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Autore: Shark Attack    16/05/2007    3 recensioni
Si dice che nessuno può fermare Yoh Asakura quando è intenzionato a fare una cosa, e che la determinazione è tutto.
Ma lo sarà anche quando il nostro amico deciderà di trovare un buon partito per Ren Tao?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ren Tao
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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My Love…

 

              Finding My Love

      

                                    capitolo 4

                       L’incontro dimenticato

 

 

“Lo sciamano cinese sorrise e tornò al suo alloggio.

Aveva trovato una nota positiva in una giornata ultra-negativa.

E le piaceva molto.”

 

Ren quella notte non aveva chiuso occhio. Il motivo era che se lo faceva, le immagini ( e soprattutto le forme) della ragazza in bikini lo avrebbero assalito e assillato ininterrottamente. Inoltre doveva mantenere un certo contegno, visto che non aveva la fortuna di dormire in una stanza da solo: se avesse iniziato ad agitarsi o ad arrossire o, peggio, a farfugliare cose insensate nel sonno – qualora fosse mai riuscito a prenderlo – avrebbe destato non pochi sospetti o curiosoni, e tra le due la seconda era l’ipotesi che andava per la maggiore dato che i suoi compagni di stanza erano Horo Horo e Chocolove.

Ren salutò quindi la mattina seguente con un paio di occhi rossi e stanchi mai visti prima sul suo viso.

- Mamma mia, Ren! – esclamò Horo Horo non appena lo vide – Oggi non avremo proprio bisogno di combattere durante l’incontro.. basterà che i nostri avversari ti guardino in faccia che scapperanno subito a gambe levate dalla paura!

Il cinese gli scoccò un’occhiataccia che fece rabbrividire l’Ainu. – Che ti dicevo? Eh eh..

- Non hai dormito, amico? – chiese Chocolove, ricevendo come risposta un’occhiataccia identica a quella precedente. “No, evidentemente no.

I tre sciamani poi si lavarono e si cambiarono tranquillamente – AmebaRen compreso – e quando fu ora di andare da qualche parte a fare colazione il cinese s’infilò l’Oracle Bell , reagendo come i suoi due compagni si stavano aspettando da mezz’ora.

- E’ OGGI??? – urlò  senza preoccuparsi degli altri inquilini che sicuramente stavano ancora dormendo  - PERCHE’ NON ME LO AVETE DETTO!

- Guarda che Horo te l’ha detto, ma tu non hai reagito se non con uno sguardo di fuoco!

- Sì, infatti! Non è colpa nostra se tu sei comparso a mezzanotte e non hai chiuso occhio!

- Ma oggi c’è l’incontro con il Team Big Guys! Come avete potuto non ricordarmelo ieri o..

- E come avremmo potuto, eh? Tu te ne sei sempre andato chissà dove con Yoh!

Ren non odiò mai a tal punto Yoh Asakura. Le cose non si stavano mettendo per il verso giusto, ma per lo meno si era svegliato totalmente. Non che si fosse addormentato, certo..

“Una rivincita con i Big Guys era proprio quello che ci voleva, dopo ieri.. e dimostrerò a Kaori che non ho bisogno di lei” si disse soddisfatto, annuendo da solo mentre guardava l’Oracle Bell.

- Tutto okay? – chiese Horo Horo, preoccupato sia per sé che per lui.

- Sì. Andiamo pure.

 

L’officiante Pache che avrebbe seguito in diretta e fatto la telecronaca dell’incontro odierno si alzò in piedi e si sistemò gli occhiali da sole sul naso con innato charme. Poi, con l’altra mano, impugnò saldamente il microfono a forma di totem e lo fece roteare in aria per prenderlo nell’altra mano dopo una giravolta di mezzo giro.

- Beeeeeeenvenuti, signore e signori!

Tutto il pubblico, all’unisono, pensò una sola parola. Esibizionista.

Ren non pensò nulla e Horo Horo disse ad alta voce “Patetico buffone”, il che coincideva col pensiero del terzo compagno di squadra.

