Crossover
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Autore: whitemushroom    24/02/2013    2 recensioni
Il Legame Cremisi è la prova che ogni Cavaliere dei Pesci deve affrontare per dimostrarsi degno di vestire la Gold Cloth, l'armatura d'oro che contraddistingue i migliori guerrieri della dea Athena. Ma il Legame Cremisi ha un prezzo. Un prezzo che Crona, giovane apprendista del Gold Saint Lugonis, non è disposto a pagare ...
Una fanfiction crossover tra l'universo di Saint Seiya (The Lost Canvas) e Soul Eater.
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5: Lugonis, l’amore. Il mio sangue, la tua vita, tutto solo per quell’istante!


La Specter impiegò pochi attimi per rimettersi in piedi e lo fissò con quei suoi occhi carichi d’odio. Lugonis ricambiò lo sguardo senza perderne di vista anche un solo movimento “Crona, va meglio?”
Quella strega aveva osato sfiorare il suo allievo. Aveva contaminato il Legame Cremisi. E nessuno poteva minacciare impunemente il successore del Saint dei Pesci. Confortò il ragazzo con un sorriso: era ancora più pallido e spossato di quando era fuggito, ma era vivo. Atena sia ringraziata.
Era sicuro che la sua avversaria avesse emesso un sibilo; ma più che la donna, ciò che lo spaventava era l’essere dal Cosmo spaventoso in attesa sul trono, perché se una Specter si stava dando così tanto da fare c’erano pochi dubbi sull’identità dell’uomo dai capelli scuri.
“Come sei arrivato qui, Saint di Atena?”
“Potrei dirti per caso” mai perdere d’occhio un nemico “O forse perché Atena ha voluto così, ma …” in fondo la situazione meritava un sorriso “… diciamo che è arrivato un piccione viaggiatore espresso al Grande Tempio! Proveniente da Ingolstadt, ma guarda un po’!”
“Un piccione … FRANKEN!”
“Sì, tesoro?”
Lugonis si spostò e si portò al fianco di Crona, lasciando il campo a Franken Stein. Lo scienziato si portò al centro della cripta con fare disinvolto, più attento ai libri che traboccavano dalle mensole che alla Specter ed al suo padrone. Se Lugonis non si fosse trovato in una cripta maledetta con il suo allievo in pericolo, una serva di Ade furiosa, la Guerra Santa alle porte ed il dio della morte sul punto di risvegliarsi si sarebbe seduto su una panca e si sarebbe goduto lo spettacolo. “Cielo, ho sposato una Specter!” e il tono era quasi divertito “Ti concedo di essere davvero brava, in tutti questi anni non me ne sono mai accorto!”
“TU? CHE COSA CI FAI QUI, IMPIASTRO?”
“Vengo a restituirti la botta in testa che mi hai dato, cara” estrasse una pipa dalla tasca del camice e la accese con uno schiocco di dita “Al tuo dio dispiace se fumo? Mi auguro proprio di sì!”
La mano di Crona cercò istintivamente la sua e la strinse forte, lasciando che fosse il sangue che li univa a parlare. Il sangue nero del ragazzo si ribellava al suo richiamo, lo feriva dall’interno, ma poteva sentire anche parte del proprio fluire in quel piccolo corpo a seguito del Legame. Il sangue sacro della dodicesima casa. Quella donna era la causa del sangue nero, in un modo o nell’alto. Poteva controllarlo. Era riuscito a separarli per qualche minuto, ma la presa della Specter sul ragazzo era più forte della sua.
E la cosa lo faceva davvero infuriare.
“Non so cosa tu faccia in combutta con il Grande Tempio, Franken, ma non hai idea in che guaio ti sia cacciato. Sparisci ammirando la mia creazione!”
