Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: MissZombie    26/07/2007    6 recensioni
Una luce accecante.
Poi il buio.
E poi mille altri flash, potenti come i fari di un'auto prima di un terribile incidente frontale.
Il cuore che accellera impetuosamente il suo battito,
mozzando il respiro tra il petto e la gola.
Ogni sensazione che si amplifica all'altezza delle tempie,
le membra come atrofizzate.
La lotta contro il successo nonostante l'amore per le sue comodità,la musica e quattro ragazzi diciottenni alle prese con una realtà un po' diversa grazie alla loro nuova fotografa.
Abbiate pazienza,ma faccio schifo con le introduzioni ^^ vietato introdurre tag br doppi. Ladynotorius assistente amministratrice.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: i Tokio Hotel(purtroppo) non mi appartengono e tutto ciò che è scritto in questa storia è frutto della mia mente insana ^_^
Detto ciò,buona lettura



*****



Una luce accecante.

Poi il buio.
E poi mille altri flash, potenti come i fari di un'auto prima di un terribile incidente frontale.
Il cuore che accellera impetuosamente il suo battito,
mozzando il respiro tra il petto e la gola.
Ogni sensazione che si amplifica all'altezza delle tempie,
le membra come atrofizzate.





KAPITEL 1 .Achtung, fertig, los und lauf.




Meine Augen schaun´ mich müde an und finden keinen Trost
Ich kann nicht mich nich´ mehr mit ansehn´ -bin ichlos
Alles was hier mal war, kann ich nich´ mehr in mir finden
Alles weg- wie im Wahn
Ich seh mich immer mehr verschwinden



