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Autore: Christelle    09/01/2013    0 recensioni
DAL CAPITOLO 1: Dietro di lei comparvero, alcuni istanti dopo, il padre e la madre: Ronald Weasley ed Hermione Granger. Quest’ultima stringeva tra le braccia un terrorizzato Hugo Weasley, che chiedeva in continuazione se era morto. La ragazzina di poco fa abbandonò il suo carrello e si mise a correre in mezzo alla folla, noncurante delle urla della madre sul fatto che “ti perderai facendo così”, oppure “ti possono rapire” o ancora “se finisci sotto le rotaie col cavolo che veniamo a trovarti al San Mungo!” Eppure la ragazzina correva, ma aveva il suo perché ... “Al!” urlò la rossa, saltando addosso al cugino scaraventandolo a terra ... James disse a zia Ginny che anche lui le aveva dato molte soddisfazioni, ma lei si arrabbiò e iniziò a elencare tutti i centinaia di motivi per cui la McGranitt l’aveva convocata nell’anno passato, descrivendoli nei minimi particolari. James rispose convinto che lo zio George l’aveva elogiato più volte per l’originalità dei suoi scherzi, specialmente quando rivolti a Gazza. Zia Ginny, la quale sembrava stesse per avere una crisi isterica verso il fratello, disse che più tardi lei e “il caro George” avrebbero fatto una bella chiacchierata.
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 3: NUOVE CONOSCENZE, GRAVI MANCAMENTI, INFARTI SCAMPATI, ANCHE SE PER POCO, E SMISTAMENTI INASPETTATI … MA ANCHE NO, PIUTTOSTO PALESI DIREI.

Zitta e cammina, zitta e cammina, zitta e cammina.

La scena che si presentava in quel momento sulle rive del lago Nero, nella famosa scuola di Hogwarts, sarebbe parsa a dir poco esilarante a chiunque si fosse fermato ad osservarla anche solo per un istante.

Una ragazzina dai capelli d’un colore imprecisato, tra il marrone e il rosso, camminava a passo svelto tra la folla di neo-studenti sgomitando di qua e di là per crearsi un varco.

Poco distante, ma questo lo sappiamo solo noi, c’era un altro ragazzo dai capelli biondo platino che, confuso e disorientato, cercava inutilmente la rossa mentre questa se la svignava di soppiatto.

Rose si ritrovò, non seppe mai in che modo, in capo alla fila, dove ebbe fortunatamente l’occasione di ritrovare una faccia amica.

“Hagrid!” urlò la piccola Weasley, saltando al collo dell’ormai vecchio guardiacaccia, che negli anni non era cambiato affatto tranne che per i capelli brizzolati e qualche ruga.

“Rosie! Ma quanto sei cresciuta! Com’è andato il viaggio?”

La ragazza affondò il suo paffuto faccino nell’ispida barba di quell’uomo che per lei era come uno di famiglia.

A Rose piaceva la barba di Hagrid, sarà stata una cosa strana, ma le piaceva.

Aveva un odore strano, che lei avrebbe riconosciuto ovunque.

Un tempo, quando Rose ed Hugo erano piccoli, i loro genitori a Natale vestivano il povero Hagrid da Babbo Natale e i bambini si divertivano sempre moltissimo.

Gli infilavano un costume rosso extra large e gli tingevano la barba di bianco con la magia, Rose però aveva capito subito che quell’omaccione era in realtà il vecchio guardiacaccia.

“Odora di muschio e terriccio, come zio Hagrid!” aveva esclamato una piccola Rose Weasley di quattro anni appena conosciuto il caro Babbo Natale, mentre Hugo gli era corso subito incontro, scostando la sorella con poca gentilezza tanto che per poco non era scoppiata una mini-rissa.

Successivamente, calmate le acque, quando finalmente anche lei era corsa ad abbracciarlo, aveva ottenuto l’assoluta certezza che quello fosse Hagrid appunto per merito della barba perché, di sicuro, non esiste barba più folta, ispida e morbida di quella del suo zio-acquisito preferito!

Tuttavia, dopo che il caro e vecchio omaccione rosso le aveva fatto l’occhiolino, se n’era stata zitta, per non rovinare la festa al fratellino e agli altri cuginetti che invece sembravano non essersi accorti di nulla.

“Benissimo zio! Ho preso anche dei dolcetti ma James me ne ha rubati alcuni!”

“Eh già, è proprio senza fondo quel ragazzo. Dopo vado a tirargli le orecchie: non si prendono i dolci della mia piccola Rosie!”

“E aspetta di vedere Hugo il prossimo anno! Quello ti mangerà anche il carrello, ne sono sicurissima!”

Hagrid scoppiò a ridere di gusto, pienamente d’accordo con quanto detto da Rose, perché fidatevi, quando Ron e Hugo mangiavano a tavola non servivano i capelli rossi e le lentiggini per far capire alla gente che fossero padre e figlio.

