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Autore: Emmy_Nerisse    31/10/2012    9 recensioni
Eccomi qui^^ Inizialmente questa doveva essere una One-Shot, ma dato che mi sono accorta che verrà lunghissima ho deciso di trasformarla in una FanFiction. Ma questo a voi non interesserà... Quindi arrivo al sodo.
Questa è una storia, la storia, di Farfalà e Blumiere. L'ho costruita riavvolgendo la pellicola del videogioco "Super Paper Mario", risalendo a tutti i Ricordi che compaiono tra le varie Porte della Torre di Svoltadilà e sviluppando una mia versione dei fatti sul tempo che hanno trascorso insieme, prima di quel giorno...
Spero vi piacerà e vi annuncio subito che ci saranno particolari... particolari, che nella vera storia non vengono citati e che probabilmente neanche esistono, ma... chi lo sa?
Inoltre cercherò di andare a fondo su alcuni punti, per esempio... Oh, ma che sto qui ad annoiarvi! Leggete la storia e lo saprete, no? ^^
Genere: Drammatico, Fluff, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo X - Pedinati

Otto giorni. Otto giorni senza avere sue notizie. Otto giorni passati ad andare su e giù dalla collina nella speranza di trovarlo, inutilmente.
Se ne stava lì, affacciata alla finestra della sua stanza a guardare l'altura, lo sguardo perso a osservare l'enorme albero.
- Farfalà cara, che cosa c'è che ti turba? -
Era talmente assorta che non si era accorta dell'arrivo della madre nella sua stanza.
- Nulla, non preoccuparti mamma, sto bene. -
- Non direi proprio. Sono almeno cinque giorni che non parli e a malapena mangi. -
- E' tutto a posto, fidati. - sussurrò la ragazza.
Sapphie, con aria da madre comprensiva, la lasciò sola. Sentiva cosa non andava, conosceva troppo bene la figlia, e in situazioni come queste la presenza di altre persone poteva essere d'aiuto, ma se veniva categoricamente rifiutata non valeva la pena insistere.
Farfalà sospirò "Blumi, dove sei?"
Dal momento in cui aveva capito di essersi veramente innamorata si era resa conto di quante volte, tutte quelle che lui non le era stato accanto, fin dai tempi dei loro primissimi incontri, nel suo cuore ne sentisse la mancanza.
Si voltò verso lo scaffale sopra il letto, dove aveva lasciato il libro sulle malattie Antique. Tutto il tempo che si recata sulla collina in quegli ultimi giorni quel libro era stato testimone della mancata presenza di Blumiere.
Tornò a volgersi verso la finestra. Dopo pochi istanti si accorse che l'erba era schiacciata in alcune zone regolari al fine di formare le lettere di una piccola frase che diceva 'CHE COS'HAI?'. Appena la rossa finì di leggere, gli steli verdi e giovani tornarono a issarsi su come se non fosse successo nulla.
Sospirò ancora - Non serve che scrivi messaggi nell'erba, Luv, puoi benissimo venire di persona. -
La biondina chiamata in causa saltò giù dal tetto di legno della casa - Era per non disturbarti - disse.
- Non mi disturbi, tranquilla. Nessuno mi disturba. - rispose Farfalà abbozzando un sorriso.
- Dal muso che hai non ci scommetterei. Avanti, che succede? - insisté Luvbì.
La rossa scosse il capo.
- C'entra la collina, non è vero? E c'entra anche quella "persona misteriosa" che incontri lassù ma di cui non mi vuoi svelare l'identità, giusto? - azzardò l'Antiqua degli Alberi.
L'altra la guardò con aria colpevole - Colpita e affondata. - farfugliò mentre un colore rosato le imporporva leggermente le gote.
Luvbì sorrise empaticamente - Crisi d'amore, dunque. Be', il solo modo per vincerla è affrontarla, quindi perché non ci parli? -
Farfalà la guardò amareggiata. Ormai la biondina aveva capito che quell'individuo era un "lui", non c'era nulla da fare, era la campionessa nello smascherare certi argomenti - Perché non lo trovo. - si limitò a rispondere con tono abbattuto.
Luvbì inarcò un sopracciglio - Mica esiste solo la collina. Potresti sempre cercarlo nel Villaggio, no? -
La rossa distolse lo sguardo, perplessa. Cosa le avrebbe detto, ora? Forse solo la verità, si conoscevano da quando avevano pochi anni, si poteva fidare. Ma c'era una brutta pecca di Luvbì che avrebbe potuto mettere a rischio la loro amicizia: un forte e crudo disgusto verso gli Obscuri, un razzismo nato dalle troppe dicerie sentite un po' al negozio della madre e un po' in giro, dalle storie di paura in cui i nemici erano sempre stati i membri della Tribù dell'Oscurità e da tutte le prediche apprese in età infantile e mai più dimenticate che ripetevano sempre la stessa frase: stare alla larga da loro, sono dei mostri e uccidono senza pietà chiunque li intralci, si ammazzano persino tra concittadini.
Tutte bugie, stupide falsità.
- Ehi? Mi rispondi, Far? - la richiamò la bionda, le braccia incrociate appoggiate sul davanzale esterno della finestra.
Farfalà diede di nuovo un cenno negativo della testa, sospirando e guardando a terra.
L'altra stava per parlare, ma uno strano tomo bianco sulla scrivania dell'amica attirò la sua attenzione - Che libro è quello? - le domandò.
La rossa si girò verso il punto indicato. - Be', è un libro. -
La bionda la guardò storto - Grazie dell'informazione, molto utile. -
Facendo crescere sotto i suoi piedi uno spesso ramo, Luvbì riuscì a passare dalla finestra e andò a guardare di persona di cosa si trattasse.
- 'Profeticus Lucis'? Ehilà Far, da quando calcoli le profezie? - esclamò ridacchiando.
La giovane la raggiunse - L'ho trovato da Koin e a prima vista mi è sembrato interessante. - spiegò.
La ragazza dagli occhi azzurri diede una rapida sfogliata al libro - Ma se è scritto tutto in Antiquo Antico! - corse di un paio di pagine e si fermo su una a caso - Cioè: 'Inosensu no Hāto no hachi-ko no furagumento ni bunkai Kodai no shison. Korera no sakuhin wa, " Junsuina Hāto" to yoba rete ita-kō no yottsu dake Hakari no Eiyū wa yami to subete no Sekainoowari no shinkō o tomeru tame ni, subete o atsumeru koto ga dekiru yō ni narimasu.' Mi dici cosa cavolo vuol dire?! - esclamò dopo aver letto ad alta voce un piccolo paragrafo.Farfalà si schiarì la voce - 'I discendenti degli Antiquos scomposero in otto frammenti il Cuore dell'Innocenza. Questi pezzi presero il nome di "Cuori Puri" e solo i quattro Eroi della Luce saranno in grado di collezionarli tutti per fermare l'avanzare delle tenebre e la Fine di tutti i Mondi.' - tradusse.
Luvbì si mise a ridacchiare - Ahahah! Appunto, non si capisce nien...! - corrucciò lo sguardo. - A-aspetta... Tu comprendi quello che c'è scritto?! -
L'altra annuì sorridendo - Sì. E' mio dovere conoscerlo, come futura Saggia del Villaggio. Eheh... -
La biondina era senza parole - D'accordo, come non detto. -
- E comunque più che una profezia a me sembra un racconto. Insomma, parla di Cuori Puri, Eroi della Luce, discendenti degli Antiquos, non ha nulla a che fare con la realtà. - disse Farfalà.
Luvbì si scurì improvvisamente in volto - I disecndenti degli Antiquos esistono, però. -
Farfalà inarcò un sopracciglio - Sul serio? -
- Sì. - la voce dell'Antiqua degli Alberi era ferma e seria - Hai presente quel periodo buio risalente a 3000 anni fa? Quell'arco di tempo di cui non abbiamo la minima informazione su quanto accaduto al Villaggio e alla Tribù degli Antichi di cui però c'è la certezza c'entrino i Pixl? -
La ragazza dagli occhi verdi sussultò "Il periodo buio è... in realtà è la Ribellione dei Pixl, quando gli Antiquos sono stati schiavizzati dalla Regina della loro stessa creazione!" pensò. Poi si limitò ad annuire all'amica per permetterle di proseguire.
- Ecco. Subito dopo le informazioni riapparsero come per magia e indovina qual è il primo reperto scritto risalente all'epoca. La condanna a morte per "Violazione delle Norme sull'Origine dei Pixl" da parte di dodici Obscuri e quindici Antiquos alleati con loro. Un gesto assolutamente imperdonabile. E la cosa peggiore è che la metà di queste persone di entrambe le Tribù sono riuscite a farla franca scappando chissà dove attraverso un portale che li condusse in un altra dimensione. Gli otto Antiquos sopravvissuti sono i discendenti! Quella storia nel tuo libro è vera e un giorno o l'altro si realizzerà o addirittura è già all'opera in quell'altro mondo, chi lo sa? E chissà che origini avrà quel tomo, da Shīfukoin non si sa mai che si compra né da dove venga tutta quella roba. - raccontò con rabbia pensando al tradimento di quegli otto membri della Tribù degli Antichi.
Farfalà era letteralmente senza parole.
- Quegli stupidi! Si sono lasciati trarre in inganno da quei dannatissimi mostri! E guarda dove li hanno portati, dritti dritti sulla forca! - tirò un pugno al tavolo - Gli Obscuri sono crudeli, malvagi, meschini, spietati e chi più ne ha più ne metta! Li odio con tutta me stessa per ciò che ci hanno costretti a passare anche dopo quel fatto là, e sto parlando della guerra che hanno causato prima del sorgere della collina! Sono solamente dei luridissimi e infami str...! - gridò.
Farfalà le si avvicinò in fretta - Ora cerca di calmarti però, oppure rischi di ribaltare la casa. - la fermò.
L'altra fece dei profondi respiri per riprendere il controllo - Scusami, non avrei dovuto comportarmi così in una casa altrui anche se qui ci abiti tu. E' solo che mi fa così innervosire! -
Far sorrise - Non importa. -
- Comunque se mai mi capitasse di trovarmi faccia a faccia con un Obscurio, chiunque esso sia e qualunque intenzione abbia, non esiterei un solo istante a strozzarlo con i miei stessi rami, è una promessa. -
Tutto quello che aveva ascoltato in quel momento era la conferma di ciò che Farfalà aveva temuto in precedenza. Per il bene suo e di Blumiere non avrebbe mai potuto rivelarle il suo segreto più grande.
Luvbì si riavvicinò alla finestra - Ora sarà meglio che vada, però. Devo aiutare mia mamma in negozio. Ci sentiamo questo pomeriggio dopo le lezioni! -
- Va bene. Ciao! - la salutò in risposta con la mano.
Quando l'amica se ne fu andata, la rossa si avvicinò al Profeticus Lucis. "'Subete no Sekainoowari'... 'La Fine di tutti i Mondi'... Se i discendenti degli Antiquos esistono, forse anche questo è reale..." pensò, cupa in volto. Tornò a voltarsi verso la collina "Devo assolutamente parlare con Blumiere."

