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Autore: Domino_Tabby_    03/02/2013    6 recensioni
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Mi vedeva crescere e potevo notare nei suoi occhi il timore che un giorno non avrei più creduto, che gli sarei passata attraverso come se fosse un fantasma.
Ogni giorno, ogni maledetto istante, ogni minuto, ogni secondo.
Sempre.
***
Spero vi abbia incuriosito, contando che nelle introduzioni faccio "andare in bagno".
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Frost, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Dalla finestra aperta passava l'aria gelida di Gennaio e si intravedeva il lungo paesaggio bianco del bosco davanti alla abitazione dove vivevo.
La neve riempiva di luce la notte ormai giunta.

Eppure tutto quello che stava succedendo era surreale, impossibile, inimmaginabile.

Un brivido mi percosse la spina dorsale quando Jack si staccò dalle mie labbra.

Il cuore mi martellava nel petto con l'intensità di un rinoceronte alla carica.

Era successo in fretta, troppo in fretta.

Solo pochi minuti prima ero seduta sul mio letto, a sfogliare un libro di cui non ricordavo neanche il titolo.

Il cielo si stava tingendo di un arancione acceso, punteggiato di macchie viola e blu.

Uno spettacolo bellissimo.

Ero da poco tornata dall'incontro con Jack nel boschetto e avevo ancora il naso congelato.

Feci un risolino pensando al famoso detto.

Sotto i polpastrelli potevo perfettamente sentire ogni curva e rigonfiamento della carta, mentre l'inchiostro mi sporcava le dita.

Mi grattai il naso e finii per ritrovarmi con un segno nero che sembrava dei baffi come quelli di Super Mario Bros.

Cercai di rimuoverlo strofinandovi sopra la mano ma non sembrò funzionare, perciò mi avviai a passi pesanti per la casa vuota.

I miei erano andati via per la notte dal mio fratello maggiore, che ormai ha trent'anni. Non sono voluta andare con loro per il semplice fatto che volevo che passassero del tempo da soli con lui, e a concedere loro un po' di libertà.

Mi sentivo un po' in colpa a vederli sempre lavorare e sforzarsi per le mie esigenze spesso inutili.

Fuori il cielo non era ancora uniforme ma già si intravedevano le piccole e brillanti stelle. La luna era grande e di un pallido quasi sbiadito.

Dopo essermi lavata viso e mani ritornai in camera.

Invece del mio libro, però, ad aspettarmi c'era un ragazzo albino con un aria strafottente a sfogliarne le pagine.

Lo fece roteare nella mano destra, mentre con la sinistra si appoggiava al suo bastone ricurvo.

-Woah, roba seria.- mormorò chiudendo il volume e mostrandomi il titolo.

-Da quando hai Oscar Wilde nella libreria?-

Io risi, prendendogli l'oggetto dalle mani.

-Ciao Jack.- mormorai sorridendo.

-Ciao Samantha.-

Sobbalzai.

Non mi chiamava spesso con il mio nome completo, e se lo faceva mi doveva dire qualcosa di importante.

Quel “Samantha” a inizio frase era sempre come un avvertimento.

Però, questa volta sembrava qualcosa di davvero importante.

-Ti va' una cioccolata calda?- gli chiesi rimettendo il libro nello scaffale.

Lui si buttò sul letto.

-Si, grazie. Per fortuna posso berla senza sciogliermi.- disse ammiccando.

Cercai di ridere alla battuta, ma tensione era palpabile, e ne uscii fuori solo con un mezzo sorriso forzato, che doveva assomigliare ad una specie di ghigno inquietante.

Andai in cucina.

Quello che provavo era un miscuglio di curiosità e timore.
Ritornai in camera con due tazze fumanti.

Porsi una delle bevande allo spirito della Neve, mentre mi sedevo sul letto accanto a lui, sistemandomi con le spalle al muro e tirandomi sopra la coperta, come se fosse stato uno scudo per le mie preoccupazioni.

Lo fissai mentre si portava la cioccolata calda alle labbra.

