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Autore: Heaven_Tonight    26/10/2012    22 recensioni
“Ikkunaprinsessa”. La Principessa alla Finestra.
C’era lei, Lou, in quel ritratto. C’era lei in ogni suo respiro, in ogni cellula o pensiero.
La sua anima, il suo cuore, le sue speranze mai esposte, il suo amore e la sua fiducia in esso in ogni piccola e accurata pennellata di colore vivido.
C’era lei come il suo caro Sig. Korhonen la vedeva.
Al di là della maschera inutile che si era costruita negli anni.
I capelli rossi e lunghi che diventavano un tutt’uno con il cielo stellato.
L’espressione del suo viso, mentre guardava la neve cadere attraverso la finestra, sognante, sorridente.
Lei fiduciosa e serena. Col vestito blu di Nur e la collana con il ciondolo che un tempo era stata di Maili.
Lui aveva mantenuto la sua promessa: le aveva fatto un ritratto, attingendo a ricordi lontani.
L’aveva ritratta anche senza di lei presente in carne e ossa. Meglio di quanto potesse immaginare.
Cogliendo la sua vera essenza.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ville Valo
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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testo.

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Capitolo dodici

"Around you..."



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«Che ci fai qui?» - chiese Nur a bassa voce, intenta a guardare un film horror in televisione, vedendo Lou sedersi accanto a lei sul divano,
«È crollato... volevo farlo dormire un po' e con me vicino che mi agito sempre non avrebbe riposato per nulla.» - sorrise pensando a Ville che si era addormentato fra le sue braccia dentro la vasca; aveva cullato il finnico fino a quando l'acqua non aveva iniziato a raffreddarsi. Dopodiché aveva svegliato il bell' addormentato che aveva bofonchiato come un bambino capriccioso, facendolo uscire dalla vasca con gli occhi assonnati, asciugandolo per poi trascinarlo in camera da letto dove era crollato tirandosela dietro, posandole il mento sulla testa e stringendola con forza prima di darle un bacio sulle labbra e crollare di nuovo, borbottando frasi sconnesse.
Aveva lasciato lui e Katty accoccolata docilmente ai suoi piedi, rimanendo in silenzio a guardare entrambi per qualche minuto, con nel cuore una stretta piacevole,una sensazione di calore che partiva dal centro esatto del petto.

“Il mio piccolo mondo perfetto è tutto su questo letto...”

«Uhm... fai anche la babysitter ora?» - ridendo Nur le passò la ciotola ricolma di pop-corn.
«Non mi dispiace farlo con lui, per nulla proprio...» - ridacchiò Lou riempiendosi la bocca di chicchi scoppiati e croccanti deliziosamente insaporiti alla paprika.
«Pensavo che ti avrei sentita ululare e invece si è addormentato?» - la prese in giro Nur ghignando.
«Piantala.... - Lou le tirò dietro una manciata di pop corn - era veramente stanco: non era mai successo prima... di solito non mi fa arrivare al divano che già parte il “Walzer dell'Ormone”; ha delle occhiaie tremende e il visto tirato... temo che il suo lavoro non gli stia dando tregua e nelle ultime settimane non ha dormito affatto. Tra me e la musica, ho paura non si sia riposato per nulla.»
«Uhm...»
«La smetti di mugugnare? Sono così contenta che lui sia qui con me, anche se avrebbe potuto benissimo starsene a casa sua, viene qui, sempre e comunque... vuole stare con me! Mi sembra così strano che qualcuno cerchi la mia compagnia. Con Andrea ho sempre dovuto elemosinare per attirare la sua attenzione, un abbraccio o un bacio... era vicino a me solo quando “ne aveva voglia” e anche lì era frettoloso e prepotente. Ville è così diverso, così dolce e divertente...»

Nur la fissò masticando rumorosamente.

