Nick sul
Forum: Red
Robin
Link profilo EFP: Red
Robin
Pacchetto scelto: 1 -
Ingenuità
Titolo: It 'a sled
that? (E’ una slitta quella?)
Fandom: One Piece
Rating: Sentimentale, Slice of
life
Avvertimenti: Shounen
ai
Note: Beh... che dire?
Innanzitutto, questa fic, benché partecipante
al “Character Contest” indetto
da Tobi Sensei.
Quest’anno abbiamo il nuovo arrivo “Dick” un personaggio
nuovo per voi, ma non per chi magari ha letto qualcosa su FMA <3. Piccolo
spoilerino: Questo pg verrà presto (o almeno si sera) fatto apparire anche nel
fandom di OP con l’account in comune Red Robin_MyPride... quindi a chi attende
le altre fiction, speriamo di aggiornare presto che i problemi sono
molteplici.
Spero che, se anche per poca presenza, imparerete ad amare questo
piccoletto per voi ancora nuovo e poco definito ^^^. Lo troverete
occasionalmente anche in altre mie raccolte ^^^
N.B.: Leggere in fondo la parte in
grassetto v.v almeno 1 volta l’anno mi è permesso fare una certa richeista per
un buon motivo <3
Ultima cosa: le nuove norme sui percing non mi permettono di farmi
gli ultimi 2 sulle orechie, cosa che fino allo scorso anno riuscivo a fare dìin
farmacia, dove ora non si prendono più la responsabilità... non avendo tempo
materiale di regalarmi (da solo quindi) questo piacere ultimo per finire i miei
20 anni, come ogni anno... mi ritrovo senza
‘finire’
In
poche parole, il 24 Dicembre è il mio compleanno, risollevatemi il morale con
qualche recesioncina <3
Is that a sleed? (E’ una
slitta quella?)
Durante la
notte,
Eccitati,
i bambini della ciurma erano corsi
fuori per iniziare una battaglia di palle di neve e una gara al più bel pupazzo
mai creato; inutile dire chi fossero i soliti, eppure tra loro c’era un nuovo
arrivo e quest’ultimo, se non altro, era un vero bambino: Dick. Completo di
bassa statura giustificata con i suoi sei anni di età.
Nel
vederli mi lasciai sfuggire un sospiro e decisi di scendere dalla cucina al
ponte, così da poter portare anche a loro una bella tazza di cioccolata calda.
In fondo era periodo di festa e un po’ tutti se ne meritavano una, e fu proprio
nel porgere la bevanda al medico di bordo che sentii la voce infantile
rivolgersi a lui.
-Chopper,
se tu sei una renna… vieni dal paese di Babbo Natale?-
A quel
dire mi voltai verso di lui un po’ perplesso, per quanto un sorriso si fosse
fatto largo sul mio volto. Mi accorsi che non aveva attirato solo la mia
attenzione, forse perché nell’udirlo attendevamo tutti una possibile risposta
del nostro nakama. O semplicemente ci mancava tanta innocenza… anche se mi
dovetti ricredere nel sentire le parole successive, pronunciate da Rufy
stesso.
-È vero,
Chopper! Nel tuo paese c’era solo quella Strega! Ma c’era anche Babbo Natale?-
A quella
domanda, sentii anche gli altri presenti sospirare. Com’era mai possibile che un
ragazzo così cresciuto, e per di più Capitano di una nave, potesse credere
ancora in queste cose?
-Ecco...
io... non l’ho visto.- ammise la renna con fare confuso, gettandomi un’occhiata
supplicante prima di scappare via sotto gli sguardi attoniti dei due. E prima
che potessi continuare il mio giro, la mano del marmocchio mi tirò verso il
basso, afferrandomi la manica del giacchetto.
-Sanji,
allora è vero che esiste?- sembrò volermi chiedere conferma, e nel vedere quegli
occhi verdi così speranzosi non potei negarglielo. Peccato solo che il Capitano
ci avesse messo del suo, rovinando quel momento così pacifico e iniziando a
saltare ovunque, gioendo.
-Che
babbeo.- mi ritrovai a dire, prima di concludere quel giro di distribuzione di
bevande calde e tornare nuovamente nella cucina.
-Basta!
Non li sopporto più!- la voce del marimo disturbò il mio lavoro nell’entrare nel mio regno, facendo sì che la panna
con la quale stavo guarnendo la torta schizzasse sul muro che avevo davanti,
urtandomi.
