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Autore: sakuraelisa    23/11/2012    1 recensioni
Blaine è rimasto vedovo a crescere sua figlia Melanie, convinto che per lui l'amore non esistesse più decide di vivere solo per lei, ma quando il destino si mette di mezzo, tutto è possibile.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Mike Chang, Tina Cohen-Chang | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo dodici



Erano passate ormai settimane da quel loro primo bacio, e dopo quello ce ne erano stati tanti altri. Ma Blaine ogni volta che poggiava le labbra sulle sue, era come se entrasse in paradiso, ogni tocco, ogni contatto era pura magia.
Il mese di Maggio era ormai inoltrato e sul calendario appeso nella sua cucina, leggeva che il 27 di quel mese stava arrivando, il giorno in cui il suo Kurt compiva gli anni.
Avrebbe voluto organizzargli una festa a sorpresa, ma prima voleva sentire il parere di Tina e soprattutto quello di Rachel, la migliore amica del suo fidanzato.
Non voleva fare una festa in grande stile, magari solo una piccola festicciola in casa sua, con pochi amici, giusto i suoi e quelli di Kurt e la piccola Melanie.
Appena ebbe finito di lavare le stoviglie, si asciugò le mani con lo strofinaccio e lasciò la cucina: doveva avvisare Melanie che erano le sette e si doveva sbrigare se non voleva fare tardi a scuola.
Quando arrivò nella sua cameretta e aprì la porta, la vide distesa nel suo letto coperta dal solo lenzuolo bianco, tossendo.
Si avvicinò a lei e le toccò la spalla.

“Amore mio, su svegliati che se no fai tardi!”

La bambina si voltò verso di lui e tossì ancora. Blaine portò una sua mano sulla sua fronte per testare la sua temperatura e si accorse che era molto calda, per  avere la conferma portò anche le sue labbra e baciandola si rese conto che la sua bimba aveva la febbre alta.
Si scostò da lei e la sistemò meglio sul suo lettino e la coprì bene con il lenzuolo.

“Amore mio stai ferma qua, che ti vado a prendere il termometro.” le disse, cercando di non preoccuparsi troppo.

La baciò ancora e lasciò la sua stanza, raggiunse il bagno e dal cassetto prese il termometro, arrivò dalla sua bimba e la fece alzare.

“Melanie su, solleva il braccio.”

La bambina quasi tremante sollevò le sue braccia e lui si rese conto che era davvero debole, odiava quando lei si ammalava, aveva sempre paura di poterla perdere, era terrorizzato da quella stupida fobia.
Lui le mise il termometro sotto l’ascella e poi la fece distendere, coprendola con sopra il lenzuolo e la coperta bianca. Le baciò la fronte e attese che l’aggeggio elettronico suonasse.
Guardò la sua bambina respirare affannosamente e le mise una mano sulla fronte, era sempre più calda.
Solo per caso sentì il telefono squillare, precisamente il suo cellulare che stava lampeggiando poggiato sul suo comodino.
Lo prese tra le mani senza nemmeno controllare il mittente della chiamata e rispose.

“Pronto?”

“Amore, sono io.” gli disse una voce squillante dall’altro capo

“K-Kurt ciao.”

“Tutto bene? Come mai tu e Melanie non siete ancora arrivati? La prima ora sta per iniziare.” gli domandò iniziando ad essere preoccupato per il tono
con cui gli aveva risposto.

“Melanie non sta bene, Kurt.” gli sospirò infine

“Come non sta bene?”

“H-ha preso l’influenza, almeno credo… ha la febbre, gliela sto misurando ma Kurt, io sono preoccupato.” gli rispose

Kurt percepì che oltre ad essere preoccupato era anche molto agitato, lui non poteva allontanarsi così dalla scuola, però poteva cercare di calmarlo. Almeno avrebbe resistito fino all’ora di pranzo, quando lo avrebbe potuto raggiungere.