«Che c'è?! - chiese Lou sentendosi osservata – Perché quella faccia?»
«Mi stavo chiedendo come hai fatto a sopportare per così tanti anni quella specie di scimmia ottusa di Andrea... che ci trovavi in lui non l'ho mai capito... è così diverso da te, come il giorno dalla notte.»
Lou sospirò.
«Già, me lo chiedo anche io... ero piccola, inesperta e stupida e lui era il ragazzo più bello che avessi mai visto fino ad allora... o forse l'unico che mi aveva notato e fatta sentire carina.»
«Umpfh... l'ho sempre detestato. Pallone gonfiato.»
«Sì, lo so, me ne hai già reso partecipe... - sussurrò Lou – Che ne pensi di Ville? Sul serio.»

«Ancora?! Lo sai che mi piace per te... siete compatibili e in qualche modo penso vi completiate; non lo conosco abbastanza da poter dare un giudizio preciso... ma da quel poco che vedo, è a posto. E ti rende felice e serena, per quanto serena tu possa mai essere, il che non può che fargli ottenere dei punti a suo favore.»
Lou ebbe improvvisamente voglia di tornare in camera per stargli vicino, ma decise di aspettare ancora prima di disturbarlo con la sua irrequietezza.
«Rilassati, Lou...» - le disse Nur tornando a guardare la tv.


Lei sorrise.
«È quello che mi dice sempre anche lui...»
«Lo vedi? Lo dicevo io che è un tipo intelligente...»

Lou lanciò un'altra manciata di mais scoppiato in direzione della sua amica, ridacchiando.






******






La scena clou del film prevedeva la tanto attesa apparizione del fantasma che aveva ossessionato la protagonista per quasi l'intera pellicola: Lou e Nur erano concentratissime, ad occhi sgranati al buio, fissavano lo schermo rannicchiate sul divano, trattenendo il fiato in attesa del finale.
«Buh...» - una voce cavernosa alle loro spalle, sussurrata e profonda le fece saltare su urlando.

«VILLE!» - urlarono all'unisono le due ragazze, che erano impallidite al suono della voce.
Ville se la rideva appoggiato tranquillo allo schienale del divano dietro di loro.
Nur aprì la bocca per rimbrottarlo con qualche sua battuta sferzante ma le parole le rimasero in gola e la sua amica temette che le sarebbe caduta la mascella: Ville era a petto nudo, i capelli scarmigliati e selvaggi.

I boccoli castani danzavano attorno al viso affilato, le labbra erano gonfie e morbide come sempre appena ci si sveglia, gli occhi languidi di chi è appena riemerso dal mondo sei sogni.
«Chiudi la bocca, Nur... - le sussurrò sghignazzando Lou – Valo, sei sempre il solito...»
Ora la sua simpatica coinquilina vedeva con i suoi occhi quello che vedeva lei ogni volta che Valo passava la notte da lei.
Ville le guardò entrambe ridacchiando.

«Vi ho rovinato il finale...» - disse con la sua voce roca e sexy.


"Se apparirai sempre così, potrai rovinarmi qualsiasi cosa ogni volta che vuoi..."


«Valo, se fossimo state al cinema ti avrei chiesto un rimborso!» - disse Nur appena si fu ripresa dalla visione del Valo mezzo nudo nella loro cucina.
«Scusate ancora... - ghignò lui – Sei andata via...» - disse guardando Lou e aggrottando le sopracciglia, causando uno sfarfallio nella pancia di lei.
«Ehm... volevo che dormissi e io mi agito, lo sai... ti avrei tenuto sveglio.» - rispose Lou cercando di tenere un tono neutro, tentando invano di concentrarsi su qualcosa che non gli facesse venire l'impulso di trascinarlo a letto in quello stesso istante.

«Uhm-uh...»- mormorò lui fissandole le labbra con un sorrisino furbo.
Nur guardò prima l'uno poi l'altra e si alzò dal divano ridendo.

