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Autore: ivyblossom    25/02/2013    2 recensioni
Fa fresco stamattina. Più tardi pioverà. Non c'è niente da fare oggi tranne che pensare alla morte. Non sua, però. No. Non lo lascerei accadere. Solo di Moriarty.
E la mia.

La Caduta raccontata da Sherlock Holmes.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Cap 2 Prima di lasciarvi alla lettura, lasciatemi dire graziegraziegraziegrazie all’insostituibile isteria perché riesce a capire i miei ragionamenti contorti (per lo più senza senso) e a sopportare le mie innumerevoli paturnie riguardo ai punti più difficili da rendere.
:D

Due Facce

Olio di lino: inizio da qui.

È  quello che vuole, ciò che si aspetta. Seguire gli indizi, il copione. Seguire, seguire, seguire. Una scia di briciole di pane. Come un bravo bambino devo raccoglierle, mordicchiarle, essere intelligente. (Intelligente solo in questo senso, però; non troppo intelligente. Non intelligente abbastanza da poter sfuggire. Mi stai sottovalutando, Moriarty. Sono più intelligente di questo, e molto più motivato di quanto immagini.) Anche io posso giocare a questo gioco. E lo farò. Ci sono due facce: riesco a vederle entrambe.

Seguire, seguire, seguire e lasciare una piccola scia tutta mia. Riesci a vederla, Jim l’informatico [1]? Non penso tu possa. Non è ancora completa. Non può guidarmi per tutta la strada fino a casa. (Non ancora. Non ancora del tutto.)

Il laboratorio non sarà occupato: solo Molly. Bene. Un paio di mani extra. Ora di pranzo: John vorrà mangiare. Bene. E Molly? Dovremmo portare qualcosa, allora. Non sopporto di essere interrotto dalle necessità fisiche degli altri. Non adesso.

Ho bisogno di tutto il tempo che riesco a recuperare. Si sta esaurendo. (Non sono pronto. Neanche lontanamente pronto.)

Un respiro forzato: le adenoidi [2] di John sono di nuovo gonfie. (Lievemente). Allergia? Possibile. Di tanto in tanto, quando piove sono più evidenti. Oggi, però, il tempo è buono. Eppure. Eccole: le adenoidi gonfie di John. (Il suo respiro chiaro a Baskerville, la seconda notte, non ha russato: lo ricordo. Hm. L’inquinamento è una possibilità.) Si schiarisce la gola. Intreccia le dita tra loro. Sta pensando.

È preoccupato.


Perchè? Non lo sa? Intuisce qualcosa?

Oh. Naturalmente no.

Bambini. Giusto. Bambini rapiti: staranno bene. O non lo saranno, non importa.

Continua a respirare, John.

Peggiorerà con l’età. Dovrebbe ritirarsi in una casa di campagna da qualche parte, quando arriverà il momento. South Downs [3], forse. L’aria di mare aiuterebbe. (Glielo suggerisco? No. No: assolutamente no. Potrebbe intuire qualcosa e non dovrebbe farlo. Vorrebbe sapere perché gli do consigli sulla pensione, come se non sarò nei dintorni a raccomandarglielo quando sarà tempo. Nessun avvertimento anticipato, non posso. Non è nel piano.)

Vorrei che potesse intuirlo. (Indovina, John. Indovina. Ho bisogno del tuo aiuto.)

Pranzo dal distributore automatico, andrà bene? Non importa. Molly rimarrà, mi aiuterà. Un pacchetto di patatine andrà bene: tutto ciò che occorre è una scusa. Bene. Il distributore automatico del Bart’s: John ha un paio di sterline in tasca. Le ho sentite tintinnare quando si è seduto. Ecco risolto il pranzo.

Bene.

Olio di lino. Un indizio? Forse. Doppio indizio: due lati. Sempre due lati, questa volta. Un gioco a due facce. Un doppio fine: quello ovvio (per Lestrade, per te, John) e quello nascosto (a tutti meno che a me). Il primo gioco per provocarmi, per intrattenermi, per tenermi sulla corda. Il secondo per distruggermi, lo so. Lo so. Gli ho dato tutto ciò di cui ha bisogno. Ha quasi finito. Sono quasi pronto per lui.

Quasi.

Non proprio. Ho bisogno di ancora un po’ di tempo. Come? Non lo so. Non lo so.

