~ Capitolo 6 ~
Ci vollero altre
due settimane per arrivare al luogo indicato dalla
mappa.
Feng e Mira non
avevano più avuto occasione di rimanere soli un lasso di tempo sufficientemente
lungo per assaporare fino in fondo le conseguenze di ciò che era successo tra
loro, ma Mira era convinta che sarebbe bastato un solo sguardo una volta soli
per ritrovarsi di nuovo l’uno tra le braccia dell’altra.
Le occhiate che
avevano scambiato durante quelle settimane, infatti, avevano parlato da sole:
entrambi volevano finire quello che quel bacio aveva solo iniziato: un nuovo,
potente sentimento, che sembrava essersi rafforzato durante quel periodo in cui
non avevano avuto occasione neanche di sfiorarsi, come a voler preludere a
qualcosa di ancora più coinvolgente, come se quando fossero stati di nuovo
insieme il loro incontro sarebbe stato indimenticabile, a compensare finalmente
la mancanza dell’altro.
Mira si ritrovò a
pensare quanto fosse strana quella situazione. Si era ormai resa conto che
quello che la legava a quel pirata andava oltre il fascino che lui sapeva
esercitare su di lei. Se inizialmente, infatti, aveva accettato di lavorare per
lui solo perché aveva capito quanto fosse diverso da qualunque uomo mai
incontrato prima in vita sua, dopo il loro primo bacio, un vero e proprio
incontro-scontro, aveva avvertito le sensazioni che lui le aveva donato, il
calore che aveva provato a contatto con lui. E le cose tra loro erano cambiate,
Mira lo percepiva anche quando si ritrovava per caso accanto a lui e sentiva
l’impulso di baciarlo e farsi baciare, quando bramava che le sue mani la
sfiorassero anche se solo per un attimo, e sentiva quanto fosse difficile
dominare quell’impulso.
Quello che stava
crescendo in lei non era solo desiderio fisico, lo sentiva: la sua era brama di
provare per la prima volta un sentimento che andasse
oltre.
Ed era sicura che
presto sarebbe stata accontentata.
*
*
La nave toccò la
spiaggia della Costa del Diavolo al tramonto e Feng ordinò ai suoi di non
muoversi fino al mattino dopo: era tardi per cominciare un’esplorazione, e dato
che non conoscevano nulla riguardo l’isola, se non che fosse molto piccola, non
sapevano come muoversi. La prudenza, in quel caso, sarebbe stata l’arma
migliore.
Appoggiata al
parapetto della nave, Mira osservava i marinai ancorare l’ imbarcazione al basso
fondale, quando avvertì i passi di Feng dietro di
lei.
Il pirata si
affiancò alla ragazza, poggiando le mani sulla balaustra, le braccia tese, il
viso in un’espressione fiera mentre osservava la spiaggia davanti a
lui.
-Siamo arrivati-
disse solo Mira, senza voltarsi.
-Infine- rispose
Feng pacato.
-Sei certo che le
Carte si trovino qui?- chiese lei dopo un attimo di
silenzio.
-È la mappa che
hai rubato ad esserne certa, non io- rispose il pirata
serafico.
-Hai considerato
la possibilità che possa essere la mappa sbagliata?- chiese Mira, gli occhi
all’orizzonte.
-No- rispose
subito Feng -Non ce n’è bisogno. Quella di Mongkut è la sola e unica mappa che
possa svelare il nascondiglio delle Carte Nautiche per i Confini del
Mondo-
-Come fai a
saperlo?- domandò la ragazza tranquilla.
-Mi credi così
incauto?- ribatté Feng -Non avrei intrapreso questo viaggio se non avessi avuto
almeno qualche informazione in più…E non avrei coinvolto
te-
Mira sorrise e
finalmente si voltò -Sei sicuro di quello che fai,
quindi?-
-Oh, si- rispose
Feng incontrando gli occhi di lei -Lo sono-
Le sorrise di
rimando, e senza dire una parola si diresse verso la passerella con cui scese a
terra. Mira lo seguì. C’erano ancora parecchie cose che avrebbe voluto
chiedergli riguardo quella missione. E non
solo.
