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Autore: rosaleona    30/01/2013    3 recensioni
- Ma tu non dormi mai? E' pieno giorno, a quest'ora i vampiri dovrebbero riposare nelle bare! -
- Master, ho dormito per vent'anni. Come posso avere sonno, dopo essermi riposato per così tanto tempo? Sono pieno di energia e sento il bisogno di sfogarla. Giocare con Richard e i suoi uomini non mi è bastato, ho bisogno di molta più azione. Finchè non avrò scaricato tutta l'adrenalina accumulata in due decenni di letargo, non mi sentirò stanco, nè desidererò dormire. -
Negli anni successivi, ogni volta che Integra ripensava a quella conversazione, un sorriso le increspava il volto.
"Mi aveva avvertita. A modo suo, mi aveva spiegato cos'avrei dovuto attendermi di lì a pochi giorni" diceva a se stessa Sir Hellsing.
Ma la ragazzina di dodici anni che sedeva di fronte ad Alucard non poteva capire fino in fondo le parole di un individuo che conosceva appena. Non poteva sapere che il vampiro stava solo mordendo il freno, nell'attesa che la nuova Sir Hellsing si riprendesse dalla morte del padre e dal tentativo di omicidio per mano dello zio. E una volta che Integra fosse stata in grado di tenergli testa, Alucard si sarebbe divertito a metterla alla prova
Genere: Comico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alucard, Integra Farburke Wingates Hellsing, Walter C. Dorneaz
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La porta dell'aula si aprì e sulla soglia apparve la segretaria della scuola.
- Integra Farburke deve venire in segreteria. E' arrivata una telefonata per lei. -
La ragazzina seguì la donna per il lungo corridoio, sentendo una leggera apprensione serpeggiarle nelle vene.
Certamente quella telefonata giungeva da casa sua. Cos'era mai potuto accadere di così grave da spingere Walter o chi per lui a chiamarla? Rivedeva con gli occhi della memoria la passeggiatina sul soffitto compiuta da Alucard la sera prima e lo svenimento della povera signora O'Hara. Che il vampiro avesse replicato lo show, provocando un nuovo mancamento a qualche altro dipendente?
Giunte nell'ufficio, la segretaria additò ad Integra il telefono, appoggiato su un mobiletto ad un paio di metri dalla sua scrivania, dopodicchè la donna si sedette al suo posto, rimettendosi al lavoro. Quando Integra afferrò la cornetta, dall'altro capo del filo le giunse la voce di Walter.
- Sono dolente di disturbarvi nel bel mezzo della lezione, Sir Hellsing - esordì il maggiordomo con un tono talmente imbarazzato, da convincere Integra che in quel momento mister Dorneaz dovesse essere paonazzo per la vergogna - Ma abbiamo dei problemi con Alucard. -
- Che genere di problemi? -
- Un'ora fa mi è arrivata una telefonata dal direttore del locale ufficio postale. Dice che il postino incaricato di consegnarci le missive è tornato in sede sconvolto, affermando  di essere stato attaccato da un enorme bestione nero non appena entrato nel parco di Villa Hellsing. -
- Ma noi non possediamo nessun enorme bestione nero. -
- Non fino a stamattina, mia padrona ma dopo che ve ne siete andata a scuola, Alucard ha pensato bene di rievocare il suo segugio infernale. -
- E che roba è? -
- Avete presente Cerbero, il cane a tre teste degli antichi greci? Ecco, il segugio infernale di Alucard è qualcosa di simile, solo con un'unica testa dotata di ottanta occhi. -
Integra sentì il sudore scorrerle giù per la schiena.
