le afferrò la nuca e l’attirò verso il suo viso, poco lontano dalle sue labbra. “Tu pensi troppo.” E senza aggiungere altro la trascinò in un bacio ancora più vorace dei precedenti. Lei rispose con lo stesso impeto, e gli gettò le braccia al collo, stringendoslo ancora di più a sé, tutti e due persi in un oceano di turbolenta passione.

 

***************

 

Tonight you’re mine completely

You gave your love so sweetly

Tonight the light of love is in your eyes

But will you love me tomorrow?

Is this a lasting treasure

Or just a moment’s pleasure?

Can I, can I believe the magic of your sigh?

Will you still love me tomorrow?

Tonight with words unspoken

You say I’m the only one

But will my heart be broken, baby,

When the night meets the morning sun?

                                                                                  Will you still love me tomorrow, Carole King

 

                                                                                    ********************

 

Non ci adagiamo sugli allori, sono tutti e due due personaggi estremamente complicati, non trovate? Perciò tutto può accadere, in bene e in male…

Restate ancora con me per il prossimo capitolo: “Quando il gioco si fa duro”

Kisses specialmente a chi recensisce!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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