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Autore: ElPsyCongroo    03/02/2013    3 recensioni
Nel grande Regno del Giallo vivono due giovani ragazzi, anzi, una ragazza e un ragazzo, dai capelli del colore dell'oro e gli occhi del colore del cielo. Hanno un carattere un po' strano, malato per certi versi. Inoltre sono di una bellezza regale, a soli 14 anni entrambi hanno un grandissimo fascino. A questo punto si potrebbe pensare che siano fratelli, addirittura gemelli, e che siano i regnanti del Regno del Giallo no?
E invece lei è principessa del Regno, mentre lui è solo suo servo.
Lei è una regina arrogante, malvagia.
Lui è un servo fedele, malvagio.
Lei ama il suo servo, ma non come amante, ma come una sorella ama un fratello.
Lui ama la sua principessa, come un fratello ama una sorella.
Perché è questo che sono, fratelli, gemelli, anche se lei non lo sa.
Oltre a loro però ci sono altre persone che nascondono segreti, come la popolana dai capelli rossi, la serva dai lunghi capelli color smeraldo e il principe dagli occhi color zaffiro.
Un Regno intero finirà a causa di questi segreti.
Essi porteranno alla più grande tragedia.
(Si tratta della storia completa di Aku no Musume, anche se questa è solo la prima parte ^^).
Genere: Drammatico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Len Kagamine, Rin Kagamine, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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N.B. LEGGETE LA NOTA D’AUTRICE, È IMPORTANTE!

 

Capitolo 7: È giunto il momento.

Nervi.

«Dov’è la principessa? È in ritardo! Sei tu che devi occuparti di lei!»

Ner-vi.

«E vedi di ascoltare quando la gente ti parla! Devi prenderti le tue responsabilità!»

N-e-r-v-i.

«Allora? Dov’è? Non l’avrai nascosta da qualche parte perché non vuoi farla sposare, vero? Questo è un giorno importante per la principessa Rin, non devi prendere questa situazione come se fosse un gioco! Se il principe Kaito e la principessa Rin non si sposano i regni non troveranno mai la pace, anzi, molto probabilmente finiremo in guerra! Perciò vedi di dirmi immediatamente dov’è la principessa altrimenti te la farò pagare, non mi interessa che sei il suo prediletto!»

NERVI!

«Taci vecchia!» Len non ce la faceva più. Appena erano tornati dalla loro uscita Rin era stata letteralmente trascinata via dalle serve del castello cosicché potesse essere preparata per la festa di quella sera; Len aveva tentato di seguirla ma come era ovvio che accadesse era stato spedito a fare altro malgrado la proteste della principessa. In realtà non c’era molto da fare, ma trovavano sempre tutte le scuse del mondo per allontanarlo da lei. Così, dopo aver controllato che fosse tutto apposto, il salone ben decorato, la sala da pranzo pronta con tutti i cibi per il banchetto, i giardini con tavoli e sedie per i commensali, l’entrata al castello riccamente addobbata e i vari domestici, cuochi e quant’altro pronti ed efficienti era andato a prepararsi anche lui.

Quella sera avrebbe avuto il privilegio di stare al fianco della principessa in veste di accompagnatore e non di servo. Sarebbe stato impeccabile. Aveva comprato uno smoking che si abbinasse all’abito della principessa: la lunga giacca era color oro bordata di nero. Il colletto alzato ed abbottonato da metà petto fino all’attaccatura dei pantaloni lasciava vedere la camicia bianca, ed attorno al collo aveva legato un foulard dello stesso bianco candido. I pantaloni erano più semplici, neri, e ai piedi indossava dei lucidi stivali anch’essi neri. Si era anche legato i capelli in una piccola coda con un nastrino nero. Ironia della sorte, sembrava un vero principe con quell’abito. E sembrava anche più grande.

Appena pronto era uscito diretto alle stanze di Rin, ed era così che aveva scoperto che lei era sparita. Appena dopo essere stata vestita con un abito che non era quello che lui le aveva appena regalato era uscita dicendo che sarebbe andata a chiamarlo, ma così non era stato. Lui non l’aveva vista da nessuna parte. Non aveva idea di dove fosse, ma tutti si erano accaniti su di lui, tempestandolo di domande e facendogli salire i nervi a fior di pelle.