- Quando il segugio ha visto entrare il postino nel giardino, gli è corso incontro. Se quel pover'uomo avesse compiuto il suo lavoro a piedi o in bicicletta, a quest'ora si troverebbe nello stomaco di Baskerville, come lo chiama Alucard. Fortunatamente, il postino è arrivato a bordo di un furgoncino e appena ha visto quella mostruosità corrergli incontro, ha ingranato la retromarcia ed è scappato sgommando. Il direttore dell'ufficio postale però ha minacciato che non ci consegnerà più la posta finchè non gli assicureremo che la nostra pantera nera "o quel che diavolo è" come l'ha definita lui, non rimarrà ben chiusa nella sua gabbia, affermando che non vuole usare i suoi dipendenti per sfamarla. Ha fatto anche presente che le fiancate del furgoncino che ha salvato la vita al postino sono state dilaniate dagli artigli della belva, quindi dobbiamo ripagare il danno. Non mi ero reso conto che Alucard stesse facendo scorrazzare il suo segugio per il parco finchè non ho ricevuto quella telefonata. Terminatala, sono corso dal vampiro intimandogli di rimandare Baskerville da dove era venuto e lui mi ha risposto dicendo che non sono il suo padrone, quindi non vede per quale ragione deve obbedirmi. Dopo lunghe trattative, siamo giunti ad un accordo: poteva giocare ancora con Baskerville ma non all'aria aperta, dove può nuocere a qualche incauto, ma nei sotterranei della villa. Alucard ha accettato ma adesso è sopraggiunto un nuovo problema: Hellsing Manor trema sin dalle fondamenta. Non so a cosa stiano giocando Alucard e Baskerville ma ad ogni movimento del segugio, la magione vibra come un bicchiere di cristallo. Per questo vi ho telefonato, padrona. Voi siete l'unica capace di convincere Alucard a rimandare Baskerville nella sua cuccia all'inferno. -
- E come, Walter? Cosa posso dire ad Alucard che non gli hai già detto tu? - chiese sconfortata la ragazzetta.
- Comprendo i vostri timori, mia signora e purtroppo non so nemmeno cosa consigliarvi. Anche per vostro padre Alucard era un osso duro e per me è sempre rimasto un mistero come riuscisse a farsi ubbidire. -
- D'accordo, Walter, fammi parlare con lui - sospirò infine Integra - Vedrò cosa posso fare. -
- Subito, Sir! - rispose sollevato l'uomo ma come la ragazzina potè constatare, il suo "subito" era in realtà un eufemismo. Integra dovetta attendere con la cornetta in mano  per molti minuti, quanti furono necessari per permettere al maggiordomo di scendere nei sotterranei, evitare di essere sbranato dal segugio e convincere il vampiro a seguirlo fino al telefono. Dopo quella che a Sir Hellsing parve un'eternità, dall'altro capo del filo udì provenire un sornione:
- Ya, my master? -
- Alucard, ti ordino di rispedire quel cane da dove l'hai preso! - intimò Sir Hellsing, con il tono più perentorio che riuscisse a sfoderare.
- Perchè, altrimenti cosa mi fai? - insinuò irriverente la voce del vampiro.
Integra sentì Walter rimproverare il nosferatu ma immaginò che quelle parole non avessero minimamente scalfito il sorriso che, ne era sicura, era stampato in quel momento sul volto del servo infernale.
Eh già, cosa poteva mai fare ad Alucard? Non certamente picchiarlo, o fargli del male dato che il nosferatu era infinitamente più forte di lei. Doveva giocare su un campo in cui Alucard non potesse batterla a priori. Sì, ma quale? Doveva prendere tempo mentre rifletteva, così chiese:
- Si può sapere perchè stai combinando questo macello? -
- Master, sono rimasto in letargo per vent'anni. Hai una vaga idea di quanta energia abbia accumulato il mio corpo, rimanendo inattivo per così lungo tempo? Ho bisogno di sfogarla. Immaginavo che Walter avrebbe trovato da ridire sui miei passatempi, così decisi di trattenermi fino a quando tu non saresti stata dell'umore giusto per tenermi testa. Penso che quel momento ormai sia arrivato. Se sei capace di affrontare il vasto mondo, uscendo da questa casa, allora sei anche capace di scornarti con me. -
- Quindi sei solo alla ricerca di un passatempo? - chiese Integra, mentre un'idea le attraversava le mente - Alucard, sai leggere? -
Adesso la voce proveniente dall'altro capo del filo era indignata:
- Certo che so leggere! Così come so anche scrivere e contare! Credi che sia un barbaro? Ero un principe umano, oltre che a combattere mi insegnarono anche a studiare!-
- Non ti scaldare, ti chiedo scusa, non lo sapevo. Ma allora Alucard, visto che ne hai la capacità, perchè non ti dedichi a qualche passatempo più tranquillo? Chessò, leggi, scrivi, disegna...-
La risata del vampiro fu talmente fragorosa da essere udita persino dalla segretaria, che sobbalzò spaventata. Integra arrossì e voltò le spalle agli occhi idagatori della donna.
