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Autore: Me91    22/05/2007    11 recensioni
Ciao!!! Raccolta di one-shot sulla piccola coppia Goten&Trunks. Cosa accadrà in un pomeriggio passato insieme? Siete pronti a vivere avventure appassionanti e comiche insieme a queste due pesti? Scopritelo leggendo!
Genere: Generale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goten, Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IN UN SOLO POMERIGGIO PASSATO INSIEME...

Il disastro

“Dai, perché no?”

“La mamma non vuole! E’ meglio non disobbedirle...”
“Ma Trunks! Questa è la nostra occasione! Non c’è nessuno!”
Il piccolo Trunks dovette ammettere che Goten aveva ragione. In giro non c’era anima viva. Allora Trunks lanciò un’occhiata alla porta del laboratorio di sua madre in fondo al corridoio: una porta blindata che si apriva solo mediante un apposito codice di cui lui, guarda caso, era venuto a conoscenza.
“E va bene.” acconsentì Trunks e fece segno ad un felicissimo Goten di seguirlo. Silenziosi si portarono davanti la porta blindata e si diedero un ultimo sguardo alle spalle: il corridoio era deserto. Allora Trunks digitò il codice sul pannello vicino la porta che si aprì automaticamente. Entrambi eccitati entrarono.
“Wow!” esclamò Goten guardandosi intorno. La porta si richiuse.
“Già...” commentò Trunks fieramente, gonfiando il petto pieno d’orgoglio. Modestamente la sua mamma era la migliore di tutte. Ovunque si trovavano strani marchingegni e robot e navicelle incompiute e computer di alta tecnologia. Però non era tutto quello ad interessare principalmente i due bambini, uno di otto e l’altro di sette anni.
“Vieni Goten. E’ di qua.” Trunks condusse l’amico verso un angolo nascosto di quell’immenso laboratorio e si trovarono così davanti ad un enorme telo bianco che copriva un ulteriore enorme oggetto misterioso. Goten, al massimo dell’eccitazione, allungò la mano verso il telo per toglierlo, ma l’altro lo bloccò afferrandogli forte il braccio.
“Attento! Non toccare!” lo ammonì Trunks e Goten ritirò la mano “E’ delicato e pericoloso! Faccio io...” Trunks afferrò con entrambe le mani il telo e lo tirò via con un colpo deciso. A Goten si illuminarono gli occhi.
“E’ semplicemente fantastico!” affermò stupito.
“E si...” fece Trunks con l’aria da saputello che sfoderava tutte le volte che sapeva qualcosa di cui Goten era allo scuro.
“Alta tecnologia.” proseguì sicuro Trunks “Finissime rifiniture. Altissima precisione... e tantissime altre qualità che non ho il tempo, né la voglia di elencare.” poi si voltò anche lui ad ammirare quel grandissimo robot che sua madre stava costruendo da un mese circa. Era un robot alto almeno nove metri, dotato di armi e una cabina di pilotaggio... un progetto per l’esercito imperiale.
“Troppo forte!” esclamò Goten e si voltò verso l’amico “Ti prego Trunks, posso toccarlo?”
“Va bene... però non fare danni!” acconsentì Trunks sbuffando. Con un sorriso Goten appoggiò la mano sul freddo metallo del robot, felice come un pasqua.
“Adesso basta.” gli disse Trunks e Goten obbedì e fece un passo indietro inciampando su un secchio di chiodi, rovesciandolo e cadendoci sopra. Con un urlo iniziò a zampettare e saltellare dal dolore, mentre Trunks, agitato, cercava di farlo calmare.
“Goten! Fai silenzio! Papà sta dormendo proprio al piano qui sopra!”
“Si... scusa...” mormorò Goten con le lacrime agli occhi, fermandosi dolorante e togliendosi l’ultimo chiodo infilzato nel fondoschiena, gemendo leggermente. Trunks trasse un sospiro di sollievo non udendo nessun urlo o rumore provenire dal piano di sopra.