Lo affiancò
camminando sulla sabbia dorata della spiaggia, mentre le onde lente del basso
fondale lambivano dolcemente i suoi piedi.
-Dove si trovano
le Carte?- chiese Mira, scostandosi i capelli dal viso -Sepolte sotto terra o
nascoste in qualche forziere arrugginito dal
tempo?-
-La pergamena che
hai rubato è molto illuminante su questo punto. Le Carte si trovano esattamente
al centro dell’isola, in un tempio- rispose il pirata -Per fortuna è molto
piccola e non impiegheremo molto a
setacciarla-
-Per fortuna-
ripeté Mira.
Rimasero entrambi
in silenzio, lo sguardo perso, la mente
altrettanto.
-Un tempio hai
detto- disse la ragazza, voltandosi di nuovo verso di lui senza smettere di
camminare -Di quale divinità si tratta?-
-Un dio pagano
molto antico, per la precisione Indoeuropeo- rispose Feng, anche lui voltandosi
verso un’accigliata Mira.
-Indoeuropeo?
Ma…è antichissimo, quindi- disse, incredula -Di quale
dio…?-
-Del dio della
guerra Maworts- disse Feng -In questa zona era il dio più venerato,
dopo…-
-…Dopo la Dea
Madre, si…- completò Mira, assorta nei suoi
pensieri.
Feng annuì
-Esattamente- disse. Mira conosceva la storia dei popoli Indoeuropei e le loro
usanze? Quella donna non finiva mai di
stupirlo…
-Come conosci
queste cose?- le chiese, celando la sua
curiosità.
-Potrei farti la
stessa domanda- ribatté lei pacata.
-Io ti
risponderei- le disse Feng perentorio.
-Allora fallo- lo
esortò Mira, guardandolo negli occhi.
-Solo se lo farai
tu- si assicurò il pirata, sorridendole
obliquo.
-Allora
scordatelo- sussurrò Mira maliziosa.
-Perfetto- disse
Feng distogliendo lo sguardo da lei e puntandolo
sull’isola.
-Perché si chiama
Costa del Diavolo?- chiese poi Mira, cambiando improvvisamente tono di
voce.
-Mi stupisce che
tu non lo sappia- rispose Feng serafico, tornando a guardarla
derisorio.
-Ti diverti a
provocarmi?- si accigliò Mira con espressione indispettita. Non poteva certo
lasciar correre una sfida così palese.
Feng le sorrise.
Ma non era il suo solito sorriso di scherno. Nei suoi occhi Mira vedeva una
luce, che poteva azzardarsi a chiamare...spirito di
competizione?
-Si- le rispose,
come se questo potesse bastare.
-Cosa vuol dire
“si”?- chiese Mira irritata, ma non riuscendo a trattenere un piccolissimo
sorriso per l’insolenza di Feng. Buffo, una volta si sarebbe arrabbiata da
morire udendo risposte del genere: la mandavano in bestia, specie se a
pronunciarle era quel pirata dal carattere insopportabile. Ma
ora…
-Quello che ho
detto: mi diverto a provocarti- si spiegò Feng compiaciuto -Non sai quanto sia
piacevole- sorrise. Sembrava quasi divertito dal fastidio di
Mira.
-Come mai, posso
chiederlo?- fece lei con crescente
disappunto.
-Perché mi
rispondi, replichi- le disse Feng, ancora sorridendo -Mi sfidi a tua volta, e
questo è stimolante in una donna, soprattutto in una donna che ha a che fare con
me- aggiunse, sorridendole malizioso.
Mira rimase in
silenzio, guardandolo con un sorriso a mezza bocca, abbandonando l’aria seccata
alla vista di lui così compiaciuto -Lieta di essere così…stimolante per te- gli rispose, calcando
la parola -Ma non mi sembra che questa questione risponda alla domanda che ti ho
fatto- gli fece notare Mira puntigliosa.
