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Autore: MidnightChaos    04/03/2013    5 recensioni
Per salvare la vita del fratello Niall, Cassie si troverà di fronte ad una scelta che le cambierà la vita. Si troverà a stringere un patto col Diavolo. Ma quali sono le condizioni di questo patto? E chi è il Diavolo? Cassie riuscirà a rispettare le condizioni del patto? E il diavolo, ci riuscirà?
Dal capitolo 2:
-Chi sei? – chiesi spaventata, facendo saettare lo sguardo da un punto all’altro del parco.
-Non è importante chi sono. L’importante è che io posso aiutarti – rispose pacato.
-Come?
-Un patto – rispose succinto.
-Un patto? Che genere di patto?
- Io salverò tuo fratello ad una condizione.
[……]
-Complimenti ragazzina, hai stretto un patto col Diavolo
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Venni svegliata di soprassalto dal trillare della sveglia appoggiata sul mio comodino, proprio di fianco al letto. Tirai fuori un braccio dalle calde coperte in cui ero avvolta e con un colpo lanciai per terra quell’aggeggio infernale che mi stava rompendo i timpani. Maledissi mentalmente mia madre per avermi comprato quel tipo di sveglia, una di quelle vecchie, col martellino in metallo che sbatacchiava da una parte all’altra e che ti faceva passare la voglia di vivere o quanto meno ti incitava a lanciare quell’oggetto diabolico fuori dalla finestra, dritta nel bidone dell’immondizia.
Con dei calci alla Sandra Mondani mi scostai le coperte di dosso e di malavoglia mi alzai dal letto. Arrivai barcollando fino in bagno per lavarmi la faccia e i denti. Mi presi qualche secondo per guardarmi allo specchio, sembravo la gattara pazza dei Simpson, con i capelli sparati in aria pieni di nodi e gli occhi allucinati, neanche avessi sniffato colla per tutta la notte.
- Cassy, sei pronta? – mi chiamò mia fratello affacciandosi alla porta della mia camera, ovviamente senza bussare, come sempre.
-Pronta? Ma che ora sono? – gli chiesi confusa.
Ero convintissima fossero solo le sette, quindi eravamo perfettamente in orario per la scuola.
-Sono le 8, dobbiamo andare, muoviti! – Mi ordinò chiudendosi la porta alle spalle.
Mi catapultai fuori dal bagno e mi fiondai come una molla impazzita verso l’armadio, presi un paio di jeans, una felpa a caso e mi infilai le mie adorate converse color crema. Afferrai la cartella al volo prima di uscire correndo dalla camera, salutai mia mamma, che mi aspettava accanto alla porta con la mia colazione in mano, e mi lanciai all’inseguimento del mio stupido gemello, che ovviamente non poteva aspettare la sua povera sorella per andare a scuola insieme.
Tralasciando il misero dettaglio che cercavamo sempre di metterci i bastoni tra le ruote a vicenda, il mio gemello Niall ed io, eravamo inseparabili. Facevamo tutto insieme, l’uno finiva le frasi dell’altra e viceversa, ci proteggevamo e ci coprivamo a vicenda. Caratterialmente eravamo ai poli opposti, eravamo come il fuoco e l’acqua. Niall, che in un primo momento poteva sembrare il ragazzo più dolce e tranquillo sulla faccia della terra, dopo aver preso confidenza si rivelava per quello che realmente era, un demonio, espansivo, sicuro di sé, vanitoso, arrogante e scalmanato, al contrario di me, molto più tranquilla. Se lui prediligeva le feste in discoteca, io a quelle preferivo serate a guardare film stesa sul divano, se lui vedeva una cosa bianca, io la vedevo nera, se per me era freddo, per lui era caldo. Insomma, eravamo caratterialmente incompatibili, ma il nostro essere gemelli ci legava come un filo invisibile.
-Niall aspettami! –gli urlai dietro mentre lo rincorrevo col fiatone.
-Non ci penso nemmeno mia adorata sorellina- mi rispose ridendo.
Continuò ad andare dritto per la sua strada, con tutta la calma del mondo, col suo passo spavaldo, la cartella nera che gli ciondolava da una spalla e il vento che gli scompigliavano quei capelli da barbone che secondo lui lo facevano più sexy.
Con uno scatto degno di un maratoneta negli ultimi cinquanta metri della sua corsa lo raggiunsi e mi lanciai a cavalcioni sulle sue spalle.
-Ma che sei impazzita? Così caschiamo! – esclamò lui barcollando.
-Così impari a non aspettarmi! – lo rimproverai aggrappandomi ancora più forte alle sue spalle.
-Va bene la prossima volta ti aspetterò! – si arrese ridendo.
-Non mi fido, ma ormai sono qui, quindi mi porti – affermai vittoriosa gesticolando davanti alla sua faccia.
In risposta scoppiò a ridere e senza più protestare mi trascinò fino a scuola.
 