- Master, ti ho appena detto che sento il bisogno di scaricare tutta l'adrenalina che ho in corpo, e pretendi di farmene accumulare dell'altra tenendomi seduto buono buono con questi passatempi da vecchia checca? - *
- Non osare parlare così! - esclamò indignata Integra - Erano i passatempi preferiti di mio padre e lui non era...-
- Ok, ok, master, non ti scaldare, ti chiedo scusa. Però era vecchio, questo lo devi ammettere, mentre io sono un giovane uomo d'azione. -
- Allora, "giovane uomo d'azione", renditi utile! Invece di sprecare il tuo tempo a lanciare bastoncini per farteli riportare indietro da Baskerville, occupati dei quattro platani secchi che si trovano nel parco della villa! E' da un anno che sento Walter e i giardinieri discutere di tagliarli, perchè ormai sono morti ma ancora non ne hanno fatto niente. Pensaci tu: abbattili, sradica le radici e riducili tutti e quattro ad una massa di ceppi per i caminetti di villa Hellsing. Questo lavoro ti darà "sfogo" a sufficienza per un paio di giorni! -
Integra aveva parlato in tono imperioso ma non per questo sperava che il vampiro le avrebbe obbedito. Invece, con sua grande sorpresa, sentì Alucard rispondere:
- Sono contento che sai far funzionare il cervello, ragazzina. Andremo molto d'accordo, noi due. Va bene, dammi il tempo di mettere a nanna il segugio e corro a rassettarti il giardino. -

A quella prima telefonata, conclusasi con la vittoria di Integra, nelle settimane successive ne seguirono molte altre. Era sempre Walter a chiamare e anche attraverso il filo ad Integra sembrava di poter vedere l'imbarazzo del maggiordomo, umiliato per non essere riuscito a controllare il succhiasangue e mortificato di dover interrompere le lezioni della sua padrona. L'esordio era sempre il solito:
- Sono dolente di disturbarvi ma... -
Alucard aveva evocato in casa un nebbione così spesso che Walter e il resto dei dipendenti si stavano aggirando per la magione armati di torce elettriche perchè non si vedeva a un palmo dal naso.
Alucard si era trasformato in uno stormo di pipistrelli che stava volando compatto per stanze, scale e corridoi, e l'intero personale femminile della casa si era asserragliato terrorizzato nello sgabuzzino delle scope.
Alucard aveva evocato i suoi famigli demoniaci, un fiume in piena di scolopendre, millepiedi e scorpioni, tutti lunghi non meno di un braccio e il personale domestico stava battagliando furiosamente a colpi di scope e padelle contro quegli insetti.
Alucard aveva sguinzagliato Baskerville contro i giardinieri e adesso i tre poveri uomini si trovavano a cavalcioni del più alto ramo della più alta quercia del parco e non osavano scendere perchè ai piedi dell'albero il segugio infernale li attendeva a bocca spalancata.
Ogni volta Integra ascoltava quel mesto bollettino in silenzio, infine sospirava e diceva:
- Passami Alucard. -
Walter correva allora a stanare il vampiro da chissà quale recondito recesso della casa, e ad Integra non restava che attendere per lunghi minuti. Altre volte invece udiva il maggiordomo ordinare seccamente:
- La tua master vuole parlarti! - segno che il vampiro si trovava nella stessa stanza con l'uomo. In termini di attesa però per Integra cambiava poco perchè il succhiasangue si faceva un dovere di raggiungere il telefono col passo più flemmatico possibile, tanto per innervosire maggiormente lo shinigami. E quando finalmente udiva il serafico:
- Ya, my master? - di Alucard, cominciava l'interrogatorio.
- Perchè stai vandalizzando la mia dimora? -
- Io non vandalizzo un bel niente, my master. Mi sto solo allenando. Dopo essere rimasto in letargo per vent'anni, devo verificare se possiedo ancora tutti i miei poteri e i miei famigli demoniaci. -
- Come mai i tuoi allenamenti mi ricordano tanto gli scherzi dei miei coetanei? Davvero non sei capace di allenarti senza terrorizzare le persone che lavorano in casa mia? -
- Cerca di capire, my master...niente mi manda in estasi come vedere il terrore negli sguardi altrui. Se potessi uscire per compiere una missione, come macellare un vampiro o un ghoul, sfogherei tutta la mia adrenalina sul mio avversario e qui in casa sarei mite come un agnellino. Ma dato che da quando mi sono risvegliato non è ancora apparso un mostro all'orizzonte, mi tocca distrarmi come posso fra queste quattro mura. -
Integra aveva fatto buon uso del suggerimento offertole dal nosferatu durante il loro primo battibecco telefonico, quando si era dichiarato contento della sua capacità di "saper usare il cervello". A quel punto della conversazione, la ragazzina tirava fuori di tasca il taccuino su cui aveva annotato tutti i lavori di fatica di cui necessitavano la villa e il parco e ne appioppava uno ad Alucard. Il vampiro non si lamentava mai, anzi accoglieva con una risata soddisfatta quegli ordini. Per lui, l'essenziale era non rimanere fermo e se questo scopo lo raggiungeva rievocando le scolopendre o risistemando tutte le tegole di Villa Hellsing, poco importava.