 

 

Il rumore fragoroso del portone che veniva aperto dal vecchio Gazza, con l’aiuto di Hagrid ovviamente, fece sobbalzare Rose, la quale finita la conversazione si era messa ad osservare il panorama.

Rimase incantata ad osservare l’interno del castello.

L’ammasso informe di gente dietro di lei cominciò brutalmente ad avanzare, spingendosi l’un l’altro, e in un attimo fu dentro.

 

 

Li avevano praticamente abbandonati a loro stessi, come una barca alla deriva.

Così si sentiva Rose mentre stavano aspettando che arrivasse il professore designato, poco distanti dall’ingresso del salone.

Non era ancora riuscita a trovare Albus e gli altri e la cosa non le giovava affatto, in quel momento avrebbe preferito ascoltare i drammi del cugino piuttosto che starsene lì tutta sola e impaziente.

Aveva le gambe molli, era sicurissima che sarebbe crollata da un momento all’altro, non smetteva di tremare e il cuore le batteva all’impazzata …

“Scusami? Ti senti poco bene?”

Una voce flebile, quasi un sussurro, giunse dalle spalle di Rose che, voltandosi, si ritrovò davanti un’esile ragazzina sorridente.

Era piuttosto bassa, bhe non che Rose fosse questo gran gigante …

Aveva i capelli castano chiari, lunghi fino alle spalle, un po’ spettinati, gli occhi di un banale marrone scuro.

Portava gli occhiali, un paio classico leggermente squadrato, nero, senza brillantini o decorazioni varie.

Sembrava piuttosto preoccupata, forse riguardava il fatto che Rose in quel momento aveva vagamente l’aspetto di un cadavere.

“Tranquilla sto bene, sono solo un po’ preoccupata …”

“A chi lo dici! Comunque, tu sei una Weasley, giusto?”

“Come fai a saperlo?” domandò Rose sorpresa.

“Ecco, non ci vuole molto a distinguervi, sai i capelli rossi, le lentiggini …”

“Vero, domanda stupida scusa” rispose, scoppiando a ridere e seguita a ruota dall’altra ragazza, anche se in un modo più composto.

L’ansia di poco prima stava lentamente svanendo.

“Esatto, io sono Rose Weasley, piacere di conoscerti! Mentre tu sei …?”

“Emily Pierce, il piacere è mio Rose” rispose Emily sorridendo amichevolmente.

“Scusate il ritardo ragazzi!” urlò d’un tratto un professore, mentre correva di tutta fretta su per le scale.

Proprio nell’istante in cui tutti si voltarono a guardarlo, per poco non inciampò nell’ultimo scalino, provocando una risata generale.

“Rose!” esclamò giunto davanti agli studenti.

“Nev .. Ehm, professor Paciock!”

“Ti stavano cercano Albus, Dominique e gli altri, faresti meglio a raggiungerli cara!”

“Grazie, ma per ora rimango qui, tanto li troverò di sicuro! James non passa molto inosservato, mi basta sedermi davanti all’ufficio della preside e aspettare! Inoltre sono sicurissima che non passerebbe molto, sai, è James …”

Neville, o per meglio dire il professor Paciock, trattenne a stento una risata, annuendo e accarezzando quella testolina che era la bambina, ironia del padre con la sottile intelligenza della madre, era un genio.

E nel frattempo, mentre Rose iniziava a sentirsi meglio grazie alla sua nuova amica, le porte della sala grande si spalancarono, e per poco non svenne di nuovo.

 

 

“Uccidimi, sul serio. Ora ce ne andiamo in bagno e mi ammazzi, dai non sarà così difficile. Voglio andare a casa a mangiare la torta di nonna Molly, è così buona quella torta! Te ne porterò una fetta un giorno. Oppure posso fingere di perdermi nella foresta proibita e cercare di scappare, mi oriento bene sai? Poi i centauri sembrano amichevoli e magari se gi dico chi sono mi aiuteranno, però ho paura dei ragni, mi terrorizzano! Una volta papà mi ha detto che ne hanno incontrati di enormi lui ed Harry, ma lui è stato coraggioso e li ha affrontati, salvando il suo povero ed impaurito amico. Mamma era piegata in due dal ridere, non so perché, ha detto che era una lunga storia. Comunque i ragni sono inquietanti, anche gli gnomi, una volta uno mi ha morso e … ho già detto che mia nonna fa delle torte buonissime?”

“Rose calmati!”

Si, perché una volta entrata in sala, con tutti che la fissavano, o meglio LI fissavano, anche Albus a quanto pare era un bello spettacolo, aveva iniziato ad agitarsi leggermete, ma proprio leggermente.

Emily, saggiamente, aveva cercato i Potter e, invece di una Rose cadaverica, glie ne aveva riportata una più rossa dei suoi capelli, sudata, il che aveva fatto diventare i suddetti capelli ancora più crespi di quando già non fossero, e, a quanto diceva lei, in procinto di suicidarsi o corrompere qualcuno per ucciderla.