-Ohi...
perché diavolo devi venire a lamentarti qui?- domandai, come se fosse la cosa
più logica da chiedere. E a ben guardare, lo era a tutti gli effetti; o almeno
secondo il mio punto di vista. -Io ho da fare, porta la tua stupida presenza
lontana da me.-
-Sta’
zitto, stupido ricciolo. In fondo è solo colpa tua.- rimbeccò più scorbutico del
solito, ma non gli diedi peso e ripresi il mio lavoro. -Insomma, perché dovevi
dirgli che esisteva quello stupido Coso
Natale?-
-Idiota,
si chiama Babbo Natale e Dick ha sei anni. Lascialo illudersi.- gli feci notare.
Che cavolo di problemi aveva?
-Ma Rufy è
adulto. Potevi dire a entrambi che non era vero. Non li sopporto
più.-
-Ma bravo,
marimo, tu sì che sei adatto a distruggere le fantasie infantili.- obbiettai.
-Va’ a dirgli che l’omone buono che domani sera gli porterà i regali è solo
finzione.- quasi ironizzai, e nel dirlo mi voltai e afferrai il vassoio per
riporre la torta nel frigo.
-Sì,
scherza tu...- lamentò ancora. -Fa’ qualcosa, o giuro che te ne pentirai.-
minacciò.
Imbecille,
voleva forse negarmi il sesso? Perché io non avrei di certo avuto nulla in
contrario, d’altronde era solo lui a beneficiare di ciò, non essendo io la parte
attiva. Ma di certo questo non glielo
avrei mai detto. -Di’ un po’, vuoi fare a botte?-
-E perché
no? Magari mi tolgo qualche soddisfazione.- rimbeccò, incrociando le braccia al
petto per nascondere le mani dentro al bavero della sua casacca verde. Era
incredibile come riuscisse a rimanere con i pettorali scoperti nonostante il
freddo, e dire che io indossavo un caldo maglione e ancora non riuscivo a
scaldarmi. Ma in tutto questo ancora una cosa non mi
tornava.
-Il tuo
ego è veramente fuori posto. Ma si può sapere che problemi hai? La volta scorsa
abbiamo dovuto costringerti a vestirti da renna1.- feci
notare, ridacchiando al solo ricordo. In effetti era veramente ridicolo con quel
naso rosso, le corna e... beh, quello stupido haramaki2 che
continuava a portare sopra la tutona beige e pelosa.
-Non
ridere, idiota! Era ridicolo! E dire che mi avete svegliato per una stupidaggine
simile!- si alterò. Questo non poté far altro che aumentare la mia risata sino a
farla divenire più che sonora, e lui se la prese ulteriormente. -Babbeo... visto
che ti divertivi tanto, dov’è finito quello stupido abito da fatina?-
-Elfo.- lo
corressi.
-Beh, è lo
stesso... sempre un cuoco effeminato sei.- obbiettò, rimediandoci un mio
lamento. -Ora dammi da bere.-
-No.-
risposi nell’immediato. -E ora
lasciami fare.-
-Fa’
quello che ti pare, io bevo.-
-No, va’
fuori prima che ti prenda a pedate.- sbottai, ma prima che il nostro battibecco
potesse andare oltre, entrò quel piccoletto di sei anni tutto pimpante.
-Zoro, tu
credi che domani Babbo Natale ti porterà quello che hai chiesto?- gli domandò,
stringendosi nel cappottino che, fortunatamente, gli avevamo comprato nell’isola
precedente. -Allora?- insistette, saltellandogli attorno. Ma lui mi guardò il
fondo schiena in modo allusivo, rispondendo con qualcosa che lo era
altrettanto.
-No,
marmocchio... ho già quello che desidero.-
-E cosa?
Cosa? Cosa?- prese a cantilenare, facendo sbuffare quell’alga, la quale lo tirò
su e lo mise a sedere al bancone.
-Va bene,
tu resta qui e fa’ il bravo con il cuoco, così lui ti darà un’altra stupidissima
cioccolata calda.-
-Ehi!-
asserii a mo’ di lamento. -Mi pare che tu te la sia bevuta la mia stupidissima cioccolata calda!- feci
notare. -E che significa che deve restare con me? Siete in sei là
fuori!-
-Ohi!
