Libri > Eragon
Segui la storia  |       
Autore: Eragon36    27/01/2013    3 recensioni
Murtagh torna dall'esilio che si era autoinflitto, pronto ad aiutare il fratello Eragon ad addestrare i nuovi Cavalieri destinati a vegliare su Alagaesia. Intanto lo stesso Eragon esplora le terre che ha scelto per addestrare i suoi allievi, e trova non poche sorprese. Intanto, vecchi e nuovi nemici tentano di minare la pace del neonato regno di Nasuada, mettendolo anche a serio rischio. Il titolo significa Destino e Amore.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya, Roran/Katrina
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quella sera, Nasuada cenò con Elessar, come al solito, e anche con Eragon e Dana. A quest’ultima chiese i progressi del figlio con la spada, e fu soddisfatta dei progressi del figlio. A nove anni era quasi al livello di uno spadaccino medio del regno, meglio di quanto potesse sperare. Aveva avuto notizie positive anche da Anuhin e da Melime, quindi quel giorno era soddisfatta di lui. Anche il consiglio con Eragon per l’apparente rivolta di alcune città del sud, tra cui Belatona e Feinster, aveva dato buoni frutti, poiché aveva ottenuto l’appoggio del neonato Ordine dei Cavalieri. Una sola cosa la preoccupava: non si sapeva ancora il nome del capo di quella rivolta. Le sue spie non erano mai riuscite a estorcere la minima informazione, oppure non avevano mandato la minima risposta, segno che avevano cessato di vivere. Quella rivolta, oltre a preoccuparla, la irritava: dopo undici anni di pace assoluta, per la prima volta qualcuno si era organizzato e aveva dato vita ad una rivolta seria. Proprio ora che suo figlio stava crescendo avrebbe dovuto lasciarlo per imbracciare le armi alla guida dell’esercito, anche se sperava per poco tempo. Aveva già concordato con Eragon le strategie da utilizzare: prima la mediazione pacifica, poi, in caso di fallimento, i Cavalieri avrebbero superato le mura e aperto le porte all’esercito, e le città sarebbero state punite. Eragon aveva deciso di non portare i Cavalieri a ranghi completi, ma solo lui, Murtagh, Arya, Dana, Dusan e Dazghra. I migliori. I giovani Hursit e Hans dovevano ancora concludere l’addestramento, che sarebbe stato sospeso, mentre Amdir, Korgan e Durok erano stati designati come guardiani del castello, delle uova e degli Eldunarì che non sarebbero andati in battaglia. Si sarebbero mossi entro due settimane: aveva già provveduto anche a mandare un messaggio a Roran, che aveva scelto come suo vice al comando dell’esercito, e aveva ricevuto risposta affermativa. L’esercito si stava già radunando a Dras-Leona, per iniziare la marcia. Lei sarebbe andata con Murtagh al suo arrivo. A dorso di drago avrebbe impiegato due giorni, così da passare tutto il tempo possibile con Elessar. Per tutta la cena evitarono l’argomento, per non turbare Elessar, ma era chiaro che nessuno riusciva a pensare ad altro. Dopo cena diede la buonanotte a suo figlio e andò a letto a sua volta. La sua notte fu funestata da incubi, in cui suo figlio Elessar moriva nella rivolta che raggiungeva Ilirea, oppure provava a combattere e veniva ferito a morte. In ogni sogno perdeva suo figlio, e si svegliava ogni volta più spaventata. Al mattino si svegliò più stanca della sera prima, ma non importava, perché aveva molto da afre quel giorno. Dannazione, perché non c’era Murtagh? Aveva bisogno di confidarsi con qualcuno, qualcuno di cui si poteva fidare sinceramente, qualcuno a cui dedicare i pochi momenti liberi della sua piena giornata. E’ Eragon il capo dei Cavalieri, non io. E più giusto che venga lui. Queste erano state le sue parole allo specchio la settimana prima. Lo aveva odiato, ma poi aveva compreso che aveva ragione. Si lavò, si vestì, poi Farica le raccolse i capelli in un’alta acconciatura che richiese almeno venti minuti di lavoro, e infine uscì e andò a fare colazione. Trovò la sala della cucina vuota: Eragon e Dana erano già partiti alla volta di Ellesméra, per informare Arya. Fece colazione con un piccolo pezzo di formaggio e una pagnotta, poi si avviò nei suoi studi, dove prese a studiare le carte con i prezzi che occorrevano all’esercito di rimettersi in marcia. Per fortuna l’immenso tesoro sottratto a Galbatorix era ancora quasi intatto. Era lì da circa due ore quando sentì bussare. "Avanti!"
