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Autore: Ca7    06/02/2013    1 recensioni
<< Non so a quanti di voi sia capitato di incontrare una persona e sentire sin da subito una certa sintonia. Beh, a me è accaduto con Jennifer. Quando l’ho conosciuta, ho come avuto la sensazione che avremmo legato facilmente, non so spiegarvelo bene. La nostra amicizia è cresciuta con il passare del tempo, è diventata un’amicizia importante, ma la cosa che mi ha stupito è stata quella di realizzare quanto lei fosse diventata una presenza fondamentale nella mia vita. E quando tieni tanto a una persona, speri che abbia solo il meglio. >>
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Jennifer il matrimonio l’aveva sempre sognato. Fin da quando le fu regalato il libro di “Cinderella”, all’età di 11 anni. E come la maggior parte delle ragazzine fu rapita dal romanticismo, la magia e l’incanto di quella fiaba. Da allora aveva sempre fantasticato su come sarebbe stato vivere quel momento, anche dopo essersi resa conto di essere gay, non aveva smesso di immaginarsi nel suo abito da sposa al fianco della donna che avrebbe amato. Per un solo giorno si sarebbe sentita una speciale e non una donna qualunque.
Adesso però, ad un passo dal vivere la sua favola, questa sembrava proprio non essere tale, piuttosto l’inizio di un incubo.
Non sempre spetta ai genitori doversi sacrificare per i figli: a volte capita che siano i figli a dover compiere dei sacrifici per il bene della famiglia.
<< Andrà tutto bene.>>, ripeteva a se stessa, mentre Caroline, la cognata, le ripassava il trucco. << Una volta sposate, i problemi con Madison spariranno.>>, sospirò.
Lo diceva nella sua mente per tranquillizzarsi, per placare quell'inquietudine che non le dava tregua da due giorni e zittire quella strana e irritante vocina che le sussurrava di aprire gli occhi e fermarsi finché era ancora in tempo. D’altro canto, nessuno le stava puntando una pistola alla testa: una frase del tipo “mi dispiace, ma non posso” e sarebbe finita lì.
Il matrimonio con annessa cerimonia si svolgeva nella tenuta dei Williams. Jennifer e Caroline si trovavano in una delle dependance riservate per gli ospiti. La porta dell'abitazione si aprì e Delia Jones entrò sprigionando tutta l'emozione e l'orgoglio che solo una madre sa provare verso una figlia che sta per sposarsi. In lei, però, queste sensazioni erano raddoppiate, dato che da quest’unione ci avrebbe ricavato un terno all'otto.
<< Allora, è arrivata?>>, domandò Jennifer.
<< No, tesoro.>>
<< Dannazione! Dove cavolo è?>>, sbuffò nervosamente.
<< Jenny, non dovresti agitarti così.>>, la donna si avvicinò a lei e sistemò il corpetto dell’abito, << Se non arriva in tempo c’è sempre Caroline che può sostituirla.>>, disse con il suo solito modo pacato.
<< Nessuno sostituirà nessuno. Micky è la mia damigella e deve esserci.>>, puntualizzò Jennifer.
<< Magari ha bucato una gomma e non può rispondere. Provo a chiamarla di nuovo.>>, intervenne Caroline guardando la ragazza. Sperava vivamente che l’eccessivo ritardo di Micky fosse a causa di un qualche imprevisto, piuttosto che a una sua scelta. Dubbio che si era insinuato nella sua testa da qualche minuto.


La giacca del tailleur nero gessato stava ancora lì, sopra il letto della sua camera. Micky doveva solo prenderla, indossarla e nolente o volente recarsi al matrimonio della sua migliore amica. Con le mani poggiate sopra i bordi del lavandino fissava il suo volto riflesso nello specchio del bagno, chiedendosi seriamente se per una volta poteva comportarsi da perfetta egoista stronza e non presentarsi. Deludere J.J., - come lei la chiamava - per non soffrire o evitare di ferirla continuando a soffrire silenziosamente? Se non fosse per quel piccolo grande dettaglio cui non poteva fare a meno di pensare, tale domanda non se la sarebbe neanche posta. Valeva la pena correre questo rischio? Si chiese ancora. La risposta la conosceva già: no. Così, prese un tocco di gel dal barattolo e lo passò tra i capelli biondi, poi li raccolse e li legò in una coda ben salda. Uscì dal bagno, andò verso il letto e notò che il cellulare vibrava e il display lampeggiava: rispose.
<< Dove cazzo sei? Dove cazzo sei Micky?>>, la voce alterata di Caroline usciva dall'apparecchio, << E’ la decima volta che ti chiamo. Jennifer è nel panico più assoluto perché tu ancora non ci sei. Non farle questo Micky, ti prego, è il suo matrimonio. Sbrigati!>>
<< Sto arrivando.>>, rispose Micky senza scomporsi più di tanto e terminò la telefonata. S’infilò la giacca e uscì dall'appartamento.
Micky aveva imparato da qualche tempo a reprimere l’enorme amore che provava per J.J., solo per continuare a starle accanto. Si era rassegnata al ruolo di amica nonostante le costasse una fatica immensa, ma era l’unico modo per averla nella sua vita.