«Ooooook ho capito, va... meglio chiudermi in camera con le cuffie, perché Valo ha una faccia che non promette affatto bene per te mia cara... - disse rivolgendosi a Lou che era arrossita fino alle orecchie – Vi auguro una buona notte... o meglio: una buona continuazione.»
«Sogni d'oro Nur...» - disse Valo con un sorriso che aumentava di minuto in minuto.
«Vedi di sfottere poco, Valo... a domani.» - ridacchiò lei, sparendo in camera da letto, chiudendola piano dietro di sé.

Ville tornò a guardarla con la testa piegata di lato e gli occhi verdi ridenti.

«Dicevamo?» - sussurrò posando il viso su una mano, sempre rimanendo nascosto dietro il divano.
«Me la pagherai per avermi rovinato il finale del film.» Lou strinse gli occhi in una stretta fessura.
«Davvero? In che modo?»
«Lo vedrai.» - disse alzandosi per girare intorno al divano, avvicinandosi fino a sentire il calore del corpo di lui; infilò un dito nella cintura dei jeans tirandolo verso di sé.
«Che paura...» - bisbigliò, accarezzando con un dito in lenti cerchi, la mano che lo teneva legato alla cintura.

Lou sollevò il viso, alzandosi in punta di piedi per baciargli il mento.
Subito le braccia magre la catturarono stringendola a sé, sfregando le labbra sulla guancia.
Il contatto con la sua pelle calda, liscia e l'odore che emanava ebbero l'effetto devastante che avevano di solito sui suoi sensi: il dito si spostò lungo il bordo dei jeans, raggiungendo il retro e lasciò il posto alla mano che come aveva già fatto in occasione del loro primo “incontro”, si insinuò all' interno per afferrare con decisione un gluteo tondo.

«Zarda, stai scherzando col fuoco.» – le disse Ville, abbassando ulteriormente il tono di voce fino ad un basso mormorio, profondo come un tuono, mordicchiandole le labbra ad occhi socchiusi.
«Uhm... Valo... - sussurrò passando piano la punta della lingua sulle labbra – ti devo pur punire in qualche modo...”.
«Se proprio devi punirmi, - soffiò sulle labbra in un sussurro bollente, prendendole la mano libera e la fece scivolare lentamente dal petto fino al davanti dei jeans, fissandola negli occhi e sulle labbra un ghigno sexy che la fece rabbrividire dalla testa ai piedi – fallo bene...»





******





«Uhm... - Lou non voleva svegliarsi: stava facendo un sogno dove lei era cullata dal movimento dell'acqua e stava bene, si sentiva rilassata e in pace... qualcosa le stava solleticando la punta del naso dolcemente ma con insistenza. - Katty, smettila...» - mormorò infastidita rifiutandosi di aprire gli occhi.

Sentì sulle labbra la punta umida di una lingua calda e subito dopo un mento ispido maschile.
Sollevò una palpebra trovandosi a fissare un paio di occhi verde giada, felini e caldi.
«'Prinsessa' devo svegliarti come la bella addormentata a furia di baci?» - ridacchiò a bassa voce Ville sfiorandole la fronte con le labbra piene e morbide.
Lou si lamentò eccessivamente avvicinandosi e nascondendogli il viso nel collo e intrecciando le gambe a quelle di Ville, scese con una mano sul sedere a reclamarlo come sua proprietà.

«Devo dedurre che la notte scorsa la lezione non ti sia servita...»
La mano calda, enorme e affusolata di Ville si spostò lentamente dalla nuca, lungo tutta la linea della sua schiena fino a fermarsi appena sopra i glutei, sfiorando le fossette.
«Sono stanca...» - mormorò Lou contro la pelle sottile e liscia del suo collo, sorridendo sotto i baffi sentendogli trattenere il fiato.

«Ogni volta che fai così ripenso alla notte in cui ci siamo conosciuti...» - bisbigliò Ville premendole la mano sulla schiena, avvicinandola a sé proprio come aveva fatto la prima volta.
Lou sollevò il viso a sbirciarlo da sotto le ciglia trattenendo il fiato sotto il suo sguardo intenso.
Si guardarono in silenzio per lunghissimi instanti, entrambi trattenendo il respiro per paura di spezzare quel momento.