-Berlino.Novembre 2007-


Antje richiuse con innaturale delicatezza la porta di legno bianco dietro di sè,appoggiandovisi con la schiena,e chiuse gli occhi.
Incredibile.
Tutto era incredibile, a partire da quel bagno che si presentava come il suo momentaneo rifugio,luminoso e caldo.
Mille specchi dalle più svariate forme e dimensioni riflettevano l'immagine di una giovane donna sull'orlo di una
crisi di nervi mista ad un'euforia esagerata.
I capelli color cioccolato cadevano lisci e morbidi sulle sue spalle,creando riflessi rossicci sotto la luce soffusa del lampadario
di cristallo che troneggiava al centro del soffitto.
Due grandi occhi nocciola truccati di nero osservavano poco convinti quell' immagine ormai sfocata che si ostinava a sorridere
anche durante la sua solitudine,
anche durante i brevi momenti di rassicurante calma che si concedeva ogni sera,scappando in qualche stanza deserta.
La pelle candida interrotta dal nero di quel vestito di seta semplice,ma forse troppo corto,stonava con le luci aranciate e rosso
fuoco che la attendevano di là,
dietro quella porta.
La vita di Antje era incredibile.
A partire da quel bagno raffinato,passando per i party più o meno sfrenati a cui partecipava ogni notte grazie alle sue ormai
numerose comode conoscenze,
proseguendo per gli interminabili viaggi in giro non solo per la Germania,ma per tutta l'Europa.
Ma soprattutto,era incredibile perchè al centro di tutto questo c'era l'essenza della vita: immortalare emozioni.
Ogni sera,una ragazza si nascondeva dietro ad una macchina fotografica,si posizionava sotto al palco della Hall dove avrebbe
suonato la band a lei assegnata per quel mese,e racchiudeva dentro a semplici foto l'essenza della felicità,della tristezza,
dell'adrenalina e della musica.
Antje Strauss era una delle fotografe più brave in circolazione.
Tutti erano bravi a scattare una foto,ma nessuno riusciva ad immortalare l'essenza della vita dentro ad esse.
Nessuno tranne lei.
Eppure era sempre stata una ragazza modesta,semplice,piena di complessi e scarseggiante di amicizie vere.
Nonostante questo,viveva un po' come un'ombra all'interno del music business.
Dietro alle rockstars c'era lei,silenziosa,con gli occhi che brillavano per l'eccitazione e la voglia di scoprire qualcosa di più su
quelle persone che gli altri vedevano come dèi irraggiungibili,ma che per lei erano soltanto cuori e coscienze da scoprire.
Aveva sempre trovato i musicisti le persone più interessanti sulla faccia della terra,la musica era la sua vita,e amava la fotografia
mescolata alle emozioni che si provano nei momenti più fugaci in presenza delle più piccole e insignificanti cose.
Aveva unito tutto questo,ed era riuscita a farne il lavoro della sua vita e a completarsi.
Era riuscita a raggiungere un'importante traguardo personale,e ne era appagatissima.
Nonostante questo,c'era qualcosa che le punzecchiava orgoglio e cuore.
I grandi occhi scuri si abbassarono fino a sfiorare le piastrelle a scacchi bianchi e neri del pavimento, in un attimo di incertezza.
Lei era un'ombra,e non sarebbe stata niente di più.
La normalità la disgustava,e l'eccesso la trascinava su come un'onda,ma poi la riportava sempre a riva,in un purgatorio
di solitudine e silenzi.
Non aveva veri amici,aveva abbandonato da giovanissima la sua casa in campagna per trasferirsi a Berlino e frequentare
corsi di fotografia che riuscissero a realizzarla.
Aveva lasciato tutto alle sue spalle,pronta a costruirsi una vita sulle orme di nient'altro che i suoi sogni.
Forse la sua ingenuità non l'aveva aiutata.
Si passò con un gesto stanco ma risoluto le mani sul viso,consapevole del fatto che non aveva possibilità nè voglia di lottare
per essere diversa.
Forse per il semplice fatto che non sapeva cosa volesse diventare,in realtà.
Era giovane,ed era cresciuta troppo in fretta. Ciò che le era rimasto in mano era solo tanta confusione e poche certezze.
Soltanto diciott'anni e sulle spalle solo lavoro,nomi importanti e sorrisi sospesi a mezz'aria,dimenticati col tempo a causa della
consapevolezza che sarebbero rimasti tali.
Soltanto diciott'anni e nemmeno un istante per pensare a sè stessa,riflettere. E forse le andava bene così.
"Antje ti muovi?E' mezz'ora che sei chiusa qua dentro,e DEVO presentarti il prossimo gruppo con il quale lavorerai.
E' importante,esci da lì!!"
La voce di Alaric,il suo capo,la svegliò dal turbine di pensieri nel quale era placidamente immersa.
Si diede una rapida occhiata allo specchio e aprì la porta,trovandosi davanti quasi due metri di uomo.
"Forza,forza..Sono convinto che allaccerai importanti rapporti con questi ragazzi,credimi.Hanno la tua età,sarà tutto più facile,e se
riesci a farteli amici o a portarteli a letto magari ti ingaggiano per dei photoshoots e qualcosa di più importante..Pensa se tu diventassi la loro
fotografa UFFICIALE!Non posso crederci..Vieni,vieni" blaterava,trascinando la povera ragazza dietro di sè in mezzo alla folla
che ballava al centro della pista del locale,sotto luci di mille colori.
Antje adorava la schiettezza di quell'uomo alto,biondo e baffuto,ma a volte esagerava,e in quel momento si sentì punta nell'orgoglio.
"Io non ho mai fatto l'amore con una rockstar per abbonarmela e assumere un ruolo più importante nel mio lavoro.."
protestò,offesa,ma Alaric non sembrava ascoltarla,troppo preso a fantasticare come un bambino di 5 anni.
La ragazza sbuffò,spazientita,e scrollò il braccio indispettita, sgusciando via dalla presa dell'uomo fin troppo entusiasta.
"Mi hai sentita???" urlò,la voce sovrastata dalla musica troppo alta.
"No,ma sono sicuro che hai detto qualcosa di molto intelligente,come sempre.Sei una ragazza così acculturata,Antje!!
Ora,però,ci sono i Tokio Hotel che ci stanno aspettando" rispose lui,alzando gli occhi al cielo e facendosi largo tra la gente,
diretto verso un tavolino di cristallo,tondo,circondato da un divanetto di pelle bianca occupato da alcune persone..