Lo renderebbe interessante, non è vero? I O U. Fiabe. Cattivi. Non poteva resistere: un ultimo, irresistibile gioco. L’ultimo e il migliore.

Non posso dire che ci sia qualcosa che non mi piace in questo, perfino adesso. Gioco squisito; scia deliziosa di briciole di pane, sì.

Ma sta andando tutto troppo veloce questa volta. Sempre troppo veloce quando hai bisogno che vada più lento: lo fa apposta. E’ un ritmo troppo veloce per pensare, per vedere chiaramente. Troppo veloce, quasi, per farlo nel modo giusto.

Non c’è abbastanza tempo. (E’ la mia fine, non è vero?) Non c’è più tempo. Troppo presto.

Un respiro. (Le adenoidi di John: difficile inspirare, difficile espirare.)

C’è abbastanza tempo per risolverlo. (C’è?) Sì. No: per ora non è abbastanza. Dovrò essere intelligente. Molto, molto intelligente. (Beh, lo sono.) Rifletti. Lui non può vedere tutto, non ancora.

Scenario peggiore: moriamo entrambi. Ed è finita comunque.

È qualcosa, no?

Ha ragione, alla fine: siamo due dello stesso genere. Siamo le due facce di una stessa medaglia. Avrei potuto essere  lui; lui avrebbe potuto essere me.

(
È
vera questa cosa? Hm, sì: sì, penso che lo sia. Per la maggior parte: vero. Per la maggior parte. Abbastanza vicino.)

Ci crederà John, alla fine, se non potrò tornare e raccontargli la verità?

Moriarty vuole che tu ci creda, John. E così sarà. Ci crederai. Sei un idiota, lui sa come ingannarti.

Non è propriamente giusto, vero?

È riuscito ad ingannarmi, una volta. Solo per un istante. Ricordi? Odore di cloro e cemento. Asciugamani bagnati. Tu che ripeti le sue parole. Per una frazione di secondo, ho creduto fossi tu, che eri stato tu a rivoltarti contro di me. Uno dei momenti più terrificanti della mia vita. Se è riuscito ad ingannare me, perché non dovresti cadere anche tu preda delle prove schiaccianti? Perché non dovresti sospettare  quando tutti i segni puntano direttamente a me?


Non è sua abitudine, vero? No. Far prevalere l’evidenza delle prove sul suo credere che la sua fede in me non è mal riposta. Crede di aver sbirciato nel mio cuore e di averlo trovato meritevole. 
È praticamente impossibile distoglierlo da questo punto, non è vero?

Strano, leale, onesto John. Non so dove hai sbirciato, e non so cosa hai visto. Ma hai ragione. Questa volta, almeno. Avrai ragione. Qualsiasi cosa questo significhi. Anche se non lo saprai mai.

Deglutisce; si schiarisce la gola. Gocciola dal naso. (Inquinamento probabilmente. Stagionale? Ho bisogno di più tempo per osservare. Non c’è tempo; l’ho sprecato tutto.) Improvvisa fitta emotiva per qualcosa: rimpianto? Paura? Non ho tempo per questo. Non ho tempo per nulla di tutto questo.

Russerà questa notte, si sveglierà qualche volta. Un rumore esile, la sua voce intrappolata al suo interno. Stranamente confortante, quel suono. Una piccola melodia che la sua gola suona per me nella notte. Per adesso.

Traffico: fila di taxi, tre volkswagen viaggiano insieme, un pullman. Nessuno mi segue, non questa volta. Non gli interessa oggi. Non ancora. Sta valutando altre strade. Il gioco finale è cominciato.

John non crederà alle bugie di Moriarty. Non ci crederà. Non riesce a vedermi come cattivo, non adesso. A meno che Moriarty non trovi il modo di dipingermi come un deplorevole truffatore [4]. Ti conosce così bene da sapere che deve farlo? Costringerti a tradirmi? Forse sì. (Pensiero spaventoso. Non c’è nulla che possa fare a riguardo: finirà come deve finire.)

Ci crederà. Deve crederci. Il tradimento definitivo, la mia profanazione, distruzione: questo è il punto centrale. Deve rivoltarti contro di me, non è vero? O il suo piano non avrà senso. Devo essere tagliato fuori completamente. Solo. Suo. Questo è quello che vuole: rovinarmi in ogni modo. Lasciarmi con nessun altro che lui. Una nemesi [5] come il più vero degli amici.