Perché diavolo non hai contato quella strega di Nami e Robin?- mi chiese. -E poi
sono stufo di marmocchi che corrono per la nave durante i miei allenamenti,
ripetendomi che Babbo Coso esiste.-
-Babbo
Natale!- si fece sentire la voce del biondino, come se ciò fosse importante.
Dovevo ammetterlo, era davvero divertente.
-Hai
sbagliato ancora.- gli tenni presente.
-È lo
stesso.-
-No.-
s’intromise quel piccoletto, venendo prontamente ignorato.
-Facciamo
così: se lo tieni tu per almeno qualche ora, stanotte ti lascio
dormire.-
-Affare
fatto.- accettai più svelto delle sue parole la proposta, rimanendo solo con
Dick in poco tempo. Con un sospiro afferrai una nuova tazza, chiedendomi dove
fosse finita quella precedente che gli avevo dato poco prima, e la riempii con
della cioccolata rimasta ancora calda, porgendogliela. -Allora, Dick, tu sta’
buono qui e bevi questo, ti scalderà.- gli dissi con un sorriso. -Io sarò qui a
finire di lavorare.- dissi, e lui annuì, atteggiandosi ad adulto e ricordandomi
un po’ com’ero io da piccolo.
-Sanji, ma
a te Babbo Natale porterà quello che vuoi?- mi chiese dopo un primo
sorso.
-Non
credo. Tutti gli anni chiedo la stessa cosa, ma quello stupido marimo mi sta
sempre appiccicato.- ridacchiai, senza curarmi di ciò che dicevo. In fondo quel
marmocchietto era quasi diventato nostro, ci seguiva ovunque e non faceva nulla
senza il nostro permesso. Era raro che chiedesse qualcosa ad altri, men che mai
al Capitano, che considerava suo pari. E come dargli torto, visto il modo in cui
si comportava?
-Ma a te
Zoro non sta simpatico?- domandò ancora. -Dicono tutti che siete grandi amici.-
asserì, citando un po’ la voce comune, anche se con la sua innocenza avevo
capito perfettamente cosa gli altri pensassero di noi. Non che non fosse vero...
ma non avremmo mai ammesso di essere amanti, e le nostre liti erano tutte vere.
Forse la nostra competitività era data dal testosterone che ci spingeva
continuamente a un confronto.
-Diciamo
che non è proprio così.- risposi un po’ vago, d’altronde non avrei potuto
chiacchierare di certe cose con un seienne. -E tu? Hai chiesto qualcosa in
particolare?- fu il mio turno di domandare. Magari si sarebbe
distratto.
-Io chiedo
sempre tante cose, ma non sono mai arrivate.- Probabilmente non mi sarei dovuto
stupire all’affermazione, visto che in fondo stavamo parlando di un mito
fantasioso per bambini della sua età. Ciò che realmente mi aveva lasciato
inizialmente confuso, era stato il motivo per il quale la matrigna con cui aveva
vissuto non gli avesse mai raccontato la verità, vista la spietatezza e l’odio
che provava nei suoi confronti, ma l’avevo capito meglio quando avevo scoperto
che quest’ultima aveva un figlioletto più piccolo di lui. Sicuramente non si era
trattato di un gesto caritatevole. -E poi...- insistette lui, continuando ancora
a parlare nonostante tutti i miei pensieri. -Ho il sospetto che non sia mai
venuto a portarmi i regali perché, dopo aver messo tutti quelli per il mio
fratellino sotto l’albero, non aveva tempo per me.-
-E perché
mai?- chiesi curioso. Probabilmente era egoismo, ma volevo realmente sapere cosa
si era inventato quel suo piccolo cervellino per proteggerlo. -Non sei
arrabbiato con lui?-
-No,
perché lui stava per incontrare la mia matrigna e gli faceva paura.- e a quella
soluzione non potei non ridere di gusto nonostante il suo
broncio.
A quanto
sembrava quella donna era così terribile da spaventare un omone grande e
grosso!
***
L’indomani
era arrivato, ovvero la vigilia. Nonostante le continue lamentele del marimo,
contrario nel voler festeggiare, eravamo riusciti a convincere Rufy e gli altri
a montare le luci sulla nave prima di riprendere i giochi. Purtroppo ne avevano
messe un po’ troppe anche per quell’anno, facendoci rassomigliare a una
gigantesca lampada pronta a essere prese di mira da qualcuno. Se non sarebbe
stata quella “la volta buona”, prima o poi avremmo passato i
guai.