«Tacete tutti! Per quanto mi costi ammetterlo non ho idea di dove sia, non è venuta a cercarmi, non mi ha detto che volesse andare da qualche parte altrimenti a quest’ora sarei con lei e non so dove potrebbe essere! Se magari non mi aveste cacciato questo non sarebbe successo! Ora, voi la cercate in ogni angolo del castello, io andrò a cercarla fuori. Se la trovate avvisatemi immediatamente, sono stato chiaro?» Essendo gemello di Rin anche lui aveva solo quattordici anni, ma in quel momento, circondato dalla maggior parte dei servi del castello, aveva un’età indefinita in grado di intimorire tutti.

«Allora?» Tutti si riscossero ed annuendo in fretta andarono a cercare la principessa per tutto il castello. Len si diresse immediatamente fuori, con un posto ben preciso in mente. Era vero, non sapeva dove fosse, ma una mezza idea se l’era fatta. Una volta fuori dal castello attraversò in gran fretta il cortile e si addentrò nel giardino di rose. Superò il centro dove si ergeva un magnifico gazebo anch’esso allestito per la festa (era stato preparato per i due futuri sposi, per concedergli un po’ di “privacy” dopo l’annuncio) ed andò verso il labirinto che si trovava poco più in là. Per buona parte percorse la strada giusta, quella che l’avrebbe portato al lago sul retro, ma ad un certo punto si fermò. Guardò l’alta siepe davanti a lui per un attimo e quando individuò un piccolo nastro dorato lo tirò, riuscendo a spostare con facilità una grande sezione di rami così da poter passare dall’altra parte.

Davanti a lui si figurò un enorme e fitto bosco. I grandi alberi non permettevano alla luce di penetrarvi all’interno, così da renderlo estremamente buio. Si avvicinò ad uno dei prima alberi e fece un piccolo sorriso. Aveva indovinato: appeso ad un ramo c’era un abito molto elaborato, nero e oro, finemente decorato. Ai piedi dell’albero c’erano delle scarpe con il tacco alto color oro affiancate dalla corona che Rin tanto odiava. Len si tolse giacca, cravatta e stivali e lasciò il tutto insieme alle cose di Rin. Si addentrò nel fitto bosco e dopo alcuni minuti di cammino scorse una parete di roccia nella quale si apriva una grotta. Len entrò piano senza far rumore ed avvertì l’eco della voce della sorella. Addentrandosi ancora di più arrivo al centro della grotta che si apriva in una grande “stanza”, e al centro di essa, davanti ad una lapide, c’era Rin, in piedi che ballava, a ritmo della dolce melodia che canticchiava.

Len riconobbe immediatamente la melodia, così cominciò a cantare:

«Nella culla del tempo

Ciò che vidi fu un sogno terribilmente freddo

Ma tu cantavi per me

Una gentili, gentile ninna nanna

 

Rin interruppe il suo canto e si girò verso di lui. Non gli chiese niente, semplicemente sorrise, ed iniziò anche lei a cantare, rispondendo alle sue domande.

 

  Cosa desideravi?

- Un mondo che non finisse mai-

Cosa desideravo?

-La fine del mondo ...?-

“La voce prescelta,”

Con esitazione e dolore

- Con sorrisi e consolazioni -

“Continua a cantare”

 

Trasformando l’afflizione in gioia

-Mutando il dolore in sorrisi-

Stai camminando in mezzo alla distruzione senza speranza?

-Tutto quello che posso fare è pregare-

Voglio salvarti

- Voglio proteggere questo mondo -

“Desidero ardentemente l’intersezione che deve ancora arrivare”

Voglio concludere tutte le vite con le mie mani

- Voglio portare la pace e la benedizione per il mondo senza fine -

Ah, non si può raggiungere

- Il mio cuore non si può raggiungere -

“I nostri desideri lasciarono solo illusioni, ricominciando un’altra volta ancora”

 

Rin intanto che cantava ballava, e il suo spettacolo era ciò che di più magnifico si potesse vedere. Volteggiava nella grotta, con i piedi nudi a contatto con la roccia fredda ed indosso solo la leggera sottoveste bianca. Con le braccia reggeva un lungo drappo dorato, che risplendeva ogni volta che la luce che filtrava tra le crepe della grotta la raggiungeva. Len prese fiato per due secondi e riprese a cantare la melodia

 

È giunto il momento»

e a quel punto Rin cadde a terra, come sfinita dal canto.

