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Autore: AgelessIce    20/01/2013    5 recensioni
-Che il tempio sia in movimento è un dato di fatto.
Semplicemente, sto ignorando la situazione.
Non ho la forza, né la volontà, per indagare.
L’ultima battaglia mi ha portato via più di quanto il mio spirito riesca a sopportare.-
-“Non vuoi farmi vedere il tuo viso per le leggi del santuario? “
E scuoto leggermente la testa, dondolando i piedi.
“ Prometti di non ridere, se te lo dico?”
Annuisce, serio, mordendosi appena il labbro inferiore.-
-E mi do’ della sciocca cento volte, e cento volte ancora, quando sento l’urlo soffocato alle mie spalle.
Perché, al momento, non è il cavaliere di Pegasus a necessitare di protezione.
È la sua maestra, ad essere instabile.
Ed, infatti, è lei ad essere riversa al suolo, un rivolo di sangue che sgorga al di sotto della maschera.-
- Aiolia X Marin, fondamentalmente u.u
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eagle Marin, Leo Aiolia, Ophiuchus Shaina, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aquila decaduta

Vuoto

-Marin POV-

Non saprei dire perché mi sono addentrata in questo bosco.
Ho sentito semplicemente la necessità di farlo.

---

“Seiya, quante altre volte devo ripeterti che non devi addentrarti in questi boschi?”

Osservo le spalle del mio allievo irrigidirsi, mentre si volta  lentamente.

“M-marin!”
Non si aspettava il mio arrivo, probabilmente.

“Al di là di questi alberi c’è il campo di addestramento femminile. Non ti è concesso andarci.”

Porto una mano al fianco, guardandolo attraverso la maschera.

“Ma avevo visto una lepre…”

Sospiro,mentre ricomincio a parlare.
“Avanti, andiamo. Non hai ancora finito gli allenamenti di oggi.”


Una risata familiare alle mie spalle interrompe il tentativo di protesta del mio allievo.
Non ho bisogno di girarmi, per riconoscerne il padrone.


“Non essere così severa, Marin.”

Mi volto verso di lui, restando un passo avanti al giovane e disobbediente Seiya.


“Qualche piccola distrazione non gli impedirà di diventare cavaliere, se lo vuole davvero.”

Avanza e porta una mano sulla mia spalla, prima di proseguire verso il mio studente e scompigliargli i capelli.

Un contatto breve, che però brucia la pelle.

“Però tu non farla impazzire, eh, cavaliere.”

Sento il sorriso nella sua voce, e sorrido a mia volta.
Senza motivo apparente.

E per la stessa inesistente ragione, sento le guance riscaldarsi.

Ma lui non può vederlo.
Per lui, come per chiunque altro, io non ho un volto.

E comincio a pensare che portare la maschera non sia poi così male.

---
 

Sento le ginocchia cedere, incapaci di sorreggere il mio corpo diventato improvvisamente troppo pesante.
Non faccio nulla per restare in piedi.
Non avrebbe senso.

Mi lascio cadere al suolo, sedendomi scompostamente .

Come quella volta.
Come quando ho smesso di percepire il suo cosmo.
Come quando ho capito che era finita. Che non sarebbe tornato davvero.

Perché sebbene sapessi che erano poche le speranze di sopravvivenza, per i cavalieri che si erano portati nell’ade, una parte di me, quella che mi sorreggeva, non ha mai assimilato appieno il senso di quella  verità.

Perché, semplicemente, mi era impossibile immaginare il suo corpo privo di vita.
Perché, semplicemente, mi era impossibile pensare che non sarebbe più stato al mio fianco.

Perché lui c’era sempre stato.
Ho sempre potuto sentirlo accanto a me, anche quando in realtà non c’era.

Una presenza che non era tangibile,ma c’era. Silenziosa e costante.

Avevo pensato, ingenuamente, nemmeno fossi una ragazzina alle prese con la sua prima cotta, che ci sarebbe stato sempre.

E, invece,  come a volermi smentire, come se il destino volesse pormi davanti alla mia debolezza, alla mia stoltezza, lui è morto.

Semplicemente morto.
Perduto per sempre.

E, sebbene lo sapessi fin dall’inizio, è una consapevolezza che fa inspiegabilmente male.

E nonostante sia passato ormai più di un anno, da quell’evento, continuo a sentire il vuoto al mio fianco.

Colpisco il terreno, un colpo stanco e decisamente debole.
E non me ne spiego il motivo, ma continuo a scagliare i miei pugni contro l’innocente strato di foglie secche e scricchiolanti.
Come se bastasse a lenire il dolore che orami sento da troppo tempo.
Come una costante che ha sostituito il leone.

