Le giornate di sole erano sempre state le sue preferite.
Ma c’era qualcosa
nell’aria di quella mattina che, stranamente, gli suscitava una sensazione
indefinita.
Choiji si grattò il naso, continuando a camminare nel polveroso
viale.
Un uccello con le penne arruffate gli volò accanto, starnazzando.
Sicuramente non era un bel segno.
Rallentò fino a fermarsi davanti ad una
porta lucida di un appartamento residenziale per shinobi.
Una pianta,
rinsecchita a dir la verità, giaceva inerme vicino al tappetino, trasmettendogli
una tristezza indecifrabile.
Avvicinò l’orecchio alla porta, cercando, subito
dopo, di sbirciare, ovviamente senza successo, dallo
spioncino.
Silenzio.
Meglio.
Almeno, quella mattina, non si
stavano già scannando.
Avvicinò le nocche, provando a bussare.
Forse Ino
aveva ragione…avrebbe dovuto telefonare.
Ma la curiosità aveva avuto il
sopravvento, e poi non era cosa da Shikamaru non presentarsi ad un allenamento.
Almeno normalmente.
E quelle non erano condizioni normali.
La porta
cigolò lentamente, producendo uno strano rumore sinistro.
Il ragazzone la
fissò incredulo, prima di comprendere che era, in effetti, già aperta.
-
permesso?- chiese, entrando nella piccola abitazione – Shika, ci sei?- urlò, con
la sua vociona
- mpft- un borbottio indistinto attirò la sua
attenzione.
Squadrò l’ingresso dove, tra le varie cianfrusaglie, dei
soprammobili erano a terra e un quadro pendeva in maniera sinistra. Sbuffò,
portando alla bocca i resti della barretta dietetica che Ino lo aveva costretto
a sostituire al suo pacchetto di patatine.
Ricordava quel quadro.
Erano
mesi che pendeva in quel modo. A Shika piaceva. Era li da quando vi era andato
ad abitare.
Un segno distintivo della sua presenza.
- ehi, sei
vivo?- chiese, sporgendo guardingo la testa oltre la parete che divideva la
camera da letto dall’ingresso.
Shikamaru era a terra, con la schiena
appoggiata al letto, gli occhi socchiusi.
Tra le labbra una
sigaretta.
Pessimo, pessimo segno, pensò l’altro.
Choiji sollevò lo
sguardo. E rabbrividì.
Una scena apocalittica.
Mobili divelti, il letto
sfatto, il lampadario tenuto solo da un esile e pericolante filo e vestiti
dispersi ovunque per la stanza.
Come dopo un’esplosione…o meglio, come dopo
una raffica di vento.
- di nuovo?- chiese Choiji, avvicinandosi
complice all’altro e sedendogli accanto
- uhm uhm – annuì l’altro, scuotendo
le testa, lasciando ondeggiare un codino insolitamente sfatto.
L’altro lo
scrutò per qualche istante. Aveva inequivocabili segni sul collo e altrettanti
graffi sulla guancia.
La nottata doveva essere stata passionale…il risveglio,
forse, più che travolgente ( nel senso più cupo della parola).
- però state
migliorando… quante volte questa settimana?...due?- chiese titubante l’amico,
rovistando nelle tasche in cerca di qualcosa di commestibile.
- due. –
ribatté l’altro, impassibile – ma se conti quella di domenica notte come facente
parte di questa settimana, allora sono tre –
aggiunse, portandosi una mano
tra i capelli, in un evidente segno di malumore.
- Meglio della scorsa, no?!-
chiese Choiji, ricordando Shikamaru alle tre del mattino fermo davanti l’uscio
di casa sua. Con un cuscino in mano e l’aria di chi aveva appena fatto a
pugni
- Forse- concluse Nara, sbadigliando - …e come sempre non mi ha fatto
dormire…-
- Dov’è, ora?- chiese ancora Choiji, osservando l’armadio aperto e
la valigia divelta sul pavimento
- Non lo so…- rispose – ma ha lasciato tutto
qui, tornerà. Alla fine torna sempre…- speriamo, pensò, osservando la
foto che svettava da sopra il comodino. O quello che una volta doveva essere
stato un comodino.
Lui aveva la solita aria annoiata, in aggiunta ad un
soffuso rossore che gli imporporava le guance.
Lei, la biondina in quel corto
vestito rosa, fissava l’obiettivo con un’espressione sorpresa, quasi
rapita.
I due ragazzi erano a pochi centimetri l’uno dall’altro, stretti e
vicini, sembravano scoperti in qualche discorso profondo, in un attimo
romantico.
Una bella coppia. Non c’era niente da dire.