-Quando è ragione
è ragione- concesse Feng -Cosa sai delle culture greca e
latina?-
-Discendono dalla
civiltà Indoeuropea…- cominciò Mira piano, dimenticando per un attimo
l’avversione di poco prima -Da cui ripresero, tra le altre cose, la lingua, la
religione e la gerarchia celeste-
-Esattamente-
annuì il pirata -Tra i tanti dei che ricalcarono dagli Indoeuropei ci fu anche
Maworts, che venne erroneamente identificato con il Dio della morte, il
traghettatore dell’oltretomba, residente negli Inferi…quello che la religione
degli occidentali di oggi, il cristianesimo, chiama Diavolo. Ecco spiegato il
motivo di questo nome-
-Capisco…- disse
lentamente Mira -E…conti di partire al più presto per i Confini del
Mondo?-
-Appena quelle
Carte saranno nostre- rispose Feng -E appena torneremo a Singapore per
decifrarle e fare rifornimento di tutto il
necessario-
-Credevo sapessi
leggerle- disse Mira perplessa, ma celando il suo dubbio dietro un tono
sarcastico, come quello che il pirata aveva usato poco prima con
lei.
Feng ridacchiò,
evidentemente accortosi del bislacco tentativo di Mira di celare ancora una
volta la sua curiosità.
-Infatti- rispose
dunque -Ma dimentichi quanto queste Carte siano antiche, c’è la possibilità che
siano scritte in qualche lingua morta a noi ignota, come la mappa di
Mongkut-
-Perché questo
non mi sorprende?- chiese Mira sorridendo sarcastica e guardando verso
l’isola.
-Perché hai
imparato che niente deve più coglierti alla sprovvista, specie quando viaggi per
mare con dei pirati- le rispose Feng pacato -E specie dopo aver ammesso quanto
questo ti piaccia- aggiunse, ricordando quando la ragazza aveva pronunciato
quelle parole.
Anche Mira
l’aveva rammentato, perché sorrise fugacemente al pensiero.
-Se qui c’è un
tempio, per giunta di un Dio non del tutto scomparso, quest’isola sarà abitata-
dichiarò la ragazza, cambiando discorso.
-Domattina
manderò degli esploratori in avanscoperta, e vedremo se i tuoi sospetti saranno
confermati- le rispose Feng, voltandosi verso di lei -Ma non credo sia abitata-
aggiunse -Non è abbastanza grande da permettere qualche forma di sopravvivenza
abbastanza…civile-
-Com’è possibile
che siamo i primi ad arrivare alle Carte?- gli chiese Mira, ragionevole -Sono
parecchie persone a cercarla, non ti sei chiesto se qualcuno possa essere
arrivato prima?-
-Continui a
sottovalutarmi, Mira. Credi che non abbia pensato anche a contrastare gli
eventuali usurpatori delle Carte?- disse Feng
sarcastico.
-Oh, certo…-
rispose lei con studiata lentezza -Immagino che nessuno si sarà messo contro il
temibile Sao Feng, il terrore dei Mari D’Oriente e uno dei Nove Lord della
Fratellanza…-
Feng si voltò
verso di lei, stupito e, per qualche motivo, piacevolmente colpito.
Era venuta a
sapere anche quel particolare della sua vita, il fatto di essere uno dei Pirati
Nobili: Feng si sorprese del fatto che, nell’arco di soli tre giorni tra il loro
primo incontro e il secondo, Mira era riuscita a venire a conoscenza di
un’informazione che, normalmente, avrebbe richiesto molti più giorni per essere
ottenuta.
-Sai anche
questo, vedo…- le disse -Non è facile ottenere certe informazioni in così poco
tempo-
-Ho i miei metodi
per sapere ciò che mi occorre- sorrise Mira.
-Non ne dubito-
rispose lui. Avrebbe voluto cedere alla tentazione di chiederle da chi l’ avesse
saputo, ma il suo orgoglio lo trattenne. Dopotutto lo avrebbe scoperto da sé,
senza alcun significativo spreco di energie e, soprattutto, tempo. Ma gli faceva
piacere sapere che anche Mira si fosse attivata per sapere quanto più possibile
su di lui. Forse questo lo faceva sentire meno…in colpa…in quanto lui aveva fatto lo
stesso riguardo lei prima di partire per la Costa del Diavolo, mandando quel suo
uomo di fiducia al bordello di Singapore.