Percepiva solo silenzio. Troppo. Con una fatica immensa riuscì ad aprire gli occhi, scoprendo di essere nella stanzina in biblioteca. Almeno così era certo che suo padre non era ancora riuscito a trovarlo. Ma da quanto tempo domiva?
Si tirò su seduto facendo leva sulle braccia, poi portò una mano al capo. Alcuni ricordi gli riapparvero nella mente: uno strano libro, la biblioteca sotterranea, quella frase. Già, quella frase... Che cosa significava "hakai suru"? E che cosa gli era successo in realtà? Non riusciva a ricordare null'altro se non quelle immagini sfuocate.
Lo scricchiolio della porta che si apriva lo fece sussultare, ma scoprendo chi fece vi capolino non poté essere che sollevato.
- Blu! Finalmente, era ora! - esclamò Kozì, radioso nel vedere finalmente l'amico sveglio.
- Ehi, Kozì! - gli fece eco Blumiere.
- Come stai? - gli domandò - Erano otto giorni che te ne stavi lì immobile senza dare il minimo cenno di risvegliarti. Mi stavo iniziando a preoccupare sul serio, sai? -
Blumiere ridacchiò - Sto bene, tranquillo, e... Aspetta, COME?! O-otto giorni?!? -
- Proprio così - annuì il viola.
Il blu era attonito - Che ore sono? - domandò
- Circa le tre del pomeriggio. Aspetta, vado ad avvisare Brack. Tu non muoverti da lì, va bene? -
- Invece io mi muovo eccome, devo andare! - negò Blumiere, saltando troppo rapidamente giù dalla scrivania causando un nuovo giramento di testa che gli fece perdere l'equilibrio e cadere addosso a una sedia.
Kozìkozì lo raggiunse e lo aiutò a rialzarsi - Non fare lo scemo, dov'è che devi scappare di così importante? -
L'altro si riportò la mano alla fronte - Sulla... sulla collina. -
Kozì scosse il capo, mentre dei brutti pensieri gli si raccoglievano nella testa - No, no, no, te lo scordi. Ora tu stai qui, Brack ti deve parlare di una cosa importante e tu devi bere e mangiare qualcosa, intesi? -
- Ma è importante anche questo. - Blumiere si sottrasse al sostegno dell'amico cercando di rimanere in piedi da solo, ma fu costretto ad appoggiarsi alla scrivania per evitare di finire a terra un'altra volta.
Il viola sorrise - Non riusciresti comunque a correre da nessuna parte, sei troppo debole. Forse più tardi, ma per ora niente da fare. -
Il blu, rammaricato, sbuffò - E va bene... Anche perché in effetti un po' di fame ce l'avrei. - confessò.
- Torno subito - disse poi Kozì uscendo dalla stanza e richiudendosi la porta alle spalle.
Nuovamente calò il silenzio.
Blumiere si sedette sulla scrivania, lo sguardo chino."Far... Sono passati otto giorni, chissà cosa starai pensando di questa mia scomparsa..." si chiese rabbuiandosi. Si ricordava benissimo che un paio di giornate prima avevano deciso di incontrarsi sulla collina, ma lui non si era presentato. Di sicuro non si era offesa, non era nella sua personalità. Temeva piuttosto che potesse essersi preoccupata troppo, fin da tentare l'azzardo di entrare nel Castello per cercarlo. Doveva assolutamente andare sull'altura e sperare che lei ci fosse per farle capire che stava bene. Sospirò"Inoltre devo dirti anche qualcos'altro, Far. Qualcosa di veramente molto importante. Non posso più tenermi dentro un simile sentimento facendo finta di nulla, soprattutto ora che è diventato così forte. E soprattutto ora che so che per te non sono solo un amico..."
Si riscosse dal suo pensare quando Brack e Kozì entrarono nella stanza.
- Eccolo qui, il bell'addormentato. - scherzò il custode.
- Ah ah ah, spiritoso. - rispose in finto tono divertito - Non hai la minima idea di quello che ho passato. E in realtà nemmeno io. - concluse abbozzando un sorrisino.
- Scherzi a parte, stai meglio? - gli domandò incupendo lo sguardo.
L'altro annuì.
- Bene - riprese Brack, poi si voltò verso Kozì - Tu va' a procurargli qualcosa da mangiare. - gli disse.
Il viola sgranò gli occhi - Cosa-come-che?! Ma... Perché io?! - ribatté tutto d'un fiato.
Il bibliotecario gli lanciò un'occhiata severa - Perché gli devo parlare di una certa questione. -
Kozì lo guardò storto - E perché non posso star qui? -
- Perché è il tuo turno di sorveglianza. - gli ricordò.
L'Obscurio del Fulmine si batté una mano sul capo - Cavolo, è vero! -
- E dato che per uscire da qui devi passare per il magazzino, prendi qualcosa. - aggiunse l'uomo.
- Ehm... Sorveglianza? - s'intromise il blu, perplesso - Che sta succedendo? -
Kozì aggrottò le sopracciglia - Tuo padre sta disseminando guardie in tutto il Castello, ti danno la caccia ogni ora di ogni giorno. Fanno irruzione nelle case, rivoltano sottosopra le intere piazze per trovarti. - gli spiegò - Mentre eri svenuto io e Brack abbiamo sempre tenuto sotto controllo la biblioteca, dandoci il cambio tra un turno di vigilanza delle sentinelle e l'altro. Alle volte quei tizi entrano per controllare e non è per nulla facile tenerli alla larga da questa stanza. -
Blumiere ascoltava attento. Non poteva credere che Arishot stesse combinando tutto questo, e per di più era colpa sua: aveva fatto trasparire quel qualcosa che il Conte era riuscito a decifrare come una paura nei confronti di qualcuno a cui teneva. Farfalà.
Strinse i pugni - Un motivo di più per andarmene da qui il prima possibile. - concluse serio.
- Invece è l'esatto contrario. La Barriera è ancora attiva, non avresti modo di scappare! - lo disdisse l'amico.
- Invece sì! - ribatté Blumiere.
- Ti catturerebbero ancora prima che tu riesca ad arrivare ai cancelli! -
- Ti sei già scordato delle gallerie? Sono quella la nostra via di fuga! -
- Io dopo quello che ti è successo non torno più là sotto. -
- Nessuno ti obbliga a farlo. -
Brack addocchiò il ragazzo dai capelli viola - Tu non dovevi andare a far la guardia, Kozìkozì? - gli chiese retorico interrompendo la discussione dei due.
Kozì mise il broncio - Non sono un cane, non serve che mi ripeti gli "ordini", ci stavo andando. - mugungnò. Poi si voltò verso l'amico - E questa è l'ultima volta che ti faccio da cameriere, Blu, stanne certo. -
Questo ghignò - Ci puoi scommettere. - disse.
L'Obscurio del Fulmine uscì dalla stanza e, controllando che la via fosse libera, percorse in fretta il corridoio che conduceva al magazzino e vi entrò. Prese lo scatolone contenente un po' di provviste di cibo e agguantò tre arance. Più in là cercò le borracce che il custode teneva da parte, scoprendole tutte vuote.
- Mi toccherà uscire, maledizione... - sussurrò.
Dopo aver lasciato i frutti sulla soglia del ripostiglio, afferrò una delle fiasche e, sempre con molta cautela, raggiunse la porta che dava sul retro della torre.
"Bene, nessuno scocciatore in vista" constatò. Corse veloce verso un albero che dava sulla strada, poi si avviò versò il pozzo guardandosi intorno.
Riempito il contenitore, stava per tornare alla biblioteca quando intravide una truppa di guardie passare. Si accucciò dietro al pozzo "Miseriaccia, proprio ora?! Se potessi disintegro-riformarmi avrei già risolto tutto."
Una volta che il drappello lo oltrepassò, fortunatamente senza scoprirlo, il ragazzo scattò verso la porta, rientrando finalmente al sicuro. Recuperò le arance e si diresse allo stanzino.
- COSA SIGNIFICA?!?! - gridò Blumiere contro il bibliotecario, facendo sobbalzare Kozì che sul momento non capì la motivazione di quel gesto, solo dopo lo collegò alla mancanza di una maglia addosso all'amico e quindi di ciò che il Brack gli aveva mostrato.
Il custode approfittò del ritorno del viola per cercare di cambiare argomento - Oh, temevo non tornassi più, Kozìkozì. Hai fatto il tuo dovere, vedo. -
Il giovane non ebbe il tempo di rispondere che l'Obscurio del Buio e Fulmine tornò a infierire contro Brack, avvicinandoglisi rapidamente. Be', almeno era riuscito a rimettersi in piedi.
- Senza fare troppi giri di parole, mi spiegheresti perché diamine ho la schiena completamente blu?! - domandò.
L'uomo si schiarì la voce - A essere sincero non lo so con precisione, però... -
- Però...? - gli fece eco Blumiere col tono di chi vuole arrivare direttamente al punto.
- Ehm... - cercò d'intromettersi il viola, venendo bellamente ignorato - Dunque... Io lascio qui tutto e vado a controllare la situazione... Ciao! - li avvertì lo stesso appoggiando le tre arance e la borraccia sulla scrivania e uscendo.
Brack continuò - E' molto probabile che c'entri con ciò che è accaduto in quello strano posto là sotto. - spiegò indicando il pavimento.
Il blu roteò gli occhi - Fin qui c'ero, solo che purtroppo non mi ricordo nulla di quanto successo. Solo qualche spezzone, tipo un libro. - espresse vago.
Il custode si allarmò - Un libro? -
- Sì... Mi sembra fosse dentro un contenitore di un materiale simile a vetro, con sulla copertina una sorta di oculo celeste e luminoso. Non era un tomo ordinario, per nulla. - specificò in maniera più dettagliata.
Il custode si rabbuiò senza darlo a vedere "Proprio l'ultima cosa di cui speravo avesse memoria", poi continuò - E a parte quello? -
- La frase in lingua sconosciuta. Ce l'ho stampata nella mente in maniera irremovibile, me la sento tutt'ora ronzare. - confessò.
Brack si prese il mento tra le dita - In effetti è qualcosa di molto strano. - poi guardò il ragazzo negli occhi, colmi di serietà - Saresti in grado... di ripeterla? - gli domandò. Doveva verificare una cosa, così sarebbe riuscito a dare una conferma più sicura anche al Lord.
Lui lo guardò con sospetto - Per quale motivo? -
- Fallo e basta - insisté con voce dura.
"Mi ricorda mio padre quando fa così..." pensò l'Obscurio più giovane - Se proprio insisti - borbottò. Poi, dopo essere rimasto zitto qualche istante guardando il pavimento e facendo cadere la stanza in un silenzio assordante, sollevò lo sguardo - Hakai suru. -
Nulla. Sul momento non accadde niente.
Poi il giovane gridò improvvisamente, stringendosi all'altezza del petto e accucciandosi a terra. Come accaduto nella biblioteca sotterranea, forti scosse lo pervarsero in tutto il corpo a partire dalla schiena e si sorprese di riuscire a rimanere cosciente nonostante quella tortura.
- E'...i-il tatuaggio... - farfugliò Blumiere, gemendo dal dolore.
Il bibliotecario lo raggiunse e gli osservò la schiena, dato che il ragazzo era ancora senza maglia. Quello che accadde sotto i suoi occhi era incredibile: a partire dal fulcro del tatuaggio altre diramazioni si dilungavano andando a ricoprire le altre già stabili e colorando la pelle del giovane di una cromatura blu fin sopra le spalle.
- N-non ce la faccio... più... B-basta! BASTA! - urlò al limite della sofferenza.
Quando il tatuaggio si ristabilizzò nella sua nuova conformazione, le scosse cessarono di colpo permettendogli lentamente di riprendersi, respirando affannosamente.
Brack lo aiutò a rialzarsi - Si è ingrandito ancora. - gli riferì.
L'altro lo guardò con rabbia - Bene. Se è questo l'effetto che mi causano quelle due parole, allora stai certo che non te le ripeterò mai più. -
- E io non ti chiederò più di farlo. Ora so che oltre al controllo del Buio è anche questa misteriosa espressione a metterti in questo stato e qualunque sconosciuto significato abbia c'entra con tutto questo. - disse l'uomo. Uno strano bagliore gli comparve negli occhi.
Blumiere lo guardò con accusazione - Tu lo sai! -
L'altro lo guardò, senza cambiare atteggiamento, rimanendo muto.
- Brack! -
- E va bene, è vero: so benissimo cosa intende "hakai suru". Ma non te lo rivelerò. - ammise l'uomo.
- Sono io quello in ballo, devo almeno avere una vaga idea di ciò che dico! - protestò.
Stettero in silenzio.
Il custode incrociò le braccia - Posso solo avvisarti che ha un significato molto oscuro. Cosa vuol dire lo scoprirai da solo. -
Blumiere abbassò lo sguardo, capendo che sarebbe stato inutile insistere. Andò alla scrivania e si rimise la maglia.
- Io vado a controllare cosa combina il tuo amico. Tu vedi di mangiare un po'. - gli disse il bibliotecario, poi uscì."Lord Blumiere Iligriv... La tua vera identità, ciò che eri un tempo, tornerà a breve... Lo sento." pensò cupo.
L'Obscurio del Buio e Fulmine sospirò, prese una delle arance che Kozì gli aveva portato e cominciò a sbucciarla.
"Com'è possibile che una frase possa influire sui tatuaggi degli Obscuri? E' una cosa a dir poco... irreale!" ragionò. "Ripeterla causa un'evidentissima estensione del disegno e per di più provoca dolore. Esattamente come se utilizzassi il dominio del Buio per farlo. Però... Perché solo io? Brack l'ha pronunciata un momento fa ma a lui non è successo nulla. Forse perché controlla solo il Fulmine o forse perché è una cosa che riguarda me soltanto in tutta la Tribù dell'Oscurità. Scommetto che neanche a Kozì accadrebbe qualcosa se lo dicesse. E' un po' come la questione del monocolo..."
Sussultò. Dov'era quell'affare? Non l'aveva visto da quando si era svegliato, ne era sicuro. Era importante, non poteva permettersi di perderlo per nessun motivo. Trangugiò la terza arancia in un boccone e si mise a rovistare in ogni mobile del piccolo studio, dentro ai cassetti, persino sotto alla libreria a muro. Niente, del monocolo nessuna traccia.
Blumiere batté un pugno sul tavolo - Dannazione! -
Poi guardò la porta "Anche se perderlo sul serio sarebbe una catastrofe, ora ho un'altra cosa ancora più fondamentale da fare: andare sulla collina e assicurarmi che Farfalà stia bene. La mia Farfalà..."
Non stette troppo a rifletterci. Prese la borraccia piena d'acqua col programma di berla lungo il tragitto nei sotterranei e corse fuori. Quando arrivò alla fine del corridoio sbirciò attento oltre allo stipite della porta, scoprendo non poco affollata la grande sala della biblioteca.
"Cunicolo segreto momentaneamente sospeso per la certissima possibilità di essere beccato, riprovare la prossima volta, grazie e arrivederci... Quindi, si cambia."
Tornò a infilarsi nella corsia, svoltò alla curva e socchiuse lentamente la porta sul retro. Nessuno in vista.
"Passaggio numero due libero."