“Ma di che ti preoccupi ciginetta! Andrà tutto bene vedrai, e comunque ci siamo noi!” le disse un esuberante Dominique.

“Esatto Rosie, tu cerca soltanto di non svenire mentre cammini verso la sedia, andrà tutto bene”

La giovane Weasley sembrò calmarsi leggermente, la pelle riprese il suo normale colorito e non rischiava più di finire in iperventilazione.

“Va bene, solo una cosa Al …”

“Certo, dimmi”

“Se finissi a Serpeverde … James mi ucciderebbe?”

“ …”

Silenzio

“Al?”

“Ehm, ecco, io … *COUGH* probabile *COUGH*”

Per sfortuna di Albus Rose aveva la vista di un falco e l’udito da pipistrello, fu per questo che cercò immediatamente di darsi alla fuga, Dominique però riuscì a bloccarla.

La giovane Veela si sentì soddisfatta, le lezioni estive di judo con papà erano servite, fu così che, tutta orgogliosa di sé stessa, trascinò Rose a sedere, seguita da Albus.

 

 

“GRIFONDORO!”

Ecco, il cappello aveva appena smistato la ragazza di poco prima, quella che aveva evitato un infarto a Rose.

Emily.

Scorpius ovviamente era già stato smistato, non serve dire in che casa.

“Dominique Weasley!”

Disse dura ma allo stesso tempo calorosa la ormai preside McGranitt, posando il cappello parlante sulla piccola chioma bionda.

“Mmm vediamo, so chi sei piccola. Hai davvero un bel cervello qui sotto, complimenti … vediamo … si, so esattamente cosa fare: CORVONERO!”

E dal tavolo si alzò un gran boato per accogliete calorosamente la nuova arrivata.

“Rose Weasley!”

E lei non si alzò.

“Rosie, ti hanno chiamato, devi andare …”

“Non voglio Al, ho paura …”

“Ehm, Rose Weasley!” ripetè la preside, schiarendosi la voce.

“Devi andare e non preoccuparti, qualsiasi cosa succeda io sarò qui”

“Me lo prometti?”

“Si Rose, te lo prometto, ma ora vai. La McGranitt sta iniziando a diventare d’uno strano color rosso, non vorrei che ti espellessero il primo giorno”

Sorridendo si alzò, e cercando di mantenere la calma si diresse verso il cappello.

“Oh! Un’altra Weasley! Crescete di anno in anno come funghi ragazzi!”

Risata generale, Rose compresa.

“Ora vediamo: anche tu un cervello niente male, non quanto tua madre ma questo mi avrebbe assai stupido, coraggio e determinazione in abbondanza, testardaggine, lealtà, ma … ecco! Vendetta, cattiveria, giusto un pizzico di malignità e tanta, tanta, ambizione. Non so che fare con te ragazza …”

Rose tremava, aveva paura, e forse questo il cappello lo notò.

“Ma forse cara, mi faccio solo troppi problemi … GRIFONDORO!”

Felicità e sollievo, soprattutto mentre correva ad abbracciare James.

Come una scena a rallentatore, almeno fu così che lei la visse.

Era talmente euforica che non sentì la McGranitt chiamare l’adorato cugino Albus, né il cappello congratularsi con il ragazzo per i suoi numerosi talenti, né esprimere le sue perplessità.

Mancava una cosa ad Albus: il coraggio, il senso del rischio, lui non si sarebbe buttato in qualcosa senza avere un piano b.

L’unica cosa che Rose sentì fu il cappello gridare a gran voce “SERPEVERDE”.

Poi il silenzio, l’incredulità dei presenti, il quasi mancamento di James, che sembrava pietrificato, come tutti i loro parenti del resto.

Poi, l’ultima cosa che udì distintamente fu il suo cuore.

Perché si, sentì il chiaro rumore del suo cuore che andava in mille pezzi mentre Albus si avvicinava lentamente al tavolo delle serpi.

 

 

 

NdA

Fa schifo, ne sono pienamente consapevole, ma odiavo il fatto che non aggiorno da, aspettate quasi un anno, mi faccio schifo da sola gente, tranquilli. Ringrazio coloro che, nonostante l'autrice sia una pazza sclerotica che aggiorna quando le gira, non hanno tolto la storia dalle preferite/seguite/ricordate, me si commuove. Ringrazio inoltre GiulyHermy99 e Maya Riddle che hanno recensito il capitolo precedente (e grazie per avermi corretto l'orario ^^). Bene, ora si suppone che abbiate capito che non sono cannibale, non vi sbrano se scrivete qualcosa, non vi sbuco da sotto il letto con una falce per mozzarvi la testa nel sonno se mi fate notare degli errori, ecc... Bene, quindi al prossimo capitolo gente!

Christelle*

P.S ci saranno un sacco di errori ortografici perchè non l'ho riletto, siete calorosamente invitati a farmeli notare se li trovate, grazie :)

  
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