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Autore: VenerediRimmel    27/10/2012    4 recensioni
Chi ha detto che una storia deve essere raccontata cronologicamente? Io voglio fare a modo mio parlando di loro, Stiles Stilinski, l'essere umano, e Derek Hale, l'Alpha.
Dopo: Lo prese per le spalle, portandolo presto e con forza a contatto con il muro, vicino alla finestra. Le iridi innacquate di un rosso spento.
“Riprendiamo da dove eravamo rimasti?” Ironizzò l’animale appena braccato, sorridendo incerto sul da farsi. Derek digrignò i denti facendo uscire un latrato distorto e mostrandogli, così, quali erano le sue intenzioni.

Prima: Insomma, tutti potevano difendersi. E Stiles? No, il sarcasmo questa volta non bastava. Lui era un essere umano, drammaticamente in pericolo di vita. Sempre.
E Stiles aveva aperto gli occhi, infatti in lui, dissipato negli angoli, necessitava il desiderio di sapersela cavare da solo. Di saper difendere lui e suo padre dai pericoli oscuri [...].
Così aveva deciso. [...] Rimaneva solo lui nella lista delle persone che potevano aiutarlo. Derek Hale. L'unico problema era: quell'Alpha lo avrebbe aiutato davvero?

Mentre: E soltanto dopo aver fissato la bocca del licantropo per un paio di secondi ed essersi morso un labbro, baciò il lupo con foga.
[STEREK]
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Teen Wolf Series'
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After, before and now...
about a story of a man with a werewolf. 



Mentre - La Festa (Seconda Parte)






Il getto dell’acqua teneva fresche le parole inespresse dell’essere umano, che ringraziava il cielo – nuovamente nell’arco di quella strana giornata – di essere ubriaco e di non essere costretto, quindi, a dover giustificare le sue avventate azioni nell’arco di quei ultimi minuti. Pensava solamente a quanto fossero calde le labbra di Derek e a quanto avesse desiderato baciarle. Era strano, comunque, perché non si ricordava di aver mai pensato di voler baciare quell’Alpha. Eppure era eccitato all’inverosimile. Strana parola da usare con Stiles, considerato che ‘inverosimile’ era la giusta espressione per descriverlo. Perciò eccolo lì, l’inverosimile Stiles Stilinski, mentre prendeva coscienza del fatto che baciare quel lupo fosse fottutamente eccitante e che, da chissà quanto tempo, quel desiderio si fosse annidato dentro di lui.

Dall’altra parte, Derek Hale pensava al fatto che non si era mai ritrovato in una situazione simile, prima d’ora. Solitamente era lui a padroneggiare una situazione e, invece, in quel preciso istante, non sapeva proprio dove tutta quella… cosa lo stesse conducendo. Eppure, c’era stato un attimo in cui aveva potuto decidere come lasciar correre quella tremenda circostanza. Difatti, il ragazzino lo aveva afferrato e spinto sotto l’acqua, ma non lo aveva baciato immediatamente. Anzi, si era limitato a fissarlo con quelle enormi iridi dorate e si era semplicemente morso un labbro. E Derek lo aveva capito all’istante, era stato proprio quel maledetto gesto ad avergli resettato la mente. Altrimenti, ne era certo, avrebbe saputo prendere una decisione, in modo più coscienzioso. Purtroppo – però – Stiles si era morso il labbro e qualcosa dentro di lui si era animato e agitato, scatenando nel suo stomaco una centrifuga ineccepibile.

Insomma, la sua ultima storia risaliva alla sua vecchia vita, quella che aveva abbandonato per scoprire chi avesse ucciso sua sorella. La sua ultima avventura era stata con una donna, più che altro.
Da quando gradiva baciare le labbra di un uomo? In effetti, non si era mai posto il problema. E ora era troppo tardi, perché la situazione lo aveva condotto ad un fatto bello e compiuto. A Derek Hale facevano effetto – anche – le labbra di un uomo. Di quel ragazzo. O forse era soltanto disperato dopo tanti mesi di astinenza?
No, in un momento ricordò il bacio di Erica e capì di sbagliarsi, poiché se avesse avuto ragione e, quindi, fosse stato spinto soltanto a causa dell’astinenza, baciare la sua Beta gli sarebbe dovuto piacere. Invece non era stato così. A Derek piacevano quelle labbra, quella lingua. Quel corpo.
Considerò la situazione in cui si trovava: le labbra di Stiles erano fredde e sapevano di Jack Daniel’s, il sapore della sua bocca era piacevole, sebbene spesso anche il solo odore dell’alcool gli desse tremendamente fastidio. La sua lingua curiosa, come lo era il soggetto che lo stava baciando, aveva bussato presto alla sua bocca e il licantropo gli aveva dato – senza troppi scrupoli – il permesso di approfondire quella problematica situazione. Perché era chiaro che fosse un problema. Fottutamente eccitante, ma problematico fino all’inverosimile. Inverosimile. Si era ritrovato a pensare a Stiles con quell’espressione, fin troppo spesso. Infatti era vero, quella parola lo descriveva alla perfezione.