 
 
 
Quando arrivammo davanti all’imponente edificio scolastico, mi lanciai goffamente giù dalle spalle di Niall e mi fiondai tra le braccia della mia migliore amica Lea. La bionda ed io ci conoscevamo dalla prima elementare, quando tirò un pugno dritto in faccia ad una bambina che mi aveva rubato la merenda.
-Dal fiatone di tuo fratello ne deduco che ti sia fatta portare in braccio – constatò puntando lo sguardo su Niall ad una decina di metri da noi.
- Brava sistah! Tosta ti voglio! – esclamò alzando una mano aperta per farsi dare il cinque, che non le rifiutai.
Mi mise un braccio intorno alle spalle e ci avviammo ridendo dentro la scuola. Mi sembrava di essere abbracciata a mia madre, visto quanto era alta, mi superava di almeno una decina di centimetri.
-Cosa abbiamo alla prima ora? – mi chiese svogliatamente.
-Siamo a metà anno e ancora non ti ricordi l’orario? – la presi in giro.
La cosa non mi meravigliava affatto visto il suo odio per la scuola, ogni mattina era la stessa storia, mi aveva preso per un promemoria ambulante.
-La tua materia preferita! – le risposi con più allegria del necessario.
-Ovvero? Perché sai quanto io ami questa prigione e le materie ricreative che siamo obbligati a fare! Come non amare la chimica, la fisica e la matematica? Per non parlare della prorompente simpatia della prof di arte e della sublime fragranza di ascella di….
-Ok, fermati, abbiamo letteratura – interruppi il suo sproloquio che sarebbe potuto durare fino a domattina.
Quando Lea iniziava a parlare non la finiva più, era inarrestabile, ed io avevo il dovere civico di fermarla.
-Oh, letteratura! Che splendida materia! Peccato che non riesca mai a seguirla! Come faccio a concentrarmi sulla spiegazione quando mi ritrovo davanti una così magnifica creatura? – chiese retorica con una lieve vena di sarcasmo nella voce.
La professoressa Adams era una vera befana, la donna più brutta mai vista, tuttavia, nonostante il suo terrificante aspetto, non la trovavo così male come insegnate.
-Come procede con Liam? – cambiai discorso quando raggiungemmo gli armadietti.
In risposta Lea sbattè una leggera testata contro l’anta del proprio armadietto, sospirando rumorosamente.
Sapevo perfettamente che non era cambiato niente dal giorno prima né da quello prima ancora né da quello precedente. Liam era troppo timido e il comportamento sfacciato di lei, che lo metteva solo in soggezione, non aiutava per niente. Erano perfetti per stare insieme, erano gli opposti che si attraevano, dovevano solo riuscire a…trovarsi, ecco.
-Potresti provare a cambiare tattica – le suggerii dopo aver pensato qualche minuto.
Lei sembrò pensarci su ma non mi rispose e riprese a sbatacchiare la testa contro l’armadietto.
Dopo aver preso i libri ci incamminammo verso l’aula dove ci attendeva quel cesso coi pedali.
-Buongiorno – salutai educatamente la professoressa seduta alla cattedra.
-Buongiorno bella al buio! – la salutò la mia amica.
Mi passai una mano sulla faccia in segno di disperazione.
-Come scusi, signorina Scott?! – squittì la prof.
-Ho detto: Buongiorno, non è un po’ buio? – disse indicando con un dito l’aria.
-Vada a sedersi – le ordinò la Adams alzando gli occhi al cielo – Signorina Horan, la prego, faccia qualcosa per la Scott .
-Professoressa, sono anni che ci provo ma è tutto inutile – recitai falsamente rammaricata.
Provocai uno scoppio d’ilarità tra i compagni di classe già presenti mentre io mi beccavo una gomitata nelle costole da Lea.
Andai a sedermi in fondo, all’ultimo banco di fianco alla finestra, mentre la mia amica era costretta a sedersi in prima fila, troppo chiassose e indisciplinata per i professori per occupare qualsiasi altro posto più distante di due metri dalla cattedra.
La mattinata passò con una velocità esasperante, tanto che mi ritrovai a sperare più volte che un gigantesco meteorite si schiantasse sulla scuola. Per non parlare poi delle lezioni pomeridiane, un susseguirsi inesorabile di noiosissime ore che gli studenti passavano agonizzando stesi sul proprio banco. Quando finalmente l’ultima campanella, quella che annunciava la fine delle lezioni, risuonò per tutta la scuola, ci lanciammo tutti, senza troppi complimenti, fuori dalla classe e Lea mi costrinse ad andare a casa sua per pianificare un nuovo attacco a Liam. Ancora non aveva capito che non serviva in nuovo attacco, ma semplicemente un nuovo approccio, o lui se ne sarebbe andato a gambe levate.
 
