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Autore: Heaven_Tonight    17/02/2013    19 recensioni
“Ikkunaprinsessa”. La Principessa alla Finestra.
C’era lei, Lou, in quel ritratto. C’era lei in ogni suo respiro, in ogni cellula o pensiero.
La sua anima, il suo cuore, le sue speranze mai esposte, il suo amore e la sua fiducia in esso in ogni piccola e accurata pennellata di colore vivido.
C’era lei come il suo caro Sig. Korhonen la vedeva.
Al di là della maschera inutile che si era costruita negli anni.
I capelli rossi e lunghi che diventavano un tutt’uno con il cielo stellato.
L’espressione del suo viso, mentre guardava la neve cadere attraverso la finestra, sognante, sorridente.
Lei fiduciosa e serena. Col vestito blu di Nur e la collana con il ciondolo che un tempo era stata di Maili.
Lui aveva mantenuto la sua promessa: le aveva fatto un ritratto, attingendo a ricordi lontani.
L’aveva ritratta anche senza di lei presente in carne e ossa. Meglio di quanto potesse immaginare.
Cogliendo la sua vera essenza.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ville Valo
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo tredici
"Green and Gold"


«Possiamo prendere anche qualcosa di dolce? Ti prego, ti prego, ti preeeegoooo! A casa non abbiamo più schifezze da un po', non ti riconosco...»
La voce di Nur le arrivava come da un altro pianeta. La guardava con occhio distratto aggirarsi con passo sexy tra gli scaffali del loro supermercato di fiducia, mentre lei le teneva dietro con la testa che si arrovellava sull'sms inaspettato di Andrea.

Cosa voleva? Perché arrivava sempre nei momenti meno opportuni e tornava a scombussolare i suoi equilibri?

«Ti lamenti sempre che ti faccio sgarrare con il tuo regime dietetico.» - si lamentò debolmente Lou.
«Certo! Ma il fatto che non dovrei mangiarli non significa che non possa farmi tentare!» - ribatté Nur afferrando un enorme confezione di snack al cioccolato e buttandoli con soddisfazione nella cesta che aveva appesa al braccio.

A Lou sfuggiva il nesso e la logica del suo discorso ma era troppo distratta e nervosa per altro; mettersi a ribattere con la sua amica che l'aveva tranquillizzata immediatamente quando aveva letto il messaggio, era l'ultimo dei suoi desideri al momento.

«Stai tranquilla, lo gonfio io se si presenta di nuovo alla nostra porta! Se è sopravvissuto la volta precedente ora è un pallone gonfiato morto!» - le aveva assicurato battagliera Nur, pilotandola verso il supermercato con l'intento vano di distrarla.

Lou era combattuta: voleva rispondere al messaggio di Andrea per dissuaderlo a non andare.
E la sua era solo paura... ma contrariamente a quanto aveva immaginato, aveva solo paura che Ville lo trovasse in casa sua.
Conosceva bene Andrea e come si incaponiva su ciò che riteneva suo.
E secondo il suo modo di vedere, lei gli apparteneva.
Poco importava che l'avesse mollata per un'altra donna, che l'avesse tradita ripetutamente sotto ogni punto di vista; lei era sua, come gli aveva detto e ribadito molte volte, non dubitando per un istante che lei lo avrebbe amato per tutta la vita, struggendosi nel ricordo del loro amore.

A lei premeva solo che non la vedesse con Ville, che non scoprisse della loro storia, perché era certa che si sarebbe intromesso, come aveva fatto ogni volta che qualcosa o qualcuno aveva distolto da lui l'attenzione di Lou.
E l'ultima cosa che voleva era che Ville dubitasse di lei e del suo amore.
Nonostante non glielo avesse ancora confessato.
Una morsa allo stomaco la costrinse a fermarsi e aggrapparsi alla mensola dei biscotti, con un senso di nausea sempre maggiore; il solo pensiero di perdere Ville, di vederlo allontanarsi da lei, di lui che metteva distanza tra loro la faceva stare male fisicamente.

Non sarebbe potuta sopravvivere a quello.
No. Quello non poteva superarlo.
La presenza di Ville nella sua vita era diventata come l'aria nei polmoni, si sentiva persa senza: non poteva sperare di tornare a vivere una vita dove lui non fosse presente.

Lui, con il suo sorriso, quello che riservava solo a lei, con gli occhi di giada che si scurivano quando facevano l'amore; con il suo modo dolce e unico di parlarle, di toccarla come se fosse una cosa preziosa.
Le mani che stringevano il viso quando la baciava, il modo in cui giocherellava con i capelli quando la passione era placata, attorcigliando le dita intorno ai boccoli... dita lunghe ed eleganti che le sfioravano la schiena mentre canticchiava a bassa voce ad occhi chiusi, con lei che gli si accoccolava sulla spalla...

Il modo in cui la amava, dandole piacere come se potesse morire l'attimo seguente, come se fosse l'ultima volta, avvolgendola nella sua passione e trasportandola in alto, fino alle stelle, fino a farle fischiare le orecchie, fino a farle dimenticare anche il proprio nome.
Come si curvava dietro di lei prima di addormentarsi col mento sulla sua testa, gambe e braccia intrecciate, come temendo che lei potesse scappare.