Nonostante i suoi pensieri fossero così contrastanti l’uno dall’altro, Derek si era alzato e aveva trascinato con sé il corpo del ragazzino.

Il mugugno che Stiles fece, quando Derek lo costrinse contro la parete della doccia, lo destabilizzò ulteriormente. Perché quella situazione era così eccitante? Era assurdo. Avrebbe dovuto staccarsi immediatamente, fissare con disgusto quel essere umano e scappare via. Avrebbe dovuto, certo. Invece cercò di spogliare il ragazzo, togliendogli la maglietta. E questo perché anche un semplice gemito di dolore – o forse di piacere – dell’altro, lo aveva condotto verso l’irrefrenabile lussuria di viversi quel momento.
Si staccò con rammarico dalle labbra di Derek e si lasciò spogliare e fissare, senza il coraggio di guardarlo in faccia. Si morse nuovamente il labbro, senza nemmeno rendersene conto. Il lupo, però, al quale quel gesto faceva uno stranissimo effetto, continuò a fissarlo con uno sguardo furibondo. Stiles rabbrividì, nonostante l’acqua fosse ghiacciata sapeva che non era la temperatura dell’ambiente la causa di quelle strane emozioni.
Non si era mai posto il problema di cosa o chi gli piacesse. Fin dalla terza elementare provava qualcosa di forte per Lydia Martin. All’inizio era quell’amore incosciente che si prova da bambini, poi aveva creduto di amarla sul serio e, infine, si era ritrovato a provare un’irresponsabile eccitazione – benché questo fosse accaduto nell’età adolescenziale e si suppone sia cosa normale a quell’età.
Tuttavia era anche vero che i ragazzi non gli erano mai stati del tutto indifferenti. Insomma, i bei ragazzi. E nonostante questo, non si era mai posto la domanda: ‘Stiles Stilinski, sei etero, omo o bisex?’ Ma questo perché in realtà, fino ad allora, non c’era mai stata l’occasione che la sua eterosessualità –convinta, per modo di dire – fosse messa alla prova.

Perciò si era ritrovato a baciare le labbra dell’Alpha senza un valido motivo. Certo, si era messo in testa l’idea che avesse agito a causa del Jack Daniel’s. Ma, andiamo, chi diavolo voleva prendere in giro? L’aveva baciato perché la doccia era sempre stata una delle sue fantasie erotiche preferite e Derek Hale non era, affatto, il tipo che passa indifferente.
Anzi, ora che ci pensava era giusto appunto il suo ‘ipotetico’ tipo: Capelli scuri, occhi verdi e sguardo indescrivibile; dal carattere tenebroso, piuttosto silenzioso e, raramente, sarcastico. Certo, aveva moltissimi difetti e il più grande era il fatto che fosse un licantropo sempre pronto a sbranarlo, ma Stiles trovava eccitante anche questo. O era semplicemente una scusa – anche questa – per convalidare l’idea che ci fosse un valido motivo, che lo aveva spinto fino a quella incredibile situazione?

Toccò il labbro inferiore del lupo con le sue e lo morse con i denti. Derek lanciò una protesta con un brontolio, poco convinto, che fece sorridere il ragazzino. Ciò nonostante, Stiles si scusò, baciando le sue labbra con un casto bacio, poi tornò a guardare le iridi del lupo, con estrema curiosità. Dove aveva trovato tutto quel coraggio? I suoi pensieri poco pudici lo stavano conducendo troppo in là, ne era sicuro. Accarezzò velocemente le spalle, scendendo lungo le braccia dell’Alpha. I loro corpi erano irrimediabilmente a contatto stretto, l’uno contro l’altro, mentre Derek studiava con una mano il torace ben definito dell’essere umano. Con il desiderio, espresso in volto, di approfondire quelle piacevoli carezze in qualcosa di più compromettente, entrambi fissavano le labbra dell’altro.