Sarà troppo difficile non crederci, anche per te, John. Lo so.

Considero.

Scenario Uno: Moriarty ci riesce. John crede che sono un truffatore, insieme a tutti gli altri. Proprio come Sally, come Anderson e Dimmock ci credono. I pezzi combaceranno tutti insieme, come se fossero stati progettati per questo, e lui lo vedrà chiaramente. Ci saranno prove. Sarà nei giornali. La logica apparirà impeccabile alla mente che cerca di essere razionale. Sembrerà giusto. Sembrerà vero. Confermerà la convinzione che tutti che avevano fin dall’inizio su di me. Nessuno può essere così intelligente. Un cattivo, un bugiardo: me. Non sono mai stato un uomo gentile, vero? E’ stato un imbroglio fin dall’inizio. Ovviamente lo è stato! La ricerca di attenzione, uno scherzo elegante. Sfrutterà la mia incapacità ad interessarmi a quello che pensano gli altri contro di me. (E’ perfetto, a suo modo. Perfino io lo riconosco. Perfetto. Mi conosce così bene.)

Scenario Uno: John ci crede.

Lo immagino non sorpreso. (I suoi occhi: vuoti. Freddi. Ho già visto quell’espressione sul suo volto: sdegno nascosto. La sua morale spina dorsale ritta come una bacchetta.) Ha imparato; sa di cosa sono capace, bene o male. Avrà senso per lui ritenere che io sia uscito fuori da i binari a un certo punto. Ogni seccante preoccupazione che abbia mai avuto (le droghe, gli esperimenti, le entrate forzate, gli ASBO [6] accidentali) lo renderà reale[7]. Ho messo una testa nel frigo. Ho sparato al muro. E di chi sarebbe quel teschio, poi? Ha imparato a guardare al cuore delle prove e  a operare una conclusione; c’è solo una conclusione che può trarre. Rifletto: ci crede.

Probabilità: alquanto bassa. (Non è vero?). Moderatamente bassa. Da bassa a moderata, allora.

John non è così razionale, né così condizionato dalle prove. Non lo è. Non mi tradirà facilmente. O non mi tradirà per niente. Mi tradirà? Forse sì. Con il giusto tipo di prova. (Cosa?)

Scenario Due: Moriarty non riesce a causare questo particolare tradimento. John non crede che sono la radice di tutti i mali, non importa quali prove gli sono presentate. (Pia illusione? No. Sicuramente no. Una valida possibilità che richiede valutazione, almeno.)

Le prove a proposito. John: è un ottimista con un irrazionale [8] attaccamento al suo coinquilino, al suo amico, e nessuna mera prova lo distoglierà da questo; crede che io sia un uomo migliore di quello che effettivamente sono; ha una grande fiducia in me e nelle mie abilità; conosce i miei metodi ma preferisce usare i suoi; non ascolterà una sola parola detta contro di me (a meno che non le dica lui stesso, a me, come una sorta di segno d’affetto, o almeno così sono arrivato a interpretarlo). Mi porta il caffè.
È mio amico.

Scenario Due: John resta mio sostenitore convinto, e ignora i giornali, la televisione, la polizia, e tutti i suoi amici e continua a credere che sono stato incastrato.

Probabilità: ragionevole. Almeno questo, almeno ragionevole. E’ insito nel suo carattere. Niente che possa fare o dire può fargli cambiare idea, vero? Crede in me. Non è vero? Completamente. (Pia illusione? Sono dubbioso su questo punto.) Mi sono scusato per aver condotto l’esperimento su di lui a Baskerville. L’ho fatto. Ha accettato le mie scuse. Non è vero?

Quando tornerò, e il mio nome sarà ripulito o sarà Mycroft a raccontargli la verità, lui risponderà con un  cenno brusco del capo, tipico di lui. Dirà di aver sempre creduto che tutte quelle sciocchezze non potevano esser vere. No? Sicuramente. Sicuramente così. (Non lo so. Non lo so.)

Temo che dovrai prendere la decisione da solo, John.

E mi dispiace per questo. Lo sono davvero. Sinceramente. Lo sai che ne sono capace.

Ci sono già catene che mi legano le mani: posso avvertirle. Lui sta osservando. Ogni passo è stato già stabilito; il mio cammino deve nascondersi in queste orme già tracciate. Lo schema è tracciato e devo seguirlo. Precisamente, precisamente. O tutto è davvero perduto.

