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Autore: Black ashes    23/01/2013    2 recensioni
Sophie: diciassette anni, capelli rossi, occhi color cielo e vita normale. Scuola normale, casa normale, famiglia normale, fidanzato normale.
Il diciannovenne Jack è, invece, il contrario: è sempre stato anormale, è sempre stato diverso. La sua è una vita nomade, totalmente inadatta ai deboli, ai fragili.
Infanzia piena di tristezza, di dolore, di lacrime.
Tutti hanno sempre visto Jack come quello diverso, così lui ne ha fatto un lavoro, uno stile di vita.
Jack ha sempre colpito la gente, ma questa ragazza ne sarà colpita in modo diverso.
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6.

Il pullman si fermò davanti alla mia fermata.
Lo guardai. «Devo scendere.»
Lui corrugò le sopracciglia per un secondo, poi rimise gli occhiali da sole. «Come ti pare.» Sembrava triste, tutto d'un tratto. Come un bambino a cui tolgono un gioco perchè deve fare i compiti.
«Prendi tutte le mattine questo pullman?» Chiesi, mentre aprivo il messaggio di Kirk.
«Non lo so. Tendo a non avere abitudini quotidiane. E poi, fra un paio di settimane smontiamo baracca e burattini, andiamo via.» Rispose lui, mestamente.
«Ah... va bene. Ciao, allora.» Dissi, incupita dall'informazione.
Lui mi fece un segno col mento. Feci qualche passo verso la porta, mordendomi le labbra nell'indecisione, poi mi voltai bruscamente e mi avvicinai a lui, anche se un paio di sedili più avanti.
Ora o mai più. Prima di pentirtene. «Se vuoi ci possiamo rivedere, prima che te ne vada.»
Lui fermò la mano che stava infilando una cuffia nel suo orecchio. Mi guardò. Poi mormorò qualcosa.
«Come?» Chiesi, non capendo.
Lo disse di nuovo, a voce più alta. Erano cifre. «Segnatelo.»
Storsi la testa. «Non capisco...»
Lui disse qualcos'altro.
«Vuoi alzare quella caz...»
«STAI PERDENDO LA FERMATA!» Urlò lui, allora.
Era vero. Il pullman si muoveva.
Mi fiondai giù mentre le porte iniziavano a chiudersi.
Il pullman avanzò qualche metro, prima che vedessi il Jack avvicinarsi al finestrino e buttare giù qualcosa di argentato, poi mi guardò e lo indicò.
Il pullman svoltò ad una curva e io mi avvicinai alla cosa argentata.
Era la carta di una gomma da masticare. Con gomma masticata inclusa.
Stavo per buttarla a terra quando vidi che c'era scritto qualcosa. O meglio, c'era inciso qualcosa.
Un numero di telefono. Il suo.
Me lo segnai sopra un post-it del cellulare. poi lanciai via la carta.
Aprii il messaggio di Kirk. "Sei libera oggi? Pleeease, tell me yes. Need you. Ok, la smetto di scrivere stronzate in inglese. Ah, buona giornata, amore."
"Sei l'ultima persona che voglio vedere. Non perchè mi hai tradito o mi stai sul cazzo o robe simili. E' che ho incontrato ancora l'angelo, hai presente? Quello figo da impazzire con gli occhi verdi e i pettorali scolpiti - sì, ho guardato solo quelli durante lo spettacolo. - Parlo dello stronzo che mi ha dato della borghese e che mi ha detto che la maglietta dei Nirvana è bella, che non li trova superati. Che conosce i Boxer Ribellion e Bitter Sweet Symphony. Quello che ogni volta che mi guarda negli occhi mi fa sentire una gelatina alla frutta, come facevi te i primi tempi e come fai ancora ogni morte di papa. Mi ha dato il suo numero, e non è di quelli che ci provano alla prima occasione. Non so se gli piaccio, credo di no. Anzi, è ovvio che non gli piaccio. Ma è simpatico, carismatico e sorprendentemente gentile. E mi sembra di tradirti mentalmente ogni volta che sono a un metro da lui."
Rilessi la mia risposta, poi sospirai e la cancellai.
"Ok. Serata sushi."
  
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