A dire il vero sembrava nervoso, perché ogni volta che il suo sguardo glaciale cadeva su di me lo spostava di scatto.

Piccoli fiocchi cominciarono a volteggiare fuori dalla finestra, raccogliendosi in un mantello candido che ricopriva la terra.

-Mi devi dire qualcosa, Jack?- chiesi gentilmente.

L'albino annuì, senza guardarmi.

In fondo avevo paura, non sapendo neanche io il perché.

Con riluttanza presi le sue mani nelle mie.

Erano fredde.

Egli sbarrò gli occhi azzurri, spostando i suoi palmi altrove.

Non aveva mai rifiutato quel tipico contatto.

Per un secondo mi guardò intensamente, poi ritornò come prima.

-Io...devo dirti una cosa.- balbettò passandosi una mano tra i capelli lattei.

-Mi sembra un po' ovvio.- scherzai. Poi quando vidi la sua espressione molto imbarazzata me ne pentii.

Stava facendo sul serio.

Mi maledii : rovinavo sempre tutto.

-Scusa. Che cosa vuoi dirmi?- cercai di rimediare inutilmente.

Jack si grattò dietro la nuca, prese un bel respiro e si decise a guardarmi negli occhi, deciso.

-E' già da un po' di tempo che lo penso e, il fatto è che...mi piaci Samantha.- poi si illuminò di colpo, mentre il mio cuore cominciava a battere all'impazzata.

Una morsa gelida si impadronì del mio stomaco, la mia testa sembrava che stesse per esplodere.

-No, tu non mi piaci, Samantha. Io ti amo.- aggiunse stringendo i pugni.

Cominciai a tremare.

Un milione di domande vorticarono nella mia testa.

Che cosa dovevo fare?
Perché io, che ero goffa, non molto carina e un po' rotondetta?

Una come me non faceva innamorare “il più bello”.

-Anche io ti amo, Jack.- sussurrai ricacciando indietro le lacrime.

Mi pentii subito di averlo detto.

Lui sobbalzò.

Mimò con le labbra quelle mie ultime parole, incredulo, come se fossero state la sua salvezza, l'incantesimo per la libertà.

A quel punto sentii come una scossa in tutto il corpo.

Stava per succedere qualcosa, lo percepivo nell'aria.

Il ragazzo mi prese per le spalle e prima che potessi reagire mi distese sul letto e posò le labbra sulle mie.

Cercai di scostarmi, non sapendo bene neanche io il motivo.

Anche io amavo Jack, allora perché mi spostavo?

 

Paura. Timore. Dubbio. Ansia. Innocenza.

 

Comunque fosse riuscì ad immobilizzarmi tra le sue braccia, baciandomi ancora e ancora, dolcemente.

Lo faceva come se avesse avuto paura di rompere una bambola di ceramica.

Questa volta non opposi resistenza, lasciandomi abbandonare al piacere.

Egli ripeteva all'infinito le parole “ti amo”...mi faceva quasi male.

 

Tristezza e felicità vengono sempre mischiate in coppia.

 

Le farfalle nel mio stomaco sembravano voler quasi uscire.

Strinsi le mie mani nelle sue e poi lo abbracciai con foga.

Assaporai il suo odore che sapeva di foglie secche e...inverno.

-Ti amo, Samantha.-

-Da quanto?-

L'albino appoggiò la fronte sulla mia.

-Da sempre.-

Lo strinsi ancora di più a me, affondando la testa nel suo petto.

Rimanemmo abbracciati, immobili.

Non volevo lasciarlo andare, desiderai che potessimo rimanere così per sempre.

Il suono del suo respiro era rassicurante, piacevole, caldo.

Le lacrime che pungevano agli angoli dei miei occhi si fecero strada tra le guance arrossate.

Singhiozzai piano, cercando inutilmente di non farmi sentire.

-Ehi. Sono qui, sono qui.- sussurrò Jack asciugandomi una goccia di pianto.

-Sam, sono qui.- ripeté come se avesse avuto delle perle sulla lingua.

Cullata dal suono dolce della sua voce mi addormentai.