Le dita del ragazzo si staccarono dalle sue con violenza. Il corpo riprese a muoversi spasmodico “Maestro … aiuto …”
Il Saint si lanciò in avanti con l’intenzione di bloccargli il polso ed impedirgli di avvicinarsi alla donna, ma si ritrovò la spada di Crona a pochissima distanza dal palmo. Nera anche quella.
“Ti conviene non avvicinarti, bel pesciolino, o il mio obbediente Crona di Ragnarok farà a pezzi te e la tua luminosa Cloth”
Come se me ne importasse qualcosa …
Guardò prima la spada oscura, poi la mano chiara e malferma che la stringeva. Avrebbe potuto fermare il ragazzo con le rose scarlatte e poi lanciarsi sulla Specter, ma i suoi fiori non erano pensati per immobilizzare o rallentare qualcuno. Avrebbe persino rischiato di ucciderlo. Rilasciare il suo profumo velenoso avrebbe solo finito per danneggiare Stein, e Crona ne era immune.
Oppure, unica soluzione valida, avrebbe potuto avvicinarsi di qualche altro passo, stendere la mano e provare a fermare il ragazzo soltanto con la propria forza fisica; la lama oscura lo aspettava, ma almeno si sarebbe ferito soltanto lui.
“Non fare quello che sono certo che stai pensando di fare, Lugonis. La situazione la gestisco io”
“E come?” conosceva lo scienziato da diversi anni, persino da prima che la follia oscurasse parte della sua mente, e abbastanza bene da sapere che per lui il parametro vita propria o altrui non era una variabile fondamentale nei duelli. E non avrebbe rischiato il proprio apprendista.
L’altro tirò una boccata profonda dalla pipa “Tesoro, dì al ragazzo di farsi da parte, per favore. Sai che non mi piace che ci siano estranei nelle nostre liti di famiglia!”
Lei mosse una mano e Crona si trascinò nella sua direzione, sebbene la punta della sua spada di sangue continuasse a puntare verso di lui “Per tuo sommo disappunto, Franken, questo ragazzo fa parte della mia famiglia. Il suo sangue è il mio sangue”.
Cosa?
“Lui è mio figlio. Il mio esperimento meglio riuscito. Il mio sacrificio al sommo Thanatos ed al trionfo dell’armata di Ade sul mondo”.
Il suo … cosa ?
“I miei studi vano ben oltre i tuoi piccoli esperimenti, Franken. Ho alterato il sangue di mio figlio sin dalla nascita per renderlo l’arma perfetta in grado di distruggere con poche gocce persino le Gold Cloth”
Lugonis non sapeva più chi o cosa osservare. Quando la Specter si voltò verso di lui notò che quelle poche fattezze umane che ancora le rimanevano erano storpiate dagli occhi gialli dall’iride sottile e dalla lingua biforcuta che passava con un certo piacere sulle labbra. Ma le sue sembianze erano niente in confronto alle parole. Ed il piacere di ricacciargliele indietro con le sue rose aumentava ad ogni secondo. “Ma mi mancava l’ultimo ingrediente. Il suo sangue doveva mescolarsi con quello più potente su questo mondo. Bastava un solo, minuscolo contatto”.
Un secondo, lungo sibilo “Il sangue di uno stupido Cavaliere dei Pesci con un ancor più stupido senso paterno …”
Crona.
Quella volta gli era caduto dall’alto, così piccolo che pesava meno del mucchio di stracci che lo avvolgeva.
Crona.
Erano stati i suoi occhi azzurri a colpirlo, così grandi e vuoti allo stesso tempo.
Crona.
Era stato certo che fosse stata la costellazione dei Pesci a farglielo cadere tra le braccia.
E per quella strega Crona non era stato altro che un esperimento?
“Come puoi dire una cosa del genere di tuo figlio?”
“Mio figlio è uno Specter, e gli ho fatto un dono di cui essere orgoglioso. Potrà offrirsi in sacrificio al sommo Thanatos per spianare la strada verso la Sua eterna gloria” il suo ghigno era ormai inguardabile “Con il sangue di Crona distruggeremo finalmente le vostre Cloth. E la tua, pesciolino d’oro … sarà la prima!”