«Sei così bella, 'Prinsessa'... e non voglio perderti.»
«Perché dovresti, Ville? Io non voglio lasciarti.»
«Quando sono così felice e sereno ho sempre paura che prima o poi accada qualcosa che possa ribaltare in un istante la situazione, che possa finire...»
«Sei felice davvero?»

Lou lo chiese a bassa voce, con timore, quasi avendo paura di sentire la risposta o temendo di essersi sbagliata, di aver sentito male.
«Certo che lo sono, Lou... sono felice e sono sereno, perché sono innamorato di te.»

La sua risposta. Semplice e sincera.

Gli occhi limpidi e avvolgenti, come le braccia che la stringevano; occhi che le sondavano l'anima e il cuore come nessuno prima.
Aveva immaginato tante volte il momento in cui lui le diceva cosa provasse per lei, lo aveva sognato e niente... niente era paragonabile a quello che stava provando lei in quel momento, niente paragonabile alla realtà.
Stretta tra le sue braccia, il corpo intrecciato al suo, gli odori di entrambi che si mischiavano, la luce rosa che filtrava dalla finestra socchiusa, il cantare lontano di uccellini, in ronfare lento e regolare di Katty ai piedi del letto.

Un groppo in gola non le permetteva di spiccicare parola, continuava a sbattere gli occhi temendo di iniziare a piangere inondandogli la spalla ossuta; voleva dirgli quello che sentiva, che lo amava e che non poteva più immaginare la sua vita senza di lui, ormai...
Voleva dirgli quanto stava bene con lui, quanto si sentisse amata e desiderata, quanto la sua presenza fosse fondamentale, di come i suoi occhi e il sorriso fossero in grado di riempirle la giornata, di come amasse sentire le sue labbra sfiorarle i capelli, del fatto che avrebbe potuto riconoscere il suo odore in una stanza affollata, di come la sua voce la toccasse nel profondo, dell'effetto che le faceva sentirlo cantare, di quanto fosse speciale Ville Valo il cantante degli HIM che era capace di scrivere testi romantici e strazianti, di quanto invece fosse unico Ville... Ville e basta.

Ville che aveva raccolto un gatto mezzo morto in una notte nevosa, Ville che mangiava con i suoi amici nel salottino scialbo di casa sua, che faceva colazione a letto con una gatta rompipalle in grembo, Ville che le sussurrava all'orecchio frasi da poesie in finlandese di cui lei capiva meno della metà, mentre faceva l'amore con lei.

Incapace di staccare gli occhi dai suoi continuava a guardarlo, vagando sul viso imprimendone ogni particolare nella sua memoria, deglutendo ad intervalli regolari.
Le sorrise comprensivo quasi capisse perfettamente cosa stesse succedendo dentro di lei.

Sì, era certa che poteva sentire distintamente il battere furioso del suo cuore impazzito, che era consapevole della stretta compulsiva delle mani sul suo corpo magro.
Lou prese respiro ma divenne una specie di singhiozzo mal trattenuto.

«Ville...»
«Lo so.»





******






Quando fu certa che lui fosse già fuori casa, in strada e persino negli studi ormai aveva aperto gli occhi e subito dopo aveva starnutito.

«Eh, brava stattene nuda con le tette al vento per ore, solo perché lui ti ha detto di farlo...» - borbottò tra sé acida, ma con dentro lo stomaco un rimescolamento impetuoso che faceva fatica ad assimilare e arginare.
Si alzò inquieta per buttarsi sotto una doccia bollente anche se l'ultima cosa che avrebbe voluto era togliersi l'odore di Ville di dosso.