 
 
 
“Questa è la segreterie telefonica di Niall, scoreggiate dopo il beep. Prrrrrr!”
-Cretino, sto tornando a casa, dillo a mamma che sennò si preoccupa – dissi all’avvincente segreteria telefonica di mio fratello, che evidentemente si divertiva a non rispondere al telefono.
Dopo qualche minuto sentii il telefono vibrarmi in tasca e risposi senza guardare chi mi stesse chiamando.
-Pronto?
Silenzio dall’altra parte.
-Pronto? – ripetei.
Ancora silenzio. Allontani il telefono dall’orecchio per leggere il nome scritto sul display: mamma.
-Mamma? Che succede? – chiesi preoccupata.
-Cassie… - iniziò prima di scoppiare a piangere.
Ero seriamente preoccupata. Cosa poteva essere successo per farla piangere?
-Che succede mamma? – ritentai.
-Niall…- e altri singhiozzi.
Mio fratello? Niall cosa? Cosa era successo a mio fratello?
- E’ morto Cassie…una macchina… - singhiozzava e piangeva tra una parola e l’altra.
Mi cadde il telefono di mano, che si ruppe al contatto col marciapiede, mentre fissavo, come in trance, un punto indefinito davanti a me.
Come poteva essere morto? Era uno scherzo? Doveva essere per forza così, era uno scherzo di pessimo gusto. Ora sarebbero spuntate delle persone con delle telecamere in mano per dirmi che era una Candid Camera. Perché proprio mio fratello? Perché lui? Non riuscivo a capacitarmene, ero sua gemella, avrei dovuto sentire qualcosa, un brivido, una vertigine, qualunque cosa. E invece non avevo sentito niente.
Senza aver mandato nessun ordine ai miei piedi mi ritrovai a camminare, all’inizio lentamente, barcollando, poi sempre più veloce, fino a correre senza una meta precisa. Correvo e piangevo, finchè non inciampai e caddi rovinosamente a terra sull’erba. Non mi alzai, mi rannicchiai su me stessa e piansi ancora più disperatamente.
Non riuscivo quasi a respirare a causa dei singhiozzi che mi scuotevano il corpo e non sentivo più il mio cuore battere, probabilmente si era fermato, come quello di mio fratello. Non lo avrei mai più rivisto, non ci avrei più potuto litigare, non mi sarei potuta specchiare in quei suoi occhi azzurri identici ai miei e non avrei più sentito la sua allegra risata cristallina.
Era troppo tardi per pregare, per chiedere che venisse salvato? ma chi dovevo pregare? Dio? Lo stesso Dio che lo aveva lasciato morire?
-Salvalo – mi ritrovai a sussurrare tra i singhiozzi, rivolta a nessuno in particolare.
-Riportalo in vita, ti prego – supplicai ancora.
Non volevo muovermi, volevo solo rimanere lì a piangere per sempre, non me ne importava più niente. Non mi accorgevo di quello che mi circondava, non mi arrivavano suoni all’orecchio, era come se mi fossi trovata dentro una bolla di sapone che mi separava da tutto il resto del mondo.
- Io posso aiutarti – disse una voce calda e profonda accanto a me.











GIRONE INFERNALE (Chiamerò così lo spazio autrice *-*)
Askarrambad! (?)
Hola bellissime!
Eccomi a rompere in questo forum per l'ennesima volta con una nuova ff MUAHAHAHAH!
Però stavolta non sarò sola a rompervi in quanto questa ff la scriverò a due mani, con la mia adoratissima sorellina!
(Ho scritto adoratissima solo perchè è accanto a me e sta leggendo quello che scrivo....OUCH!XD)

Allora che dire?
Ovviamente essendo solo il prologo non si capisce ancora una ceppa ma il titolo e la presentazione dovrebbe avervi fatto intuire come conitnuerà la storia! :D
Io e mia sorella ci siamo prese a legnate per decidere chi dovesse "interpretare" il Diavolo in questa storia... e dico solo che nessuna delle due ne è uscita indenne xD
Quindiiiii per ripagarci delle botte prese potreste recensiere e metterci tra le preferite/seguite/ricordate, no? xD
Nel prossimo capitolo metterò una foto della Cassie che abbiamo scelto C;
E scoprirete chi ha vinto il ruolo di diavolo, ameno che non ci siano ripensamenti e sia necessario picchiarci nuovamente xD
Alloraaaa,
Mio Twitter : @LoivissaSvitkon
Twitter mia sorella: @SilviaPoletti2
Se vi va di seguirci noi ricambiamo al volo C:
Su Ask, per qualsiasi domanda sono : MidnightChaos
Per i prossimi capitoli cercherò di fare un banner, ma non prometto niente perchè sono impedita e potrebbe venirne fuori uno schifo assoluto xD
In quel caso eviterei di metterlo xD Oppure lo metterò così, tanto per sputtanarmi da sola xD
Ok, ora me ne vado che ho detto anche troppo, anzi, ce ne ANDIAMO XD
A presto,
Beso :*





  
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