E questo
dimostrava ancora una volta che erano pari, che i loro ragionamenti procedevano
di pari passo, così come le loro azioni…le loro
personalità.
Un sorriso gli
salì spontaneo alle labbra. Tutto quello che aveva immaginato si stava
traducendo in fatti. Bastava solo vedere quanto presto questi “fatti” si
sarebbero a loro volta tradotti in eventi
significativi.
-A Singapore
tutti conoscono la tua fama- gli disse Mira -Dopotutto, la città è
tua-
-E le notizie
girano, lo so- le rispose -E non solo su di me- aggiunse tranquillo, e sebbene
sapesse che stava rischiando di scatenare una tempesta, questo non lo fermò,
anzi.
-Che intendi
dire?- chiese infatti Mira, soppesando le parole. Già aveva potuto intuire, dal
tono del pirata, che quelle parole erano riferite a
lei.
-Beh, ho saputo
di te, della tua fama di ladra, sicaria e prostituta proprio nei bassifondi di
Singapore…Sei molto popolare lì, e so che hai compiuto dei lavori per alcuni
miei…collaboratori, che sono rimasti molto soddisfatti dei tuoi servizi. Ed è
stato…conveniente…chiedere la tua
collaborazione in questa missione-
-Tu…tu sapevi che
avrei insistito per venire fin qui?- chiese Mira stupita e scioccata, intuendo
vagamente ciò che Feng aveva solo sottointeso.
Aveva capito
bene…? Le aveva chiesto di uccidere Mongkut e rubare la mappa solo per
invogliarla a partire per quella missione? A cosa mirava se non alla sua
collaborazione che, tra l’altro, le aveva chiesto solo per due lavori?
-No- rispose il
pirata pacato.
-Perché mi hai
voluta qui allora?- chiese Mira dura, avvicinandosi a lui -Perché hai accettato
che venissi?-
-Per tantissime
motivazioni. E dovresti averlo capito anche tu- le
rispose.
-Temo proprio di
no- inveì Mira.
-Posso darti una
mano a capirlo, allora- sogghignò Feng. La prese per la vita e con una dolcezza
che non si addiceva all’espressione comparsa sul suo viso, la baciò, passando
l’altra mano ad accarezzarle piano i capelli mossi, giocando con i suoi boccoli.
Mira sentì tutto
il desiderio represso di quelle due settimane voler uscire fuori prepotente, ma
avrebbe voluto trattenersi: non poteva certo fargli percepire così palesemente
tutto quello che provava, specie dopo che lui aveva dimostrato di averla
abbindolata in quel modo subdolo. Ma la dolcezza di quella stretta la fecero
desistere a poco a poco, e rispose al bacio. In fondo era quello che entrambi
desideravano, anche se nessuno dei due aveva rinunciato al proprio orgoglio per
ammetterlo.
-Hai scoperchiato
il Vaso di Pandora..- sussurrò Mira irritata, ma più con sé stessa e con la sua
debolezza, che con lui -Mi hai usata per arrivare a quelle Carte che senza il
mio aiuto non avresti potuto ottenere. O meglio- si corresse -Avresti potuto
eccome, essendo tanto autorevole e influente, ma non hai voluto sporcarti le
mani per non correre alcun rischio, cosa che comunque non sarebbe successa…o
no?-
Feng le sorrise
-Maledettamente orgogliosa, come sempre…- sussurrò, accarezzandole i fianchi
provocandole dei piacevoli brividi lungo la
schiena.
Mira si
maledisse. L’aveva ingannata e colpita nell’orgoglio, aveva stillato in lei una
curiosità per quella missione che non avrebbe soddisfatto tanto
presto.
-O sei tu molto
furbo, o io molto stupida per starti a sentire…-
-Non sei stupida,
quindi propenderei per la prima-
Mira non poté
trattenere un piccolo sorriso, stupendosi di come quel pirata avesse il potere
di calmarla anche quando era così arrabbiata.
-Sorridi sempre
così, sei bellissima- mormorò Feng prima di baciarla con più
dolcezza.
Ma nessuno dei
due si accorse che dietro di loro, tra i bassi arbusti, delle ombre li
osservavano attentamente.
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