Ti ho lasciato tutte le prove che ho potuto, John. 
È ben poco. Ma c’è.

Olio di lino. Non un errore. Mi sta attirando in una trappola. (Ovviamente.) 
È ora. Come premerà il grilletto? Accadrà presto. Molto presto. Forse oggi. Forse no.

Non sono ancora sicuro, non sono sicuro. Ci sono possibilità. Un’altra sfida; rivoltare Lestrade e John contro di me per prima cosa. Lasciarmi completamente da solo. Certamente: è questo lo scopo. Ed è qui? Nell’olio di lino?

Ho già mostrato troppo entusiasmo per il rapimento dei bambini, il che è stato un errore. Certamente questo era l’inizio di tutto. Sapeva che il suo lavoro m’avrebbe deliziato. Lo sapeva. Sono un uomo terribile, John. Lo sai questo. Nessuna compassione per bambini che soffrono, troppo facilmente distratto da un bel caso. Non posso farci nulla; sono quello che sono. So come pensi. E anche lui lo sa. E’ vero, è vero. Due facce di una medaglia, lui ed io. Avrei potuto finire così male.

Qualcuno ha vomitato in questo taxi nell’ultima settimana. (Quattro giorni fa. Forse cinque.) Tappetini nuovi, odore di detergente. John non ha appuntamenti da sei mesi. Perché? Le 11, 43. Arriveremo al Barts prima di mezzogiorno. Distributore automatico. Molly Hooper e le sue sostanze chimiche. Sì. Olio di lino. Così inizia.

I O U. (Perché?) Due facce, due facce. Devo crearne una terza. Una che lui non riesca a vedere.

Sembra nervoso. Vuole parlare; vuole sempre parlare, ma non lo dice mai. Che c’è, John? Che succede?

“Ma come ha fatto a eludere le telecamere a circuito chiuso?”

Cosa?

Ah. Moriarty, bambini rapiti. Una scuola. Ti stai muovendo nel suo schema anche tu, i tuoi piedi sono esattamente dove lui vuole che siano. Sinistra, destra, sinistra. Sa di che pasta sei fatto, John. Riesce fisicamente ad avvertire le tue domande.

Lui non si cura delle CCTV [9]. Probabilmente si è assicurato di mostrare un bel profilo, infatti. Non importa, perché ha lasciato una prova ancor più schiacciante contro di me. Ovviamente l’ha fatto. Dettagli, dettagli. Non contano più ormai. Sono per lo più bugie a questo punto. Non credere a questi dettagli, John.

Stai pensando le cose che lui vuole che pensi. Prestando attenzione ai dettagli, come se questo fosse un caso qualunque. Crede che queste domande ti porteranno a dubitare di me, sai. Dubiti di lui, dubiti di me. (Ti sei sbagliato su di me? Tutto questo tempo?) Lui ne è certo. (Probabilmente ha ragione.) Stiamo costruendo i momenti che ricorderai. Come ho fatto? Come ho fatto a diventare un mostro mentre ero al tuo fianco? Come ho reagito? Come hai fatto a non notare che sono io l’assassino che così difficilmente hai provato a fermare?

Se avessi potuto dirti tutto, John, l’avrei fatto.

Forse avrei dovuto pianificarlo in questo modo. Non posso cambiarlo.

Troppo tardi adesso. Troppo tardi.

Spero che non penserai troppo male di me.

Suppongo non importi poi davvero, alla fine.

Adesso: il laboratorio. Olio di lino. Anche se: I bambini sono irrilevanti alla fine. Solo fumo negli occhi. Solo un pretesto per poggiare le fondamenta. (Ci casco di nuovo: essere il tipo sbagliato di uomo.) C’è un’altra parte di domande qui, John. C’è una serie di impronte che ci conducono a casa. Le vedi? I O U. Non riesco a smettere di fissarle. Il mio tempo sta per scadere.




Nota della traduttrice: prima di lasciarvi alla lettura delle note, vorrei fare qualche appunto. Quando si traduce qualcosa, soprattutto dall’inglese, spesso ci s’imbatte in parole ed espressioni che “comunicano di più” e credo che comprendere questi significati, questi veri e propri universi dietro parole a primo acchito “innocue” possa davvero aiutare a comprendere meglio anche la storia che si sta raccontando. Per questo, da parte mia, troverete moltissime note, molto lunghe: questo perché, a quanto pare, non ho il dono della sintesi XD
Vi prego quindi non prendere questi ulteriori chiarimenti come delle “lezioni”, assolutamente non è questo il mio intento; io stessa solitamente scopro il 90% di quello che scrivo nelle note in fase di traduzione e spero che queste “scoperte” possano arricchire - e soprattutto chiarire - anche voi (comunque sempre liberissimi di saltare i “pipponi filosofici”).

