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Autore: diciannovegennaio    18/12/2012    3 recensioni
LA FAN FICTION E' SOSPESA A CAUSA DI UNO SCARSO NUMERO DI RECENSIONI.
SCUSATE IL DISTURBO.
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Era quasi arrivata, sapeva che dopo aver svoltato l'angolo avrebbe visto la sua classe infondo al corridoio. Infatti, continuando a correre girò veloce e.. BOOM.
-Ma porco cane! Madonna rincorsa dai cocomeri in discesa!- sbraitò
Una risata le fece alzare il viso per poi spalancare gli occhi sorpresa.
-Dio?- sussurrò in trans.
Il ragazzo smise di ridere, continuando però a sorridere divertito. -Come?-
Rendendosi conto della stramegagalattica figura di merda si affrettò a rialzarsi, sistemandosi i jeans che fasciano le sue gambe.
-Che ne dici di guardare dove vai la prossima volta?- domandò sarcastica.
-E tu che ne dici di evitare di correre come una pazza nei corridoi?-
-Si dal il caso che mi stai facendo ritardare!-
-Sei tu che continui a parlare, non io. Io sto lavorando.-
In effetti, fino a quel momento non aveva notato la divisa che indossava.
E' identica a quella di Louis, pensò.
Oh. Mio. Dio.
-Sei un bidello!?- domandò incredula.
-Già, ne hai mai visto uno?- rispose strafottente.
Per qualche secondo rimase a contemplare il suo sorriso a 32 denti, bianchissimi.
-Che servizio scadente.. -
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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CAP4



L'ha già persa





-Posso farti una domanda?- 
Zayn si voltò verso Dora che, invece di pulire quel tavolo, si era messa comoda su una sedia a gambe incrociate e lo guardava sgobbare. Prima di rispondere, il ragazzo non poté a meno di notare quanto Dora fosse carina. I capelli dritti e castani incorniciavano quel viso dolce in maniera schifosamente perfetta, e poi aveva degli occhi molto belli e più chiari rispetto a quelli di Louis anche se potevano essere facilmente definirsi uguali.
-Da quanto di periti a farmi una domanda?- rispose Zayn, scansando quei pensieri.
La faccia di Dora lo fece ridere, ma si trattenne per non scatenare di nuovo l'ira della ragazza che si era appena placata.
-Volevo essere gentile ma te devi smontarmi al primo tentativo.- sbuffò incrociando le braccia al petto.
-Scusami, dimmi pure.- ridacchiò.
-No, vaffanculo.- 
Dora riprese a pulire il ripiano di nuovo irritata. Ma perché la professoressa Hoody non si uccideva invece di assegnare una punizione come quella alla povera Dora? La ragazza continuava a chiederselo, e non tanto perché era costretta a passare la maggior parte del suo tempo libero con suo fratello e quel deficiente di Zayn -che già era un supplizio- ma perché era obbligata a pulire la merda di chissà quanti studenti.
Da quando si era arresa a quel vincolo, Dora si era ritrovata a impedire che anche un solo studente buttasse il proprio cibo in giro. Quella mattina per esempio, aveva gentilmente chiesto a una biondina di riporre le sue cartacce in posti più consoni..