Kozì era sulla soglia dell'entrata della biblioteca, addossato alla colonna centrale, un espressione triste in volto.
Infilò una mano in tasca e ne estrasse un piccolo e sottile disco di vetro azzurrino con un cordino arancione legato in parte.
"Scusa Blu. Non volevo lasciartelo a portata di mano, ho paura per te." pensò rigirandoselo tra le mani.
- Ehilà! - lo chiamò una voce, facendolo rabbrividire.
"Cosa vuole ora?" si chiese, riponendo subito il monocolo al sicuro.
- Coraggio, non fare l'amico su cui si può sempre contare. Dimmi dov'è nascosto Blumiere, so che lo sai. - gli disse la misteriosa persona.
Kozì la guardò, mantenendo uno sguardo più freddo possibile - E anche se lo sapessi, perché mai dovrei venire a dirlo proprio a te? - domandò.
La figura lo guardò seria - Perché di me ti puoi fidare. -
- Sì, certo, come no! Sparisci. - rispose semplicemente.
- Hai fatto come ti avevo chiesto? Lo hai seguito? Hai scoperto dove si trova l'entrata della collina? - insité l'altro.
Il viola strinse i pugni - Vattene via! Sono otto giorni che continui a torturarmi, sono stanco! -
Quel qualcuno di fronte a lui alzò le mani in segno di scusa - D'accordo, d'accordo. Solo ti consiglio di dirgli di andarsene dalla biblioteca. Prima ho origliato un gruppo di guardie e indovina un po' cos'hanno in mente: vogliono far saltare in aria questa torre se Blumiere non si farà vivo entro ventiquattro ore - gli rivelò con voce neutra.
Kozì sgranò gli occhi - No, non è vero. E poi come fai a essere così sicura che sia qui? -
- Se il tuo amico si trovasse altrove, tu e Brack non stareste facendo la ronda da una settimana. E ti consiglio di andare ad avvisarlo, forse lo potresti salvare dall'esplosione. - suggerì con finto tono amichevole.
Il giovane si trattenne dall'impeto di correre subito dentro alla biblioteca - Prima dimmi che ti hanno fatto. Tu non eri così, sei cambiata, non ti riconosco più! Sei diventata crudele... -
La figura indurì lo sguardo - Sono solo assurdità. Sei tu quello che si è ridotto a una mammoletta frequentando quel tizio, io sono la stessa di sempre. -
- Maledetta! - le gridò contro l'Obscurio, poi corse dentro la biblioteca.
La persona ridacchiò - O forse è giusto, Kozìkozì? Bah, probabile che lo sia, cambiata, ma semplicemente perché ho deciso di schierarmi con chi ha ragione. Però nemmeno io sono in torto: se tu fossi un tantino più sveglio, avresti capito di essere caduto in una trappola. Nessuna esplosione, caro mio, ma dopo che gli avrai rivelato questo fatto errato lui non avrà altro posto dove andare se non sulla collina e sarai tu a condurmi dritta dritta al passaggio segreto, ingenuo che non sei altro. - detto ciò si allontanò facendo finta di nulla. Quando giunse in fondo al viale si bloccò, voltandosi indietro con gli occhi velati da un sottilissimo strato di rimorso "Anche se in realtà non vorrei metterti in pericolo e nemmeno trattarti in questo modo, sei pur sempre..." scosse il capo "No, tanto ti ci sei ficcato dentro da solo in questa faccenda e queste sono solo le conseguenze che devi pagare per essere amico di quel... Lord... Io non c'entro, non ho motivo di sentirmi in colpa."

