Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: theplatypus_    03/03/2013    3 recensioni
Quel diario era la testimonianza di ciò che avevo fatto, imparato e soprattutto amato durante il mio sesto anno ad Hogwarts.
E dunque, potevo benissimo dire che, come lo amavo alla follia, lo odiavo con tutta me stessa.
Perchè? Perchè tutte le mie bugie ed i miei tradimenti erano racchiusi lì dentro. E se qualcuno, chiunque esso sia, lo dovesse trovare...probabilmente mi avadakedavrizzerei da sola.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Lily/Severus, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



                                                                                                                 Capitolo terzo


Pov. Sirius
La sala comune quella sera era fin troppo silenziosa mentre guardavo Remus scrivere il tema per Storia della Magia.
L’avevo osservato per una mezz’oretta e potevo affermare che dopo ogni cinque righe di pergamena, si fermava, posava la penna sul tavolo e si soffiava la sua ciocca castana.
«Per quanto andrà avanti questa storia, Rem? »
Remus si bloccò di colpo e si stropicciò gli occhi con malavoglia. A primo impatto sembrava tranquillo e non intimidito. Poi vidi una piccola scossa all’indice della sua mano destra e capii che non ero l’unico ad essere agitato.
Rem si girò con tutto il corpo, verso di me.
« Che vuoi dire? »
Ovvio, adesso faceva anche finta di non capire.
« Oh, avanti! » mi feci più avanti verso di lui e presi la sua mano con decisione « Sai benissimo cosa intendo…non fare il difficile »
Remus sospirò e lentamente lasciò la mia mano.
Quando fu ritornato sui libri, iniziò a parlare sottovoce.
« Senti, Sirius…ci ho pensato tutto il tempo in questi giorni e… » un sorriso ebete si stava formando sulle mie labbra pallide. Che avesse finalmente deciso di… « E sento che non è la cosa giusta. » disse tutto d’un colpo.
Lentamente il mio sorriso a trentadue denti si trasformò in una smorfia di disapprovazione.
« Certo… » dissi alzandomi con talmente tanta potenza da far cadere la sedia. « Continua a fare i tuoi temi del cazzo e vedi se ti danno la risposta giusta ».
Mi girai per andarmene nei dormitori, quando mi fermai di colpo.
« Ricorda però che io non ci sarò sempre ad aspettarti…potrai studiare quanto vuoi, ma i libri non ti diranno mai quello che ti dice il cuore. Perché sai, in fondo, che provi qualcosa per me… » Vidi con la coda degli occhi Remus, che si accertava se fossimo soli nella Sala Comune. « E non potrai nasconderlo per sempre… perché questa è la cosa giusta ».
E detto quello me ne salii di corsa per le scale, trattenendo a stento le lacrime.
Quando arrivai di fronte al mio letto, tirai a calci il mio baule. Aveva paura, era ovvio. Ma non lo giustificavo per questo. Dopo tutto quello che avevo fatto e detto per rassicurarlo che qualunque cosa fosse successa sarei rimasto accanto a lui, aveva deciso di rifiutarmi. Perché pensava che amare qualcuno che non fosse accettato, era sbagliato.
A quel punto non riuscii più a trattenere le lacrime. Mi scivolavano ininterrottamente lungo il viso, fino ad arrivare al collo.
Mi sdraiai sul letto, sperando di morire in quell’istante.
Mentre continuava il mio pianto silenzioso, sentii cigolare la porta. Subito mi rimisi in piedi e asciugai il viso bagnato.
« Posso…? » strinsi gli occhi per vedere meglio chi era appena entrato.
Era solo Remus che probabilmente veniva a dirmi che gli dispiaceva, ma che le cose sarebbero dovute rimanere esattamente com’erano. Ovvero: nulla.
Feci un gesto di assenso con la testa e mi riandai a sedere sul letto.
Remus mi seguì e, anche se intimidito, mi prese la mano debolmente.
« Hai pianto? »
Si, Rem, ho pianto. Ho pianto perché non accetti quello che sei e perché io ti amo.
« No… »
A Remus scappò un risolino. Troppo intelligente da credere alle bugie che dicevo.
«Valido grifondoro, allora… »
Lo guardai storto e tirai su col naso. Era forse un’offesa? Sapeva che quella era stato il primo segno che io non ero affatto come la mia famiglia. Nessuno era più grifondoro di me.
Riabbassai lo sguardo e iniziai a trovare decisamente interessanti le mie scarpe.
« Scusa… » mi accorsi che Remus aveva ancora stretta la mia mano nella sua. Questo mi rese un tantino più felice.
« Scusa per prima… » lo guardai con gli occhi, ancora lucidi. Anche lui sosteneva il mio sguardo. Voleva forse dirmi che non era spaventato?
 « Avevi ragione…è solo che…è solo che ho paura.  » Ecco, il suo sguardo non significava niente. Era tutto un bluff.
Abbassai la testa e riportai la mia attenzione sulle scarpe.
Poi una mano fredda prese il mio mento dal basso e portò il mio sguardo davanti quello di Remus.
Le mie guance divennero giusto un po’ più rosse del solito, ma non smisi di guardarlo negli occhi.
« Ti chiedo solo di darmi un po’ di tempo… sai, per abituarmi » annuii distrattamente. Anche io all’inizio ero abbastanza confuso. Sapevo che stava dicendo la verità. Prima o poi l’avrebbe detto a tutti e avrei finalmente potuto prenderlo per mano per i corridoi della scuola.
Poi fece un gesto che non mi sarei mai aspettato da un etero che ha appena scoperto di preferire gli uomini alle donne. Mi guardò fisso negli occhi e con un gesto abbastanza veloce, portò le sue labbra sulle mie per chiuderle in un perfetto bacio. Assaporai quel momento e infilai le mie mani tra i capelli di Rem.
Quello che stava succedendo era quello che avevo sempre sognato: essere libero di amare colui o colei che amavo.  Ma avevo finalmente capito che avrei amato solo un colui e mai una colei. Perché ero nato così e andavo bene così com’ero.
Le nostre labbra si staccarono, con noi due in cerca di calmare il piacere di quell’attimo precedente.
Quando Remus riaprì gli occhi, sorrise. Ma non era uno di quei soliti sorrisi, era felice. Davvero felice per qualcosa.
Poi si alzò e si avviò verso la porta. Prima però, lo fermai.
« Se per avere qualcosa di più di quel bacio devo aspettare, beh…prenditi tutto il tempo che ti serve » e gli feci l’occhiolino.
Remus scoppiò in una fragorosa risata.
Poi mi prese la mano e con il pollice iniziò a fare dei cerchi intorno alle nocche della mia mano.
« Grazie, Sirius » e detto quello se ne scese nella Sala Comune a finire il suo tema.
 

