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Autore: Barbycam    15/06/2007    13 recensioni
Metto subito le mani avanti e chiedo perdono se la mia FF farà schifo. L'ho fatta sul personaggio che preferisco... [...] Passò davanti ad alcuni negozi, quando incontrò per strada un suo compagno di scuola. Si fermò ad una vetrina di vestiti da sera. Bah, pensò, non me lo metterò mai uno di quei cosi maledetti. Ma il ragazzo la vide dalla vetrina. Neanche lui aveva voglia di parlare con nessuno, ma quell’aria sconsolata di Videl gli metteva tristezza. [...] Beh, spero leggerete e commenterete in tanti. Kiss
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Gohan, Goten, Trunks, Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Una ragazza stava seduta davanti al computer mangiando una fetta di pane bianco

Una ragazza stava seduta davanti al computer mangiando una fetta di pane bianco.

“Hai ricevuto un trillo da Kyra.” Sbuffò.

- Ciao Kyra. – La ragazza salutò colei che l’aveva distolta dalla sua musica.

- Videl! Come stai?? -

- Bene… tu? – Non aveva voglia di parlare con Kyra, ma la buona educazione che sua madre le aveva insegnato, aveva sempre il sopravvento.

- Non c’è male. Beh, ora vado. Ciao Videl! -

- Ciao Kyra. – A stento si trattiene dallo scoppiare a ridere. Kyra aveva sempre quel qualcosa che faceva ridere Videl. Ma quel giorno non aveva voglia di parlare con nessuno. Decise di uscire.

Spense il computer e si trascinò fuori dalla sua camera. Scese lentamente le scale e oltrepassò la palestra dove suo padre si allenava ogni giorno. Allenava era una parola grossa. Si muoveva, meglio. << Papà! Io esco! >> Urlò quando vi fu davanti. La porta si spalancò di botto e Mr. Satan avvolto nella solita vestaglia rosso scuro.

<< Tesoro, mi raccomando, non fare tardi. >> L’uomo le scompigliò i lunghi capelli neri con la manona.

<< Sì, papà. Ciao. >> La giovane Videl accese l’ Mp3 e si infilò le cuffiette.

Si chiuse la porta alle spalle e cominciò a vagare per Satan City. Passò davanti ad alcuni negozi, quando incontrò per strada un suo compagno di scuola. Si fermò ad una vetrina di vestiti da sera. Bah, pensò, non me lo metterò mai uno di quei cosi maledetti. Ma il ragazzo la vide dalla vetrina. Neanche lui aveva voglia di parlare con nessuno, ma quell’aria sconsolata di Videl gli metteva tristezza.

<< Ciao Videl. >> La salutò con un soffio il ragazzo, arrivandole alle spalle.

<< Gohan… >> In qualche modo Videl aveva capito che Gohan sapeva… ma non aveva la minima voglia di stare a ragionare sul perché.

<< Anche tu non hai voglia di parlare con nessuno vero? >> Esordì il ragazzo osservando il vestito su cui si era soffermata Videl.

<< Già… come fai a saperlo? >>

<< Perché anche io sono così oggi. Ma non dirmi che hai intenzione di comprarti quel vestito! >> Scherzò. Sapeva che non l’avrebbe mai vista con un vestito da sera addosso.

<< Pensavo che mi conoscessi Gohan. Non lo metterei mai, lo sai. >> Ecco appunto.

<< Ti conosco molto bene Videl, infatti mi sono un po’ preoccupato vedendoti qui davanti. >> Senza essersene accorta, aveva lasciato che la musica scorresse nelle sue orecchie, ed era arrivata a Crazy for this girl, una canzone che era uscita da poco. Suo malgrado, si immaginò come la cantasse Gohan.

<< Beh, tranquillo, non mi vedrai mai con quei cosi addosso. >> La compagnia del ragazzo non era poi così male. Voleva stare sola, ma Gohan era un caso particolare.

<< Sicura? >> Ho un’idea. Pensò Gohan sorridendo tra sé e sé.

<< Sicurissima. >> Che ha in mente adesso? Gohan nella scuola, era abbastanza famoso per le sue idee strampalate.

<< Beh, signorina Videl, accetterebbe una sfida? >> Gohan si voltò verso di lei.

<< Mi dica, signor Gohan. Mi illumini, avanti. >> Scherzavano sempre dandosi del Lei. Anche se non l’ammettevano, era un modo per dimostrare quanto fossero uniti.

<< Bene, la invito alla festa di questo sabato. Chi di noi si vestirà più elegante, vincerà e il perdente pagherà da bere. Le interessa? >>

<< Non lo sa, lei, che io non rifiuto mai una sfida? >> Un piccolo sorrisetto le illuminò il volto.

<< Bene, allora ti passo a prendere sabato alle 9 precise. Mi raccomando, fatti trovare pronta, okay? >>

<< Perfetto. A sabato. >> Si strinsero la mano e poi lui se ne andò. Si sarebbe divertito alla festa di sabato, con Videl vestita da ragazza.

