Moonage daydream
«Stare
quassù mi dà un enorme senso di soddisfazione. Mi
viene voglia di
pisciare in testa a qualche stronzo».
Sid
dice porcate e se la ride.
Guarda
le stelle assieme a Lydon avvolto in una nuvola di fumo, sigarette e
birra non mancano mai.
La
luna è sospesa e silenziosa nel cielo. Qualche ragazzina
adulatrice
una volta ha detto che le stelle cadenti sono opera dei punk. Nemmeno
gli alieni sono stati salvati dal contagio, e dunque marziani con le
creste e le spille prendono a martellate la luna, la distruggono, la
dissacrano. E le stelle cadenti sono i pezzi di luna che si
sgretolano, che schizzano via sotto colpi feroci di clava.
La
metafora è piaciuta così tanto che si
è deciso di pubblicarla
sulle punkzine di maggior successo, con annessa illustrazione. Londra
in poco tempo si è riempita di volantini raffiguranti un
gruppo di
alieni classici, verdi, bollosi, antenne intelligenti, che fanno a
pezzi il satellite con ghigni assatanati, creste da moicano e
pantaloni stretti di pelle alla Johnny Rotten.
Sotto
il disegno la scritta: l'apocalisse punk è arrivata!
Qualcuno ha
avuto il coraggio di chiedere a Lydon cosa ne pensasse di quelle
provocazioni; Lydon ha strappato il manifesto in questione, l'ha
appallottolato e ficcato in bocca allo sfortunato interlocutore.
«Si
è offerta di fare la tua puttana?»
John
passa la bottiglia a Sid che la secca in un sol colpo, rischiando di
affogarsi. John, con un gran sospirone, gli molla una manata sulla
schiena.
«N-non
essere cattivo con lei John. Guarda che io le voglio bene».
«Non
puoi fare sul serio con lei, è una troia, si è
venduta agli hippie
e al rock'n'roll», sputa per terra disgustato, «te
la fai con una
fottuta groupie americana!»
Sid
non risponde, torna a guardare le stelle, la luna e quant'altro possa
esserci di noioso e inutile nel cielo. Perché mai
interessarsi a
qualcosa che non si può raggiungere? Lui preferisce la cruda
terra.
Con
una mano sporca si slaccia la cerniera dei jeans, scavalca l'intimo e
inizia a toccarsi.
Sid
è fatto così, se gli va di fare una cosa la fa,
non importa in che
luogo, o con chi si trovi in quel momento. Lydon, poco aggraziato,
segue i suoi movimenti e li intensifica, avventurandosi sulla sua
pelle bollente e pallida, tanto conosciuta ormai.
Simon
allora lo allontana, si alza in piedi, barcolla sulle tegole per
effetto dell'alcol e si siede pochi metri più in
là.
«Sono
ancora capace di farmi una sega da solo Lydon, e comunque non era
nelle mie intenzioni».
«Fanculo».
Seguono
attimi di silenzio, ma sono attimi molto brevi. John non riesce a
stare zitto, soprattutto se ha qualcosa da dire.
«È
finta quella?»
Simon
ha una pistola appesa a uno degli anelli della cintura, si vede
lontano un miglio che è un giocattolo. Fa parte del suo
look, vuole
imitare i cowboy dei telefilm western.
Sex
Pistols, le pistole del sesso, capisci? Ricordi la mia maglietta
Lydon, quella di SEX? Cazzo, è praticamente il logo della
nostra
band!
«Certo
Johnny, che cosa credi?»
In
un attimo Lydon attacca, lo raggiunge, lo sovrasta, vuole uccidere
quel ragazzino viziato dalla lingua lunga. La famosa
crudeltà dei
suoi occhi rasenta il demoniaco, un demone del british punk, un
iniziatore. Ma Sid non reagisce, non è nemmeno lontanamente
intimorito. Lydon vuole picchiarlo? Che lo faccia, adora essere
picchiato. Lydon vuole scoparlo? Tanto meglio, almeno dopo non
potrà
più negare di essere frocio.
Sid
allarga la bocca, deforma il viso, ride. Libera la pistola dalla
cintola e l'appoggia contro la tempia di Lydon.
«Ops,
fai attenzione bello, potrei ucciderti!»
«Smettila
di dire puttanate Sidney».
La
sua voce è inaspettatamente bassa e seriosa.
Sid
allora si ferma, si ghiaccia, tiene a bada persino il respiro. John
è
sopra di lui, la sua evidente erezione preme contro la sua zona
pubica, quei pantaloni di pelle si fanno più stretti del
solito, ma
i suoi occhi sono elettrici di stelle, di sentimenti inesplicati, di
parole non dette e del buio della notte.
Sid
ha degli occhi che non sono nulla di speciale, ma ora riflettono il
cielo, catturano il colore della luna. Non sono neri, sono lucidi,
levigati come ossidiana.
Forse
Lydon non voleva né ucciderlo né scoparlo, forse
voleva solo
parlargli.
Sid
abbassa il revolver giocattolo e lascia che scivoli sulle tegole
dissestate, alza un braccio irto di bracciali e di borchie, cinge il
collo di John, si spinge contro di lui, alza il busto, le gambe, gli
tira la maglia sformata. È un bacio al sapore di birra,
sigaretta e
chissà cos'altro, un bacio umido di saliva e pungente
d'alcol.
Le
loro bocche non sanno far altro che ammutolirsi a vicenda.
Nel
cielo guizza una stella cadente, un pezzo di luna, a quanto dicono
quei freakettoni che pretendono di essere scambiati per punk. Lydon
chiude gli occhi, alza la maglietta di Sid, lo tocca sul petto magro,
si spinge contro di lui col bacino, gli ruba non più di
qualche
sospiro roco.
Hai
un desiderio da esprimere Lydon?
Non
chiedere mai a un punk quale sia il suo sogno. Avere un sogno
significa avere obiettivi, noi non facciamo pronostici, né
abbiamo
rimpianti. Viviamo il presente e vaghiamo alla cieca.
...e inoltre quella storia delle stelle cadenti che esaudiscono i desideri è una cagata bella e buona!