«Lady Rin!» Len corse dalla sorella che pian piano si stava rialzando, pronto a fare qualunque cosa potesse servire per aiutarla. Stava impazzendo, temendo che Rin si fosse fatta seriamente male, ma lei, all’improvviso, si girò verso di lui e lo guardò con un gran sorriso.

«Ops, sono caduta!»

«Oddio principessa, mi ha fatto preoccupare! Credevo che si fosse ferita!»

«Tranquillo Len, non mi sono fatta niente!»

«Sicura?»

«Sicurissima! Anzi, sono arrabbiata con me stessa perché sono inciampata nei miei stessi piedi! Eppure ci stava venendo così bene!»

«Non si arrabbi, non è colpa sua. È vero, è caduta, ma non deve farsene una colpa. Capita. È stato comunque bellissimo poter cantare assieme.»

«Anche per me è stato bellissimo. Era da tanto che non cantavamo. È un peccato… Comunque non credevo che la ricordassi ancora.»

«Non potrei mai dimenticare una canzone tanto importante per la mia principessa.»

«Lecchino.»

«Non è così. Lo sa che ci tengo a lei.»

«Certo che lo. Per questo ci vogliamo bene, vero?»

«Vero.»

«… Senti Len…»

«Mi dica.»

«Secondo te lei mi voleva bene?» chiese Rin indicando la lapide.

«Senza ombra di dubbio,» rispose Len guardando il nome inciso sulla pietra «le voleva sicuramente bene. Me l’aveva detto lei stessa no? La canzone è un suo dono, giusto?»

«Già…» Rin chiuse un attimo gli occhi, ed insieme a Len ripensarono a qualche tempo prima, quando Rin per la prima volta aveva portato il suo servo in quella grotta.

 

“Allora Len, adesso ti porto in un posto che nessun altro a parte me conosce. Beh, in realtà c’era anche mio padre. Ma appunto c’era, quindi ora lo so solo io.”

“E se mi è concesso chiederlo, perché lo vuole far sapere anche a me?”

“Così. Sei il mio servo, non si sa mai che ti torni utile saperlo.”

“Come desidera.”

I due ragazzi uscirono dal castello, mentre la notte cominciava a scendere.

“Non sarebbe meglio andare un altro giorno? Ormai è tardi, si sta già facendo buio.”

“Non preoccuparti, conosco la strada a memoria. Non mi perderei nemmeno in mezzo ad una tempesta di neve, figurarsi al buio” e così dicendo proseguì spedita verso il giardino delle rose.

Len le andò subito dietro, senza perderla d’occhio nemmeno per un secondo. Guardò furtivo le guardie del castello che sorvegliavano l’esterno, ma nessuna di loro sembrava prestare attenzione ai due.

“Per quanto gli riguarda io potrei anche sparire senza lasciare traccia, quindi poco gli importa dove vado. Non ci seguiranno, anche perché gliel’ho vietato.”

Superarono il gazebo e raggiunsero il grande labirinto formato da alte siepi.

“Conosci la strada per uscire da questo labirinto?”

“Le strade. Una porta al cancello principale, una alle coltivazioni di corte, un’altra ancora alla zona di allevamento, una alle stalle, e l’ultima al lago sul retro, oltre alle varie strade senza uscita o che portano alle celle o in mezzo ai cani da guardia.”

“Chiederti come fai a saperlo immagino sia inutile, vero?”

Len sorrise senza rispondere. Sapeva tutte le strade del labirinto perché erano stati loro stessi, insieme all’aiuto della madre e del padre, prima dell’incidente, a creare la mappa del labirinto. Sin da piccolo Len aveva una memoria fotografica molto sviluppata, quindi gli era bastato poco per ricordare tutte le vie giuste.

“Figurarsi. Beh, caro il mio servo, sappi che questa volta ti sbagli. C’è una strada che non conosci.”

“Davvero? Strano, non credevo di averne dimenticata una.” Len si mise a ragionare ma no, era impossibile, non poteva aver dimenticato una strada.