- Blumiere! - lo chiamò Kozì, entrando in fretta e furia nello stanzino. Non c'era.
"Se n'è andato sulla collina, non lo si può lasciare solo un attimo che scappa. E' peggio di un bambino... Però il cunicolo della biblioteca è inaccessibile, non credo proverebbe a fare una mossa tanto azzardata. Ma allora... Ha usato quello vicino a casa mia!" rifletté.
Corse immediatamente fuori e raggiunse l'abitazione che condivideva con la sorella e il padre, fortunatamente a solo un paio di isolati dalla biblioteca. Si avvicinò a un mucchio di assi nascoste dietro la piccola torre, trovandole smosse e addossate in punti differenti.
- D'accordo, è la pista giusta. - si disse. Le spostò tutte fino a scoprire una sorta di botola molto piccola. Ci entrò e, dopo aver ricoperto il buco come poté, si addentrò nella galleria.
Proseguì a tastoni lungo le pareti, finché non scorse in lontananza una lucina azzurrina.
Fece una prova: strinse una mano in un pugno e l'aprì, facendo galleggiare sopra il palmo un piccolo Lumino Fulmineo che spense subito. Era uscito dalle mura e aveva finalmente raggiunto l'amico.
Lo seguì facendo attenzione a non far rumore, non voleva farsi scoprire.
"Dato che sta andando alla collina questa è la mia occasione per scoprire il passaggio..." pensò.
Dopo che Blumiere risalì in superficie, il viola aspettò che si allontanò prima di uscire anche lui attraverso il vecchio ceppo. Dopo un mezzo minuto che sembrava infinito, fece capolino all'esterno. Tutto tranquillo, escluso il fatto di non avere nascondigli attorno nel caso il blu decidesse di voltarsi di scatto. Per fortuna quest'ultimo procedeva correndo e abbastanza spedito verso la propria destinazione, così Kozì non ebbe troppi problemi a stargli dietro.
Ai piedi della collina c'era un fitto intrico di cespugli frondosi, almeno lì avrebbe potuto ripararsi. Osservò con attezione l'amico tastare la parete di roccia in cerca di una zona vuota dall'altra parte. A quel punto spinse con sicurezza la parte individuata verso l'interno, rivelando una piccola e sottile apertura laterale. Dopo che il blu passò, quella bizzarra "porta" si richiuse da sola.
Il viola sorrise vincente "Bingo!"