-Scusa.- La bionda si era  voltata annoiata, ma quando aveva visto che si trattava della sorella di Louis Tomlinson aveva subito rivolto alla mora un sorriso da vomito. Che poi - si chiedeva Dora - perché mio fratello doveva fare colpo su elementi come quella?
-Ciao Dora, che piacere rivederti.- 
Dora ci provava davvero ad essere gentile, sul serio, ma poi arrivava Jennifer Houston e le mandava all'aria i piani. Aveva cercato di dimenticare quella brutta giornata in cui aveva sorpreso la bionda e suo fratello da soli in casa.... nudi... nel SUO letto, ma evidentemente la ragazza ci teneva a traumatizzarla a vita.
-Il piacere è tutto tuo.- ovviamente di lei non si poteva di certo dire che non fosse sincere. -Comunque, è tua quella bottiglia?- aveva chiesto.
La bionda aveva annuito, leggermente confusa. -Bene,-aveva continuato Dora. -Sei al corrente dell'esistenza dei cestini?- 
-Certo,  ma che domande fai?- Jennifer, ovviamente, non c'era arrivata da sola. 
-E il pavimento ti sembra un cestino?- quando vide la ragazza scuotere la testa Dora sorrise.
-Bene. Forse a casa tua sei abituata in un altro modo, e con questo non intendo dire che la tua famiglia è un ammasso di idioti - non certo che no - ma qui siamo a scuola e , se proprio non te lo ricordi, io ci vivo. Inoltre, mio fratello ci lavora e di recente anche io e siccome non intendo passare l'interi pomeriggi a raccattare la tua spazzatura mi faresti un grandissimo piacere a schioccarti quella bottiglia in culo se proprio nel cestino non ce la vuoi buttare.-
Qualcuno rise, ma Dora non voleva dare spettacolo. Perciò intimò alla bionda con un'occhiata gelida di raccattare la sua bottiglia e buttarla via. Quando la vide alzarsi scocciata sorrise amorevolmente, ma appena notò che la stava buttando nel cestino sbagliato ritornò seria.
-Sai leggere? C'è scritto organico. Ti conviene buttarla nella plastica se non vuoi ricevere una mia chiamata oggi che ti invita a portare il tuo culo rifatto qui a scuola per toglierla da quel cestino.- teneva il tono di voce calmo, ma ovviamente era irritata.
Jennifer aveva sbuffato e Dora si costrinse a non perdere la testa almeno quella volta. Appena sentì il tappo del cestino sbattere e la bionda tornare al suo posto, accennò un applauso ironico accompagnata da alcuni simpaticoni che volevano sembrare ganzi. Per questo motivo si girò verso di loro, e anche se non li conosceva li ghiacciò con gli occhi.
-Questo vale anche per voi.- disse. Alzò un pò la voce, prima di continuare. -A chiunque venga la brillante idea di buttare la sporcizia in terra, gli consiglio di contare fino a 100 e poi alzare il culo per buttarla nel cestino.-


