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Autore: MaxT    02/12/2012    2 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian'
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Ad personam
 
Cara Scarlettheart, che piacere sentirti! Innanzitutto spero che stia andando tutto bene al lavoro. Grazie per aver trovato il tempo di scrivere i tuoi commenti sempre graditi.
Sisì, i personaggi si cacciano nei guai, spesso con le loro stesse mani. Ma se non lo facessero, non ci sarebbe neanche suspance. Certo che Endarno è indisponente, e se lo è per l'Oracolo, figurati che paura deve fare ai suoi 'ospiti' destinati alla Torre delle Nebbie. Ma questo non gli porterà bene, prima o poi.
 
Ciao Silvia Gi, grazie per continuare a seguire la mia storia, sapere di avere dei lettori così affezionati è un grande incoraggiamento per me. 
Il segugio... boh, forse non aveva neanche capito cosa doveva cercare. Se gli avessero portato il perizoma strappato ad Hay Lin avrebbe avuto qualche barlume di cosa ci si aspettava da lui, ma Nemesis ed esercito sono due parrocchie diverse che si ignorano a vicenda.
Per Vera, è vero (...) che si è messa nel ruolo del tiranno, però immaginati che non avesse trovato il pretesto per rifiutarsi di rendere il trono a Elyon: ne sarebbe uscita come una completa vittima, tanta fatica per diventare il capro espiatorio di tutto il pasticcio, e senza neppure la garanzia di un salvacondotto da Kandrakar.
 
Qualche parola su questo capitolo: vi anticipo un colpo di scena a palazzo. Quella scena è stata molto difficile da scrivere e ho faticato molto per tentare di renderla credibile, comunque era necessaria alla trama. Chiedo scusa perchè anche questo mese ho tralasciato il disegno, spero di poter trovare tempo e ispirazione in futuro.
 