“Infatti sei stato bravo, hai elencato tutte le strade scritte sulla mappa, ma te ne manca comunque una.” Terminando la frase la principessa si fermò davanti una delle pareti di siepe del labirinto. Mentre parlavano infatti avevano cominciato a percorrerlo e Len era convinto che si stessero dirigendo al lago, ma a quanto pareva non era così. La principessa lo fece mettere vicino a lui e gli indicò un punto nella siepe: anche se era buio Len vide un sottile nastro d’oro legato ad uno dei rametti. La principessa lo tirò e così facendo parte della siepe si aprì: il nastro infatti era collegato a tanti altri e in questo modo bastava un tiro leggero per far smuovere vari rami, aprendo un passaggio.

Senza lasciargli il tempo di parlare Rin lo trascinò con sé verso il bosco in fondo alla proprietà dei Kagamine. Prima di addentrarsi si tolse le scarpe e il vestito senza curarsi sella presenza di Len, che nel frattempo era parecchio arrossito. Dopo averlo esortato a togliersi anche lui le scarpe lo prese per mano e lo trascinò in mezzo agli alberi. Dopo un breve tragitto Len vide una grotta che si apriva nella roccia e fu proprio li che Rin lo portò. Dopo aver percorso uno stretto corridoio arrivarono ad una parte più ampia della grotta, una specie di enorme stanza. Al centro c’era una croce di pietra illuminati dai raggi di luna che filtravano dalla roccia.

Una volta abbastanza vicini Len scorse il nome su quella che si era rivelata essere una tomba:

-Sharin Lily Kagamine, morta per proteggere il futuro dell’Oro-

“Questa è la tomba di mia madre. È morta anni fa, quando ero ancora molto piccola, quindi non mi ricordo molto di lei. Vedi? Ho preso il suo nome, anche se ormai nessuno mi chiama così. “Sharin Lenka Kagamine”, non  lo trovi un nome orribile ed esagerato?” Len fece fatica a rispondere: trovarsi così d’improvviso davanti alla tomba della madre era stato traumatico. Era un miracolo che non fosse scoppiato a piangere.

“Comunque, non ti ho portato qui per lamentarmi. Volevo raccontarti una storia che mi raccontò mia madre poco prima di morire. Siediti qui.” Rin si era seduta davanti alla tomba con Len accanto.

“La storia narra la leggenda di questo regno. Si racconta di come un tempo tutti i paesi fossero uniti in uno solo e di come il suo equilibrio fosse governato dalla presenza di un enorme drago nero. Questo drago viveva in una grotta come questa e per compiacerlo e venerarlo il popolo offriva una giovane ragazza con grandi abilità canore e di danza. Essa doveva placare la collera del drago quando si sarebbe manifestata, ed era conosciuta da tutti come Diva. Purtroppo la Diva non aveva vita lunga: il danzare e cantare in modo continuo la sfiniva fino alla morte, ed a quel punto si sceglieva una nuova Diva. Arrivò il giorno in cui fu scelta una giovane fanciulla dai capelli dorati come Diva. La madre si oppose con tutte le sue forze, inutilmente. La fanciulla fu portata via. Il fratello gemello però continuò a sentire la sua voce; così, dopo anni di attesa e la morte della madre, partì alla ricerca della sorella. Quando raggiunse la grotta del drago incontrò un ragazza che gli sbarrava la strada: era la Guardiana che aveva il compito di fermare chiunque tentasse di liberare la Diva, anche a costo di morire. Il ragazzo lottò strenuamente e quando sembrò tutto perduto ruppe la maschera della Guardiana. Come se fosse stata colpita al cuore essa si immobilizzò così il ragazzo raggiunse la sorella. Purtroppo però era arrivato tardi: la ragazza, dopo averlo visto ed avergli sorriso dolcemente, si accasciò al suolo, stremata. Il fratello la raggiunse ed implorando per la sua salvezza la strinse a sé. All’improvviso un bagliore verde li avvolse e la Diva sembrò riprendere tutta la vitalità e forza persa in quegli anni. I due gemelli si strinsero forte e guardarono senza timore il drago che stava per scagliare tutta la sua furia su di loro, pronti a morire, felici di essere si nuovo insieme. Prima di colpirli però la Guardiana si parò tra loro, e dopo aver sorriso ai due ragazzi una grande luce bianca riempì la grotta. Nessuno conosce il vero finale della leggenda, ma tutti sono d’accordo su una cosa: la Guardiana si sacrificò per proteggere i gemelli e così facendo i drago nero morì, sconvolgendo l’equilibrio del mondo. Per questo ora è divido. Si dice anche che la Guardiana diventò lei stessa il drago e che ancora oggi riposi, aspettando che arrivi il momento adatto per sparire del tutto, il momento in cui il mondo saprà gestirsi da solo.”