“Stai più attento la prossima volta.” si raccomandò con Goten che annuì, poi Trunks tornò a sfoggiare il suo fiero sorriso.
“Insomma Goten, cosa ne pensi di questo gioiellino?” indicò il robot alle sue spalle.
“E’ veramente bellissimo! Tua madre ha fatto proprio un bel lavoro!”
“Modestamente” si vantò Trunks “anche io ne sarei capace. Questo robot, comunque, è solo un giocattolino. Un piccolo prototipo del vero robot, che mia madre costruirà a giorni. Questo, quindi, non farebbe del male ad una mosca!” si appoggiò con una mano sul robot senza guardare, però. Infatti, per sbaglio, appoggiò la mano sul temporaneo pulsante di accensione che Bulma aveva posizionato sul davanti del robot che, con uno strano cigolio, si accese. Trunks balzò subito vicino a Goten e, tutti e due spaventati, fecero un passo indietro, ma il robot non si mosse. Trunks allora sorrise.
“Non temere, Goten. Come vedi nemmeno funziona.”
“Ah...” fece Goten e mosse un paio di passi verso il robot. Quando fu a meno di mezzo metro da questo, il robot si mosse all’improvviso facendo un passo in avanti, per poi rifermarsi. Goten, impaurito, saltò indietro tornando vicino Trunks.
“A me invece sembra che funzioni! E bene anche!”
“Calmati, Goten!” lo rassicurò Trunks, anche se poco convinto “In questo caso basterà spegnerlo premendo di nuovo quel pulsante!” e indicò il pulsante rosso che prima, per sbaglio, aveva premuto. Goten annuì e Trunks, sorridendo, disse:
“Sarà un gioco da ragazzi. Lascia fare a me.” si avvicinò con calma al robot e, tranquillamente, allungò il braccio verso il pulsante...
“Trunks!” gridò Goten quando il robot, con un agile movimento, poco prima che potesse essere spento, scaraventò Trunks contro la parete di fronte, dandogli un forte pugno. Goten si voltò dietro e, a molti metri di distanza, vide Trunks dolorante rialzarsi a fatica, proprio di fronte al muro dove era andato a sbattere violentemente lasciandoci così diverse crepe. Trunks poi, alzando la testa, sgranò gli occhi e urlò:
“Goten! Dietro di te!”
Goten si voltò e riuscì a schivare di un pelo, con un salto, un nuovo pugno del robot, che colpì invece il pavimento facendoci un buco. Goten partì all’attacco verso il robot, cercando di raggiungere il pulsante di spegnimento, dandogli calci e pugni, costringendolo ad arretrare, ma senza riuscire a premere il pulsante. Si allontanò quindi un po’ cercando di riprendere fiato, mentre il robot scattava all’attacco. Goten, saltando e parando, riuscì a non farsi colpire, ma il robot era veramente forte e veloce. Infatti, alla fine, riuscì a prenderlo in pieno volto, facendolo volare addosso a Trunks. Entrambi i bambini caddero contro un tavolo, rovesciandolo e facendo cadere fragorosamente tutti gli strumenti e il computer posti su di esso. Poi il robot, camminando pesantemente, si avvicinò alla parete alla sua destra e, con un calcio, si aprì un varco, facendola crollare con un forte rumore. Uscì così all’esterno, nel giardino.
Goten rotolò di fianco, in modo che Trunks, che si trovava sotto di lui, potesse riemergere da sotto i pezzi di vetro e dei macchinari che lo ricoprivano. Tutti e due si misero seduti; Goten asciugandosi con una manica il rivolino di sangue che gli colava dal naso e Trunks, invece, a disperarsi osservando le catastrofiche conseguenze derivate dalla sua sbadataggine.
“Mio padre mi ucciderà...” mormorò Trunks udendo dell’agitazione al piano di sopra.