Erano stati bravi, non poteva negarlo. Non aveva più sorpreso nessuno a buttare niente in terra, e se a qualcuno cascava una goccia di sugo sul tavolo, si affrettava anche a pulirla prima che Dora potesse mangiarlo vivo. Con dispiacere di Louis, i sacchi dell'immondizia erano diventati più pesanti: causa dei suoi continui lamenti.
Zayn, invece, non brontolava mai. Se Louis gli chiedeva di aiutarlo lui lo faceva, se gli chiedeva di pulire quel corridoio lo faceva. 
-Perché ti sei ritrovato a fare il bidello?- domandò rompendo il silenzio.
-Era questa la domanda?- chiese lui, ridacchiando. 
-Rispondi e basta!- lo riprese.
-Perché lo vuoi sapere?- domandò. Lei sbuffò.
-Non puoi semplicemente rispondere?- chiese. Lui scosse la testa ridendo. Dora sospirò continuando a passare lo straccio sul tavolo. Se avrebbe scoperto chi aveva rovesciato il succo lì sopra lo avrebbe ucciso.
-Me lo domandavo perché non sembri aver bisogno di soldi. Insomma, la maglietta con la quale sei venuto sarà costata minimo 80 euro.- fece notare.
-Infatti io non ho bisogno di soldi.-
-E allora perché?- insistette, tornado seduta con le gambe incrociate per ascoltarlo.
-Il giudice ha stabilito che per scontare la pena dovevo lavorare a tempo indeterminato qui dentro.- rispose tranquillo al contrario di Dora che quasi cadde dalla sedia.
-Giudice°? Pena? Qui dentro?- esclamò facendo ridere Zayn.
-Dopo la terza denuncia per rissa mia hanno messo alle strette: galera o bidello? La scelta che ho fatto è ovvia, no?- disse. Si alzò in piedi, guardandosi in torno per vedere se si era scordato di pulire qualcosa. Si passò una mano sulla fronte mentre pensava e Dora s'incantò.
Il giudice, la pena e tutto quanto svanirono dalla sua testa lasciando un unico fatto ovvio: lui era sempre più bello.
Quella punizione aveva anche i suoi vantaggi e uno di questi era passare il tempo a osservare Zayn lavorare. L'unico in effetti perché quando parlava riusciva solo a irritarla.
-E i tuoi genitori?- chiese curiosa.
Lui fece spallucce. -A loro non  interessa.-
A quelle parole si ritrovò a sorridere amara, mentre lo seguiva nello sgabuzzino per posare gli attrezzi. 
-Cos'era?- domandò Zayn.
-Cos'era cosa?- chiese di rimando.
-Quello sorrisetto, cosa voleva dire?- domandò.
-Quale sorrisetto?-
-Dora..- la riprese guardandola storto.
-Niente! Diciamo che ti capisco.- rispose piano, evitando di guardarlo.
Sentiva una sensazione strana, molto probabilmente dovuta al freddo ma sembrava c'entrasse anche - e soprattutto - il fatto che per una volta non si stavano punzecchiando ma stavano parlando come persone serie.
-Anche i tuoi sono cosi?- domandò lui.
-Mio padre scassa veramente il cazzo.- ridacchiò. Zayn scoppiò a ridere, mentre apriva la porta. Fece entrare prima lei e poi la seguì dentro. Ognuno prese a sistemare le cose che aveva usato mentre Dora si chiedeva dove minchia fosse suo fratello.
-E tua madre?- domandò ad un tratto.
Il flacone di detersivo che aveva in mano scivolò a terra, facendo un casino assordante. Dopo i primi cinque secondi di smarrimento si chinò a raccattarlo, evitando di voltarsi a guardare lo sguardo confuso di Zayn.
-Mia madre è morta.- rispose secca. Buttò in un angolo della stanza lo straccio ed uscì, raggiungendo il cortile.
Non si sorprese di vedere il moro al suo fianco dopo poco che la guardava preoccupato. Quando si decise ad alzare gli occhi, a Dora venne quasi da ridere.
-Non guardarmi così, sei patetico!- ridacchiò.
Zayn sorrise, appoggiandosi al muro con le braccia incrociate.
-Dora, se hai bisogno di parlare io..-
-Fermo, fermo, fermo.- disse interrompendolo. -Malik, non so cosa ti stia passando per la testa ma se stai cercando di fare il gentile, sappi che non ti si addice per niente, perciò evita.-
-Che tu ci creda o no, io sono gentilissimo. Se tu che sei scorbutica.- ribatté corrucciando la fronte.
-Come vuoi.- borbottò Dora.
-Adesso andiamo a pulire quei pavimenti. Mi viene l'ulcera solo al pensiero.-


