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Autore: Mikayla    23/06/2007    4 recensioni
Sorrido.
Ma vorrei solo piangere.
[ Della serie Tales of True Life. ]
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chibiusa, Hotaru/Ottavia
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Neve

Soffio tra le mie mani.
Faccio un passo.


Soffio sui miei guanti.
Faccio un passo.


Guardo il cielo grigio sopra di me.
Osservo cadere un fiocco di neve tra i miei capelli.

Sorrido.


Cammino per la città, da sola.
Nella notte di natale nessuno vaga per queste strade.
Sono sola.
… sola, finalmente.
Libera da quell’atmosfera festosa che c’è in casa.
Libera dal sorriso tirato e costretto sul mio viso.
Passo dopo passo, mi allontano.
Lontana da quell’apparenza dolorosa.
Da quel frastuono assordante.
Nel silenzio notturno si sente solo il mio tacco risuonare sulla strada.
Passo dopo passo, solo lui.
Soffio sulla punta dei miei guanti, godendomi la morbida lana sulle labbra.
Sorrido.

« Cosa ci fa una signorina così bella in giro per la città da sola la sera di natale? »

Mi fermo.
Abbasso lo sguardo.
Incrocio degli occhi color lampone.
Scosto i guanti da davanti le labbra.
Sorrido.

« Venivo a cercare te. »

E non è una bugia. Non del tutto, almeno.

« Non sopportavi più di stare con i tuoi? »

Colpita ed affondata. Mi conosci troppo.

« Forse. »
« Forse? »
« Sì, forse. »

Un suo passo risuona.
Con un altro mi raggiunge.

Mi mancano i suoi passi felpati.

Le sue braccia mi cingono la vita, mi attirano verso di lui.
Mi abbraccia, gentile e premuroso.

Mi mancano i suoi abbracci indelicati e precipitosi.

Mi accarezza i capelli, guardandomi negli occhi.
Mi sorride e accarezza le mie labbra con le sue.

Mi mancano i suoi baci accarezzati sulla mia gota.

Fa sì che il mio capo si posi sulla sua spalla.
Mi protegge, da quel freddo che mi entra nel cuore.
Perché lui sa.
Sa tutto
… O quasi.

« Che dici, andiamo dai tuoi? Saranno preoccupati. »

No, non voglio. Non si preoccupano, ti prego, restiamo qui!

« Ma forse, prima, è meglio una passeggiata. »

Prende la mia mano guantata, la stringe.
Piano.
Delicatamente.
Intreccia le sue dita con le mie.
Con amore.

Lei lo faceva con amicizia.

Sorrido.
S’incammina, sotto la neve.
Senza meta.
Ed io lo seguo, fiduciosa.

Non lo ringrazio, non è da me.
Ma stringo un po’ di più la sua mano.
Capirà.
Capisce sempre.

Mi affido a lui, completamente.
Così posso rialzare lo sguardo al cielo.
Oggi è il 25 dicembre.
Ed il cielo è grigio, coperto da nuvoloni carichi di pioggia.
Ma fa freddo, quaggiù, ed ogni singola goccia diventa neve prima di toccare il suolo.
Neve candida e delicata, che si posa dappertutto.
Crea un’atmosfera pacata ed ovatta.
Una coltre bianca che si posa sopra ogni cosa.
Nasconde tutto, come un velo.

« Perché ridi? »
« Perché è buffo, Hota. »
« Cos’è buffo? »
« La neve tra i tuoi capelli. »
« Anche tu ce l’hai, eppure non rido. »
« Non ridi mai, se è per questo. »

Lo sussurra, ma l’ho sentito.
Non pensavo se ne fosse accorto… o meglio, lo sospettavo, ma speravo di sbagliarmi.
Ci fermiamo.
Lo guardo…
Sorrido.

« Dai, dimmi cosa ti fa ridere! »

Mi scruta.
Non l’ho convinto, ora lo so.
E’ indeciso, lo sento.
Poi, sorride.

« Ti sto ammirando alla veneranda età di ottant’anni! »

Strabuzzo gli occhi.
E mi specchio nei suoi, di occhi.
La neve s’è posata sui miei capelli.
Sono completamente bianchi.
E rido, davvero.
Rido, di cuore.

Come solo lei sapeva farmi ridere.

« Che scemo! »
« Ma è vero! »

Mi toglie la neve dai capelli e sorride, dolce.