- Sono in ritardooooooo!! - esclamò Farfalà guardando la meridiana esterna alla casa.
Infilò in fretta le scarpe e uscì di corsa. Solo dopo aver svoltato al primo quartiere si ricordò di potersi teletrasportare, così non esitò un istante a trasferirsi direttamente davanti all'ingresso della palestra, incontrando puntualmente Mejoritus.
- Scusa scusa scusa scusa! Lo so sono in ritardo ma ora non ho proprio tempo per fermarmi, ciao! - gli disse tutto d'un fiato gettandosi dritta verso l'aula per gli Antiquos dell'Acqua.
Spalancò la porta e scese troppo in fretta gli scalini, mancandone l'ultimo e ruzzolando a terra. Dalla classe si sollevarono risate generali, mentre la ragazza si rialzava massaggiandosi il collo dolorante ma sorridendo conscia della figura che aveva appena fatto.
L'insegnante si trattenne - Signorina Ydal, le sembra l'ora di arrivare? - le domandò cercando di mantenere un'espressione professionale.
- No e mi dispiace tanto, me n'ero completamente dimenticata. - si scusò, chinando lo sguardo.
Il professore sospirò - E va bene, non ti infliggerò punizioni, però sai cosa ti aspetta dopo le lezioni qui, non è vero? -
Farfalà si diresse al suo banco, vicino a Saffron - Rimanere a pulire i corridoi perennemente sporchi di terra e foglie di fronte alla classe degli Antiquos degli Alberi? - rispose retorica.
La conferma fu il sorrisino dipinto sul viso del professore.
Dopo quella piccola interruzione, la lezione proseguì liscia.
- In ritardo pure oggi, Far? - le chiese sottovoce Saffron.
Farfalà ridacchiò - Già... Leggere fa letteralmente volare il tempo, soprattutto se la storia appassiona. - rispose ridacchiando.
- E che leggevi di bello? - continuò incuriosita l'Antiqua dai capelli castani.
La rossa fece spallucce - Mah... un libro chiamato "Profeticus Lucis"... Narra di questi discendenti degli Antiquos che, dopo essere giunti in un'altra dimensione, scrissero questo tomo per contrastarne un altro, il suo completo opposto, cioè il "Profeticus Tenebræ", raccondando nei minimi passaggi tutte le tappe e gli ostacoli che in un futuro i quattro Eroi della Luce dovranno oltrepassare per radunare nuovamente i Cuori Puri e ricostruire il Cuore dell'Innocenza per fermare la distruzione scaturita dal Cuore Oscuro. - le spiegò, mantenendo un tono di voce bassissimo.
Saffron distese le labbra in un sorriso raggiante - Che forza! Sembra davvero emozionante. Quando lo finisci me lo dovrai assolutamente prestare, sai? -
- Credimi, lo farei senz'altro, però... c'è un piccolo problema... - le disse.
L'altra inarcò un sopracciglio - Ovvero? -
- E' scritto tutto in Antiquo Antico... - le rivelò Farfalà con un'espressione innocente in viso.
La brunetta lasciò scivolare le braccia sul tavolo, appoggiandoci sopra la testa - Come non detto... Peccato però, mi sarebbe piaciuto. - disse abbattuta.
Tre ore finirono in fretta e Farfalà, dopo aver salutato l'amica e essersi nuovamente scusata con il professore, si avviò verso le aule degli Antiquos degli Alberi.
Luvbì, che usciva in quel momento dalla sua classe, la salutò.
- Ehi, Far! Come mai da queste parti? - le chiese.
La rossa sorrise - Sono arrivata tardi anche questa lezione. -
L'amica le appoggiò una mano sulla spalla - Oggi devi avermi contagiata. - le disse ridacchiando.
Farfalà la guardò sorpresa - Cosa?! Miss Anticipo che arriva dopo l'inizio delle lezioni? Oh cielo, domani nevica! - la prese in giro.
- E' una pura casualità, comunque. Però almeno posso farti compagnia, anch'io devo dare una ripulita qua in giro. - le disse.
- Be', speriamo di finire prima. - augurò la rossa, incorciando le dita.
Si misero all'opera, Farfalà allagando il pavimento per scrostare zolle di terriccio più vecchie e mal ripulite, prosciugando poi il tutto, e Luvbì creando dal nulla dei rametti legati insieme carichi di foglie fresche che utilizzò per spolverare le zone non troppo sporche.
In circa un'ora il corridoio era come nuovo.
- E' più brillante di uno specchio! - commentò la bionda.
Farfalà invece si limitò a osservare il loro operato - Possiamo dire con certezza che abbiamo scontato la nostra pena. -
Uscirono dalla palestra, avviandosi verso la piazza.
- Sono le quattro. Mi tocca tornare in negozio, che barba! - sbuffò Luvbì.
La rossa sospirò - Invece io proverò a tornare sulla collina. Mi ero ripromessa di lasciar perdere, di non pensarci più fino a domani, ma non ci riesco. -
L'amica la guardò comprensiva - Non preoccuparti, sono sicura che un giorno o l'altro vi rincontrerete. E magari anche ti dichiari, eheh! - concluse in tono malizioso facendo avvampare Farfalà.
- Be'... In realtà non lo so se anch'io piaccio a lui... - confessò.
- Oh, avanti, non far tanto la complicata! Per me sì. Ormai da quel che ho capito vi conoscete da ben cinque mesi, se tu non gli piacessi avreste già smesso di incontrarvi! Tra te e chiunque sia l'altro c'è una sorta di catena che non s'infrangerà facilmente, vedrai. E anche se in questi otto giorni non c'era, sono sicura che non fosse per te. Magari avrà solo avuto da fare. - le disse per sollevarle il morale.
- E' questo il problema. Lui non ha buonissimi rapporti con suo padre e non vorrei che gli fosse capitato qualcosa... - sospirò triste.
Luvbì la spintonò - Mamma mia quanto sei pessimista! Un po' di grinta, su! Ora tu vai là e aspetti fin quando non arriva. E' un ordine! - le intimò amichevolmente.
La rossa le sorrise grata - Grazie, Luv. Sei proprio un'amica. -
Detto ciò cominciò a correre verso le mura.
Quando Farfalà fu abbastanza lontana da non sentirla, Luvbì rise - Ahahah! Ma dai, pensi davvero che ti lasci andare via così? Questa è la mia opportunità per scoprire di chi si tratta quel misterioso ragazzo di cui sei cotta da cima a fondo, sperando ovviamente che ci sia, e non posso assolutamente sprecarla! - si disse, mettendosi subito a seguire l'amica con passo tranquillo per sembrare il più inosservata possibile.
Quando la rossa arrivò alla quercia, quella sotto cui da tanto tempo non andava a pensare, si fermò un attimo a riprendere aria.
"Ti prego Blumi, dimmi che ci sei..." desiderò con tutta se stessa prima di riavviarsi a passo più lento verso la base dell'altura.
Due minuti più tardi Luvbì si trovava nel suo stesso punto. Non aveva bisogno di starle addosso per capire dove si trovava l'entrata della collina, le sarebbe bastato mettersi in contatto con gli steli d'erba calpestati per individuare la direzione presa dall'Antiqua dell'Acqua e Aria.
Come suo solito, una volta giunta in prossimità della piccola fessura, Farfalà si tramutò in acqua per passarvi attraverso senza riscontrarvi problemi. Fu qui che la bionda perse parte del suo tempo a riflettere su una soluzione per oltrepassarla.

Una volta raggiunto il centro della collina, la diciannovenne volò fuori senza sospettare che qualcuno l'avesse osservata da uno dei cunicoli laterali.
Kozì arretrò di un paio di passi "Quella ragazza aveva i capelli rossi... No, i capelli rossi non esistono, o almeno non tra gli Obscuri. Ciò significa che quella poteva essere una... un'Antiqua?" rifletté stentandoci perfino a credere.
Dopo essere entrato anche lui nella collina aveva perso le tracce di Blumiere e non aveva nemmeno considerato che l'amico fosse passato attraverso quel buco sul soffitto, decidendo così di esplorare un po' quei corridoi laterali che l'avevano condotto sempre al punto di partenza. Aveva deciso di riprovare la prossima volta che gli sarebbe capitato mentre percorreva l'ultimo tunnel, ma poi aveva sentito qualcuno arrivare e si era bloccato. Ora aveva capito come fare a uscire sopra alla collina.

