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Autore: Spiretta97    25/10/2012    1 recensioni
Prefazione
In un Liceo Scientifico fuori città si suppone che il più grande disastro che possa mai capitare agli studenti sia svenire per esalazioni dei prodotti chimici durante un’ora di laboratorio.
Elisa, una neo-liceale con la passione dei gialli di Agatha Christie, decide di entrare in questa scuola col desiderio di evadere dalla sua città ormai troppo piccola per lei e seguire le materie che più ama.
L’incontro con Will, un ragazzo che le diventa subito amico, la sprona ad aprire una piccola attività di investigazione (contrata su furti e perdite di oggetti) gestita da lei e da ragazzo. Ma qualcuno aspetta di compiere la sua vendetta da anni e non si farà mettere i bastoni tra le ruote da due mocciosi.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Bussarono e il preside li invitò a entrare.
-Signor preside, volevamo chiederle una cosa- disse William entrando nella stanza rimanendo in piedi.
- “Volevamo”? Tu e chi?- chiese il preside vedendo solo un ragazzo
-Ehi! Ruth! Entra! -disse Will prendendo per mano la ragazza
- B... buongiorno!- disse Elisa
-Ok.... cosa mi dovete chiedere?- fece il preside alzandosi in piedi e avvicinandosi ai ragazzi. Elisa non riusciva a spiccicare una parola, aveva la lingua impastata e le era venuta improvvisamente una sete terribile.
- Abbiamo notato che lo sgabuzzino nella biblioteca non viene usato. Volevamo chiedere il permesso di trasformare quel magazzino nella nostra stanza per i ricevimenti- disse William vedendo che Elisa non riusciva a dire assolutamente niente.
- Ricevimenti di cosa?- chiese il preside
-Abbiamo appena creato un gruppo di investigatori scolastici. Investighiamo più che altro su oggetti perduti o rubati, potete anche considerarci semplici trovarobe. - disse Elisa facendo un passo avanti.
- Mmmh,ho letto ieri di questo gruppo e devo dirvi che, sì l’ho accettato, ma non sapevo che volevate anche una cosa del genere.  Lei deve essere Elisa Kaster, giusto?- disse il preside guardandola dall'alto al basso. Si ricordava di lei solo perché era arrivata il giorno prima.
-Si preside.- rispose lei
-Mentre Lei è ?
-Ehm... Frassini.... William Frassini signore.- disse Will portandosi una mano dietro la nuca-Per quanto mi possa ricordare, il vostro gruppo è di sole due persone, a che serve tutto quello spazio?-
    - Serve per far sentire a suo agio chi si rivolge a noi.- rispose Elisa cercando di non gridargli in faccia “PER I RICEVIMENTI!! MA CI SENTE?!”
Il preside si sedette alla sua scrivania e si stropicciò gli occhi togliendosi gli occhiali. Fece un enorme sbadiglio e pensò a quanto avesse dormito poco quella sera. Guardò l’orologio e fece una smorfia.
-Ci tenete così tanto?-
I due annuirono
- A proposito.... quello sgabuzzino, non è molto disordinato?- Chiese facendo finta di interessarsi alla questione. Stava già pensando al pranzo. Pollo, pollo,pollo! Oppure un’insalatina leggera… dipendeva tutto dalla cuoca… vecchiaccia maledetta…
-Si, ma lo metteremo a posto noi! La preghiamo signore! Ci lasci usare quella stanza! –
Il preside scosse la testa risvegliandosi dai pensieri sul pranzo e stropicciandosi con due dita gli occhi.
-Ok,ok....questa chiave è l'unica copia oltre a quella che possiede la custode della biblioteca. Con questa lettera dovrebbe cedervi l'altra copia senza troppe storie. Sappiate che vi cedo quella stanza solo perché il vostro gruppo mi piace! Mi sembra una cosa molto utile a tutta la scuola, se scopro che lo usate per qualcos'altro vi farò riconsegnare le chiavi, e a seconda della gravità della cosa potrei arrivare ad espellervi!- disse il preside porgendo la chiave e la lettera a William.
    -Se volete, li dentro c'è la vecchia cattedra della professoressa di storia e alcune cose che forse sono ancora usabili, quello che vi serve usatelo pure, ciò che per voi è inutile potete tranquillamente buttarlo via. E ora, visto che sono già le 8.00 andate a far colazione.- disse il preside congedando i due ragazzi con grande soddisfazione. Elisa e William  scesero al piano di sotto e si guardarono negli occhi. Un sorriso si dipinse sui due volti.
    -Ce l'abbiamo fatta!!!- gridò Elisa saltando nuovamente addosso a William che, questa volta la prese al volo e cominciò a saltellare dalla gioia insieme a lei. I due finirono i loro festeggiamenti tenendosi stretti in un abbraccio.