Buona lettura
MaxT


Profezie

 
Riassunto delle puntate precedenti
 
Dopo un incontro misterioso con la Luce di Meridian, Vera ha convinto le Gocce a sostituirsi a Elyon a Meridian, impersonando la regina e le guardiane. La controfigura di Elyon e le finte guardiane esiliano Miriadel e Alborn, mentre Caleb sfugge alla cattura; pur avendo assunto il potere, si rendono conto di non essere convincenti, e inventano la storia che le guardiane sono a palazzo per proteggere la Luce di Meridian da un complotto.
A Heatherfield, Elyon spiega che quella che si sta realizzando è una sua profezia, che prevede che la tirannia duri un anno, che a Meridian dura diciotto mesi. Elyon è decisa a non tentare niente prima di questa scadenza.
Il nuovo piano di Vera prende rapidamente forma, basandosi sull'ambiguità del termine di un anno: prima simuleranno che Elyon diventi sempre più tirannica, screditandola, poi Vera la spodesterà dopo un anno terrestre di dodici mesi, facendo finire apparentemente la tirannia e realizzare la profezia; poi, dopo aver guadagnato il consenso della gente, si prepareranno per affrontare Elyon e le Guardiane al loro ritorno dopo diciotto mesi, un anno di Meridian.
Vera crea venti copie di Wanda, dette Nemesis, che avranno l'incarico di impersonare le guardiane e di sorvegliare la città restando invisibili o sotto falsa identità, o con l'aspetto di aquile.
Come dal piano di Vera, le false Guardiane imprigionano Galgheitha e altri personaggi importanti, che potrebbero rendersi conto che la sempre più tirannica Regina e le Guardiane sono state impersonate da controfigure; la principessa Vera fa la parte della buona, facendo fuggire questi prigionieri dalla città.
Infine, si arriva allo scadere dei dodici mesi dall'arrivo delle Gocce e da quello che a molti appare come l'inizio della tirannia. La montatura arriva al suo culmine: Vera parla in consiglio criticando Elyon, poi affronta le false guardiane e infine la falsa Elyon, sconfiggendoli tutti e venendo proclamata Regina.
Informata da Caleb, la vera Elyon decide di proseguire col piano iniziale, aspettando altri sei mesi per intervenire; inoltre preannuncia alle guardiane che intende farlo da sola. Queste, preoccupate, si chiedono se dovranno intervenire in qualche modo per aiutarla.
Nel frattempo Vera fa sperimentare nuove armi segrete, come fruste capaci di iniettare narcotici e sistemi per materializzare armi pesanti in vista del confronto finale.
Cinque mesi dopo, la situazione precipita improvvisamente per un casuale ma burrascoso incontro di Taranee con le gocce a Midgale. L'Oracolo acconsente a chiudere la muraglia per precauzione e ne fa dare preavviso a Elyon, che però decide di dover assolutamente parlare con Vera al più presto.
Elyon, quindi, decide di teletrasportarsi immediatamente nel suo mondo. Preoccupato per la sua sorte, L'Oracolo convoca immediatamente le Guardiane, inviandole a recuperarla. Queste intervengono in tempo per sottrarla a due Nemesis che stavano cercando di catturarla. Ma nel trasportarla a Kandrakar, inaspettatamente trascinano con loro una delle due, Dora.
A Kandrakar, Elyon viene costretta a rivelare che il colpo di stato di Vera era stato frutto di un loro accordo per far realizzare la profezia della tirannide nel modo meno dannoso possibile. Vera aveva assunto una pozione per dimenticare questo accordo, ma la sua memoria sarà ripristinata pronunciando in sua presenza una frase concordata, che comunica a Dora che viene rimandata a Meridian come messaggera.
Dora ritorna e ripristina i ricordi di Vera, aggiungendo che Elyon vuole parlarle, ma riferisce anche che a Kandrakar sia lei che la ex-regina sono state minacciate.
Quando Elyon viene condotta al cospetto di Vera, questa rifiuta di tirarsi in disparte e ammettere pubblicamente la montatura, con la scusa che Elyon non ha mantenuto una vecchia promessa, e che non può comunque garantirle dalle vendette di Kandrakar; tuttavia mantiene la promessa di riportarla a casa, libera, in attesa del confronto finale.
Le WITCH apprendono da Cornelia l'esito di questa missione. Taranee è fortemente risentita sia verso Cornelia, che ha sempre spalleggiato Elyon pur avendo intuito i suoi piani, sia verso Will, accusata di essere sempre più simile all'Oracolo. Pochi giorni dopo, però, Will si confida con Matt in un locale pubblico, e casualmente Taranee e Hay Lin sentono questo sfogo; mentre Taranee si rabbonisce, Hay Lin è in preda ai dubbi sul suo ruolo e il suo futuro, e si mette in contatto con la nonna Yan Lin che la rassicura, senza però poterle rivelare il segreto dell'Antica Profezia sulla quale si fonda Kandrakar.
Nel frattempo, a Meridian Vera e le sue fedeli si preparano a modificare il loro sistema difensivo, dopo che la temporanea cattura di Nemesis 1 aveva rivelato all'Oracolo fin troppe informazioni su di esso.
Elyon scopre tragicamente di aver portato con sè la Corona di luce fasulla. Informato, l'Oracolo disapprova il suo piano di creare delle Nemesis a lei fedeli, e impone di concordare un piano con le Guardiane. Endarno, sfiducioso, incarica Orube di preparare una seconda squadra d'intervento.
Elyon sostiene il piano di Cornelia di usare il Potere della Terra per aprire una galleria nei muri e sorprendere Vera; in realtà non ha rinunciato al suo piano segreto di sorprendere la rivale creando tre Nemesis a lei fedeli, più una sosia di sè senza poteri da far catturare. Nel segreto del suo scantinato, questo piano viene messo a punto in ogni dettaglio. 
Arrivato il grande giorno, Le WITCH e Elyon si teletrasportano alla periferia di Meridian, ma questa le lascia brevemente per iniziare il suo piano. Riesce a infiltrare le tre Nemesis a lei fedeli, che trasmettono a Vera di avere catturato Elyon, in realtà la sosia. Nel frattempo però, credendosi abbandonate, le WITCH si dirigono verso la città senza aspettare l'amica, che tornando indietro si scopre rimasta sola. 
Le false Nemesis con la loro prigioniera riescono a passare i pur severissimi controlli e arrivare al cospetto di Vera. Questa, leggendo dalla mente della prigioniera un piano fittizio cui era impreparata, decide di far distribuire ai soldati di guardia al palazzo una nuova arma non letale, gli 'anticorpi'. Nel frattempo le WITCH sono costrette ad entrare nel sotterraneo per sfuggire ai soldati in superficie.
Qui per due volte vengono localizzate dal sistema di sorveglianza e per due volte riescono a sfuggire alle Nemesis; iniziano a scavare una galleria verso il palazzo, ma una crisi di claustrofobia di Hay Lin le costringe a rinunciare, e sono costrette a risalire in superficie.
Qui le loro tracce vengono notate dai militari, ma Caleb, travestito da soldato, riesce a depistare le ricerche. Poco dopo, però, una bomba ad anticorpi lanciata a caso da un'aquila colpisce Taranee, avvolgendola e rivelandola agli avversari.
Nel frattempo, Elyon è riuscita a sostituirsi a Irenior incontrata nei sotterranei, ma anche lei viene investita dagli anticorpi appena uscita in strada. I militari, ingannati sulla sua identità, l'accompagnano a palazzo perchè si possa ripulire.
 
 
 
 
 
 
Capitolo 80
 
L'assalto della discordia
 



 
Meridian, caseggiato vicino a piazza Sottocastello
 
All’interno del caseggiato, l’ingresso di una forma umanoide con le alette che cammina alla cieca come uno zombie, avvolta in una poltiglia bianca e guidata da una voce incorporea, viene presa con sorpresa e paura dagli abitanti che sbirciano attraverso le imposte socchiuse. 
La paura si muta in terrore quando vedono l’ingresso al cortile interno coprirsi di rovi spinosi con una velocità innaturale, indice certo dell'azione di una magia aliena e ostile. Alcuni strillano, altri si nascondono o escono in strada da altre porte o da finestre. 
Lo spaventoso groviglio di rovi si estende rapidamente a coprire l’esterno del caseggiato, chiudendo l’ingresso ai soldati che accorrono e l’uscita a quegli abitanti che si sono attardati.
 