 
                                                                                                                                                        02/09/1945

‘Caro Diario,
Il viaggio del treno mi deve aver fatto male sul serio. Non so quante cazzate ho già fatto in un solo giorno. Per la barba di Merlino, qualcuno mi prendesse a schiaffi!
Insomma, prima me ne vado in giro con la camicetta sbottonata per abbordare Smith (senza grandi risultati, aggiungo) e oggi, Potter stava per slinguazzarmi. Si, hai capito bene. QUEL Potter. L’ho lasciato in balia dell’alcol sul pavimento della Sala Comune. Troppo cattiva? Oh, pazienza. L’unica cosa positiva di questa giornata è che sono mezza ubriaca (togliamo pure quel mezza) e che quindi domani non ricorderò assolutamente niente.
La cosa che mi ha fatto preoccupare, però, è che, Potter, prima di ficcarmi la sua lingua nella mia bocca, ha blaterato qualcosa sul fatto che regge benissimo l’alcol e che quindi ricorderà tutte le minchiate fatte oggi.
Sai che significa? Che la mia reputazione andrà a puttane. Esatto, ho detto proprio ‘a puttane’. Sarà perché sono sbronza, ma  anche perché sono abbastanza furiosa. Tutta colpa di Severus. Ah, e giusto per la cronaca, ne parlo con nonchalance perché sono ubriaca. Comunque…ah si, Severus. Continuava a fissarmi durante il banchetto. E insomma, dopo un po’ chiunque s’intimorisce con i suoi occhi neri che potrebbero farti sputar fuori tutte le cazzate fatte in cinque anni.
E poi non potevo andare al Tavolo dei Serpeverde, andare vicino a lui e chiedergli di smetterla: non ci parlavamo più. E anche se sto per vomitare tutto il whisky incendiario sul diario, mi sento un po’ triste per questo.
Mi manca Sev. Ma si sa che non sono clemente in fatto di ‘perdono’ . Forse potrei fare un’eccezione per Mery, dato che mi serve qualcuno che finga di ascoltare i miei poemi sul perché Potter sia così fastidioso.
Con Severus è diverso. Ok che cercavo solo di attaccare briga con Potter, ma lo stavo solo difendendo dagli attacchi schizofrenici di quello svampito.  Al solo pensiero di quella parola pronunciata da lui, rabbrividisco.
Ritornando a stanotte, però, mi sono eccitata (giusto un tantino, eh) quando le dita di Potter sono andate a finire sulla mia gamba. Meno male che nascondo questo diario in un posto segreto, perché, se mi rimarrà un briciolo di reputazione dopo la bella avventura di stanotte che verrà raccontata a tutta la scuola da Potteriuccio, quel briciolo se ne andrà in frantumi.
Non so che dire, che fare, o pensare. E’ tutto così difficile, ora. Dannato Potter e i suoi atti maniaci. Che sia chiaro, però, questo l’avrei provato anche con quel povero sfigato di Erny se mi avesse iniziato a sedurre in quel modo.
Sia lodato Merlino e Morgana che ho il dono dell’autocontrollo. Non come quelle arrapate che vanno dietro a Potter e a Black per leccargli le palle.
Che poi, ho notato, che Black ha istinti omosessuali. E io non mi sbaglio mai, parola di Lily Evans.'
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: theplatypus_