Ghirlande
e festoni riempivano la nave, dai corrimani alle camerate, il bagno e qualunque
altra cabina in modo eccessivo. Era stato un miracolo riuscire a convincere
quell’imbecille di un Capitano a non metterne troppi nella cucina e soprattutto
non agghindare il forno e il piano cottura; per riuscirci, mi ero persino dovuto
far aiutare da tre bistecche di tonno, sei crocchette di patate, tre broccoli e
otto olive... ed era stata dura cacciarlo via dopo ciò. Ma ringraziai il cielo
di aver preparato qualcosa fuori programma proprio per
quell’evenienza.
Stetti
attento a non cadere tra il via vai di gente e piccole presenze come Chopper e
il marmocchietto, ed evitai accuratamente di passare sotto il vischio che avevo
nuovamente appeso, tutto appositamente per Nami-san e Robin-chan. E al diavolo
se Franky avrebbe rotto per non toccare quest’ultima, in fondo era l’archeologa
di bordo, e lo era di tutti... e poi a Rufy non interessava se ci provavo con
Nami-san! Anche se... beh, lui ancora non lo aveva capito. Ma questi erano solo
dettagli irrilevanti.
A dire la
verità, oltre che a evitare il vischio, tentai sempre di trovarmi sotto di esso
quando vedevo una delle mie muse passarci sotto, e ogni qualvolta vedevo Franky
cercare di far cambiare loro direzione, ma tutto ciò che ottenni furono solo
Rufy, Chopper, Usopp, Franky, Brook e persino Dick! Non ci tenevo proprio a
baciare dei maschi! Men che mai un bambino. E quando vidi finalmente Nami, feci
ricorso a tutte le mie forze per raggiungerla e ricordarle la tradizione, ma
l’idillio che stava per crearsi tra noi venne tempestivamente interrotto dalla
presenza di un Cappello di paglia, spinto da qualcuno al suo posto, e finii per
appoggiare le mie labbra sulle sue.
-Rufy, che
schifo!- lamentai. -Va’ via e sta’ più attento!- obbiettai, e quel babbeo prese
a ridermi in faccia.
-Davvero
divertente! Dovresti vedere la tua faccia!- insistette. -Pensa se avessi baciato
Nami, ti avrebbe picchiato!-
-Imbecille,
era proprio quello che volevo fare.- rimuginai tra me e me, ma a quanto pare
dovette sentirmi, perché mi rispose un “Volevi farti picchiare da Nami?” con
fare perplesso. Era proprio un incosciente! O forse era meglio dire: per fortuna
che era un così ingenuo... idiota? Una cosa era certa, non era geloso... o
almeno era ciò che supponevo, sperando che se avesse capito la situazione non si
rivelasse tale.
Quel tira
e molla continuò per tutto il giorno, non trovandomi mai con le labbra su quelle
delle mie Dee. Fu alquanto disgustoso, tanto che dovetti togliere
quell’ornamento dalla cucina, essendo frequentata principalmente dal Capitano e
qualsiasi altro idiota che voleva rubare del cibo. Mi spiacque persino di non
trovare il marimo sulla mia strada, se non altro avrei accettato di buon grado;
ma quello scemo si presentò troppo tardi al mio cospetto, anche se, a dirla
tutta, fu lui a tirare fuori quell’oggettino magico, e non potei dirgli di no.
Nonostante tutto sapeva farsi volere bene, quando nessuno ci
guardava.
Il
difficile arrivò quando Dick tornò alla carica con Babbo Natale, avendo visto i
regali sotto l’albero di Natale ricavato dall’ingegneria di Franky. Secondo lui
era impossibile che lui fosse “già
passato”. E trovava impossibile che gli avesse portato tutto ciò che aveva
chiesto, e quasi presi a ridere quando Rufy mi venne a chiedere se aveva scritto
bene la lettera e la mostrò a quel piccoletto. Per quanto quel suo lato
spensierato, oltre che babbeo, ci facesse scuotere la testa e domandarci chi ce
lo avesse fatto fare di seguirlo, riuscì a strapparmi un sorriso. Dopotutto
quello era il nostro Capitano! Probabilmente non avremmo potuto chiederne uno
migliore... o forse sì? Magari avrei dovuto scrivere anche io una lettera e
chiedere un po’ di sale in zucca per lui...