<< Allora?>>, domandò Jennifer a Caroline.
<< Tranquilla, sta arrivando.>>, le rispose sorridendo.
<< Grazie al cielo!>>, disse la signora Jones, << Irrispettosa, comunque, con questo ritardo. Mi auguro non si presenti accompagnata proprio all'ultimo momento. I posti sono tutti assegnati.>>, mormorò stizzita.
<< No, mamma. Verrà da sola.>>, disse Jennifer roteando gli occhi.
<< Delia, forse è il caso di andare a rassicurare gli invitati e soprattutto Madison.>>, intervenne Caroline.
<< Hai ragione cara.>>
Caroline aspettò che fosse la donna a uscire per prima e avere così qualche secondo a disposizione per parlare con la cognata.
<< Okay, Jenny, sto per farti una domanda che vorrei tanto evitare, ma devo. E rispondimi sinceramente: sei sicura?>>, la guardò dritto negli occhi.
<< Certo che sì Caroline. Come ti viene in mente?>>
Caroline fece un’espressione piuttosto eloquente.
<< Senti, sto per sposarmi e voglio che la mia migliore amica sia accanto a me, tutto qui.>>
<< Bene! Allora, vado.>>, si avvicinò per abbracciarla, << Oddio! Sono già emozionata.>>
<< No, non piangere adesso altrimenti mi farai sciogliere il trucco.>>
<< Okay, sparisco.>>, le mandò un bacio con la mano e uscì.
Cinque minuti dopo bussarono nuovamente alla porta. Micky entrò nella dependance e in quell'istante tutta la tensione che Jennifer aveva accumulato si sciolse come neve sotto i caldi raggi del sole. Per Micky fu diverso: fu colpita da quella misteriosa bellezza che circonda una donna in abito da sposa. Jennifer era indubbiamente una che rispecchiava i canoni della tipica ragazza dai capelli biondi - lunghi con tanto di frangetta - con occhi azzurri e cristallini come l’oceano, e dai lineamenti delicati. Ma oggi vi era in lei una luce particolare che le mozzò il fiato. Se ne stava immobile a guardarla come se fosse la donna più bella mai vista prima.
<< Ce ne hai messo di tempo.>>, Jennifer parlò per prima.
<< Scusa, ho trovato traffico lungo la strada.>>, disse Micky schiarendosi la voce.
<< Avrei rinviato la cerimonia.>>
Micky mise le mani dentro le tasche del pantalone e avanzò a piccoli passi verso J.J.
<< Saresti passata alla storia come la sposa che annulla il matrimonio per via dell’assenza della damigella. Una roba mai sentita.>>, la bocca si curvò leggermente in un sorriso.
<< Io la metterei più per l’assenza di una delle persone più importanti per la sposa.>>
<< D’accordo, ma non avresti comunque evitato la ramanzina dei tuoi genitori. Soprattutto di tua madre. Riesco ad immaginare la sua reazione: “figlia ingrata. Hai disonorato la famiglia.”>>, le sue origini siciliane le permettevano di poter dare il giusto accento alle sue parole.
Jennifer rise di gusto.
<< Comunque, sei davvero splendida.>>
<< Grazie!>>
<< E’ come se fossi nata per indossare l’abito da sposa.>>
<< Lo dici solo perché l’ho creato io.>>
<< No, dico sul serio. E’ quello che percepiscono i miei occhi.>>, e quegli stessi occhi inchiodarono quelli di J.J. Istintivamente Micky corrugò la fronte, come se qualche spiacevole pensiero stesse cavalcando la sua mente; ed era così. Indietreggiò di qualche passo, scosse il capo e tornò a guardare l’amica. << Io oggi ti perdo.>>, sentiva le parole strozzarsi in gola, << L’ho realizzato mentre ero in macchina. Nel momento in cui diventerai la moglie di Madison, lei in un certo senso occuperà il mio posto … è un dato di fatto. Lei diventerà la persona alla quale confiderai tutto. Lei sarà la spalla sulla quale poggerai quando ne avrai più bisogno. Condividerai a pieno la tua vita con lei. Io sarò solo una figura sbiadita, un’ombra, presente, ma pur sempre un’ombra. Io oggi ti perdo J.J. e mi fa male.>>, le rimase un solo filo di voce, gli occhi lucidi.
In momenti come questo malediva il suo essere emotivo che le faceva vivere le emozioni a 360° e che non riusciva a gestire.
Jennifer rimase inerme di fronte a lei e alle sue parole, provando un disagio inaspettato che non riusciva a comprendere o forse non voleva comprendere. Preferiva cullarsi nell'idea che Micky si sbagliava e che il suo matrimonio non avrebbe mutato di una sola virgola la loro amicizia, invece che dar retta a quella vocina che le diceva: “Micky ha ragione! Ma il tuo matrimonio è solo la goccia che farà traboccare il vaso. Il vostro legame è già cambiato.”. Il silenzio che inondava la stanza, iniziò a farsi pesante, più di quanto non lo fosse già la situazione in sé.
<< Bene! Ci siamo. Vado a occupare il mio posto.>>, riprese a parlare Micky che guardò ancora un attimo negli occhi J.J. per poi dirigersi verso la porta.

