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Autore: Water_wolf    05/03/2013    6 recensioni
Avete presente quelle storie che parlano di angeli? E quelle sui quattro elementi? Ecco, prendetele e buttatele nel cestino perché questa fanfiction non ha nulla a che vedere con la normalità. Perciò, ecco gli ingredienti per questa storia:
-Un angelo rincorso in metro
-Una quindicenne sempre in ritardo
-Una Milano piovosa
-Una sana dose di divertimento
-Tre cucchiai di buona musica
-Cavolate q.b
-Magia in abbondanza
-Quattro Elementi strampalati
-Una missione da compiere
-Un pizzico d'amore (attenzione a non esagerare!)
[Cap. 6 “Prendi appunti coscienza: quando un padre arrabbiato incontra un ragazzo semi nudo in casa con sua figlia, il ragazzo semi nudo è un ragazzo morto”. Il pugno lo colpì in pieno volto, l’angelo cadde a terra, dal labbro era iniziato a scendere sangue. ]
[Cap. 10 Devi aiutarlo. Devi salvarlo. Corri. Più forte. Va’ da lui. Lui ha bisogno di te. Jonas ha bisogno di te. Quei pensieri, quella consapevolezza, le facevano muovere le zampe freneticamente, mentre i cuore aveva abbandonato il petto già da un po’ per trovare una sistemazione più accogliente in gola. ]
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quinta ora: ginnastica. Anzi, no, educazione alle scienze motorie sportive.
La classe scese giù per le scale, i maschi esaltati mentre si gongolavano per i loro risultati stratosferici a quel noto sport chiamato calcio; parte delle femmine era palesemente scocciata, preferivano un’ora d’introduzione alla “storia della moda italiana” alla ginnastica, c’erano poi le ragazze come Emilia che erano impazienti d’indossare la maglietta scolastica e mettersi in campo per dimostrare le loro avanzate capacità sportive, infine c’era il gruppetto di chi voleva scomparire dalla faccia della Terra pur di non dare spettacolo della loro abilità ginniche. Tra loro c’era Chiara che ogni santa lezione faceva di tutto pur di non dover palleggiare un pallone, arrampicarsi su per le pertiche e qualunque attività richiedesse troppo sforzo. Non era una scansafatiche, solo la sua personalità dinamica non toccava anche il campo motorio, in cui era una vera frana.
Il nuoto era l’unico sport in cui riusciva ad emergere ma, d’altronde, lei era l’Acqua.
A Milano però le piscine non vengono installate nelle scuole e gli studenti invidiavano chi, che per fortuna o perché partecipava ad attività didattiche particolari, usciva una volta a settimana per praticare nuoto.
In un tempo fin troppo breve per i canoni della quindicenne, giunsero negli spogliatoi e, con la lentezza che contraddistingueva solo le lumache, si cambiò e indosso maglia e leggins.
Le ragazze andarono in palestra con passo da zombie, si misero in fila e dopo l’appello attesero il momento in cui il professore avrebbe annunciato ciò che avrebbero fatto durante la lezione.
Chiara sbuffò e incominciò a mordersi le labbra, sapeva bene che il verdetto finale sarebbe stato “pallavolo” ma sperava ugualmente in un miracolo. Purtroppo per lei, Ginni esordì solenne << Avanti ragazzi, formate le squadre che si fa pallavolo. >>
Emilia esultò e diede il cinque ad una compagna.