- Temari…-
bisbigliò, incerto se essere arrabbiato o sconsolato.
- Stavolta quale è
stato il motivo della.. ehm, zuffa?- Choiji rosicchiava le unghie
inquieto.
Shikamaru allungò la mano verso un posacenere che si era incastrato
tra il piede del letto e la sedia rovesciata
- credo…mah, niente di nuovo-
sbuffò, spegnendo la cicca sul cristallo – comunque, in cucina deve esserci
qualche cosa di commestibile. Prendilo, prima di mangiarti anche le falangi…-
disse, allargando le labbra in quello che avrebbe dovuto essere un
sorriso.
Il viso dell’altro si illuminò, mentre il ragazzone saltava in
piedi, correndo per lo stretto corridoio che portava nella minuscola
cucina.
- ma qui è un disastro!- urlò, facendo sobbalzare Shikamaru
- ieri
ha cucinato Temari…lo sai che tra i fornelli…- rabbrividì, non riuscendo a
completare la frase. Inutile. Tutti conoscevano la capacità di bruciare,
essiccare e salare che solo Temari poteva avere. E parliamo di toast. Semplici
toast per la cena.
- …capisco…- biascicò Choiji tornando nella camera carico
di merendine - …ne avete di scorte!- aggiunse ridendo.
Shikamaru lo fissò,
accendendosi l’ennesima sigaretta.
Ricordava di aver nascosto gli snack in
alto sullo scaffale, da quando Temari aveva urlato per giorni di essere
ingrassata e di voler iniziare una dieta
- e dove le hai trovate? – chiese,
sospettoso
- in basso, nella credenza-
L’altro sospirò. Tem era diventata
più scaltra. Doveva passare ad un ennesima perquisizione.
Che seccatura…prima
si lamentava del peso e poi mangiava di nascosto…
- ehi Shika…a che pensi?-
lo richiamò alla realtà l’amico, divorando le terza merendina
- nulla nulla…-
si affrettò a rispondere l’altro, nascondendo l’imbarazzo con la solita aria
seccata
- comunque, chomp, devo avvertire Kiba del nuovo punteggio…-
rifletté l’altro, pensieroso
- lo fate ancora?- rispose Shikamaru,
sbuffando
- tra Naruto e Kiba è un classico scommettere sul numero di litigi
tuo e di Temari. L’ultima volta hanno persino puntato su cosa avreste rotto di
nuovo…- rise Choiji, mostrando i pezzi di cioccolato incastrati tra gli
incisivi.
- Infantili…- ribatté Nara
- Scherzi? Girano grosse somme, sai?-
- Choiji, stai diventando un baka come loro…- Shikamaru chiuse gli occhi,
aspirando il fumo acre della sigaretta - …a proposito, perché sei qui?- chiese,
con la voce impastata dal sonno
- ...non sei venuto ad allenarti…e Shizune
era passata a chiamarti. Godaime ti ha convocato per oggi pomeriggio – rispose
il ragazzone, pulendosi con un lembo della maglia la bocca
- che seccatura!-
sbottò Shikamaru.
Sembrava proprio che quel giorno il mondo avesse deciso di
farlo impazzire.
- MA TI RENDI CONTO?- Temari urlava, una vena che gli pulsava insistentemente
sulla fronte.
Ino sollevò lo sguardo dalle camelie che stava annaffiando,
fissando l’amica con uno sguardo indecifrabile.
- se lo lasci sarebbe la
decima volta in questo mese…un nuovo record!- sbottò, sorridendo.
Temari fece
scattare il mento, incrociando le braccia, irritata
- ma tu da che parte
stai?- chiese, infine, in un sibilo
- da nessuna. E non metterti a fare la
bambina!- la rimproverò, osservandola camminare per la stanza come un leone in
gabbia
- ricapitoliamo: fino alle sette andava tutto a meraviglia – disse
Ino, con sguardo complice
- ..puoi giurarci!- rispose l’altra sorridendo
trionfante
- …e poi avete litigato – continuò la kunoichi di Konoha, odorando
una rosa tea – almeno, stavolta, ricordi il perché?- chiese, sollevando
lo sguardo
Temari abbassò lo sguardo, arrossendo.
Centro! Pensò Ino.
-
no – risposta a dir poco glaciale.
- Va bene…fingi pure. Ma ricorda che con
me non attacca – sorrise, mentre l’altra si sedeva sul bancone
Temari
ricambiò il sorriso, anche se sembrava visibilmente stanca e ancora
arrabbiata.