“Amore dovresti cercare di non agitarti, anche per il bene di Melanie.”

“Ha la fronte molto calda!” puntualizzò subito Blaine

“Stalle vicino, io adesso non posso lasciare la scuola, ma all’ora di pranzo posso raggiungerti, magari passo in farmacia così posso prendere delle medicine per la piccola.”

“Le abbiamo già quelle.”

“Bene, allora vengo subito appena suona l’ultima campanella.”

“Kurt?”

“Dimmi amore.”

“Non sei costretto a venire.”

“Non dire sciocchezze, vengo perché voglio venire, tu sei il mio compagno e Melanie è una bambina adorabile che diventerà in futuro mia figlia, ed è mio dovere cercare di prendermi cura di lei.”

“Allora verrai davvero?”

“Certo amore.”

“Ti aspetto.”

“A dopo. Ah, ti amo, Blaine.”

“Anche io Kurt.” rispose, chiudendo la chiamata e poggiando di nuovo il cellulare sul comodino vicino al letto dove riposava distesa la sua bambina.

Si avvicinò a lei levando il termometro da sotto la sua ascella, per vedere quanto alta fosse la sua temperatura e si accorse che aveva la febbre a trentanove, le baciò la fronte cercando di non piangere e si alzò.
Decise di lasciarla sola un momento per andare a bere il suo caffè, cercando di calmarsi un momento, era troppo agitato per una semplice influenza.
Quando raggiunse la cucina accese la macchinetta del caffè e si sedette ad una delle sedie del tavolo, mentre attendeva che uscisse.
Si sistemò meglio e poggiò le sue mani sul grembo cercando di restare calmo e di pensare che tutto sarebbe andato bene, la sua Melanie sarebbe guarita presto e di sicuro insieme a Kurt le cose sarebbero andate meglio. Al telefono avrebbe tanto voluto dirgli di venire subito, ma non aveva osato chiedere tanto, si sarebbe accontentato del tempo che gli avrebbe dedicato dall’ora di pranzo in poi.
Alzò il viso e si accorse che il suo caffè era pronto, prese prima una tazza dalla credenza e poi prese la caraffa del liquido nero e ne verso il contenuto nella tazza.
Poggiò tutto sul tavolo e sorseggiò lentamente la sua colazione, che fortunatamente gli fece bene.  Finalmente dopo si sentì un pochino più tranquillo.
Mise la tazza nel lavandino e la sciacquò per poi rimetterla al suo posto.
Lasciò la cucina e ritornò dalla sua Melanie. Quando entrò nella sua stanza vide che era ancora distesa e che stava riposando, raggiunse il suo letto e si coricò dietro di lei abbracciandola stretta, poggiando le sue mani sul suo cuore che batteva velocemente.
Si addormentò stringendola forte e, quando si svegliò e guardò l’orologio, si accorse che era passata da poco l’una. Baciò la fronte della sua bambina per testare se era ancora calda e notò che la febbre non era affatto scesa.
Si sollevò sui gomiti cercando di non svegliarla e lasciò il suo letto, uscendo dalla stanza.
Sarebbe andato in cucina a fare il pranzo per lui, Melanie e forse per il suo Kurt. In questo modo la sua bimba avrebbe potuto prendere la sua medicina e magari sarebbe migliorata. Con questo umore raggiunse la cucina e non fece neanche in tempo a varcare la soglia che sentì trillare il campanello della porta d’ingresso.
Si avviò e aprì la porta trovandosi un Kurt più bello che mai. Lo fece entrare, gli prese la borsa dalle spalle poggiandola per terra, e gli sfilò la giacca appendendola sull’appendiabiti.
Kurt lo stava guardando curiosamente, non riuscendo bene a capire il suo comportamento. Solo quando si ritrovò le sue braccia intorno al collo e con le lacrime che cadevano dal suo viso finalmente si rese conto di quello che stava succedendo.
Cercò di scuoterlo leggermente ma Blaine non si staccò e non sentì minimamente il suo tentativo. Allora fece la sola cosa possibile al momento, lo abbracciò stretto cercando di farlo sfogare.
Stettero abbracciati fermi vicino all’ingresso per un tempo indefinito fin quando finalmente Blaine non si calmò e levò il suo viso per poter guardare il suo fidanzato negli occhi. Lui gli accarezzò la guancia con la sua mano destra, e lo baciò dolcemente posando le labbra sulle sue.
Da quando avevano scoperto che baciarsi era bello e piacevole, passavano molto tempo a sfiorare le loro labbra e ad assaporarsi a vicenda.
Nel momento in cui Blaine si staccò da lui, ritrovò il sorriso solo guardandolo negli occhi, era assurdo pensare che bastava la presenza del suo compagno per tranquillizzarlo e rendere la sua giornata migliore e più bella.
Blaine aveva ancora gli occhi lucidi e Kurt aveva ancora la mano posata sulla sua guancia quando parlò.