Quante volte si erano ritrovati nella medesima situazione a fissarsi indecentemente le labbra? Spesso, ma stavolta la situazione era ben differente. Stavolta c’era di mezzo una elettricità incontrollabile che li aveva spinti l’uno contro l’altro. Difatti, dopo qualche istante a fissarsi, si baciarono con foga. Di nuovo.


Il getto dell’acqua si riscaldò, poiché Derek si affrettò a girare la manopola dell’acqua calda. Tuttavia, quando tornò a fissare il ragazzino, i pensieri razionali tornarono immediatamente a padroneggiare nella sua mente, come se la temperatura dell’acqua lo avesse reso d’un tratto più coscienzioso.
Derek Hale aveva appena riacquistato coscienza e si domandò cosa ci facesse in quella situazione. Stiles lo fissò con cipiglio, domandandosi anche lui cosa stesse accadendo nella testa del lupo. In effetti, era stato lui a baciarlo e, sebbene si fosse dimostrato piacevolmente colpito dalla sua dimostrazione ‘d’affetto’, sapeva che l’Alpha poteva, da un momento all’altro, cambiare idea e scomparire dietro la porta del bagno.
Difatti, i pensieri del ragazzo divennero ben presto realtà. Derek Hale lo fissò con uno sguardo indecifrabile, sebbene fosse carico di una passione che a stento riusciva a trattenere, per poi uscire dal bagno a passi veloci. Lo aveva piantato in asso, sotto l’acqua calda che stava facendo ribollire la sua insoddisfazione. La sua testa era occupata soltanto da una grande domanda: Che diavolo aveva combinato?
 
 
*

 
Quando tornò al piano inferiore, zuppo dalla testa ai piedi, vide Scott che gettava dell’acqua sul viso impallidito di Isaac. Il beta, infatti, aveva gli occhi svuotati e incantati da qualcosa che soltanto lui poteva vedere. Quando l’acqua fredda lo colpì in pieno, però, si ridestò velocemente e fissò il ragazzo, che aveva davanti, con gratitudine.

“Isaac, andiamo!” Ordinò in fretta l’Alpha, avvicinandosi al ragazzo, mentre Erica e Boyd – i quali sembravano, anche loro, essere appena ritornati alla realtà – si avvicinarono a Derek, con l’intenzione di abbandonare, al più presto, quella casa. Isaac lo fissò con un cipiglio curioso per un breve istante.

“Perché sei completamente bagnato?” Chiese Scott, mentre Isaac aveva appena aperto bocca per domandare la stessa cosa. Derek lo fulminò con lo sguardo e Isaac sorrise, immaginandosi cosa fosse tacitamente accaduto al piano di sopra. Era ancora piuttosto confuso, ciò che aveva visto lo aveva spaventato da capo a piedi, ma, solamente a guardarlo, Derek Hale sembrava essere in condizioni peggiori di lui.

“Ti raggiungo dopo, resto per aiutare gli altri” Farfugliò, mentre tentava di rialzarsi. Le gambe che tremavano ancora, lo fecero sprofondare nuovamente a terra. Scott lo tenne per un braccio, mentre Lydia e Allison – la quale di tanto in tanto lanciava degli sguardi preoccupati nella direzione di Scott – aiutavano un Danny piuttosto confuso a riprendersi. Derek intuì che il suo beta non riuscisse ancora a mettere a  fuoco la realtà, ma sapeva anche che appena si fosse ristabilito, sarebbe tornato alla tana senza troppi scrupoli; perciò si limitò ad annuire e a fissare gli altri due beta, prima di scomparire dietro la porta d’ingresso.