Respirò piano, cercando di calmare il tremore alle gambe, inalando aria.
Doveva calmarsi o non sarebbe arrivata a fine giornata.
Andrea le aveva sempre reso la vita difficile ma questa volta non poteva permetterglielo; ciò che era in ballo, tutto quello che stringeva tra le braccia ogni notte, tutto ciò che ritrovava al suo risveglio aprendo gli occhi, immergendosi nel verde degli occhi di Ville, tutto quello che da sogno era diventato realtà non poteva perderlo.
Non voleva perderlo!




*******




«Lou per l'amor di Dio, calmati! Sei un fascio di nervi!» - disse esasperata Nur vedendola muoversi a scatti una volta tornate a casa, mentre riponeva la spesa con gesti bruschi.

Aveva ragione Nur ovviamente: non riusciva a rilassarsi.
Con tutta probabilità Andrea non sarebbe neanche andato da lei; gli piaceva da morire buttare l'amo e poi lasciare la preda a dimenarsi nel vano tentativo di liberarsi.
Lo faceva spesso il gioco di mandarle sms per vari giorni di seguito, tenendola sul filo e avvisare che sarebbe passato da lei, per poi non farsi vedere.

Gli piaceva il gioco di potere che esercitava sulla sua debolezza e lei sperava che quella fosse una di quelle volte.
Quello che lui non sapeva e non poteva neanche immaginarlo, era che per la prima volta se non si fosse fatto vedere, ne sarebbe stata più che felice!

«Che paura hai? Ci sono io qui con te!» - stava continuando Nur, aiutandola per una volta nel sistemare negli armadietti le loro provviste.
«Non voglio che sappia di Ville.» - mormorò a bassa voce.
«Perché mai?” - Nur si fermò con la confezione di latte a mezz'aria.
«Perché non voglio che rovini tutto.»
«E tu non permetterglielo! Mandalo a quel paese! Prendilo a calci nei denti non appena bussa a quella dannata porta! E se non lo farai tu, ci penserò io! Piantala di avere timore di quello stronzo!” sbottò, gettando nervosamente il latte nel frigo, chiudendo lo sportello con un calcio.
«Non spaccare tutto o rimarremo senza elettrodomestici... - tentò di scherzare fiaccamente, osservando la sua coinquilina diventare paonazza in viso – bene, ora sei tu ad essere nervosa...»

«Ascoltami bene! - la minacciò Nur agitando un dito sottile e ben curato sotto il naso di una Lou che cercava di reprimere la risata isterica che le saliva in gola - Non so tu, ma io intendo dar sfogo a tutta la mia rabbia una volta per tutte con quel cazzone avariato! E se tu non lo prenderai a calci stavolta io prenderò a calci te! Questa storia deve finire e di corsa!»

Ancora un volta aveva ragione: se fino a quel momento Andrea si era preso tutte quelle libertà era solo per colpa sua e del suo poco nerbo. Non amava gli scontri, non le piaceva vivere in un clima ostile e avere conti in sospeso... le mettevano ansia.
Cercava di avere con tutti un rapporto tranquillo, che le permettesse di sentirsi a suo agio. Non era questo il caso: doveva mettere Andrea al suo posto in un modo o nell'altro, o il suo rapporto con Ville ne avrebbe avuto conseguenze.
E col passare delle ore era sempre più consapevole che era Ville la cosa più importante per lei ora.
E la sua paura di perderlo cresceva.

«Sì, hai ragione: non voglio più che Andrea si senta padrone di poter fare o dire quello che gli pare; non sono più cosa sua. Ho smesso di esserlo nel momento in cui mi ha tradito, non sono più cosa sua da molto tempo...»

«Vedi Lou, nessuno è di qualcun altro! Ognuno di noi appartiene solo a se stesso! Siamo esseri umani, non oggetti! Gli oggetti si possiedono, gli oggetti si buttano e si sostituiscono quando non ci piacciono più, ce ne disfiamo senza pensarci più di tanto, non le persone!
Lui ti ha sempre considerato un soprammobile da muovere a suo piacimento! Non ti ha mai rispettata, non si è mai reso conto di chi sei veramente, di cosa potevi dargli e di cosa si è perso!

Ha sempre contato sul fatto che fossi tu a cercarlo, a tentare di mettere il vostro rapporto in sicurezza: TU lo hai seguito qui per un suo capriccio, TU pensavi a tutto quello che riguardava pagare bollette, fare la spesa e ogni altra cosa che riguardasse la gestione della casa e della vostra vita insieme; LUI il suo stipendio lo buttava via in abiti e scarpe, che comprava solo per se stesso!
Quante sono le volte che ti ha fatto un regalo? Quante volte si è presentato con una rosa per il tuo compleanno? Quando ha avuto un solo gesto carino e sincero per te?! MAI!

E io ho visto solo quello che ti ha combinato dopo che ti aveva lasciata: non oso immaginare come si sia comportato per gli otto anni precedenti... Tu meriti qualcuno che ti dia tenerezza, amore, passione e rispetto. Sei troppo per lui.
È un cazzone avariato, un imbecille che non merita niente e tu, perdinci dacci un taglio o ti strozzo!
» - sbottò senza fiato e incrociò le braccia al petto.