I membri della Tavola Rotonda, passando a far visita al nuovo Sir Hellsing, rimanevano a bocca aperta dallo stupore vedendo la grande magione mutare radicalmente d'aspetto nel giro di pochi giorni.
Il muro di cinta del giardino fu rimbiancato a calce e la cancellata sovrastante scrostata dalla ruggine e riverniciata; il viale d'ingresso venne riasfaltato; la villa venne totalmente ritinteggiata fuori e dentro e tutti i mobili spostati.
- Siete in vena di cambiamenti? - chiese un pomeriggio l'ingenuo Penwood.
- No. Teniamo occupato Alucard. - rispose Walter
- Siete davvero fortunati a possedere un servo così forte a cui poter affidare tutti questi lavori. Chissà quanto vi avrà fatto risparmiare! -
Integra e il maggiordomo si morsero la lingua per non insultare la stupidità del povero generale con una risposta velenosa. No, Alucard non li faceva risparmiare. Ciò che il vampiro consentiva loro di non spendere eseguendo quei lavori di muratura, glielo faceva però sperperare sottoforma di liquidazioni.
Dalla sera in cui aveva fatto la sua passeggiatina sul soffitto davanti a tutti, Alucard non si era fatto più remore nello spaventare la servitù. Sembrava si divertisse un mondo nel mettere quelle donne e quegli uomini di fronte ad eventi talmente inspiegabili, da rendere loro sempre più arduo continuare a pensare che la guardia del corpo di Lady Integra fosse un semplice umano.
Camminare sulle pareti e attraversare i muri di fronte ai loro sguardi attoniti erano ormai imprese all'ordine del giorno e i dipendenti rifiutavano di aggirarsi per villa Hellsing da soli. Qualsiasi lavoro, anche il più banale, lo svolgevano sempre e rigorosamente in coppia, l'unico modo per riuscire a infondersi coraggio a vicenda quando vedevano l'agghiacciante sorriso di Alucard emergere da qualche angolo buio della casa.   
L'inizio degli allenamenti del vampiro diede il colpo di grazia al loro già provato sistema nervoso. In molti cominciarono a pensare che fosse molto più salutare licenziarsi e cercare un altro impiego che continuare a vivere nella paura di imbattersi in quell'inquietante individuo.
La prima defezione avvenne ad opera della governante, dopo che il nebbione evocato da Alucard all'interno della casa l'aveva fatta ruzzolare giù dalle scale mentre cercava una pila elettrica.
- Non avrei mai creduto che mi sarei licenziata dopo quindici anni di onorato servizio, ma non intendo rimanere un giorno di più sotto lo stesso tetto con questo psicopatico!-
Ciò detto, la signora O'Hara si era messa ad inveire anche contro Mister Dorneaz reo, ai suoi occhi, di aver permesso a quell'avanzo di galera di fare irruzione in casa Hellsing, assumendolo come guardia del corpo. Si era poi sciolta in un mare di lacrime al pensiero di lasciare "la povera Integra" sola, in compagnia di quel bruto, e finalmente era andata via sbattendo la porta.
Lo scherzo dei pipistrelli fece fuggir via una delle cameriere. L'evocazione delle scolopendre mise le ali ai piedi al cuoco. I giardinieri che avevano rischiato la vita ad opera di Baskerville, oltre a licenziarsi, citarono in giudizio per danni gli ex-padroni.
Fra le agenzie di collocamento si sparse rapidamente la voce che in casa Hellsing risiedeva un bodyguard psicopatico, che allevava nei sotterranei della villa pericolose bestiacce esotiche che fuggivano dalle gabbie, spargendo il terrore. Inoltre si dilettava in scherzi idioti, come simulare la nebbia usando fumogeni fra le mura domestiche. Queste notizie avevano instillato nella mente dei direttori delle agenzie un fondato timore:
- Pensiamoci due volte prima di inviare del personale presso l'Ordine dei Cavalieri Protestanti. Se accadesse qualcosa ai dipendenti e si scoprisse che noi, pur conoscendo il pericolo, l'abbiamo ignorato, potremmo beccarci una denuncia. -
Walter quindi faticava a tappare quelle falle e a quei pochi che ancora si trovavano in casa, aumentò lo stipendio, nel tentativo di tenerli legati a sè. In quel modo l'organizzazione della villa riuscì bene o male ad andare avanti finchè un pomeriggio Integra si rese conto, consultando il suo taccuino, che non esisteva più alcun lavoro da impartire ad Alucard. Tutto ciò che poteva essere fatto era stato svolto. La ragazzina rabbrividì, domandandosi come sarebbe riuscita a domare il vampiro alla prossima telefonata di Walter.