Avrebbero combattuto contro due energumeni e una ragazza apparentemente indifesa, e questo li agitava un poco. Le loro stature erano molto minute, così come le corporature, nonostante i muscoli dovuti ai pesanti allenamenti che avevano seguito prima di giungere lì.

- Dobbiamo farcela, ragazzi.

E aspettarono di essere annunciati per salire sul ring di battaglia, un enorme cerchio di mattonelle un po’ distrutte posizionato in mezzo al deserto, e circondato a distanza dalle gradinate del pubblico.

L’incontro, come preannunciato dalle meticolose previsioni del meteo dell’officiante, iniziò bollente a causa della giornata senza nuvole e con un sole che già all’alba era insopportabile; erano le due del pomeriggio.

- I Pache mi vogliono morti..- si lamentava Horo Horo mentre saliva sul ring – Per la prima volta nella mia incredibile vita sono costretto a duellare senza la mia fidata giacca a vento.. che sofferenza!

 Ren non era in vena di fare dello spirito. – Se interrompi l’incontro perché hai caldo ti faccio arrosto in meno di un secondo, intesi?

Nonostante la minaccia, quei toni freddi furono di conforto per il giovane dai capelli azzurri. – Grazie amico, sapevo di poter contare  su di te. Choco, sei pronto?

- Sempre pronto!

Anche l’altra squadra era salita sul ring, composta dai membri che si aspettavano nel Team The Ren.

L’officiante diede il via all’incontro,  e tutti e sei i concorrenti erano sudati come se avessero lottato per ore. Kaori in particolare, visto che era l’unica che non poteva togliersi la maglietta, per quanto scollata fosse.

- Eppure ieri c’era una splendida temperatura freschina… - piagnucolava dal suo lato del ring, mentre Chocolove e Ren cominciavano ad affrontarsi con i due energumeni, suoi compagni di squadra.

L’incontro durò meno di quanto si aspettasse Ren, ma Horo Horo non era riuscito a muovere un dito a causa del caldo opprimente nonostante si fosse svestito quasi fino alle mutande e la ragazza, Kaori, era stata attiva quanto lui, ma solo perché non era riuscita a sopportare quella temperatura ed era svenuta dopo dieci minuti dal “Fight!” del Pache.

Erano rimasti in quattro, ma nessuno era particolarmente attivo.

Ren cercò con lo sguardo il resto della banda sugli spalti, trovando tutti tranne Yoh. Il posto tra Anna e Manta era stranamente vuoto. Al posto dello sciamano incrociò lo sguardo della ragazza in bikini, quella che non l’aveva fatto dormire per tutta la notte. Indossava una splendida camicetta di lino bianca senza maniche e molto scollata, e aveva i capelli riccioli raccolti in una coda alta. L’aveva riconosciuta a stenti, e solo grazie ad un momento morto nell’incontro, in cui i due avversari si erano accertati delle condizioni della loro compagna svenuta.

Il cinese si lasciò sfuggire un ghigno. Quella doveva essere la sua “prima chance”?

Il ghigno si trasformò in una risatina nervosa mentre si scrollava dalla fronte un litro di sudore.

Chocolove lo notò. – Che hai da ridere?

- Nulla..

- Conosci quella ragazza?

- In un certo senso..

Dietro di loro, Horo Horo gettò via la 12° bottiglia d’acqua che si scolava senza ritegno.

- Adesso vengo a darvi una mano.. ce la faccio ora, mi sono ripreso..

I due lo guardarono alzarsi in piedi poggiando cautamente le mano a terra per poi saltare in aria coi palmi roventi per il contatto con la pietra bollente. Il pubblico aveva la forza di ridere e cominciò a fare il tifo per lui.

Quando i due avversari si ripresentarono, quindi, i tre giovani sciamani erano tornati in forze per combattere. E il duello riprese senza più interruzioni fino alla fine.

La ragazza sugli spalti, quella che aveva ricevuto e donato il primo vero bacio di Ren, sentiva una stretta al cuore ogni volta che il suo Principe veniva attaccato e sentiva una sensazione contraria, simile a gioia, quando la situazione si ribaltava e lui, bello com’era, a torso nudo e concentrato come non mai sul combattimento, assestava i suoi attacchi.