Nur era in camera sua intenta a smaltarsi le unghie di rosso fuoco quando lei entrò silenziosa.
«Ehi , buongiorno... - le disse sorridendole furba – dormito bene?!»
«Umpfh... non ho chiuso occhio.»
«Oh, che peccato... quando mi dispiaceeee... e infatti sentivo che ti lamentavi anche tu stanotte. Due volte, per essere precise. Ti lamentavi così tanto che mi sono dovuta mettere le cuffie per prendere sonno...»
«Piantala... - ridacchiò Lou – non mi lamento, io.»
«Ma non era stanco? Santo cielo dove le prende le energie quel rachitico? - borbottò Nur soffiando piano sulle unghie – Che poi tu miagolavi e lui quasi non si sente, tranne quando... beh, quella specie di ringhio roco che emette quando... hai capito no?»
«Sì, ho capito... c'ero anche io.»- rispose ridendo Lou sedendosi sul letto.

«Va bene, nel frattempo che facciamo? Io ho fame... facciamo colazione? O stiamo qui a parlare delle tue acrobazie notturne, mentre vaghi per casa come Penelope o usciamo e dedichi un po' di tempo alla tua coinquilina che non vedi da tanto?»
«Ci sarebbe la spesa da fare...» - iniziò Lou pragmatica ma venne interrotta subito da Nur.
«Ah no! Non cominciare con le tue fisse da casalinga disperata! Io voglio uscire e divertirmi, non fare la colf!»
«Nur, vuoi gli spaghetti al ritorno dal tuo “divertimento”?»
«Beh sì... ma...»
«Allora niente ma: taci e si va a fare la spesa e dopo forse, dico forse, facciamo altro...»
«SEI UNA PALLA, LUCIA ZARDA!» - Nur esasperata batté i piedi a vuoto sul letto, incrociando le braccia sul petto.
«Sì, lo so... – rispose Lou ghignando - E comunque non miagolo.»






******




«Non andare via...»
«Torno presto, 'Prinsessa'... te lo prometto. La notte appena trascorsa merita di essere messa nero su bianco.»  - le aveva detto baciandole le labbra ripetutamente.
«Vuoi scrivere di... noi?» - gli aveva chiesto lei curiosa e vagamente lusingata.
«Di te... di quello che provo per te... di come mi fai sentire, di come mi sento quando sono qui con te, tra le mie braccia...»

“Diglielo! Diglielo ora!Digli che lo ami, maledetta fifona!” .

Si era urlata nella testa dandosi schiaffi mentalmente.

Ma ancora una volta era rimasta senza parole al sentire quelle di lui, incapace di dire qualcosa di sensato e di dannatamente romantico come faceva lui, in maniera così naturale.
Così si era rivestito, tornando di tanto in tanto a baciarla, a sfiorarla mentre gli passava accanto nuda, per mettersi anche lei qualcosa addosso.

«Non vestirti, ti prego... rimani nuda fino a che non vado via... - le aveva sorriso languido - il pensiero di te nuda in questa stanza voglio che mi tenga compagnia tutto il giorno, fino a che non torno qui per spogliarti di nuovo...»

Si era fermata davanti a lui con le braccia lungo il corpo, lasciando che gli occhi di Ville la percorressero in lungo e in largo, come unico movimento a tradire il suo imbarazzo il piede che si contraeva nervoso sul pavimento.

«Stenditi sul letto...» - le aveva bisbigliato con la voce roca, dopo aver soffocato un sorrisino tenero vedendola ancora agitata quando gli era nuda davanti.

Gli aveva obbedito, continuando a guardarlo negli occhi.
Aveva aperto le mani sulle lenzuola e voltato il viso, inspirando ad occhi chiusi l'odore di Ville impresso nelle trame del cotone.
Lo aveva sentito muoversi piano, un fruscio di vestiti e poi il letto sotto di lei sprofondare ai lati del suo viso.
Un bacio lieve come la carezza del vento.
Le sfiorò appena le palpebre con le labbra, posandole subito dopo la fronte sulla sua.