Note alla traduzione:
[1]: "Jim from IT" è un riferimento a "TheGreatGame" dove, ricorderete, Moriarty si finge membro del reparto informatico del Barts per poter avvicinare Molly e, conseguentemente, Sherlock.

[2]: Se qualcuno come me non ha mai sentito parlare di queste cose, Wikipedia arriva in soccorso: "Le tonsille faringee dette anche adenoidi o più correttamente vegetazioni adenoidi, hanno le stesse funzioni delle tonsille palatine ma, trovandosi sulla parete posteriore del rinofaringe, se crescono troppo possono causare anche notevoli difficoltà di respirazione."

[3]: Le South Downs sono un catena di colline calcaree nel sud dell'Inghilterra. Comprendono gran parte dell'Hampshire e del Sussex fino ad arrivare, manco a dirlo, alle scogliere della Beachy Head.

[4]Dall'originale "[...]Not unless Moriarty finds a way to paint me as something beyond the pale." Ora: credo che l'espressione "beyond the pale" sia intraducibile in italiano, almeno per quanto concerne questa storia (ho perso parecchi giorni a cercare di uscire da quest'impasse! D: ). Letteralmente descrive un 'essere oltre i confini della moralità'; deriva la sua ragione d'esistenza dal fatto che, molto tempo fa soprattutto in Irlanda - ai tempi delle espansioni - i confini dei conquistatori erano "recintati" e si riteneva, quindi, che al di là di queste recinzioni tutto fosse non civilizzato, barbaro. Come la preziosissima mia co-traduttrice, isteria, mi ha fatto notare è vero che Sherlock spesso si è spinto troppo in là, ma John ha sempre saputo che lo faceva per "un bene superiore": quindi, in questo caso il "beyond the pale" potrebbe essere inteso come "senza controllo, solo per il gusto di esserlo".

Ovviamente, se avete un'idea, un suggerimento che possa rendere migliore questo passaggio, non esitate a comunicarlo! :D

[5]: Qui Ivy usa proprio la parola "nemesi". Ancora una volta Wiki ci viene in aiuto "Oggi questo termine si usa anche per intendere una situazione negativa che giunge immediatamente dopo un periodo particolarmente fortunato, sempre come atto predestinato alla compensazione." E ciò si ricollega perfettamente a Sherlock, che cade proprio subito dopo il suo periodo più fortunato. Quindi Moriarty sarebbe la sua Nemesi, perché lo vuole "buttare giù".

[6]: L'ASBO è un "avviso di pericolosità sociale" tipico dell'ordinamento inglese civile che viene sporto contro una persona che, dimostrato sulla base di prove, partecipa a comportamenti anti-sociali. John ne becca uno nella 1x02, TheBlindBanker.

[7]: La frase orginale è "will reify it". Reify traduce "reificare" che è un termine per indicare un concetto filosofico con diversi significati. In questo caso, tuttavia, indica il processo mentale con il quale si converte un'esperienza astratta, un processo mentale, in qualcosa di concreto; e infatti Sherlock si riferisce alle noie di John che, proprio come progettato da Moriarty, si trasformano in vere e proprie prove di colpevolezza.

[8]: L'originale è "John: is an optimist with a perverse attachment to his flatmate(...)" ora: nonostante "perverse" traduca proprio il nostro "perverso" il primo significato della parola inglese non corrisponde al nostro. Secondo l'Oxford Dictionary - e qui sta la cosa interessante, che ho adorato - "perverse" indica il dimostrare un deliberato e ostinato desiderio di comportarsi in modo irragionevole od inaccettabile. E, secondo me, tutto questo dal punto di vista di Sherlock ha perfettamente senso: John gli è affezionato in un modo che per lui è incomprensibile e soprattutto irragionevole, irrazionale, contro la logica.  Passaggio perfetto.

[9]: Le CCTV sono le telecamere a circuito chiuso, sparse un po' per tutta la città.

  
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