Il leone a cui non ho mai detto quelle parole che ora mi sembrerebbe sacrilego anche solo pensare.
Il leone del quale non riesco più nemmeno a pronunciare il nome.

“Marin.”
La voce del cigno è come una ventata d’aria gelida in pieno viso.

I miei occhi, che prima pur restando aperti erano incapaci di vedere, notano che le mani hanno cominciato a sanguinare.
Alzo il viso, fissando gli occhi in quelli di Hyoga.

Tanto lui non può vederli.

Non avevo nemmeno notato la sua presenza.
Non lo avevo sentito avvicinarsi.

Stringo i pugni.

Lo vedo tendere una mano, un gesto che avrei rifiutato da chiunque altro.
Perché sarebbe stato un disonore anche solo lasciarsi vedere in questo stato da chiunque altro.
E ringrazio gli dei che sia lui.

Perché il cigno è improvvisamente diventata la persona più simile a me.

“Avanti.”

Accetto quindi la sua mano, perché è Hyoga.
Perché può capire.

“Grazie.”
E non mi preoccupo di privare di qualsiasi inflessione la mia voce, che lascia le mie labbra come un suono strascicato.
E non c’è bisogno di dire altro.

***

-Shun POV-

“Come fai ad essere così tranquillo, Shun?”

La voce di Seiya suona esasperata.

È comprensibile, visto che lady Saori è da sola con quella dona da non so più nemmeno quanto.
Tutti i cavalieri sono preoccupati, tesi come corde di violino.
Pronti a scattare al minimo segnale di pericolo.

Eppure non riesco a condividere i loro timori.

Quando quella donna è giunta in Grecia, io ero con Atena.
Prima che lei mi allontanasse, gentilmente, sono riuscito ad osservare quella fanciulla.
Sembrava una bambola di porcellana.
Di una bellezza travolgente.

I lunghi capelli biondi le ricadevano orinati sulle spalle sottili e le incorniciavano il volto chiaro.
Era una figura alta, slanciata. Simile alla nostra Dea.
E non solo per il portamento.

Aveva in comune con lei anche lo sguardo.
Gli occhi di un verde cristallino sembravano essere trasparenti.  
Il suo animo è gentile, lo so.

Ulteriore prova è il suo cosmo.
Potente, si, ma anche estremamente dolce.
Mi ci ha avvolto completamente, quando ha notato il sospetto nei miei occhi.

Voglio dire, dopo gli ultimi eventi è normale avere essere cauti e diffidenti.
Però non ho avvertito alcuna forma di ostilità.
Al contrario.

Il senso di pace che mi ha provocato era davvero come quello di Saori.
Una persona così non può essere un nemico.
In nessun modo.

***

- Shiryu POV-

Non posso fare a meno di sentirmi perduto, spaesato.

Come un bambino che viene lasciato solo in una città sconosciuta.

Strano come sia bastato essere privato del mio punto di riferimento, per far crollare tutte le mie certezze.

Perché non basta più recarsi ai cinque picchi, per avere delle risposte.
Perché non c’è più il mio nobile maestro a correggere i miei errori.

Ed è una perdita che fa male.
Un sentimento paragonabile solo a quello che ho provato nella quarta casa, quando credevo che Shunrei fosse perduta.
Ma quella volta c’è stato il maestro, a salvarla.

Nessuno ha salvato lui, invece.

E io non ho idea di cosa fare.
Saori è in quella dannatissima stanza con quella donna da tantissimo tempo, ormai.
Se avesse voluto ferirla l’avrebbe già fatto.

Eppure non riesco a quietare il mio animo.
Sento che qualcosa non va.

E il fatto che ci sia vietato vedere la dea non aiuta.

Cosa dovrei fare, accidenti, maestro?
Porto lo sguardo fuori dalla finestra dell’umile stanza che mi è stata concessa, alla costellazione di libra.

Costellazione che, per altro, sembra brillare meno di prima.
Come se si fosse spenta anch’essa, con il suo cavaliere.

Ed è strano, perché invece, nelle leggende, in questo caso le stelle cominciano a risplendere con più vigore.
 



Salve a tutti!
Scusate, ma non ho proprio il tempo di fermarmi a scrivere i miei soliti deliri >.<
Spero che il capitolo non sia un disastro e i personaggi siano più o meno IC, come al solito.
Detto questo, vado!
Ciao a tutti! 
 

  
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