Quella mattina non era proprio giornata. Aveva fatto un sorriso solo a Jessica ma poi aveva messo di nuovo quella faccia che incuteva timore. Non a caso, quando un rimino le andò a finire addosso, dopo averla guardata in faccia aveva sussurrato uno 'scusa' terrorizzato prima di fuggire via.
Bravo.
Intanto però, mentre le ore passavano, la sua irritazione non accennava a diminuire e il bello è che sapeva anche il perché.
Suo padre.
Lui, quell'uomo che dopo non essersi fatto vivo per mesi adesso chiamava e si comportava come potesse dire quello che gli passava per la testa. Era infuriata, incazzata nera come poche volte lo era stata ed era per non rifarsela con le insegnati - che non erano tutte come la Hoody - e con Jessica che era risalita in casa e si era messa a guardare uno stupido film senza capo e ne coda che doveva essere comico - sulla copertina c'era scritto così - ma che a lei faceva piangere.
Ad un certo punto aveva anche pensato di farlo, ma poi si era detta: 'io non piango mai, perché dovrei farlo per uno stupido film?'. La risposta era arrivata in modo immediato: 'forse perché non piangerei per il film?'.
Aveva stretto i denti e si era costretta a cercare il divertimento nelle battute tristi degli attori di quel film, e domandandosi perché dopo anni di tecnologia avanzate e sviluppo dell'uomo, i registi non avessero ancora capito come far ridere il pubblico.
Intanto, nei corridoio della scuola, durante la pausa pranzo Louis cercava con lo sguardo Jessica visto che di sua sorella non c'era traccia. La vide proprio al suo armadietto e trascinandosi dietro il suo carrellino, si era avvicinato a lei.
-Jess.- la ragazza si era voltata e quando aveva incontrato gli occhi chiari del ragazza aveva sorriso timida, arrossendo un pò.
-Ciao.- disse.
-Ciao, senti hai per caso visto Dora?- domandò. Jessica sospirò e chiuse l'armadietto.
-Tua sorella dopo la terza ora ha detto di sentirsi male ed è andata a farsi fare il permesso per tornare a casa.- rispose. 
-Grazie.- sussurrò per allontanarsi quasi subito.
Con maniere poco gentili, si fece spazio nella folla, avvicinandosi a Zayn che stava filtrando con una rossa niente male.
-Zayn, ce la fai da solo?- domandò. Il moro aveva spostato gli occhi su di lui, e quando aveva visto la sua espressione preoccupata era diventato serio.
-Certo, cos'è successo?- domandò.
-Niente di preoccupante. Mia sorella non si sente bene e volevo andare a vedere come stava.- rispose. Zayn non era convinto, aveva capito che c'era qualcosa di più, ma siccome non aveva ancora visto Dora quella mattina, capì che c'entrava comunque lei e senza pensarci un minuto accettò. Guardò suo fratello sorriderli tirato e ringraziarlo per poi scappare via.

Qualcuno stava bussando alla porta ma Dora non aveva voglia di andare ad aprire. Il film era finito - se Dio voleva- e aveva deciso di dormire per rilassarsi un pò, ma ovviamente c'era gente che aveva il brillante tempismo di andare a trovarla nei momenti meno opportuni.
-Dora sò che sei lì.- suo fratello pensava di dire qualcosa di intelligente con quella frase ma aveva forato in pieno. Dora non voleva nascondersi, voleva solo starsene da sola almeno quel giorno ma quando suo fratello parlò di nuovo...
-Non devi ascoltarlo.-
..lei capì di aver bisogno di lui.
Si alzò dal divano e corse ad aprire la porta. Suo fratello aveva il fiatone, segno che aveva salito le scale di corsa, ed aveva ancora il camice da bidello, segno che aveva lasciato l'igiene della scuola nelle mani di Zayn.
Fece per fare una battutina pungente ma tutto quello che riuscì a fare fu abbassare la testa mentre le lacrime prendevano a scendere. Non passò neanche un secondo che Louis la stava abbracciando, e prendendola in collo la riportava in camera sua.
-Va tutto bene, piccola.- sussurrò, sdraiandosi con lei sul quel letto piccolo.
-Mi d-dispiace Louis, mi dispiace davvero t-tanto.- 
Dora non piangeva mai, ma le rare volte che era successo - come in quel momento - era colpa di loro padre. Quell'uomo non lo faceva neanche apposta, ma aveva finito per far nascere in sua sorella un inesorabile senso di colpa che la stava facendo sprofondare. Era stato per questo motivo che Louis l'aveva portata via, lontana da quelle accuse che non si meritava.
-Non dirlo Dora, non è colpa tua.-
-Invece si. Se non fossi nata, Louis, se non fossi nata mamma sarebbe viva e...- aveva sbraitato, liberandosi da quella presa e facendo su e giù per la stanza. Louis l'aveva seguita e prendendole il viso tra le mani grandi l'aveva guardata negli occhi.
-Ma io non avrei te.- disse. -E te sei la cosa più importante della mia vita, sorellina.-