Entrò Jarsha, uno dei camerieri del castello. "Mia regina, il conte Roran Fortemartello chiede di vederti."
"E’ qui?" Nasuada era stupita.
"Sì, mia signora. E’ qui con Katrina, Ismira e un accompagnatore di nome Baldor."
"Falli venire qui."
"Si, mia regina." Jarsha girò i tacchi e uscì. Pochi secondi dopo, dalla stessa porta, entrarono le quattro persone annunciate dal cameriere. Roran la colpì più di tutti: Non era più come lo ricordava, un giovane muscoloso, affascinante e con la determinazione negli occhi. O meglio, la determinazione c’era ancora, ma il corpo aveva subito tutti i segni che il tempo aveva lasciato su di lui. Aveva gli occhi più incavati, qualche piccola ruga intorno a essi e le braccia appena meno muscolose di undici anni prima. Katrina sembrava sospesa nel tempo: Gli occhi erano ancora perfetti, i capelli ramati ancora splendidi come li ricordava, la vita sottile, e non una piccola ruga sul viso, immacolato. Ad attirare la sua attenzione però fu Ismira: la bambina si apprestava ad entrare nell’adolescenza, e si vedeva chiaramente da chi aveva preso i suoi tratti principali: le braccia forti del padre, piuttosto muscolose per una ragazza di quell’età, e i capelli ramati della madre. Negli occhi vedeva la stessa determinazione che aveva visto nel Roran dei tempi d’oro. Il conte entrò, e dopo essersi inchinato, disse: "Salve, mia signora. Mi hai detto che hai bisogno di me per comandare un esercito, per cui sono venuto a raccogliere maggiori informazioni."
"Certamente. Ecco la nostra situazione..."
"Aspetta, te ne prego." Indicò Katrina e Ismira."Dove possiamo sistemarci almeno per questa notte? Domani possiamo tornare nella valle Palancar, ma per stanotte abbiamo bisogni di un tetto."
"Certo. All’esterno della stanza troverete Jarsha, colui che vi ha condotti qui. Chiedetegli di mostrarvi i vostri alloggi, vi condurrà in due stanze vicino alla mia e a quella di mio figlio Elessar. Alloggerete lì. E, se per voi non è troppo disturbo,  vi chiederei di rimanere finché Roran non partirà con me per Dras-Leona, in cui l’esercito si sta radunando. Roran, nuove armi ti saranno fornite domani stesso."
"Volentieri, mia signora."
"A dopo, amore mio" disse Katrina, baciandolo sulle labbra.
"Ciao, papà." lo salutò Ismira.
Roran le salutò entrambe, poi disse: 
"Bene, ora puoi ragguagliarmi come vuoi"
"Bene. La nostra situazione è questa: Dauth, Feinster, Belatona e Arughia sono in completa rivolta. Secondo le spie che sono riuscita ad infiltrare, stanno radunando un esercito e intendono, forse, marciare sul regno. In ogni caso penso sia più adatto prenderli alla sprovvista e attaccare le città prima che abbiano il tempo di muoversi. Il nostro esercito si sta già radunando, alla spicciolata, nei dintorni di Dras-Leona, per marciare su Belatona. Io personalmente assumerò il comando di quell’armata, e voglio te come mio secondo. Sei l’unico ex ufficiale dei Varden ancora in grado di combattere, e se hai conservato il tuo acume, sarai molto più utile di almeno cento guerrieri. Ora sai tutto: marcerai al mio fianco, Fortemartello?"
"Puoi contare su di me, mia regina. Non voglio che mia figlia e i miei nipoti crescano in un regno straziato dalla guerra, e nemmeno in un nuovo Impero. A quanto ammontano le loro forze?"
"Non lo sappiamo, purtroppo. Riescono, non so come, a deviare la nostra cristallomanzia, per cui l’esatta entità delle loro forze ci è sconosciuta."
"E le nostre?"
"Disporremo di circa cinquantamila uomini. Basteranno, non credi? E avremo anche sei Cavalieri al nostro fianco."
"Molto bene. Allora, se posso, vorrei darti un consiglio."
"Dimmi pure. Li accetto sempre"
"E’ conveniente, per noi, affrontarli in campo aperto piuttosto che assediare ogni città. Dovremmo quindi cercare un modo per convincerli a scendere in campo subito, e forse ho un piano per farlo."
"Dimmi pure."
