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Autore: La Mutaforma    14/11/2012    1 recensioni
Due ragazze, Morgana e Parcifal, in vacanza, a mezzanotte, a giocare ad Assassin's Creed II. Al loro risveglio si ritrovano nella Firenze rinascimentale, tra intrighi, sangue e misteri. In compagnia di ser Ezio, Morgana e Parcifal per tornare a casa loro dovranno completare il gioco...dall'interno.
[Fanfic a quattro mani, con la collaborazione di Blazethecat31]
Genere: Commedia, Introspettivo, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Però ammettilo, è stato divertente!” commentò Parcifal, scendendo goffamente da cavallo.

“Sì, sì, stupendo, però adesso fammi scendere prima che rovini la tappezzeria!” gemette Morgana, verde in volto, mentre si tappava la bocca con la mano.

Ezio sopraggiunse proprio mentre cercava di razzolare al suolo mentre Parcifal teneva per le briglie la povera bestia.

“State bene madonne?”

“Mai stata meglio. Ora per piacere, avrei bisogno di un momento di privacy…”

“De che?” fece eco Ezio.

“Intende dire che vuole stare da sola perché deve vomitare anche i polmoni”

“…insieme a tutto quello che ho mangiato nelle ultime dodici ore. Se volete scusarmi…” fece Morgana, tenendosi la testa con una mano.

“Non così velocemente!” irruppe una voce dal sentiero.

Improvvisamente c’era un manipolo ben fornito di spade/pugnali/balestre/tante belle cosine, capeggiato da quello che sembrava un temibile aristocratico squattrinato senz’arte né parte.

Ah no, era solo Vieri.

“E questi da dove sono usciti?” esclamò Parcifal, stravolta.

“EZIO!”

“VIERI!”

“Ah, meno male che c’è questo scambio di battute. Non ricordo mai i nomi” fece Morgana, che lentamente stava riacquisendo il suo normale colorito.

Vieri puntò il dito contro di lei.

“Tu sei la ragazza dell’altra volta!”

“No, mi stai confondendo con qualcun altro” fece Morgana, ancora intontita.

“Amico, lei è la mia ragazza” fece (Ezio?) Parcifal, stringendo rabbiosamente i pugni. Vieri fece uno sguardo sprezzante, e si rivolse ai suoi uomini.

“Uccideteli tutti, non risparmiate le donne”

“Grazie tante” commentò Morgana, mentre Parcifal la teneva sott’occhio, nervosa.

Ezio si parò di fronte a loro, facendo scattare il meccanismo nel polso.

“Ragazze, state indietro, e aiutate mia madre e mia sorella”

Morgana fece un paio di passi indietro, prendendo Claudia tra le braccia.

“Tranquilla Morgana, non ricordi?”

“Non ricordo cosa?”

“Adesso! Arriva…”

“No, non arriva”

“Starà arrivando”

“Parcifal, ho la nausea. STA ZITTA”

Non si accorse nemmeno che Vieri era stato messo in fuga da un gruppo di uomini che era accorso a dare manforte ad Ezio. Il capo, un uomo alto e grosso, stava parlando con Ezio. A vederlo da vicino notarono che aveva una vistosa cicatrice sull’occhio sinistro, che in un videogioco sarebbe risultata affascinante, ma che in realtà faceva non poca impressione.

“Come, non ti ricordi? Sono io!”

“Oh Signore” gemette Parcifal, prendendosi il viso in una mano.

“…Zio Mario!”

Un abbraccio di quelli che non dimentichi, di quelli che ti lasciano mille lividi sulla schiena e che ti incurvano le costole.

“Non vedo funghi qui intorno…” fece Morgana, guardando i dintorni.

“Nipote mio! Quanto tempo!” Mario mollò Ezio e fece una carezza ai capelli di Claudia. Poi adocchiò le due ragazze al fianco dei giovane Auditore.

“Amici tuoi?”

“Ma @#?! sono una femmina! Perché nessuno lo capisce?!” gridò Parcifal.

La cosa forte era che nessuno la ascoltava quando urlava. Indi, il suo sesso restava sempre un mistero.

“Ad ogni modo, giovani” concluse zio Super Mario “Siete tutti invitati nella mia villa a Monteriggioni”

“Ci mancherebbe” commentò aspra Morgana, mentre tutti si avviavano sul sentiero che portava alla cittadella. Lei e Parcifal si attardarono alla coda della fila, a qualche passo dai soldati.

“Dì un po’, immagino che quando hai detto a Vieri quello che hai detto parlassi in vece di Ezio, vero?”

“Ehm, veramente pensavo solo a difenderti da Vieri…”

Silenzio.

“Che c’è?”

“Senti, tu avviati, che mi è tornata la nausea…”

 

Monteriggioni era un grigio parco divertimenti.

Ovviamente solo per chi amasse guerreggiare e lustrare lame.

Per loro, era il posto più bello della Terra, visto che allora le fumetterie non esistevano. Saranno inventate nel XX secolo da qualche simpaticissimo mandorlato balocco con i capelli piastrati.

Bancarelle in ogni angolo, venditori con voci da tenori decantavano le lodi della loro merce.

“Sembra Napoli in giorno di mercato” osservò Morgana, sgomitando tra la gente.

“Scusi signora!” fece Parcifal, dopo aver pestato il piede ad una signora tutta indaffarata con le sue ceste.

“Ammazzi la gente: calma totale. Fai cadere una cesta: destino infame, è la devastazione più devastante!” osservò Morgana.

L’occhio cadde su una bancarella sporca e schifosa.

“Oh, una spaaaaadaaaa…”

*Siano pregati i lettori di leggere col massimo della pucciosità*

“Mi sto impantanando nell’arcobaleno” gemette Ezio, osservando zio Mario che annegava lentamente nella bava arcobaleno “si può sapere che succede?!”

“Ezio, guarda!” Parcifal gli tirò la manica della tunica “è bellisshima”

“Moltisshimo” confermò l’altra.

“CE LA COMPRI EZIO?”

“Andate a lavorare…”

“COSA?!”

“Avrei un’altra soluzione!” disse Zio Mario, miracolosamente sopravvissuto al tentato annegamento “Superate l’addestramento. Avrete tutto quello che desidererete”

 

Le galline di Monteriggioni non amavano sguazzare nell’arcobaleno bavoso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_elfo inutile consapevole di aver scritto un capitolo inutile

No, seriamente, l’ho scritto perché non ce la facevo più. La mia scuola sta pensando di mandarmi al manicomio (cosa che presto farò) e tempo per pensare cose divertenti non ne ho proprio avuto. Indi, divertitevi col massimo del patetico.

Lascio l’ingrato compito a blazethecat31 di rendere questa fanfic più innovativa e più divertente.

VI ADORIAMO!

   
 
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