*
Zurück zum Nullpunkt
Jetzt kommt eure zeit
Lasst sie wissen wer ihr wirklich seid




"Mi raccomando,cercate di non far scappare la nuova fotografa come avete fatto con Elrich,okay?" raccomandò David,
il manager dei Tokio Hotel,
ricordandosi di come i ragazzi erano riusciti ad esasperare il loro precedente fotografo personale con i loro capricci e
le loro battutine pungenti.
Tom si stravaccò meglio sul divanetto,appoggiandosi allo schienale con i gomiti e lottando per muoversi nei suoi vestiti
extralarge senza rimanere incastrato,
e incurvò l'angolo sinistro e piercingato della sua bocca in un ghigno divertito. "Se dici che è una fotografa,articolo FEMMINILE,
stai certo che IO non farò nulla per farla scappare" affermò,solenne,sistemandosi la visiera del suo cappellino nero e riavviandosi i lunghi rasta biondicci dietro le spalle con un gesto noncurante della mano.
Il riflesso di Tom,seduto di fianco a lui,ovvero suo gemello Bill,scosse il capo,esasperato,e si lisciò la camicetta nera sul petto,
squadrando il rasta con i suoi occhi nocciola leggermente a mandorla truccati pesantemente di nero,e chiedendosi come diavolo
potesse suo fratello avere ancora quel chiodo fisso. Insomma,dopo 6 anni una persona cambia interessi,apre la propria mente a
spazi più vasti..O almeno così la pensava Bill.
Bill e Tom erano estremamente diversi,ma questa differenza tra loro non faceva che unirli di più,renderli completi assieme.
Ai gemelli bastava un'occhiata per capire cosa pensavano,e Tom,dopo aver visto l'espressione di Bill mentre lo squadrava,roteò
teatralmente gli occhi,sbuffando.
"Bill,non dire nulla." lo ammonì. Questi si strinse nelle spalle,storgendo le labbra ben disegnate in una smorfia contrariata,e si
voltò verso il manager,
cercando di tranquillizzarlo con un sorriso tranquillo.
"Tranquillo David,cercheremo di fare i bravi" promise.
A chiunque sarebbe apparso come un angelo di ragazzo,ma David Jost sapeva benissimo che il signorino Bill Kaulitz,
con i suoi atteggiamenti e le sue pretese da prima donna,era esasperante tanto quanto quel diavolo di suo fratello Tom,
sempre pronto a sparire per ore anche durante le ore di lavoro che per loro erano più noiose,per imboscarsi con qualche ragazza.
A volte quei due erano veramente insopportabili,ma in fondo avevano solo 18 anni,non c'era da stupirsi..Georg e Gustav,invece,
erano più tranquilli e socievoli,e sicuramente non era stata colpa loro se il precedente fotografo,parecchio bravo e professionale,
aveva avuto da un giorno all'altro la brillante idea di lavorare con un'altra band tedesca.
Georg si riavviò i morbidi capelli castani,si stiracchiò e poi sorrise,pacifico. "Almeno faccela vedere,poi decideremo come comportarci." ,disse,battendosi il cinque con Tom.
David scosse il capo,chiudendo gli occhi e inspirando profondamente,autoconvincendosi che quei ragazzi erano degli adorabili angioletti,
ma non ottenne risultati convincenti.
Gustav dilatò impercettibilmente le narici,contrario ai commenti appena fatti da Tom e Georg,ma rimase in silenzio,come era solito fare.
"David,rieccomi!!" esclamò improvvisamente un vocione possente,sovrastando la musica che si diffondeva potente tra le pareti del locale.
I ragazzi alzarono tutti contemporaneamente lo sguardo,puntandolo sulla figura di Alaric,il fotografo amico d'infanzia di David
che poco prima era andato da loro ad annunciare l'imminente arrivo della loro futura fotografa.
Ovviamente la vista di un uomo simile a uno di quei vichinghi grandi e grossi disegnati sui libri di fiabe per bambini non era stata molto d'aiuto all'idea che avevano cercato di farsi su questa fotografa. "Magari è come lui,simile ad un armadio con un paio di trecce bionde
!!"
aveva ipotizzato Georg poco prima,facendo scoppiare tutti a ridere.
"Hallo!!Tu devi essere Antje,vero?" disse David,alzandosi e stringendo la mano alla giovane ragazza di fianco ad Alaric,stupito di tanta semplicità accompagnata da altrettanto fascino. Lei sorrise,facendo un passo avanti ed arrossendo leggermente mentre percepiva gli sguardi