Lou, intenerita e anche divertita dalla reazione della sua amica la rassicurò abbracciandola di slancio, posandole la testa sulla spalla e accarezzandole la schiena per calmarla.
Ancora una volta ebbe conferma di quanto le volesse bene e tenesse al suo benessere.
Ancora una volta le parole secche e lapidarie di Nur le aprirono gli occhi sul rapporto sbilanciato che aveva avuto con Andrea... pensò a tutti gli anni persi a nutrire qualcosa in cui credeva soltanto lei.
Avrebbe potuto rimanere a casa sua, in Italia, con i suoi amici, con la sua famiglia.


Chissà come sarebbe stata la sua vita, se Andrea non ne avesse fatto parte e stravolto ogni progetto sognato in precedenza.
Sarebbe dovuta andare a vivere con Simone, trovare una casa in periferia e prendere un cane, come avevano deciso lei e il suo Will; Mara e Karl sarebbero andati a trovarli spesso con il gatto Natale; le loro carriere sarebbero decollate e l'uno avrebbe sostenuto l'altra, avrebbero fuso i loro talenti per creare qualcosa che fosse solo loro.

Per cosa aveva fatto sacrifici? Per cosa aveva rinunciato ai suoi sogni?
Solo per seguire quelli instabili di Andrea?

Andrea che non sapeva che un tempo c'era stata una piccola vita a pulsare dentro di lei.
Andrea che era certa se lo avesse saputo, l'avrebbe fatta sentire peggio di quanto non avesse mai fatto: inadeguata, una palla al piede che impediva a lui di spiccare il volo.
Andrea che non l'aveva mai vista per quella che era.
Andrea che non l'aveva mai trattata come una vera donna, negandole amore, sensualità e non aveva permesso alla vera Lou, la donna, di venire fuori.

Lui l'aveva sempre vista come la ragazzina diciottenne che aveva rimorchiato ad una festa.
Non ritenendola mai alla sua altezza, preferendole sempre un altro tipo di donna.
Era sempre troppo semplice, troppo sciatta, troppo bambina per lui.
Eppure ogni volta che tentava un cambiamento, pensando di renderlo fiero di lei lui la derideva.
Si era spesso chiesta se l'avesse mai amata o se lui si nutriva dell'amore che lei aveva per lui.
Di una cosa era però grata ad Andrea: senza di lui non sarebbe mai potuta essere lì dov'era ora, in quel preciso istante.

Senza di lui non avrebbe conosciuto Ville.

Forse era proprio quello il suo destino: soffrire e sopportare le angherie di Andrea per poter arrivare un giorno ad incontrare il suo personale angelo dagli occhi di giada...
«Sta' tranquilla Nur, lo butterò fuori a calci, te lo prometto... e se siamo fortunate, potrebbe non venire affatto.»
«Lo spero vivamente per lui!»

Katty fece la sua comparsa saltando agilmente sul ripiano della cucina, guardando fissa ad occhi socchiusi Nur: il loro rapporto era ancora conflittuale.
Ogni mattina Nur trovava qualcosa rovinato dal passaggio delle unghiette affilate della micia dispettosa: il suo target preferito erano le ciabatte fucsia a tacco alto, con il pon-pon di struzzo che svolazzava al vento. Katty impazziva ogni volta, appostandosi e lanciandosi all'agguato ogni volta che Nur abbassava la guardia o si ritrovava la gatta sui piedi mentre camminava per casa, rischiando di ammazzarsi.
Ogni volta si ripeteva la stessa storia: Nur che usciva urlando dalla sua stanza agitando l'oggetto malcapitato in una mano, minacciando Katty di tagliarle le unghie e la coda; la micia che schizzava via alla velocità della luce nascondendosi dietro le gambe di Lou o infilandosi sotto il divano.
Nur che si accucciava sbattendo il palmo della mano per terra, intimando alla gatta di uscire.
Katty che non si scomponeva e ritornava all'attacco subito dopo.
Erano uno spasso insieme!

«Un giorno di questi ti infilo in forno con le patate e poi vediamo!»
Nur ricambiò lo sguardo della gatta minacciandola con un sedano. Katty dal canto suo, fissò prima Lou, poi il gambo di sedano, infine sbadigliò non degnando minimamente Nur di attenzioni e poggiando il musetto sopra le zampine, chiuse gli occhi placidamente.


«Questa gatta è tutta il padrone! Ha la stessa faccia tosta di quel secco antipatico!» - esclamò esasperata Nur.
«La mia gatta è stupenda... e solo per il fatto che somiglia a lui, lo è ancora di più.» - disse Lou grattando le orecchie della micia che le leccò distrattamente la mano.
«Se, se... certo. Sono una gran bella coppia quei due: tutti e due pronti a saltarti addosso senza preavviso, con quegli occhi che ti sondano e ti mettono in soggezione, scrutandoti e soppesando! Sono uguali.»