“Hey ma che succede? Melanie sta così male?”

“Ha la febbre alta.” sospirò Blaine sconsolato.

“Posso vederla?” domandò Kurt

“Certo.” gli rispose Blaine, scuotendosi finalmente e prendendolo per mano.

Raggiunsero la camera della bimba e Blaine aprì delicatamente la porta per non correre il rischio di svegliarla.
Entrarono all’interno, Kurt rimase sulla soglia aspettando un cenno da parte del suo compagno per entrare e si avvicinò al letto.

“È ancora calda,” sussurrò

Aspettò una risposta da Kurt che non arrivò, si girò e non trovandolo del tutto si sorprese, girandosi del tutto lo vide ancora sul ciglio della porta.

“Ah che fai lì? Vieni!”

“Aspettavo solo un tuo cenno.” disse imbarazzato, abbassando il suo viso

Blaine sorrise leggermente e si avvicinò a lui, gli sfiorò le labbra e poi lo trascinò vicino a lui e insieme si sedettero nel letto della piccola, la stavano contemplando quando Kurt allungò la sua mano per accarezzare il suo braccio delicatamente.

“È bellissima mentre dorme, non trovi?” gli disse Blaine

“Sì, lo è.”

Kurt portò la sua mano sulla sua fronte e le scostò dei ciuffi che le erano finiti sugli occhi, le sue dita che scivolavano con dolcezza sul suo profilo finendo per posarsi sulla sua guancia accaldata dalla febbre.
La bambina si sveglio di soprassalto sentendo un tocco che non conosceva sulla sua pelle e aprì i suoi occhietti aspettandosi di trovare il suo papà, quando invece si trovò Kurt che le sorrideva.

“Ciao piccola.”

“Dov’è papà?” gli chiese lei, spaventata.

 “Sono qua amore mio.” le rispose Blaine, toccandole un braccio per farla voltare

Melanie appena lo vide respirò sollevata e si alzò sui gomiti per poterlo abbracciare forte, si sentiva così persa senza il suo papà. Dopotutto aveva solo lui ed era ovvio che si spaventasse quando lui non c’era.
Con la coda dell’occhio notò lo sguardo triste che era apparso sugli occhi di Kurt e tra sé e sé pensò di essere stata scortese a non considerare anche lui nella sua equazione.
Adesso non aveva un solo genitore che le voleva bene, e anche se non era ufficiale ora c’era anche Kurt che era disposto a prendersi cura di lei.
Lasciò le braccia di suo padre e si avvicinò timidamente a Kurt, era combattuta se fargli una richiesta del genere, ma dopotutto era un gesto normale il suo, quindi levò il suo capo e anche se aveva le gote arrossate, la fronte calda e un leggero mal di testa sorrise felice.

“Vuoi abbracciarmi anche tu, Kurt?” gli domandò a bassa voce

Kurt la guardò e un sorriso comparve immediatamente sul suo viso come se avesse bisogno di un segnale per muoversi, e quel segnale si chiamava Melanie.