curiosi e indagatori di quattro ragazzi su di sè.
"Si,è lei!Ascolta,perchè non la lasciamo qui a parlare con i ragazzi mentre noi andiamo a prenderci una bella birra?Dopotutto sono loro quelli che dovranno essere fotografati,mica tu!!" esclamò Alaric,dando una pacca al manager della band e trascinandolo verso il bancone.
Tom fu il primo ad alzarsi,allungandosi attraverso il tavolo per stringere la mano di Antje.
"Piacere,io sono Tom,il chitarrista della band."
Sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi sghembi e le strinse la mano con decisione,osservando i tratti del viso di lei.
Era molto carina,particolare,non aveva i classici tratti della donna tedesca,e nonostante la dolcezza dei suoi lineamenti quegli occhi nocciola lampeggiavano di voglia di fare e dire. In una frazione di secondo Tom lasciò scivolare lo sguardo sulla scollatura abbondante e poi sulle forme morbide ma ben disegnate del corpo della ragazza,infine tornò a sedersi,soddisfatto.
Sì,gli piaceva.
Bill notò il rapido viaggio visivo del fratello e sospirò,rassegnato,poi si alzò e si allungò sul tavolo per stringere la mano ad Antje e
stamparle due baci sulle guance.
"Ciao Antje,io sono Bill" disse quasi in un sussurro gentile,mentre una piacevole scossa gli pizzicava le dita che stringevano la mano di lei.
"Purtroppo questi due sono gemelli,e sono uno peggio dell'altro,mi spiace per te che dovrai sopportarli ogni giorno d'ora in poi,
ma almeno ci farai compagnia
!!" disse una voce simpatica e profonda alle spalle di Bill.
Antje sorrise e allungò la mano al ragazzo "Io sono Georg,comunque" disse questi,dopo essersi beccato uno schiaffetto di
rimprovero sulla spalla da parte di Bill.
Gustav sorrise,alzandosi e presentandosi alla ragazza,dopo averla osservata in silenzio e aver constatato che,fortunatamente,
non era una razza di bionda donna-armadio come Georg temeva.
Ognuno tornò a mettersi comodo al suo posto sul divanetto,Antje invece si accomodò su una poltroncina di pelle nera e ordinò
una birra dal cameriere di passaggio.
"Così voi siete i famosi Tokio Hotel.." constatò,pensierosa,osservando i visi dei ragazzi.
"Non hai mai sentito nulla di nostro?" chiese Bill,curioso. Non sapeva contenersi,aveva sempre un sacco di domande da fare e
adorava ricevere un sacco di domande alle quali rispondere,era un po' come un bambino alla scoperta del mondo.
Antje sorrise "Sì,ho sentito qualcosa in radio,ma ad essere sincera per esprimere un giudizio dovrei ascoltarvi dal vivo." rispose,
lasciando tutti a bocca asciutta.
"Bhè,ora che sei la nostra fotografa ci sentirai ogni sera" constatò Tom,socchiudendo gli occhi nocciola e fissandoli in quelli di lei,
che invece di sciogliersi come neve al sole come ogni ragazza che veniva da lui osservata,alzò le spalle e sostenne lo sguardo quasi in segno di sfida.
"Non è ancora detto. Sono qua per parlare con voi,se deciderò che potrei anche sopportarvi,diventerò la vostra fotografa."
spiegò,sorseggiando un po' della birra che il cameriere le aveva appena portato.
Tom fece una smorfia,stizzito. Era la prima ragazza che osava rispondergli in quel modo piuttosto di saltargli addosso,
e la cosa non gli andava giù.
"Non sarebbe molto conveniente per te,sai?" le chiese,fingendosi tranquillo.
"Oh,bhè,non ho bisogno di navigare nell'oro per essere felice,sai?" rispose lei pacatamente,sorridendo.
Bill ridacchiò,osservandola. Oltre ad essere bella era molto intelligente,e il fatto che punzecchiava Tom in quel modo era soltanto
un altro punto a suo favore.
Una persona con così tanto carattere doveva sicuramente lavorare molto bene.
Georg e Gustav si guardarono,e il primo si sporse verso il secondo,sussurrandogli "La sfida ha inizio
!".
Gustav ghignò,scuotendo il capo,ma felice che Antja fosse un puntino colorato in mezzo a tanto bianco e tanto nero.
Sapeva distinguersi,sapeva rispondere a tono ma con gentilezza,e questo sicuramente influiva sul suo modo di lavorare.
Sicuramente gli sarebbe piaciuto.