Sospirai.
I preparativi erano quasi ultimati, la tavola portata fuori assieme le stufe era
già stata apparecchiata e imbandita. Festeggiammo, bevemmo, cantammo...
praticamente accadde di tutto e ci divertimmo. E solo dopo essere sicuri che tutti i bambini fossero a dormire, chi
al caldo e chi meno... mi ritrovai nell’osservatorio con quello stupido
spadaccino maniaco del culturismo. Ciò che non mi aspettai, fu il trovare la
palestra adornata. Non era tipo da festeggiare qualcosa che riteneva insulso, ma
forse dopo il vischio avrei dovuto aspettarmelo... e soprattutto avrei dovuto
immaginare che avrebbe riempito il soffitto di quel posto con quel cosetto. Ero finito tra le sue braccia e
durante un lungo e travolgente bacio, il divano ci aveva accolto senza tanti
problemi.
Fuori la
neve cominciò a cadere ancora una volta, ed era bello vederla scendere
lentamente su di noi e coprire nuovamente la nostra nave di quel manto bianco.
La vista era delle migliori, anche se avevo trascurato il mio lavoro... ma per
un giorno all’anno potevo permettermelo, soprattutto se ne sarebbe valsa la pena
per passare una notte calda.
Era
bastato un non nulla; non lo avevo udito entrare nella cucina mentre ero ancora
intento a occuparmi dei piatti, mi aveva avvolto con le braccia e stretto forte
a sé, convincendomi a baciarlo. E non c’era voluto molto a farmi cedere, aveva
sempre avuto su di me un ascendente particolare, o forse erano i nostri animi ad
attirarsi, così come la sua voglia che premeva su di me, tanto da farmi eccitare
a mia volta.
La
passione ci aveva travolto forse troppo presto: non c’era voluto molto perché
noi ci spostassimo nella coffa. Il fiato era venuto meno tra un bacio e l’altro,
così come il corpo aveva iniziato a bollire. Eravamo noi, sempre noi. La testa
girava, la stanza roteava, e prima di rendercene conto ci trovammo nudi, un
contatto naturale.
Chiusi gli
occhi per l’ennesima volta nell’accorgermi di ciò, arrossendo più per
l’imbarazzo, cosa stupida dopo tutto quel tempo, che per il calore di quella
stanza nonostante fuori nevicasse.
La distesa
bianca che si formava sotto di noi ci forniva una vista bizzarra e insolitamente
romantica, o forse eravamo noi ad esserlo diventati con il tempo. Quasi fossimo
cresciuti nel nostro rapporto... ma non potei andare oltre con i miei pensieri,
che lo vidi.
-Ohi...
ohi, marimo, fermati.- dovetti richiamarlo mentre una delle sue mani, lenta e
calda, era passata dalla mia schiena sino a scendere all’interno dei pantaloni
per sfiorarmi di sfuggita il basso ventre, pronto a spostarsi sul fondo schiena
con una carezza.
-Sta’
zitto cuoco, non rovinare tutto.- sembrò quasi prendermi in giro, e con l’arto
libero mi afferrò il mento per far sì che un nuovo bacio ci travolgesse, ma io
lo respinsi; mai come quella volta avevo avuto un vero motivo, un buon motivo.
-Dannazione,
marimo, guarda!- lo obbligai a scansarsi da me per fargli girare il volto. -Lo
vedi anche tu? È lì... nel buio.- e nel chiedere ciò si volto di poco annoiato,
ma non appena i suoi occhi si posarono su quella figura, si limitò a tenermi
stretto e a concentrarsi su di essa.
-Sì.-
ammise. -Sembrerebbe... quello con il naso rosso non è
Chopper?-
-Imbecille.-
asserii, dandogli uno scappellotto sulla nuca. -Chopper ha il naso blu... di’ un
po’, non eri tu quello che diceva di non raccontare certe baggianate ai
“bambini”?- chiesi io, mentre quel vago puntino rosso con sacco e slitta spariva
dalla nostra vista.
-Beh... ti
ricordo che tu sostenevi fosse solo una bugia.- fece notare.
-Sta’
zitto.- risposi piccato, anche se aveva ragione e, probabilmente, era proprio
quello il motivo del mio momentaneo astio. -Dici che dovremmo dirglielo? Di
averlo visto.- specificai.