Farfalà atterrò piano sull'erba, guardando verso il basso. Aveva paura, temeva di non trovarlo dirigendo lo sguardo in fronte a sé. Però doveva farlo. Deglutì e si decise.
I suoi occhi verdi si colmarono di gioia quando lo vide seduto ai piedi del grande albero.
- Blumiere... Blumiere! - lo chiamò con tutto il fiato che aveva in corpo, cominciando subito a corrergli incontro.
Il giovane Obscurio si voltò, incrociando il suo sguardo, senza riuscire a descrivere la felicità che lo travolse. Si alzò veloce e prese a camminare verso di lei. Non riuscì a prevedere, però, che la ragazza si sarebbe gettata tra le sue braccia, stringendolo forte e rischiando di fargli perdere l'equilibrio. Un gesto d'affetto che l'aveva lasciato a dir poco sorpreso.
Farfalà allentò la presa - Mi dispiace, non sono riuscita a trattenermi... Io... - cominciò a farfugliare temendo di aver sbagliato agendo in quel modo impulsivo.
Stava per staccarsi da lui, ma Blumiere non esitò oltre e ricambiò la stretta. Non voleva lasciarla andare, non ora che erano così vicini.
La rossa chiuse gli occhi, la testa appoggiata al petto del giovane - E-ero in pensiero per te... - disse, mentre le guance assumevano un leggero colorito.
Lui le sorrise - Non era necessario. -
Lei sollevò il capo per poterlo guardare dritto nei suolle sue iridi rosse e buone - Lo so, però... mi sei mancato, Blu. Non puoi immaginare quanto. - confessò.
Probabilmente, alle orecchie di qualcun altro, dire così solo perché non si è vista una persona per una settimana sarebbe sembrato sciocco, ma per entrambi era valsa un'eternità.
Anche se l'Obscurio era rimasto inconscio, aveva vagamente percepito i giorni andare avanti e quel misterioso vuoto nel cuore gli si apriva ogni volta di più: in quel momento la consapevolezza di sapere quanto tempo era realmente trascorso gli pesava come se lo avesse passato sveglio.
- Anche tu, Far. Tantissimo. - le disse piano.
Il battito dei loro cuori così vicini era al culmine.
Non sapevano di preciso il perché, ma sentivano che pian piano i loro visi si stavano avvicinando reciprocamente, sempre di più.
Erano molto vicini, quando un frastuono proveniente dal cratere sul pianoro li fece sobbalzare e furono costretti a rompere bruscamente quell'abbraccio.
Farfalà guardò nella direzione da cui era provenuto lo scoppio - Cos'è stato? - domandò.
Blumiere scosse il capo - Non ne ho idea, ma credo sia meglio andare a controllare. -
- Dannazione, mi volevi strozzare per caso?! -
- Probabilmente sì, che ne dici? Ti stavo puntando un ramo al collo, forse l'intenzione era quella! -
Un'altro rampicante partì, ma venne prontamente evitato.
- Beh, allora non mi lasci altra scelta, Antiqua! -
Una scarica di lampi partì contro la ragazza, che venne colpita di striscio da uno mentre riuscì a schivare tutti gli altri. Si tenne il braccio saguinante con una mano.
- Maledetto Obscurio! -
Dopo avergli scagliato una miriade di liane affilate, fece crescere a terra una radice che si attorcigliò attorno alla caviglia del giovane, allungandosi poi verso l'alto e facendolo ciondolare a testa in giù.
- Ehi! Non è valido, questo! - protestò cercando di mollare la presa, ma concentrandosi poi a caricare un fulmine.
L'Antiqua ghignò - E chi l'ha stabilito? Di certo non voi spregevoli esseri della Tribù dell'Oscurità! -
L'Obscurio indurì lo sguardo, indirizzandole la saetta e preparandone subito un altra - Bada a come parli, ragazzina! Casomai sono i membri della Tribù degli Antichi a capovolgere tutto! -
- Parla quello appeso come un salame! Sei scarsino, sai? - lo provocò la giovane dopo aver scansato la seconda carica elettrica, stringendo ancora di più la radice che lo teneva appeso e creando una gigantesca rete di rami che lentamente si dilungavano verso l'alto al fine di stritolarlo.
- Ripetilo, se hai coraggio. Ma fallo e sei morta! - le rispose ferreo il ragazzo stringendo i pugni pronto a colpirla con una Scintilla Elettrica di Massima Espansione.
Entrambi gli attacchi stavano per compiersi quando un possente getto d'acqua investì i due rivali e un altro lampo distrusse le radici che tenevano a penzoloni il giovane che finì a terra.
- Ma si può sapere che...? F-far?! - esclamò incredula la ragazza, spiazzata da quell'onda, ritrovandosi l'amica davanti con uno sguardo serio in volto.
- Perché sei qui, Luvbì? - le domandò fredda.
La biondina era senza parole - Io... - farfugliò per cercare una scusa, decidendo poi di dire la verità - ti ho seguita e... Eh?! Ma perché c'è un altro Obscurio?! -
Il blu ignorò l'Antiqua degli Alberi e puntò lo sguardo sul viola - Ora tu mi dai una valida motivazione sul perché mi sei venuto dietro e sei salito quassù, Kozì. -
- Volevo capire perché ci tenevi tanto a venire su questa collina. E comunque perché c'è anche un'....Antiqua? Oltre a quest'altra rompiscatole comparsa dal nulla. - aggiunse alludendo alla biondina che lo guardò indignata.
Solo in quell'istante Luvbì e Kozì si accorsero che Farfalà e Blumiere erano schiena contro schiena e si domandarono perché non si fossero ancora separati. Dato che dopo una buona manciata di secondi ancora non accennavano a volersi spostare, un presentimento attraversò le menti dei due.
- Farfalà, è... Cioè... - provò a formulare senza risultato, pietrificata da quell'atroce sospetto.
Il sorriso sul viso dell'amica le diede la tremenda conferma - Non sono come crediamo noi, non serve combatterli - le disse per cercare di rassicurarla - Non sono malvagi. -
Kozì, che aveva ascoltato le parole di quell'Antiqua dai capelli rossicci, guardò l'amico interrogativo - Blumiere, quindi il motivo per cui vieni sempre qui e per cui sei sempre così preoccupato non è altro che questa... - s'interruppe, individuando già lo sguardo affermativo del blu.
Un silenzio di tomba calò sull'altura.
- Non so cosa significhi tutto questo, ma credo valga la pena di capirci qualcosa di più. Dunque, vuota il sacco! O meglio, vuotate. - modificò la persona addocchiando l'Obscurio dietro a Farfalà.
Il viola annuì - Non avrei mai scommesso di dirlo, ma sono d'accordo con la tizia coi capelli gialli. -
- Biondi - si affrettò a correggerlo Luvbì.
- E va be', quello che è, tanto si capisce. - borbottò Kozì incorciando le braccia.
Il blu e la rossa si guardarono. Avrebbero dovuto raccontare tutto ai loro migliori amici, ma nessuno dei due avrebbe mai potuto conoscerne le conseguenze.