Infine, quando il Pache gridò nel microfono il nome del Team vincente, saltò sulla sua gradinata per la gioia e corse giù verso il ring per congratularsi direttamente con lui, ma venne bloccata dai Pache controllori del pubblico.

I due poterono vedersi solamente quando tutto il pubblico era tornato al villaggio e l’intero luogo era diventato deserto come i chilometri che lo circondavano.

Ren era appena risorto dopo aver scolato bottiglie d’acqua in quantità industriale. Aveva fatto il duro durante il combattimento, ma non era abituato quanto Chocolove a temperature così elevate.

- Ciao – esordì quasi timidamente lei, comparendogli accanto di botto, senza che avesse potuto accorgersene – Complimenti per l’incontro, sei stato bravissimo!

Sorrise raggiante, riversando nell’animo di Ren una quantità insperata d’energia. Non si sarebbe aspettato di vederla dopo così poco tempo dal loro primo incontro, eppure lei era lì, a complimentarsi con lui per la vittoria!

Mentre si rialzava, cercava con lo sguardo i suoi compagni di squadra e vide Horo Horo che s’agitava come un forsennato per liberarsi dalle grinfie di Chocolove che, con innato buonsenso, voleva lasciare Ren e la sua ragazza da soli.

Il sole era calato stranamente in fretta, ma non il caldo che aveva portato con sé.

- Come hai resistito tutto quel tempo sulle gradinate? – chiese Ren, continuando la procedura per alzarsi da terra – Non avevi caldo?

Lei rise sotto i baffi e lo guardò divertita. – No!

Lui rimase di stucco. – Vieni da un paese caldo?

- No!

- Hai sopportato allenamenti estenuanti nel Sahara?

- No!

- Avevi un ventilatore e una scorta di bottiglie d’acqua?

- No! – e aggiunse, prima che potesse farle qualche altra domanda – Le gradinate erano tutte coperte o all’ombra, e si stava benissimo, con uno splendido freschino.. anzi, faceva un pochino freddo all’inizio…

Ren per poco non scivolò dall’invidia. Lui e gli altri si erano praticamente sciolti combattendo sotto al sole cocente mentre il pubblico aveva freddo??

“Appena scopro il Pache che c’è dietro a tutto questo.. quello sarà un Pache morto”.

- Comunque sei stato davvero bravo, mi sei piaciuto, sai?

I pensieri del cinese si posarono lieti sulle parole appena udite. Le era piaciuto! E una strana sensazione d’orgoglio gli stava gonfiando il petto. Quando ci ripensò più tardi, in serata, si chiese cosa fosse stato, ma non riuscì a trovare una soluzione al dilemma. Più avanti col tempo, invece, avrebbe riso a gran voce sulla sua ottusità giovanile.

- Gr..grazie – disse, ma voleva dire ben altro.

Cadde il silenzio fra i due, e non se ne andò nemmeno quando cominciarono ad incamminarsi per tornare al villaggio. Erano completamente soli, almeno per quanti riuscissero a vedere.

- Non ci siamo ancora presentati.. – mormorò lui, preso dalla strana sensazione di disagio nel passeggiare e piacere ad una ragazza di cui non sapeva il nome, ne molto altro.

- Tu ti chiami Ren, giusto? Ho sentito i tuoi compagni chiamarti così durante l’incontro.. – gli si parò davanti, bloccando la strada con la sua mano porta a mo’ di saluto adulto – Se indovini come mi chiamo potrai stringermi la mano!

E sorrise ancora. Quel suo dannato sorriso mandava completamente in palla Ren. Cominciò a pensare a dei nomi femminili abbastanza aggraziati per una come lei, ma quando vide che rideva per tutti i  nomi giapponesi che proponeva, cominciò a domandarsi se non fosse straniera. I suoi tratti fisionomici in quel caso l’avrebbero tradita. Non sembrava occidentale.

- Di dove sei?

- England.

Ren storse il naso.

- Inghilterra.. – s’affrettò a precisare lei – Hai presente? Europa, è un’isola abbastanza grande..

- Lo so che cos’è l’Inghilterra!

- Bene. E ora che sai che vengo da lì?