Sia Madison sia Jennifer, avevano espresso la volontà di avere una cerimonia intima, fatta della presenza degli amici più cari e i familiari più stretti. Ma entrambe le loro madri, scelsero un matrimonio più “corposo”. E alla fine gli invitati arrivarono intorno alle 100 persone. Ogni cosa era stata organizzata impeccabilmente e minuziosamente da Delia Jones. Dalla disposizione dei tavoli, alla scelta delle decorazioni floreali, dal menù alla musica. Lo faceva di mestiere, l’aveva fatto due anni prima per le nozze del figlio Brody con Caroline e non poteva essere da meno con il matrimonio che le avrebbe garantito la parentela con i Williams. E fu Byron, il padre di Madison, a ufficiare le nozze. Quando tutto diventò reale - letteralmente - ogni invitato occupò posto al proprio tavolo per mangiare e brindare.
Micky si assentò giusto due minuti per tornare a respirare a pieni polmoni. Una piccola fuga in bagno le servì per ricomporsi. Dopodiché tornò fuori in giardino, diede un’occhiata in giro e raggiunse il tavolo dove c’erano sua madre Angela con Greg - il suo compagno - Quinn, Milo e Dustin.
<< Oh, ecco la ritardataria.>>, disse Quinn appena la vide.
<< Ciao a tutti!>>
<< Però, quanta gente! Mi aspettavo meno persone … e anche Jennifer, credo.>>, osservò sorpreso Dustin.
<< Beh, la maggior parte sono tutti clienti e conoscenti del signor Theodore e del signor Williams.>>
<< Comunque, Jennifer è davvero favolosa!>>, continuò il ragazzo.
<< Già!>>
<< Tutto bene Micky?>>, le chiese la madre.
<< Sì, mamma. Tranquilla.>>, le strizzò l’occhio.
<< La tua faccia dice tutt'altro.>>, costatò Quinn.
<< Sentite, oggi è il giorno di J.J., quindi cerchiamo di goderci la giornata ed essere felici per lei. Okay?>>
Annuirono senza contraddirla.
<< Allora, su cosa avete scommesso questa volta?>>
<< Scommesso? Noi? Cosa?>>, disse Milo cercando di essere indifferente.
<< Abbiamo evitato. Volevamo scommettere sul “verrà o no, Micky al matrimonio?”, ma conoscendoti avremmo puntato tutti sul “sì”, quindi ….>>, disse Quinn facendo spallucce.
<< Oh, sono davvero commossa per la vostra sensibilità.>>, disse ironica.