«Tu mi ridai l'azzurro dei grandi firmamenti...»


E subito dopo era uscito silenziosamente dalla sua stanza.
Lasciandola a trattenere il fiato per lunghi istanti, tanto che aveva temuto di andare in apnea.





******






«Fermi tutti: cosa ti ha detto di preciso?»- Nur alzò le mani chiudendo gli occhi in attesa.
«Ehm... ha detto che è felice e sereno perché è innamorato di me.»
«Ok. Bene. E tu che gli hai risposto?»
«Ehm... niente... stavo per morire in realtà, non sapevo se sarei riuscita a fare il respiro successivo, con lui che mi guardava in quel modo e mi teneva stretta e... ok, picchiami.»

Lou stese le braccia poggiando la fronte sulla superficie del tavolo dove stavano facendo colazione.

«Ma sei stordita o cosa?! Ma santo cielo, tu muori per lui e quando FINALMENTE ti dice che ti ama tu non rispondi urlando che anche per te è così?!»
Nur la strattonò per i capelli su e giù, sbattendole piano la testa sul tavolo.
«Ahia! - si lamentò debolmente Lou - Uffa...»
«E lui, poverino che ha detto? Come ha reagito alla tua scena muta?»
«Ora sei la sua migliore amica? - chiese acida Lou, alzando la testa – Niente... mi ha sorriso e ha detto solamente 'Lo so...'.»
«Lo sa?! Sì, sa sicuramente che sei stordita e imbecille! Ma, dico io: non aspettavi altro e al momento opportuno sei stata zitta?»

«Uffa...» - ripeté Lou, tornando con la fronte sul tavolo.
«Senti, deve essere davvero cotto per non aver battuto ciglio davanti al tuo silenzio...»

«Ma non c'era bisogno di parole, lui lo ha capito... io stavo per crollare e iniziare a piangere dall'emozione... lui ha sentito quello che provavo perché mi ha stretto ancora più forte e mi ha baciata...»
«Ti odio.»
«Perché?»- Lou sollevò di nuovo il viso, fissando ad occhi sgranati la sua coinquilina.
«Ti rendi conto di quanto sia cotto? Di quanto ti veneri? Ti invidio molto. Mi hanno amata molti uomini, ma nessuno in questo modo...»
«Io non sono mai stata amata... Ville è l'unico che mi faccia sentire completa e “giusta”...»
«Ok, e quando è andato via come ti è parso?»
Lou alzò le spalle.
«Normale... come sempre… felice... a posto...»
«Uhm...»
Mormorò Nur, stringendo gli occhi e posando il mento sulla mano.
«Che c'è?! Stava bene, non era arrabbiato o deluso: me se sarei accorta!»

Effettivamente Ville quando era tornato a casa sua per riprendere il lavoro interrotto la sera precedente, le era sembrato sereno e tranquillo... l'aveva tenuta stretta ancora per molto tempo, sussurrandole parole rassicuranti mentre lei si calmava lentamente, stringendolo con forza a sé, temendo quasi che gli svanisse tra le braccia... e poi le aveva sussurrato quelle parole dolcissime, mentre lei se ne stava nuda, stesa sul letto con lui che la guardava....
Nur restò in silenzio guardandola con la coda dell'occhio.

«Glielo dirò quando torna. Promesso. Non ce la faccio più neanche io a trattenermi e scoppierò sicuramente a piangere; mi fa questo effetto lui... non riesco mai a dirgli cosa sento perché lui mi precede sempre e riesce a spiegarlo così bene, così facilmente... che io...»
«Sorella, è il suo lavoro esprimere sentimenti con le parole giuste, non dimenticarlo.»
«Lo so...»