“Ti senti meglio?” Gli chiese Scott, fissandolo sinceramente preoccupato. Nemmeno una volta si era girato a guardare la sua ex ragazza per sincerarsi che stesse bene. La sua attenzione era passata dal suo migliore amico, Stiles, all’intero gruppo, per poi concentrarsi sul primo che aveva iniziato ad avere un’allucinazione, Isaac Lahey.
Il licantropo annuì incerto, rabbrividendo alla visione di suo padre che tentava di afferrarlo per picchiarlo. Scott lo vide sbiancare e si affrettò ad aggiungere: “Qualsiasi cosa hai visto, ricordati che non era reale”, mentre stringeva la presa ferrea sulla spalla del lupo. Isaac sorrise rincuorato. Già, non era più reale, ma c’era stato un tempo in cui lo era stato e aveva fatto male. Rabbrividì ancora, mentre tentava nuovamente di alzarsi. Fortunatamente, grazie all’aiuto del moro, riuscì a mantenersi in piedi e a controllare la situazione. Lydia era passata dall’aiutare Danny allo stringere con rassicurazione Jackson Whittemore che, nonostante anche lui fosse tornato alla realtà, tremava come una foglia. “Non sei più un kanima, Jackson. Mi dispiace, mi dispiace. Non ho considerato tutto questo, pensavo solo che potessimo divertirci tutti quanti, nessuno escluso” Farfugliò, baciandolo con estrema tenerezza sulle labbra. Isaac alzò gli occhi al cielo e vide Scott imitarlo, poco dopo, per lo stesso motivo. Si fissarono con un sorriso insolito nello sguardo, senza saper bene cosa dirsi. Fino a quando, per lo meno, Scott non sbiancò e non lo fissò con gli occhi sbarrati.

“Cosa hai detto?” Borbottò il moro, indietreggiando. Isaac lo fissò scioccato e, senza pensarci molto, lo afferrò per un braccio, conducendolo velocemente in cucina. Prese un bicchiere e lo riempì d’acqua, la quale finì subito sul viso del licantropo, che aveva iniziato già a tremare.

“Scott, forza, non è la realtà!” Gli ululò, scuotendolo, mentre il ragazzo accigliava lo sguardo e tentava bruscamente di mettere a fuoco la situazione.

“LASCIAMI ANDARE!” Urlò il lupo, strattonandosi dalla presa dell’altro. Isaac lo lasciò fare, mentre velocemente apriva l’acqua del rubinetto. Poi, prese Scott per un braccio, trascinando con violenza la sua testa sotto l’acqua. Soltanto in quel momento, Scott tornò alla realtà e Isaac si lasciò andare in un sospiro.

“Grazie, amico… Lo strozzalupo è incredibile, anche se pochi minuti fa ti ho aiutato, non ho saputo proprio distinguere la realtà dall’allucinazione…” Affermò, pochi secondi dopo, con affanno. Isaac gli accarezzò velocemente il braccio che, invece, poco prima aveva afferrato con estrema irruenza; ma alcune scosse incomprensibili, che entrambi sentirono, al contatto delle loro pelli, lo fecero arretrare. Se non fossero stati troppo confusi e pudici, avrebbero potuto intuire che ci fosse della chimica tra loro. Tuttavia gettarono quello che era appena accaduto nei meandri della loro mente e tornarono nella sala da pranzo per concludere quell’assurda festa.

 
*

 
Scott lo aveva riaccompagnato a casa, entrambi stranamente taciturni lungo tutto il tragitto. Si erano salutati davanti casa Stilinski, con la promessa di incontrarsi l’indomani per fare qualche tiro di lacrosse.
Stiles pensava a tantissime cose, piuttosto che concentrarsi su la più dolorosa e insoddisfacente. Faceva di tutto pur di non pensarci, eppure la testa tornava a Derek Hale che era scappato dopo essersi lasciato andare ad un bacio poco razionale e molto infuocato. Brontolò a bassa voce, mentre con passo trascinato si dirigeva verso la sua stanza, al piano di sopra. Suo padre russava sul divano, prospettiva che lo ingrigì ulteriormente poiché era segno evidente che, anche quella sera, senza di lui a controllarlo, aveva esagerato con il mangiare.

Quando entrò nella sua stanza, si affrettò a spogliarsi dei vestiti, ancora bagnati, e a ficcarsi dentro la doccia, sperando di congelare i suoi pessimi pensieri.
Dannazione, era eccitato e non c’era niente che riuscisse a calmarlo. Nemmeno la rabbia. Nella sua testa c’era soltanto Derek Hale. Come se, soltanto a causa di un maledetto bacio, ora, fosse imprigionato in un labirinto che conduceva soltanto a dei pensieri indecenti sull’Alpha. Era un ragazzino e si colpevolizzò per la poca capacità di non riuscire a pensare ad altro.
Tutto questo per colpa del sesso e della sua poca attitudine ad esso. Ora che gli era stata aperta una porticina, infatti, non riusciva a tornare indietro facendo finta di non averla mai aperta. Eppure cosa era mai successo? Un bacio, uno stupidissimo e… magnifico, irruento e passionale bacio.