L’anziana signora Kostell è una di questi; quando ha sentito le grida da fuori e ha visto le sue finestre coprirsi di un intrico di rami spinosi, non ha fatto in tempo a capire cosa sta succedendo che vede il catenaccio della sua porta d’ingresso sul cortile disserrarsi da solo.
Il battente si apre di colpo, e una spaventosa voce incorporea dall’accento straniero le dice: “Scusate… fate pure come se non ci fossimo”. 
Riconosce quella voce da incubo: è la terribile Guardiana dai capelli rossi!
La reazione dell’anziana, naturalmente, è uno strillo acutissimo contro il quale nessuna insonorizzazione può niente.
“Ci scusi… non vogliamo…”, tenta di aggiungere la voce incorporea, ma è tutto inutile: al termine del lunghissimo strillo, l’anziana si affloscia a terra senza sensi, rovesciando una sedia del soggiorno.
 
“Oh no!”, geme Will, “Cornelia, vedi se puoi farci qualcosa!”.
“Cornelia, Cornelia…”, brontola la Guardiana della Terra entrando dietro di lei, “Non ti pare che io abbia già da fare per serrare tutti gli ingressi?”.
Dietro di lei entra Irma. “Magari le posso dare un bicchiere d’acqua. Signora, dov’è il rubinetto?”.
“Ma ti pare che possa risponderti?”, le sbotta la Guardiana della Terra, dirigendosi in fretta al piano superiore, “Vado a controllare se è tutto chiuso”. 
Un attimo dopo, anche dal piano di sopra provengono strilli di paura e qualche secca parola di scusa.
Dietro Irma, Hay Lin entra precedendo Taranee, che brancola nell’ingresso mugolando lamentele senza osar disserrare la bocca. 
“Dobbiamo ripulirla subito!”, esclama la Guardiana dell’Aria, “Questa roba è come se succhiasse via ogni potere!”.
Will si guarda in giro. “Usate la tovaglia, presto! La fontana è lì.  Girate su un lato la vecchia in posizione di sicurezza!”. Anche lei sale rapidamente le scale, borbotta qualche parola di scusa a una donna giovane con un marmocchio che se ne stanno rattrappiti in un angolo della stanza, con la faccia pallida come un cespo di lattuga, poi si rende conto di essere ancora invisibile. Ma quando si fa vedere per rassicurarli, questi sbarrano gli occhi come davanti a un mostro assetato del loro sangue e cominciano a piangere di paura e invocare pietà. 
“Oh, beh…”, borbotta amareggiata, tornando invisibile; non ha tempo da sprecare in pubbliche relazioni proprio ora. “Cornelia, dove sei?”.
“Di qua”. La sua compagna è nella stanza accanto, e sta sbirciando all’esterno da un minuscolo spiraglio tra le imposte e i rampicanti che le sigillano. “I soldati stanno circondando la casa. Dobbiamo andarcene al più presto”.
“Lo so”, conviene Will soffocando una fitta di emicrania,  “Ma Taranee aveva con sé il sondino, e ora non riesce più a materializzarlo”.
Un rumore di passi sulle scale di legno preannuncia l’arrivo di Hay Lin, che va dritta al letto e prende un paio di coperte per portarle giù. “Come va qui?”, chiede.
“Dovremo andarcene via al più presto. Ci vuole una galleria”, risponde Cornelia, poi le viene incontro e le prende le coperte di mano. “Io vado giù a scavare. Tu resta con Will”.
“Va bene”.
“E trova qualcosa per coprirti le chiappe!”, le dice con un’ultima occhiata nervosa al suo didietro mentre scende le scale. Questi costumi da fatine sexy sono buoni per delle majorette, pensa, ma tute avvolgenti come quelle delle Nemesis sarebbero molto più pratiche. Quantomeno, non dovrebbero temere ogni momento di poter essere localizzate dalla semplice puntura di una zanzara. 
 
