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Autore: clakis    28/10/2012    2 recensioni
Sapevo di esserci caduta di nuovo. Perchè nonostante cadevo spesso l'ascesa al suolo sembrava sempre più leggera e indolore. L'amore a volte può far male ma amare e non fermarsi è il miglior modo per rendere il mondo un posto sempre migliore. Così scelsi l'opzione migliore forse non feci nemmeno in tempo, il mio cuore aveva già scelto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Ho sempre pensato che se lascio aperta la finestra prima o poi entrerà tutto il cielo.
Ottavo capitolo :  I LOVE YOU.


Quando ripresi conoscenza, sentivo il mio corpo spento poggiato su un materasso scomodo e duro. Non riuscivo ad aprire gli occhi nonostante una consapevolezza sbiadita si faceva spazio tra gli altri pensieri. Il mio corpo pativa dolore da ogni singola angolazione di pelle e di ossa. Nonostante non riuscivo a trovare la forza per aprire gli occhi ascoltavo attentamente tutto. Sentivo il rumore assordante di un bip leggero e monocorde. Sentivo l’odore ospedaliero che mi pizzicava le narici , un misto di assenza di medicinale e disinfettante. Sentivo la voce piatta di un passante del corridoio e delle grida acute e continue di un bambino. Sentivo il mio cuore che pulsava alla stessa regolarità di un altro, a pochi centimetri di distanza. Solo in quel momento mi accorsi del suo respiro costante che picchiava il mio viso e del  suo profumo, un dolce misto di miele e di aromi prelibati. Cercai di riaprire gli occhi ma mi bloccai al suono delle sue parole e della sua intonazione famigliare.


«"Ti prego Kristen, aprii gli occhi. Spero che tu riesca a sentirmi e capisci quanto sei importante per me. Forse da un lato voglio che tu stia dormendo così non puoi sapere  il modo disperato in cui ti voglio. Sono fuggito di nuovo lo sai? Sono un povero vigliacco, codardo, vile. Spero che tu riesca a trovare altri aggettivi più forti che mi descrivano. Tu sei tutto ciò che ho mai desiderato e io ho avuto sgomento. Paura dei tuoi occhi, quell’azzurro lapislazzuli così incantevole era il mio nemico più veemente. Terrore delle tue labbra, di quel vermiglio intenso che scatenava in me i più fulvidi pensieri. Paura della fragranza che irradia il tuo corpo e dell’odore dei tuoi capelli, un miscuglio degli odori più attraenti del mondo. Paura del tuo corpo così vivace, così perfetto. Ho avuto paura di innamorarmi di te, la creatura più bella del pianeta. E sai perché ho avuto paura? Perché sono stato innamorato una volta, ma era un amore diverso, meno intenso ma lo stesso importante. Mi ha polverizzato il cuore, non lo trovavo più, come se non l’ avessi. E sono rimasto senza cuore per tanto tempo, così tanto che ero convinto di non averlo mai avuto. Ma poi sei arrivata tu e mi hai stravolto. Ho iniziato a provare emozioni , non le stesse ma decisamente più incise, intense. E io ne sono rimasto terrorizzato. Tu eri così fragile davanti ai miei occhi, tu che irradi amore a tutto ciò che ti sta attorno. Tu che eri una tentazione così forte ma io non volevo risvegliare il dolore, non volevo mai più provare uno strazio del genere. Ma adesso sono qui, contro ogni mia aspettativa, contro ogni mia regola che mi sono imposto. E tu non riesci nemmeno ad aprire gli occhi e io mi sento inutile e straziato. E riesco a percepire la voragine che cerca uno spiraglio per riuscire. Sono qui e non so nemmeno se tutto quello che sto blaterando lo senti. Aprii gli occhi . Ti prego. Io ti amo.»

