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Autore: ScarletPuppet    23/12/2012    2 recensioni
Raccolta di flash-fic inerenti alla mia storia "I fili del destino" di cui non è strettamente necessaria la lettura, anche se aiuterebbe a capire di più.
Episodi della vita di Scarlet e delle sue compagne al Santuario di Ares. Un viaggio dall'inizio della loro storia fino alla guerra fra le armate di Ares e Poseidone.
Brevi storie di amicizia, affetto, dolore. Tutto contornato dalle dure leggi del Santuario spartano, dalla guerra e dalla morte. Quando le tue origini non possono far altro che seguirti e distruggerti finché tu non distruggerai loro.
Il primo respiro di Aima dopo la morte del suo passato.
Forse, se non fossi venuta qui, ora sareste tutte vive.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gemini Kanon, Nuovo Personaggio
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache del Ghiaccio e del Fuoco - Linee di sangue'
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Chapter 1 - Aima: l'arrivo

My first breath after Death

Chapter 1 – Aima: l’arrivo.

«Qual è il tuo nome, ragazzina?»
Quella domanda la spiazzò all’istante, eppure era così facile. Restò in silenzio vari secondi a pensare. Non voleva dare il suo vero nome, le ricordava troppo quell’orrendo posto che, per nascita, era la sua casa. Si guardò le mani e, mantenendo una maschera impassibile, finalmente rispose.
«Scarlet Puppet.»
«Beh, benvenuta a Sparta. Più precisamente, al Santuario di Ares! Io sono Thea, il tuo mentore finchè non diventerai una Bloodline.»
La ragazza sorrise, mostrando dei denti bianchissimi. Gli occhi erano languidi e sembravano fatti di oro liquido, i capelli arruffati erano mori e sfumavano in un rosso intenso, quasi fossero fiamme ardenti.
«Cos’è una Bloodline?»
Chiese la dodicenne, con ingenuità, non avendo mai sentito nulla di simile.
«Sono i cavalieri posti a protezione di Ares, Dio della Guerra. Ti è sconosciuto anche lui?» le chiese il mentore, ridacchiando.
«No, so chi è. Ma io so già combattere, perché mi devi insegnare?», chiese Scarlet.
«Sai già combattere? Dimmi, ragazzina, da dove vieni?»
Thea la squadrò curiosa, in attesa di un’imminente risposta. La rossa, però, decise di stare in silenzio. Nessuno doveva sapere quali fossero le sue nobili origini. Il mentore le fece segno con la testa di seguirla.
«Dove andiamo?»
«I primi Spartani buttavano giù da quella rupe i bambini ritenuti deboli o deformi. Questo Santuario fu fondato da Pentesilea in persona, che, lasciata la Scizia, si diresse nelle vicinanze di Sparta per onorare il padre. Inutile dire che il Nostro Signore abbia scelto questo luogo come sua fissa dimora. L’incarico di difendere i cinque accessi al tempio principale è adibito alle cinque donne più forti. In questo luogo prevaliamo rispetto ai maschi. Ad Ares questo non crea nessun problema, a patto che ci alleniamo duramente per una durata complessiva di sei anni per ricevere l’investitura e senza smettere anche dopo aver ottenuto le armature. Tornando alla storia del monte Taigeto, qui non è molto diverso. Appena un nuovo individuo arriva, viene sottoposto a varie prove e, in base ai risultati, si decide se tenerlo come soldato o meno. Sorte che toccherà anche a te, come avrai intuito.»
«Come saranno queste prove?», chiese la bambina.
«Sarà il dio Ares in persona a deciderlo.»

Passarono per uno dei cinque templi le cui colonne erano decorate da bassorilievi rappresentanti picchi. Thea le disse che tutto le sarebbe stato spiegato se avesse superato le prove assegnate. In caso contrario, non le avrebbero detto niente. Arrivate al tempio centrale attraversarono una lunga navata coperta da un soffice tappeto cremisi in tinta con i tendaggi in parte strappati. In fondo, su un trono dorato tempestato di rubini e affiancato ai lati da due statue rappresentanti cani, vi era seduto un uomo dai lineamenti duri, gli occhi azzurri velati da una strana follia incorniciati da corti capelli neri e il corpo scolpito protetto da una resistente armatura rossa e oro. Aima si inginocchiò davanti a quella maestosità. Ares picchiò la sua lancia a terra.

  
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