-Aha! Ecco perché sta mattina quando mi sono svegliata tu non c'eri!- disse Alessia comparendo dal nulla. La ragazza ammiccava maliziosamente.
    -AH! Mi hai spaventato!- disse Elisa sciogliendo l'abbraccio con William
    -Io ti avevo messo in guardia da lui o sbaglio! Will sono tre mesi che non ci vediamo e tu non mi vieni a dire che hai una ragazza?- disse Alessia ridendo
    -Ehi!- fecero i due in coro.
-Andiamo a fare colazione! Mi spiegherete come vi siete conosciuti! Andiamo Bob?- chiese Alessia aspettando un ragazzo che le corse incontro
-Ah! Will! È da tutta un estate che non ti vedo!- disse Bob dandogli una pacca sulla schiena
- Chi è la tua amica li?- chiese poi guardando Elisa
-Bob! MA se mi hai visto ieri! Siamo compagni di stanza!- Disse Will mettendogli un braccio intorno al collo per spettinargli i capelli. - Lei è Elisa comunque. La compagna di stanza della tua ragazza e mia collega -
-EHI! Alessia non è la mia ragazza!- disse – non ancora…- aggiunse sussurrando
- Come hai fatto a capire che parlavo di lei?- chiese William avviandosi verso la sala da pranzo
-Bè! E perché la ragazzina li è tua “collega”?- chiese Bob  arrossendo e seguendo Will(che a sua volta seguiva Alessia e Elisa che stavano chiacchierando)
-Bè, ho creato per lei un gruppo di investigazioni e lei si è iscritta. Teoricamente sarebbe il mio capo, visto che l’idea è venuta a lei, ma in pratica lo sono io. - disse Will sedendosi in un tavolo di fianco a Elisa e di fronte ad Alessia
-Di che stavate parlando?- chiese Elisa
- Nulla! Oggi dopo pranzo dobbiamo mettere a posto quello sgabuzzino-
  -Giusto!- disse Elisa addentando un cornetto
-Ehi! Che state macchinando piccioncini?-chiese Alessia strusciando la testa contro la spalla di Elisa e dando baci al vuoto.
    -Nulla! Non siamo piccioni! Siamo due investigatori in erba!- dissero in coro Will ed Elisa chiudendo gli occhi e alzando il mento con fare altezzoso.
In quel momento Simone prese una sedia e si mise nuovamente fra Elisa e Will
-Ciao Alessia, ciao Bob, e ciao anche a te bimba- disse dandole un bacio sulla guancia
Elisa arrossì e salutò Simone
-Ciao Simone- fecero in coro Bob e Alessia senza neanche guardarlo in faccia. Avevano l’aria spazientita, come se non sopportassero la sua presenza.
- Ciao rompiscatole- disse Will abbattuto appoggiando la fronte sul tavolo
Simone, Alessia e Bob si conoscevano dalle elementari, fecero medie, superiori e probabilmente avrebbero fatto anche l'università insieme. Erano migliori amici. Simone è il più grande, ha un anno in più di Alessia e Bob. Molti professori dicono che è un miracolo se non è stato bocciato, ma quell’anno non lo avrebbero ammesso agli esami, sicuro.
-Ehi! Ciao scricciolo! Non ti avevo visto pulce, io ho solo occhi per la bimba- disse Simone spettinando i capelli di William e prendendosi sulle gambe Elisa
-Ahhh! Mettimi giù!!!- Gridò Elisa
-Ehi Ely! Hai fatto subito scalpore fra due ragazzi!- disse Alessia ridendo
-Io non ho fatto scalpore da nessuna parte!- rispose lei continuando a scalciare. Alcuni professori si erano girati a guardare verso quel tavolo, ma non intervennero se non gridando un alquanto adirato “Silenzio voi in fondo!”
-Aha... certo.......- disse Alessia dando una gomitata a Bob che rise.
-Ehi bimba! Oggi pomeriggio ti va di fare un giretto in campagna insieme a me, solo io e te ? Conosco un posticino che … eh eh- chiese Simone sussurrandole all’orecchio. Elisa lo guardò dritto negli occhi, si capiva che non aveva buone intenzioni. Del resto non ne aveva mai.
-Veramente io.....-
-Lei oggi pomeriggio viene con me- disse Will tirando un orecchio a Simone. Quest' ultimo lo guardò fisso con aria di sfida
-Ehm.... scusate se interrompo la gara di sguardi, ma siete voi i due ragazzi che ritrovate gli oggetti perduti?- chiese una ragazza dai corti capelli castani. Portava un paio di occhiali con una montatura leggera e trasparente.
-Si certo, siamo noi.- disse Elisa scendendo dalle ginocchia di Simone. -Tecnicamente non siamo ancora aperti, ma puoi chiedere- aggiunse guardando male Will che aveva tanto insistito per pubblicare già la locandina sulla bacheca della scuola.