Videl, intanto, era tornata ad osservare quel vestito, quando un pensiero le balenò in mente. Oh no! Quello me la pagherà cara… Si era ricordata solo in quel momento, che per la festa erano previsti vestiti da sera. E si era appena promessa di non indossare mai uno di quei cosi.

<< Gohan! >> Provò ad urlare, ma il ragazzo era sparito dalla sua visuale. << Me***! >> Tornò a casa e si mise a frugare nel baule che teneva in soffitta. Non usava mai la roba che aveva là dentro, perché era della madre defunta da qualche anno, ma erano tutte cose da sera e non poteva non usarne una. Altrimenti avrebbe dovuto spendere una cifra enorme per un vestito abbastanza elegante.

Frugò, e frugò ancora, quando vide un luccichio dal fondo del baule. Infilò la mano dentro ed estrasse il vestito. Era blu notte, con una spallina sola e lungo fino al pavimento. Aveva due giorni per prepararsi. Poi, il giorno della vergogna.

Si appoggiò il vestito luccicante sul petto e se lo osservò. Non le stava male, ma non l’avrebbe ammesso neanche sotto tortura.

Non aveva delle scarpe abbinate però! Decise di chiamare Kyra.

Prese il cellulare ultimo modello dalla tasca e compose il numero dell’amica.

<< Kyra? Sono Videl. Ho bisogno del tuo aiuto. >> Mormorò sotto voce. Se solo suo padre avesse sentito che chiedeva aiuto, le avrebbe fatto una sfuriata e, poi, si sarebbe proposto lui come salvatore. E, diciamocelo, non era il caso.

<< Dimmi Videl. >> Rispose la voce metallica di Kyra dall’altra parte dell’apparecchio attaccato all’orecchio di Videl.

<< Senti… sai la festa di sabato? Ecco, Gohan mi ha invitata… >>

<< Oh!!! Che bella coppia! E io che pensavo che saresti rimasta zitella per tutta la vita! >> Gongolò Kyra.

<< AAAHHH!!! Ma che hai capito??? È una sfida! Chi è più elegante. Chi perde paga da bere. Non c’è niente di sentimentale, credimi. >> La sua amica era una delle ragazze più pettegole della scuola. Ma era anche l’unica che le somigliasse anche solo un poco. Per farla stare zitta, bastava dire: “Non dirlo a nessuno.” E lei diventava più muta di una tomba.

<< Oh… mi dispiace. >> Il tono era visibilmente deluso.

<< Senti. Ho bisogno di te, perché mi servono delle scarpe. Puoi venire da me sabato mattina? >> Almeno avrebbero avuto tutto il giorno per prepararsi.

<< Va bene Videl, ci vediamo sabato mattina alle 8. va bene? >>

<< Perfetto. Grazie a sabato! >> Fece appena in tempo a chiudere la chiamata, che suo padre irruppe nella camera. Cioè, non proprio, perché Videl aveva imparato a mettere il chiavistello. Suo padre era un vero impiccione.

<< Cos’è perfetto? E perché hai questo coso? Fammi entrare Videl! >> Sbraitò l’uomo, cercando di infilare la testa nello stretto scompartimento per vedere cosa stesse combinando la figlia.

<< Papà! Non si bussa più??? >> Urlò Videl. In fretta e furia nascose il baule sotto al letto e il vestito sotto le lenzuola. Andò ad aprire il chiavistello e suo padre si sporse in avanti, cadendo ai predi della figlia.

<< In casa mia posso entrare dove voglio e quando voglio, mettitelo bene in testa Videl. Togli quel coso dalla porta. >> Sbottò Mr. Satan rimettendosi in piedi e appoggiando le mani sui fianchi.

<< Sì papà. >> Rispose Videl, alzando gli occhi al cielo. Tanto, non l’avrebbe tolto.

<< Ora dimmi, cos’era perfetto?? >> Il padre si illuminò. Era iper-protettivo nei confronti della figlia, che appunto non ne poteva più.

<< Sabato vado ad una festa. E alle otto di mattina viene Kyra ad aiutarmi, mentre alle nove di sera, Gohan mi viene a prendere. >> Appena sentito il nome di Gohan, Mr. Satan si gonfiò tutto e disse con voce tremante dalla rabbia:

<< Tu non andrai a quella festa. Soprattutto se verrà a prenderti un ragazzo. >> Sbuffò.

<< Papà, io ci vado. L’ ho promesso a Gohan. Non posso tirarmi indietro. >> Ribatté Videl, che stava cominciando ad arrabbiarsi. Non sopportava il padre quando faceva quelle scenate di gelosia nei suoi confronti. Che voleva? Lei era la ragazza più forte del paese, ma non ancora come il padre. O almeno era quello che pensava.

<< No, tu non ci vai. Hai capito figliola?? Tu non andrai a quella festa, sono stato chiaro? >> Stava per scoppiare. Era bordò e stava tendendo al viola scuro.

