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Autore: Silvar tales    18/12/2012    1 recensioni
Vi immaginate le sirene antiaeree, il coprifuoco, gli altoparlanti? Attenzione, stanno per arrivare i Sex Pistols! Chiunque sia borioso, simpatizzante monarchico o hippie si rifugi nei bunker e attenda l'apocalisse punk!
[Prima classificata al contest “When the music’s over” indetto da DazedAndConfused]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Johnny Rotten, Sid Vicious
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Moonage daydream


«Stare quassù mi dà un enorme senso di soddisfazione. Mi viene voglia di pisciare in testa a qualche stronzo».
Sid dice porcate e se la ride.
Guarda le stelle assieme a Lydon avvolto in una nuvola di fumo, sigarette e birra non mancano mai.
La luna è sospesa e silenziosa nel cielo. Qualche ragazzina adulatrice una volta ha detto che le stelle cadenti sono opera dei punk. Nemmeno gli alieni sono stati salvati dal contagio, e dunque marziani con le creste e le spille prendono a martellate la luna, la distruggono, la dissacrano. E le stelle cadenti sono i pezzi di luna che si sgretolano, che schizzano via sotto colpi feroci di clava.
La metafora è piaciuta così tanto che si è deciso di pubblicarla sulle punkzine di maggior successo, con annessa illustrazione. Londra in poco tempo si è riempita di volantini raffiguranti un gruppo di alieni classici, verdi, bollosi, antenne intelligenti, che fanno a pezzi il satellite con ghigni assatanati, creste da moicano e pantaloni stretti di pelle alla Johnny Rotten.
Sotto il disegno la scritta: l'apocalisse punk è arrivata!
Qualcuno ha avuto il coraggio di chiedere a Lydon cosa ne pensasse di quelle provocazioni; Lydon ha strappato il manifesto in questione, l'ha appallottolato e ficcato in bocca allo sfortunato interlocutore.
«Si è offerta di fare la tua puttana?»
John passa la bottiglia a Sid che la secca in un sol colpo, rischiando di affogarsi. John, con un gran sospirone, gli molla una manata sulla schiena.
«N-non essere cattivo con lei John. Guarda che io le voglio bene».
«Non puoi fare sul serio con lei, è una troia, si è venduta agli hippie e al rock'n'roll», sputa per terra disgustato, «te la fai con una fottuta groupie americana!»
Sid non risponde, torna a guardare le stelle, la luna e quant'altro possa esserci di noioso e inutile nel cielo. Perché mai interessarsi a qualcosa che non si può raggiungere? Lui preferisce la cruda terra.
Con una mano sporca si slaccia la cerniera dei jeans, scavalca l'intimo e inizia a toccarsi.
Sid è fatto così, se gli va di fare una cosa la fa, non importa in che luogo, o con chi si trovi in quel momento. Lydon, poco aggraziato, segue i suoi movimenti e li intensifica, avventurandosi sulla sua pelle bollente e pallida, tanto conosciuta ormai.
Simon allora lo allontana, si alza in piedi, barcolla sulle tegole per effetto dell'alcol e si siede pochi metri più in là.
«Sono ancora capace di farmi una sega da solo Lydon, e comunque non era nelle mie intenzioni».
«Fanculo».
Seguono attimi di silenzio, ma sono attimi molto brevi. John non riesce a stare zitto, soprattutto se ha qualcosa da dire.
«È finta quella?»
Simon ha una pistola appesa a uno degli anelli della cintura, si vede lontano un miglio che è un giocattolo. Fa parte del suo look, vuole imitare i cowboy dei telefilm western.


Sex Pistols, le pistole del sesso, capisci? Ricordi la mia maglietta Lydon, quella di SEX? Cazzo, è praticamente il logo della nostra band!

«Certo Johnny, che cosa credi?»
In un attimo Lydon attacca, lo raggiunge, lo sovrasta, vuole uccidere quel ragazzino viziato dalla lingua lunga. La famosa crudeltà dei suoi occhi rasenta il demoniaco, un demone del british punk, un iniziatore. Ma Sid non reagisce, non è nemmeno lontanamente intimorito. Lydon vuole picchiarlo? Che lo faccia, adora essere picchiato. Lydon vuole scoparlo? Tanto meglio, almeno dopo non potrà più negare di essere frocio.
Sid allarga la bocca, deforma il viso, ride. Libera la pistola dalla cintola e l'appoggia contro la tempia di Lydon.
«Ops, fai attenzione bello, potrei ucciderti!»
«Smettila di dire puttanate Sidney».
La sua voce è inaspettatamente bassa e seriosa.
Sid allora si ferma, si ghiaccia, tiene a bada persino il respiro. John è sopra di lui, la sua evidente erezione preme contro la sua zona pubica, quei pantaloni di pelle si fanno più stretti del solito, ma i suoi occhi sono elettrici di stelle, di sentimenti inesplicati, di parole non dette e del buio della notte.
Sid ha degli occhi che non sono nulla di speciale, ma ora riflettono il cielo, catturano il colore della luna. Non sono neri, sono lucidi, levigati come ossidiana.
Forse Lydon non voleva né ucciderlo né scoparlo, forse voleva solo parlargli.
Sid abbassa il revolver giocattolo e lascia che scivoli sulle tegole dissestate, alza un braccio irto di bracciali e di borchie, cinge il collo di John, si spinge contro di lui, alza il busto, le gambe, gli tira la maglia sformata. È un bacio al sapore di birra, sigaretta e chissà cos'altro, un bacio umido di saliva e pungente d'alcol.
Le loro bocche non sanno far altro che ammutolirsi a vicenda.
Nel cielo guizza una stella cadente, un pezzo di luna, a quanto dicono quei freakettoni che pretendono di essere scambiati per punk. Lydon chiude gli occhi, alza la maglietta di Sid, lo tocca sul petto magro, si spinge contro di lui col bacino, gli ruba non più di qualche sospiro roco.


Hai un desiderio da esprimere Lydon?

Non chiedere mai a un punk quale sia il suo sogno. Avere un sogno significa avere obiettivi, noi non facciamo pronostici, né abbiamo rimpianti. Viviamo il presente e vaghiamo alla cieca.

...e inoltre quella storia delle stelle cadenti che esaudiscono i desideri è una cagata bella e buona!



   
 
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