Quella domenica, Walter prelevò dalla cassaforte dell'ufficio di Sir Hellsing una pila di vecchi quaderni.
- Credo che potranno servirvi per comprendere meglio Alucard e capire come farvi obbedire da lui. - spiegò il maggiordomo, mettendoli in mano ad Integra - Sono i diari che i vostri antenati hanno tenuto su Alucard. Contengono appunti, osservazioni, informazioni di ogni genere sul vostro vampiro domestico. Leggeteli, vi saranno utili. -
- Va bene. Me li porto in biblioteca. -

La biblioteca di casa Hellsing era un ambiente raccolto e confortevole. Integra si sedette a gambe incrociate sulla poltrona vicino alla finestra e cominciò a scorrere le copertine dei quaderni. I più vecchi erano stati scritti da Abraham Van Helsing. La parte più cospicua però era stata compilata dalla sua erede.
L'unico figlio del medico olandese era deceduto ancor giovane così, quando si trattò di trovare chi gli succedesse al comando dell'Ordine dei Cavalieri Protestanti, Van Hellsing setacciò fra il parentado chi possedesse le capacità per tener testa ad Alucard.
Una delle sorelle del cacciatore di vampiri si era trasferita ancora ragazza a Londra, inglesizzando il suo cognome in Hellsing. Successivamente si era sposata con un certo Wingates e fra i molti figli che misero al mondo ce ne fu una, Eva, che il vecchio Abraham giudicò racchiudere in sè le qualità adatte a succedergli.
Fu così che a master Abraham seguì master Eva, la madre di master Arthur.
"A cui seguì master Integra" si disse la ragazzina, concludendo la genalogia.
In mezzo ai quaderni trovò anche una copia sbiadita del "Dracula" di Stoker e due biografie su Vlad l'Impalatore. I tre libri erano abbondantemente sottolineati e molte note erano state aggiunte sui loro margini.
Integra posò i volumi su un tavolino; li avrebbe letti un'altra volta. Quel giorno si sarebbe dedicata solo ai diari dei suoi antenati.

Integra alzò la testa dal quaderno che stava leggendo, concedendo un po' di riposo agli occhi.
Lasciò vagare lo sguardo sui trofei appesi sulla parete del caminetto. Erano tutti frutto delle cacce grosse condotte nei quattro continenti da suo nonno, John Farburke, marito di Eva Wingates Hellsing.
Sotto la testa di ogni animale c'era un cartiglio col suo nome scientifico e Integra accarezzò con lo sguardo quei polverosi musi imbalsamati.
C'erano una tigre del Bengala, un rinoceronte di Sumatra, un bisonte americano, un puma andino, un bufalo africano, un vampiro con i capelli bianchi che le faceva la linguaccia.
Sul faccino di Sir Hellsing comparve un sorriso maligno:
- La tua testa starebbe benissimo là in mezzo e sul cartiglio, come nome scientifico, scriverei "scimmia dispettosa". -
Il vampiro, ghignando, emerse dalla parete fino alla vita.