“Certo che mi va!” le rispose

Salì meglio sul letto della bambina, allargò le braccia e lei non se lo fece ripetere due volte, si buttò su di lui e lo strinse forte.
Lui le baciò i capelli e la tenne stretta a sé, mentre lei si lasciava andare a quel loro primo vero abbraccio. Sapeva che sarebbe stato il primo di tanti, ma era felice che fosse stata lei ad iniziare questa loro piccola tradizione.
Blaine, che aveva guardato la scena, si commosse per il gesto che sua figlia aveva compiuto, era stata molto dolce nei confronti di Kurt e lui era così estasiato del fatto che la sua bambina fosse così intelligente da capire che anche lui voleva essere parte di quell’atmosfera.
In quel momento lui era molto fiero della sua bambina, che continuava a sorridere felice tra le braccia del suo compagno.

“Che ne dite se vado a preparare il pranzo, magari voi potete stare qua e io vi chiamo quando è pronto.” disse Blaine alzandosi dal letto, aprendo la porta e lasciandoli soli.

Quando finalmente restarono solo loro due nella stanza, l’aria si fece più tranquilla e rilassata, Kurt sciolse il loro abbraccio e guardò con amore la piccola Melanie che lo fissava incantata.
Non aveva mai visto degli occhi di quel blu raro e particolare. Sin dalla prima volta che si erano visti, si era chiesta di che sfumatura fossero, e adesso che li osservava da vicino si era resa conto che non sapeva rispondersi. Lui le sorrise e poi la fece distendere.

“Meglio che ti distendi adesso, è bene che tu riposi.” Le disse lui, spingendola e facendola sdraiare nel suo letto.

“Puoi distenderti vicino a me?” gli domandò

Kurt annuì e si distese vicino a lei, abbracciandola stretta, lei si posizionò sopra il suo petto e portò una mano sopra il suo cuore. Aveva sempre sentito quello di suo padre, quando la stringeva a se, adesso poteva dire di aver sentito un altro cuore battere per lei, sorrise a quel pensiero così bello, ma anche tanto vivo e reale.
Lui le baciò la fronte e constatò che aveva ancora la fronte calda e, in effetti, la sentiva ancora debole tra le due braccia.

“Vuoi che ti racconti una fiaba?” le sussurrò

“Che fiaba?” gli chiese lei curiosamente, alzando il suo viso per poterlo guardare negli occhi

“Quella che vuoi!” le rispose Kurt

“La puoi inventare tu? Papà lo fa sempre.”

“Ci posso provare, piccola.”

Lei si sistemò meglio sopra di lui e poggiò la testa sulla sua spalla per poter sentire meglio.
Kurt la guardò teneramente ed esordì:
 

“C’era una volta, tanto tempo fa, una principessa di un lontano paese che abitava solitaria nella sua casa di campagna, la sola presenza che veniva a trovarla era il suo papà.
Lei aveva sempre notato che sul suo volto non appariva mai un sorriso. Solo con lei sorrideva con gli altri invece indossava un maschera...”

 
“Come si chiamava questa bambina?” domandò Melanie, interrompendo il suo discorso.
“Adesso ci arriviamo.” Rispose.

“La piccola e dolce principessa era una bambina tranquilla, solare, e molto bella. Quando era venuta alla luce suo padre era molto indeciso sul nome da darle ma quando la guardò negli occhi, un solo nome le venne alla mente, e fu …”


“Quale?!” esclamò Melanie.

Kurt le sorrise un’altra volta in quel giorno, e le rispose.

“Charlotte. La piccola cresceva molto velocemente e diventata sempre più luminosa e splendente. Il suo papà più la vedeva diventare grande e più era felice; gli anni passavano e Charlotte si rendeva conto che, anche con lei, il sorriso di suo padre non stava più comparendo. Aveva tanta paura che non lo avrebbe mai visto più sorridere se non avesse fatto qualcosa… e così un giorno…”


“Cosa accadde?” chiese Melanie, curiosa.