<< IO CI VADO! Non puoi trattenermi! Non a vita. Sono una ragazza, ho il diritto di vivere la mia vita. E poi, che vuoi? Sono la più forte del paese, nessuno può battermi. Se anche mi facessero soffrire, io li batterei. Lo vuoi capire o no??? >> Perse il controllo. Cominciò a tremare. Voleva urlargliene quattro a quel padre iper-protettivo che si trovava.

<< NON CI ANDRAI! METTITELO BENE IN TESTA, VIDEL! >> Con questo si avvicinò alla figlia. Lei non ci vide più dalla rabbia e gli tirò un pugno sul ventre. Non lo mosse. Mr. Satan, scoppiò in una risatina isterica. << Non riesci a farmi male, Videl. Sono più forte di te. >> Disse con aria sicura. Videl, alzò lentamente lo sguardo e nei suoi occhi si accese una scintilla di follia.

<< Ti propongo una cosa. Noi ci battiamo. Se vinco io, andrò alla festa e potrò tornare quando voglio. Se vinci tu, non ci andrò e non uscirò per una settimana. Ci stai? >> Videl non era mai stata più sicura. Avrebbe battuto suo padre in combattimento e volente o nolente sarebbe andata alla festa.

<< AHAHAHAHAHA piccola, ingenua Videl. Non puoi battermi, ma se lo desideri tanto, va bene. Domani in giardino, va bene? >> Rise e le scompigliò i capelli neri.

<< Va bene. >> Lo spinse fuori dalla sua camera e cominciò ad allenarsi. Sapeva di non aver usato tutta la sua forza. Nessuno sapeva, che lei aveva una piccola palestra in camera sua. Le bastava premere un bottone e tutta la camera si trasformava. Ma prima di premerlo, andò a chiudere il chiavistello.

In pochi secondi si trovò davanti ad un sacco da boxe, regalo del padre. Beh, qualcosa di utile l’ hai fatto. Pensò mentre cominciava a tirare pugni a quell’affare.

Dopo un’ora, decise di rendere le cose più interessanti. Regalo di Bulma, erano dei robottini di metallo, che quotidianamente usava per allenarsi. Solitamente ne faceva uscire solo una decina, e poi si annoiava. Ma quella volta, 20 robottini uscirono da uno scompartimento nascosto nella parete. Te la farò vedere io. Attaccò una foto di suo padre sul saccone e cominciò a dare pugni e calci, mentre i robottini si avvicinavano. Aveva in programma di sfasciare quei robot senza smettere di colpire il sacco.

 

Dopo 3 ore di duro allenamento, era riuscita a sfasciare una 50’ina di robot. Prese un asciugamano e se lo passò in fronte. Avrebbe battuto suo padre, il giorno dopo. Oh sì, ce l’avrebbe fatta senz’ombra di dubbio. Sorrise tra sé. Premette di nuovo il bottoncino e la camera tornò tale.

Si avviò con l’asciugamano sulle spalle in bagno. Aprì l’acqua calda e, dopo essersi svestita, vi si infilò sotto. Sarebbe dovuta andare anche dal parrucchiere prima della festa. Ma ci avrebbe pensato poi sabato con Kyra.

Dopo cinque soli minuti, uscì grondante d’acqua. Si attorcigliò un asciugamano attorno al petto e rimase ad osservarsi davanti allo specchio. Doveva ammetterlo, non era male. Non aveva mai fatto caso al suo aspetto fisico, né al suo viso.

E io che pensavo che saresti rimasta zitella per tutta la vita! Le rimbombò nella testa quella frase che le aveva detto Kyra. E se alla festa fosse successo qualcosa di più con Gohan?? Come avrebbe reagito?? No! Non doveva pensarci. Altrimenti le veniva il panico. La cosa che aveva sempre pensato di fare se un ragazzo ci avesse provato con lei, era di scaraventarlo a terra o fuori dalla finestra. Pessima cosa, pensò in quel momento. Beh, Kyra è abituata… mi darà una mano lei. Stava riponendo troppa fiducia in quella sua amica, ma era l’unica che la potesse aiutare.

In conclusione, doveva: andare dal parrucchiere con Kyra, battersi con suo padre, andare a comprare delle scarpe, e infine andare ad una festa. Con Gohan. Quel pensiero, la torturò tutto il giorno e quando decise di dormire, non la mollò un attimo.

Si addormentò con l’immagine di Gohan impressa nella testa. 

 

 

Premetto che non sono capace a scrivere, questa idea mi è venuta di botto. È la prima FF che scrivo su Dragon Ball. Per favore, siate clementi… ripeto, non so come sia venuta, ma spero comunque in commenti, sia positivi che negativi. (Ovviamente più positivi che negativi… ^.-)

Vorrei ringraziare chi ha recensito “Ascoltatemi”. Sono tornata quella di sempre, scusatemi per la preoccupazione ^^. Bene, ho finito. Spero che vi piaccia.

Baci, Barbycam.  

  
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