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Autore: Dedpul    13/02/2013    2 recensioni
-Abbastanza..no..male...anzi si bene !...credo..-
Ma che cosa mi prendeva ?. Non riuscivo a dire come stavo ?!. Chiariamo una cosa, io non ho mai avuto problemi con le ragazze, anzi sono abbastanza popolare nella scuola ma con questa ragazza, PROPRIO QUESTA, mi sentivo il cuore battere peggio di una batteria suonata da un metallaro.
Questa è la storia di come conobbi una ragazza, di come lei divenne la mia fidanzata, di come divenne la madre di mia figlia, di come morì lasciandomi con una bambina, e di come vivo con quella bambina avendo soli 15 anni.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Angolo dello scrittore : 
Aaaaaaaaallora, non credo che continuerò questa ff D: purtroppo non ricevo alcuna recensione (Se non quella di Vane *\\* T.v.b.) se pensate che valga la pena di continuarla datemi una recensione °3°.  Comunque vi consiglio di leggere questo capitolo con la canzone :

Rocketter - Far East Movement 

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Aprii gli occhi lentamente e mi guardai intorno, ero sdraiato su un letto d'ospedale con fasciature e gessature ovunque, mi sentivo molto intorpidito in tutto il corpo, e non riuscivo a muovermi dal collo in giù. Mi accorsi che attaccata alla mia mano c'era lei addormentata, oddio sembrava un'angelo. ORA RICORDO !! L'incidente in moto, la caduta, e lei era li attaccata a me nonostante io le avessi causato un'incidente in moto, un vero tesoro di ragazza. Le accarezzai i capelli bruni e lunghi, erano così soffici, il viso così morbido e dolce. La porta si aprì all'improvviso con una violenza tale da svegliare Vanessa, e un ragazzo di circa 19 anni entrò con un'aria arrabbiata.
 
Daniele : NON HO LA PIU' PALLIDA IDEA DI CHI TU SIA MA STA LONTANO DA LEI !!
 
Si stava avvicinando con un'aria ancora più violenta, prese Vanessa per i capelli e la tirò facendola cadere dalla sedia.
 
Io : TI PREGO FERMATI !!!
 
Provai ad alzarmi ma un atroce dolore alle gambe mi fermò, oltre al dolore fisico sentivo il cuore stringersi, la ragazza che amavo. E' un dolore terribile non poter proteggere le persone che si amano. Il ragazzo la trascinava per terra mentre lei gridava a fermerlo però intervenne la sicurezza un uomo di colore piuttosto alto lo fermò e salvò Vanessa al posto mio. Mi sentivo completamente inutile, mi sentivo stupido.
 
Vanessa : Grazie signore.
 
Io avevo chiuso gli occhi, volevo soltanto morire. Lei si avvicinò a me lentamente, sentivo i suoi passi, sentivo quella sua dolce fragranza di fragola, sentivo la sua mano sfiorarmi il viso solcato da cicatrici e raso dall'asfalto e dal cemento, sentivo le sue labbra sulle mie, le nostre lingue sfiorarsi, era il nostro primo bacio. Mi sussurrò all'orecchio.
 
Vanessa : Mio eroe.
 
Mi si scaldò il cuore.
 
Io : Ma..ma io non ho fatto niente...
 
Vanessa : Ti sei sfracellato per terra ad una velocità incredibile sapendo di rischiare la morte, e hai dato il casco a me.
 
Io arrossii, non sapevo cosa dire, maledetta timidezza !!
 
Io : Bhè..devo ammetterlo sono stato davvero figo..
 
Lei mi tirò una leggera pacca sulla testa.
 
Vanessa : Non tirartela ! 
 
Ci mettemmo a ridere come due bambini. Eravamo felici, senza motivo ma eravamo felici. Poche persone riescono a cogliere il raggio di sole nella tempesta. Vedete, quando si ama una persona ci si sente molto più forti, io la guardavo negli occhi, e sentivo che avrei sacrificato la mia vita mille volte sapendo di morire, perché...PERCHE' SANTO DIO IO AMO QUESTA RAGAZZA !!.
 