Per l’ora e mezza seguente, Roran le illustrò il piano, e Nasuada pensò che non solo il suo acume in battaglia non era diminuito, ma era persino aumentato. Pur conoscendo da pochi minuti la situazione, aveva già elaborato un piano di gran lunga migliore del suo, e se tutto avesse funzionato per il meglio avrebbe risparmiato mesi di guerra e molte vite umane.
"Davvero un ottimo piano, Fortemartello. Vedo che hai conservato tutta la tua abilità tattica. Ho già mandato un messaggio agli Urgali per chieder loro aiuto, e nei prossimi giorni attendo una risposta"
"Se saranno dei nostri sarà ancora più facile."
"Già."
"Grazie, Fortemartello. Ti sei ancora una volta dimostrato un validissimo soldato."
"Sono qui per servirti."
Nasuada pranzò insieme a Roran e alla sua famiglia, oltre ad Elessar. Lui e Ismira presero a litigare quasi subito: a quanto pare non si sopportavano, ma i motivi li ignorava. Nasuada si informò della situazione della valle Palancar, scoprendo con piacere che era una delle valli più ricche dell’impero, e che i loro prodotti erano venduti persino nel Surda. Nel pomeriggio, aiutata da Roran, si occupò di nuovo delle truppe, modificando il numero di spadaccini e di lancieri in base alla nuova tattica. Aumentò gli arcieri, mentre Rorna disegnò una disposizione del campo innovativa da adottare per la battaglia. Quella sera, non sapeva perché, si addormentò più tranquilla. Forse era Roran a infonderle sicurezza.
 
Un grido terrorizzato la svegliò. Guardò all’esterno e vide che era ancora notte. Si alzò di soprassalto, si mise una sopravveste e uscì dalla camera. Un nuovo grido la riscosse, soprattutto per la sua provenienza. La stanza di Elessar. Vide Roran uscire a sua volta dalla sua stanza, con un pugnale in mano. 
"A quanto pare tuo figlio ha visite"
"Vorrei sapere chi è."
"Allora andiamo a scoprirlo."
"Ti seguo."
"Katrina è andata a cercare le guardie."
"Bene."
Roran si avvicinò alla porta della stanza e provò a girare la maniglia, ma era chiusa a chiave. Strano, gli ho vietato di dormire con la porta chiusa, e ho fatto addirittura togliere la chiave perché non lo facesse. Roran allora sferrò un calcio alla porta, che si aprì con uno schianto secco. Entrò, elei lo seguì. Per poco non svenne quando vide la scena all’interno. Elessar aveva le mani legate assieme da una corda, tenuta in mano da una donna alta più del normale, con la pelle senza colore e i capelli sanguigni. Dalle descrizioni di Arya e Eragon, capì di cosa si trattava. I suoi modi di fare e la sua voce glielo confermarono."Oh, salve, regina Nasuada. Noi siamo Urwen. Scusa se ti ho svegliato, ma dovevamo essere sicuri che tu non avessi partecipato alle prossime battaglie, e questa mi sembra la precauzione migliore." disse lo Spettro. Elessar tirava e cercava di divincolarsi, ma Urwen non sembrava accennare reazioni. "Posa subito mio figlio, creatura immonda!" Urwen, in tutta risposta, sferrò uno schiaffo a Elessar, che urlò di nuovo. Roran sembrava impietrito, ma capì che era sotto attacco mentale. "Bene. E’ ora di andare, principino. Slytha." Elessar si accasciò a terra. "Che gli hai fatto?"
"Nulla, dorme. Ma tu non combatterai, Nasuada. Tu non combatterai, altrimenti non rivedrai più tuo figlio."
"Chi sei?"
"Fino a tre anni fa chiamavi questo corpo Trianna, e non ti fidavi di lei, sebbene fosse il tuo più fidato esperto di magia, vero? Ora capirai il tuo errore. Io sono Urwen, Nasuada, e tu non combatterai."
"Morirai. Non stasera, ma morirai."
"Vedremo chi morirà prima. Io o il principino? Ora addio. Roran Fortemartello, ci vediamo a Belatona!"
Detto questo, lo Spettro rise e si lanciò giù dalla finestra. Roran riprese a muoversi, e corse alla finestra dalla quale erano usciti Urwen e Elessar. "Sono scomparsi, mia signora."
"Avrà usato un incantesimo." Disse Nasuada. Avevano rapito suo figlio. Scoppiò a piangere, e nella sua mente riecheggiarono le parole di Urwen: Tu non combatterai.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Eragon / Vai alla pagina dell'autore: Eragon36