- John Farburke me lo diceva tutte le volte che lo facevo arrabbiare. "Un giorno appenderò la tua testa in biblioteca". Povero illuso! Se si fosse azzardato a passare dalle parole ai fatti, sarei stato io ad appendere la sua testa sul caminetto e sul cartiglio avrei scritto "microcefalo idiota". -
- Non avevi molta stima di mio nonno, eh? -
Nel ghigno del vampiro si mescolarono divertimento e disprezzo:
- Perchè avrei dovuto stimare quella nullità? Si faceva mantenere dalla mia master, senza aiutarla minimamente nel suo lavoro. Quel perdigiorno di tuo nonno ha fatto solo tre cose utili per l'Hellsing. Una è stata "abbellire" la sede con questi trofei. L'altra, collaborare con tua nonna per concepire tuo padre. -
- E Richard. -
Sul muso del vampiro si dipinse un'espressione disgustata e mosse una mano come per scacciare via una mosca:
- Quell'inetto nemmeno lo considero. La sua stessa esistenza è frutto di un incidente. Master Eva si stancò presto di suo marito e lo tenne alla larga da Hellsing Manor pagandogli viaggi in località remote. Terminato un viaggio, quel pelandrone tornava a casa per qualche settimana, giusto il tempo per farsi allungare dalla moglie i soldi per un nuovo safari, dopodicchè spariva per un altro paio d'anni, senza più dare notizie di sè. Tuo zio fu concepito durante una di queste soste. Master Eva nemmeno lo voleva. Si disperò così tanto, quando capì di essere incinta! Aveva già tuo padre, ormai ventenne, non sapeva cosa farsene di un altro marmocchio. A quei tempi l'aborto era illegale e le donne che vi si sottoponevano rischiavano di morire per infezione o dissanguamento. Questa fu l'unica ragione per cui tua nonna non tentò di sbarazzarsi di Richard, ottenendo come unico risultato di morire di parto. Ormai era troppo vecchia per sostenere una lotta simile. Quando la mia master morì, avrei tanto voluto staccare con un morso  la testa di quel maledetto neonato ma sapevo che tuo padre non me lo avrebbe mai perdonato, così mi trattenni. Poco male, cinquant'anni dopo mi sono tolto la soddisfazione di staccargli un braccio! -
Integra, involontariamente, tornò con la memoria a quegli istanti drammatici nelle segrete della villa. Un particolare si impose alla sua mente, facendole aggrottare le sopracciglia:
- C'è una cosa che non capisco. Quel giorno, nei sotterranei...Richard ti guardò come se non ti avesse mai visto prima in vita sua. Ma lui era cresciuto qui, in casa, possibile non ti abbia conosciuto? -
- Quell'imbecille è stato vigliacco sin da piccolo. - rispose con disprezzo il servo - Ogni volta che mi vedeva, si metteva a frignare. Pur di non sentirlo, presi l'abitudine di assumere l'aspetto di un ragazzino. Quando avevo quella forma, Richard non urlava. Quando compì undici anni, tuo padre lo spedì a Eton e io potei riprendere il mio aspetto abituale. Da allora in poi, quell'inetto si è fatto vedere raramente e quando circolava per casa, io rimanevo nei sotterranei, oppure diventavo invisibile. Per questo, quando ci siamo incontrati nelle segrete, Richard era convinto di non avermi mai conosciuto. L'ultima volta che mi aveva visto in forma adulta, era talmente piccolo da non poterselo ricordare. -
Il vampiro si sporse un altro po' dalla parete, così da riuscire a buttare un occhio su ciò che stava leggendo Integra.
- Ti documenti su di me, master? - il suo tono era ironico ma si coglieva una nota di orgoglio nella sua voce. Scoprire di essere oggetto di studio da parte della nuova padrona solleticava la sua vanità.
- Solo perchè me l'ha consigliato Walter. - rispose con sufficienza la ragazzina, gongolando internamente nel vedere la delusione dipingersi sul volto del servo. Integra non aveva un animo sadico ma era talmente difficile spuntarla con Alucard, che ogni più piccola vittoria la riempiva di orgoglio.
- Ma adesso non parliamo di questo, Alucard. Mi interessa terminare la discussione di prima. -
- Perchè? C'è forse qualcosa da terminare? - chiese il vampiro con aria innocente. I suoi occhi però si erano assottigliati in due fessure, quasi stesse preparandosi ad uno scontro.
- Hai detto che mio nonno ha fatto solo tre cose positive per l'Hellsing. Una è stata appendere le teste di questi animali in biblioteca. La seconda è stata fare mio padre. E la terza? -
Il vampiro guardò l'orologio appeso alla parete di fronte:
- Uh, come si è fatto tardi! - esclamò - Adesso devo proprio scappare, master! -
Così dicendo si ritirò all'interno della parete. Un minuto dopo, Integra sentì il campanello del forno a microonde annunciare che una porzione di sangue era stata scaldata. Sir Hellsing non si lasciò fregare. Mentalmente annotò di ritornare sull'argomento "nonno" con Alucard, dopodicchè riprese la lettura dei diari.

Integra poggiò l'ultimo diario sulla pila di quaderni già letti e si stropicciò gli occhi. Era ormai sera. Aveva trascorso tutto il giorno a leggere gli appunti che i suoi antenati avevano scritto su Alucard. Capiva che avrebbe dovuto rileggere quelle osservazioni molte altre volte, negli anni avvenire, per assorbirle fino in fondo, ma intanto qualcosa aveva compreso sin da ora. Dato che con Alucard non si poteva vincere sul piano della forza fisica, l'unico modo per farsi obbedire da lui consisteva nel dimostrasi degni del suo rispetto. E il vampiro stimava solo le persone coerenti, coraggiose e capaci di rischiare.