“NO!” urlò Crona, cercando di muoversi di propria volontà; sembrava che la stessa presenza della donna lo trascinasse nella propria direzione, forte come in risucchio di un buco nero. Stein, quasi incurante di tutto, lo superò con un paio di passi lenti e si portò ancora più vicino alla lama del ragazzo; vuotò il contenuto della pipa, la riempì con qualcosa dalle sue tasche, la accese e trasse una seconda, più profonda boccata. “Ho capito, va bene, cara …”
Forse portarlo con me non è stata un’idea brillante. “Ora che ti sei vantata a sufficienza delle tue ricerche e ne sei a ragione soddisfatta perché non dici al ragazzo di abbassare il ferro? Qualcuno potrebbe farsi male sul serio … e mi dispiacerebbe rovinare il delizioso faccino che stai sfoggiando”.
Superò Crona approfittando del dubbio negli occhi della donna, frapponendosi tra lei ed il ragazzo. Forse vuole darmi il tempo di agire …credo …spero … Se avessi la più pallida idea di come fare …
“Stein, un patetico umano normale come te non ha idea di quello che sta avvenendo ora, in questa stanza!”
“Te l’ho detto mille volte in questi anni, cara. Ti consideri una scienziata, ma per i miei gusti presumi troppo … SOUL THREAD SUTURES!”
Lugonis percepì lo scintillare del Cosmo giusto in tempo e si allontanò con un salto, ma la donna non fu altrettanto rapida; dal pavimento, dalle crepe, e persino dalla sua ombra comparvero migliaia di minuscoli fili bianchi che si avvilupparono alla sua armatura nera, si conficcarono nella superficie lucida e la ancorarono a terra “Ma cosa hai …?”
“Tesoro, uno scienziato è sempre pieno di sorprese”.
“Tu saresti … UN SAINT DI ATENA?”
“Ex, prego. L’armatura non fa per me. Non è comoda quando devo dissezionare”.
La donna si avvolse di energia, usando il proprio Cosmo per spezzare l’attacco di Stein; per quanti fili si spezzassero, però, altri ne comparivano e si tingevano di un colore scuro assorbendo parte del potere avversario. Lo scienziato era ancora tra la Specter e Crona, assolutamente immobile, con il braccio teso e gli occhi chiusi; Lugonis sapeva che sarebbe bastato un solo attimo di distrazione per far sparire il Soul Thread Sutures, un attacco che richiedeva una perfetta unione di concentrazione e pazienza, doti insolite per la Casa dove l’altro si era allenato. La Specter chiamò a sé ancora più energia, e nel tentativo di liberarsi da due fili di sutura che le serravano il collo fece scivolare il suo potere prima con una vibrazione, poi con un’esplosione che si propagò sulla sua Surplice e la fece scintillare. Con una profonda spinta di spalle raccolse parte di quell’energia e la spinse contro la rete che la imprigionava, lacerandola, ed il boato che ne seguì scaraventò Stein dall’altra parte della stanza.
Gli bastò.
Quando la donna usò tutto il suo potere per scrollarsi di dosso l’attacco dello scienziato ne sentì la concentrazione abbandonare per un attimo la presa su Crona; prima che potesse riprendere di nuovo il controllo sul corpo del ragazzo Lugonis si lanciò su di lui, lo spinse a terra e usò il proprio Cosmo per allontanare la spada nera dalla sua mano, lasciando che questa si sciogliesse in piccole gocce di sangue una volta perso il contatto con il padrone.