“E i gemelli?”

“Una versione dice che sono morti, ma non mi piace molto. Da allora comunque si crede che i gemelli abbiano una forza ed un potere nascosto in grado di governare il mondo. In fin dei conti secondo la leggenda è proprio grazie a loro che il mondo si è salvato, ma forse a causa loro è nato un nuovo drago in grado di distruggere tutto quando lo riterrà necessario.”

“Perché ha voluto raccontarmi questa storia?”

“Per tu hai salvato il mio mondo come il ragazzo della leggenda uccidendo il drago, ed hai salvato me, la Diva. Forse però è un male, salvandomi forse hai dato vita ad un drago in grado di distruggere tutto. Come la Guardiana.”

“Io non la vedo così.”

“E come la vedi?”

“Secondo me sì, posso essere paragonato al ragazzo, ma in quanto ho salvato la vita di una povera ragazza uccidendo il drago che la teneva prigioniera. Poco importa se ho creato un nuovo drago, l’importante è aver protetto la Diva.”

“E la guardiana?”

“Non saprei, è l’unico personaggio della storia che mi manca.”

“Quindi la tua teoria non può essere considerata valida.”

“Io continuo a considerarla tale.”

“Fa un po’ come vuoi!” La principessa si abbracciò le ginocchia ed vi affondò il viso. Dopo un attimo di silenzio Len le poggiò una mano sulla testa, e disse

“Secondo me la guardiana è sua madre, la regina Lily.”

“Come scusa?”

“Lei è morta dopo averla salvata, giusto? Non le sto dando la colpa della sua morte, non oserei mai, è stato un tragico incidente, ma come la Guardiana della leggenda ha deciso di salvare la vita della sua Diva. Ed ora protegge il mondo della sua Diva.”

“… Detta così mi piace…” La principessa arrossì e sorrise leggermente.

“Visto? Le sono tornato utile?”

“Tu mi sei sempre utile! Lo sarai di più però se impari questa!” Rin tirò fuori un pezzo di carta su cui era scritto il testo di una canzone. Era diviso in frasi diverse che dovevano cantare separatamente o contemporaneamente, o frasi uguali. Leggendolo alla veloce scoprì che era il testo della leggenda. Sul retro era riportato anche lo spartito per suonarla al piano e al violino.

“Entro quando dovrei impararla?”

“Subito!”

“Subito!? Ma è lunghissima, per non parlare della difficoltà! E poi non ho neanche il violino con me, figurarsi il piano!”

“Non preoccuparti! Ho già pensato a tutto io!” Rin prese una scatola di legno, che aprendosi rivelò essere un carillon.

“Trovare qualcuno che riuscisse a costruirlo è stato difficile, ma almeno hai una base su cui allenarti quando non sei con me. Ora fallo partire, ti farò sentire com’è!” Len iniziò a girare la manovella del carillon e la principessa iniziò a danzare. Prima un ballo lento, leggero, quasi mimando una scena di vita quotidiana. Poi cominciò a cantare, e da quel momento in poi Len non poté far altro che guadarla pieno di meraviglia.

 

«Tu allora dicesti che mia madre mi protesse, che protesse la sua Diva. Ci credi ancora? Credi ancora che mia madre mi protegga?»

«Sì, lo credo ancora, ed anzi, ne sono sicuro.»

«Ma io non ho fatto niente di buono. Sono malvagia, non merito la sua protezione.»

«Lei è sua madre lady. Qualunque cose abbia fatto la proteggerà, perché è la sua bambina, la sua amata figlia. Non potrebbe mai volere il male per lei.»