- mi fa arrabbiare!- aggiunse solo, dopo aver pensato per qualche
attimo
- se così non fosse, vorrebbe dire che tu non lo ami più…- Ino le
porse una delle rose
L’altra sbuffò, piegando le labbra
impercettibilmente
- non so se mi ricordi più Gaara o Shikamaru quando fai
così!- sbottò Ino, scoppiando a ridere
- penso di aver preso il peggio dei
due!- rispose Temari, rigirandosi tra le dita il fiore.
Cambiò poi
espressione
- io lo amo, davvero, Ino – confessò – ma lui è così immaturo…-
l’altra la guardò dai suoi occhi di ghiaccio, sentendo la sua tristezza sotto la
solita scorza grezza
- ..capisco…- disse, quando Temari concentrò la sua
attenzione verso un mazzo di fiori d’arancio – …i tuoi li preparerò io
personalmente…-
Ino sorrideva e Temari avvertì la sgradevole sensazione di
voler scappare.
- è proprio questo il problema-
la kunoichi di Konoha la
fissò sbalordita. Fece per aprire la bocca quando una specie di ondata bionda
invase la stanza
- TEMARI-SAAAAN! –
Le due si voltarono verso la figura
che si era come materializzata sulla porta.
- Uzumaki, quante volte ti ho
detto di fare piano quando entri!- lo rimbeccò la padrona del locale, portandosi
una mano al fianco sottile e agitando un dito.
- Scusi, Ino-san!-
- Dove
corri diavoletto!- una ragazza mora entrò di corsa, piegandosi su un lato e
portandosi la mano al petto - scusami Ino, ma non riesco a farlo stare fermo un
attimo –
Temari e Ino sorrisero.
- Minato, cosa volevi dirmi?- chiese la
kunoichi di Suna, scendendo dal bancone
Il bambino trattenne il fiato,
socchiuse gli occhi candidi e poi mostrò il suo ben noto e vispo sorriso
-
nonna vuole zia Temari-san – balbettò, nella sua incerta lingua dei suoi due
anni.
Bambino precoce. Ma nelle sue vene scorreva pur sempre sangue Uzumaki e
Hyuga.
- Godaime vuole vederti, Temari… oggi pomeriggio - chiarì il concetto
Hinata, riprendendo tra le braccia la piccola peste
- e tu… – aggiunse,
rivolta al bambino - …non provare più a scappare - lo rimproverò, senza molta
energia, a dir la verità
Ino si avvicinò, porgendogli una caramella. – sei
il futuro "lampo giallo di Konoha"…e sei già sulla buona strada! – gli
scompigliò i capelli con una mano, mentre Minato afferrava avido la
leccornia.
- scusate…- Temari interruppe l’idillio, rabbrividendo.
Voleva
bene a Hinata e famiglia…ma…odiava i marmocchi.
Aveva fatto la "mammina" per
una vita. E ora solo il pensiero di quattro zampette scalpiccianti che le
ronzavano attorno le faceva venire i brividi.
- …io andrei – aggiunse,
sforzandosi di sorridere.
Oltrepassò le due donne, soffermandosi sulla foto
che svettava davanti il portone d’ingresso.
Ino il giorno del suo matrimonio.
Cinque mesi prima.
Accelerò il passo, benedicendo la Godaime.
Una bella
missione l’avrebbe aiutata a schiarirsi le idee…e sarebbe rimasta lontana da
Shikamaru.
Per qualche giorno, almeno.
Eccomi di nuovo tornata a tormentarvi! * risata diabolica*…a voi l’attesissimo ( seee ndtutti) ( uffi ç__ç ndroberta) sequel di "just married" appena sfornato dalla mia mente alquanto annebbiata dai fumi dell’attesa universitaria…è ambientato tre anni dopo la prima parte e nel frattempo…bhe, la loro è stata una relazione quantomeno tormentata…^.^…piaciuto il primo chappy?...chissà cosa vorra Tsunade dai nostri amati piccioncini? *altra risata malvagia* ( e basta! ndtutti) ( sob sob ndRoberta). Fatemi sapere cosa ne pensate! Aspetto ansiosissimissima!
Baci baci
Roberta
Un grazie speciale a:
miyu_chan93
Rangiku
NaTemari ( ciao
tesora!!)
Laicachan
_Eleuthera_ ( me commossa eleuthera-sempai! …-_-…scusa
è che me la sento un po’ Tobi…)
Akane86
Bad Davil
Shauzia
Isatachi
*___*
Hina
Killkenny
SaraDJ
Sumire90
Brucy ( nee-san ma dove sei?
*.*)
Bella
Stella86
Per aver recensito l’ultimo chappy di Just Married…siete state dolcissime e mi avete spronato a scrivere questo breve seguito…un bacione!!
Roberta