Non riuscivo a dare una forma coerente ai miei pensieri. Il mio cuore batteva incontrollato, pulsava spiragli di gioia e irradiava arcobaleni ovunque. Non riuscivo a credere a tutte quelle parole, non riuscivo a riceverne il messaggio. Le parole di Stefan danzavano nella mia mente e in quel momento avrei avuto voglia di saltellare e ballare ovunque. Avrei voluto gridarli che lo amavo anch’io, avrei voluto baciarlo, abbracciarlo. Avrei voluto sentire il suo profumo e respirare l’incenso che irradiava il suo petto. Ma non trovavo la forza, ero tremendamente timida e imbarazzata. Le ferite che fino a pochi secondi fa pulsavano frenetiche , adesso erano inondate di tutta la gioia che si espandeva dentro il mio corpo. Sentivo soltanto un corpo leggero che si avvicinava a me. Avrei avuto voglia di stringerlo forte tra le mie braccia e farlo restare sul mio petto per sempre. Mi limitai a non aprire gli occhi, mi limitai a non sperare. Avevo sperato troppo nella mia vita e ogni volta ne ero uscita frantumata. Quanti colpi mortali può ricevere un cuore prima che smetta di battere? Nonostante questo mi veniva difficile non sperare, le parole di Stefan mi balenavano in mente, e ogni singola sillaba erano ondate di felicità improvvisa. Nel bel mezzo del caos frastornato che avevo dentro , delle labbra fredde sfiorarono le mie. Non so bene cosa successe, so soltanto che il mio cuore iniziò a battere frenetico e che le ferite non pulsavano più. So soltanto che ogni mia singola particella di corpo vibrò estasiata e che il sapore delle labbra di Stefan era il migliore del mondo. E in quel breve tratto che le sue labbra sfiorarono le mie capì che ormai non potevo più farne a meno. Stefan era il centro del mio mondo, il centro dei miei pensieri. Non potevo vivere una vita dove lui non esisteva. Il mio cuore batteva incontrollato e capii che era il momento di aprire gli occhi. Anche perché la curiosità mi mangiava viva: cosa  avrei visto nei suoi ?  Contai lentamente nella mente, venti trenta ..quaranta secondi. Che codarda che ero. A fatica ma con successo, spalancai gli occhi. Ciò che vidi era più che speravo. Ciò che incontrai era più che perfetto. Il volto di Stefan, a due centimetri dal mio, era tutto ciò che avrei mai desiderato in vita mia. I suoi occhi, belli da star male, mi scrutavano attenti. Erano limpidi e mi guardava come se mi amasse. Non riuscivo a pensare ad una frase coerente, pensavo soltanto ai suoi occhi intrisi di amore. Il mio cuore balbettava e quando mi sorrise, con il suo sorriso sghembo che preferivo, esso iniziò a cantare. Alla fine riuscì a parlare. Speravo che la voce non mi si spezzasse.

«Ciao Stefan

Era tutto quello che riuscii a dire. Lui mi guardò e si avvicinò al mio viso. Non ricordavo più nemmeno il mio nome.

«Kristen.»

Pronunciò il mio nome con cura e detto con il suo tono di voce, il mio nome era il più bello di tutti. Non riuscii a capire tutto in una volta quello che successe ma mi ritrovai avvinghiata al suo petto, con il braccio gessato che urlava. Le sue labbra marmoree si avvicinarono di nuovo alle mie e al contrario del bacio passato, quello fu spettacolare. Le nostre labbra si muovevano in sincrono, i nostri fiati divennero corti. Ogni volta che furono lontane dalle mie , Stefan pronunciava il mio nome, in un modo tremendamente dolce. Entrai in iperventilazione e nella stanza si udiva solo il mio cuore impazzito. Era tremendamente bello scoprire la perfezione e la morbidezza delle sue labbra. Ero in paradiso. Stefan mi sorrideva ogni volta che ci guardavamo negli occhi e capii in quel momento che non avevo mai assaggiato la felicità prima di allora. Si allontanò da me pian piano e cercò di rallentare il suo respiro. Infine mi sorrise entusiasta.

«Anche io ti amo Stefan e ieri sono stata tutta la giornata a cercarti. Dov’eri finito?»

Riuscii a pronunciare le parole con cura. Era difficile ammettere ciò che pensavo. Il suo volto divenne di pietra, i suoi lineamenti divennero tristi.

«Mi dispiace per ciò che ti ho fatto , sei qui solo per colpa mia. Mi sono rifugiato in una casa e ogni giorno speravo di dimenticarti ma come vedi mi è impossibile. Mi dispiace ancora..»

Lo fermai subito. Non doveva dispiacersi per me. In fondo ero stata io a non essere attenta alla strada. Cercai le parole con cura e lo guardai dritta negli occhi.

«Non dispiacerti, non è colpa tua. Non devi nemmeno pensarlo. Adesso sono felice.. ma quanto male mi sono fatta?»

Il suo volto cambiò espressione ,capii che stava combattendo con se stesso cercando le parole giuste per non turbarmi. Mentre Stefan era avvolto nei suoi pensieri, una donna alta e bruna entrò . Era la dottoressa Omfort. Girava voce che era in gamba.

«Buongiorno, finalmente ti sei svegliata! Vediamo un po’.. ma tutti questi sbalzi?»

Scrutava attentamente il macchinario accanto a me, non sapevo bene cosa fosse.

«Sei stanca e hai bisogno di riposare. Fra pochi minuti arriva la tua mamma.»

Quando pronunciò “la tua mamma” mi sentii profondamente sollevata. La dottoressa mise qualcosa dentro la flebo e tutto cominciò ad essere sfocato ,tranquillo. Mi allontanai in un sonno tranquillo dove la pace e la tranquillità andavano a braccetto.
Il volto di Stefan era il centro dei miei sogni. 
   
 
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