<< Non sai quanto ti odio stangona.>> le disse Chiara, il volto scuro, le spalle chine.
<< Non è poi così terribile Lyra, la volta scorsa sei riuscita a non colpirti da sola, è un progresso no? >> ribatté Emy, euforica. La piccola lite del giorno prima sembrava non aver mai avuto luogo.
Chiara la incenerì con lo sguardo e si maledisse per non aver chiesto a Jonas come usare i propri poteri. Andò in panchina a fianco della sua compagna di sventura, Margherita, anche lei riluttante all’idea di dover giocare.
<< C’est la vie… >> commentò pacata, mostrando una delle poche frasi che appartenevano al suo vocabolario francese. La quindicenne sospirò e di decise a sfoggiare il primo sorriso della giornata.
<< E’ inutile abbatterci Meg, sapevamo a priori che sarebbe successo. Quindi su col morale, non saremo degli assi ma nemmeno delle complete imbranate! >> disse tentando di rallegrare Margherita.
<< Parla per te, io non riesco nemmeno a fare una battuta decente! >> commentò. << Sei proprio pessimista forte tu. >>
Meg fece un sorriso scemo e fece il simbolo della pace con le dita << Fino alla fine! >>
Chiara scoppiò a ridere ma il professor Ginni le passò accanto dandole le spalle e disse << Una di voi due si muova, non vedete che c’è il cambio? >>
Alla quindicenne si gelò il sangue nelle vene, perché quell’uomo doveva apparire sempre in modo così spettrale? Margherita allargò il sorriso e spinse Chiara via dalla panchina.
<< Tocca a Bianchi prof.! Non si preoccupi vedrà che figurone! >> la prese in giro. La quindicenne le scoccò un’occhiata assassina e andò a posizionarsi sulla linea di battuta. Emilia le porse la palla mettendola direttamente nelle mani dell’amica. Chiara attese il fischio, diede slancio al pallone che fu subito intercettato da un avversario.
Bene, ora posso anche stare qui a non far nulla.
Il punto però andò alla sua squadra e quindi fu costretta a tirare nuovamente. Quando Emy le passò la palla sentì che le sue mani erano calde, quasi scottavano al contatto con la pelle. Sarà l’adrenalina si costrinse a pensare. La formazione girò più volte, Chiara non faceva niente per rendersi utile, si limitava a colpire con quanta più forza il pallone quando le arrivava troppo vicino per potersi scansare. Emilia schiacciò, un rumore secco rimbombò nella palestra. Al tocco della bionda la palla era esplosa all’improvviso. La classe si zittì, tutti la fissavano con occhi interrogativi.
<< E’ scoppiato un pallone, mica è morto il gatto! >> esordì il professore rompendo quel silenzio innaturale. La campanella trillò riportando tutto alla normalità, ragazzi e ragazze corsero a cambiarsi, non vedevano l’ora di tornarsene a casa. Chiara prese per il polso l’amica, rimasta inebetita davanti alla scena del pallone esploso. La trascinò nello spogliatoio e subito si staccò da Emilia, la sua pelle emanava un calore insopportabile.
<< Emy, stai bruciando. >>
La bionda si sfilò la maglietta << Lo so Lyra, ma non capisco perché. >>
Chiara finì di infilarsi i jeans e le chiese, passando ad un altro argomento << Oggi vieni a casa mia, giusto? >> Emilia annuì, assente. Stava ancora rimuginando sull’accaduto e sul perché la sua temperatura stesse aumentando a sproposito.