-Ho perso una piccola statuina a forma di statua della libertà nello sgabuzzino della biblioteca, purtroppo io non ci posso tornare perché sono claustrofobica.- disse la ragazza mettendosi a posto gli occhiali e un ciuffo di capelli dietro le orecchie.
-Oh... bè, come hai fatto a perderla?- chiese Will
-... l'anno scorso, l'ultimo giorno di scuola tre miei compagni di classe mi hanno chiuso dentro lo sgabuzzino. Io dalla paura ho cominciato a battere i pugni sulla porta poi mi sono arresa. Dopo aver fatto un giro della stanza ho preso contro a una libreria che mi è caduta addosso con tutti i libri. Probabilmente mi sarà caduta lì, solo che non voglio più entrarci, ho una paura matta...... io mi fido di Will..... infatti fu lui ad aprirmi.- disse la ragazza arrossendo leggermente
-Ah! Mamma mia! Sei stata meglio dopo?? Sei corsa via in lacrime!- disse Will guardando la ragazza con uno sguardo preoccupato.
-Si… dopo un gelato!-
-Puoi darci nome, cognome e numero di stanza?- chiese Elisa alzando la voce
-Oh, si! Mi chiamo Stefania Roccò. Il numero della mia stanza è il 4.-
-Allora se troviamo la statuina te la porta Elisa, giusto?-
-Giusto!- disse Elisa facendo il saluto del militare
-Grazie! Grazie mille! Avevo chiesto al mio ragazzo di trovarlo, ma lui ha detto che non l'ha trovata(secondo me non l'ha neppure cercata) se la trovate ve ne sarò eternamente grata!- disse la ragazza correndo via
-Sta mattina non posso perché sono un po’ occupato, ma dopo pranzo possiamo andarci, che ne dici? Di sicuro se mettiamo a posto bene, la troviamo- disse Will alzandosi dalla sedia
-Si sono d‘accordo!- rispose Elisa
_______________________________________
Dopo pranzo i due ragazzi corsero in biblioteca.
Elisa aveva passato tutto il resto della mattinata a leggere “assassinio sull’Orient Express, con il risultato che finì il libro in talmente poco tempo che le rimase circa un oretta libera. La usò per chiamare sua madre e tranquillizzarla sul fatto che “non era morta e che stava bene, molto bene. Come andava con Mattew? Eh eh…” A quella domanda la madre riattaccò il telefono con un veloce e imbarazzato “Stammi bene, ciao!” Elisa se la immaginò diventare tutta rossa tenendo la cornetta del telefono in mano. C’era sicuramente lui che la guardava, magari sorridendole e con gli occhi la pregava di riattaccare il telefono per finire di vedere il film, oppure per prenotare insieme i biglietti del cinema per quella sera. Vicini, vicini a osservare lo stesso schermo del computer… Elisa scosse la testa e rise. Rise una volta,  ne rise due poi si sedette sul letto e fissò il soffitto in silenzio. Sua  madre e un altro uomo? Ahahah!! Era quasi comico il sol pensiero. Ma perché? Perché doveva esserlo? No… in realtà non era il fatto che stesse con un uomo, era come lo aveva immaginato lei a divertirla. Poi non era detto che lui fosse lì davvero, si erano rivisti il giorno  prima ed erano solo andati a pranzo assieme, nient’altro… Oh! Erano quasi le tre e mezzo! Doveva essere in biblioteca circa…in quel momento. Corse fuori dalla stanza chiudendola a chiave e si precipitò in biblioteca notando che William era già arrivato.