Lou guardò l'amica da sopra la spalla ridacchiando.
«Pensavo fosse diventato il tuo migliore amico.»
«Tsk! Mai! Solo perché mi sta meno antipatico di prima non significa che ora è mio amico! Dovrà prima passare sul mio cadavere e se solo osa farti soffrire, gli stacco quel nasino perfetto che si ritrova con un morso!»

«Il nasino perfetto, eh? - scherzò Lou piantandole un gomito nel fianco – Ehi, stai parlando del nasino più bello della Finlandia... ed è solo a mia disposizione e me lo bacio io, ogni notte!» - continuò Lou, tronfia e con le gote rosse.

«Uhm, già... e immagino che oltre al nasino perfetto ha anche qualche altro “arnese” che trovi di tuo gusto baciare, giusto?»
«Nur! Come sei volgare...» - ridacchiò Lou.
«Se, certo... io! Ti ricordo che siete VOI che fate casino, rifilandomi la tigre ribelle – additò Katty – mentre IO cerco di dormire e voi vi rotolate allegramente tra le lenzuola e chissà dove altro! VERGOGNATI!»- gridò ridendo.

«No, che non mi vergogno... dovevo venire fino in Finlandia per scoprire che mi piace fare sesso e che sono passionale, pensa te... Con... - stava per dire il nome di Andrea, ma captò l'occhiataccia di Nur e sorvolò – insomma prima ero convinta di essere una di quelle donne insensibili e frigide.
Non pensavo potesse essere così... così totale, così intenso, così commovente... ogni volta che sto con lui mi sembra di essere sul punto di implodere su me stessa, che mi ritroverò cenere l'istante dopo... - sussurrò Lou, con la faccia sempre più rossa – e invece quando apro gli occhi e torno sulla terra, fra i comuni mortali, lui è lì e mi stringe a sé, mi parla sussurrando, guardandomi dritto negli occhi e dentro l'anima ed io mi sento... intera. Mi sento parte di qualcosa di unico, qualcosa di prezioso. Mi sento a casa.
»

«Wow... - sussurrò Nur sorridendole dolce – questo lo fa salire di tre gradini nella mia classifica di gradimento: l'espressione che hai quando parli di lui dice tutto... e sono così felice per te, davvero, piccola... te lo meriti.» - le prese le mani pallide e fredde stringendole fra le sue scure, calde e morbide.

Lou ricambiò il sorriso; per il momento Andrea e tutto quello che lui portava con sé era accantonato e oscurato dalla luce di Ville e dei sentimenti di Lou per lui.

«Ho una fame da lupi!» - proruppe allegra Nur spostando senza tanti complimenti Katty dal ripiano e posandola a terra. La micia le soffiò contro indignata e si allontanò con la coda alta a stendersi sul cuscino preferito, quello accanto al calorifero.
Ridendo e chiacchierando allegramente sulle grazie che Ville metteva con piacere nelle grinfie di Lou prepararono un pranzo leggero e colorato: insalata con ogni ben di Dio dentro, noci, pinoli, mandorle, carote, peperoni, mais... pensarono di aver esagerato nelle porzioni, come sempre, invece parlando senza sosta, diedero fondo all'intera scodella.

«Adesso esplodo!»
Nur si appoggiò pesantemente sul divano, tenendosi una mano sulla pancia si sbottonò i jeans attillati; Katty sollevò la testa, scostandosi per non farsi toccare.
«Antipatica!
» - le ringhiò contro Nur.

«Ma insomma, lasciala stare povera patata! E' normale che non ti sopporti: le stai sempre addosso! Quello è il suo posto!»
«Cosa?! Fino a prova contraria questa è ANCHE casa mia, e la “cosa pelosa e puzzolente” è solo un ospite, per altro neanche tanto gradita! Questo è sempre stato il MIO posto! Non lo lascio di certo a lei!»

Lou smise di lavare i piatti per guardare la sua amica, ridendo.
«Nur, tesoro... ti rendi conto che stai litigando per il posto sul divano... con un gatto!?»- chiese seria Lou.
«Umpfh... lei non mi sopporta! Trama contro di me! Guardala come mi fissa: chissà cosa starà escogitando!»- si lagnò guardando la micia, che la teneva d'occhio a sua volta con aria perplessa.

Lou scoppiò a ridere, guardando le due che sul divano, ai lati opposti si sfidavano a colpi di occhiatacce.

«Oh, mio dio... - rantolò Lou senza fiato – voi due siete comiche! - Katty la guardò dapprima speranzosa poi rassegnata, come chiedendole silenziosamente con lo sguardo il motivo per cui le era capitata una sciagura simile – Oddio, mi sento male, mi sta tornando tutto su!»

«Non sarai mica incinta tu? Non me ne stupirei affatto, visti gli straordinari che fai con il secco...» - disse distrattamente Nur, poi si alzò di scatto a sedere girandosi a guardarla contrita.
«Oddio scusami... – non volevo dirlo, mi è scappato... scusami Lou...
»


Alzandosi velocemente le si avvicinò.
Lou, con ancora un sorriso sulle labbra che si era appena incrinato, raggelandosi.
Sapeva che non era stata sua intenzione dirlo, eppure una fitta dolorosa e ancora sanguinante le pulsava dentro.
«Va tutto bene, Nur... sto bene, so che non volevi.” - la rassicurò sorridendole, cercando di trasmettere, che tutto andava veramente bene.