 
Meridian, centrale operativa delle Nemesis
 
“Molto bene… ho un contatto con l’interno della casa!”, dice Theresion. Sullo specchio di fronte a lei vengono visualizzate imprecise immagini a pixel esagonali, come viste dagli occhi compositi di qualche blatta. “Quella figura in bianco, seduta a terra impastocchiata, è Taranee. Le altre non si vedono, ma si intuisce che ce n’è almeno una che tenta di ripulirla con dei teli. E quello… Ah, fa schizzare acqua da una caraffa, dev’essere Irma. Sull’altro lato della stanza il pavimento ha una vaga fosforescenza verdina, è certo Cornelia che cerca di aprire un tunnel. Ma non ci riesce, a quanto pare. Almeno, non velocemente come ha fatto nel sotterraneo”.
“Dev’essere la vicinanza con gli anticorpi”, commenta Vera, in piedi alle sue spalle, sfregandosi le mani soddisfatta. “Quella roba funziona molto, molto meglio di quanto avessi mai osato sperare!”.
“Se li avessimo usati fin dal primo scontro!”, aggiunge Wanda con una vaga occhiata di rimprovero alla sua Regina.
“Già. Peccato che non possiamo teletrasportarli lì dentro, sennò potremmo chiudere facilmente la partita”. Ci pensa sopra. “Ma forse si può fare un’altra cosa: i soldati potrebbero aprire uno spiraglio in qualche finestra e  far entrare un getto di anticorpi nella casa. Riuscirebbero a bloccare subito quantomeno le guardiane che sono ancora al piano terra. Sì, mi piace. Dò subito gli ordini”.
Wanda la guarda risentita. “Come: adesso che le abbiamo imbottigliate e stiamo per prenderci la rivincita, tu vuoi regalare la vittoria ai buzzurri dell’esercito?”.
Vera la tributa un'occhiata fredda. “Delle tue rivincite...”.
“Ragiona”, insiste Wanda, “Un'aquila potrebbe gettare gli anticorpi all'interno attraverso il camino senza neppure essere vista da loro”.
Vera ci pensa un attimo. “Perché no? Tanto, una cosa non esclude l'altra”. 
 
 
Meridian, casa in cui sono asserragliate le WITCH
 
“Allora? Come va, là sotto?” , chiede Will dalla camera, osservando il Cuore di Kandrakar che ora punta decisamente sul palazzo, senz’alcuna oscillazione.
“Non bene”, risponde la voce di Cornelia da sotto le scale. 
“Almeno riesco a parlare, ora”, geme affranta Taranee.
“Anche con l’acqua non viene via”, aggiunge Irma con una nota di stizza, “Portate giù qualche altro telo!”.
 
“Will, guarda!”, grida allarmata Hay Lin, coi fianchi finalmente cinti da una tovaglietta, sbirciando dalle imposte. “Si stanno avvicinando soldati con dei coni bianchi in mano, e altri con delle scuri!”.
La Guardiana del Cuore le viene vicino a vedere. “E’ vero, maledizione! Scommetto che vogliono forzare le finestre per sputarci addosso quella roba bianca!”.
“Allora tocca al Potere dell’Aria!”. Hay Lin protende le mani verso la finestra, e dall’esterno il vento prende a fischiare tra le imposte, sempre più forte. Qualche esclamazione di sorpresa viene dal piano di sotto, mentre nell’altra camera il bambino comincia a piangere forte.
“Stanno andando giù come birilli”, constata Will con sollievo sbirciando dall’altra finestra, ma l’ululato del vento copre la sua voce.
 
 
Meridian, sopra la città.
 
Sopra i tetti, l’aquila tenta di compensare il vento improvviso che tende a farla rollare al di là delle sue capacità di controllo. Le raffiche impetuose, irregolari, la investono da tutte le direzioni, impedendole di compensare le deviazioni agendo sulle remiganti. Nel tentativo di manovrare, si libera delle due bombe ad anticorpi che teneva tra le zampe, che vengono immediatamente trascinate dal vento mulinando come girandole fino ad infrangersi contro un tetto vicino, spargendo le loro scintille bianche, che il vento disperde e rimescola, facendole mulinare irregolarmente sopra le case.
Ma, così alleggerita, l’aquila manovra ancora peggio. Viene voltata e rivoltata più volte su sé stessa, senza riuscire a contrastare il vento in alcun modo. Vede con orrore il muro della palazzina che si avvicina troppo velocemente, tutti i dettagli minuti dell’intonaco sempre più vicino ai suoi acuti occhi di rapace. Lo schianto, e poi più niente.
 
 
Meridian, sala operativa delle Nemesis
 
“Allarme!”, grida Nemesis Venti alla console, davanti allo specchio improvvisamente oscurato. “La diciannove si è schiantata contro un muro! Non ho più nessun contatto con lei!”. L’immagine dello specchio riprende dall’alto, ballerina e irregolare, dagli occhi d’aquila di Nemesis Diciotto. In fondo a un vicolo, la sagoma scura di un grande uccello è inerte a terra, sballottata dalle raffiche.
“Maledizione!”, tuona Wanda, “Tu sei il suo angelo custode, riportala qui tutt’intera, che aspetti?”. 
“Niente, non funziona!”, risponde Venti con l’angoscia nella voce. “Colpa di tutta quella merda bianchiccia che si è sparsa in giro!”.
Wanda si morde il labbro: è stata lei a insistere per quest'operazione. Il ruolo dell'aquila sembrava semplice rispetto a quello che lei si era riservata alla guida del gruppo d'assalto, ma non è stato così.
“Io vado a prenderla!”, grida, poi svanisce in un tremolio.
 
“Maledette!”, tuona Vera, mordendosi a sua volta il labbro. “Ora gli faremo vedere qualcosa che non riusciranno a far cadere con tutto il vento del mondo. Terry, fai partire la playstation con ‘Tank commander’!”.
 
 
Meridian, via vicino a piazza Sottocastello. 
 