“Ci sto arrivando, tesoro.” le disse Kurt.

“Charlotte decise che era il caso di cercare una persona che facesse felice il suo papà, le presentò tante signore di buona società ma lui le mandò sempre via e respinse ogni pretendente. Solo quando lei gli presentò il padre di un amico di vecchia data notò il cambiamento. Il suo papà finalmente sorrise per la prima volta dopo anni, lo vide ridere, e lo vide vivo solamente quando era in compagnia di questo bell’uomo, non molto più alto, molto magro, i capelli di un bel castano chiaro e con la pelle bianca e gli occhi blu...”


Kurt non terminò la frase perché si accorse che la piccola si era addormentata poggiando la testa sulla sua spalla, sentiva il suo respiro che gli arrivava dritto sul collo, sorrise felice e pensò che fosse il caso di lasciarla riposare.
Si alzò dal letto e la sistemò meglio, coprendola bene con il lenzuolo e la coperta. Le scostò i capelli dalla fronte e la baciò dolcemente sulla guancia arrossata.
Spense la luce dalla stanza e uscì, raggiungendo Blaine in cucina.

Arrivò e vide il suo fidanzato intento a girare il mestolo in una pentola che stava bollendo, si avvicinò curioso di sapere cosa stesse cucinando.
Giunse dietro di lui e posò le labbra su un punto lasciato scoperto del suo collo, segno che la sua camicia era leggermente sbottonata dal colletto.

Sentì subito che la sua schiena si era irrigidita al suo tocco e lo stesso Blaine sentì un brivido percorrergli la schiena, sorrise al solo pensiero che tutto questo era merito delle attenzioni del suo Kurt.
Respirò a fondo e poi prese coraggio cercando di sussurrare qualcosa che avesse senso, anche se al momento era l’ultimo dei suoi pensieri.

“La bambina come sta?”

“Sta riposando.” gli rispose Kurt, iniziando a lasciargli dei baci sempre più lunghi sul suo collo, riusciva a sentire la pressione sulla sua pelle e, anche se con molta difficoltà, stava continuando a mescolare il sugo nella pentola.

“B-bene, il pranzo è quasi pronto.” riuscì a dire Blaine

“Cosa cucini di buono?” gli chiese Kurt, aggiungendo oltre le sue labbra, anche le sue mani, che raggiunsero presto i suoi fianchi. Si appoggiò alla sua
schiena con il petto e Blaine poté sentire il suo cuore battere forte.

Con un maggiore sforzo, Kurt sollevò la camicia dai suoi pantaloni e insinuò le mani sotto l’indumento, voleva sentirlo fremere sotto di lui, anche se fosse durato solo pochi secondi.
Blaine stava continuando a mescolare sapendo bene che non sarebbe riuscito a trattenersi a lungo, quei baci lascivi sul suo collo lo stavano facendo impazzire, e quelle mani che accarezzavano lenta la sua pelle lo stavamo distruggendo.
Fermò il mestolo e lo levò dalla pentola, poggiandolo sul lavello, e con molta calma levò le sue mani dai suoi fianchi e si girò lentamente, fino a trovarsi di fronte a lui, occhi negli occhi.

“Non ti piaceva quello che ti stavo facendo?” gli disse Kurt con voce suadente

Luì negò immediatamente scuotendo il capo e avvicinò lentamente le mani, posandole sul suo petto e lo tirò a sé, aggrappandosi alla sua camicia. Kurt lo lasciò fare, anche se a fine serata l’avrebbe avuta tutta stropicciata.

“Come siamo coraggiosi,” gli sospirò sulle labbra, nel momento in cui i loro visi erano vicinissimi e percepì il respiro di Blaine che diventava sempre più corto.