Lo squillo del cellulare di Lou spezzò quella tensione e i brutti ricordi si ritirarono nel buio, quando lesse il nome sul display.
Era Ville.
«Pronto? Sì, Ville...» - la voce le risuonò un pochino stridula. Sperò che lui non se ne accorgesse. Possibile che si emozionava ogni volta che lui le mandava un sms o la chiamava?


Non mi abituerò mai...”.
«'Prinsessa'... - sussurrò lui con voce sexy – Non volevo disturbarti, sei impegnata?»

E un calore le si diffuse in tutto il corpo, allungando dita in ogni angolo, stringendola in un abbraccio morbido e caldo come la sua voce.

Come se Ville Valo al telefono potesse disturbare! Sono certa che anche sul tavolo operatorio, una donna sarebbe più che felice di ricevere una tua telefonata!!”

«Ma no, tu non mi disturbi mai Ville, - oh, amava dire il suo nome! - non sono impegnata e anche se lo fossi lascerei tutto per parlare con te...» - rispose con l'affanno, allontanandosi da Nur che faceva finta di essere presa dal colore del suo smalto ma che in realtà non si perdeva una sillaba della telefonata.

Le fece un cenno chiudendosi in camera da letto.

Mi manchi...”.
Pensò ma non lo disse.

Ville se ne uscì con una risatina deliziata.
Fremette come sempre al suono della sua voce: chiuse gli occhi, desiderando averlo vicino in quell'istante.

«Stai bene, 'Prinsessa'? Sei troppo dolce... che fine ha fatto la mia bisbetica?» - la stava prendendo in giro dolcemente.
Le sembrava quasi di sentire le sue dita lunghe attorcigliarsi intorno ai suoi capelli, sfiorarle il collo...

«Ehi!... Io sono sempre dolce!» - finse di risentirsi, ridacchiando sotto i baffi.

«Oh sì, lo sei... molto dolce... - la voce gli si arrochì – Questa conversazione sta diventando velocemente una telefonata erotica, sai? Dimmi un po', 'Prinsessa'... ti sei per caso rivestita?»


Oh, cacchio! Anche a distanza mi fa contrarre lo stomaco e venire le ginocchia molli, come gelatina!”


«Ehm, sì... avevo freddo! Non pretenderai per caso che vada in giro nuda tutto il giorno?! E poi sono uscita con Nur per fare spesa...» - si distese a pancia in su sul letto, giocherellando con la coda di Katty che ovviamente l'aveva seguita trotterellando.

«Freddo? Italiana rammollita... ma se è quasi caldo! - ridacchiò lui dall'altra parte – Beh, potevi metterti un impermeabile sopra il tuo delizioso corpicino nudo e andare a fare la spesa... pensa se un'improvvisa folata di vento avesse sollevato tutto... e quanti avrebbero gradito. A pensarci bene no, hai fatto bene a rivestirti, voglio che le tue grazie siano solo per me.»

Caldo, eh? Lou lanciò un occhiata perplessa al cielo plumbeo che minacciava pioggia.
Un momento: per caso le stava facendo intendere che era geloso?
Wow.

«Certo, caldissimo... beh, che vuoi, Valo? Hai chiamato solo per prendermi in giro?»

«Ah-ha! Eccola la bisbetica che adoro! Sapevo che era lì da qualche parte mascherata dalla brava bimba che fingi di essere... - rise con la sua adorabile risata singhiozzante – no, in realtà ti stavo chiamando per dirti che questa sera farò molto tardi... e che nel frattempo potevi rivestirti: non vorrei che ti ammalassi.»
Stava continuando a prenderla in giro, anche annunciandole una tragedia come quella della possibilità che non lo vedesse?!

Era pazza di lui, sì.
Ma era geloso o no?

«Quindi non ci vedremo stasera?» - tentò invano di mascherare la delusione.

Altra risatina.
«Ti mancherò?»
Ville fece la voce esageratamente suadente e bassa, roca e sexy.



Maledetto diavolo tentatore! Lou, respira. Non fare pensieri sconci, non fare pensieri sconci...”


Ma associò instantaneamente quella voce ad altri momenti piccanti... lo voleva.
Ora. Immediatamente. Desiderò che si materializzasse su quel letto.

«No, mia 'Prinsessa', ho solo detto che farò molto tardi: c'è una stramaledetta intervista per un magazine e devo esserci... ti assicuro che per come stanno andando le cose, vorrei essere con te il prima possibile.» - aggiunse con voce improvvisamente stanca.

«Ci sono problemi?» - Lou lo chiese timidamente per non essere troppo invadente, chiedendosi se anche “Amy-la-Stangona-Mora” fosse presente.

E soprattutto ci sono donne?!”.

Si morse le labbra prima che la domanda sfuggisse via.

«Diciamo che le cose non stanno andando esattamente come vorrei. - tagliò corto lui chiudendo l' l'argomento – pensi che possa passare da te, anche se farò molto tardi? Probabilmente sarai già a letto e non voglio svegliarti... anzi sì, voglio svegliarti. - disse ridendo – scusa se ti sembro egoista ma non voglio starti lontano più del dovuto.»