Fottiti, Stiles. Uno stupidissimo e inconcludente bacio. Non c’era stato nessun accenno a qualcosa di più.
La doccia. Sì, quella maledetta fantasia erotica lo aveva destabilizzato e condotto verso qualcosa che, nella realtà, non era successo.
Anche se Derek Hale lo aveva spogliato e aveva tentato di approfondire…

Fottiti anche tu, Derek. Quel cane fifone se l’era squagliata appena aveva fatto capilinea in lui l’idea che stava per fare sesso con Stiles Stilinski, il pezzente essere umano.
Fece una smorfia e uscì dalla doccia che, invece di calmarlo, aveva amplificato il suo malumore. Si infilò frettolosamente un paio di boxer e uscì dal bagno, in direzione della sua stanza.
Con che coraggio, d’ora in poi, avrebbe guardato l’Alpha? Sperò con tutto se stesso che Derek Hale decidesse di andarsene dalla cittadina di Beacon Hills e di non fare più ritorno, ma si maledisse nuovamente per la stupidità dei suoi pensieri, mentre si infilava sotto le coperte.

Non aveva nessuna voglia di dormire, nonostante fossero le due passate, poiché la sua mente era troppo occupata a trovare mille pretesti per non uscire più di casa. C’era la malattia incurabile, la morte istantanea e la possibilità di esser diventato pazzo. Nessuna delle opzione, però, lo calmò fino al punto di addormentarlo. Soltanto quando, al pensiero di una morte precoce dell’Alpha, i muscoli si sciolsero e la tensione dell’eccitazione non ancora assopita si calmò, Stiles Stilinski cadde in un sonno senza sogni.

 
*

 
Aveva fatto una stronzata, continuava a ripetersi Derek. Tuttavia se il lupo credeva di averla fatta baciando l’essere umano, si sbagliava di grosso. La sua testa, in quel preciso istante, gli stava dicendo che aveva sbagliato ad andarsene. Digrignò i denti e brontolò qualcosa di incomprensibile, mentre si rigirava sul materasso, gettato al centro di quella che, in teoria, era stata la sua stanza. 
Era assurdo che stesse realmente pensando all’idea di aver sbagliato a scappare. Forse il desiderio assopito lo stava ingannando? Si alzò velocemente, afferrando la prima cosa che gli capitò nelle mani e scaraventandola contro il muro. Era arrabbiato per i suoi pensieri inconcludenti.
Doveva mettere in chiaro nella sua testa quello che aveva fatto e il motivo che l’aveva spinto a farlo.
Stiles lo aveva baciato e lui aveva corrisposto. E gli era piaciuto fino al punto di volerlo possedere. Si era ritrovato eccitato come non gli accadeva da tempo, eppure era scappato. Infatti quando aveva fissato – nuovamente – le iridi ambrate dell’essere umano, se ne era andato via. Perché?

Non c’era un motivo, se ne era andato. Punto.

Tentò di giustificarsi, pensando al fatto che fosse pericoloso lasciarsi andare a una situazione del genere, ma sapeva di mentirsi perché, anche se Erica e Boyd erano stati attaccati da un branco di Alpha, questi sembravano essersi dileguati. Era pericoloso, quindi, per lui che si era imposto di non avere più legami? Forse, ma ora il desiderio bruciava fin sotto la pelle e quell’assurda giustificazione non lo placava, né tantomeno lo faceva sentire meglio. Sapeva che, anche a costo di legarsi, avrebbe voluto con piacere continuare a baciare quelle labbra.

Cazzo, ma poteva pensare sul serio ad una cosa del genere? Non era affatto da lui, da Derek Hale. Insomma, quando mai due labbra e un corpo – bagnato – gli avevano fatto questo effetto?
Pensò a Katherine Argent. Con lei aveva sentito le stesse cose, sebbene ci fosse stata di mezzo una vera relazione. Ora si trattava di Stiles Stilinski, il che diceva già tutto.
Con Stiles non era iniziato un bel niente e già si ritrovava in quella situazione ridicola. Lo sapeva bene, Derek, che quando si lasciava andare in qualcosa, questa finiva sempre con il comprometterlo troppo. Perché era più forte di lui, quando si legava a qualcosa era per sempre, nel bene e nel male.