“No” lo corresse Goten “tuo padre ucciderà entrambi!”
In quel momento si udì proprio la voce di Vegeta, sopra i due:
“TRUNKS!”
Il bambino perse un battito del cuore. Si alzò in piedi immediatamente e Goten lo imitò.
“Accidenti...” Trunks alzò gli occhi al soffitto sentendo i furiosi passi di Vegeta che usciva dalla sua stanza. Sia lui che Goten corsero davanti al grosso buco nella parete del laboratorio e videro così il robot, impazzito, che distruggeva alberi e piante, sparava colpi dal suo mitra nel braccio contro i poveri animaletti ospiti del giardino, che scappavano via terrorizzati, calpestava i bellissimi gigli piantati dalla signora Brief e le magnifiche rose rosse che Bulma amava così tanto.
“E poi non oso pensare cosa mi farà mia madre!” esclamò Trunks mettendosi le mani tra i capelli “Se papà mi ucciderà lei mi farà resuscitare con le Sfere del Drago per uccidermi di nuovo!”
“Coraggio Trunks!” gli disse Goten rimboccandosi le maniche “Dobbiamo fermare quel robot!”
“Si, hai ragione!” concordò Trunks allargando le gambe, piegandosi leggermente sui ginocchi, portando poi le braccia lungo i fianchi e stringendo forte i pugni. Goten si mise nella stessa identica posizione e tutti e due nello stesso istante, con un urlo, si trasformarono in Super Sayan!
“All’attacco!” gridarono all’unisono e partirono veloci volando raso terra, contro il robot che, sentendoli avvicinare, si voltò subito e si mise in posizione. Trunks e Goten colpirono contemporaneamente, con un forte calcio, il robot nel ventre, facendolo volare verso un albero. Poi ripartirono subito rapidissimi, colpendolo ripetutamente con calci, pugni e sfere energetiche, costringendolo ad arretrare e mettendolo così alle strette. O almeno questo era quanto credevano. Infatti, in un momento di pausa per riprendere fiato, il robot ne approfittò e colpì Goten con un pugno, scaraventandolo contro un albero.
“Goten...!” Trunks nemmeno riuscì a finire la frase. Con un movimento fulmineo il robot lo colpì con un calcio al fianco e il piccolo rovinò a terra, strisciando poi sul terreno di qualche metro, e finendo, ironia della sorte, a pancia in su proprio davanti ad un furioso Vegeta, che si trovava di fronte al grosso buco della parete del laboratorio. Goten e Trunks, nello stesso momento, stanchi, tornarono normali. Trunks, timoroso, alzò gli occhi verso Vegeta, cercando, con poco successo, di sostenere quello sguardo irato del padre. Vegeta aveva le braccia incrociate e un’espressione arrabbiata in volto, che a Trunks non piacque affatto.
“Trunks!” ringhiò Vegeta afferrando il figlio per la maglia con una mano e portando così il suo viso davanti a lui “Che diavolo stai combinando?”
“Papà... io non...” Trunks era più che spaventato e, inoltre, si vergognava ad essersi fatto sconfiggere da quel robot proprio davanti a suo padre. Vegeta strinse di più la maglia del figlio e gli gridò:
“Non ci sono scuse! Non solo mi hai svegliato, in più hai anche combinato un disastro!” con il capo accennò il robot che avanzava lentamente verso Vegeta e Trunks. Quest’ultimo abbassò lo sguardo e si morse un labbro e Vegeta, scocciato, lo lasciò cadere a terra. Poi si allontanò da lui e si portò davanti al robot. Rimasero entrambi immobili. Trunks, ora seduto a terra, non osava rialzarsi; guardava semplicemente il padre che, con coraggio, si apprestava a sconfiggere il robot. Goten, invece, si era alzato in piedi e, tenendosi alla larga il più possibile da Vegeta, facendo il meno rumore possibile si avvicinò a Trunks.