Dopo una ventina di minuti di spiegazioni nei minimi dettagli, escludendo la narrazione dei loro sentimenti che però era ben leggibile sui loro volti, Blumiere e Farfalà si alzarono.
- Spero che... abbiate capito, insomma. - si augurò l'Antiqua dell'Acqua e Aria.
- Abbastanza... - boffonchiò il viola.
Luvbì aggrottò lo sguardo, non troppo convinta.
Ai nuovi arrivati sembrava ancora strano di parlare con un membro della Tribù opposta e di ascoltarne la voce. I due si guardarono indifferenti, poi si diedero le spalle.
- Comunque è stata lei ad attaccare. - si giustificò il viola, alzando le mani.
La bionda sbuffò - Infatti sono stata io, perché avrei dovuto negarlo? -
- E che ne so, voi ragazze... O peggio, voi Antique... -
L'altra lo guardò furente - Oh, bene! E che dovrei dire su voi Obscuri, eh? Non siete altro che degli stupidi tizi con le orecchie a punta, i capelli colorati e gli occhi da gatto! -
- Allora gli Antiquos sono degli idioti con le orecchiette piccole, i capelli gialli e le pupille a palla! - ribatté Kozì più per ricambiare il commento che per voglia di attacar briga.
Una radice sbucò improvvisamente dal terreno e gli strinse la caviglia.
- Se allora la mettiamo così... - iniziò Luvbì pronta a rigettare il ragazzo a testa in giù, ma un altro gavettone d'acqua gelida la costrinse a ritirare il rampicante, bagnandola fradicia per la seconda volta.
Lanciò uno sguardo d'odio verso Farfalà, che le fece segno di stare calma. Se tra gli abitanti del Villaggio lei era una dal ramo facile, figurarsi con un Obscurio.
Il blu tossicchiò per attirare l'attanzione - Be', dato che ora ci avete "scoperti"... vale la pena diventare amici, no? - propose.
L'Antiqua degli Alberi e l'Obscurio del Fulmine si guardarono.
- A-amico loro? - ripeté il viola alludendo alle due ragazze, preso in contropiede da una simile richiesta.
- Amica loro?! - gli fece eco la biondina altrettanto sorpresa, intendendo i due giovani.
Gli altri annuirono.
Trascorsi parecchi istanti di un silenzio che si faceva sempre più pesante, il viola sospirò. - E va bene... In fondo non mi costa nulla. -
La ragazza dagli occhi azzurri, invece, fece un finto sorriso - Ma certo, ovvio che NO! - disse evidenziando l'ultima frase indurendo lo sguardo.
- Luv... - s'intromise la rossa, messa immediatamente a tacere dall'altra che si alzò di scatto.
- No, Farfalà, io non ci sto! Come pretendi che possa anche solo riflettere su una possibile risposta a una domanda posta da un'Obscurio? -
- Io non ti obbligo a fare nulla - riprese l'Antiqua dell'Acqua e Aria, interrotta di nuovo.
- IO NON LI SOPPORTO! - gridò contro l'amica, poi, infastidita dagli sguardi sbigottiti che due ragazzi le stavano rivolgendo, l'afferrò per un braccio e la trascinanò distante dall'albero sotto cui si erano piazzati in modo che i due Obscuri non potessero sentirle.
- Come te lo devo dire che li odio? Non ti è bastato tutto il discorso di stamattina, eh?! - insisté la bionda.
- Senti, io rispetto il tuo parere nei confronti della Tribù dell'Oscurità, però non c'è motivo per detestare delle persone in particolare. Loro pensano la stessa cosa di noi della Tribù degli Antichi, ma sappiamo perfettamente di non essere così. Uguale per gli Obscuri. -
- Fingono e basta. Sono dei luridi imbroglioni. Li difendi troppo, Far. -
- No, Blumiere non è così! - ribatté la rossa.
- Come fai a dirlo con così tanta certezza. Non sai se ti puoi veramente fidare di lui! -
A quel punto Farfalà non ce la faceva più a sentir parlare in quel modo l'amica - Perché lo so, perché lo conosco! Diversamente da te, Luvbì. Una tua bruttissima abitudine è quella di giudicare le persone a prima vista senza nemmeno fare il minimo sforzo per cercare di capirle davvero per quello che sono! Dai troppo peso sulle voci del Villaggio, perdipiù storielle nate secoli fa. Ora è un altro tempo, ora è un tempo diverso dal passato! -
Le parole dell'amica avevano ammutolito l'Antiqua degli Alberi, che chinò lo sguardo.
- Io non voglio entrare in sciocchi litigi, Luv, sto solo cercando di farti capire come stanno le cose. Non vogliono farci del male. - la rassicurò la rossa.
Luvbì si riprese sull'ultima frase - Ah sì? - le mostrò il braccio che aveva fasciato con una foglia - Questo si chiama non fare del male? -
L'altra sospirò, sapendo che la solfa sarebbe ricominciata - Era per autodifesa. Insomma, tu lo stavi per strangolare, aveva i suoi motivi per farlo. -
- E ancora stai dalla loro parte. Va bene, posso ammettere che se fosse stato quel tuo più-che-amico a colpirmi magari avrei anche potuto lasciar passare dato che sei così sicura sul suo conto da bravo giovanotto, ma dato che è stato l'altro ad agire non hai nessuna scusa in ballo. Dimmi, lo conosci quel tipo? -
- No... -
- Sai se non è un mezzo pazzo criminale assassino? -
- No... -
- E allora perché confidi così tanto pure in quello?! -
- Perché conosco Blumiere, conosco il suo modo di pensare, di agire, di fare. E so di per certo che essendo uno perfettamente a posto con la testa non potrebbe mai essere amico di uno svitato! -
La bionda scosse il capo - Ti basi su semplici supposizioni, ma con gli Obscuri quelle sono belle che inutili. Qui servono i fatti! -
- Non è questione di prendere sottogamba la cosa, ma ti posso assicurare che non è così. Ti prego, Luvbì, devi fidarti! -
L'Antiqua degli Alberi sospirò - Se avessi saputo che ti eri innamorata di un... Obscurio, non ti avrei dato tutti quei consigli. E poi perché non me l'hai voluto dire? -
- Di quello ne riparleremo più tardi e comunque non c'entra niente. Se non vuoi riporre fiducia in loro, almeno credi in me. -
L'ennesimo silenzio cadde su di loro.
Farfalà guardò ancora l'amica negli occhi - Io non posso né voglio obbligarti a diventare loro amica, ma io non cambierò la mia decisione. -
Stava per riavviarsi verso l'albero, quando Luvbì la prese per la spalla - Hai ragione... -
La rossa si voltò e la biondina continuò a parlare - E' vero, sono precipitosa e testarda, con questo non ci posso fare nulla, però mi sono lasciata troppo condizionare dalle dicerie tanto da non ascoltare ciò che la mia migliore amica cerca di dirmi. - le disse, poi arretrò di un passò, alzando le braccia - Ehi ehi, non fraintendermi! Io continuerò sempre e per un continuo e lungo periodo a tenere la guardia ben alzata nei confronti degli Obscuri e non mi fiderò mai appieno di loro, però... diciamo che cercherò di ignorare il fatto che non siano come noi e tratterrò le mie radici bien impiantate nel suolo. Cercherò... -