- Comincio a pensare che tu non abbia un nome giapponese.

Lei sorrise ancora. – Bene! Stai progredendo!

- Sì, sì.. però io non conosco nessun nome inglese!

Il suo viso si rabbuiò lievemente, senza perdere l’effetto giocoso del sorriso. – Proprio nessuno?

Ren chiuse gli occhi e pensò ai film che aveva visto da piccolo, ma non si ricordò nemmeno un nome di personaggio femminile inglese o americano. Poi gli venne in mente un sogno che aveva fatto anni fa e che gli aveva dato tormento per un po’ di giorni perché non aveva capito cosa potesse significare un campo di grano di notte e una voce femminile che gli diceva “Deisi..

Aprì gli occhi rassegnato e guardò dritto nelle profondità degli occhi azzurro cielo della ragazza che gli stava di fronte. – Deisi.. – disse sospirando per la sconfitta per non aver indovinato il suo nome.

Si scansò di lato lasciandola perplessa per qualsiasi cosa avesse detto, ma non ebbe la possibilità di fare più di un passo che si ritrovò avvinghiato dalle sue braccia. Gli era saltata letteralmente al collo.

- Come hai fatto? – continuava a ripetere, mescolandolo con dei “Bravo” e degli altri “Incredibile”.

- Fatto cosa?

Non capiva nulla di quel che stava succedendo, ma ringraziò il cielo di essere in un luogo deserto. Non ne era sicuro, ma molto probabilmente era arrossito ancora. Lei continuava a premergli il petto col suo!

- Come “cosa”.. hai indovinato il mio nome! E dire che non è affatto diffuso, anzi! E dicevi di non conoscere l’Inghilterra e i nomi inglesi..!

Ren la staccò da sé come se avesse detto che in realtà il suo nome era Hao Asakura.

– Ho indovinato?

Lei annuì con forza.

- Ma..

Si ritrovò ancora davanti la sua mano aperta in attesa di una stretta di presentazione. – Mi chiamo Daisy Katsumoto, piacere Ren Tao!

E come dovuto ad un monotono comando, sorrise di nuovo, sprizzando gioia da ogni poro.

Più tardi, poco prima di lasciarla entrare nel suo appartamento, Ren le chiese cosa significasse il suo nome e perché mai una giapponese avesse un nome straniero. La ragione della seconda richiesta era la sua nascita prematura, durante la fine di un corso estivo di sua madre per studiare la lingua inglese.

E la seconda, era “Margherita”. Il suo nome era il fiore più bello e semplice di tutti.

Ren pensò che se fosse stata cinese l’avrebbe chiamata Cho, “Farfalla”, ma non glielo disse. Se le avesse chiesto il motivo di quella scelta, si sarebbe vergognato tantissimo di dirle che era la prima cosa che gli era venuta in mente quando l’aveva vista la prima volta, e che il pezzo di sopra del suo bikini gli aveva ricordato le ali di una farfalla…

 

Quella notte Ren dormì sereno sognando un campo di grano e una margherita…

 

 

 

 

<3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3

 

 

Ma chi si vede! Un nuovo capitolo della mi fic! Domani nevica in tutt’Italia! (seee, credeteci…)”

 

Questo era il mio commento d’apertura alla fine dello scorso capitolo, ricordate?

Beh, non ci crederete mai.. ma a Milano (dove sto io) ha nevicato realmente! Ora, però, visto che è maggio, spero proprio che non lo faccia.. magari un po’ di pioggia, che non guasta mai! ^^

Il titolo di questo chap, per inciso, è “L’incontro dimenticato” non solo riferito all’incontro che è stato disputato, ma anche per un altro fattore (vedi il “sogno” di Ren) che approfondiremo meglio la volta prossima.. che arriverà in fretta perché ora non voglio perdere nessuno per strada, la storia diventa intrigante..

 

Grazie mille ancora per le recensioni, spero che la piega della storia vi piaccia e v’incuriosisca quanto lo sono io (so che sembro stupida a incuriosirmi per una mia fic.. ma non ci posso fare nulla! ^__^)!!!

Ciao a tutti!

Alla prossima!

 

Ps- spero sia più presto!

 

   
 
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