-No, si
lamenterebbero di non essere stati svegliati e se passerò la notte in bianco con
te, domani vorrei dormire.- mi prese in giro. E fu proprio a quel dire che
realizzai ciò che aveva appena detto e mi strinsi nella camicia aperta e semi
calata sulle mie braccia, rimediandoci una pronta lamentela. -Che fai? Ti
vergogni? Io voglio continuare a guardare, ricciolo.-
-Neanche
per sogno.- mentii. -Piuttosto, dici che avrà portato qualcosa anche per noi?
Forse del carbone... perché non abbiamo creduto in lui?-
-Ah ah ah!
Questa sì che è bella, torciglio! Grande, grosso e pure stupido! Non che la cosa
risulti poi tanto strana.- insistette con quel suo fare da saccente, e stavolta
fu una pedata ciò che ricevette.
-Non sei
affatto diverte!-
-Scusa,
hai ragione.- Miracolo! Forse un regalo lo avevo ricevuto anche io: il marimo
che finalmente stava dalla mia e ammetteva di essere antipatico. Era diventato
il mio nuovo ricordo migliore! Ma non finì lì. La mano che fino a quel momento
era stata posata sulle mie natiche semi nude uscì dai pantaloni e risalì
nuovamente sulla spina dorsale, fermandosi al centro della schiena in modo
saldo, così da non poter cadere. L’altra, invece, raggiunse il mio capo e i
capelli furono scompigliati prima che una carezza scendesse lungo il mio viso
fino alle labbra, che vennero sfiorate con un dito.
-Che
scemo... alla fine gli ingenui siamo solo noi adulti. Parliamo di sogni
impossibili e non vogliamo credere a quelli dei bambini.- asserì in tono basso e
pacato, sfiorando la mia bocca con la propria per baciarmi. Fu dolce come non lo
era mai stato e al contempo passionale. Di solito eravamo più frettolosi, o
almeno curati nei particolari, ma sembrò prendersela comoda, chiedendomi persino
con la lingua il permesso di entrare e assaporarmi finché il fiato appena
recuperato non tornò a scarseggiare e le fronti non si ritrovarono l’una contro
l’altra, costringendoci a riflettere le nostre iridi l’una
nell’altra.
-Sai,
credo davvero che l’unico regalo che avrei voluto avere mi sia stato già
portato, cuoco.- sussurrò, e a quel dire rimasi un po’
perplesso.
-Marimo,
tu...-
-Ti
ripeterò un’altra cosa... sta’ zitto e non rovinare il momento, ricciolo. Il mio
regalo sei sempre stato tu. E ora baciami, prima che io impazzisca e scarti il
mio regalo troppo in fretta.-
Non me lo
feci ripetere due volte, d’altronde anche io avrei scartato il mio... ma avrei
preferito godermelo un po’ più a lungo.
1
Si
riferisce alla fiction di Natale dell’anno precedente (Capitolo 1)
2
L’haramaki
è la fascia verde che porta sempre indosso
Probabilmente
arriverò ultima ma poco importa <3
Lo so, lo
so ragazzuoli miei che non è la solita ic di Natale e che scrivo sempre cose un
po’ particolare, se non assurde e/o impossibili loool. Mi basti sapere che vi
piaccia e che mi facciate tanti auguri per il mio
compleanno ò.ò quindi regalatemi una recensione!
My
Pride: Vabbè,
che tu pensi male non ne avevo dubbi… ‘sporcacciona’ loool e io sono la prima…
Su, ch attendo trepidamente la mia fic! Quindi non mi dilungo, ma
muoviti!!
SanjireaChan: Si, ci
credo proprio XDDD su che di te attendo tanto altro XD La fic è un po’ bruttina,
sorry v.v
lince92: Che
dire, meglio tardi che mai si dice. Questa fic non so come sia venuta, forse un
po’ più eriosa e bruttina non linciarmi lince XD *Si lincia da sola per a
pessima cosa detta*
tognoz: Stessa
cosa di ‘Zia’, attendo la fic XD Che dire, è bruttina e seriosa ma sempre una
fic di natale… credo XD Spero comunque che ti sia piaciuta, così come
l’inserimento di Dick come pg ‘’spoiler’ di una futura fic a 4 mani <3
Dona
l’8% alla causa pro recensioni
Farai felice un milione di scrittori
E
me XD!