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Autore: miseichan    15/01/2013    4 recensioni
“Sono sicuro che lei e Artù andrete d’accordissimo.”
“Artù?” balbettò Aurora, giocherellando nervosa con l’orecchino “Mi prende per il culo?”
“Non mi permetterei mai, signorina.”
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Frizione 1 nvu

 

 

Questione di  frizione

 

 

“Buongiorno.”

“Buongiorno a lei.”

“Cerco la signora Tarantino.”

Carlo arricciò le labbra, lo sguardo fisso sul computer che aveva davanti:

“La signora Tarantino non è qui.” rispose, facendo doppio clic sul mouse a forma di macchinina. 

“Non è possibile.” ribatté Aurora, stringendosi con sicurezza nelle spalle. 

“Lo dico io. Sì che è possibile.” 

“E io le assicuro che non è possibile.”

“Se non è qui, non è qui, signorina.” sospirò Carlo, spostando il nove di picche sotto il dieci di cuori. 

“Deve essere qui, però.”

“Per quale motivo, se mi è permesso chiedere?”

“Avevamo concordato un incontro.”

“Ah, sì?”

“Sì.” cominciò a inalberarsi la ragazza “Oggi dovevamo fare la mia prima lezione di guida.”

“Oh, capisco.” 

Carlo si aggiustò gli occhiali sul naso e posizionò l’asso di fiori nella casella vuota, soddisfatto. 

“Mi scusi.” si schiarì la voce Aurora, irritata.

“Dica.”

“Dov’è, allora, la signora Tarantino?”

“In ospedale.” mormorò l’uomo, arricciando di nuovo le labbra con aria pensierosa. 

“Oh signore!” esclamò lei, sgranando gli occhi “E’ grave?”

Carlo aggrottò le sopracciglia, scuotendo la testa:

“Cosa?” borbottò “No, no, che grave e grave... è entrata in travaglio.”

“In trava... sta partorendo! E’ una bellissima notizia!”

“Sì, sì, come vuole.” annuì lui “Resta il fatto che ho perso la partita.”

Aurora si sporse sulla scrivania per osservare lo schermo:

“Può spostare il sette.” disse, indicando la carta con il dito. 

“Oh.” s’illuminò Carlo “E’ vero. Grazie!”

“Nulla.” si strinse nelle spalle lei “Ora. Come la mettiamo?”

“Con la partita? Potrei ancora vincerla.”

“Con la guida che dovevo fare.”

“Oh. Capisco. La guida.”

“Per cortesia. Vorrei davvero cominciare oggi.”

Carlo sospirò e, con un po’ di sforzo, portò lo sguardo sulla ragazza:

“Vuole cominciare oggi?” chiese, arricciando le labbra.

“Ci terrei davvero tanto.”

“La signora Tarantino non c’è, però.”

“L’ho capito.”

“Quindi le va bene anche un altro istruttore?”

“Certo.”

“E sa che con l’istruttore con cui guida oggi dovrà poi fare tutte le esercitazioni?”

“Io... sì, non credo sia un problema.”

Carlo aggrottò le sopracciglia e si grattò il mento, aprendo un quadernetto grigio:

“Lei è...?

“Aurora Molinari.”

“Molinari, Molinari... è un tipo ansioso, lei?”

Aurora assottigliò lo sguardo, gli occhi verdi che rimpicciolivano:

“Che domande sono?”

“Sì o no, signorina Molinari?”

“Ma non lo so! Le pare giusto cercare di etichettare così una persona?!

“Diciamo di sì, quindi.”

“Senta...

“E’ una domanda sensata, signorina, mi creda. In questo modo posso decidere a quale insegnante assegnarla.” spiegò Carlo, intrecciando le dita “E’ per il suo bene.”

“La scelta è così ampia, perciò?”

“Oh, assolutamente no.” ridacchiò lui “In sede al momento ce ne sono solo due.”

“Mi ascolti bene, non credo sia il caso di...

“Sono sicuro che lei e Artù andrete d’accordissimo.”

“Artù?” balbettò Aurora, giocherellando nervosa con l’orecchino “Mi prende per il culo?”

“Non mi permetterei mai, signorina.”

“Si sta divertendo a mie spese, non è vero?” pigolò la ragazza, esasperata. 

“Artù!” chiamò Carlo, togliendosi gli occhiali “Artù, vieni!”

“Senta, se è uno scherzo...

“Eccolo lì.” 

Aurora si voltò appena, cercando con lo sguardo ciò che l’uomo le indicava.

Intravide una figura muoversi nell’altra stanza e la prima cosa che notò fu che apparentemente quasi sfiorava il soffitto; non era possibile, si disse, doveva essere uno scherzo prospettico. 

Man mano che si avvicinava registrò altri piccoli particolari: gli orecchini colorati, il ciuffo rosso, gli occhiali scuri, un tatuaggio sul collo e, sempre con maggiore sconcerto, l’altezza. 

La miseriaccia nera, ma quanto caspita era alto?!

“Si sta divertendo con me, non è vero?” bisbigliò di nuovo Aurora, piegandosi verso Carlo “Cos’è, le ho interrotto la partita e adesso si vendica mandandomi con il mastino alto due metri?”

Carlo ridacchiò, dandole una pacca affettuosa sulla spalla ossuta:

“Raggiunge appena il metro e novanta e le assicuro che è buono come il pane.” rispose l’uomo.

“Oh, immagino!” esclamò sarcastica lei “Un tesorino della mamma, sicuramente!”

“E’ un bravissimo guidatore, mi creda. Ed è il migliore nel gestire le crisi di panico.

Aurora sgranò gli occhi, un indice accusatorio puntato in direzione di Carlo:

“Tutto questo perché si è convinto del fatto che sono una persona ansiosa? Le assicuro che non è così! Non c’è alcun bisogno di...

“Arturo,” la interruppe Carlo, sorridendo placidamente “Questa adorabile signorina è Aurora.”

Aurora pietrificò, voltandosi cautamente: sollevò il capo per incontrare gli occhiali scuri del ragazzo e, mai come in quel momento, si sentì un puffo. 

“E’ un piacere.” fece lui, porgendole la mano.

“Altrettanto.” sussurrò Aurora, stringendogliela. 

“Artù, te la affido.” concluse Carlo, rimettendosi gli occhiali e tornando a fissare lo schermo. 

Arturo annuì una sola volta e si girò, facendole segno di seguirlo fuori. 

Aurore sospirò, si strinse nella giacca e s’incamminò.

Diamine, non l’avrebbe mai presa quella fottutissima patente. 

 

§

 

 

Aurora e Arturo.
Non chiedetemi da dove sono usciti perché non saprei dirvelo.
Diciamo che fra ansia pre-esame e lezioni di guida loro sono ciò che il mio neurone malato ha partorito.

Mi sono decisa a proporveli solo e unicamente perché le lezioni, alla fin fine, non dovranno essere troppe.

Se vi hanno colpito anche solo un pochino battete un colpo e fatemelo sapere :)

    Perché in fondo, a chi non è capitato di avere problemi di frizione?

 

 

 

 

   
 
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