Lo stomaco e il cuore e altri organi che non sapeva di avere, fecero un doppio salto mortale carpiato.

«Ti aspetto.» - soffiò lei cercando di essere sexy quanto lui.

Risatina dall'altra parte. Esperimento fallito.
Sbuffò silenziosamente, per evitare un'altra risatina.

«Forse, dopotutto, metterò l'impermeabile... e vado a farmi un giro, mentre ti aspetto. Così mi alleno.» - si sentiva terribilmente stupida a tentare certi giochini nello sforzo di fargli dire ancora di volerla tutta per sé.

Nessuno era mai stato geloso di lei prima d'ora, nessuno glielo aveva mai dimostrato: Andrea non lo era mai stato, anche se la considerava roba sua non era mai stato geloso di lei.
Era fin troppo sicuro di sé per immaginare che qualcuno potesse trovarla interessante o temere che lei potesse trovare qualcun altro interessante, che non fosse lui.

«Se vuoi che DOPO ti leghi a letto fai pure.» - rispose lui calmo.
L'ego di Lou alzò la cresta.

Ssiiiiiiiiiiiiii! Legami!”.

«Seguo solo i tuoi consigli...- disse Lou seria – anzi i tuoi ordini.»
«'Prinsessa', non osare.» - ridacchiò Ville.

È geloso!”.

«Uhm...non so... ci devo pensare.»
«Lou, stai giocando con il fuoco...» - la minacciò facendo la voce bassa e profonda da orco.

Stava flirtando spudoratamente con... il “suo ragazzo” al telefono... e la cosa le piaceva da morire, le dava dei brividi da adolescente.

«Non essere il solito prepotente...» - sospirò lei.
Si stava divertendo un mondo e da come ridacchiava lui, le sembrava che fosse lo stesso per lui.

«Tu non provocarmi.»
«Non sarai mica geloso, Valo?» - si ammirò per la finta indifferenza con cui gli fece la domanda che le premeva sulla punta della lingua.

Non rispose. Lou temette di essersi giocata tutto e le si gelarono le mani dall'ansia.

«Ora che mi ci fai pensare, credo proprio di sì.»
La voce era terribilmente seria.

Oh, oh...”.

Dall'altro capo del telefono, qualcuno che parlava a Ville e lui a bassa voce, che imprecava.
«'Prinsessa', devo andare... mi aspetti vero?»

Anche tutta la vita...”.

«Certo, con o senza impermeabile?»
La sua risata. Oh sì, lo amava.

«A spogliarti ci penso io. A dopo 'Prinsessa'...»
La sua voce era come una carezza.

«Ok, a dopo... Ville?»
«Uhm, sì? Dimmi. Lou...»


Amo il mio nome sulle sue labbra...”-


«Davvero sei geloso di me?»
Risatina.
«Te lo dico dopo...»

Click!
Ma che cavolo... e almeno rispondi, maleducato!”.


Guardò Katty, che la stava osservando curiosa, grattandole la testolina:
«Anche stanotte ci tocca aspettarlo, sorella... siamo delle eterne Penelope.»
Katty le rispose con un “maoaou” solidale.

Tornò in salotto dove Nur faceva finta di leggere una rivista: avrebbe scommesso che non si era persa una sola parola e avesse aguzzato le orecchie come un lemure.

«Tutto bene?» - chiese infatti con finto interesse, continuando a far finta di leggere.
«Uhm, sì...» - le rispose evasiva ghignando, certa che la curiosità di Nur non veniva arginata da niente e nessuno al mondo.

Contò mentalmente fino a 4 e poi Nur proruppe: “Oh, uffa allora? Che ti ha detto?! Ti ha detto ancora che ti ama e che appena torna ti ribalta come un calzino, così come ha fatto la notte precedente? Dai dai daiiiiii dimmelo!
»

«Ribalta? Lui non ribalta... - ridacchiò lei – lui “sommerge di passione”, semmai...»

«Senti “Sommerge-Di-Passione”, insomma?! Ma perché non mi racconti mai nulla di quello che fate?! Io voglio sapere tuttoooo... uffa...»

«Neanche morta. Quello che “facciamo” rimane solo tra me e lui, sono cose private... non mi va di dirlo; è come se svanisse tutta la magia se lo raccontassi a qualcuno!»

«Ma io sono la tua migliore amica! Non sono “qualcuno” e basta! Cattiva!»

«Dai su, non fare la bimba capricciosa...» - le grattò la testa come faceva con Katty che le osservava entrambe attentamente: sicuramente quello che pensava di loro non era un mistero!
«Uffa!- ripeté Nur incrociando le braccia al petto – almeno posso sapere se anche stanotte devo mettermi i tappi alle orecchie e portarmi “la belva” in camera?»

«Ha detto che farà molto tardi...- fissò Nur con la testa inclinata di lato – ti dà fastidio che siamo di là a... beh sì, insomma che stiamo da soli e si sente un po'?»
«Umpfh, no... è che sono un po' invidiosa! Insomma qui i ruoli si sono ribaltati: tu adesso hai un'intensa e soddisfacente vita sessuale e io non batto chiodo da settimane! Tutto ciò è ingiusto!»