Nella via, i soldati si sono rifugiati negli androni. Al centro della strada è impossibile stare in piedi. 
Wanda avanza a gattoni tenendosi nell’angolo sotto i muri delle case, ignorando la sporcizia sul terreno e la polvere che sbatte con rabbia contro la sua visiera. Pochi metri più avanti c’è la sua compagna, inerte e sballottata dal vento come una pezzuola. 
Con un ultimo scatto avanza e l’afferra con le mani, appoggiandosi sui gomiti. Un filo di sangue esce dal becco dell’uccello senza vita. 
Ignorando le occhiate perplesse di qualche soldato che l’ha notata solo ora, Wanda torna a gattonare lontano dalla zona dove la patina bianchiccia aderente al muro rende inefficaci i suoi poteri.
Poco più in là, nella via, sente che l’influenza della sostanza sta cessando, ed è di nuovo in grado di teletrasportarsi via.
 
 
Meridian, sala operativa delle Nemesis
 
Da un baluginio, Wanda si materializza ai piedi della sua regina, che balza indietro inorridita alla vista del volatile inanimato e della sinistra macchia vermiglio sul suo becco. Ma è solo un secondo. In un alone luminoso,  il prodigio della trasformazione ripristina l’aspetto e le condizioni di Nemesis Diciannove.
Questa si alza, confusa, e si guarda attorno tra i gridolini di sollievo delle sue compagne. “Che è successo?”.
Davanti alla console, Nemesis Venti le fa un cenno vittorioso col pollice in alto: lei è l’angelo custode che ha il compito di richiamarle e ripristinare la loro forma intatta in caso di qualunque trauma.
“Bentornata, Diciannove”, la accoglie la Grande Sorella. “Ringrazia Wanda per il salvataggio: due minuti ancora, e non avremmo più potuto fare niente per recuperarti in vita”. Poi, rivolta alle altre Nemesis: “Quelle maledette Guardiane di Kandrakar giocano molto pesante, ma noi siano in grado di giocare ancora più pesante di loro”. Ascolta brevemente il coro di esclamazioni bellicose delle altre, poi si volta verso Theresion, che ha preso posto a un altro tavolino. “Allora, Terry, il gioco è partito?”.
Anche lei fa il gesto col pollice in alto, mentre l’immagine della piazza, stilizzata come in un videogioco, si forma sullo schermo del televisore al plasma davanti a lei. “Sì, Vera. Hai preferenze per il modello di carro?”.
“Qualcosa di largo, piatto e molto pesante”. La Regina ci pensa un attimo, cercando di afferrare almeno un nome dalle sue vaghe conoscenze sull'argomento.  “Vediamo se gli M1 Abrams incontrano i loro gusti”.
 
 
Kandrakar, balcone della prossimità
 
Orube, sull'attenti, ribadisce: “La mia squadra è pronta a partire ad un vostro comando, Signore” .
L'Oracolo accenna appena un diniego col capo. “Amici miei, il compito di Kandrakar è quello di limitare le interazioni tra i mondi, non certo quello di provocarle. Ricordate che, a modo suo, anche Kandrakar può essere considerato un mondo”.
Endarno gli si pone a lato, sovrastandolo con la sua statura maggiore. “Oracolo, vi faccio rispettosamente notare che stiamo già interagendo! Le nostre guardiane sono già lì!”. Se non ve n'eravate già accorto.
“Ma loro erano già state coinvolte proprio dalle loro avversarie. Invece, mandare una squadra di guerrieri di Basiliade significa coinvolgere anche questo mondo in un atto di guerra”.
Endarno respira a fondo, poi riprende: “Signore, vi rendete certamente conto che il Cuore di Kandrakar è in pericolo, e noi non possiamo permetterci di perderlo!”. 
L'Oracolo, imperturbabile, risponde: “Le nostre guardiane se la sono cavata in situazioni peggiori, e spesso è stato proprio il Cuore di Kandrakar a salvare loro e sé stesso. Quest'oggi, il talismano non ha ancora tirato fuori che una briciola del suo potere”.
“Potrebbe anche non esserne in grado”, insiste Endarno, “Sembra che quella nuvola di puntini riesca a inibire il potere delle guardiane. Chi ci assicura che il Cuore ne sia immune?”.
L'Oracolo, solo per un istante, accenna una vaga smorfia di indecisione, poi aggiunge: “E come vorresti mandare laggiù la squadra? Lo sai che tutta la città è coperta da una rete di trappole contro il  teletrasporto e il salto dimensionale”.
Endarno sorride, sentendosi quasi la vittoria in mano. “Signore, sono ore che i nostri sacerdoti stanno sondando quella barriera, e abbiamo trovato un punto scoperto, molto vicino al caseggiato dove le nostre guardiane si sono asserragliate”. Indica. “E' proprio là, al centro di quel piazzale sotto la rupe”.
Proprio mentre indica, nel luogo designato cominciano a formarsi delle sagome costituite dapprima da tenui linee luminose, che poi vengono unite da superfici piane opache dai colori marcescenti. 
Un istante dopo, sotto l'attonito sguardo di Endarno, nella piazza sono apparse dal niente le forme di cinque carri armati.
“Oh, Soli gemelli...” , sfugge tra i denti a Orube.
Se anche l'Oracolo è turbato, riesce a nasconderlo molto bene. “E quello è il posto più sicuro per l'arrivo della nostra squadra?”. 
 