Come il suo essere un licantropo, più o meno. Era un lupo fin dalla nascita e lo sarebbe stato per sempre.  Nello stesso modo funzionavano le sue relazioni. Derek Hale – possessivo fino all’inverosimile – credeva nel ‘per sempre’. Certo, non in quello dove, spesso, c’è scritto ‘e vissero per sempre felici e contenti’, no, il suo era piuttosto un’ideale macabro dell’eternità. Per questo motivo, quando le cose erano andate, come erano andate, con Kate, c’era stato in lui il desiderio di ucciderla. Perché preferiva la sua morte, piuttosto che saperla viva.

Certo, aveva fatto fuori tutta la sua famiglia e questo accendeva il lui il desiderio di vendetta, ma l’essersi legato a lei e l’essersi irrimediabilmente lasciati, questi erano stati i reali fattori che avevano scatenato, nell’Alpha, il desiderio di volerla morta. Perciò ancor prima che uccidesse la sua famiglia.
I licantropi vivevano in questo modo: Sceglievano il compagno e lo facevano per tutta la vita, e se non durava la soluzione era soltanto una: la morte.
Era una visione poco romantica, ma in questo modo il lupo donava tutto se stesso ad una sola persona. E Derek aveva fatto così con la cacciatrice, quindi, perché adesso si stava riaccendendo il desiderio di avere soltanto per lui quel essere umano?

Diede un forte pugno contro il muro e detestò se stesso per quei pensieri che gli giravano irrefrenabilmente all’interno della testa. Era assurdo, tutto questo per un misero bacio?
Sebbene volesse mentirsi, c’era stato di più del misero. Quel bacio aveva riacceso in lui tante cose inspiegabili, prima fra tutte la passione. Soffocò un latrato, mentre le sue iridi si accendevano lussuriose al ricordo delle labbra fredde e alcoliche dell’essere umano. Quel bacio lo aveva destabilizzato perché gli aveva ricordato cosa, in tutto quel tempo, si era negato. Certo, aveva avuto altre storie, ma le aveva avute semplicemente per placare la sua debolezza umana, piuttosto che per qualcosa di serio. A quel pensiero si decise.
Decise che, dopo tutto, non poteva continuare a stare in quel modo, che avrebbe dovuto affrontare la situazione di petto e che sarebbe andato a casa di Stiles pur di trovare pace. Si giustificò della sua pericolosa azione, ripromettendosi che agiva soltanto per soffocare il suo desiderio di sesso e che, quindi, non stava assolutamente scegliendo il ragazzo. Non ci sarebbe mai più stato un ‘per sempre’ nella sua vita. Non dopo quello che era accaduto con Kate.
Ma come si sbagliava, Derek Hale. Difatti, il battito irregolare lo avvertì. Tuttavia lui lo ignorò.

 
*

 
Si sdraiò nel letto di Stiles e attese che questo aprisse gli occhi, allarmato dal rumore che aveva fatto per mettersi accanto a lui. Quando Stiles compì esattamente l’azione che Derek si era immaginato, lo vide sbuffare sonoramente e girarsi dall’altra parte del letto. “Ci mancava che iniziassi a vederti ovunque” Farfugliò con la voce impastata dal sonno. Derek sorrise, alzando gli occhi al cielo, consolato all’idea di non essere l’unico ad essere quasi impazzito.

“Stiles” Lo chiamò a bassa voce, appoggiando la testa sulla mano, che aveva alzato per mettersi comodo. Il ragazzino non rispose, ma Derek lo sentì sbuffare sonoramente. Perciò tentò di nuovo. “Stiles”

“Fottuta illusione, ti sto ignorando ok?” Brontolò quest’ultimo, muovendosi nel letto, senza girarsi verso l’Alpha. “Nemmeno con la cotta per Lydia ho dovuto passare questo strazio. Va a farti fottere, ok?” Continuò con voce roca. Derek sbuffò e afferrò il ragazzino per una spalla, girandolo verso di lui.