Lou scoppiò a ridere.
«Potresti sempre chiamare Julian... mi pare che non sia stato così malaccio... o sì?»

Nur soppesò il suggerimento: 
«Ma sai che l'idea non è affatto male? Tutto questo amore fra te e il secco mi mette tristezza: mi ci vuole una dose di sano e carnale sesso! Lo chiamo!»

Lou sbatté gli occhi allibita.
«Stavo scherzando, Nur! Non... non lo chiamerai sul serio?!» - allarmata la osservò mentre afferrava il sul palmare e scorreva la rubrica con un dito laccato di rosso fuoco.
La sua amica sorrideva felina mentre partiva la chiamata.

«Non ci posso credere! Metti giù quel telefono! Smettila, Nur: sei senza pudore! Povero Julian!»
Lou tentava di prendere dalle mani il palmare e mettere fine a quell'ennesima follia dell'Hostess Ninfomane, sussurrando a voce strozzata.

«Sta' zitta, Suor Lucia... - Nur le fermava entrambe le mani con una sola, piantandole un piede nudo sulla pancia per tenerla lontana – Juuuuuuuuliaaan! - urlò affettata – Ciao caro, come stai? … - ...Come sarebbe a dire chi è che parla?!»

Offesa a morte Nur aggrottò le sopracciglia curate e perfette, facendo un gestaccio con il dito medio all'indirizzo del suo interlocutore dall'altra parte.
Lou si era rilassata e ridacchiava.
Julian era sempre uno spasso: era certa che stava giocando con la sua amica, che spesso e volentieri non coglieva l'evidente ironia in molte cose.

«Coooooooomunque... sono Nur. Sì, quella Nur. La coinquilina di suor... ehm, di Lou. - fece una linguaccia a Lou, schivando il cuscino che questa le aveva tirato. - Sai, mi chiedevo se una di queste sere ti va di vederci e andare a bere qualcosa insieme: è da tanto che non ci vediamo.» - buttò lì Nur.

Silenzio. Espressione allibita.

«Sì, è qui... sta bene. Sì.» - le lanciò un'occhiata assassina.
Nur le passò il palmare.
«Vuole salutarti.» - disse gelida.

Lou prese il cellulare con un sospiro cercando di non ridere: Julian la metteva sempre in situazioni imbarazzanti.

«Diabolik! Ciao... sto bene, grazie... - guardò Nur, che aveva incrociato le braccia al petto e la guardava storto. Le strizzò l'occhio, tentando di farla sorridere.- Anche tu “ci” manchi molto...»– disse calcando sul plurale.

Perchè Julian non la smetteva di fare la corte a donne già impegnate?

Oltretutto era stata Nur a chiamarlo e lui voleva parlare con lei... uomini! Mai che facessero la cosa giusta al momento giusto.... a parte Ville, ovviamente.
Lui faceva tutto nel modo giusto: era sempre in completa armonia con il momento.
Ma lui era unico.

Ecco: si era distratta mentre un fantastico uomo spagnolo le faceva la corte al cellulare della sua amica, che era stata snobbata senza tanti complimenti; questo era un chiaro segno di quanto fosse ormai persa per il suo finnico.

«Julian, è stata Nur a chiamarti... - gli ricordò con tono di rimprovero tagliando il fiume di chiacchiere dello spagnolo – ma certo, ci vediamo presto. Ti passo lei.»

Si scusò con un'alzata di spalle con la sua amica, passandole di nuovo il palmare con un sorriso.

«Sì. Eccomi. - la voce di Nur era più fredda di un iceberg: poteva far concorrenza al suo principe oscuro. Quasi. - Sì, ti avevo chiamato per invitarti, mi avrebbe fatto piacere rivederti ma ho la netta impressione che preferiresti inviti da “qualcun altro”

Oh, merda!”.

Nur continuava ad avere la faccia assassina.
«Ok, per me stasera va bene. Ma se hai di meglio da fare rimandiamo... NO! LOU è IMPEGNATA CON VILLE.» - le orecchie della sua amica divennero rosso fuoco dal nervosismo.

Julian ci è o ci fa?!”.

Tonto di uno spagnolo. Se continuava con quella storia, la sua amica lo avrebbe demolito.

«Perfetto... allora ti aspetto qui. – Nur ritrovò il suo charme a fatica – Ok, a dopo Julian.»

Guardò il palmare sbigottita.

«Questo è tutto scemo! Ma come osa?! Io lo invito fuori e lui chiede di te!»
L'indignazione era ai massimi livelli... e non le poteva dar torto.

Se Ville avesse chiesto di qualcun altro mentre parlava con lei, sarebbe andata subito su tutte le furie. E poi in paranoia.

«Dai, scherzava... - minimizzò Lou, tentando di riportare il buonumore sul viso della sua amica – non te la prendere: sappiamo che è un tontolone...»
«No, no è tutto scemo e ancora cotto di te! Ma stasera gliela faccio passare io la voglia di snobbarmi!» - si alzò dal divano dirigendosi a passo di marcia nella sua stanza.

Signor Ramos, sei nei guai...”.