Niente sogni, niente preoccupazioni.

Dormii come un bambino piccolo, senza timore.

Quando mi svegliai mi avvolgeva un piacevole tepore.

Avvolta tra le coperte mi stropicciai gli occhi, notando che era buio.

Sarà stato verso mezzanotte.

Jack era seduto accanto a me, a gambe incrociate sul letto.

Mi fissava sorridente, poi mi accarezzò dolcemente i capelli castani.

-Scusa, devo andare.- mi mormorò in un orecchio.

-Va bene.- bisbigliai tirandomi su.

Prima di scomparire fuori dalla finestra mi diede un bacio sulla fronte.

-Ciao.- mi rivolse un sorriso sincero.

Non volevo che se ne andasse.

Non volevo che mi lasciasse sola.

-Ciao.- dissi io vedendolo quasi materializzarsi tra la neve.

Mentre fissavo la finestra, inerme sospirai.

Non potevo farci niente: Jack era immortale.

Lui sarebbe rimasto un diciottenne per sempre, io no.

Ma forse era meglio così. Forse nella vita bisogna capire che non ci sono solo rose e fiori.

No.” pensai alzandomi di scatto.

Presi le scarpe e le calzai, infilando un giubbotto e indossando una sciarpa di lana.

Scesi le scale lentamente, cercando di fare meno rumore possibile.

Il cuore mi batteva all'impazzata.

Spalancai la porta, esponendomi alle grinfie del gelo e della notte.

Rabbrividii per il freddo avviandomi a passi decisi verso il bosco.

Non ricordo per quanto camminai, ma non avevo paura.

Il respiro mi si fermò in gola quando vidi il laghetto congelato.

Presi un lungo respiro, stringendo i pugni.

Lo vuoi davvero fare Samantha?”

La luna era piena come non mai e dava dei bagliori azzurrini alla neve.

Tremavo da capo a piedi.

-Ehi.- gridai -Uomo nella luna? Io ho un desiderio.- dissi avvicinandomi al laghetto, puntando gli occhi sul sottile strato di ghiaccio.

Mi rigirai le mani in grembo, nervosa.

-In poche parole io adesso...morirò.-

Poggiai una scarpa sulla superficie poco spessa.

-Ma amo Jack. Perciò, ti prego...-

Inspirai ed espirai profondamente, vedendo che il ghiaccio si stava già lentamente crepando.

-Fammi diventare come lui.- sussurrai mettendo anche l'altro piede sul lago.

Crack.

Un suono nitido e semplice.

Non ricordo come accadde il tutto, ma in men che non si dica ero immersa nell'acqua gelata, che mi trafiggeva come mille lame.

Sbarrai gli occhi e cercai di tornare in superficie, agitando braccia e gambe in sincronia, ma il dolore era troppo lancinante.

Pensai che quello che avevo fatto era un enorme grande cazzata.

Vidi piccole bollicine materializzarsi vicino alla mia bocca.

Avevo paura, tanta paura.

Il freddo mi paralizzò e la mia vista si offuscò.

Il mio cuore palpitò un ultima volta, cercando aria e vita, poi, finalmente, si fermò.

Silenzio.

Buio.

Buio totale.

Poi udii una voce bassa, lontana.

Samantha Waterhorse. “ disse calma.

Pian piano ricominciavo a risalire, senza la mia volontà.

Dalla punta delle mie dita cominciò a salire un formicolio.

Il cuore fece un lieve battito, poi un altro ancora, più forte.

Svegliati...”

Aprii gli occhi di scatto. Erano ancora più verdi, screziati di oro.

Mi sentivo nuova, viva.

Sei uguale a lui, ora.”








SPAZIO AUTORE:
Salve a tutti! Come promesso questo è l'ultimo capitolo.
Spero vi sia piaciuto! Grazie a tutti quelli che hanno recensito, seguito, messo la FF tra le ricordate ho le preferite e chi ha solo letto. Sono davvero felice, ed  tutto merito vostro! :D
Scusate sempre per gli orrori grammaticali. ^^"
Bye Bye!
-Tappy

 

  
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