La pelle di Crona era gelida “Maestro … aiuto … io …”
Non temere. Toccò una crepa del pavimento e sentì la terra e tutte le sue energie fluire da sotto quel posto maledetto: le tenebre dell’armata infernale avevano infettato anche quel luogo meraviglioso, ma non abbastanza da impedirgli di esercitare il proprio potere. Nel giro di qualche istante le lastre di marmo sotto di loro furono prima incrinate, poi distrutte dal potere del roseto che sbocciò al suo comando. L’energia che il Grande Sacerdote gli aveva prestato dalla sua stessa costellazione per rialzarsi e recarsi in quel luogo era forte ma non inesauribile, e la pianta piena di spine che li avvolse non era resistente come quelle che evocava di solito. Ma basterà. Non ci vorrà molto. Dalla morte, la vita.
Una spina trafisse i loro palmi, ed il sangue consacrato al Legame Cremisi esplose.
Il Cosmo di Lugonis si accese e brillò nel sangue dei Pesci, scivolando dalla sua mano fin dentro le cari del ragazzo.
Il silenzio calò intorno e dentro di lui; era vagamente cosciente del muro di rose circostante che veniva colpito, sfioriva e rinasceva per poi assorbire mille ed altri colpi, ma solo parte della sua mente poté concentrarsi sulla difesa. Il resto era lì, nel ragazzo che teneva per mano, dentro suo figlio, diretto verso il mostro nascosto in lui. Non era quello il momento o il luogo per completare il Legame, ma controllando e dosando con coscienza il proprio sangue avrebbe potuto comunque liberarlo da quell’incubo. La strega poteva prendersi quello che voleva, ma non Crona.
Quando il suo sangue impattò con quello nero del ragazzo fu come se mille aghi gli si conficcassero prima nella mano, poi nel braccio, poi fin nel cervello come un’unica ondata di veleno. La Specter aveva lasciato che fosse lui ad occuparsi del ragazzo proprio in attesa del Legame; aveva lasciato che fosse il sangue dei Pesci ad attivare quello di Crona ed a trasformarlo in un’arma. Ma non le avrebbe permesso di prendersi gioco una seconda volta dei loro poteri.
Sentì il fluido oscuro scivolare dentro le proprie vene e lo tirò a sé, stringendo i denti, assimilandone quanto più possibile dal corpo del suo apprendista e lasciando che nel ragazzo si riversasse il sangue baciato da Atena. Veleno contro sangue nero, il bruciore dentro il petto si fece ancora più acuto ma non abbandonò la piccola mano finché non fu certo di aver imprigionato dentro di sé quanto più sangue oscuro possibile. Parte ne era certamente rimasta in Crona, ma la protezione dei Pesci avrebbe impedito a quella strega di prendere di nuovo il controllo su di lui.
Appena provò ad alzarsi, però, tutto il suo corpo si ribellò: sollevare la testa era un’agonia.
“Maestro …”
Le esili braccia di Crona gli si strinsero intorno al collo. Non ricordava di aver mai ricevuto un abbraccio così intenso. “Grazie”.

“VECTOR ARROW!”
Le grida intorno a loro gli giungevano attenuate alle orecchie. In parte era merito del roseto, anche se adesso i fiori non erano più del vecchio colore sgargiante, ma avevano assunto delle venature oscure proprio come quelle del suo giardino. Ma era anche il sangue nero dentro di lui ad assorbirgli i sensi, scuotendosi nelle sue vene come un animale feroce su cui i cacciatori avevano gettato delle reti. Al suo tocco i fiori si ritirarono, ed una sagoma nera sfrecciò sopra le loro teste.
Con profondo disagio Lugonis scoprì che si trovavano al centro della più burrascosa lite familiare che avesse mai visto.
“Ma certo che non è tuo figlio! Tu non saresti in grado di distinguere una donna da una provetta! VECTOR ARROW!”. La Specter si sollevò in aria e dal retro della sua armatura si formarono oltre dieci frecce nere e viola che si staccarono da lei, si caricarono di Cosmo tenebroso ed attraversarono la cripta dirette contro Stein.