******

Angolo Dell'Autrice (parolooone):

Alloraaaaaaa, salve a tutti! Chiedo venia per il ritardo con cui mi rifaccio viva, ma non me ne sono stata con le mani in mano eh!
Innanzitutto, voglio ringraziare tutte quelle anime che nonostante non abbia aggiornato più con regolarità, hanno continuato a leggere questa storia e mi hanno dimostrato affetto e stima.
Dopo mesi di stallo, in cui la Musa non solo mi ha snobbata ma mi ha anche sputato in faccia, finalmente ho rivisto la "Luce" (ogni riferimento a fatti e persone non è casuale: mi riferisco proprio a Lui!) ;
nell'ultimo periodo ho ritrovato la calma e la serenità che da tempo non avevo e questo mi ha ispirata e ha fatto sì che la Musa fosse perplessa e in un momento di distrazione, sua, l'ho riacciuffata...
(non fate caso ai miei deliri: ho dormito poco. Con la mia Beta
Deilantha abbiamo fatto le sei di mattina per discutere sugli accenti di "stà, perché e sì"... perché giustamente, io e lei le nostre migliori genialate, le si fa a quelll'ora...xD);
ho ricevuto tante recensioni nell'ultimo mese e questo, insieme al resto, mi ha dato la forza e lo stimolo necessari per riprendere in mano questa storia cui, non dubitatene, tengo tantissimo e voglio portar avanti, fino alla fine!
tengo a dire un grazie gigantesco a quelle splendide donnine che con la loro presenza costante, mi hanno sempre tenuto su il morale, costringendomi quasi a pubblicare e scrivere:
apinacuriosaEchelon, arwen85, Lady Angel2002, IlaOnMars6277(che nonostante non sia HIMmica ha avuto un attacco di Valite durante la lettura della storia xD),Ila_76, Echelena;
una menzione speciale va alla mia Crabs Valentina aka
_TheDarkLadyV_, la cui recensione mi ha scosso,emozionato e lusingato, facendomi uscire dal torpore letterario.
Inoltre ho scoperto una bravissima autrice in lei, delicata, profonda e mai scontata: andate a leggere le sue storie (Cicci_Crabs_Pr in azione) Grazie Gemellina mia! <3
Così come le mie due carissime Love: Soniettavioletstarlet, poisongirl76: la prima, pur se indietro nella storia, mi sostiene e mi riempie di complimenti e carinerie; la seconda... beh è la mia Love e come tale dice tutto...
un grazie anche a chi ha commentato assiduamente ogni capitolo, come kip_89 che ha letto tutto a tempo di record e lasciato sempre un suo parere: grazie ancora!
Baci e abbracci anche alla mia compianta Beta robpattzlovers, di cui ho perso le tracce ma leggenda metropolitana racconta che sia ancora viva e in salute... :P
Tornaaaa, sta' casa aspetta a te, Pulci!
Non voglio lasciare fuori nessuno, perdonatemi se mi sfugge, (l'età sapete...) quindi vado a ritroso nelle recensioni dell'ultimo capitolo pubblicato: katvil, Christine_L, mikygone, in venere veritas, infinity86dark2, Raphus Cucullatus, GiusyValo; grazie infinite anche voi!
Poi ringrazio quei discoli che non commentano ma mi chiedono su fb quando pubblico e mi riferisco a voi, sì sì voi: AngeloHimRusso (mahuahbchvgvavabc ihahsbf hree!! o abab?), e Valentina, che a breve pubblicherà anche lei una storia originale, della quale ho l'onore di leggere le anteprime! ;*

Come avete potuto notare, mi sono anche dilettata a dare ai miei bimbi i volti (li potete vedere cliccando qui: Characters.
Tiè: viva l'abbondanza!
Passiamo al capitolo: ho pensato di spezzarlo perchè era lunghissimo.
So che vi ho lasciato a metà ma quello che succede subito dopo non potevo combinarlo in maniera diversa e 30 pagine per un capitolo, sono tante! :D
In effetti, questo è un capitolo di transito vero e proprio: non succede nulla di che, tranne le perpetue pippe mentali di Lou e qualche aneddoto divertente sul rapporto Nur/Katty!
Quindi tutto sto papiro è per rassicurarvi che il 14 Cap. c'è già, perfino il titolo (roba che io decido prima di mandare invio in EPF, di solito) mi manca solo un piccolo particolare che amo chiamare "Lo smantellamento del Valo".
Arrivateci da soli!xD (Perchè, come dice la mia Beta, il Valo va smantellato di tanto in tanto e visto che la Lou è male intenzionata, lo attende una bella nottata... :P).

E mentre sto scrivendo questo testamento, ascolto "L' essenziale", una canzone che mi gira in testa da giorni (oltre a quelle HIMmiche che non mi lasciano mai, of course...): e sto pensando che si adatta benissimo al prossimo capitolo, ma anche a questo... Lou prende coscienza sempre più di quello che sente per Ville... beh basta, che se no vi racconto tutto il capitolo 14!! xD
Cià cià cià, vi voglio bene a tutti!
*Pollyanna mode-on*. Sci sono piena d'ammoooore. Me felice.
:) *H_T*


   
 
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