“Peccato che io non sia un’immaginazione, idiota” Borbottò con un sorriso sarcastico nel volto. Stiles strabuzzò gli occhi e si affrettò ad accendere l’abatjour sul comodino.

“Cazzo, lo strozzalupo sta ancora facendo il suo effetto.” Brontolò, fissando il licantropo che lo guardava con aria accigliata.

“No” Affermò semplicemente il lupo, tramutando lo sguardo con uno torvo. Stiles avvicinò entrambi le mani al volto di Derek e lo toccò, tastandolo e facendogli qualche buffetto per accertarsi che fosse reale.

“Stiles, smettila o non avrai più modo di toccare altro in vita tua” Lo minacciò il lupo, infastidito dalle piacevoli scosse che, al contatto con le mani del ragazzino, aveva sentito addosso e che lo avevano rianimato inconcepibilmente.  

“Che diavolo ci fai qui?” Urlò il ragazzo, alzando appena la voce. Derek lo fulminò con lo sguardo e gli intimò di fare silenzio, portando un indice davanti alla sua bocca.

“Stai zitto! O vuoi forse farti scoprire a letto con un uomo da tuo padre?” Lo rimproverò Derek, poco dopo. Stiles spalancò la bocca e negò frettolosamente con la testa, sbiancando leggermente all’idea che il padre lo scoprisse a letto con Derek Hale.

“Per favore, potresti spiegarmi cosa ci fai nella mia stanza e nel mio letto?” Sussurrò con gentilezza il ragazzino, fissandolo sbigottito. Derek non rispose, si affrettò semplicemente a spegnere la luce della lampadina, allungandosi e sovrastando il corpo dell’essere umano che, impaurito dalle imprevedibile intenzioni dell’Alpha, si era appiattito contro il materasso del letto e aveva iniziato a trattenere il respiro.

“Voglio continuare quello che abbiamo interrotto” Si giustificò Derek, a corto di voce, mentre ritornava al suo posto, notando l’agitazione del ragazzino che aveva accanto.

“Abbiamo? Vorrai dire: che hai interrotto” Lo corresse Stiles sorridendo, consapevole che il buio fosse suo amico in quella circostanza. Derek, tuttavia, notò il dispiegarsi delle labbra del ragazzo e alzò gli occhi al cielo. “E poi il momento è passato” Aggiunse, sbuffando sonoramente. “Mica sono una macchina che si può accendere e spegnere, insomma, ci vuole la situazione e tu l’hai bruc…” Aveva tentato di continuare, cominciando a farneticare. Tuttavia le labbra di Derek lo bloccarono, posandosi sulle sue con irruenza. Lo baciò perché lo voleva da quando aveva abbandonato il bagno di casa Martin. Lo baciò perché fissarle con determinazione e immaginarsi di baciarle, non bastava più. Lo baciò per farlo smettere di parlare.
Stiles sciolse velocemente il bacio e sorrise, divertito dai suoi pensieri. “Sei un ottimo ricercatore di occasioni, Derek” Commentò, accentuando il suo sorriso. Derek si lasciò scappare un sorriso involontario, che il buio nascose agli occhi dell’umano e tornò a baciarlo con foga.

Ben presto Derek fu sopra il ragazzo, bramoso di sentire i loro corpi a contatto, come era accaduto poche ore prima nella doccia. Lasciò che il ragazzo gli togliesse la maglietta e solo per quel motivo si staccarono l’uno dall’altro. Con il pretesto di non voler smettere di baciarlo si tolse velocemente i pantaloni e poi, contento, tornò a baciare le labbra di Stiles.
Quando le loro lingue si incontrarono nuovamente, danzarono senza una melodia che le accompagnasse e, nonostante questo, contente e fameliche di essersi ritrovate, si intrecciarono mentre i loro padroni si accarezzavano con il desiderio di scoprirsi. Fu Derek il primo a sciogliere il bacio insaziabile per procedere con una lunga corsa di baci roventi sull’addome dell’essere umano. Stiles, nel frattempo, stava esultando mentalmente in tutte le lingue del mondo perché il suo desiderio dissipato, in chissà quale meandro della sua coscienza, quella sera, sarebbe stato saziato. Felice e incredulo che Derek fosse arrivato fino a lì per averlo, sentirlo, baciarlo e possederlo, come lui stesso aveva desiderato quella notte, si ritrovò ben presto a prendere il volto dell’Alpha tra le mani e a riportarlo verso di lui, per poterlo baciare e ringraziare silenziosamente. Prima di questo, però, Derek lo aveva fatto sospirare di piacere, baciandolo intorno all’ombelico, alternando di tanto in tanto i baci ai morsi. Stiles si annotò quel piccolo momento di insaziabile pienezza che i gesti di Derek gli aveva regalato e decise che, prima o poi, lo avrebbe ringraziato ripagandolo con la stessa moneta.