“Ma certo che le so distinguere! Sono entrambe dei contenitori!” con un’acrobazia l’uomo in camice oltrepassò il tavolo del laboratorio improvvisato e mandò l’attacco nemico contro l’oggetto trasformandolo in una cascata di schegge; Lugonis ebbe un tuffo al cuore quando una delle frecce si portò via mezza manica bianca con un sonoro strappo “Ma le provette almeno STANNO ZITTE! SOUL THREAD SUTURES!”
Crona era ancora spaventato dallo scienziato, glielo leggeva nel cuore e nel sangue che dividevano. Ma c’era qualcosa di ben più grande e maestoso da temere: se quello che aveva annunciato la Specter era vero, il dio Thanatos era sul punto di risvegliarsi. Da qualche parte del mondo una mano innocente avrebbe spezzato al tramonto il sigillo che incarcerava gli dèi gemelli e le anime di Hypnos e Thanatos sarebbero volate ai rispettivi corpi, ed i due generali avrebbero trovato il modo di risvegliare il loro signore Ade e far partire una nuova Guerra Santa.
In tutti quegli anni il Grande Sacerdote aveva mobilitato centinaia di Saint allo scopo di trovare e distruggere i corpi che avrebbero ospitato i due spiriti inquieti, ma evidentemente nessuno aveva mai pensato di controllare in quella cripta dimenticata dagli uomini. Il fatto che non vi fosse il corpo di Hypnos era solo l’ennesima prova che gli dèi avevano cercato in ogni modo di nascondere la loro esistenza e di preparare un piano di riserva in caso di incidente.
Da una piccola finestra della cripta arrivarono i crudeli raggi del tramonto.
L’unica speranza era il tesoro più prezioso del Santuario che il Gran Sacerdote gli aveva affidato prima di partire: era lì, poteva sentirlo ardere contro la sua armatura e caricarlo di forza.
“Crona …”
Intorno al corpo di Thanatos la donna aveva eretto una barriera di energia, e l’ultima luce del giorno avvolgeva il trono del sovrano di luce arancione. Non aveva bisogno di espandere il proprio Cosmo per percepire il potere malefico della Gorgone e delle sue frecce mortali.
Lei urlò qualcosa contro Stein, ma delle sue parole percepì solo il sibilo finale. Ma, per quanto temibile, quell’essere era uno Specter come altri. Non era uno dei tre Giudici Infernali.
E lui era un Gold Saint con il più potente erede della Dodicesima Casa al suo fianco. “Fai vedere alla marmaglia di Ade chi sei davvero”.
La mia ragione di vita.
Il ragazzo respirò a fondo e la sua spada comparve di nuovo: era ancora nera, ma al posto del gelo e del vuoto c’era una nuova forza ed osservò compiaciuto la lama che si abbatté con energia contro la barriera. Un turbine di sangue e veleno, un unico movimento in cui riconobbe il profumo delle rose.
“SCREECH GAMMA!”
Le pareti della chiesa tremarono all’impatto della spada di sangue contro la barriera crepitante mentre un lampo di luce rossa attraversò la stanza ed illuminò i capelli del dio in attesa. Non lo aveva mai visto sferrare un attacco con tanta sicurezza, nemmeno negli ultimi allenamenti. Il suo apprendista era finalmente pronto per la Gold Cloth. Sage si sarebbe dovuto ricredere “Eccellente, Crona”.
Lo scudo malefico perse parte della sua luce mentre l’energia veniva dissipata dalla spada nera, e l’urlo di disfatta della Specter fu sommerso da un attacco di Stein. La luce del sole, tiranna, stava lasciando quel mondo e l’abisso di morte seduto davanti ai suoi occhi gli ricordò di non essere solo un maestro ed un padre orgoglioso, ma un Saint in missione. Sul palmo della mano scesero tre petali, che al contatto delle sue dita sbocciarono in tre rose perfette.
Una bianca, per Atena e per Sage.
Una rosa, per l’innocenza di Crona.
Una rossa, per se stesso ed il suo orgoglio.
Addio, Thanatos.