     Quel pomeriggio Louis aveva lasciato sua sorella nelle mani di Jessica e di Harry, e aveva riferito alla professoressa che Dora non si sentiva bene e che avrebbe saltato la punizione quel giorno. Lui, intanto, stava raggiungendo Zayn che stava pulendo i corridoi del secondo piano e quando lo vide alzò una mano dandoli una pacca sulla spalla.
-Ciao bello.- disse, afferrando lo spazzolone e incominciando a strusciare.
-Ciao, come stai? Non hai una bella cera.- gli fece notare. Louis ridacchiò ma poi si lasciò cadere a terra, con la schiena appoggiata agli armadietti. Zayn lo raggiunse quasi subito, con l'espressione seria che faceva trasparire tutta la sua preoccupazione.
-Dora..- sussurrò in risposta alle domande che affioravano dagli occhi del moro.
-Dora? Sta bene? Cos'è successo?- domandò subito allarmato.
-Sta bene, tranquillo.- subito il ragazzo si rilassò e si mise seduto di fianco a Louis aspettando che si sentisse pronto per parlare di quello che - era evidente - lo preoccupava tanto.
-Tu sai che nostra madre è morta?- domandò.
-Me l'ha detto Dora ieri, ma non ho insistito.- rispose.
-Nostra madre è morta di parto. Era sempre stata una donna delicata, e la mia nascita l'aveva indebolita molto, ma dopo quattro anni rimase incinta di Dora e lei e mio padre decisero di tenerla e rischiare.- spiegò. 
Zayn capì senza nemmeno sentire altro e sospirò appoggiando la testa dietro di se.
-Il caso volle che nostra madre non superasse la nascita di Dora.-
-E lei si sente responsabile.- disse Zayn. Non era una domanda ma Louis annuì.
-Si. Ma questo senso di colpa è nato principalmente da nostro padre che non fa altro che rinfacciarglielo.- continuò.
-Ma come..?- borbottò Zayn, incredulo e improvvisamente arrabbiato con quell'uomo.
-Già. Ieri, comunque, ha chiamato ma io ero fuori e ha risposto Dora,sai cosa le ha detto?- domandò retorico.
Zayn scosse il capo, improvvisamente sorpreso di vedere la faccia di Louis, sempre sorridente e allegra, prendere quella smorfia arrabbiata, delusa e soprattutto triste che non si addiceva per niente alla persona che lui era.
-Le ha detto che è colpa sua se io mi sono ritrovato a fare il bidello, che è colpa sua se io sono cresciuto senza madre e che lei non sarebbe mai dovuta nascere.- sbottò stringendo i pugni.
-E sai cos'è la cosa che mi manda in bestia?- domandò ricevendo una risposta negativa da parte di Zayn che l'ascoltava in silenzio. -Che a queste stronzate lei ci crede. Lei non soffre per la perdita di mamma, lei soffre perché pensa sia colpa sua che io - disse quella parole come se fosse sporca - sono cresciuto senza di lei. Mia sorella soffre perché ha fatto soffrire me, e io non lo sopporto.- 
-Mi dispiace Louis..- mormorò, dando pacche sulla schiena a quel ragazzo che era diventato suo amico in così poco tempo.
-Io l'ho portata lontana da lui appena compiuti diciotto anni perché non volevo che crescesse con quelle convinzioni. A mio padre non gli è mai importato di lei, la considera una cosa superflua, un'errore, e le poche volte che la sente per sbaglio , perché lui chiama sempre me non lei,  non fa altro che ricordarle che lui la considera .. niente.-
-Gliel'hai mai detto? A tuo padre, intendo. Gliel'hai mai detto che così la perderà?- domandò cauto. 
Louis si voltò a guardarlo negli occhi e il moro rabbrividì vedendoli umidi. Il sorriso che il ragazzo fece non era uno dei suoi soliti: era amaro, tremolante e triste. 
-L'ha già persa, Zayn. E a lui non importa.-


 








Ciaoo!
E' più forte di me.. è stato inevitabile aggiungere
qualcosa di triste!! ahah
Spero che comunque lo appreziate!
Tuttavia, nel prossimo Dora tornerà la stessa, non demoralizzatevi.
A presto!
Elena. :)

ps: 
grazie mille a tutti voi! 
   
 
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