Mi manca il suo sorriso, dolce.

« Hota? »
« Sì? »
« Ti eri persa, di nuovo. »
« Scusa. »
« Non fa nulla. »

Sorride, ma è mortificato.
Mi stringe a sé, ma è offeso.
Mi bacia piano, ma è avvilito.

« Taka… »
« Sì? »

Sospiro.
Guardo il cielo.
Soffio sui guanti.
Faccio un passo.

« Torniamo a casa. »

Mi asseconda, cambiando direzione.
Mi riprende per mano.
Ci incamminiamo, di nuovo, nel silenzio.
Solo i nostri passi, risuonano.

Non protesta, lui, chiedendomi di restare ancora fuori. Non mi trattiene, lui, supplicando di giocare ancora insieme. Non mi prende per la vita, lui, puntando i piedi sul terreno, testardo. Non mi guarda con occhi da cerbiatto, lui, facendo vacillare la mia volontà un secondo di troppo.

I nostri passi sono più soffici, attutiti dalla neve.
Neve di natale, questa.
La neve preferita, da lei.

« Bentornata, Hota! Ciao Takashi! »
« Dai, venite a vedere Chibiusa! »

No, non voglio.

« Arriviamo. Il tempo di posare i cappotti. »

Ci spogliamo.
Lo guardo.
Mi guarda.
Sorrido.
Non sorride.

« Eccoci! »

Mi mostrano orgogliosi una bimbetta grassottella che getta la gamba cicciotta sopra il divano in salotto.
Con fatica si issa sulle braccia paffute, puntellate sui cuscini.
Finalmente è in piedi sul divano.
Poi piomba sul proprio fondo schiena, finendo seduta sui cuscini.

« Chibiusa! »

Il suo gridolino di giubilo mi da il voltastomaco.

« Visto che brava, Hota? »

Come fate ad essere orgogliosi di queste sciocchezze? La mia Chibiusa ha sconfitto mostri, valicato confini inimmaginabili e, il massimo che le è stato riconosciuto è un miserrimo grazie. Lei è da ammirare, non quest’omonima creaturina di diciotto mesi la cui epica impresa è stata quella di sedersi su un divano.

« È proprio brava, la piccola Chibiusa! »

Ha sentito la mia voce, la bimba.
S’è voltato verso di me, il pacco regalo color rosso fuoco.
Mi ha fatto un sorriso bavoso, la creaturina paffuta.
Ha teso un braccio grassottello verso di me.

« Hotaru! »

Mi ha invocato, la piccola Chibiusa sconosciuta.
Takashi posa la mano sulla mia schiena, mi da coraggio.
Lo guardo e vedo i suoi occhi color lampone sorridere.

« Braccio! »

Sospiro, e faccio un passo verso di lei.
La sollevo di peso, stringendola con delicatezza al mio petto.
Mi afferra i capelli con forza, e li tira.

« No, Chibiusa! »

Lei mi lascia, ascoltando la madre, e si mette le mani in bocca, seccata.
Mi siedo sul divano.
La guardo.
Sento una fitta al cuore, questi occhi vermigli me lo stanno distruggendo.
Dopo mi toccherà raccoglierne i pezzi.

« Siete proprio carine, assieme. »

Non è vero.

« Dici sul serio, Taka? »
« Sì. »

Guardo il fagotto che mi siede sulle gambe con la mano interamente nascosta tra le sue labbra.
Mi guarda impertinente, la bimba dai capelli rosa.
Poi passa le dita paffute sulla mia guancia, arrivando fino al naso, passando per la fronte.
Mi ha insudiciata, la creatura.

« Meglio che vada a lavarmi. »

Ridi di gusto, piccola bimba?
Ti diverte l’avermi sporcata, dopo aver distrutto il mio cuore?

« Bella, Hotaru! »

Sorrido.
Ti metto tra le braccia di Usagi, e sorrido.
Sfioro la tua fronte con un bacio, e sorrido.
Sento le tue labbra appiccicose sulla mia guancia, e sorrido.
Accetto la mano di Takashi intrecciata con la mia, e sorrido.
Ci voltiamo, e sorrido.
Sorrido.

« Ora sei felice, Hota. »

Non è una domanda, la sua, ma un’affermazione.