Nel frattempo, Kozì guardò in lontananza le due ragazze.
- Peperina quella che controlla le piante, eh? - commentò.
- Perde le staffe facilmente, già. - concordò l'altro.
Poi il viola volse lo sguardo verso il blu.
- Quindi sei caduto come un imbranato dalla collina, eh? - lo canzonò.
Blumiere gli diresse una linguaccia - Era colpa del tatuaggio, comunque. -
- Seh, bella scusa. - ridacchiò il viola.
- E' vero! -
- Se lo dici tu. - fece spallucce, continuando a mantenere un ghigno furbo stampato in faccia. - Comunque, che facevi prima? -
Il blu lo guardò sospettoso - Prima quando? -
- Ho visto un pezzo di scena, sai? Allora, perché stavi abbracciando così teneramente l'Antiqua? - gli chiese malizioso facendo arrossire l'amico fino alla punta delle orecchie.
- S-si chiama Farfalà, comunque... - balbettò imbarazzato senza rispondere.
Il viola roteò gli occhi dorati - Quando la smetti di giocare all'innamorato torna al Castello e finiscila, va bene? -
Il blu lo guardò interrogativo - Giocare? -
- Certo. Perché, non starai mica facendo sul serio, vero? -
- Ovvio che faccio sul serio! - rispose Blumiere sincero - Io la amo veramente. -
Kozì lo guardò incredulo - Ma Blu... E' un'Antiqua! -
- Chi se ne importa! Se non ci fosse stata lei io ora sarei morto, Kozì! -
- E questo sarebbe un buon motivo per prendersi una cotta della propria salvatrice? -
- All'inizio non era mia intenzione, fosse per me l'avrei anche finita lì, ma poi abbiamo iniziato a vederci, a parlare. Ho scoperto un sacco di cose sulla Tribù degli Antichi che non avrei mai immaginato e a poco a poco... Ho iniziato a provare qualcosa per lei. -
Attorno ai due scese il silenzio, di nuovo.
- Sento che ti caccerai in un sacco di guai. - gli disse il viola, alzandosi.
Blumiere scosse il capo - Anche se dovessi, sappi che la proteggerei a qualsiasi costo. Arriverei persino a volere la distruzione di tutto ciò che ci vuole dividere pur di poter stare con lei. -
Kozì lo guardò. Non lo aveva mai sentito parlare in quel modo.
- Be', fa' un po' come ti pare, ma io ora voglio dire la mia. - gli si avvicinò e battè un leggero pugno sulla spalla - Faccio il tifo per voi. - gli disse sorridendo.
Le due Antique li raggiunsero e Luvbì andò piano verso il viola, porgendogli titubante la mano.
Il ragazzo tentennò un attimo, ma poi accettò la stretta di mano che non avvenne, dato che la bionda la ritirò istantaneamente.
- Non ho intenzione di stringere legami, sappiate solo che ho deciso di essere una vostra quasi-non-più-o-meno-troppo-amica... O almeno una complice, ecco. Fate solo che non me ne debba pentire, intesi? - disse la giovane con espressione ancora dubbiosa. - Comunque, sono Luvbì Ibmin. - concluse stringendo la mano all'Obscurio davanti a sé.
- Kozìkozì Occangitram - si presentò anche l'altro, con un filo di voce - E per me vale lo stesso... - aggiunse squadrando le due ragazze.
Farfalà si appoggiò al tronco dell'albero, accanto a Blumiere.
- Dici che abbiamo fatto bene? - gli chiese.
- Be', per lo meno non si ammazzeranno a vicenda. - commentò il giovane.
- Speriamo - si augurò la rossa, ridacchiando.
L'Obscurio del Fulmine raggiunse l'amico - Sarà meglio se torniamo al Castello, Blu. Se Brack non ci trova siamo fulminati. -
Il giovane sospirò - Va be', andiamo. Anche se in realtà il vecchio Brack non potrebbe nuocerci, con la Barriera attiva. -
- Però dimentichi che la biblioteca è piena di libri e non ci terrei a beccarmeli in testa. - gli rammentò il viola.
Blumiere rise. - Allora sarà meglio rientrare. -
- Sì, anche noi. Se mia madre vede che non sono ancora rientrata dall'allenamento potrebbe preoccuparsi, e non voglio - disse la rossa, mentre l'altra annuì di seguito.
Così tutti si riavviarono verso il cratere, Kozì e Luvbì davanti che evitavano minuziosamente di entrare in contatto tra loro. Dopo essere saltato nel cratere in seguito alla ragazza, il viola non resistette.
- Senti... La prossima volta, ti andrebbe di finire il duello di prima? - le propose - Senza usare attacchi letali, comunque. -
Luvbì gli diresse uno sguardo freddo e duro che però si trasformò in un ghigno di sfida. - Se ci sarà, una prossima volta. Ma penso di sì, ci godo a vederti appeso come un salame dalle orecchie a punta. -
L'altro la guardò con una smorfia, seccato, poi uscì dal passaggio. Lei invece fece crescere una radice e la fece scorrere fino all'esterno della parete, poi si trasferì al suo interno e uscì per il passaggio. Decisero di aspettare i loro rispettivi amici lì fuori, attendendo pazienti.

Di sopra, il giovane dagli occhi rossi stava per scendere nel cratere, ma Farfalà lo fermò.
- Ah, Blu... - farfugliò.
- Sì? -
La ragazza cominciò ad arrossire - Ecco... Per quello che stava per succedere prima... Intendo, prima che arrivassero Luv e Kozì... E-ecco, noi... -
Lui le sorrise, rialzandosi e andandole vicino.
- S-sì, insomma... - continuò la rossa abbassando lo sguardo.
Dopo aver contemplato ancora per qualche istante il viso ovale della ragazza contornato da quella chioma di capelli rossi che tanto s'intonava con l'acceso verde smeraldo dei suoi occhi, Blumiere le sollevò il mento con una mano e annullò la distanza tra loro, trasformandola in un lungo, tenero e dolcissimo bacio. Un bacio di grande valore che si era lasciato attendere per molto tempo: il primo tra un'Antiqua e un Obscurio in oltre cento anni. E soprattutto ricco di un amore sincero e vero.
Rimasero così per un tempo che a loro parve infinito, abbracciati delicatamente l'uno all'altra, gli occhi chiusi, mettendo da parte quella timida incertezza che si era ridotta a un sottilissimo velo giorno dopo giorno e che finalmente era scomparsa. I loro cuori all'unisono erano tutto ciò che potevano udire mentre le loro labbra erano unite in quella prova inconfutabile.
- Farfalà... Ti amo, con tutto me stesso. -
- Anch'io, Blumiere, dal profondo del mio cuore. -

Una donna percorreva a passo sicuro i corridoi della Torre Conteica, entrando in una grande sala. Una volta al cospetto del Conte Arishot, la persona s'inchinò.
- Ho delle buone notizie, Conte. - disse.
- Ebbene? - le chiese con il tono di chi vuole arrivare al punto.
- La nostra cavia ha fatto il suo lavoro: oltre che rivelarci il nascondiglio di vostro figlio Lord Blumiere Iligriv, mi ha portata dritta al passaggio sulla colina. Si trova a nord-ovest, in linea diretta con le Mura Terziarie. - spiegò sorridendo maligna.
Arishot ghignò crudelmente - Bene. Ottimo lavoro... Occangitram Komeva. -




Che mito! Sono riuscita a postare prima di novembre rientrando nella mia pubblicazione mensile!! E indovinate che ore sono? Le 23.45 !! xDxDxD
... Anche se comunque sono in ritardo, eheh...^^''
Oh, mi sono presa un colpo quand'ho visto che il sito era in manutenzione!
"Nel senso che ha fatto di tutto per finire di scrivere il chappy durante il pomeriggio per postarlo entro oggi, poi EFP le ha fatto la beffa sotto il naso^^" nd Blu
Uno scherzo di Halloween inaspettato e d'effetto, diciamo u.ù
Ma finalmente ho postato il capitolo ed è tutto risolto! :D

Comunque spero che vi sia piaciuto, se ci sono errorini ortografici è per via della fretta ('che poi dovevo andare a una "festicciola-più-o-meno-alla-dolcetto-o-scherzetto") che correggerò eventualmente nei prossimi giorni, ma spero non ce ne siano di più gravi^^''
E mi auguro che i ragazzi non si siano spaccati la testa per l'ultimo pezzettino tra Blu e Far, non copro con l'assicurazione ^^ xD Ma dai, ho anche cercato di risparmiarvi un po' di "tortura" senza stare lì a descrivere tutto quanto nei particolari, che se no veniva male anche a me (e poi non avrei comunque potuto farlo, dato che mi manca l'esperienza personale... ^^'') xD
Va be', a parte questo passo ai ringraziamenti^^
Dunque, grazie mille a il GRANDE Ladro Fantasma , christhebest (che se non recensisce questo capitolo chiedo al Fantome di cacciarlo alla prossima riunione...) , MaxBarbie , Amy Dickinson , koopafreak e Ele_99 (uffi, ieri avrei voluto che ci fermassimo di più da Giugià... Ma con mio papà non si discute -.-). Inoltre ringrazio anche Giugià , appunto^^, che legge la mia storia anche se non tramite il sito!

Beh, direi che ho finito^^ Ribadisco, spero che vi sia piaciuto e che non sia stato una gran palla e per il seguito, eheh, ci si vede tra un'eternità! ;P
Ciao!^^

Emmy_Nerisse

P.S. Eheh, sono proprio fissata con l'"Antiquo Antico" alias Giapponese <3 Si nota, no? xD

P.P.S Ok, sperando che l'ultimo pezzo sia venuto fuori un tantino più decente rispetto a prima dopo aver dato quelle aggiustatine qua e là, aspetto un ultimo vostro parerino per MP oppure chi può su MSN^^ (Ele, naturalmente, a scuola xD)
  
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