Il gemito roco che, successivamente, Derek emise quando Stiles rovesciò la situazione, portandosi sopra il lupo e mettendo, in questo modo, le loro eccitazioni ancora più a contatto, diede quella scossa in più al ragazzino che agì senza più il pudore ad ostacolarlo. Baciò prima un capezzolo e morse l’altro, per poi scendere a baciare il confine segnato dai boxer dell’Alpha. In quel momento Stiles lo ripagò della stessa moneta e Derek trattenne il respiro, piacevolmente colpito da tutte quelle sensazioni carnali che stava provando grazie al ragazzino. Una volta che Stiles lo ringraziò, tornò eretto a guardarlo dall’alto, con un sorriso strano in volto. Mosse il bacino in modo che le loro eccitazioni si sfregassero l’una contro l’altra e entrambi si lasciarono sopraffare dalle sensazioni effimere, piegando la testa all’indietro.

Quando, tuttavia, il licantropo volle di più, prese per la vita l’essere umano e capovolse, nuovamente, la loro posizione. Tutto ciò, però, li fece inevitabilmente cadere sul pavimento e Stiles si ritrovò a trattenere una risata, divertito dalla situazione goffa che avevano appena vissuto. Derek lo baciò, zittendo il baccano che avevano appena compiuto e che Stiles stava continuando a compiere con il ridere. Baciò l’incavo del collo e leccò il mento, prima di mordere il labbro inferiore del ragazzo. Stiles, da sotto l’imponenza dell’Alpha, alzò il bacino per sentire a contatto con la sua l’eccitazione dell’altro. Derek lo fissò con estrema ingordigia.
La bestia, imprigionata in lui, voleva possederlo fino a morderlo e a sbranarlo. L’uomo, quale era, ancorato alla piacevole sensazione di un corpo caldo ed eccitato sotto il suo tocco, irruento e bramoso, però, lo bloccavano dal compiere un tale gesto efferato.
Così, ben presto, si ritrovò a togliere i boxer di entrambi per compromettere, ancora di più, quella lussuriosa situazione. Si presero entrambi, accarezzandosi velocemente con una mano, per consolare la loro voglia di arrivare al piacere ultimo. E il loro primo orgasmo avvenne, all’unisono, proprio in quel modo. Vennero, soffocando i gemiti l’uno dell’altro, baciandosi con voracità. E successivamente, con il respiro affannato, si fissarono per qualche minuto prima di ricominciare da capo. Non erano ancora sazi.  

Si amarono con più calma e con più desiderio di prima. Si amarono nella completezza di diventare un tutt’uno, quando Stiles permise a Derek di farlo suo.
Derek, razionale e ponderato, si lasciò trasportare dalla irrazionalità e dalla passione di quel momento. Stiles, cocciuto e chiacchierone, aveva perso le parole quando tornò vicino all’orgasmo, per la seconda volta.
Si addormentarono l’uno nelle braccia dell’altro, entrambi sereni per aver consolato i loro desideri.
 
 
 
 
 
Angolo del Delirio.
Ahhhhh, questo capitolo. Bene, siamo quasi giunti alla fine, il prossimo sarà l’epilogo, ragazzi e ragazze! E benché io sia dispiaciuta della fine di questa storia, lo sono ancora di più per le poche recensioni ricevute D:
Vabbè, nonostante questo, eccomi qui con la ‘loro’ prima volta… che ve ne pare? Soddisfacente? Lo spero >.< Ho provato una strana sensazione di SODDISFAZIONE a scrivere ciò che vorrei accadesse nel telefilm. Che depravata che sono >::<
Ok, basta con il delirio…mi aspetto tante recensioni, ragazzi…altrimenti niente epilogo! :P
Ringrazio le 4 persone che hanno commentato, però! Altrimenti sarebbe ingiusto non farlo!
 
Un abbraccio,
DolceVenereDiRimmel
   
 
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