Kurt si spinse leggermente verso di lui, fino a farlo poggiare nel mobile che stava dietro la sua schiena, insinuò una gamba tra le sue e, anche se debole, sentì subito la frizione che era intercorsa tra i loro corpi vicini.
Blaine non resistette più ed eliminò la distanza che c’era tra le loro bocche, lo baciò in una maniera tutta nuova, almeno tra di loro, morse senza rendersene conto il suo labbro inferiore e succhiò quello superiore subito dopo.
Sentì, dritto nella sua gola, che un suo gemito era arrivato e lo sentì vibrare tra le sue braccia che lo stavano stringendo forte. Sentire che il suo Kurt stava crollando per lui lo rendeva ancora più eccitato.
Avrebbero continuato a lungo se un rumore proveniente dalla stanza adiacente non li avesse distratti, si fermarono entrambi nello stesso momento e si guardarono imbarazzati, sorridendosi a vicenda. Blaine lo baciò ancora una volta e mollò la sua camicia.
Kurt si staccò da lui e cercò di rimettersi in ordine, poi portò le sue mani sul suo collo e abbottonò i due bottoni del colletto.

“Sei bellissimo con il viso tutto arrossato, lo sai?”

“E tu sei meraviglioso con le guance tutte rosse.” gli rispose Blaine

Kurt sentì che la sua voce aveva una tonalità diversa, riuscì a percepire la sua felicità in quel tono allegro con cui il suo compagno gli rispose.
Fu felice di constatare che era lui il motivo della sua gioia. Gli prese la mano e lo trascinò fuori dalla cucina diretti all’origine del rumore che prima li aveva fatti uscire dal loro incantesimo.
Quando arrivarono trovarono Melanie seduta sul divano, con le ginocchia strette al petto, che piangeva disperata.
Loro si avvicinarono subito a lei preoccupati.
Si sedettero sul divano vicino alla piccola, uno da un lato, e uno dall’altro e come se fossero telecomandati la strinsero nello stesso istante.
L’abbracciarono forte cercando di consolarla, e Melanie si sentì al sicuro tra le loro braccia, sentiva che tutto stava già migliorando. Smise di piangere e guardò quei due corpi che la proteggevano.

“Tutto bene amore mio?” le domandò Blaine

“Hai fatto un brutto sogno piccola?” le chiese Kurt, un secondo più tardi.

Lei respirò con calma e, dopo essersi asciugata le lacrime dagli occhi, decise di tranquillizzarli.

“Tutto bene, mi sono solo svegliata e mi sono sentita sola.”

“oh Melanie, ma noi eravamo in cucina.” gli disse Blaine

“Sì tesoro, tu non sei sola, sei preziosa per noi.” gli rispose Kurt

La bambina sentendo quelle parole, si voltò verso di lui e con voce emozionata lo guardò attentamente.

“Sono davvero preziosa anche per te Kurt?”

Lui si sentì lusingato da quella domanda: quella bambina tanto adorabile lo stava accettando ogni giorno di più e quello non poteva fare che renderlo anche più contento di quella sua nuova vita, appena iniziata.
Le accarezzò una guancia cercando di trasmettergli tutto il suo affetto con un semplice gesto.

“Certo che lo sei, Melanie.”

Lei sorrise alla sua risposta e si fece abbracciare di nuovo dai suoi papà, anche se Kurt non lo era per davvero, lei stava iniziando a considerarlo tale, in quel piccolo secondo si sentì la bambina più felice della terra.
I due uomini si sorrisero e la strinsero forte, quella bambina era davvero importante per loro, per Blaine era il tesoro più prezioso e per Kurt stava diventando ogni giorno più fondamentale, era entrato in punta di piedi a far parte di quella famiglia che lo aveva accolto con amore e lo avevano reso, anche se in poco tempo, una persona nuova. Semplicemente, una persona completa.


Note

Eccomi qua, vi chiedo scusa per il ritardo con cui ho aggiornato, ringrazio la mia beta Annie, e ci vediamo martedì per il prossimo aggiornamento.

  
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