Insieme all’amica giunse in metropolitana, profondamente immersa nei suoi pensieri. Chiara le mollò un pizzicotto e sbottò
<< Allora mi vuoi dire che hai? >> Emilia si voltò di scatto.
<< Uhm? Niente Ly, niente. >> La ragazza incrociò le braccia << Tu non me la racconti giusta Emy. >>
<< Ha parlato quella non mi ha detto proprio nulla! >> la rimbeccò. Le due si scrutarono e poi scoppiarono a ridere senza motivo.
Una voce metallica annunciò il nome della fermata, le ragazze scesero e si persero tra la gente. Emilia si voltò un secondo, quell’attimo che le permise di vedere il palo a cui si era tenuta aggrappata per tutto il viaggio, iniziare a sciogliersi. Si massaggiò le tempie e sbatté più volte le palpebre, possibile che avesse visto bene?
La stanchezza gioca brutti scherzi Emy, sta’ tranquilla.
Anche così però non riuscì a calmarsi, e non poteva fare niente per nasconderlo all’amica.

§

Chiara si chinò per raccogliere le chiavi che le erano cadute sullo zerbino. Il gioiello che era comparso subito dopo la visione uscì fuori dalla maglietta, sprizzando luce.
Emilia colse il bagliore improvviso e domandò curiosa << Che cos’è questo Lyra? Un regalo del figlio del collega di tuo padre? >> la schernì.
Chiara si affrettò ad aprire la porta, mise su una delle sue migliore facce di bronzo e fece finta di non aver sentito. Un guizzò attraversò gli occhi della bionda, accentuando il luccichio delle pagliuzze mogano.
<< Che il piano “rompiamo-le-scatole-a-Chiara-finché-non-mi-dice-che-cos’è” abbia inizio. >> sussurrò tra se e se.
Emilia bussò sulla testa dell’amica e chiese << Toc-toc… >>
<< Chi è? Il lupo mangia frutta. >> la stroncò sul nascere la quindicenne, non avrebbe rivelato ad Emy d’essere la Custode dell’Acqua, non le avrebbe nemmeno creduto. La bionda sbuffò << Dai Ly, mi dici chi ti ha regalato quel ciondolo? >> L’altra scosse la testa con forza.
Emilia fece come quando da bambina i suoi genitori non le proibivano qualcosa: incominciò a ripetere in continuazione “dimmelo”, peggio di un’invasata. Chiara si tappò le orecchie e fuggì in cucina, la sua amica era proprio ostinata. Emilia strillò un ultimo “dimmelo” e la bloccò.
<< Avanti Lyra! E’ solo una stupidissima collana, puoi benissimo rivelarmi dove l’hai presa! >> <
<< No, lo sai che… >>
<< So cosa?! >> sbottò Emy << Dimmi chi diavolo ti ha dato quel ciondolo! >> sbraitò, le mani che stavano diventando incandescenti.
Chiara si appiattì contro il frigorifero per la veemenza delle parole dell’amica.
La bionda emise un urlo scocciato e diede una manata all’aria ma una palla di fuoco partì da essa e incendiò il lavello.
Le due si scambiarono un’occhiata terrorizzata e strillarono a pieni polmoni.
Jonas non riuscì a trattenersi e le raggiunse in cucina. Appena comparve sulla soglia della stanza e notò le fiamme divampare, si bloccò. Emilia strillò quasi fino a perdere la voce, aveva visto le ali dell’angelo.
Quest’ultimo si affrettò a spegnere il fuoco, con un rapido gesto della mano inglobò le spire infuocate e tolse loro l’ossigeno, sedando il piccolo incendio. Chiara si passò il dorso della mano sulla fronte << Grazie Jonas. >>
L’angelo sorrise. Emilia aveva gli occhi velati di terrore, non capiva nulla di quello che era successo e nemmeno perché mai da un ragazzo dovessero spuntare delle ali. Jonas se ne accorse e le porse la mano con fare gentile.
<< Piacere, il mio nome è Jonas. Tu devi essere Emilia, giusto? >>
La ragazza cacciò un urlo che gli trapano i timpani. << Sta’ calma, non mordo mica. >> tentò di rassicurarla il giovane, avvicinandosi. Emy strillò ancora.
Chiara le tappò la bocca con una mano, non sopportava più quelle grida. << Ora ascoltami Emilia, dobbiamo spiegarti ed è necessario che tu stia zitta, capito? >>
<< Uhm uhm >> mugugnò lei. La quindicenne fece per lasciarla libera di parlare ma Jonas la bloccò.
<< Prometti di non urlare più, te ne prego. >> La bionda annuì.
<< Ecco, come vedi ho delle ali, sono un angelo. >> si sforzò di sorridere.
<< Saltiamo i convenevoli. >> lo interruppe sbrigativa Chiara << Lui è un angelo che viene da una città nel cielo. Là ci sono dei gravi conflitti tra angeli Bianchi e Neri, un po’ come al tempo di Martin Luther King. >>
<< I Neri sono capitanati da un ex magistrato pazzo, Zeigen. >> intervenne Jonas. Chiara gli scoccò un’occhiataccia e continuò << Il solo modo per riportare la normalità è trovare i Quattro Elementi e le due Grandezze Fondamentali e sconfiggerlo. Ti sembrerà assurdo ma devi crederci. >>
Emilia scoppiò a ridere << Perché dovrei? >>
Chiara si morse il labbro << Beh… perché io sono l’Acqua e lui è l’Aria. >>
Emy li squadrò, faticava a credere alle sue orecchie ma aveva appena incendiato un lavandino con una palla di fuoco, quello che era accaduto non era per nulla razionale. Emilia si fece ripetere la storia, questa volta con abbondanza di dettagli e Jonas omesse il particolare del ciondolo di Chiara.
<< Dato quello che è successo ci sono molte probabilità che tu sia il Fuoco. >> concluse l’angelo.
La bionda abbozzò un sorriso << Allora muoviti a fare quella prova, potrei essere un Elemento, non lasciarmi sulle spine ragazzo! >>
Jonas le sorrise di rimando e canzonò Chiara, lei che era stata molto meno collaborativa dell’amica. L’angelo poggiò la mano sul petto di Emilia, attese qualche battito di cuore e poi un esplosione di luce li invase.

Emilia si ritrovò in una stanza buia. Non le erano mai piaciute le tenebre. Un fioco bagliore rischiarò l’ambiente poi fu parte d’una visione.