Nonostante il passare delle ore, Jennifer si sentiva ancora frastornata. Di tanto in tanto, tra i sorrisi e le congratulazioni degli invitati, guardava la fede al dito come prova tangibile di quanto era avvenuto qualche ora prima. Oltre l’entusiasmo c’era ancora quella parte di sé che si sentiva a disagio, ancor di più durante il discorso da parte di Micky.
<< Non so a quanti di voi sia capitato di incontrare una persona e sentire sin da subito una certa sintonia. Beh, a me è accaduto con Jennifer. Quando l’ho conosciuta, ho come avuto la sensazione che avremmo legato facilmente, non so spiegarvelo bene. La nostra amicizia è cresciuta con il passare del tempo, è diventata un’amicizia importante, ma la cosa che mi ha stupito è stata quella di realizzare quanto lei fosse diventata una presenza fondamentale nella mia vita. E quando tieni tanto a una persona, speri che abbia solo il meglio. Jennifer è una donna straordinaria... quindi amala, proteggila e falla sentire speciale ogni giorno, Madison.>>, con il gesto simbolico, sollevò il bicchiere di champagne per brindare alle due spose.
Un disagio che aumentò quando quest’ultima la invitò a ballare e si ritrovò a faccia a faccia.
<< Grazie per quello che hai detto.>>
<< Figurati!>>
Rimasero in silenzio per un po’.
<< Ti prego Micky non guardarmi così.>>
<< Così come?>>
<< Come se mi stessi amando.>>, riuscì a proferire Jennifer sottovoce.
<< Non so in che altro modo guardarti J.J.>>
Imbarazzata, Jennifer nascose il suo volto tra la spalla e il collo dell’amica, chiuse gli occhi e forse per il modo in cui Micky la abbracciava, per il contatto delle sue mani con la propria pelle... si sentì più leggera.
Poi la musica finì, riaprì gli occhi e tornò alla realtà distaccandosi da lei.
Qualche ora più tardi, i festeggiamenti terminarono e man mano andarono via tutti. Rimasero soltanto i camerieri del catering e Micky, intenta a raccogliere i regali.
<< L’ultimo sforzo.>>, farfugliò sottovoce.
<< Allora, hai finito? Possiamo andare?>>
<< Ehi, Quinn!>>, fu colta di sorpresa, << Ma non eri andata via con Milo e Dustin?>>
<< Ho pensato che avresti avuto bisogno di un po’ di compagnia.>>, le sorrise e la aiutò mettendo i regali dentro una grande busta.
<< Grazie!>>
<< Posso dirti una cosa?>>
<< Prego, fa pure. Tanto anche se ti dicessi di no, la diresti lo stesso.>>
<< Tu fai sempre molto di più di ciò che dovresti per Jennifer. E spesso neanche se lo merita.>>, puntualizzò Quinn.
 
 
 
Tornata a casa, Micky poté finalmente mettere fine alla lunga e pesante giornata. Era stato uno di quei giorni in cui al mattino ci si sveglia col desiderio che la notte arrivi al più presto. Entrata nella sua camera, si tolse la giacca e si lasciò cadere a peso morto - con le braccia aperte - sul letto, completamente distrutta.

The broken clock is a comfort, it helps me sleep tonight
Maybe it can stop tomorrow from stealing all my time
I am here still waiting though I still have my doubts
I am damaged at best, like you’ve already figured out

I’m falling apart, I’m barely breathing
With a broken heart that’s still beating
In the pain there is healing
In your name I find meaning
So I’m holdin’ on, I’m holdin’ on, I’m holdin’ on
I’m barely holdin’ on to you

The broken locks were a warning you got inside my head
I tried my best to be guarded, I’m an open book instead
I still see your reflection inside of my eyes
That are looking for purpose, they’re still looking for life

I’m falling apart, I’m barely breathing
With a broken heart that’s still beating
In the pain is there healing
In your name I find meaning
So I’m holdin’ on, I’m holdin’ on, I’m holdin’ on
I’m barely holdin’ on to you

I’m hanging on another day just to see what you will throw my way
And I’m hanging on to the words you say
You said that I will be ok

The broken lights on the freeway left me here alone
I may have lost my way now, haven’t forgotten my way home

I’m falling apart, I’m barely breathing
With a broken heart that’s still beating
In the pain there is healing
In your name I find meaning
So I’m holdin’ on, I’m holdin’ on, I’m holdin’ on
I’m barely holdin’ on to you

I’m holdin’ on
I’m holdin’ on
I’m barely holdin’ on to you


 

N.B.: La canzone inserita in questo capitolo è "Broken" - Lifehouse

  
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