Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Moira__03    01/12/2012    3 recensioni
Un nuovo modo di raccontare come io abbia ipotizzato l'inizio della relazione tra Bulma e Vegeta, descrivendo la trama e le situazioni tramite flashfic prettamente introspettive, senza far mancare spazi di quotidianità, discussioni e dialoghi.
Il tutto comincerà da quando Dende ha espresso il desiderio di riportare sulla Terra tutti coloro che erano sul pianeta Namecc eccetto Goku e Freezer. E da lì costruirò la storia su questa coppia
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-     Femmina     -

Era immobile, nonostante il dolore che le forti contrazioni dei muscoli gli stavano arrecando. Aveva stremato il suo fisico quella sera. Si era volutamente massacrato, esasperato persino la mente affinché accettasse la sofferenza come la più consueta delle sensazioni quotidiane.
Aveva distrutto se stesso e anche la camera gravitazionale.
Ma non era stato abbastanza.
Seppur il suo corpo riusciva a sopportare una gravità davvero esagerata, la sua mente sembrava non voler collaborare.
Non riusciva ad essere appagato, perché nel mentre dei suoi ossessivi allenamenti notturni, il suo cervello era scappato via da lì, fermandosi in quel luogo in cui il suo sesto senso si attivò, percependo un’aura maggiore di quella di un qualsiasi altro terrestre, che si incrementava in momenti alterni, mentre una più fioca cercava di venire a galla, anch’essa subendo degli sbalzi irregolari.
Erano vicine, molto vicine, e sapeva che ciò che stava succedendo lì non era un combattimento.
Quella sera Vegeta aveva ben percepito le intenzioni del damerino terrestre, imbambolato dalle cosce nude e seducenti della scienziata.
E quella notte la stavano consumando così quei due, sotto la vigilanza della mente del principe, distratto da una sensazione che gli infastidiva un punto all’altezza del petto.
In questo modo Vegeta si era allenato, perennemente distratto, con le fantasie che gli proiettavano nella mente le immagini più sconce e assurde relative alla scienziata, portandolo a pensare che non sarebbe stato poi così male affondare le sue mani in quella nivea carne.
Distratto da quelle elucubrazioni che stavano disintegrando il suo orgoglio, non si accorse che per lui in cucina c’era una tavola ben apparecchiata, proprio per lui.
La sua indole mercenaria lo portò ad agire d’impulso: digrignò i denti e prese a tremare, mentre con un lieve incremento d’aura, quel che bastava ad illuminarlo di un sottile strato di luce, generò un disastro immane. Senza muovere un solo dito, ma con la sola aria dalle fattezze di un uragano di forza inaudita, mandò in mille pezzi il tavolo e ciò che vi era sopra, rovinando anche il resto della cucina.
Un lieve rumore proveniente dalla porta d’ingresso che si apriva gli bastò per far cessare tutto, mentre con un ghigno sadico stampato su quel volto, si diresse verso l’ingresso mescolandosi nel buio.
 


 



-     Maschio     -
 
 
“Mi ami?”. Le aveva proferito Yamcha sotto voce, sotto quel vellutato lenzuolo sporco solo della loro passione appena consumata.
“Lo sai, perché me lo chiedi?”. Bulma si era tirata su facendo perno col gomito piantato sul materasso lo aveva guardato e aveva sorriso. Un sorriso falso che tenta di celare una verità che a galla non vuole emergere, bloccata dai ricordi che bastardi lacerano il cuore.
“Dimmelo”. Yamcha era serio, mentre abbracciava la sua Bulma divenuta ormai donna.
Bulma lo fissava negli occhi. E vide quel ragazzo forte e coraggioso di cui si era innamorata. Ma non riuscì a vedervi l’uomo che il suo corpo dimostrava di esser diventato.
Era cresciuto solo fisicamente lui. E lei aveva bisogno di un uomo.
Sorrise di nuovo e gli si catapultò sul collo, lasciando poi che Yamcha la abbracciasse e scherzosa le aveva sussurrato “ma quanto sei dolce”. Una verità ormai sepolta era quella. Una verità che non riusciva a negare.
Ma nel mentre di quell’abbraccio Bulma chiuse gli occhi ed inspirando notò che la sua mente proiettava nel suo cervello quella stessa immagine: risate, abbracci, ma l’uomo non era Yamcha.
Era Vegeta.
Lo immaginava rude, in tutta la sua nuda bellezza. Subito si chiese come potesse essere vedere Vegeta nudo. Le fattezze aliene non si sarebbero rilevate, se non per quella cicatrice all’altezza della sua schiena dove lui tempo fa aveva la coda. Lui era forte, possente. Muscoloso più di qualunque altro. E dannatamente maschio.
Lui sprigionava il suo virilismo da ogni poro. La sua natura selvaggia, il suo essere forte, il suo orgoglio, li emanava ovunque.
Vegeta era un assassino, e lei stessa gli aveva augurato la morte quando per la prima volta era approdato sulla Terra. Ma adesso se lo ritrovava in casa, decidendo di ospitarlo impulsivamente.
Sì, era stato l’istinto, il suo cuore ad averle fatto prendere quella scelta. Perché Vegeta era cinico e bastardo, ma era anche ciò che le mancava, quella parte un po’ dispotica che le avrebbe tenuto testa.
E il suo cuore, prima di lei, se n’era accorto.
Sciolse quell’abbraccio con una rapidità immensa, scusandosi con Yamcha e dicendogli subito che quella sera non poteva fare l’alba a casa sua perché suo padre l’avrebbe aspettata per un esperimento da fare al mattino presto. Perciò si fece accompagnare a casa.
E quando furono dinanzi al cancello Bulma gli regalò un bacio veloce, chiudendo gli occhi non perché fosse innamorata, ma perché non voleva che baciasse un uomo senza amarlo.
E ciò che glie lo fece ammettere furono i battiti del cuore che improvvisamente accelerarono quando uscì dalla macchina per correre in casa, scaturiti dalla voglia e dalla paura di incontrare quel saiyan.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Moira__03