 
Meridian, piazzale Sottocastello
 
I soldati si tirano in disparte gattonando, davanti al prodigio che sta accadendo proprio al centro dell’ampio Piazzale Sottocastello.
Le strutture nascono da poche linee luminose a mezz’aria, che in pochi istanti si moltiplicano e completano fino a costruire scheletri di oggetti mai visti, simili a complesse voliere fatte di luce; poi le superfici si definiscono, con i loro colori smorti, i loro motivi a pixel quadrati grandi un pollice ciascuno, e le loro ombre che non hanno niente a che fare con le luci del giorno circostante. 
Per queste strane ombre, ancor più che per le superfici spigolose e semplificate e per il mistero della loro apparizione, i cinque grandi carri armati sembrano un’intrusione del mondo virtuale in quello reale. E infatti, è proprio ciò che sono.
 
 
Meridian, casa in cui sono asserragliate le WITCH.
 
Vista da davanti alla bocca da fuoco del calibro di centoventi millimetri, la creazione di un carro armato virtuale appare assai più spaventosa che spettacolare.
“Oh, no!”, geme Hay Lin scrutando dallo spiraglio. “Da dov’è venuto?”.
Will si morde il labbro, scrutando a sua volta dalla finestra. “Maledizione! Ragazze, come siete, laggiù a basso?”.
“Così così”, risponde la voce di Cornelia da sotto le scale, “Finora ho scavato solo un paio di metri”. 
“Non sono ancora pulita”, aggiunge Taranee desolata, “Cercate altre coperte, per piacere!”.
“Perché il vento è calato?”, chiede Irma salendo le scale.
“Guarda tu stessa!”, le risponde Will, cedendole il posto alla finestra e scendendo le scale con le federe dei cuscini. 
La Guardiana dell’Acqua scruta attraverso le imposte. “Ma… Ma… ma porca miseriaccia! Questo non vale!”.
 
 
Meridian, centrale operativa delle Nemesis
 
“Allora: Nemesis Diciannove alla console dei carri armati”, comanda Vera, “Terry, tu torna ad  interrogare gli insetti nel locale per individuare bene quelle maledette guardiane”.
“Nemesis da uno a diciassette”, chiama Wanda, “Pronte al teletrasporto! Armi in pugno! Ricordate, forse vicino a quella robaccia non potremo usare i nostri poteri. Gli iniettori dislocanti dei manganelli potrebbero non funzionare, e non riusciremo a materializzare altri equipaggiamenti. Tenete in pugno fin d’ora ciò che potrebbe servirvi!”.
Tutte le sue compagne si fanno apparire il casco integrale, e brandiscono i manganelli nella mano sinistra.  Ma nella destra fanno la loro comparsa dal nulla delle mitragliette Skorpion.
Sentendo le esclamazioni di sorpresa di Paochaion, Theresion si volta, e vede con sorpresa le nuove armi da fuoco. “Ma… ma rischia di finire in una strage! Perché? Sarete sedici contro cinque, e Taranee è ancora fuori gioco!”.
“Ma quattro di loro sono ancora invisibili, e i nostri iniettori potrebbero non funzionare. Vuoi che andiamo lì a fare la parte dei birilli?”, le risponde Wanda.
“Non vi conviene fare il gioco così duro!”, insiste Theresion, “In quegli spazi ristretti, vi colpirete a vicenda, e le vostre tuniche vi proteggono poco più che il tronco!”.
“Spareremo solo se sarà indispensabile. Tu pensa a fornirci le posizioni esatte del nemico, occhi di ragno!”.
“Ma... Siete tutte impaz...”, tenta di protestare Theresion.
“Brava Wanda”, la interrompe Vera, “Un dettaglio soltanto: tu resterai qui con noi!”.
“Cosa?”, ruggisce questa alzandosi di scatto la visiera, “Non m’impedirai di regolare questo conto, dopo un anno che mi sto preparando a questo!”.
“Tu ti occuperai della sicurezza delle tue compagne! In un assalto del genere, un solo angelo custode non basterà. Vai a sederti accanto alla Venti”.
“Può farlo qualunque delle altre!”.
“E invece lo farai tu! E’ un ordine! E ora esegui!”, risponde Vera senza possibilità di replica.
Dopo un’ultima occhiata carica di risentimento, Wanda obbedisce e va a sedersi imbronciata accanto alla Venti.
“Vera, mi affido al tuo buon senso!”, ritorna alla carica Theresion, “Così finirà in un macello!”.
“Tranquilla, le nemiche non oseranno più reagire con la violenza, davanti a cinque cannoni puntati contro di loro”.
“Ma ci saranno le nostre a fargli da scudo!”.
“Dipende tutto da te! Tu individua le loro posizioni esatte, e passa le soluzioni di tiro ai carri armati. Usando proietti perforanti decalibrati a energia cinetica, potranno essere in grado di colpire le nemiche attraverso i muri, evitando le nostre”. Aggiunge, come per rassicurarla: “Ah, solo se loro si divertissero a spaccare ancora qualche testa, beninteso!”. Si volta verso le Nemesis, che hanno preso posto nei loro stalli in attesa di ordini. “Voialtre, se le cose si mettessero male, state pronte a teletrasportarvi via da lì ad un segnale, e se non ci riuscite, buttatevi a terra e appiattitevi come sogliole!”.
“Siete tutte pazze!”, fa Terry portandosi le mani al viso. “Quei proietti perforanti passeranno da parte a parte tutto l’isolato! Io non posso prendermi questa...”.
“Ma no, Terry!”, sbuffa, “Si smaterializzerebbero appena usciti dalla linea di vista degli occhibelli– e indica le statuette appollaiate su tutte le finestre – proiettando dentro la casa solo un sottile cono di detriti. E adesso, esegui! Tutto dipenda da quanto bene farai ciò che ti ho assegnato!”.  Da’ un’ultima occhiata alle Nemesis pronte, le mani serrate sulle loro armi. Per un attimo, le pare di intuire qualche sguardo dubbioso dietro le visiere calate, ma nessuna protesta.  “E ora, al tre, trasferitevi tutte assieme. Uno, due, TRE!”.
Le quindici guerriere svaniscono in una catena di baluginii.
 