“Guarda che ti ho visto!” lo seccò Vegeta con voce dura, senza però staccare gli occhi dal robot. Goten si pietrificò.
“Poi faccio i conti anche con te, figlio di Kakaroth!” proseguì Vegeta e si mise in posizione da combattimento “E tu, stupido robot, ora dovrai vedertela con me!”
“Bisogna... bisogna spegnerlo...” si fece coraggio Trunks “premendo quel pulsante rosso e...”
“Zitto tu!” esclamò Vegeta e Trunks si ammutolì all’istante. Il robot partì all’attacco e Vegeta iniziò a schivare con facilità i suoi colpi. Vegeta non attaccava, per ora: voleva solo divertirsi un po’. Per questo lasciava fare al robot che, accortosi che così non sarebbe mai riuscito a colpire Vegeta, si fermò e con una voce metallica disse:
“Programma 6. Impostare modalità iperpotenza!” poi ci furono una serie di bip bip e bot bot e il robot fu pronto a ripartire alla carica.
“Ma cosa...” iniziò Vegeta, ma il robot lo colpì in piena pancia veloce come il fulmine, togliendogli il respiro. Vegeta, tenendosi le mani sulla pancia arretrò lentamente, mormorando a denti stretti e senza fiato:
“Sia maledetta Bulma e le sue diavolerie...”
“Dicevi qualcosa, tesoro?”
Trunks e Goten si voltarono e alle loro spalle, dal buco del laboratorio, videro Bulma affacciarsi sul giardino, con in mano un telecomando. Anche Vegeta si voltò e le disse:
“Ma che diamine è questo coso...” udì dei passi pesanti, si rivoltò e vide il robot corrergli incontro caricando un pugno... Vegeta non era pronto... aveva incassato molto male il colpo precedente e non ce l’avrebbe mai fatta a schivare o parare quel pugno... A pochi centimetri dal suo volto la mano chiusa a pugno del robot si fermò. Il robot era come congelato: immobile. Vegeta si rizzò lentamente e si girò verso Bulma che giocherellava con lo speciale telecomando.
“Ho premuto il tasto di spegnimento ausiliario.” spiegò la ragazza con una strana espressione e uno strano tono: sembrava un misto tra arrabbiata e divertita... forse divertita perché Vegeta era stato battuto da un suo robot! Comunque, era più arrabbiata che divertita...
“Tze...” fece Vegeta incrociando le braccia e distogliendo lo sguardo “Avrei potuto cavarmela da solo.”
“Si, si.” disse sbrigativa Bulma e abbassò gli occhi per guardare Trunks, che si era fatto piccolo piccolo.
“In quanto a te...” iniziò, ma si corresse subito guardando ora anche Goten che aveva un’espressione ingenua e imbarazzata dipinta in volto “Anzi, in quanto a voi... adesso facciamo i conti!”

“E dai Trunks! Poteva andarci molto peggio!” esclamò Goten piantando un bel giglio, un po’ calpestato, sul morbido terreno “In fondo dobbiamo solo ripiantare tutti i fiori e pulire il laboratorio dalle macerie! Inoltre la mia mamma non si è poi arrabbiata così tanto... perlomeno, spero che non mi faccia una sfuriata una volta tornato a casa!”
“Parla per te Goten!” ribatté Trunks scavando una piccola buca per piantare un altro giglio “Anzi, Chichi è stata fin troppo buona con te! Invece la mia mamma... come hai visto la sfuriata me l’ha fatta già! E inoltre papà non mi parlerà più!”
“Perché, prima ti parlava?” chiese ingenuamente Goten, con una faccia stupita. Trunks mise il broncio.
“Sei un insensibile, Goten!” ç_ç


Spero sia piaciuta! Pensavo di aggiungere anche un altro capitolo per, così, collezionare due one-shot sulla mitica coppia Goten&Trunks... beh, vi farò sapere (non garantisco niente, comunque!)!
Baci, by Me91

  
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