Un falò era stato acceso sulla spiaggia sarda. Era la notte di Ferragosto e molte famiglie che alloggiavano al villaggio turistico erano andate al mare per scorgere le stelle cadenti. Tutti avevano il naso puntato in su, tutti tranne una bambina. Era stata attratta dalle fiamme, parevano danzassero ed il crepitio delle braci era la musica. “Il fuoco brucia. Il fuoco morde. Il fuoco fa male” le avevano detto ma lei non ci aveva creduto. Era sempre stata testarda. Si avvicinò al focolare, le braccia tese, come se volesse abbracciarlo. Si perse nel guardare il carminio fondersi col giallo, diventare arancio e poi sfociare in un vermiglio carico con sfumature violette. Le pagliuzze mogano dei suoi occhi danzavano con le fiamme. Dal falò balzò fuori una scintilla, la piccola si unì a molte altre formando una figura. La bambina non indietreggiò, non era spaventata, era affascinata da quella scena. La figura prese spessore e, alla fine della metamorfosi, una ninfa fatta di fuoco era dinnanzi agli occhioni scuri della giovincella. Il viso dagli zigomi alti, gli occhi scuri quasi inespressivi, la vita esile, facevano di lei una donna bellissima. La ninfa s’inginocchiò, portandosi all’altezza della bambina.
<< Ricorda, Custode del Fuoco, le fiamme non sono solo rabbia, distruzione, odio, disperazione. Sono vita, un cuore pulsante, il segno di fertilità. >> Prese la mano della piccola e infilò una serie di braccialetti dorati dalle screziature rubino. La ninfa sorrise, si voltò e si fuse col fuoco del falò. Negli occhi della bimba si poteva ancora leggere una parola: vita.

Emilia aprì gli occhi. Si guardò le mani e vide che al polso destro portava dei bracciali d’oro con intarsi rossi. Alzò gli occhi e incontro quelli grigi di Jonas. Chiara l’abbracciò.
L’angelo sorrise, aveva appena scoperto che quella bella ragazza era un Elemento, uno tra i più potenti e difficili da dominare.
<< Emilia, sei la Custode del Fuoco. Vuoi aiutarci a salvare Upward? >> chiese per pura formalità.
Emy si staccò da Chiara, si erse in tutta la sua statura, si avvicinò a Jonas, sollevò il braccio, fece brillare i suoi gioielli alla luce del sole, strinse la mano in un pugno e non poté fare a meno di sorridere. Era un Elemento, dentro di se racchiudeva energia, dentro di lei vi era vita.
<< Gli amici di Lyra sono sempre un po’ tonti. Certo che lo voglio! >>
Jonas rise << Ti stai definendo un’idiota, lo sai vero? >>
Chiara scoppiò a ridere, seguita a ruota dagli altri due. << Ora mi dovrai risarcire Emy, non ho più un lavandino! >> la prese in giro la quindicenne tra le risa.
<< Sogna sogna piccola pesciolina! >> ribatté lei, scegliendo il primo animale acquatico che le veniva in mente.
<< Ha parlato la giraffa pallavolista! >>
<< Foca obesa! >> la rimbeccò, iniziando una battaglia a chi diceva più nomi d’animali.
<< Macaco infuocato! >>
<< Balena spiaggiata! >>
<< Rinoceronte lardoso! >>
<< Pinguino spaziale! >>
<< Scusate ragazze… >> intervenne Jonas, pacato << Sapete in che zoo mi trovo per caso? >>
Emilia e Chiara si scambiarono un’occhiata d’intesa. << E divertiti signor piccione il cagone! >> lo schernirono all’unisono.
L’angelo si guardò le ali, sogghignò. << Volete paragonare le mie piume a quelle di un uccellaccio, dugonghi che soffrono di flatulenza? >>
Le due fecero le finte indignate e lo ricoprirono d’insulti gratuiti. Continuarono così per parecchio tempo, poi lo stomaco delle ragazze brontolò chiedendo cibo, dopotutto, non mangiavano da un bel po’.

***
ANGOLO DELL'AUTRICE-PAZZA a volte mi chiedo come sia la vita da persone normali....beh, credo sia incredibilmente noiosa :')
Che grande taglio negativo che do alla scuola, ah, tra l'altro, a voi non rompono mai per la storia di ginnastica? A me molto ._.
La mia mente divaga di nuovo, perdonnez-moi s'il vous plait XD
Veniamo alle cose importanti..., allora Emilia è il fuoco *anche se qualcuno lo aveva già indovinato* ed è molto bizzarro il suo modo di scoprirlo, adesso Chiara non ha più un lavandino XD
Poi, ehm, c'è il mio sclero virtuale per così dire, solo io potevo mettermi a sparare cavolate a vanvera ma era tutto nella ricetta, siete stati avvisati prima x'D
Sarà meglio che finisca questo patetico angolino prima di farcirlo di idiozie come un panino. Spero vi sia piaciuto!
Water_wolf

  
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