"Solo se sarò Integra di nome e di fatto, riuscirò a spuntarla con lui" si disse la ragazzina e per la prima volta capì perchè il padre l'avesse chiamata così. Era più di un augurio: era un monito permanente.
- Allora, sono un argomento interessante? - chiese Alucard, materializzandosi dal nulla alle spalle di Sir Hellsing.
Integra ignorò la domanda. Per niente al mondo voleva dare una simile soddisfazione al vampiro. Preferì invece chiedere:
- Perchè un vampiro combatte e uccide gli altri vampiri? Mi sembra privo di senso. -
Era una domanda che le frullava per la testa da molto tempo ma fin'ora non aveva avuto il coraggio di esprimerla.
- Anche gli umani uccidono i loro simili. - rispose Alucard in tono placido.
- Sì, ma gli umani che uccidono altri umani li chiamiamo "assassini" e li chiudiamo in cella. -
- Oppure date loro una medaglia se tornano da una guerra. -
- Mai saputo che tra i vampiri sia in corso una guerra. -
Il nosferatu prese un po' di tempo per riflettere, infine chiese:
- Master, secondo te l'Organizzazione Hellsing chi difende? -
Integra sapeva la risposta. Suo padre gliel'aveva fatta imparare a memoria sin da piccola e automaticamente disse:
- Difendiamo i britannici e il protestantesimo dall'anticristo! -
- Quindi lasciaresti pappare dai vampiri chiunque non sia protestante? -
- No! Certo che no! -
- E cosa intendi per britannici? Una persona nata all'estero ma che si è trasferita qui per lavorare o studiare, la consideri britannica? -
Molti dei compagni di scuola di Integra avevano uno o entrambi i genitori provenienti dall'estero, quando non erano nati in un paese straniero loro stessi. Sir Hellsing li aveva sempre considerati suoi connazionali e quindi senza esitare rispose:
- Ma certo, sono britannici anche loro e non li lascerò succhiare da un vampiro! -
- E un turista straniero che si ritrovasse a passare da queste zone? -
- Che domande idiote mi fai? Anche se non è un britannico nè un protestante, non mi sembra un buon motivo per farlo mangiare da un mostro! Qualsiasi essere umano che viva o si trovi semplicemente a passare attraverso la Gran Bretagna, verrà difeso dall'Hellsing! -
- E se ti dicessero che un paese straniero è flagellato dai vampiri, che faresti? Mi imbarchi su un aereo e mi spedisci laggiù a massacrarli? -
Neanche questa volta Integra ebbe tentennamenti:
- Certo che no! Il mio compito è difendere gli umani della Gran Bretagna, mica quelli degli altri paesi. -
Il vampiro fece un sorriso che andava da un orecchio all'altro:
- Vuoi sapere come ragionavano in merito i tuoi antenati? Master Abraham Van Hellsing, nonostante fosse un olandese, quindi un immigrato, era convinto che l'Organizzazione dovesse servire solo per difendere chi era britannico da generazioni, e fosse di religione anglicana. Per tutti gli altri, non muoveva un dito. Lasciò che un licantropo facesse stragi di vecchi e bambini nei ghetti irlandesi ed ebraici di Londra e mi spedì sulle sue tracce solo quando quella bestiaccia cominciò ad agire nei sobborghi abitati dagli inglesi protestanti. Tua nonna aveva delle vedute leggermente più aperte. Anche lei pensava che bisognasse difendere chi fosse britannico da generazioni, però non stava a sindacare sulla religione. Un britannico, anche se non era anglicano, andava protetto comunque. Ma anche per master Eva il resto dell'umanità poteva fottersi tranquillamente. Permise che una vampira facesse del quartiere russo il suo fast-food e solo quando quella succhiasangue decise di visitare anche il resto della città alla testa di una banda di ghouls, mi mandò a maciullare lei e i suoi disgraziati servitori. Tuo padre era del parere che bisognasse difendere chiunque vivesse, lavorasse o studiasse in Gran Bretagna, indipendentemente dalla religione o dal luogo di nascita, ma gli sembrava superfluo preoccuparsi anche dei visitatori di passaggio. Tu, a differenza di lui, saresti pronta a difendere anche i turisti ma ti sembra assurdo aiutare altre nazioni. Probabilmente i tuoi figli penseranno invece che sia normale "prestarmi" anche a dei governi stranieri. Capisci adesso, master? Per voi umani non è facile definire il vostro branco di appartenenza. Per alcuni è estremamente piccolo, per altri è talmente vasto da abbracciare tutta l'umanità. Noi vampiri non abbiamo di questi problemi, conosciamo benissimo i confini del nostro branco. Il nosferatu che ci ha vampirizzato è il nostro maestro, gli altri succhiasangue che ha creato ci vengono, per così dire, fratelli e sorelle. Quando diventiamo dei vampiri a tutti gli effetti, possiamo a nostra volta vampirizzare degli allievi. Ecco, il branco di un nosferatu è formato dai pochi vampiri con cui ha avuto uno scambio di sangue, diretto o indiretto. Tutti gli altri sono rivali perchè cacciano le nostre stesse prede, gli umani. E i rivali, master, vanno schiacciati come insetti: meno ce ne sono, più prede abbiamo per noi. -
Integra riflettè per un po' sulle parole del servo, infine chiese:
- Da quando Van Hellsing ti ha domato, sei entrato a far parte di un branco umano. Ti pesa essere l'unico succhiasangue della famiglia? -
- A te peserebbe essere l'unica umana in una famiglia di vampiri? - chiese il nosferatu in tono calmo.
