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Autore: Cappychan    11/08/2007    9 recensioni
"Ora che la guerra era finita, terminava una storia e ne iniziava un'altra...la loro." SPOILER DI DEATHLY HALLOWS!!!! ________________________________ NONO CAPITOLO POSTATO In questo capitolo: Un Ron imbranato e un'Hermione intraprendente,un punto di svolta per Kim e Charlie,un piccolo momento per Harry e Ginny e molte altre sorprese... Buona Lettura! Baci, Cappychan.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Erano passati quasi due mesi dalla morte di Voldemort

Vorrei scusarmi per l’altra longfic che ho in cantiere. Purtroppo per colpa della scuola e di un terribile blocco non so quando riuscirò a continuarla.

Intanto, dopo aver letto il settimo libro (che ho adorato), sono stata presa da una fulminante e inaspettata ispirazione.

Prometto di impegnarmi a portare a termine almeno questa storia che forse rappresenta maggiormente la mia visione del romanzo. Spero di essere riuscita ad esprimermi al meglio e che il “ malefico blocco” non mi prenda!.

Inoltre volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto e soprattutto recensito la mia ministoria su Severus (personaggio da me molto rivalutato)…siete meravigliosi/e e mi avete fatto commuovere!!

Vi auguro BUONA LETTURA e, come sempre, ricordo che tutti i diritti di Harry Potter appartengono alla sua grande autrice.

La Nostra Storia

Un Nuovo Capitolo

Erano passati quasi due mesi dalla morte di Voldemort.

Erano scivolati via con una strana inconsapevolezza, come se tutti fossero stati troppo intontiti (e anche un po’ sorpresi) da non rendersi conto che la vita stava continuando, il sangue correva ancora attraverso le loro vene e che il mondo non era più immerso nel vortice della guerra e della disperazione.

Tuttavia, non c’era la stessa inconsapevolezza quando avevano dovuto seppellire Tonks, e Remus, e Fred e ancora tutti gli altri. Era stato doloroso e ingiusto. Ma in tutti gli sguardi di coloro che con abiti scuri dicevano addio ad amici, fratelli o figli, c’era anche uno strano orgoglio perché, dopo tanto tempo e tanta sofferenza non c’era stato nulla di vano, perché la pace era stata conquistata e il suo profumo era ancora più dolce e fresco di come ricordavano. Quegli sguardi, di madri, di padri, di fratelli e di amici, promettevano un impegno e una determinazione nuova, promettevano la pace.

Intanto, in quel momento Harry si rigirava insonne nel letto. Era abbastanza nervoso quella notte , perché il giorno dopo avrebbe cominciato i corsi preparatori per diventare auror. Probabilmente se l’avesse detto al suo migliore amico, che dormiva nel letto accanto al suo, questo si sarebbe messo a ridere. Era assurdo essere nervosi per una cosa così stupida, dopo aver rischiato la vita non sapeva più quante volte. Ma ora la guerra era finita e doveva cominciare a pensare ad un mestiere e ad una vita normali.

Ancora faceva un po’ fatica a crederci: in fondo il suo nome e il pensiero di una vita normale erano due cose poco accostabili fino a poco tempo prima. Ridacchiò. Rideva molto più spesso ora che poteva davvero ritenere chiusa la “Spinosa Faccenda Voldemort”, come l’aveva ribattezzata Hermione durante una discussione piuttosto accesa sui Mangiamorte, facendo ridere Ron. Probabilmente questa strana allegria lo faceva sembrare un po’ ebete, ma non gli dava tanto peso –soprattutto da quando una certa rossa gli aveva detto che era più carino quando sorrideva-. In più sembrava che il suo buon umore riuscisse a sollevare un po’ gli animi della famiglia Weasley, naturalmente provata dalla perdita di Fred.

Certo anche lui per le prime settimane si era sentito addolorato quanto Ron e i suoi, dato che gli Weasley erano una famiglia per lui; però col passare del tempo, le cose si erano sistemate e tutti si erano convinti che la vita doveva andare avanti.

Harry interruppe questo flusso di pensieri scalciando via la coperta. Cercò, nel buio della stanza un paio di pantaloni e una maglietta puliti, tentando di non svegliare il suo compagno di stanza. Uscito dalla camera e chiusa la porta con la massima delicatezza, si avviò giù per le scale, verso la cucina.