« Forse. »
« Forse? »
« Sì, forse. »

Stingo di più la sua mano.
Sorrido.
Mi stringo a lui.
Sorrido.

« Forse l’inverno non sarà così rigido come mi sembrava. »





Note di fine fan fiction:
Ecco il secondo capitolo di questo esperimento.
Come avrete visto ho mantenuto la narrazione e lo stile, solo mi sono spostata avanti di un anno e un mesetto, credo proprio che tutti i capitoli andranno avanti con sbalzi temporali, legati, quindi, solo dalla trama di fondo.
Ah, un’informazione sulla struttura della storia: i capitoli, in tutto, saranno otto, due per ogni stagione. Perciò con questo è finito l’inverno e, la prossima volta che ci rivedremo, saremo in primavera ^^. In più i capitoli a due a due avranno dei particolari in comune, dei richiami. Sono praticamente l’uno il completamento dell’altro.
Ringrazio moltissimo tutti coloro che hanno letto il capitolo, ed in particolar modo coloro che lo hanno recensito.
Strega_mogana: ti ringrazio davvero tanto per la recensione! Sapere che hai sempre letto le mie storie mi ha commossa, ed anche questa recensione l’ha fatto! Hai colto perfettamente quello che diceva il primo capitolo con la tua ultima frase, ma hai colto benissimo anche la natura ambigua di Hotaru. Sapere che ho trasmesso emozioni vivide mi riempe di gioia, l’esperimento ha funzionato!
sissy: secondo me vi siete messe tutte d’accordo per commuovermi fino alle lacrime, con le vostre recensioni! Ho insistito tanto sul concerto di Chibiusa, perché io lo sentivo mentre scrivevo, e volevo che lo sentissero anche i lettori, sapere che l’hai sentito ed immaginato mi ha dato sollievo! Temevo che risultasse solo petulante, ma per fortuna, mi sono sbagliata. Altra cosa che mi ha rassicurato, della tua recensione, è che le comparse non sono diventati personaggi stereotipati ma hanno tenuto il loro carattere risaltando comunque. In prima persona e concentrato sulla protagonista c’era il rischio che fossero solo nomi buttati sulla carta. Chiudo ringraziandoti tantissimo per la recensione, se non si era capito mi ha resa proprio felice! Un bacio! ^^
Usagi_84: Grazie per i complimenti! Comunque hai ragione: la narrazione in prima persona è utile per questo tipo di storia, concentrata solo sulla protagonista, ma c’è il rischio che l’ambiente perda di concretezza. Come i personaggi secondari. Infatti temevo di averli stereotipati, ma sissy mi ha rassicurata. Quello è stato il pericolo maggiore, diciamo! Comunque per l’immagine ti ho inviato una mail, per comodità. ^^
Kirby: Infatti volevo proprio rispondere a quel vuoto che nessuno ha mai colmato. Le fic sono ispirate soprattutto sui personaggi principali, lasciando quelli più secondari allo sbaraglio. Ma per Hotaru ci sono io! Svelerò tutti i suoi misteri, o almeno, lo spero! Se la narrazione in prima persona ti ha coinvolta rendendoti consapevole del dolore e della tristezza allora ho raggiunto il mio scopo! Infatti l’ho scritta così proprio per questo motivo. Riguardo alla tua domanda… sinceramente non so dirti se Hotaru è malata. Perché soffre, sì, è triste, sì, ma è medicalmente sana. Nel senso che se ha una malattia è proprio la mancanza di Chibiusa, della sua amica. Non ha una malattia curabile con riposo e medicine. Quindi non so se risponderti di sì o di no. Però puoi star certa che per non morirà così giovane, non lascerà le persone che la amano così presto.
anonima (?): Ciao… la mia fidanzatO! *.* Ti ho già detto come ci sono rimasta, letta la tua recensione, e quindi non lo ripeterò! Però ti ri-dico che mi ha fatto piacerissimo, anche perché sai bene che ci tengo alla tua opinione che so essere sincera al 100%. Sapere che hai avvertito bene la malinconia e la solitudine di Hotaru significa che sono riuscita nel mio esperimento! Perché le frasi brevi -così poco consone al mio stile abituale- ed i discorsi diretti senza introduzioni o spiegazione -altra cosa che, devo ammetterlo, mi ha dato del filo da torcere nella stesura del capitolo- sono stati usati apposta per questo scopo! Baci baci!
   
 
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