Dopo un istante di attesa, Nemesis Venti annuncia allarmata: “Vera, ho perso il contatto con tutta la squadra!”.
“Anch’io!”, conferma Wanda soffocando una maledizione, “Nessun pensiero, nessuna immagine”.
Vera si sente quasi venir male. “Cosa? Non...Non è possibile!”.
“Ne... neanche gli insetti hanno contatti”, aggiunge Theresion con voce troppo tremula. “Non... sono mai arrivate nella casa”.
“Aspettate…”, aggiunge Venti, “Ho un contatto da Dodici. Si è materializzata fuori città, quindici chilometri a ovest. La richiamo qui”.
“Aspetta a farlo…” , dice Vera ad occhi socchiusi, assorta in qualche controllo mentale, poi tuona: “I settaggi del firewall sono stati alterati!”. Volge lo sguardo verso Theresion, impallidita come il ghiaccio. 
“TU!!! TRADITRICE!!!”.
“Io…”.
“Sei tu che hai alterato i settaggi! Hai disabilitato le Nemesis, e le hai fatte disperdere ai quattro venti!!!”.
“Io…”.
“E io che mi sono sempre fidata ciecamente di te!”.
Wanda si alza con una smorfia di rabbia, e afferra la compagna per le spalle. “Perché l’hai fatto?!?”.
Theresion si difende… “Io… voi le stavate mandando al massacro! I mitra in pugno, i carri armati che sparano sulla casa… io non vi riconosco più!”.
Da dietro, Wanda la scrolla brutalmente. “Hai già visto cosa son decise a fare quelle là quando hanno schiantato la Diciannove! Quelle non si fermeranno, perché pensano di essere loro le buone! Di portare la luce nell’oscurità. E per loro, noi siamo i cattivi, chiaro? Quelli che nei film al cinema schiattano a dozzine come sacchi di patate, anonimi e non rimpianti, o che fanno il botto finale con gran soddisfazione di tutti gli spettatori, bambini compresi!”.
La voce di Nemesis Diciannove, alla console dei carri, la contraddice: “Veramente... io penso che lo schianto non sia stato voluto”. Mentre tutti si voltano stupiti a guardarla, aggiunge: “Avevo scelto la direzione di avvicinamento in modo che non avessero nessuna possibilità di vedermi dall'interno”.
“Lo penso anch’io”, aggiunge Nemesis Venti, riflettendo seduta davanti al grande specchio che ora mostra solo un paesaggio collinoso. “Per me, stavamo davvero per fare un grandissimo errore”.
“Sarà”, concede Vera di pessimo umore. “Comunque, Therese, mi hai mostrato che non posso più fidarmi di te. Ora dì pure addio ai poteri che ti avevo concesso”, conclude tendendo un braccio verso la sua compagna dai capelli candidi.
Di colpo, questa viene sollevata dal suolo, volteggia a mezz’aria annaspando e viene depositata su una sedia vicino alla Elyon prigioniera, per poi essere rapidamente avvolta da una bolla trasparente.
In fondo alla sala, Paochaion geme, pallida come un ghiacciolo, e comincia a piangere.
“E adesso cerchiamo di rimediare un po’ al disastro!”, bofonchia Vera, concentrandosi un attimo per ripristinare i settaggi del firewall che avvolge il palazzo.
 