Quando entrò nel caotico regnò della signora Weasley, per poco non gli venne un colpo. La più giovane di casa girava pigramente un cucchiaino in una grande tazza ricolma di un liquido che fumava copiosamente. Ginny camminava avanti e indietro sovrappensiero a piedi nudi e con i capelli che sembravano una cascata di fuoco che le incorniciava il volto e gli accarezzava la schiena fino ai fianchi.

Harry trattenne il fiato: si sorprendeva sempre di quanto fosse bella. Forse lo diventava di più ogni volta che si incontravano, o almeno così sembrava al ragazzo.

La situazione tra loro era ancora in sospeso, perché non avevano ancora avuto occasioni di parlare da soli. In più Harry non voleva urtare i sentimenti della rossa, che aveva appena perso un fratello.

Forse però quella sarebbe stata l’occasione giusta per un chiarimento. Non che Harry non avesse le idee chiare: non aveva smesso di pensare a Ginny neanche per un momento durante quel lungo anno.

Anche durante lo scontro contro Riddle, il ricordo del suo ultimo bacio gli aveva invaso la mente in modo totalmente inaspettato…

Però non sapeva se Ginny avesse cambiato idea; infondo l’aveva aspettato per tanto tempo e forse si era stufata (questo pensiero cominciava davvero a preoccuparlo).

Mentre lasciava vagare il suo sguardo ancora per qualche secondo lungo la figura longilinea della inconsapevole ragazza, scosse la testa incredulo: ciò che voleva era sempre stato sotto i suoi occhi, ma lui era stato troppo cieco per vederlo. D’altronde era rassicurante sapere di avere un futuro davanti per poter rimediare all’errore…alla fine si era innamorato…

-Harry?- fece la voce dolce della ragazza, mentre Harry assorbiva l’impatto di ciò che aveva pensato un attimo prima,

-Non ti ho sentito arrivare.- continuò lei avvicinandosi di qualche passo. Il cuore di Harry gli balzò prepotentemente in gola, mentre il familiare mostro squamoso nel suo stomaco faceva le fusa ogni volta che quella vocina insistente della sua coscienza sussurrava “innamorato… innamorato”.

- E’ tutto a posto?- incalzò Ginny, leggermente perplessa.

- Sì…certo...scusa…cioè…non volevo spaventarti- disse , cercando di non far caso alle gambe molli. Da quand’è che era così insicuro? Forza Potter, tira fuori la grinta! Perfetto: ora parlava anche da solo!!

Ginny lo guardò ancora un secondo, - Devi parlarmi, vero? E’ per questo che sei così agitato?- disse, facendosi seria.

Perspicace. La vicinanza di Hermione influiva… si riscosse con forza dai suoi pensieri. Era ora di agire.

-Non sono molto bravo con le parole…- esordì, - e so che sono stato io a voler troncare, anche se sai che era per motivi, diciamo… di forza maggiore,- ridacchiò nervosamente –ma ora che la guerra è finita…-si interruppe perché Ginny gli aveva premuto con delicatezza due dita sulle labbra (il cervello di Harry era definitivamente partito) e si era avvicinata tanto che i loro corpi si sfioravano.

La ragazza si alzò in punta di piedi e, prima che Harry potesse pensare a qualcos’altro che non fossero le labbra di Ginny, lei lo stava baciando come quando, un anno prima, gli aveva dato il suo “regalo” per il diciassettesimo compleanno.

E il tempo sembrò scivolare molto in fretta per i due ragazzi, mentre il sole saliva in alto oltre la finestra di quella disordinata cucina e, nelle camere sopra di loro, il resto della famiglia si svegliava.

*****

La famiglia Weasley sedeva scompostamente alla tavola per la quotidiana colazione, rispettando le ormai consolidata tradizione del “dopoguerra”: vicino al signor Weasley, seduto a capotavola, Bill leggeva il giornale, sbirciando ogni tanto al di là di esso per osservare la moglie Fleur che conversava, dall’altra parte del tavolo, con una indaffaratissima signora Weasley. Alla sinistra di Bill, Percy e George erano impegnati in una fitta e misteriosa conversazione, mentre, di fronte a loro, Ginny bisbigliava in tono allegro con Hermione, che viveva con i suoi genitori a Londra, ma era ospite fissa a tutte le colazioni della famiglia Weasley. Infine Ron e Harry sedevano alla fine del tavolo e chiacchieravano della futura stagione di Quidditch e dei corsi che avrebbero cominciato quella mattina.

