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Autore: Rakyr il Solitario    19/07/2007    7 recensioni
E se i demoni non fossero un'invenzione, e se esistesse qualcuno incaricato di proteggere l'equilibrio del mondo?
Genere: Dark, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo: Blood tears

“E piango lacrime di sangue
Hai cercato ed hai trovato”
Blind guardian – Blood Tears
Notte, oscurità…
Ombre che silenziosamente si allungano sulle strade, sulle case, inghiottendole nel loro statico tepore.
Nero il cielo a malapena illuminato da quella piccola stella solitaria.
Flebile la luce tremula propagata dal lampione fulminato ai margini della strada, una luce che va e viene, va e viene.
Muri scrostati da intemperie e mai ridipinti, freddi come il buio stesso e decorati da qualche graffitaro con scritte comprensibili solo a lui ed a pochi eletti.
Alberi che lasciano cadere i loro rami ai lati della strada, stanchi della giornata come le persone che li curano minuziosamente.
Un’ombra si staccò dal muro, procedendo silenziosa per il marciapiede sbeccato, le cui crepe si estendevano in un’insolita ragnatela.
Portava un mantello nero come le tenebre più profonde, con il cappuccio tirato fino a metà viso, rivelando solo le labbra sottili ed il naso.
Passò la mano sul principio di barba che gli cresceva sul mento, fermandosi, per poi proseguire.
L’oscurità innanzi a lui vorticò.
Due piccoli vortici che traspiravano crudeltà infernale.
Passò in mezzo a loro non curante mentre un luccichio argentino rischiarava le tenebre.
I vortici si fermarono, rivelando i corpi orrendamente concepiti di due abitanti degli inferi.
La pelle nera tirata sulle ossa d’ossidiana ora cominciava a svanire in una nebbiolina fine che svanì nell’aria.
Dei demoni non c’era più nessuna traccia.
Il ragazzo sorrise, contento per i progressi della sua percezione e per il suo udito.
Procedette camminando rapido senza risparmiare gli esseri che gli intralciavano la strada né mostrare stanchezza.
Il suo viso era una maschera di pietra e ghiaccio, rigida e composta, priva di espressione.
Un altro avversario lo assalì alle spalle, riuscendo solo a sfiorare il cappuccio, che cadde.
Alla scomparsa della creatura si sfiorò le bende sugli occhi, sentendo l’umidità sotto ai polpastrelli.
Se li porto alla bocca.
Il sapore metallico e dolce del sangue gli provocò una smorfia annoiata.
Perché quei dannatissimi occhi non smettevano di sanguinare?!
Sospirò, arresosi alla realtà che non avrebbero smesso finché non fossero stati completi.
Aveva deciso lui quella pena…
Pena, insomma…non faceva male, ma portare quelle bende e provare quella costante fastidiosa sensazione di umido ed appiccicaticcio sul viso era davvero spiacevole.
Sorrise ripensando ai primi tempi, quando era stato costretto ad andare carponi tastando le pareti per riuscire anche solo ad andare dalla camera al bagno.
Ora era diverso, non poteva ancora aprire gli occhi, o almeno così gli era stato detto, ma non ne sentiva nemmeno un gran bisogno.
Il mondo, in qualche maniera, riusciva comunque attraverso le palpebre serrate e la stoffa, dipingendogli davanti figure e paesaggi dai colori insoliti, mentre l’udito lo guidava costantemente in ogni singolo istante della sua vita.
Dopo una settimana dallo straniamento iniziale erano iniziati a comparire i demoni.
Inizialmente solo una macchia d’inchiostro sui quadri delle sue percezioni, una macchia tenace tuttavia, che non svaniva ed attirava l’attenzione.
E pian piano la macchia si era allargata.
Un demone protese la mano artigliata e la lama del ragazzo lo percorse per tutta la lunghezza , tagliando orizzontalmente l’osso ed il corpo del demone.
Aveva preso sembianze macabre, lugubri e tetre, ombre nere proiettate sul solare volto del pianeta.
Ombre che passano sempre inosservate.
Ma non più da lui.
Un'altra creatura perì sotto la spada del ragazzo
Aveva capito che loro, impalpabili, muovevano il mondo al caos, all’estremo della distruzione.
Lo stavano facendo marcire, e in fretta anche.
Nessuno se ne accorgeva tuttavia; nessuno poteva accorgersene.
Soprattutto perché se qualcuno poteva vederli, loro potevano vederlo, e non c’era altro metodo se non morire o difendersi con le unghie ed i denti.
Una testa volò, polverizzandosi nell’atmosfera.
Le luci ormai sembravano tanto distanti, fredde, artificiali mentre combatteva gli esseri di crudeltà e ombra.
Le luci dell’alba apparsero in lontananza, una calda luce soffuse il mondo, scacciando nuovamente le tenebre dal mondo ed illuminando il carminio liquido che macchiava le bende.
Una goccia percorse una guancia, venendo fermata dalla lingua del giovane quando arrivò in prossimità delle labbra.
Fissò senza vederle le lame della spade, i piatti incisi con scene di lotte tra angeli e demoni.
Gli occhi di quelle metalliche creature si illuminarono fugacemente, vivi, pulsanti.
Ma lui questo non lo vide…
  
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