******





«Sbrigati Lou! Ma tu non eri quella che usciva sempre acqua e sapone?» - Nur già sull'uscio vestita, truccata e stranamente pronta per uscire molto prima di lei e la aspettava impaziente vociando senza tregua, mettendole fretta.
Lou si guardò impotente allo specchio del bagno: c'era poco da fare per le occhiaie e il correttore non le aveva minimizzate che impercettibilmente, i capelli ricci erano un groviglio indomabile e arruffato... in compenso aveva gli occhi luminosi, così come la pelle chiara risplendeva.
Per non parlare della bocca piccola che era più carnosa e gonfia del solito.
Valo era un ottimo “rimpolpante”: gliele mordeva continuamente...
Titubanza di esprimere i suoi sentimenti a parte, era più felice che mai: aveva sempre timore che lui fosse solo un sogno e che prima o poi sarebbe svanito al risveglio... ma nel frattempo, si godeva con tutta se stessa ogni attimo che Ville passava con lei.

«Arrivo, non urlare: ti sentiranno anche a Turku...»
Si legò i capelli in una coda disordinata e aggiunse un velo di gloss color carne e uscì di volata fiondandosi verso la porta, afferrando al volo il cellulare dimenticato da giorni sul ripiano dell'ingresso.

Nur la guardò sollevando un sopracciglio.
«Tutto qui? Ci hai messo un'eternità! E sei uguale a prima...»
«Oh, piantala che palle!! Reggimi la borsa piuttosto! - sbraitò scherzosa Lou infilandosi la giacca di pelle nera – Sei diventata pesante, lo sai?»
«Uff: non ne posso più di stare chiusa qui dentro! Voglio uscire, muoviti!»

Lou ridacchiò chiudendosi la porta alle spalle, buttando un occhiata distratta al display del suo telefonino.
5 chiamate perse. E due messaggi.
Subito il suo pensiero andò ai suoi in Italia, poi pensò che l'avrebbero chiamata sicuramente sul telefono di casa nell'ipotesi che fosse successo qualcosa.
Le venne in mente che poteva essere la sua draghessa, come sempre.
Scorse le chiamate perse e si bloccò improvvisamente nel leggere il nome e il relativo numero che ora campeggiavano sul display.

Allora?! Ma insomma... - Nur si girò non vedendola dietro di lei, ma ancora ferma sul prima gradino che fissava bianca in volto, il suo decrepito telefonino. - Che c'è?»

“Devo parlarti. Ho bisogno di vederti, Lu. Mi manchi piccola. Passo più tardi.”.

E subito dopo un altro sms.
“Quei giuramenti, quei profumi, quei baci infiniti, rinasceranno... non rivestirti. V.”.

Ville... Ville.

«Lou! Che succede? Che cos'è quella faccia?»- chiese allarmata Nur tornandole vicino.

“Non ora. Perché ora? Perché? No.”

Lou sollevò gli occhi deglutendo a vuoto con un senso di nausea, non vedendola realmente.

«Andrea.»



******




Angolo dell'autrice:

"MIIIII come odio Andrea! Ancora deve fare la sua comparsa ufficiale, e già lo schifo col cuore! >:("

Salve gente! Bentrovati!
Dopo quasi 4 mesi rieccoci qui... il commento iniziale è della mia Beta Deilantha ... (correte a leggere le sue bellissime FF, mi raccomando!)
Per la serie non siamo per niente di parte xD!!!
Non ero sicura di pubblicare questo capitolo: mi sembra troppo vago e generico, non so... sarà l' apatia della Musa Errante ma non mi soddisfa!
Ho messo l'elemento di disturbo che farà l'apparizione nel prossimo capitolo, ovvero l'odiato ormai da tutte Andrea!
Ne vedrete delle belle: Valo ha iniziato già a soffiiare come un gatto gigante! xD
Ditemi cosa ne pensate anche voi! Sapete che tengo molto ai vostri commenti e considerazioni!
Bene... ringrazio tutti quelli che leggono e commentano così come quelli che non lo fanno: siete tantissimi e so che ci siete.. "IO VI VEDO..." >:)
Alla prossima, che spero sia moooooooooolto presto! Byeeeeee....
*H_T*

   
 
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