Secondo i desideri della signora Weasley e l’approvazione di tutta la famiglia, l’altro capo della tavola era occupato da un piatto sempre vuoto, ma perfettamente pulito e in ordine: quello era il posto di Fred.

Ma in fondo rappresentava il posto che molti non avrebbero più occupato.

Harry provava una certa malinconia quando guardava quel piatto vuoto. Poi, però, vedeva la signora Weasley, il signor Weasley e tutti gli altri che, puntando lo sguardo nella stessa direzione, assumevano un’espressione orgogliosa, e non poteva fare a meno di essere anche lui fiero come loro.

Il tramestio quotidiano s’intensificò quando un grosso barbagianni planò dolcemente verso la finestra che dava sulla cucina. L’uccello volò lungo tutto il tavolo e si fermò davanti al signor Weasley. L’uomo posò la tazza di caffè che aveva in mano e prese le lettere dalla zampa dell’animale.

Era di Charlie, ritornato in Romania da qualche settimana per sistemare alcune faccende di lavoro.

I presenti aspettarono in silenzio che il signor Weasley finisse di leggere; poi l’uomo posò il foglio di pergamena sul tavolo e alzò lo sguardo sul resto della famiglia.

-Dice che tornerà tra qualche giorno e starà per qualche tempo in Inghilterra.- si passò stancamente una mano sulla faccia, -Dovremmo stringerci un po’, perché porterà un’ospite.-

Tutti si guardarono interessati.

Poi, scordando per un momento la curiosità iniziale, Harry si sporse verso il signor Weasley.

-Presto troverò un posto dove vivere. Non voglio essere di disturbo.- disse gentilmente, mentre Ginny sembrava un po’ dispiaciuta.

La signora Weasley si avvicinò a lui di fretta dicendo, supportata con forza dal marito, di non fare complimenti e che, assolutamente, non dava alcun fastidio.

Ma Harry era comunque convinto di dover trovare casa, per non pesare sulle spalle degli Weasley che erano sempre stati così generosi con lui senza voler niente in cambio. Inoltre ormai era adulto e avrebbe avuto bisogno della sua intimità.

Ma le sue riflessioni morirono sul nascere, perché Percy e George si erano alzati in piedi con aria molto solenne. Tutta la famiglia ammutolì.

Già da un po’ i due fratelli avevano cominciato a parlare e a trascorrere molto tempo insieme, forse perché erano stati i più colpiti dalla morte di Fred; Percy poi si era trasfigurato nella quintessenza dell’umiltà, della gentilezza e dell’ironia.

-Dobbiamo fare un grande annuncio- esordì George.

-Ho deciso che non riprenderò il lavoro al ministero- disse Percy tranquillamente, mentre tutti lo guardavano sbalorditi, -invece aiuterò George col suo negozio.- gli occhi del signor Weasley erano grandi come due palline da golf, mentre Ron era quasi caduto dalla sedia.

-Ma Perce, tu adori lavorare al Ministero- disse Bill, manifestando i pensieri di tutti i presenti.

Fleur, forse era l’unica che non fosse sconvolta, perché non aveva conosciuto Percy prima della guerra, ma ne aveva solamente sentito parlare da suo marito.

-Non m'interessa più, inoltre penso che ci siano cose più importanti della carriera, giusto?- disse sorridendo, mentre Ron cadeva definitivamente dalla sedia e la signora Weasley cominciava a commuoversi.

-Mi darà una mano con le scartoffie e con i contatti di lavoro; infondo un aiuto in più mi sarà utile e chissà, magari diventerà un burlone, non è vero fratellino?- disse George dando una fraterna pacca sulle spalle al suo nuovo socio.

-Ma è meraviglioso!!- esclamò la Signora Weasley, asciugandosi col grembiule le lacrime di gioia.

Tutti concordarono con lei: quest’inaspettata notizia era davvero straordinaria.

La pace aveva cambiato molte cose: Harry sentiva che era cominciato un nuovo capitolo della loro storia.

Spero che vi sia piaciuta. Ora potete sbizzarrirvi con commenti e insulti (speriamo non troppi). Che dite, la continuo? Fatemi sapere.

Baci,

Cappychan.

  
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