'E' il momento che aspettavamo' trasmette la replica di Nemesis Uno alle sue due compagne, ancora invisibili nello stanzone della centrale operativa. 'Facciamo presto, prima che rientri qualcuna di loro'.
Lungi dal teletrasportarsi per quell'assalto pazzesco, le tre fedeli di Elyon ne hanno approfittato per rendersi invisibili a Vera e alle poche avversarie rimaste, tutte senza casco e distratte da quest'emergenza imprevista. 
Si porta in posizione d'attacco alle spalle della Regina, e può persino percepire i suoi pensieri nell'incomprensibile linguaggio simbolico dell'interfaccia telepatica del firewall. Vede le sue compagne portarsi dietro a Wanda e alle altre sedute alle consoles, che stanno discutendo a mezza voce tra loro. 
Allinea la punta dell'iniettore dislocante in direzione del collo di Vera, verso le carotidi, così il narcotico farà effetto più rapidamente. 'Attaccate al tre. Uno, due, TRE!'.
Rispondendo alla sua volontà, l'iniettore teletrasporta una nuvola di narcotico. Forse passerà inosservato per ... 
Alle sue spalle, risuonano grida di sorpresa e rumori d'impatto, e uno strillo acuto di Pao Chai.
Vera si volta, con un'espressione stupita dipinta sul viso “Cosa...”.  
Maledizione, pensa la replica, dovrà guadagnare ancora qualche secondo. Alza il manganello sopra la testa della regina che la guarda senza capire. Esita un attimo... quanto forte potrà colpirla senza provocarle un trauma serio?
 
D’improvviso, il frastuono di una breve raffica di mitra sovrasta ogni altro rumore nella sala, congelando la scena. 
Nemesis Dodici, riapparsa in piedi nel suo stallo, ha ancora l'arma fumante nella destra. “Fermi tutti, e cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, qui!”.
 
 
Meridian, vicino a Piazzale Sottocastello
 
Sporgendosi al di fuori del portico, il sergente Koslog osserva piazzale Sottocastello, ormai occupato solo dalle cinque spaventose apparizioni dei mezzi corazzati con le canne che convergono verso la casa assediata. “Capitano, il vento è calato. Dobbiamo tornare ad avvicinarci alla casa per aprire una breccia e buttargli dentro quella roba?”, e indica gli ordigni conici tra le mani di alcuni dei loro soldati.
L’ufficiale valuta la situazione, sporgendosi a sua volta. Non ci sono più aquile in cielo, e non riesce a entrare in contatto telepatico con alcuno. “Meglio di no, sergente, non è il caso di mettersi davanti a quei grossi cosi di nostra iniziativa”.
D’improvviso i cinque mostri, come sono apparsi, si dissolvono in linee di luce.
“Ma… Sono spariti!”, avverte il sergente, “Cosa può voler dire questo, signore?”.
“Forse che è il momento di muoverci!”, decide l’ufficiale. “Soldati, avanti!”.
 
 
Meridian, casa dove sono asserragliate le WITCH
 
“Adesso mi sembri abbastanza pulita”, dice Irma, appallottolando una federa ormai imbrattata di quella poltiglia e gettandola nel focolare spento. “Dai capelli non va via, rassegnati”.
“Ora proviamo…” dice Taranee speranzosa, alzandosi finalmente in piedi e allontanandosi dal tavolo. “Stai pronta con l’acqua, se dovesse servire”.
“Vai!”, le conferma Irma.
La Guardiana del Fuoco fa infiammare una mano, e vede con sollievo che il suo elemento le risponde. In un attimo, si fa avvolgere interamente da una breve fiamma purificatrice, che riverbera in tutta la stanza.
“Brava! Ma ora basta!”, le grida Irma, facendo schizzare getti d’acqua sulle travi di legno del soffitto.
“Allora, Tara, sei pronta?”, le dice Will scendendo le scale.
Taranee si spegne, sorridendo con soddisfazione, e si scrolla la fuliggine di dosso, poi punta le mani sulle tovaglie sporche accumulate nel caminetto, e le incendia con un solo gesto, con grande costernazione dell’anziana signora ora seduta nell’angolo più lontano della stanza. “Via quella robaccia!”.
Un attimo dopo, Hay Lin scende di corsa dalle scale. “Via tutte, presto! Oh, ecco perché! Devono aver visto il fumo!”.
“Oh no”, geme Taranee, pentita del suo gesto inutile.
“Via nella galleria!”, grida Cornelia da sotto.
Le guardiane non se lo fanno ripetere una seconda volta:  con una serie di “Scusi il disturbo”, “Buongiorno”, “Desolate”, spariscono nel foro luminescente sul pavimento, che un istante dopo inizia a richiudersi dietro di loro.
 
 
“Sono andate?” chiede dall'alto la voce della donna più giovane, che discende prudentemente le scale. 
“Whoo! Le guardiane in casa della nonna!”, esclama incredulo il bambino dietro di lei. “Quando lo racconterò...”.
“Che disastro”, geme l’anziana signora, guardando bruciare incredula nel caminetto tutte le sue tovaglie e le sue coperte. Poi dei forti colpi alle imposte la distolgono da quella triste vista. “Chi c’è? Aiuto, venite a soccorrerci!”, grida, riconoscendo tra gli interstizi il colore verdazzurro delle divise dei soldati. 
“Resista!”, risponde una voce concitata da fuori, mentre l’imposta cede con uno schianto creando un varco, “Tra un attimo sarà salva!”.
Un istante dopo, una fiumana di piccole scintille turbinanti si riversa nella cucina.
  
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