Integra si diede la risposta e per un po' fra padrona e servo regnò il silenzio. Infine la giovane master chiese:
- Prima che il mio antenato ti schiavizzasse, possedevi un tuo branco? -
- Certo! - rispose il vampiro, con gli occhi brillanti di orgoglio - Avevo vampirizzato tre donne. Quando diventarono delle regine della notte a tutti gli effetti, decisero di rimanere al mio fianco come compagne. Erano le mie leonesse e io le ho amate molto. Purtroppo, quando master Abraham si mise sulle tracce del Conte, incontrò prima loro di me e le uccise con un paletto nel cuore mentre dormivano. Ma a differenza di quel che fece con me, non le riportò in vita. -
L'orgoglio che aveva animato gli occhi del vampiro all'inizio del racconto era pian piano scemato, per lasciare spazio ad un'amarezza sconfinata.
- Mi mancano, le mie leonesse. Più di quanto le parole non possano dire. -
Adesso lo sguardo di Alucard sembrava perduto in chissà quali lontani ricordi e Integra si sentì a disagio, come sempre le capitava quando gli adulti intavolavano davanti a lei discussioni troppo grandi per i suoi dodici anni di età.
Senza aggiungere altro, il vampiro, camminando all'indietro, svanì all'interno di una parete. Integra rimase seduta a lungo nella biblioteca. La malinconia del servo l'aveva contagiata, spingendola a ricordarsi del padre il che, a sua volta, finiva sempre col farle rivivere l'incubo di ciò che era successo nelle segrete della villa, con lo zio alle calcagna.
Quando giudicò di essersi fatta del male a sufficienza, decise di scendere in cucina per inghiottire qualcosa di caldo. Una delle poche certezze acquisite nei suoi dodici anni di vita era che uno stomaco riscaldato è il migliore alleato per cacciare via i ricordi sgradevoli dalla mente. Uscendo dalla biblioteca, trovò Alucard seduto sul pavimento del corridoio, il capo chino e le braccia appoggiate sulle ginocchia. Gli passò davanti senza dire una parola, nè il succhiasangue sembrò accorgersi di lei.
Il vampiro rimase in quella posizione per tutta la notte.



* l'autrice si dissocia da questa frase omofoba. D'altra parte non posso far parlare Alucard "politically correct", non è nel suo stile.

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Nel libro di Bram Stoker non c'è nessuna storia d'amore fra Mina e Dracula. La donna e il vampiro sono solo due avversari. Nel suo castello in Transilvania, il Conte abita con tre spose-vampire che come dice lui stesso, ama molto. Benchè non mi trovi d'accordo con il romanzo di Stoker su molti punti, questo particolare delle spose-vampire mi piace e ho deciso di tenerlo.
Stoker ci informa anche che il figlio di Van Helsing è morto e su questa base ho inventato master Eva, anche per cercare di spiegarmi perchè Hellsing sia solo l'ultimo dei cognomi di Integra. Se dal medico olandese fosse discesa una linea maschile diretta, non si sarebbero dovuti aggregare anche i cognomi Wingates e Farburke. Mi sono spiegata questa stranezza dicendomi che la discendenza di Van Helsing potrebbe essere stata al femminile. ^^
Un grande grazie a Carlos Ray! Nell'incomprensione di Integra sul perchè un vampiro uccida i suoi simili, c'è molto di me. Se sono riuscita a venirne a capo, è anche per merito delle nostre discussioni. E credo di aver messo nelle risposte di Alucard un po' delle tue. :D
  
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