Ma quando fece per scagliarle contro ciò che restava della barriera, dritte al petto di quel corpo ancora inanimato, la sua mano si irrigidì. Livida. Gelida. Guardò le proprie dita, che erano colme di macchie nere che si estendevano fino al polso ed alla Gold Cloth ancora non riparata. Due dei fiori persero i petali ed avvizzirono nel suo palmo ma il terzo, quello cremisi, si tinse di tenebra. Provò a scagliarlo lontano ma nulla rispose alla sua volontà. Le dita. Poi il braccio.
Immobili.
“Non sei stato molto furbo, pesciolino d’oro …”
Anche muovere il collo era faticoso; quando portò gli occhi all’ingresso della cripta si accorse della devastazione. Stein era in un angolo, circondato da un groviglio di frecce oscure che sciamavano intorno alla sua figura bianca come centinaia di insetti furiosi; un suo palmo emerse per qualche secondo dalla mischia traboccante di energia, ma dove i fili di sutura inchiodavano a terra dei vettori altrettanti li sostituivano. Sentì l’energia del Soul Thread Sutures sprigionarsi, ma prima che il familiare luccichio degli occhiali facesse capolino tra le frecce fu di nuovo avvolto dall’oscurità.
La Specter era provata dallo scontro, ma adesso i suoi occhi ambra erano fissi su di lui. Le spire che facevano parte della sua Surplice le si avvolsero lungo il braccio destro, ed al suo schioccare di dita Lugonis avvertì mille e più aghi muoversi, premere, tagliare le sue viscere. Aveva permesso al sangue nero di entrare in lui e adesso …
Gridò come un Gold Saint non avrebbe mai dovuto fare.
Lo sentiva. Premeva sotto la sua pelle e sembrava assaporare il suo Cosmo. Dalle spalle ai piedi il suo corpo era immobile e straziato, e per quanto cercasse di portare le mani al ventre quelle rimanevano lì, in aria, rigide. “Che c’è, lo sciocco pesciolino non riesce nemmeno a dibattersi?”
Atena.
Atena.

Dal groviglio di vettori che incombeva intorno a Stein se ne staccò uno. Scivolò sul pavimento come un serpente, poi arrivò al di sotto dei piedi di lei. Corse lungo la Surplice fino al suo dito.
“Quando il nostro dio aprirà gli occhi troverà un’offerta degna della sua gloria!” fece, muovendo la lingua forcuta “Ed io, Medusa della Gorgone, sarò di diritto uno dei Giudici Infernali. VECTOR …”
Un Gold Saint non deve avere paura. Perché qualsiasi cosa accada ci sono sempre Atena e la Giustizia al suo fianco. Erano le parole di Sage, quelle. Le parole che aveva scandito con calma il giorno che lo aveva vestito con l’armatura dei Pesci con ancora il ricordo del proprio maestro spirato nel Legame Cremisi. Il Grande Sacerdote era lì con lui, con un lungo abito bianco, donandogli la Cloth scintillante nella sala principale dell’osservatorio; il vecchio aveva gli occhi gonfi e lui, ingenuamente, credeva che fosse per l’incenso.
Atena e la Giustizia. Ed il sacrificio.
Non voleva sparire.
Non poteva.
Non con Crona ancora …
“ … ARROW!”
Il suo mondo si tinse di rosso.

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Inventare i titoli dei capitoli sta diventando sempre più un'impresa ....
All'inizio avevo pensato di usare per ogni capitolo un punto di vista diverso (proprio come avviene in Game of Thrones), però per necessità di copione il punto di vista di Medusa e Stein non poteva essere usato tutto, però mi piaceva l'idea di dare ad ogni capitolo il nome di un personaggio, quindi alla fine ho scelto di intotlarli con il nome del personaggio che dovrebbe essere il più importante ....
Infatti come si noterà per i prossimi capitoli mi sono arrampicata sugli specchi ...
  
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