I ragazzi e Antje rimasero a chiacchierare per due ore buone,con loro che la tempestavano di domande e lei che rispondeva pazientemente.
"Come mai hai deciso di fare la fotografa?"
"Hai altre passioni?"
"Sei giovanissima,cioè hai la nostra età..come diavolo fai ad essere così decisa in quel che fai?"
"Con che band hai lavorato prima?" e via dicendo.
Soprattutto Bill era incuriosito da quella ragazza così piena di vita ma dagli occhi tristi e macchiati d'indecisione.
Gli altri non sembravano averlo notato,ma a lui non sfuggiva nulla,e subito sentì un disperato bisogno di saperne di più.
Il suo buonsenso però gli suggerì che sarebbe stato un po' avventato interromperla mentre parlava per chiederle
"Ma sei sicura di essere felice?No,sai,è che i tuoi occhi non sembrano poi così felici come dici",così rimase in silenzio e cercò di imprimere
nella mente ogni sua parola per analizzarla a dovere.
"Bene,ragazzi..Siamo desolati di dover interrompere le vostre chiacchiere,ma sono le cinque di mattina e dovreste andare a letto,
dato che domani avete un concerto" disse David,avvicinandosi al tavolo e appoggiando le mani sulle spalle di Gustav.
Antje si alzò e fece qualche passo indietro,mettendosi di fianco al suo capo.
Tom alzò un sopracciglio mentre incrociava gli occhi di lei,che sembravano lanciargli una sfida silenziosa:
vista di fianco a quell'uomo armadio in quella situazione gli sembrava quasi inquietante.
Tom era stupito,ma non riusciva a capire se era piacevolmente stupito,o sgradevolmente.
Antje era diversa,e per quanto questo potesse scocciarlo,non faceva che aumentare il suo interesse per lei,questo doveva ammetterlo.
Lui era solito frequentare ragazze che lo veneravano come un dio,ragazze senza cervello e accondiscendenti..
"Allora,domani inizi a lavorare con questi quattro pazzi?" chiese Alaric,cingendole le spalle con un braccio.
Lei guardò con aria di sufficienza Tom,poi fissò i suoi occhi in quelli del suo capo.
"Bhè,il chitarrista non mi va molto a genio,ma credo che potrei provare a lavorare con loro e vedere come va." rispose.
Bill sorrise,entusiasta,e si alzò in piedi.
"Perfetto,allora ci vediamo domani mattina davanti al nostro hotel,l'NH Hotel Berlin-Mitte,poco distante dal Brandenburg gate..Hai presente?" disse,avvicinandosi ad Antje.
Lei annuì,poi si sporse e,come lui aveva fatto per presentarsi,gli stampò un paio di baci sulle guance calde,
e lo stesso fece con Gustav e Georg.
Tom si alzò,avvicinandosi a lei,pregustando la sua reazione quando lui,invece di accontentarsi di due semplici e amichevoli baci sulle guance,
si sarebbe voltato e le avrebbe sfiorato le labbra con le sue,facendola cadere ai suoi piedi e vincendo la sfida...
"Buonanotte,allora..A domani
!"
la voce di lei,che si allontanava,lo risvegliò bruscamente dal sui limbo di pensieri.
"Che c'è,dopo esserti comportato così ti aspettavi anche un bacino?"lo sfottè Georg,spintonandolo giocosamente.
Tom sbuffò e si infilò le mani nelle tasche dei sui jeans oversize "Cadrà presto ai miei piedi,vedrete." decise.
Bill rise "Mi spiace Tomi,stavolta la ragazza non allargherà le gambin
e!" disse,soddisfatto.
Tom lo fulminò con lo sguardo,ma il fratello lo abbracciò e gli sorrise "Andiamo via,dai."
Incredibile.Bill era l'unico essere vivente capace di provocarlo in quel modo e poi,
con un semplice sorriso,farsi perdonare.
Tom sorrise,sospirando,e seguì Bill che lo stava aspettando davanti alla porta d'uscita.




*******

Ebbene sì,alla fine credo di aver vinto la lotta contro la mia ispirazione(o almeno lo spero ^_^)
Per me è sempre una faticaccia scrivere i "primi capitoli", perchè devono saper presentare la storia bene e io invece sono un disastro in queste cose,
quindi perdonatemi se è troppo banale o cose del genere.
Bando alle ciance,tra qualche giorno dovrei postare il secondo capitolo..
Nel frattempo,spero di trovare taaante recensioni (anche negative,purchè costruttive,danke) *.*
Kuss

  
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