-Ciao Ruth-
-Ciao Will, cominciamo?- Chiese lei impaziente. Lui mosse la mano distesa davanti a se prima a destra poi a sinistra dicendo
-Eh… circa-quasi… ecco vedi, prima ci dobbiamo farci dare la seconda chiave dalla bibliotecaria-
Quando Elisa e William mostrarono la lettera del preside alla donna, quest' ultima per poco non organizzava una festa. Cercava la chiavetta in questione continuando a ripetere “Grazie al Cielo, Oddio che bella cosa, vi ringrazio  tantissimo, così mi tolgo una chiave, mi sento tanto san Pietro”
E così, avuta la chiave, i due ragazzi cominciarono a mettere a posto immediatamente. La cosa si rivelò più difficoltosa del previsto. La stanza era troppo impolverata e dovettero farsi dare due mascherine dall’infermiera della scuola per poter pulire senza rischiare di rovinarsi la gola a causa della tosse. Aprirono le finestre e una piccola porticina che dava sul giardino che trovarono spostando una libreria di metallo. Fortunatamente le chiavi l’aprivano comunque, così, tutta la polvere e sporco di quella stanza, andava a finire fuori creando sicuramente molti meno problemi che inondare la biblioteca di polvere e cartacce. In un ora e mezza buona riuscirono a pulire buona parte della polvere e spostare i mobili fuori in giardino. Anzi, avevano pulito davvero bene! Così bene che passando un dito per terra si alzava solo un finissimo strato di polvere.  Puliti poi le librerie, i comodini e la cattedra malandata della professoressa, decisero di riportare tutto dentro e posizionare i mobili in condizioni migliori all’interno della stanza in modo da creare un ambiente confortevole. Le librerie ( due quasi intatte e tre alle quali andavano assolutamente sostituite le mensole) le posizionarono agli estremi della stanza: perciò tre in fondo e due alle spalle della cattedra ( che si trovava dall’altro capo della stanza.) I lati rimanevano nudi, ma pensavano di racimolare qualche soldo con paghette o con piccoli lavoretti in città per comperare un divanetto da pochi soldi e posizionarlo sul lato destro. Sarebbe diventata una bellissima, anzi, fantastica stanza da ricevimenti. La più bella del mondo! Oh si! E poi… poi vicino alla porta che dava alla biblioteca avrebbero messo un armadio… poco più lontano un tavolo dove  fare i compiti nei momenti morti… Geniale, geniale! E al centro della stanza avrebbro messo un grandissimo tappeto, uno di quelli grandi che vendono a 10 euro alle fiere di paese. Certo, sarebbe costato tutto un po’, ma in due ce la potevano fare…Tuttavia rimaneva ancora una cosa che i ragazzi non avevano messo a posto: gli scatoloni. Quegli scatoloni che, durante tutte le pulizie, avevano transitato da una parte all’altra della stanza.
-Guardiamo cosa c’è qui- disse William dopo aver osservato per una ventina di secondi gli scatoloni.
–Ci sono fascicoli di ogni genere: assunzioni e licenziamenti risalenti al 1950, elenco studenti degli anni 1950-80 e così via per poi fermarsi a cinque anni fa, data in cui anno spostato tutto in mansarda.-
-C’è tantissima roba! Sicuro che possiamo buttarla, al preside non servirà?-
William tirò fuori altri fascicoli e li osservò… nulla di interessante, niente… Avrebbe messo quello scatolone in particolare nella libreria dietro la cattedra, ma ne piano più basso: per come pesava avrebbe potuto distruggere l’intera libreria se solo l’avesse messo in una mensola più in alto.
-Questo lo teniamo, non si sa mai che serva al preside per chissà quale stramberia. Negli altri scatoloni trovarono altri fogli e fascicoli che, anche se a malincuore, dovettero buttare perché o non più leggibili ( come alcune verifiche e temi) o perché completamente inutili.
-Guarda che ho trovato!- disse William richiamando l’attenzione dell’amica intenta a spostare gli scatoloni fuori dalla stanza.
-E’ la statuina che ha perso Stefania! Aveva detto che della roba le era caduta addosso, quindi probabilmente chi ha “rimesso a posto” la stanza non si era accorto della statua e l’ha messa qui dentro… Pensa un po’!- disse Elisa osservandola con un sorriso.
William si guardò attorno sorridendo e immaginando come sarebbe diventata bella quella stanza con un po’ di lavoro. Involontariamente guardò l’orologio da polso e cacciò un imprecazione.
-Che succede?- chiese Elisa credendo che si fosse fatto del male.
-Sai che ore sono?!-
-Che ore sono?- chiese Elisa preoccupata
-Le sette! Fra mezz'ora dobbiamo essere a cena! Non  ci credo che siano passate così tante ore! Va bene... continueremo domani pomeriggio aggiustando un po’ i mobili.... adesso è meglio andare a prepararci per la cena- disse Will chiudendo a chiave lo sgabuzzino-base dell'agenzia. Elisa annuì dicendo che per lei andava bene anche lavorare il mattino.
-Eh… ma domattina non possiamo!- Disse lui sorridendo. –Non chiedermi il perché, è un segreto!- disse Will uscendo dalla biblioteca e fermandosi davanti alle scale.
-Ci vediamo a cena?-
-Ovvio!_ disse Will sorridendole
- Ok, vado a lavarmi, effettivamente puzziamo un po'- ammise Elisa
-Ehi! Parla per te!- disse William fingendosi offeso.
-EHI! Puzzi anche tu, fratello!- rispose lei ridendo
-Ah! A proposito, glie la porti tu, vero?- chiese Will dando in mano a Elisa la statuina
-certo! Ora vado perché se no non riesco a farmi la doccia- disse Elisa correndo su per le scale. Will rimase a  guardarla salire le scale, poi sorrise dolcemente.
- Ruth...sono davvero contento di averla conosciuta...- sussurrò arrossendo
  
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