Io : Ehm...senti Vanessa, ... chi era quel ragazzo  ?
 
Le abbassò la testa, sembrava imbarazzata.
 
Io : Hey...guarda che se non vuoi dirmelo non sei obbli..
 
Vanessa : Si chiama Daniele... è il mio ex-ragazzo.
 
A quanto pare non aveva ben capito la parola "ex". Dalla porta entra un uomo piuttosto adulto, con un lungo camice bianco e in mano una cartella.
 
Dottore : Allora vediamo... Omar Chiera Fantini III°... ?
 
Vanssa trattenne una risata, mentre il dottore cercò di nascondere un sorriso con la cartell. Odiavo il mio nome.
 
Io : Si.. sono io.
 
Dissi squadrando Vanessa.
 
Dottore : Allora, hai varie fratture per tutto il corpo ed è un miracolo che tu sia ancora vivo. Devi ringraziare, un uomo che passava di lì per caso, altrimenti saresti morto tra i cespugli del bosco. Comunque penso che tu abbia bisogno di qualche settimana di riposo.
 
Io : Quante di preciso ?
 
Dottore : Almeno 3. Se i fossi in te, vorrei rimanere qui più a lungo..se sai cosa voglio dire.
 
Il dottore mi fece l'occhiolino, stava parlando di Vanessa. Bhè...come dargli torto, sapevo che non mi sarei mai annoiato. Le 3 settimane passarono in fretta, tra risate, giochi e carezze, ogni giorno dopo la scuola lei veniva subito da me all'ospedale, e passavamo la giornata a chiaccherare finché non calava il buio. Dopo le 3 settimane più belle della mia vita arrivò il 10 Aprile, forse un giorno qualunque per tutti, ma per me no. Lo stesso dottore mi fece di nuovo visita, Vanessa era seduta di fianco a me.
 
Dottore : Allora come ti senti ? 
 
Io : Bene dottore ! 
 
Dottore : Non sto parlando con te, ma con lei.
 
Vanessa : Hahaha...bene grazie.
 
Aveva una risata fantastica, così aggrazziata e dolce.
 
Dottore : Tu stai benissimo e lo so quindi puoi anche alzarti e andartene.. 
 
Non attendevo altro mi alzai in piedi e corsi subito verso il bagno per poi chiudere la porta, mi spogliai di quel orrendo camice e finalmente indossai i miei amatissimi abiti. Appena vestito uscì fuori e mi mostrai finalmente sotto abiti diversi. Uscì fuori insieme a Vanessa e respirai finalmente aria fresca, questo piccolo piacere durò per poco infatti si mise a piovere subito dopo e a noi due ci toccò correre sotto la pioggia, trovammo rifugio in un parchetto lontano da tutti e da tutto all'interno di una casetta per bambini. Quella casetta era davvero dannatamente stretta, eravamo talmente stretti che riuscivo a sentire il suo respiro su di me, ero imbarazzato e visto che soffrivo anche un pò di claustrofobia uscì fuori. La pioggia mi fiondò addosso bagnandomi i capelli, io aprì la bocca cercando di berla, le mani si aprirono di impulso.
 
Io : VANESSA VIENI FUORI !! AHAHAHA !!
 
Vanessa : Ma cosa ?
 
Mi misi a ridere e mi tolsi la maglietta facendo bagnare anche il mio torace dall'acqua piovana, poi mi misi a saltare come un bambino di qua e di là. Vanessa mi guardava e sorrideva sotto i baffi era divertita, finché non corse anche lei togliendosi la felpa rimanendo solo con il reggiseno mi saltò in braccio facendomi cadere a terra. Iniziammo a giocare come bambini, per il parco bagnati dalla pioggia, fregandocene dell'etichetta educativa, di ogni norma e legge, ci divertimmo come selvaggi. Giocammo e ridemmo fino a cadere a terra, uno di fianco all'altro sotto la pioggia incessante, ci abbracciammo per difenderci un pochino dal freddo. Fu la prima volta che feci l'amore, e fu la prima volta anche per lei.
   
 
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