«Ma mio padre…»

«Suo padre non centra. Tutto quello che ha fatto l’ha fatto dopo la morta della regina Lily. Non che questo lo giustifichi, ma anche lui era buono. È stata lei a dirmi che vivevate una vita felice, senza problemi. Suo padre era un uomo buono e gentile e non avrebbe mai fatto del male a sua figlia se non fosse morta la regina, ne sono sicuro. È stata la sua morta a farlo impazzire, a farlo diventare un mostro, un demone. Perciò non deve preoccuparsi: lei non diventerà mai malvagia, glielo posso assicurare, perché non permetterò che accada mai niente che possa farla diventare tale.»

«Sicuro, sicuro… Hai un po’ troppe sicurezze per essere solo un ragazzino!»

«Non importa l’età. Per lei io sarei in grado di attraversare le fiamme e di rinascere dai morti se necessario. Per me non esiste nulla di impossibile o esagerato se è per proteggerla e saperla al sicuro.»

«Esageri come al tuo solito.»

«Forse ha ragione.» I due fratelli restarono un po’ seduti davanti alla tomba della madre, ognuno perso nei propri pensieri.

«Forza principessa, dobbiamo andare. È giunto il momento tanto atteso.» La principessa, che alla giovane età di 14 anni aveva un regno da gestire ed un matrimonio alle porte, fece un grosso respiro, diede un bacio alla tomba della madre e si avviò mano nella mano con il suo amato servo verso il castello.

 

Fine prima parte 

 

Nota d’autrice: non uccidetemi! Abbassate tutte le armi,  fucili, mitra, bombe a mano, bazooka e quant’altro! Fatto? Ora posso parlare senza rischiare di morire? Ok… Ehi, giù anche la pistola ad acqua, se mi bagno mi ammalano, fa un freddo cane in sta città!

Bene, ora posso dirvi con “calma e serenità”: vi annuncio che questa è la fine della prima parte di Aku no Musume! In realtà volevo interromperla già la settimana scorsa ma poi ho pensato che questo capitolo fosse più conclusivo, quindi ho scelto di finire oggi. Il motivo è semplicissimo: ho solo scritto altri 2 capitoli della storia. Non volendo lasciarvi in attesa con una storia incompleta ho preferito farla finire e dividerla. Proprio per questo non ho idea di quando comincerà la pubblicazione del seguito, dipende tutto dal tempo che ho per scrivere e dall’ispirazione che mi viene.

Quindi con sommo dispiacere vi annuncio che prima o poi tornerò, farò il possibile perché sia più prima che poi, promesso!

Prima di concludere vi annuncio che anche in questo capitolo c’è la citazione ad una canzone ed è davvero semplice, quindi si tratta più che altro di chi mi scriverà prima rispetto agli altri. Come sempre per dubbi o problemi di qualunque natura chiedete pure a me, sono sempre disposta a rispondere a tutto.

Ora i ringraziamenti finali (mi viene quasi da piangere a pensare che non vi sentirò per chissà quanto tempo):

 Hikari Megami (la mia piccola che anche se non mi ha più scritto so che legge sempre la mia storia e quindi le voglio tanto bene )

Glasgow_R_evolver (che spero abbia seguito la mia storia fino a qui e che le sia piaciuta ^^)

Ayukiko_Watarai (che come sempre è la prima ad indovinare le citazioni e che abbraccio forte forte perché ama la mia storia e perchéééééé…. vabbeh, il perché lo sappiamo noi ^^ Tornerò su efp con le due storie dedicate, quindi non sparisco per troppo tempo ^^)

REAwhereverIgo (visto che ho spiegato del padre? Vuoi le cose troppo in fretta, impara ad aspettare, anche perché ora non puoi fare diversamente V.V)

Raven Cullen (che ama i Kagamine per i miei stessi motivi quindi è da amare tanto tanto ^^)

Silver Wings (che ha scritto una recensione ad un capitolo a caso ma va bene comunque XD Mi dispiace che sei arrivata solo adesso, spero che leggerai il seguito quando uscirà ^^)

SabryKagamine (che spero mi abbia seguita fino alla fine apprezzando la mia storia ^^)

Blue_Flames (idem come sopra :D)

 

Alla prossima storia, con enorme affetto,

See ya, ElPsyCongroo

  
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